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1 Rev. 0 DICEMBRE 2009 GALSI S.p.A. Milano, Italia Gasdotto Algeria - Sardegna - Italia (GALSI) Centrale di Compressione di Olbia Chiarimenti Integrazioni al SIA ed

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3 Rev. 0 DICEMBRE 2009 GALSI S.p.A. Milano, Italia Gasdotto Algeria - Sardegna - Italia (GALSI) Centrale di Compressione di Olbia Chiarimenti Integrazioni al SIA ed Preparato da Firma Data Pierluigi Guiso 17 Dicembre 2009 Francesca Tortello 17 Dicembre 2009 Chiara Valentini 17 Dicembre 2009 Verificato da Firma Data Claudio Mordini 17 Dicembre 2009 Paola Rentocchini 17 Dicembre 2009 Approvato da Firma Data Roberto Carpaneto 17 Dicembre 2009 Rev. Descrizione Preparato da Verificato da Approvato da Data 0 Prima Emissione PLG/FRT/CHV CSM/PAR RC Dicembre 2009 Tutti i diritti, traduzione inclusa, sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere divulgata a terzi, per scopi diversi da quelli originali, senza il permesso scritto della D'Appolonia.

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5 VOLUME C INDICE GENERALE SEZIONE C1: AGGIORNAMENTO DEL QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO SEZIONE C2: AGGIORNAMENTO DEL QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE SEZIONE C3: AGGIORNAMENTO DEL QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-i

6 SEZIONE C1: AGGIORNAMENTO DEL QUADRO PROGRAMMATICO INDICE Pagina ELENCO DELLE FIGURE IV 1 INTRODUZIONE 1 2 TRASPORTI CONTENUTI DEL PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI RELAZIONI CON IL PROGETTO 4 3 TUTELA E RISANAMENTO DELL AMBIENTE IL PIANO DI PREVENZIONE, CONSERVAZIONE E RISANAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ARIA AMBIENTE Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE Finalità e Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto PIANO STRALCIO DI BACINO REGIONALE PER L UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE (PSURI) Finalità e Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto PIANO D AMBITO Finalità e Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SARDEGNA Finalità e Contenuti del Piano Relazioni con il progetto 11 4 RIFIUTI PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto 16 5 PIANIFICAZIONE ASSETTO IDROGEOLOGICO PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO Contenuti del Piano Relazioni con il Progetto Aree a Rischio Idraulico Aree a Rischio Geomorfologico VINCOLO IDROGEOLOGICO (REGIO DECRETO LEGGE NO DEL 30 DICEMBRE 1923) Relazioni con il Progetto 19 Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-i

7 SEZIONE C1: AGGIORNAMENTO DEL QUADRO PROGRAMMATICO INDICE (Continuazione) Pagina 6 PROTEZIONE DEL PAESAGGIO E AREE VINCOLATE SISTEMA DELLE AREE PROTETTE Classificazione delle Aree Naturali Protette Aree Naturali Protette presenti nell Area Vasta di Studio RETE NATURA Normativa Comunitaria Nazionale Normativa Regionale Siti Natura 2000 presenti nell Area Vasta di Studio IMPORTANT BIRD AREAS (IBA) Normativa di Riferimento Important Bird Areas presenti nell Area Vasta di Studio AREE VINCOLATE AI SENSI DEL D.LGS 42/04 E S.M.I Contenuti ed Obiettivi del D.Lgs 42/04 e s.m.i Relazioni con il Progetto AREE SOTTOPOSTE A RESTRIZIONI DI NATURA MILITARE Regolamentazione delle Servitù Militari Relazioni con il Progetto PRESENZA DI VINCOLI AEROPORTUALI Relazioni con il Progetto 31 7 PIANO REGIONALE ATTIVITÀ ESTRATTIVE CONTENUTI DEL PRAE RELAZIONI CON IL PROGETTO 32 8 PIANIFICAZIONE SOCIO-ECONOMICA PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO Contenuti e Finalità Relazioni con il Progetto POR FESR (PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE DEL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE) Indicazioni del Programma Relazioni con il Progetto PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE (PSR) Indicazioni del Programma Relazioni con il Progetto DOCUMENTO ANNUALE DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA (2008) Indicazioni del Documento Relazioni con il Progetto 38 9 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR) 39 Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-ii

8 SEZIONE C1: AGGIORNAMENTO DEL QUADRO PROGRAMMATICO INDICE (Continuazione) Pagina Contenuti del Piano Efficacia ed Ambito di Applicazione del Piano Relazioni con il Progetto Assetto Ambientale Assetto Storico Culturale Assetto Insediativo PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DI LIVELLO PROVINCIALE PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 42 RIFERIMENTI APPENDICE A: PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE, CARTOGRAFIA TEMATICA E SCHEDA DELL AMBITO DI PAESAGGIO 18 GOLFO DI OLBIA Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-iii

9 ELENCO DELLE FIGURE Figura No. Figura C1_3.1 Figura C1_3.2 Figura C1_3.3 Figura C1_3.4 Figura C1_5.1 Figura C1_6.1 Figura C1_6.2 Qualità dell Aria, Zonizzazione del Territorio Regionale Piano di Tutela delle Acque, Idrografia Superficiale, Unità Idrografica Omogenea (UIO) del Padrogiano Piano di Tutela delle Acque, Aree Sensibili Piano Stralcio di Bacino Regionale per l utilizzo delle Risorse Idriche, Sistema di Intervento Gallura Aree a Rischio Idraulico e Aree a Vincolo Idrogeologico Aree Naturali Protette Siti Natura 2000 ed Important Bird Areas (IBA) Figura C1_6.3 Aree Vincolate ai sensi del D.Lgs 42/04 Figura C1_6.4 Aeroporto di Olbia, Carta degli Ostacoli di Aerodromo (Tipo B OACI) Figura C1_7.1 Piano Regionale Attività Estrattive Figura C1_9.1 Piano Paesaggistico Regionale, Zonizzazione di Piano Figura C1_9.2 Piano di Fabbricazione del Comune di Olbia Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-iv

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11 RAPPORTO CHIARIMENTI ED INTEGRAZIONI AL SIA VOLUME C CENTRALE DI COMPRESSIONE DI OLBIA, SITO DI VENAFIORITA SEZIONE C1 - AGGIORNAMENTO DEL QUADRO PROGRAMMATICO GASDOTTO ALGERIA - SARDEGNA ITALIA (GALSI) 1 INTRODUZIONE La presente Sezione C1 degli elaborati di chiarimento e integrazione allo Studio di Impatto Ambientale (SIA) del progetto GALSI è riferita alla Centrale di Compressione ed è dedicata ad un aggiornamento dei contenuti del Quadro di Riferimento Programmatico del SIA originariamente predisposto per la Centrale di Olbia sita in prossimità di Punta Lucaridda (Volume V Sezione Va Luglio 2008) e consegnato agli Enti per l avvio dell iter autorizzativo. A seguito degli esiti delle campagne di Verifica Preliminare Archeologica richieste dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e svolte in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna, le quali hanno evidenziato nell area originariamente scelta per la localizzazione della Centrale la presenza di evidenze presumibilmente riferibili ad un insediamento archeologico sulle sponde del Fiume Padrogianus, Galsi ha ritenuto opportuno individuare un sito alternativo per l ubicazione dell impianto su un area già antropizzata in corrispondenza del vecchio aeroporto di Olbia (località Venafiorita). Con riferimento al nuovo sito di localizzazione della Centrale di Compressione di Venafiorita il presente Quadro di Riferimento Programmatico fornisce gli elementi conoscitivi necessari all individuazione delle possibili relazioni tra il progetto della Centrale e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale. Di seguito vengono sintetizzati i contenuti e gli obiettivi degli strumenti di pianificazione di interesse con particolare riferimento a quelli che, per la tipologia, l ubicazione e le caratteristiche dell impianto proposto, risultano poter avere maggior pertinenza con il progetto. In sintesi gli atti e gli strumenti presi in considerazione nella presente analisi, ritenuti di rilievo per il progetto della Centrale di Compressione di Olbia, sono i seguenti: Piano Regionale dei Trasporti (Capitolo 2); principali norme, strumenti e atti di pianificazione e programmazione regionale per la tutela ed il risanamento ambientale (Capitolo 3): il Piano di Prevenzione, Conservazione e Risanamento della Qualità dell Aria Ambiente, Piano di Tutela delle Acque, Piano Stralcio di Bacino Regionale per l Utilizzo delle Risorse Idriche, Piano d Ambito, Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna; D'APPOLONIA S.p.A. Via San Nazaro, Genova, Italia Telefono Fax dappolonia@dappolonia.it - Web Site:

12 pianificazione e programmazione in materia di rifiuti (Capitolo 4): Piano Regionale dei Rifiuti, Piano Provinciale dei Rifiuti; pianificazione di bacino (Capitolo 5): Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico, Vincolo Idrogeologico; analisi dei vincoli ambientali, paesaggistici ed archeologici, aree militari e vincoli aeroportuali (Capitolo 6): sistema delle aree protette, Rete Natura 2000 e Important Bird Areas, aree vincolate ai sensi del D.Lgs 42/04 e s.m.i., aree sottoposte a restrizioni di natura militare, vincoli aeroportuali; Piano Regionale Attività Estrattive (Capitolo 7); pianificazione socio-economica (Capitolo 8): Programma Regionale di Sviluppo , Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR- FESR), Programma di Sviluppo Rurale (PSR), Documento Annuale di Programmazione Economico Finanziaria (DAPEF); pianificazione territoriale e urbanistica (Capitolo 9): Piano Paesaggistico Regionale (PPR), Pianificazione territoriale di livello provinciale, pianificazione urbanistica comunale. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-2

13 2 TRASPORTI Nel presente capitolo si farà riferimento unicamente al Piano Regionale dei Trasporti in assenza di strumenti di pianificazione di livello provinciale. Lo schema preliminare del nuovo Piano Regionale dei Trasporti è stato adottato con Deliberazione della Giunta Regionale No. 33/40 del 2 Agosto Con deliberazione No. 66/23 del 27 Novembre 2008 è stata approvata la proposta definitiva del piano in esame. 2.1 CONTENUTI DEL PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI Il PRT attualmente vigente è costituito da (Regione Autonoma della Sardegna, sito web): Prima Parte (stato di fatto): definisce gli obiettivi prioritari da perseguire attraverso la rilettura dei più importanti atti di politica programmatoria esistenti; descrive lo stato attuale dal punto di vista socio-economico e territoriale, dell offerta delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, della domanda di mobilità, dell assetto istituzionale e organizzativo; Seconda Parte (scenari futuri): prospetta gli scenari di assetto futuro del sistema dei trasporti e del sistema economico-territoriale, articolati in scenari di non intervento e scenari di intervento, su un arco temporale di 15 anni; Rapporto di Sintesi: espone, in breve, gli elementi descrittivi dei fenomeni contenuti nel documento "Prima parte - Stato di fatto", e fornisce una sintesi approfondita degli scenari di riassetto del sistema socio-economico territoriale e dei trasporti, delineati nel documento "Seconda parte - Scenari futuri". Per ogni sistema di trasporto il PRT presenta, relativamente al Comune di Olbia, i seguenti obiettivi: sistema aereo: interventi infrastrutturali dell aeroporto di Olbia (prolungamento pista di volo, ampliamenti e realizzazione di nuovi piazzali di soste aeromobile, ristrutturazione e completamento lavori aerostazione); sistema marittimo: consolidamento e potenziamento del Porto di Olbia (banchinamenti, dragaggi, realizzazione nuovo porto turistico, nuovi accosti Ro-Ro, etc.); sistema stradale: completamento della rete viaria mediante i seguenti interventi: raddoppio della circonvallazione di Olbia, tratti di connessione alla SS 125 del Porto di Olbia e dell aeroporto di Olbia, SS Sassari-Olbia, completamento dell itinerario Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa; sistema ferroviario: costruzione della nuova stazione ferroviaria di Olbia, nell attuale scalo merci, ammodernamento e velocizzazione della tratta ferroviaria Oristano-Sassari-Olbia, Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-3

14 2.2 RELAZIONI CON IL PROGETTO La realizzazione della Centrale di Compressione potrebbe comportare moderati incrementi di traffico durante la fase di cantiere, i quali saranno comunque locali e temporanei. Una volta terminate le fasi di costruzione, non si prevede alcun aumento di traffico imputabile all esercizio della Centrale. Essa infatti non necessita della realizzazione di nuova viabilità permanente ad esclusione di un breve tratto di accesso all impianto (circa 850 m) per il quale sarà utilizzata la pista di atterraggio dell ex aeroporto di Venafiorita. Premesso quanto sopra, il progetto oggetto del presente studio non risulta in contrasto con le indicazioni del Piano Regionale dei Trasporti. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-4

15 3 TUTELA E RISANAMENTO DELL AMBIENTE Nel presente capito sono stati esaminati i seguenti strumenti di pianificazione inerenti la tutela ed il risanamento ambientale: Piano di Prevenzione, Conservazione e Risanamento della Qualità dell Aria Ambiente in Sardegna; Piano di Tutela delle Acque (PTA); Piano Stralcio di Bacino Regionale per l Utilizzazione delle Risorse Idriche (PSURI). 3.1 IL PIANO DI PREVENZIONE, CONSERVAZIONE E RISANAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ARIA AMBIENTE Con Deliberazione della Giunta Regionale No. 55/6 del 29 Novembre 2005 è stato approvato il Piano di Prevenzione, Conservazione e Risanamento della Qualità dell Aria Ambiente in Sardegna, di cui al Decreto Legislativo No. 351/ Contenuti del Piano Il Piano è costituito dai due seguenti documenti tecnici: Valutazione della qualità dell aria e zonizzazione, in cui vengono riportati i risultati relativi al censimento delle emissioni, all analisi delle stesse, definita la qualità dell aria ambiente in Sardegna e, tenuto conto delle criticità ambientali rilevate nel territorio regionale, viene individuata una prima zonizzazione con l indicazione delle aree potenzialmente critiche per la salute umana e per gli ecosistemi; Individuazione delle possibili misure da attuare per il raggiungimento degli obiettivi di cui al D.Lgs No. 351/99, che contiene: la valutazione finale della qualità dell aria ambiente, effettuata dopo le opportune verifiche, la zonizzazione definitiva del territorio regionale, le azioni e gli interventi da attuare per il raggiungimento dei valori di qualità nelle aree critiche, le azioni dirette a mantenere la migliore qualità dell aria ambiente nelle restanti aree del territorio regionale Relazioni con il Progetto In Figura C1_3.1 è riportata la zonizzazione del territorio regionale, dove sono rappresentate le zone da risanare e quelle da sottoporre a opportune forme di controllo. Tali zone comprendono i territori dei maggiori centri urbani e i comuni nelle cui vicinanze siano presenti attività industriali o comunque pressioni ambientali di rilievo, come porti o aeroporti. Il territorio del Comune di Olbia è stato individuato come zona aggiuntiva da monitorare. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-5

16 La Centrale di Compressione non interessa zone di risanamento, ricadendo all interno di un area individuata come zona aggiuntiva da monitorare. Si evidenzia comunque che l effettivo impatto della centrale sulla qualità dell aria potrà essere realmente monitorato in continuo attraverso l installazione di nuove centraline di monitoraggio ambientale la cui ubicazione sarà concordata con le autorità competenti. Con riferimento allo stato della qualità dell aria esistente, in corrispondenza della Centralina di monitoraggio più prossima alla Centrale (CENSS10), non si verificano superi dei limiti di normativa per l NO 2. La seconda centralina di Olbia (CENSS09), ubicata più a Nord, rileva dei superi dei limiti normativi per l NO 2 presumibilmente correlabili all eccessiva influenza del traffico a causa del posizionamento non corretto dello strumento. Si sottolinea inoltre che il progetto contribuirà alla maggior diffusione del gas naturale che rappresenta il combustibile fossile più pulito, con le più basse emissioni specifiche di inquinanti in atmosfera. 3.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE La Regione Autonoma della Sardegna, in attuazione dell Art. 44 del D.Lgs 11 Maggio 1999 No. 152 e s.m.i. (ora Art. 121 del D.Lgs 152/2006 Parte III e s.m.i.) e dell Art. 2 della LR 19 Luglio 2000, No. 14, ha approvato, su proposta dell'assessore della Difesa dell'ambiente, il Piano di Tutela delle Acque (PTA) - come Piano stralcio del Piano di Bacino - con Deliberazione della Giunta Regionale No. 14/16 del 4 Aprile Finalità e Contenuti del Piano Finalità fondamentale del Piano di Tutela delle Acque (PTA) è quella di costituire uno strumento conoscitivo, programmatico, dinamico attraverso azioni di monitoraggio, programmazione, individuazione di interventi, misure, vincoli, finalizzati alla tutela integrata degli aspetti quantitativi e qualitativi della risorsa idrica. Il Piano è composto dai seguenti elaborati: Relazione Generale (Parte A e B); Relazione di Sintesi; Norme Tecniche di Attuazione; Monografie delle Unità Idrografiche Omogenee (U.I.O.); Tavole Cartografiche: La Regione Sardegna ha individuato, nell intero territorio regionale, il bacino unico regionale ai sensi della L. 183/89 e l Ambito Territoriale Ottimale (ATO) ai sensi della L. 36/94. Nella redazione del PTA si è suddiviso l intero territorio Regionale in 16 Unità Idrografiche Omogenee (U.I.O.) costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi (Regione Autonoma della Sardegna, 2006a). In Figura C1_3.2 è riportato un estratto per l area di interesse della Tavola No. 5/11 del Piano Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) - Padrogiano, dove si può vedere come la Centrale ricada all interno dell U.I.O. del Padrogiano ed in particolare nel bacino idrografico del Fiume Padrogiano (0129). Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-6

17 Con riferimento all Idrografia dell area si evidenzia che la Centrale è localizzata a circa 200 m da un piccolo corso d acqua, affluente del Rio Nannuri individuato dal PTA come corso d acqua del III Ordine. In Figura C1_3.3 si riporta la Tavola No. 7 Aree Sensibili estratta dal PTA Relazioni con il Progetto Il Piano riporta la sintesi dei risultati dei campioni effettuati nell ambito del monitoraggio della durata di due anni per la fase conoscitiva iniziale, che ha avuto come scopo la prima classificazione dello stato di qualità ambientale di tutti i corpi idrici della Sardegna. Per quanto riguarda i corpi idrici superficiali la situazione, da un punto di vista ambientale, può considerasi più che soddisfacente dal momento che in tutte le stazioni di monitoraggio considerate, lo stato ecologico ha quantomeno il giudizio di buono. Con riferimento alle acque sotterranee dell Acquifero Detritico-Alluvionale Plio-Quaternario di Olbia, sopra cui è ubicata la Centrale, gli esisti del monitoraggio hanno portato ad una valutazione in Classe 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti (si segnala che nessun acquifero regionale ricade in Classe 1 e che ben 25 ricadono in Classe 4). Dall analisi della cartografia del PTA riguardo alle aree sensibili (si veda la Figura C1_3.3) si può evidenziare che la Centrale di Compressione non interessa alcuna area sensibile individuata dal Piano; le aree sensibili più prossime alla Centrale sono lo Stagno Tartanelle (33) e il Golfo di Olbia (21), ubicate comunque a oltre 4.5 km di distanza. In considerazione della tipologia di opera a progetto e della significativa distanza da aree sensibili, non si rilevano elementi di contrasto fra la realizzazione del progetto e i contenuti del Piano di Tutela delle Acque. 3.3 PIANO STRALCIO DI BACINO REGIONALE PER L UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE (PSURI) Il Piano Stralcio di Bacino Regionale per l Utilizzazione delle Risorse Idriche è stato definitivamente adottato con DGR No. 17/15 del 26 Aprile L obiettivo del Piano è definire sulla base degli elementi fissati dal Piano Stralcio Direttore di Bacino Regionale per l Utilizzo delle Risorse Idriche gli interventi infrastrutturali e gestionali, nell arco di tempo di breve-medio termine, necessari ad ottenere, con adeguato livello di affidabilità anche negli anni idrologicamente più difficili, l equilibrio del bilancio domanda offerta a livello regionale, nel rispetto dei vincoli di sostenibilità economica ed ambientale imposti dalle norme nazionali e comunitarie Finalità e Contenuti del Piano Il Piano ha il compito di individuare le situazioni di squilibrio nel sistema idrico regionale e definire una serie di interventi, gestionali ed infrastrutturali, compatibili con la vincolistica ambientale e la disponibilità economica, al fine di ristabilire una condizione di equilibrio del sistema idrico. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-7

18 Fanno parte integrante del Piano: Norme di attuazione; Fascicolo delle integrazioni al Piano Stralcio di Bacino; Analisi e verifiche del Piano eseguite in attuazione della DGR No. 17/6 del 12 Aprile 2005 (adozione in via provvisoria degli elaborati del Piano Stralcio di Bacino Regionale per l utilizzo delle risorse idriche ); Documento di sintesi; Relazione generale. Scopo del Piano è quello di pervenire all organizzazione coerente di Progetti partendo dalle proposte espresse dai Soggetti interessati, tenuto conto dei vincoli e degli obiettivi di programmazione regionale fissati nel Piano Direttore. La procedura adottata si basa sulla organizzazione delle proposte progettuali in sette sistemi di intervento che interessa diverse aree della Sardegna (Commissario Governativo per l Emergenza Idrica in Sardegna, 2006). La Centrale di Compressione ricade all interno del Sistema No. 3 Gallura per il cui territorio le proposte del Piano sono le seguenti: (si veda la Figura C1_3.4): 6 Derivazione da diga di M. di Deu e traversa rio Limbara; 7 Adeguamento canale Liscia; 8 Traversa Rio Palasole e collegamento Liscia; 9 Diga S. Simone; P.A. 4 Traversa sul basso Liscia e collegamento impianto e serbatoio Liscia; O.5 Diga Rio Vignola Relazioni con il Progetto Il sito di localizzazione della Centrale risulta in prossimità di un utenza irrigua esistente (D88) e della relativa opera di vettoriamento (si Veda Figura C1_3.4). La Centrale di Compressione non risulta interessata dagli interventi previsti dal Piano. Non si evidenziano pertanto elementi di contrasto tra la realizzazione del progetto e il Piano. Si evidenzia inoltre che l esercizio della Centrale comporterà consumi idrici molto contenuti. 3.4 PIANO D AMBITO Il Piano d Ambito della Sardegna è stato approvato dal Commissario Governativo per l Emergenza Idrica con Ordinanza No. 321 del 30 Settembre 2002 e Ordinanza No del 28 Ottobre Il Piano d Ambito, redatto ai sensi dell Art. 11 della Legge 36/1994, costituisce lo strumento di regolazione tecnica ed economica della gestione del servizio idrico integrato. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-8

19 Tale documento riporta gli elementi indispensabili per la regolazione del rapporto con il soggetto gestore in relazione alla metodologia di controllo ed alla determinazione e revisione tariffaria. Il Piano rappresenta quindi lo strumento di pianificazione e controllo della gestione del servizio idrico Finalità e Contenuti del Piano Il Piano d Ambito partendo dall accertamento dello stato delle opere e delle infrastrutture riferibili al servizio idrico integrato e dallo stato attuale dei livelli di servizio (Ricognizione), giunge, prima alla focalizzazione delle criticità, poi alla identificazione degli interventi da programmare. Tali interventi, organizzati per insiemi omogenei rispetto alle criticità individuate sono definiti Progetti Obiettivo (P.O.). In particolare per intervenire sul disavanzo dei bilanci idrici sono previste le seguenti azioni: lotta alle perdite commerciali attraverso la riorganizzazione dei rapporti commerciali; lotta alle perdite fisiche nella fase di distribuzione attraverso il risanamento delle reti urbane; lotta alle perdite in adduzione attraverso la manutenzione straordinaria e/o la sostituzione delle condotte foranee obsolete; razionalizzazione delle infrastrutture, degli impianti e dell organizzazione per ridurre i costi unitari delle fasi che presentano attualmente valori troppo elevati da quelli medi del settore. Il Piano è articolato nei seguenti documenti: Documento di sintesi; Relazione generale e schede di intervento; Allegato 1 Ricognizione e Quadro delle Esigenze (Comparto Idropotabile e Fognario Definitivo); Allegato 2 Ricognizione e Quadro delle Esigenze (Comparto Idrico Multisettoriale). Il documento si sviluppa partendo dalla questione centrale costituita dalla situazione economica del settore servizio idrico integrato, per passare, attraverso l esposizione delle cause dello stato di deficit, alle questioni tecniche di fondo: lo stato delle infrastrutture; la dipendenza dagli schemi multisettoriali; i conflitti d uso; il rispetto delle scadenze del D. Lgs 152/99 (ora abrogato dal D.Lgs 152/2006 e s.m.i.) Relazioni con il Progetto Il territorio comunale di Olbia ha una urbanizzazione diffusa e costituita da numerosi centri. Le fonti di approvvigionamento idropotabile sono diverse e di differente estrazione. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-9

20 Le principali fonti di alimentazione della città, così come la rete interna sono gestite da l E.S.A.F. (Ente Sardo Acquedotti e Fognature). Sono presenti tre reti principali: rete nord, rete centrale e rete sud. Quest ultima comprende la zona Sacra Famiglia, la zona Bandinu, Poltu Quadu e l aeroporto. Per il territorio comunale di Olbia gli interventi da realizzare sulla rete idrica indicati dal Piano sono i seguenti: rifacimento delle condotte in ghisa e materiali diversi ostruite: specialmente nel centro storico; rifacimento delle vecchie condotte di allaccio: ostruite e fatiscenti; rifacimento delle condotte di infittimento, in particolare quelle in ferro zincato e PE a bassa pressione nominale; ricerca dei pozzetti di manovra e relativa manutenzione delle saracinesche; sollevamento dei chiusini in ghisa. Le Centrale sarà collegata all acquedotto e preleverà prevalentemente acque per gli usi civili. Il consumo di acqua per usi industriali (reintegro caldaie e serbatoio antincendio sarà modesto e pari a circa 10 m 3 l anno). Con riferimento a quanto esposto sopra la realizzazione del progetto non presenta elementi di contrasto con le indicazioni del Piano d Ambito della Regione Sardegna. 3.5 PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DELLA SARDEGNA Il Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna secondo quanto disposto dalla LR 2/2009 è approvato dal Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino Regionale della Sardegna. L adozione e l approvazione del Piano sono previste entro Dicembre Il Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna, redatto in attuazione della Direttiva quadro sulle Acque (Direttiva 2000/60/CE), rappresenta lo strumento operativo attraverso il quale si devono pianificare, attuare e monitorare le misure per la protezione, il risanamento e il miglioramento dei corpi idrici superficiali e sotterranei e agevolare un utilizzo sostenibile delle risorse idriche Finalità e Contenuti del Piano Le finalità del Piano che va a recepire le disposizioni della Direttiva Comunitaria sono: impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico; agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili; mirare alla protezione rafforzata e al miglioramento dell'ambiente acquatico, anche attraverso misure specifiche per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze prioritarie e l'arresto o la graduale eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze pericolose prioritarie; Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-10

21 assicurare la graduale riduzione dell'inquinamento delle acque sotterranee e impedirne l'aumento; contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità. Nel Piano sono riportate: le linee strategiche del distretto della Sardegna finalizzate alla tutela quali-quantitativa dei corpi idrici. una sintesi delle misure necessarie per attuare la normativa comunitaria sulla protezione delle acque; un elenco di piani correlati che concorrono al raggiungimento degli obiettivi del Piano di Gestione, con una sintesi dei rispettivi obiettivi e misure. In particolare il Piano è articolato nei seguenti documenti: Documento di Piano; Allegato 12.1 Misure di Base per l attuazione della Direttiva 2000/60/Ce; Allegato 12.2 Elenco dei piani correlati; Allegato 12.3 Indagine sulla presenza di sostanze pericolose derivanti da comparti produttivi operanti sul territorio regionale; Allegato 12.4 Tabella delle Misure; Tavole Cartografiche Relazioni con il progetto Come già descritto al Paragrafo 3.2, la Centrale di Compressione ricade all interno del bacino idrografico del Fiume Padrogiano, ricompresso nella U.I.O. (Unità Idrografica Omogenea) Padrogiano (bacino 0129). Il Piano, così come meglio descritto nel Paragrafo del Quadro di Riferimento Ambientale, riporta un giudizio prevalentemente buono sullo stato ecologico delle acque superficiali dell unità omogenea del Padrogianus valuatato attraverso monitoraggi di 24 mesi, iniziati nel 2002 e proseguiti fino al 2007 per un totale di 3 campagne. Il giudizio è sempre buono per quanto riguarda lo stato chimico delle acque superficiali. L Acquifero Detritico-Alluvionale Plio-Quaternario di Olbia è stato classificato dal PTA in classe B in quanto l impatto antropico è ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa sostenibile sul lungo periodo. L analisi dei dati di monitoraggio del livello piezometrico negli anni (dati PTA e post PTA), pur evidenziando alcune situazioni che necessitano di attenzione, al momento non permette di individuare con certezza dei trend significativi a causa del periodo di osservazione relativamente breve e della frammentarietà dei dati disponibili. Il PTA ha riscontrato uno stato chimico dell acquifero di classe 4 (impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti) dovuto alla presenza di nitrati nei campionamenti effettuati fra il 2003 e il Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-11

22 La cartografia di Piano conferma l analisi svolta dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) e nella relativa carta delle Aree Sensibili evidenzia che le aree sensibili più prossime alla centrale sono lo Stagno Tartanelle (elemento 33) e il Golfo di Olbia (elemento 21), ubicati ad oltre 4.5 km di distanza dalla Centrale. La realizzazione del progetto non presenta elementi di contrasto con le indicazioni del Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-12

23 4 RIFIUTI Per la realizzazione della Centrale non sono previsti esuberi di terre e rocce da scavo. Per maggiori particolari si rimanda alla relazione allegata alla documentazione pro-via (Doc. No H38). 4.1 PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Sezione Rifiuti Urbani, approvato con DGR No. 73/7 del 20 Dicembre 2008, si incentra sul concetto di gestione integrata dei rifiuti, in accordo con i principi di sostenibilità ambientale espressi dalle direttive comunitarie, dal VI programma di azione comunitario per l ambiente, recepiti dalla norma nazionale prima con il D. Lgs. No. 22/1997 e confermate dal D. Lgs. No. 152/2006 e s.m.i Contenuti del Piano Sono quattro le fasi attraverso le quali si articola la gestione integrata dei Rifiuti (Regione Sardegna, 2008). Nell ordine di priorità: gli interventi tesi alla riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti (principio di prevenzione); le attività di recupero di materiali dai rifiuti o dell allontanamento delle frazioni pericolose, da trattare in modo separato, che necessitano prioritariamente di adeguate operazioni di separazione alla fonte da parte dei produttori dei rifiuti; le attività di trattamento del rifiuto residuale, anch esse indirizzate prioritariamente verso i recuperi di materiali o energia; lo smaltimento, solo a valle dei trattamenti e come ultima opzione, mediante stoccaggio definitivo in discarica, delle frazioni di rifiuto non più recuperabili o valorizzabili energeticamente e comunque solo delle frazioni selezionate o pretrattate in una forma considerata inerte per l ambiente. La gestione dei rifiuti è attualmente organizzata per Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) coincidenti con le 4 province storiche (Cagliari, Nuoro, Sassari, Oristano) a loro volta suddivisi in Sub-Ambiti. La redazione del presente Piano, sulla base di nuovi aspetti normativi e di nuovi obiettivi, ha affrontato la ridefinizione degli ATO. In particolare il Piano prevede la definizione di un ATO unico regionale con gestione per sub-ambiti provinciali in cui l Autorità d Ambito svolge funzioni di coordinamento, organizzazione e controllo del sistema di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani nel territorio regionale; la funzione organizzativa e di controllo del sistema delle raccolte e del trasporto al sistema del recupero e smaltimento viene attribuita agli Enti locali, ma l Autorità d ambito mantiene la funzione di coordinamento dell intero ciclo dei rifiuti urbani Relazioni con il Progetto La Centrale di Compressione ricade all interno dell attuale ATO della Provincia di Sassari Sub Ambito di Olbia D2 e del proposto Sub-Ambito Provinciale di Olbia Tempio. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-13

24 Nella seguente tabella sono presentati i dati volumetrici di rifiuti su cui il Piano basa la proposta di organizzazione tecnica del Sub-Ambito Provinciale Olbia-Tempio: In base al confronto tra l impiantistica esistente o già finanziata e quella necessaria a regime, il Piano prevede un organizzazione richiesta (a regime) che si basi su alcuni punti fondamentali, tra cui: attivazione del sistema consortile di raccolta differenziata integrata per bacini ottimali di raccolta; avvio dell organico di qualità dalle aree di raggruppamento agli impianti di compostaggio di qualità di Olbia e di Tempio in coerenza col criterio di prossimità; avvio dei materiali di imballaggio dalle aree di raggruppamento dei bacini ottimali di raccolta alle piattaforme provinciali secondo il criterio della prossimità; avvio degli ingombranti in metallo dalle aree di raggruppamento a centri di rottamazione di titolarità privata convenzionati con l Autorità d ambito e localizzati nel territorio provinciale di Olbia-Tempio; avvio di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) dai centri comunali di conferimento e/o dalle aree di raggruppamento all impianto di stoccaggiotrattamento di titolarità privata convenzionato con l Autorità d ambito; Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-14

25 avvio di RUP (Rifiuti Urbani Pericolosi) ed altre frazioni da raccolta differenziata, anche di natura pericolosa, dalle aree di raggruppamento ai centri di stoccaggio - trattamento di titolarità privata, anche localizzati in territorio extra-provinciale, convenzionati con l Autorità d ambito e che provvedono all avvio al trattamento smaltimento presso strutture anche extra-regionali; necessità di un volume di stoccaggio di discarica per circa mc a copertura del fabbisogno decennale (scenario preferenziale senza pre-trattamento del residuale); questa volumetria va individuata preferibilmente presso il sito di discarica già esistente a Olbia, in alternativa va individuata nella volumetria della nuova discarica necessaria per il fabbisogno della Provincia di Sassari, che andrà adeguatamente potenziata. Inoltre, in linea generale, il Piano prevede quale elemento fondamentale di riferimento per il Nord Sardegna, il perseguimento della scelta di conferimento del rifiuto residuale presso l impianto di potenza di Fiumesanto (Provincia di Sassari). Il sito individuato per la realizzazione della Centrale di Compressione risulta localizzato ad una distanza di circa 5.5 km dalla Discarica di rifiuti urbani non pericolosi Spirito Santo, per la quale il Piano indica una volumetria disponibile al 31 Dicembre 2005 di 260,000 m 3. In fase di esercizio la Centrale di Olbia sarà caratterizzata da una produzione contenuta di rifiuti connessa alla presenza della manodopera e alle periodiche attività di manutenzione. In linea con le indicazioni e gli obiettivi della pianificazione nazionale e regionale, per quanto possibile, si adotteranno sistemi volti alla minimizzazione della produzione di rifiuti; inoltre sarà massimizzato il recupero delle frazioni riutilizzabili. I rifiuti saranno sempre gestiti e smaltiti nel rispetto delle norme di settore. In considerazione delle quantità di rifiuti prodotti e delle modalità controllate di gestione e smaltimento non sono evidenziabili elementi di contrasto tra l opera a progetto e le indicazioni del Piano. 4.2 PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI La Provincia di Sassari è dotata di un Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti approvato dal Consiglio Provinciale con DCP No. 60 del 2 Dicembre A seguito della creazione delle nuove province sarde, il piano risulta essere poco attuabile e dovrà essere riadattato alla nuova Provincia di Sassari; contestualmente dovrà essere redatto un analogo piano dalla Provincia di Olbia-Tempio in cui ricade l opera Contenuti del Piano Il Piano è strutturato nelle seguenti parti: Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani: analisi dello stato attuale (Parte I), linee guida per la pianificazione provinciale (Parte II), aspetti demografici, territoriali e di produzione dei rifiuti (Parte III), Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-15

26 progettazione tecnico-economica dei servizi e degli impianti di gestione dei rifiuti urbani (Parte IV); Piano del Compostaggio (Parte V); Procedure per la localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti (Parte VI) Relazioni con il Progetto Analogamente a quanto esposto al Paragrafo 4.2 e in considerazione delle moderate quantità di rifiuti che saranno prodotti e delle modalità controllate di gestione e smaltimento non si prevedono elementi di contrasto tra l opera in progetto ed il Piano Provinciale dei Rifiuti. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-16

27 5 PIANIFICAZIONE ASSETTO IDROGEOLOGICO Con il Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, No. 152 recante "Norme in Materia Ambientale" la normativa nazionale sulla difesa del suolo ha subito molte variazioni a partire dalla soppressione delle Autorità di Bacino previste dalla Legge 183/89 e dalla istituzione dei Distretti Idrografici, ossia aree di terra e di mare costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere, che costituiranno le principali unità per la gestione dei bacini idrografici. Con l entrata in vigore del D.Lgs No. 274 del 24 Novembre 2006 sono state approvate le modifiche sull attuazione del Titolo II della Parte Terza del Decreto Legislativo 152/06 attinenti ai profili organizzativi. In particolare fino alla costituzione dei distretti idrografici, in via transitoria e fino all entrata in vigore di un futuro decreto correttivo che ridefinisca la disciplina di tutta la Parte Terza del D.Lgs 152/06, vengono mantenute in essere le preesistenti Autorità di Bacino fatti salvi gli atti da esse emanati. 5.1 PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) individua le aree a rischio per fenomeni di piena e di frana, secondo quanto previsto dalla Legge 267/98. Il PAI per il bacino idrografico unico della Sardegna è stato adottato in via definitiva con Delibera della Giunta Regionale No. 54/33 del 30 Dicembre 2004 e attraverso il Decreto Assessoriale No. 3 del 21 Febbraio 2005 di esecutività della succitata Delibera è stato pubblicato sul BURAS No. 8 del l 11 Marzo In seguito con Decreto del Presidente della Regione No. 67 del 10 Luglio 2006 (BURAS No. 25 del 29 Luglio 2006) è stato definitivamente approvato il PAI le cui Norme di Attuazione sono state oggetto di modifiche approvate con Decreto del Presidente della Regione No. 35 del 21 Marzo Contenuti del Piano Il Piano in esame è costituito dai seguenti documenti: Relazione Generale; Norme Tecniche di Attuazione; Cartografia delle Aree a Rischio e Pericolose. Tra le principali finalità il Piano in esame si prefigge di garantire nel territorio della Regione Sardegna adeguati livelli di sicurezza di fronte al verificarsi di eventi idrogeologici e tutelare quindi le attività umane, i beni economici ed il patrimonio ambientale e culturale esposti a potenziali danni. Il PAI si applica nel bacino idrografico unico regionale della Regione Sardegna, corrispondente all intero territorio regionale (comprese le isole minori) che, ai sensi della Deliberazione della Giunta regionale No. 45/57 del 30 Ottobre 1990, è suddiviso in sette sottobacini (già individuati nell ambito del Piano per il razionale utilizzo delle risorse idriche della Sardegna del 1987). Con riferimento alla Centrale il Sub-Bacino di appartenenza è quello del Liscia. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-17

28 5.1.2 Relazioni con il Progetto Nel presente paragrafo saranno considerate le interferenze tre le aree a Rischio Idraulico e a Perisicolosità Geomorfologica delimitate dal PAI. Si anticipa che il sito in esame risulta esterno a tali aree Aree a Rischio Idraulico In Figura C1_5.1a sono presentate per l area vasta all interno della quale sarà localizzata la Centrale le aree rischio di piena individuate dal PAI. Tali aree sono così classificate: Ri1: rischio moderato; Ri2: rischio medio; Ri3: rischio elevato; Ri4: rischio molto elevato. Secondo quanto riportato in figura le aree a rischio di piena sono localizzate ad una distanza maggiore di 1.5 km dalla Centrale. L area a rischio di piena più prossima (codice sito: B4TC029) dista circa 1.7 km in direzione Nord Ovest. Si evidenzia che la Centrale di Compressione, localizzata all interno del Sub-Bacino del Licia, non ricade in aree a rischio e pericolosità idraulica. Non si evidenziano pertanto elementi di contrasto con le indicazioni del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Aree a Rischio Geomorfologico In Figura C1_5.1b sono presentate per l area oggetto di studio, le aree a Pericolosità Geomorfologica individuate dal PAI. Tali aree sono così classificate: Hg1: rischio moderato; Hg2: rischio medio; Hg3: rischio elevato; Hg4: rischio molto elevato. Secondo quanto riportato in figura le aree a pericolosità di frana sono localizzate ad una distanza maggiore di 4 km dalla Centrale. L area più prossima dista circa 4.5 km in direzione Nord Ovest. L area a grado di pericolosità più elevato (Hg3) è localizzata a circa 5.2 km di distanza in direzione Sud-Est (codice sito B4FR020). Si evidenzia che la Centrale di Compressione, non ricade in aree a pericolosità e rischio geomorfologico. Non si evidenziano pertanto elementi di contrasto con le indicazioni del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-18

29 Si segnala inoltre che, l Art. 9 delle Norme di Attuazione del PAI inerente la Gestione delle Aree a Vincolo Idrogeologico, evidenza che l'organo competente della Regione Sardegna estende il vincolo idrogeologico di cui al Regio Decreto n. 3267/1923, ove non esistente, alle aree delimitate dal PAI come aree di pericolosità da frana. 5.2 VINCOLO IDROGEOLOGICO (REGIO DECRETO LEGGE NO DEL 30 DICEMBRE 1923) Ai sensi del R.D.L. No del 30 Dicembre 1923 sono sottoposti a vincolo idrogeologico i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme, possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. La Legge Regionale No. 7 del 22 Aprile 2002, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge Finanziaria 2002), nelle more del trasferimento agli enti locali delle funzioni attualmente esercitate dalle Camere di Commercio e concernenti le determinazioni sul vincolo idrogeologico di cui al Regio Decreto 30 Dicembre 1923, No. 3267, ha attribuito alla direzione generale del Corpo Forestale le funzioni di vigilanza ambientale nelle aree sottoposte a tale vincolo. Nelle zone soggette a vincolo lo svolgimento di interventi che comportino modificazione e/o trasformazione dell uso del suolo sono subordinati all ottenimento di un provvedimento autorizzativo da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale; tale provvedimento è atto a verificare esclusivamente la compatibilità tra l equilibrio idrogeologico del territorio e gli effetti conseguenti alla realizzazione dell intervento in progetto Relazioni con il Progetto Nella Figura C1_5.1b sono individuate le aree a vincolo idrogeologico definite ai sensi del R.D.L No per l area di interesse per il progetto. Si evidenzia che, come prescritto dall Art. 9 delle Norme di Attuazione del PAI, il vincolo idrogeologico è esteso anche alle aree delimitate come aree di pericolosità da frana (si veda Paragrafo ). Dall analisi della figura si evince che le aree a vincolo idrogeologico più prossime alla Centrale sono localizzate a una distanza superiore ai 4.5 km. L analisi della Figura evidenzia che la Centrale di Compressione non ricade in aree sottoposte a Vincolo Idrogeologico. Non si evidenziano pertanto elementi di contrasto con il RDL No. 3267/1923. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-19

30 6 PROTEZIONE DEL PAESAGGIO E AREE VINCOLATE In questo Paragrafo sono esaminati i principali aspetti istituzionali relativi alle aree naturali protette e ai beni culturali e ambientali, in particolare: sistema delle aree protette, come regolamentate dalla Legge 6 Dicembre 1991, No. 394 Legge Quadro sulle Aree Naturali Protette (Paragrafo 6.1); Rete Natura 2000, ai sensi di (Paragrafo 6.2): Direttiva Comunitaria 92/43/CEE del 21 Maggio 1992 (Direttiva Habitat ), recepita in Italia con Decreto del Presidente della Repubblica 8 Settembre 1997, No. 357, Regolamento Recante Attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla Conservazione degli Habitat Naturali e Seminaturali, nonché della Flora e della Fauna Selvatiche, Direttiva Comunitaria 79/409/CEE del 2 Aprile 1979 (Direttiva Uccelli ), concernente la conservazione degli uccelli selvatici, recepita in Italia con la Legge No. 157/1992; Important Bird Areas (IBA) (Paragrafo 6.3); aree vincolate ai sensi del Decreto Legislativo No. 42 del 22 Gennaio 2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi dell Articolo 10 della Legge 6 Luglio 2002, No. 137 e s.m.i. (Paragrafo 6.4); aree sottoposte a restrizioni di natura militare (Paragrafo 6.5). 6.1 SISTEMA DELLE AREE PROTETTE Classificazione delle Aree Naturali Protette La Legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l elenco ufficiale delle aree protette, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti dal Comitato Nazionale per le Aree Protette. Il sistema delle aree naturali protette è classificato come segue: Parchi Nazionali, costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future; Parchi Naturali Regionali e Interregionali, costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali; Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-20

31 Riserve Naturali, costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati; Zone Umide di Interesse Internazionale, costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar; Altre Aree Naturali Protette, aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti; Aree di Reperimento Terrestri e Marine indicate dalle Leggi 394/91 e 979/82, che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l istituzione di aree protette è considerata prioritaria. La superficie complessiva delle aree naturali protette della Sardegna è circa il 4% dell intero territorio regionale per un totale di circa 193,500 ha, di cui 98,755 ha a mare e 94,713 ha a terra Aree Naturali Protette presenti nell Area Vasta di Studio In Figura C1_6.1 è riportata la localizzazione delle aree naturali protette presenti nell area vasta di interesse per il progetto e individuate ai sensi della L. 394/91 ed istituite con apposito Decreto. In tale Figura sono inoltre riportate le zone individuate dalla Regione Sardegna, attraverso la Legge Regionale No. 31 del 7 Giugno 1989, Norme per L istituzione e la Gestione dei Parchi, delle Riserve e dei Monumenti Naturali, nonché delle Aree di Particolare Rilevanza Naturalistica ed Ambientale, come aree di pregio ambientale da destinare a parchi e riserve e monumenti naturali, le quali devono ancora essere istituite con apposito atto legislativo. Come mostrato dalla figura l area naturale più prossima al sito individuato per l ubicazione della Centrale di Compressione è l Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo, istituita con DM del 12 Dicembre 1997 (in seguito modificato con DM del 28 Novembre 2001) e localizzata a circa 10.5 km di distanza. Si evidenzia inoltre che le Isole Tavolara, Molara e Molarotto, le quali distano più di 15 km di distanza dalla Centrale di Compressione, sono state individuate dalla Regione come aree da destinare a Riserva Naturale (L.R. No. 31 del 7 Giugno 1989). Come evidenziato nel presente paragrafo la Centrale di Compressione non ricade all interno di alcuna area naturale protetta. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-21

32 6.2 RETE NATURA Normativa Comunitaria Nazionale La Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici (anche denominata Direttiva Uccelli ) ha designato le Zone di Protezione Speciale (ZPS), costituite da territori idonei per estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all allegato I della direttiva citata. Successivamente la Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (anche denominata Direttiva Habitat ) ha designato i siti di importanza comunitaria e le zone speciali di conservazione, con la seguente definizione: Sito di Importanza Comunitaria (SIC): un sito che, nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene, contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale di cui all allegato I o una specie di cui all allegato II della direttiva in uno stato di conservazione soddisfacente e che può inoltre contribuire in modo significativo alla coerenza della Rete Natura 2000 (si tratta della rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione istituita ai sensi dell art. 3 della direttiva), e/o che contribuisce in modo significativo al mantenimento della diversità biologica nella regione biogeografica o nelle regioni biogeografiche in questione. Per le specie animali che occupano ampi territori, i siti di importanza comunitaria corrispondono ai luoghi, all interno dell area di ripartizione naturale di tali specie, che presentano gli elementi fisici o biologici essenziali alla loro vita e riproduzione. Zona Speciale di Conservazione (ZSC): un sito di importanza comunitaria designato dagli Stati membri mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui il sito è designato. Gli ambiti territoriali designati come SIC, che al termine dell'iter istitutivo diverranno ZSC, e come ZPS costituiscono la Rete Ecologica Natura 2000, formata da ambiti territoriali in cui si trovano tipi di habitat e habitat di specie di interesse comunitario. I dispositivi normativi nazionali in materia sono in sintesi: DM 26 Marzo 2008 DM 26 Marzo 2008 DM 17 Ottobre 2007 DM 5 Luglio 2007 DM 5 Luglio 2007 DM 25 Marzo 2005 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS) Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), per la regione biogeografica mediterranea, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE (sostituisce l Allegato I al Decreto 25 Marzo 2005) Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-22

33 DM 25 Marzo 2005 Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Annullamento della Deliberazione 2 Dicembre 1996 delle Zone DM 25 Marzo 2005 di Protezione Speciale (ZPS) e delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) Elenco dei Proposti Siti di Importanza Comunitaria per la DM 25 Marzo 2005 regione biogeografia mediterranea ai sensi della Direttiva 92/43/CEE DM 25 Marzo 2004 Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Regolamento recante modifiche ed integrazioni al DPR 8 DPR 12 Marzo 2003, No. 120 Settembre 1997 No. 357, concernente attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche Integrazioni alla Legge 11 Febbraio 1992, No. 157, in materia di Legge 3 Ottobre 2002, No. 221 protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio, in attuazione dell'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE DM 3 Settembre 2002 Linee guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000 Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di DM 3 Aprile 2000 Protezione Speciali, individuati ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE Modificazioni degli allegati A e B del DPR 8 Settembre 1997, No. 357, in attuazione della Direttiva 97/62/CE del Consiglio, DM 20 Gennaio 1999 recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della Direttiva 92/43/CEE (Riporta gli elenchi di habitat e specie aggiornati dopo l'accesso nell'unione di alcuni nuovi Stati) Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE DPR 8 Settembre 1997, No. 357 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche Legge 11 Febbraio 1992, No. 157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio Normativa Regionale La Legge Regionale 29 Luglio 1998, No. 23 Norme per la Protezione della Fauna Selvatica e per l Esercizio della Caccia in Sardegna ha recepito ed attuato, a livello regionale, le Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE. In Sardegna sono stati inizialmente individuati 15 siti ZPS (pari a 51,206 ha) e 92 SIC (pari a 426,251 ha), per una superficie totale di 427,183 ha interessata dalla Rete Natura 2000, pari al 17.7% del territorio regionale. Si evidenzia che, con Deliberazione No. 9/17 del 7 Marzo 2007, la Regione Sardegna ha creato 22 nuove ZPS per un totale di oltre 230,000 ha e ha inoltre ampliato di circa 14,400 ettari la già esistente ZPS Isole del Nord-Est tra Capo Ceraso e Stagno San Teodoro Siti Natura 2000 presenti nell Area Vasta di Studio In Figura C1_6.2 è riportata la localizzazione dei siti della Rete Natura 2000 presenti nell area vasta di interesse. Dalla Figura si evince che il Sito della Rete Natura 2000 più prossimo alla Centrale risulta lo ZPS ITB Isole del Nord-Est tra Capo Ceraso e Stagno San Teodoro, localizzato a circa 6.7 km di distanza in direzione Est-Nord-Est. Come mostrato in Figura C1_6.2, il sito individuato per l ubicazione delle Centrale di Compressione non ricade all interno di alcun Sito Natura Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-23

34 Si evidenzia che al fine di valutare la significatività dell incidenza dell opera a progetto sulla ZPS sopra citata, è stato predisposto, in base a quanto prescritto dal DPR No. 120/03, il relativo Studio di Incidenza (Volume E Sezione E3 Studio di Incidenza, Regione Sardegna, Centrale di Compressione e Approdo di Olbia ), a cui si rimanda per maggiori dettagli. 6.3 IMPORTANT BIRD AREAS (IBA) Normativa di Riferimento Le Important Bird Areas (IBA) sono state individuate come aree prioritarie per la conservazione, definite sulla base di criteri ornitologici quantitativi, da parte di associazioni non governative appartenenti a Bird Life International. L inventario delle IBA di BirdLife International è stato riconosciuto dalla Corte di Giustizia Europea (sentenza C-3/96 del 19 Maggio 1998) come strumento scientifico di riferimento per l identificazione dei siti da tutelare come ZPS. In Italia il progetto è curato da LIPU (rappresentante italiano di BirdLife International): il primo inventario delle IBA (Aree Importanti per l Avifauna) è stato pubblicato nel 1989 ed è stato seguito nel 2000 da un secondo inventario più esteso. Una successiva collaborazione tra LIPU e Direzione per la Conservazione della Natura del Ministero Ambiente ha permesso la completa mappatura dei siti in scala 1:25,000, l'aggiornamento dei dati ornitologici ed il perfezionamento della coerenza dell'intera rete. Tale aggiornamento ha portato alla redazione nel 2003 della Relazione Tecnica Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA, (LIPU, 2003, sito web). Con il loro recepimento da parte delle Regioni, le aree IBA dovrebbero essere classificate come ZPS (Zone di Protezione Speciale) ai fini del completamento della Rete Natura Important Bird Areas presenti nell Area Vasta di Studio In Figura C1_6.2, sono riportate le IBA presenti nell area vasta di interesse; si evidenzia che la Centrale di Compressione è situata a circa 6.7 km di distanza dall IBA 174 Arcipelago di Tavolara, Capo Ceraso e Capo Figari, estesa in parte a terra ed in parte a mare. Tale IBA si sovrappone in parte con la ZPS Isole del Nord-Est tra Capo Ceraso e Stagno San Teodoro di cui al Paragrafo Come mostrato in Figura C1_6.2, il sito individuato per l ubicazione delle Centrale di Compressione non ricade all interno di alcuna IBA. 6.4 AREE VINCOLATE AI SENSI DEL D.LGS 42/04 E S.M.I. Il Decreto Legislativo No. 42 del 22 Gennaio 2004, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi dell Art. 10 della Legge 6 Luglio 2002, No. 137, come modificato dal D.Lgs No. 156 del 24 Marzo 2006 (per la parte concernente i beni culturali) e dal D.Lgs No. 157 del 24 Marzo 2006 (per quanto concerne il paesaggio), costituisce il codice unico dei beni culturali e del paesaggio e che recepisce la Convenzione Europea del Paesaggio e rappresenta il punto di confluenza delle principali leggi relative alla tutela del paesaggio, del patrimonio storico ed artistico (Legge 1 Giugno 1939, No. 1089, Legge 29 Giugno 1939, No. 1497, Legge 8 Agosto 1985, No. 431). Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-24

35 Le ultime modifiche al codice sono riportate nei seguenti atti normativi: D.Lgs No. 62/08, D.Lgs No. 63/08, Legge 2 Agosto 2008 No. 129 (di conversione del DL 97/2008); DL 30 Dicembre 2008 No. 207; DL 1 Luglio 2009 No. 78. Per quanto concerne il D.Lgs No. 62/08, che riguarda i beni culturali, esso prevede il coordinamento delle norme nazionali con le disposizioni comunitarie (UE) e gli accordi internazionali (come ad esempio la Convenzione UNESCO del 1970) per realizzare un più efficace controllo sulla circolazione delle cose di interesse storico, artistico e etnoantropologico appartenenti al patrimonio culturale, specificando che esse non sono riconducibili o assimilabili a merci. Il D.Lgs No. 63/08 introduce invece alcune novità sul paesaggio del quale viene anzitutto rivista la definizione: Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni (Art. 2., comma 1, D.Lgs 26 marzo 2008, No. 63). Gli ultimi tre atti normativi in termini temporanei intervengono sulle procedure in materia di autorizzazione paesaggistica modificando l Art. 159 del D.Lgs 42/04 e s.m.i. Regime transitorio in materia di autorizzazione paesaggistica Contenuti ed Obiettivi del D.Lgs 42/04 e s.m.i. Il Decreto Legislativo 42/04 disciplina le attività concernenti la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale ed in particolare fissa le regole per: Tutela, Fruizione e Valorizzazione dei Beni Culturali (Parte Seconda, Titoli I, II e III, Articoli da 10 a 130); Tutela e Valorizzazione dei beni paesaggistici (Parte Terza, Articoli da 131 a 159). Con riferimento ai beni paesaggistici ed ambientali, in base a quanto disposto dall Articolo 136 del D.Lgs 42/04 sono sottoposti a tutela (ex Legge 1497/39): le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica; le ville, i giardini e i parchi, non tutelati a norma delle disposizioni della Parte Seconda (beni culturali), che si distinguono per la loro non comune bellezza; i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale; le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. In virtù del loro interesse paesaggistico sono comunque sottoposti a tutela dall Articolo 142 del D.Lgs 42/04 (ex Legge 431/85): i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-25

36 i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; i fiumi, i torrenti ed i corsi d acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con Regio Decreto 11 Dicembre 1933, No. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; le montagne per la parte eccedente 1,600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1,200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; i ghiacciai e i circhi glaciali; i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento; le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; le zone umide incluse nell elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 Marzo 1976, No. 448; i vulcani; le zone di interesse archeologico. Secondo l Art. 143 del D.lgs 42/04, in base alle caratteristiche naturali e storiche ed in relazione al livello di rilevanza e integrità dei valori paesaggistici, i Piani Paesaggistici ripartiscono il territorio in ambiti omogenei, da quelli di elevato pregio paesaggistico fino a quelli significativamente compromessi o degradati. Il D.Lgs 42/04 (Art. 146) assicura la protezione dei beni ambientali vietando ai proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di distruggerli o introdurvi modificazioni che ne rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione. Gli stessi soggetti hanno l obbligo di sottoporre alla Regione o all'ente locale al quale la regione ha affidato la relativa competenza i progetti delle opere che intendano eseguire, corredati della documentazione prevista, al fine di ottenere la preventiva autorizzazione. A tale proposito si evidenzia che la Regione Sardegna ha approvato il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) con Deliberazione della Giunta Regionale No. 36/7 del 5 Settembre 2006 (si veda il Paragrafo 8.1). Il Piano individua i beni paesaggistici ed ambientali ai sensi dell Art. 143 e dell Art. 142 del D.Lgs 42/04, ed in particolare: ai sensi dell Art. 143 vengono perimetrati: fascia costiera, sistemi a baie e promontori, falesie e isole minori, campi dunari e sistemi di spiaggia, aree rocciose di cresta, aree a quota superiore ai 900 m s.l.m., zone umide, laghi naturali, invasi artificiali, Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-26

37 aree di notevole interesse faunistico, aree di notevole interesse botanico e fitogeografico, grotte e caverne, alberi monumentali, monumenti naturali istituiti LR 31/89, saline; ai sensi dell Art. 142 il PPR riporta inoltre: parchi e aree protette nazionali (Legge Quadro No. 394/91), boschi e foreste (Art. 2 comma 6 D.Lgs 227/01), vulcani Relazioni con il Progetto In Figura C1_6.3 si riporta, per l area di interesse, la perimetrazione di: area, riconosciuta come bellezza panoramica dal D.Lgs 42/04 Costa della Gallura di Olbia, tutelata ai sensi del DM 10 Gennaio 1968, che la sottopone a vincolo panoramico; fasce di tutela dei corpi idrici: 150 m per i corsi d acqua (ai sensi dell art. 142 comma 1 lettera c del D.Lgs 42/04 e s.m.i.), 300 m per i laghi (ai sensi dell art. 142 comma 1 lettera b del D.Lgs 42/p4 e s.m.i.); boschi e foreste (ai sensi dell art. 142 comma 1 lettera g del D.Lgs 42/p4 e s.m.i.). Secondo quanto riportato in C1_6.3 la Centrale di Compressione risulta: esterna all area tutelata come bellezza panoramica e alle aree perimetrate come boschi e foreste sottoposte a tutela; distante circa 70 m dalla fascia di tutela dell affluente di sinistra del Rio Nannuri. In Figura C1_9.1 è riportato lo stralcio relativo alla zona di interesse della Tavola dell Ambito Paesaggistico Costiero 18 Golfo di Olbia del PPR, sulla quale sono presenti: i beni paesaggistici ambientali ex. Art. 142 ed Art. 143 del D.Lgs 42/04 e s.m.i.; i beni paesaggistici di interesse storico-culturale ex. Art. 136, Art. 142 ed ex. Art. 143 del D.Lgs 42/04 e s.m.i.. Dall analisi della figura del PPR si rileva che la Centrale di Compressione non interessa: nessun altra area o elemento individuato dal PPR come bene paesaggistico ambientale (ex Art. 142 e 143 D.Lgs. 42/04); alcuna area o elemento individuato dal PPR tra i beni paesaggistici di interesse storicoculturale. Si anticipa che (si veda il Paragrafo 9.1) le Norme di Attuazione del PPR ammettono, nell area interessata dalla Centrale di Compressione, la realizzazione di interventi pubblici Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-27

38 del sistema delle infrastrutture (Art. 102) non altrimenti localizzabili, fra cui sono ad esempio comprese le centrali elettriche. Si segnala inoltre che, il vecchio Piano Urbanistico Comunale di Olbia (attualmente non vigente) perimetrava come Zone di Pregio Naturalistico, Geomorfologico e Paesaggistico soggette a Vincolo Archeologico alcune aree relative al Monte S Aspe, al monte su cui sorge il Castello Pedreso e al Monte Piscolvei localizzate a più di 900 m di distanza dal sito di Centrale (si veda quanto riportato al Paragrafo 9.3 e in Figura C1_9.2). Secondo quanto sopra riportato, la Centrale di Compressione risulta: esterna all area tutelata come bellezza panoramica Costa della Gallura di Olbia istituita con DM 10 Gennaio 1968; esterna alla fascia di tutela dell affluente di sinistra del Riu Nannuri) localizzata in direzione Sud a circa 70 m (ex Art. 142 del D.Lgs 42/04 e s.m.i.). Non sono interessati altre aree o elementi individuati dal PPR come beni paesaggistico ambientali (ex Art. 142 e 143 D.Lgs. 42/04), beni paesaggistici di interesse storico-culturale o bellezze panoramiche. 6.5 AREE SOTTOPOSTE A RESTRIZIONI DI NATURA MILITARE La normativa di riferimento a livello nazionale per le aree sottoposte a restrizioni di natura militare è costituita dalla Legge No. 898 del 24 Dicembre 1976 Nuova Regolamentazione delle Servitù Militari così come successivamente modificato dalla Legge No. 104 del 2 Maggio 1990 Modifiche ed Integrazioni alla Legge 24 Dicembre 1976, No. 898 concernente nuova Regolamentazione delle Servitù Militari Regolamentazione delle Servitù Militari La normativa di riferimento stabilisce che il diritto di proprietà, in vicinanza delle opere ed installazioni permanenti e semipermanenti di difesa, di segnalazione e riconoscimento costiero, delle basi navali, degli aeroporti, degli impianti ed installazioni radar e radio, degli stabilimenti nei quali sono fabbricati, manipolati o depositati materiali bellici o sostanze pericolose, dei campi di esperienze e dei poligoni di tiro, può essere soggetto a limitazioni (Art. 1). Tali limitazioni sono stabilite nella durata massima di cinque anni e revisionate con scadenza quinquennale in modo da accertare se le limitazioni siano ancora necessarie per le esigenze della difesa nazionale, e debbono essere imposte nella misura direttamente e strettamente necessaria per il tipo di opere o di installazioni di difesa. Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-28

39 In particolare le limitazioni possono consistere (Art. 2): nel divieto di: fare elevazioni di terra o di altro materiale; costruire condotte o canali sopraelevati; impiantare condotte o depositi di gas o liquidi infiammabili; scavare fossi o canali di profondità superiore a 50 cm.; aprire o esercitare cave di qualunque specie; installare macchinari o apparati elettrici e centri trasmittenti; fare le piantagioni e le operazioni campestri che saranno determinate con regolamento; nel divieto di: aprire strade; fabbricare muri o edifici; sopraelevare muri o edifici esistenti; adoperare nelle costruzioni alcuni materiali. La legge stabilisce inoltre (Art. 17) che deve essere richiesto il parere del Comandante Territoriale per tutte le nuove realizzazioni o varianti strutturali significative interessanti grandi comunicazioni stradali (strade statali e autostrade) e ferrovie nonché per tutti i lavori interessanti dighe di ritenuta, impianti minerari marittimi, idroelettrici, grandi stabilimenti industriali, centri termonucleari, impianti elettrici ad altissimo potenziale, grandi depositi di olii minerali, oleodotti, metanodotti, in qualsiasi parte del territorio nazionale le opere vengano compiute. Il parere deve essere espresso nel termine di novanta giorni. Qualora il Comandante Territoriale non si pronunci entro il predetto termine, la mancata pronuncia equivale all espressione del parere favorevole. Il nuovo sito individuato per la localizzazione della centrale interessa prevalentemente l area di Demanio Regionale che nel passato ospitava l ex aeroporto di Olbia (Aeroporto di Venafiorita). Il limite nord-orientale di quest area è occupato è occupato dall eliporto militare del 10 Nucleo Elicotteri dei Carabinieri. La Centrale rimane a circa 600 m da tale area militare Relazioni con il Progetto Il sito individuato per la realizzazione della Centrale di Compressione è localizzato prevalentemente in area demaniale regionale (ex Aeroporto di Venafiorita di Olbia). L area di Centrale non interessa aree militari ricadendo a circa 600 m dall area di pertinenza del 10 Nucleo Elicotteri dei Carabinieri. 6.6 PRESENZA DI VINCOLI AEROPORTUALI Come anticipato al Paragrafo precedente il sito individuato per la localizzazione della Centrale ricade prevalentemente in area demaniale regionale precedentemente occupata dall ex Aeroporto di Olbia (Aeroporto di Venafiorita). Il Piano di Fabbricazione di Olbia individua ancora tale area come Area Aeroportuale. Rispetto all attuale aeroporto di Olbia (Aeroporto Costa Smeralda) la Centrale dista circa 2.6 km in direzione Nord-Ovest. In vicinanza di aeroporti, la realizzazione di nuove opere o l adeguamento di quelle esistenti comporta la necessità di ottenimento dell autorizzazione a realizzare impianti o manufatti che possano costituire ostacolo e/o interferenze alla navigazione aerea. Il documento di riferimento è costituito dal Regolamento per la Costruzione e l Esercizio degli Aeroporti (21 Ottobre 2003, successivamente modificato con Emendamento No. 3 del 18 Maggio 2005) (ENAC, 2005). Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-29

40 Al fine di valutare l impatto di ogni ostacolo esistente o previsto all interno del sedime o nelle sue vicinanze, il Regolamento ENAC definisce particolari superfici di rispetto degli ostacoli, in relazione al tipo di pista ed all uso che se ne vuol fare. In particolare, il Regolamento ENAC definisce (si veda la figura seguente): superficie di salita al decollo (TOCS): piano inclinato con origine alla fine della pista o alla fine della clearway quando presente; superficie di avvicinamento: piano inclinato o da una combinazione di piani che termina 60 o 30 m (in funzione della tipologia di pista) prima della soglia di pista; superficie di transizione (TS): superficie che si sviluppa dal bordo laterale della strip e da parte del bordo laterale della superficie di avvicinamento, con pendenza verso l alto e verso l esterno, fino alla superficie interna orizzontale ; superficie orizzontale interna (IHS): superficie orizzontale collocata al di sopra di un aeroporto e delle sue aree limitrofe. Rappresenta il livello al di sopra del quale devono essere presi provvedimenti per limitare nuovi ostacoli, e rimuovere o segnalare quelli esistenti al fine di permettere operazioni di volo a vista in sicurezza nello spazio aereo in prossimità dell aeroporto; superficie conica (CS): superficie con origine sul limite periferico della IHS e con pendenza verso l alto e verso l esterno. Al pari della IHS rappresenta il livello al di sopra del quale devono essere presi provvedimenti per limitare nuovi ostacoli, e rimuovere o segnalare quelli esistenti al fine di permettere operazioni di volo a vista in sicurezza nello spazio aereo in prossimità dell aeroporto; Galsi S.p.A. - Milano Pag. C1-30

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