Indicatori per l analisi dello sviluppo economico e del sistema produttivo
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- Vittorio Berardino
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1 Indicatori per l analisi dello sviluppo economico e del sistema produttivo Nell analisi economica regionale lo sviluppo economico di una regione viene analizzato prima a livello macroeconomico e poi a livello settoriale. È importante ricordare, come indicato per l analisi della popolazione, l importanza, nel commentare i dati, di un confronto della regione analizzata con ripartizioni territoriali dello stesso livello o di livello superiore (es. regione confrontato con nazione). A. Lo sviluppo economico Le grandezze che misurano lo sviluppo economico di un area territoriale sono: - il suo prodotto interno lordo (PIL), ossia il valore della produzione di beni e servizi finali ottenuta in un anno dall attività economica svolta all interno del paese dai residenti e dai non residenti. - e il valore aggiunto (VA) prodotto dalle attività economiche presenti nel suo territorio Secondo una,delle tre possibili, definizione, il PIL è la somma dei valori aggiunti dei diversi stadi della produzione. Valore aggiunto e PIL quindi coincidono. È facile comprendere che un unità territoriale (ad es. una provincia) con un alto numero di lavoratori generi una ricchezza maggiore di una unità territoriale dello stesso livello ma con meno lavoratori al suo interno. Per questo motivo non è possibile utilizzare i valori assoluti degli indicatori per effettuare dei confronti ma è necessario costruire indicatori pro capite o analizzare l andamento dell indicatore in diverse aree (utilizzando un tasso di crescita, il confronto non è più sulla dimensione assoluta del valore aggiunto) È necessario considerare inoltre che un confronto dovrà basarsi su misure in termini di prezzi costanti. Questi, a differenza dei valori a prezzi correnti, tengono conto dell inflazione che si è manifestata e quindi danno un indicazione del valore aggiunto al netto della crescita dei prezzi dovuta all inflazione. Per calcolare il valore a prezzi costanti è sufficiente moltiplicare il valore del valore aggiunto a prezzi correnti per un coefficiente di rivalutazione diverso per ogni anno. Questi coefficienti si trovano nella pagina del sito dell Istat a questo indirizzo:
2 Per valutare lo sviluppo economico di un area consideriamo il tasso di crescita medio annuo del valore aggiunto. Al posto di un semplice tasso di crescita utilizziamo il tasso di crescita medio annuo per poter confrontare dati riferiti a periodi diversi: il tasso di crescita che otteniamo è pesato per il numero di anni che costituiscono il periodo che consideriamo e quindi potremo confrontare tassi di crescita calcolati per periodi di tre e di cinque anni anziché dover calcolare i tassi di crescita per lo stesso tipo di periodo. La formula per il calcolo del tasso di crescita medio annuo è la seguente: i = t ( YT / Y0 ) 1 dove: - i è il tasso di crescita medio annuo - Y T è il valore del valore aggiunto all anno T (quello finale) - Y 0 è il valore del valore aggiunto all anno 0 (l anno in cui inizia il periodo considerato) - t è la differenza tra T e 0. Per rendere il tasso leggibile moltiplico il risultato per 100, per avere una percentuale. Per calcolare il suo valore i passaggi sono i seguenti: -ricerca delle informazioni sul valore aggiunto alla pagina Consideriamo, ad esempio, la Lombardia nel periodo Ricordiamoci di prendere anche il valore dell Italia!! Iniziamo con l anno 2003: - scegliamo valore aggiunto a prezzi correnti al netto SIFIM (è la seconda voce che compare nel menù) - sceglieremo poi l anno, 2003, cliccando il quadratino corrispondente nella parte superiore della pagina - poi, utilizzando il menù a tendina potremo scegliere prima regioni e nel menù che appare sceglieremo Lombardia (rispettivamente i valori sono: per la Lombardia, per l Italia). - alla pagina troviamo il coefficiente di rivalutazione corrispondente all anno di nostro interesse. Per il 2003 è 1,0373.
3 Nella pagina di Excel nel quale abbiamo copiato i dati per il valore aggiunto, copiamo anche questo valore e moltiplichiamo i primi per il secondo.(i risultati sono e : abbiamo ottenuto il valore aggiunto a prezzi costanti per il 2003, Y T ). Ripetiamo l operazione per l anno 2001: alla pagina cerchiamo il dato per il valore aggiunto di Bergamo, Lombardia e Italia nel 2001 (rispettivamente per la Lombardia, per l Italia ) e, dopo averli copiati in Excel, alla pagina troviamo il valore del coefficiente di rivalutazione per l anno 2001: 1,0886. Moltiplichiamo i primi per il secondo e otteniamo il valore aggiunto a prezzi costanti per il 2001, Y 0 ( per la Lombardia, per l Italia). Troviamo t = T-0= =2 e applichiamo la formula, effettuiamo il calcolo prima per la regione: dobbiamo calcolare la radice quadrata del rapporto tra Y T e Y 0. Al valore ottenuto dobbiamo poi sottrarre 1. Quindi : Y T / Y 0 = 1,003429; la radice quadrata è 1, a questo valore sottraggo 1 e ottengo: 0, Moltiplico infine per 100: 0,17% Ripetiamo lo stesso procedimento per la regione Lombardia e per l Italia e possiamo dire quale delle tre aree ha sperimentato uno sviluppo maggiore in termini di tasso di crescita. N.B. È possibile calcolare anche la PRODUTTIVITA, mediante la seguente formula: produttività = valore aggiunto(a prezzi costanti) / occupati è importante prendere lo stesso riferimento geografico per le due quantità: ad esempio per la produttività della regione è importante che sia il dato per il valore aggiunto che quello per gli occupati siano stati trovati per la regione. Anche l informazione per gli occupati è rintracciabile attraverso il sistema di indicatori regionali alla pagina OSS. La produttività può anche essere calcolata per i singoli settori: ancora una volta è importante che le unità di riferimento siano le stesse, sia per quanto riguarda l anno per il quale si rilevano i dati, sia per l unità territoriale, sia per il settore (es. per il calcolo della produttività dell agricoltura dovrò considerare il valore aggiunto e gli occupati solo del settore agricolo)
4 B. L analisi del sistema produttivo In questa parte ci occuperemo di analizzare con una maggiore disaggregazione la struttura produttiva di un area. È importante che sia chiaro cos è e come funziona la classificazione ATECO (attività economiche): ricordo che ha una struttura ad albero, nel senso dai tre settori principali (agricoltura, industria e servizi) sono state create ulteriori classificazioni di livelli diversi. 1. Quote settoriali del valore aggiunto La composizione settoriale del valore aggiunto ci dà delle informazioni sul contributo dei diversi settori al prodotto regionale. Ad esempio possiamo individuare la quota di valore aggiunto prodotto dal settore agricolo, industriale o dei servizi per una specifica regione. I dati presenti nel sito dell Istat, nel sistema di indicatori regionali non hanno un altissimo livello di disaggregazione, contrariamente ai dati presenti nel Censimento dell Industria e dei servizi (in questo secondo data base non ci sono però informazioni sul valore aggiunto e su anni diversi dal 2001) La formula per trovare il valore aggiunto settoriale è la seguente: Q = s VA VA s tot *100 La quota settoriale è quindi data dal rapporto tra il valore aggiunto del settore che consideriamo e quello di tutti i settori considerati nell insieme. Ad esempio: vogliamo calcolare il peso del settore del commercio, alberghi e ristoranti in Italia nel andiamo nella pagina del sistema di indicatori territoriali - scegliamo contabilità nazionale nel menù a sinistra - scegliamo valore aggiunto a prezzi base del commercio, alberghi e pubblici esercizi - scegliamo l anno come unità territoriale l Italia: il valore è Il valore del valore aggiunto per tutti i settori è invece ,70.
5 Applicando la formula abbiamo che la quota settoriale di valore aggiunto del settore considerato è 5,96%. Calcoliamo anche la quota settoriale per l agricoltura con lo stesso procedimento ma scegliendo valore aggiunto a prezzi base per l agricoltura, il cui valore è In questo caso la quota settoriale è 2,82%. Si può vedere come è limitata la quota di valore aggiunto prodotto dall agricoltura. 2. Dimensione d impresa Le piccole imprese sono le imprese con meno di 20 addetti. Data la struttura dell economia italiana è interessante sapere qual è il peso di queste imprese sul totale delle imprese che operano nel territorio. La formula che dà informazioni su questo aspetto è semplicemente la quota di piccole imprese sulle imprese totali: P = ia AP A i ia dove: - al numeratore troviamo il numero di piccole imprese (informazione reperibile alle pagine del censimento dell industria e dei servizi) - al denominatore troviamo il numero di imprese del settore (informazione reperibile alle pagine del censimento dell industria e dei servizi). OSS. La cosa che consiglio è quella di scaricare i fascicoli (la richiesta automatica delle tabelle non funziona sempre.alla pagina iniziale del censimento in alto si trova download, cliccando qui compare poi un elenco dei fascicoli, provinciali e regionali scaricabili. Prendiamo il fascicolo provinciale di Bergamo). La tabella di riferimento per le informazioni sulle piccole imprese è la 3.6.(il numero è lo stesso per tutte le unità territoriali). Prendendola, potete accorgervi che le imprese sono ordinate sia per settore (sulle y) sia per numero di addetti (sulle x). In questo caso ci interessa il numero di imprese per le seguenti classi di addetti: 1, 2, 3-5,.fino a Sommando il numero delle imprese che
6 compaiono incolonnate in queste voci (per un settore che ci interessa, es. le costruzioni, F) abbiamo il numero di piccole imprese per il settore delle costruzioni nella provincia di Bergamo. In fondo alla riga che stiamo utilizzando troviamo il numero di imprese del settore (per tutte le classi di addetti e cioè di tutte le dimensioni) : questo è il denominatore. Il rapporto tra i due numeri ci dà la quota di piccole imprese per un particolare settore. Il valore viene moltiplicato per 100 per avere una percentuale.
7 La specializzazione settoriale: quozienti di localizzazione ( o di specializzazione) Vediamo adesso un importante indicatore per capire in quali settori dell attività economica è specializzata l area territoriale che vogliamo analizzare. Questa analisi permette di individuare quali sono gli elementi di forza di un territorio. Lo strumento per questa analisi è il coefficiente di localizzazione, indicatore che è particolarmente utile per confrontare l area di analisi con un area di riferimento. Introduciamo il coefficiente dicendo che l unità di misura sono gli addetti (delle unità locali, vedi glossario) per i diversi settori. Il peso di un settore all interno dell economia viene fatto dipendere dal numero di addetti che vi sono occupati. Il quoziente di localizzazione è definito come il rapporto tra quota settoriale dell area considerata (numero di addetti del settore nell area considerata su numero di addetti totali dell area ) e quota settoriale dell area di confronto (ad esempio, per una regione, l Italia) La formula è la seguente: QL i ( N._ addetti _ settore_ i) = ( N._ totale_ addetti) regione regione ( N._ addetti_ settore_ i) / ( N._ totale_ addetti) Italia Italia Come interpretare il risultato del calcolo del QL? QL i =0 il settore i non è presente nell area A considerata 0< QL i <= 1 l area A, rispetto all area di confronto N, non è specializzata nel settore i QL i = 1 il settore è presente allo stesso modo in A e N 1<QL i <= 2 l area A, rispetto all area di confronto N, è specializzata nel settore i
8 2<QL i <=10 l area A, rispetto all area di confronto N, è fortemente specializzata nel settore i. Come costruire i QL? I dati per la costruzione dei QL si trovano nel sito del censimento dell industria e servizi dell Istat. Ancora una volta, è consigliabile scaricare i fascicoli regionali nei quali sono contenuti i dati da utilizzare per il calcolo dell indice. La tabella di riferimento per reperire i dati degli addetti alle unità locali per calcolare il quoziente è la 1.10 in tutti i fascicoli. Per prima cosa è necessario calcolare le quote settoriali per la regione e per l Italia, utilizzando questa formula: S = ia A A ia a dove: la quota di addetti nel settore i nella regione a (S ia ) è pari al rapporto tra il numero di addetti nel settore i nell area a sul totale degli addetti nell area a. Confronto il numero di addetti di un settore con gli addetti di tutti i settori per l area a. Se ad esempio il settore di interesse è il settore delle costruzioni (F) e l area di interesse è la regione Lombardia nella tabella 1.10 del fascicolo della regione Lombardia cercherò il settore F e prenderò il valore corrispondente al numero di addetti alle unità locali (per il 2001). Prenderò poi, in fondo alla tabella 1.10 il valore corrispondente al numero di addetti delle unità locali di tutti i settori (che è il totale della tabella). Calcolo il rapporto tra questi due valori. Per quanto riguarda il denominatore, devo fare la stessa cosa per l Italia: calcolo S in = A in /A N. Del fascicolo Italia, molto voluminoso, è possibile scaricare gruppi di tabelle, anziché l intero fascicolo. Scelgo ancora la tabella 1.10 e guardo il numero di addetti alle unità locali per lo stesso settore di interesse e per tutti i settori: ancora una volta questo dato si trova in fondo alla tabella, è il totale. Calcolo il rapporto e adesso ho numeratore e denominatore per il calcolo del quoziente di
9 localizzazione: questo indice è quindi dato dal rapporto tra la quota settoriale di addetti nel settore i nell area a e la quota settoriale di addetti nel settore i nell area di riferimento. È possibile calcolare lo stesso indice con una disaggregazione maggiore dei settori: in questo caso, anziché utilizzare come riferimento la lettera (es. F) si può utilizzare il numero corrispondente e successivi decimali es. 45.1, 45.2, Questa operazione è ad esempio necessaria nel calcolo del QL per il settore turistico che è dato da 55.1, 55.2, 55.3 e 55.4 ( alberghi, ristoranti, campeggi e bar) più il 63.3 (relativo all attività delle agenzie di viaggio). È possibile calcolare lo stesso indice per aggregazioni territoriali diverse (es. per una provincia rispetto alla regione in cui si trova).
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