ECONOMIA SOMMERSA. a. il peso dell economia sommersa: da meno del 5% del PNL nel 1960 ad oltre il 10% nel 1994;
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- Beatrice Grande
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1 ECONOMIA SOMMERSA a. il peso dell economia sommersa: da meno del 5% del PNL nel 1960 ad oltre il 10% nel 1994; b. i paesi dove è più elevata nel 1994 l Italia (25,8% del PNL), il Belgio (21,4%), la Svezia (18,3%), la Norvegia (17,9%) e la Danimarca (17,6%), più ridotta in Svizzera (6,2% nel 1994), in Austria (6,7%) e negli Stati Uniti (9,4%). METODOLOGIA UTILIZZATA DALL ISTAT stima dell'economia osservata e non osservata, ad eccezione dell economia illegale. Ex-post, e soltanto in misura parziale, è possibile individuare le diverse componenti dell economia non osservata. I metodi di stima della produzione e del valore aggiunto sono diversificati per branca di attività economica, per ottenere migliori risultati. Cinque approcci: a. prodotto tra quantità e prezzo, usate per i settori agricolo, energetico e per parte delle costruzioni; b. analisi spesa, usate per la restante parte delle costruzioni, per locazioni e servizi privati d insegnamento e ricerca, sanità, spettacolo e servizi ricreativi; c. assemblaggio diretto di voci di costi e ricavi derivate dai bilanci, usate per i settori del credito, assicurazioni e per alcune branche in cui risultino prevalenti le aziende pubbliche; d. dai redditi distribuiti, usate per i servizi non di mercato; e. prodotto fra numero di unità di lavoro e valori medi pro-capite; si stima il livello complessivo dell input di lavoro impiegato nella produzione e si correggono i valori pro-capite per l eventuale sottodichiarazione. E il metodo utilizzato in prevalenza per l industria manifatturiera e la maggior parte dei servizi privati.
2 Circa il 70% del valore aggiunto delle branche nelle quali è ipotizzabile l esistenza di attività sommersa è stimato utilizzando l ultimo approccio. L Istat considera l utilizzazione di lavoro non regolare nel processo produttivo e la sottodichiarazione della produzione i due aspetti che maggiormente caratterizzano la componente sommersa dell economia Le metodologie generali descritte in precedenza sono sostenute anche da indagini speciali. Per acquisire informazioni dirette e/o indirette sull economia sommersa in particolari settori dove il fenomeno è più rilevante Indagini campionarie relative alla spesa delle famiglie per specifici servizi. Queste informazioni sono utilizzate per verificare l esaustività delle stime per le diverse branche, sostenendo l integrazione nel procedimento della quantità di lavoro utilizzata, se e dove si presentasse una incongruenza tra quantità di servizi prestati e, appunto, quantità di lavoro necessaria per la loro realizzazione. Le principali indagini effettuate sono relative a: spesa delle famiglie per pasti e consumazioni fuori casa, utilizzata per le branche di pubblici esercizi (bar e ristoranti); spesa delle famiglie per la riparazione di autoveicoli, utilizzata per la branca delle officine di riparazione; spesa per la manutenzione delle abitazioni, utilizzata per il settore delle costruzioni; spesa per le vacanze, utilizzata per il settore alberghiero. Altre indagini e fonti vengono impiegate per verificare l esaustività in relazione ad altri settori economici: indagine multiscopo sulle Famiglie, per una misura indiretta del numero di collaboratori domestici; dati di fonte amministrativa, quali quelli relativi alle verifiche effettuate dal Ministero del lavoro sulla presenza di lavoratori irregolari (sia residenti sia non residenti) all interno di imprese regolari.
3 L informazione raccolta relativamente all economia non osservata viene integrata nella base statistica usata per stimare i flussi economici e finanziari nelle diverse fasi del circuito del reddito. Il bilanciamento finale dei conti economici rende il sistema coerente e permette di individuare eventuali altre attività non registrate in modo simmetrico. Le stime dell input di lavoro mirano a quantificare in modo esaustivo due insiemi fondamentali: a. input di lavoro regolare, cioè impiegato in luoghi di produzione riconoscibili (unità locali, negozi, cantieri, ecc.) e, se alle dipendenze, registrato nei libri paga, quindi trattato secondo le norme vigenti in materia retributiva, previdenziale e fiscale; b. input di lavoro non regolare, cioè impiegato in luoghi di lavoro non riconoscibili o, se alle dipendenze, non registrato nei libri paga. L input di lavoro non regolare è ottenuto per somma di quattro categorie di occupati: persone residenti occupate in modo non regolare, ovvero in luoghi di lavoro non riconoscibili; persone residenti che si dichiarano non occupate nell indagine sulle forze di lavoro, pur lavorando alcune ore; stranieri non residenti e non regolari; posizioni di secondo lavoro. Le stime sono complesse e si basano su numerose fonti statistiche. Dal lato delle imprese: censimenti economici, le indagini annuali sui conti economici delle imprese, le indagini annuali per l aggiornamento dello schedario delle imprese, le indagini mensili sugli indicatori del lavoro nelle grandi imprese dell industria e dei servizi. Dal lato delle famiglie: il censimento della popolazione e le indagini trimestrali sulle forze di lavoro.
4 La tecnica di stima dell input di lavoro prevede i seguenti passaggi: armonizzazione temporale e territoriale delle fonti; l operazione più importante è la riclassificazione per luogo di lavoro (e non per luogo di residenza) degli occupati dichiarati dalle famiglie. Il riallineamento temporale non è invece particolarmente rilevante, in Italia, poiché i censimenti della popolazione e delle imprese si svolgono nello stesso periodo, durante il quale, peraltro, cade anche una delle rilevazioni trimestrali dell indagine sulle forze di lavoro. correzione dei principali errori nelle fonti dal lato dell offerta di lavoro (ad esempio, riguardo alla classificazione per attività economica di coloro che si sono dichiarati occupati); riclassificazione per attività economica di chi si è dichiarato occupato. Per avvicinare quanto più possibile le dichiarazioni delle famiglie e delle imprese, I dati dell occupazione rilevati presso le imprese vengono riorganizzati secondo filiere di produzione, rispetto alle quali le possibili errate indicazioni delle famiglie trovano una prima compensazione. Successivamente, un apposito algoritmo che opera sempre a livello delle filiere di produzione elimina le residue differenze. armonizzazione concettuale alle definizioni proprie della contabilità nazionale, in particolare secondo il concetto di "occupazione interna" sottostante il PIL; integrazione separata delle fonti dal lato dell offerta e dal lato della domanda di lavoro; Prima si controlla la coerenza fra le stime degli aggregati rilevanti derivati dal censimento della popolazione con gli intervalli di confidenza per gli stessi aggregati ricavati attraverso l indagine sulle forze di lavoro. L assunto del confronto è che, a parità di campo di osservazione dei fenomeni, di riferimento temporale e spaziale delle fonti, in assenza di distorsioni, le posizioni lavorative rilevate presso le imprese debbano eguagliare il numero delle persone che si sono dichiarate occupate nelle indagini presso le famiglie. Il confronto è effettuato con dettaglio territoriale e di attività economica. Gli occupati sono definiti: regolari, per il numero che eguaglia quello delle posizioni lavorative; irregolari equivalenti a tempo pieno, allorché risultino in eccesso rispetto al numero di posizioni lavorative. Sono considerate posizioni di doppio lavoro quelle che eccedono il numero di occupati.
5 confronto delle fonti e quantificazione dei vari segmenti individuabili di occupazione, in termini di "posizioni lavorative"; Dalle indagini sulle forze di lavoro sono direttamente rilevate le persone che, pur dichiarandosi non occupate, indicano di aver svolto alcune ore di lavoro nella settimana di riferimento. Il numero di stranieri non residenti occupati è stimato in base ad elaborazioni su informazioni del Ministero degli Interni. trasformazione in "unità di lavoro" (equivalenti a tempo pieno). (approfondimenti in Istat, La nuova contabilità nazionale, Roma, 1990.) STIMA VA Il lavoro regolare è assegnato alla pertinente fascia dimensionale di imprese, Il lavoro non regolare è assegnato alle imprese più piccole, da 1 a 19 addetti. I valori medi pro-capite dei diversi aggregati da moltiplicare per l input di lavoro sono stimati tramite le indagini sui conti economici delle imprese. Esse sono annuali, totalitarie per le imprese con più di 19 addetti, campionarie per le imprese più piccole. I valori pro-capite sono sottoposti a procedure di controllo e normalizzazione le quali, nel caso delle stime della produzione e del valore aggiunto relative alle imprese con meno di 20 addetti, sono di particolare delicatezza, poiché mirano a correggere sottodichiarazioni di fatturato, in particolare determinate da indicazioni relative alla remunerazione del lavoro indipendente inferiori al reale. L ipotesi alla base della correzione è che la remunerazione del lavoratore indipendente di una specifica impresa non possa risultare inferiore a quella media dei dipendenti operanti nel complesso delle imprese della stessa fascia dimensionale e dello stesso settore di attività economica.
6 Le stime preliminari degli aggregati della contabilità nazionale sono successivamente inserite in uno schema input-output, attraverso il quale è ottenuto il bilanciamento dei conti. Alle stime di ogni aggregato economico e al quadro intermedio della matrice sono assegnati, sulla base delle fonti utilizzate e dell esperienza precedente, specifici gradi di attendibilità. Le discrepanze che, in definitiva, si riscontrano nei conti economici vengono eliminate in base ad una procedura automatica che tiene conto del grado di attendibilità assegnato alle stime iniziali, privilegiando quelle per le quali esso risulta più elevato. Verifica esterna: alcune misure caratteristiche del mercato del lavoro fornite dall indagine sulle forze di lavoro (FL) quali i tassi di occupazione, di disoccupazione e di attività.
Non entrano invece nel calcolo della produzione i servizi domestici e le attività illegali.
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