Meraviglie alla Pallavicina 8 dicembre: inaugurazione restauri

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1 SABATO 4 DICEMBRE 2010 ANNO 85 - N. 47 SETTIMANALE CATTOLICO CREMASCO D INFORMAZIONE FONDATO NEL 1926 UNA COPIA 1,00 ABBONAMENTO ANNUO 40 DIREZIONE: VIA GOLDANIGA 2/A CREMA POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB CREMONA GIORNALE LOCALE ROC Meraviglie alla Pallavicina 8 dicembre: inaugurazione restauri Zoom all interno Sabato 4 dicembre alle ore 17 Chiesa di Santa Chiara - Crema - MESSA DEL VESCOVO OSCAR PER TUTTI I MEDICI Tutti i medici sono caldamente invitati all appuntamento. La celebrazione si inserisce nel cammino di preparazione al Santo Natale. Presentazione del libro di don Agostino Cantoni Si invitano le scuole elementari di Crema e del Cremasco a portare i propri lavori (disegni e poesie) entro MARTEDÌ 7 DICEMBRE Comunità e Parola di Dio Il libro raccoglie le omelie di don Agostino Cantoni degli anni Novanta e Duemila. Strumento prezioso per crescere nella fede, per riaccendere la fede. Speciale Santa Lucia di sabato 11 dicembre Mercoledì 8 dicembre - ore 16,30 Chiesa di San Giacomo Maggiore in Crema nostro servizio a pag. 48 pagina 5 Pneumologia tutta nuova Già attiva al sesto piano dell Ospedale Maggiore pagina 7 Maggioranza nel ciclone A scatenarlo il sindaco, che già ci ripensa (?!?) Bisogno d Italia Prendete in mano, per favore, la moneta da un Euro e quella da due Euro. Osservate le immagini che vi trovate. Non sono ritratti di re o regine, come avviene in altri Paesi dell Unione Europea: sono il ritratto di Dante Alighieri (due Euro) e l uomo vitruviano di Leonardo (un Euro). Il primo è un poeta, colui che ha inventato la nostra lingua, quella di cui uno scrittore diceva: Lo spagnolo è la più bella lingua che gli uomini possano parlare, ma l italiano... è la lingua degli angeli. Il secondo è uno scienziato-artista espressione massima del Rinascimento, quello straordinario movimento artistico-culturale che è avvenuto solo in Italia ed è ancora oggi l immagine nel mondo del nostro Paese, per il quale tutti ci ammirano. E chi è il più grande santo in tutta la storia del Cristianesimo, quello più simile a Gesù, povero e umile? È san Francesco, il primo poeta italiano, colui che ha usato per primo ripetutamente il termine Italia, a quel tempo ancora poco corrente. Il poverello di Assisi e il Cantico delle Creature sono lo specchio di quell unico sentimento che ha sempre accomunato gli italiani a qualsiasi ceto sociale appartenessero e dovunque vivessero nella divisa Penisola: il sentimento religioso e cattolico. Ecco, lingua, cultura, cristianesimo: sono le tre parole che hanno fatto e fanno ancora oggi l identità dell Italia e degli italiani. Che hanno fatto il popolo italiano, ben prima della nazione italiana. Stiamo per celebrare il 150 anniversario dell Unità d Italia. In questi giorni, in un convegno del Progetto Culturale della Chiesa italiana, si parla di questo compleanno. E ci si chiede appunto: quando è nata l Italia? Chi è l Italia? È nata molto, molto prima del 1861, anno della conquistata Unità politica del Paese. È nata da quei nomi che abbiamo citato. Non è un invenzione risorgimentale (che è stato solo il positivo punto d arrivo politico di un lungo processo storico) ma è quella comunità di persone, quell unità di popolo cattolico che viveva già da un millennio. Nell anniversario della nascita della Nazione, ritroviamo dunque la nostra identità. C è bisogno d Italia nel mondo, è stato detto nel convegno. Giovanni Paolo II ha tracciato una teologia della nazione Italia e le ha affidato una grande missione in Europa e nel mondo. La cultura e la fede d Italia salveranno il mondo? È una sfida. A sostegno del progetto Il Carillon dell Unità d Italia Grande concerto bandistico Corpo Bandistico G. Verdi Ombriano Sabato 4 dicembre - ore 21 Chiesa di San Bernardino Auditorium B. Manenti - Crema A nuovo il santuario delle vocazioni Soddisfatto il Vescovo. Arrivano le Apostole del S. Cuore La nostra diocesi di Crema è ben fortunata, perché in ogni sua zona pastorale ospita un san- lavori di ristrutturazione del santuario per ridare adesione popolare, che ha suscitato in questi anni Così non ho esitato a proporre di dare inizio ai la fede in questi tempi difficili. Vorrei che questa tuario mariano: segno che la devozione a Maria è radicata ovunque e da generazioni. Quello della Pallavicina fu il primo santuario che visitai, nel giorno in cui fui condotto a Crema, appena nominato Vescovo, per prendere visione della diocesi. Volevo, certo, onorare il carissimo patriarca Marco, originario di Izano, che già da tempo mi aveva parlato del santuario della Pallavicina come del suo preferito. Ben presto, appena giunto come Vescovo in diocesi, mi resi conto che non solo il patriarca Marco, ma che tutto il popolo di Izano aveva nel cuore la Pallavicina, come luogo in cui ritrovarsi per affidare a Maria le ansie, le gioie, le angosce e le proprie speranze. Ho avuto modo, poi, di ascoltare, oltre a un canto, anche una preghiera alla Madonna della Pallavicina, che già i bambini della prima Comunione di Izano conoscono a memoria: una preghiera popolare, di quelle che si radicano nel cuore di tutti e che ritornano spontanee, anche da parte di chi avesse abbandonato tutto, in certi momenti della vita, quando cadono maschere e barriere! dignità a quel luogo santo, in cui i cuori si uniscono in fervida preghiera e a Maria si affidano le cose più care. Non molti mesi dopo il mio ingresso in diocesi, ho voluto che questo santuario fosse luogo di speciale preghiera per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, giacché la preghiera è il mezzo che Gesù ha comandato perché il Signore le possa concedere. Fu una scelta provvidenziale per assicurare che la preghiera per le vocazioni fosse considerata un appello comune e costante da parte di tutto il popolo di Dio. Si è sviluppato così un ininterrotto pellegrinaggio, che raccoglie, di mese in mese, il secondo sabato, alle 7.30 del mattino, un buon numero di fedeli, che con la recita del Rosario e la celebrazione dell Eucaristia chiedono al Signore, mediante l intercessione di Maria, per la nostra Chiesa, nuove e sante vocazioni. La conclusione dei lavori di ristrutturazione mi offre l opportunità di ricordare a tutti l impegno, la passione e la generosità di tutta la comunità di Izano (religiosa e civile), che ha saputo trovare ogni espediente pur di affrontare le spese, dando prova di che cosa può fare un popolo che ama profondamente un luogo santo e lo avverte come un baluardo del- tanti gesti di generosità, anche mediante proposte originali, possa essere di esempio anche ad altre comunità, che non possono sperare che gli aiuti provengano solamente dall esterno per l edificazione di opere di cui i loro figli godranno nei prossimi anni! Da ultimo, un particolare degno di interesse: alla Pallavicina accoglieremo nei prossimi giorni una nuova comunità religiosa femminile, le Apostole del Sacro Cuore, con sede nei restaurati edifici annessi alla chiesa. Svolgeranno una attività di accoglienza per i pellegrini, che potranno giungere a pregare, anche individualmente, in ogni ora del giorno, evitando di trovarsi soli in santuario, come spesso capitava, al di fuori dei momenti delle celebrazioni. Ora che il santuario della Pallavicina è restaurato, posso confidarvi un altro sogno? Quello di avere in diocesi, che ne è priva, un piccolo monastero di clausura, segno del primato di Dio nella vita della nostra Chiesa. Sarebbe una scelta di radicalità evangelica, un forte richiamo, di cui tutti abbiamo bisogno, per trovare la forza di amare, per trovare il coraggio di sperare! I miracoli sono ancora attuali: basta credere. C è già, da qualche parte in diocesi, qualche comunità per la quale un monastero di clausura potrebbe diventare una felice realtà. + vescovo Oscar

2 2 SABATO 4 DICEMBRE 2010

3 In primo piano SABATO 4 DICEMBRE La Cei: i cattolici soci fondatori cattolici sono soci fondatori del nostro Paese, e I l Unità d Italia che è un sentire comune circa le cose più importanti del vivere e del morire resta una conquista preziosa e un ancoraggio irrinunciabile. Sono questi i due binari principali attorno a cui si è articolato l intervento del card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, che ha aperto il 2 dicembre il X Forum del progetto culturale, in corso a Roma fino a oggi, sul tema: Nei 150 anni dell Unità d Italia. Tradizione e progetto. Cogliere il contributo cristiano rispetto al destino del nostro Paese ha ammonito il presidente della CEI richiede una lettura della storia scevra da pregiudizi e seriamente documentata, lontana da conformismi e da revisionismi. Unità come risorsa. Nel 1861, veniva generato un popolo, e soprattutto veniva dimostrato che lo Stato in sé ha bisogno di un popolo, ma il popolo non è tale in forza dello Stato, lo precede in quanto non è una somma di individui ma una comunità di persone, e una comunità vera e affidabile è sempre di ordine spirituale ed etica, ha un anima. Ed è questa la sua spina dorsale. Ma se l anima si corrompe, allora diventa fragile l unità del popolo, e lo Stato si indebolisce e si sfigura, ha denunciato Bagnasco, secondo il quale ciò accade quando si oscura la coscienza dei valori comuni, della propria identità culturale. Di qui la tesi centrale del presidente dei Vescovi italiani: Lo Stato non può creare questa unità che è pre-istituzionale e pre-politica, ma nello stesso tempo deve essere attento a preservarla e a non danneggiarla. Sarebbe miope e irresponsabile attentare a ciò che unisce in nome di qualsivoglia prospettiva. Fermento nella pasta. Quanto più l uomo si ripiega su se stesso, egocentrico o pauroso, tanto più il tessuto sociale si sfarina, e ognuno tende a estraniarsi dalla cosa pubblica, sente lo Stato lontano. Ma è anche vero ha puntualizzato il cardinale che quanto più lo Stato diventa autoreferenziale, chiuso nel palazzo, tanto più rischia di ritrovarsi vuoto e solo, estraneo al suo popolo. In questo scenario, la religione in genere, e in Italia le comunità cristiane in particolare, sono state e sono fermento nella pasta, accanto alla gente; sono prossimità di condivisione e di speranza evangelica, sorgente generatrice del senso ultimo della vita, memoria permanente di valori morali. Sono patrimonio che ispira un sentire comune diffuso che identifica senza escludere, che fa riconoscere, avvicina, sollecita il senso di cordiale appartenenza e di generosa partecipazione alla comunità ecclesiale, alla vita del borgo e del paese, delle città e delle regioni, dello Stato. Il vivere retto. Il card. Bagnasco ha tracciato una sorta di identikit della buona politica, rinnovando l auspicio che possa sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fatto importante e decisivo, che credono fermamente nella politica come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti. L autocoscienza di una società, che si esprime anche nei suoi ordinamenti giuridici e statuali ha spiegato il cardinale è conseguenza dell autocoscienza dell uomo, e senza la prospettiva di una vita oltre la morte, la vita politica tenderà a farsi semplicemente organizzazione delle cose materiali, equilibrio di interessi, freno di appetiti individuali o corporativi, amministrazione e burocrazia. La dignità della persona ha ribadito il presidente della CEI trova la sua incondizionatezza solo nella trascendenza, che fonda e garantisce il valore dell uomo e il suo agire morale, in quanto il rispetto e la promozione di questa dignità sono il nucleo del bene comune, scopo di ogni vero Stato. Di qui il primato del vivere retto, sia dei cittadini che dei loro rappresentanti. Anche il tema del federalismo, per la Chiesa, rientra nell impegno a favore dell unità nazionale. 150 UNITÀ D ITALIA A ROMA IL X FORUM DEL PROGETTO CULTURALE : LE RADICI, IL PRESENTE E IL FUTURO DELLA NAZIONE IL TERZO GIUBILEO LA MISSIONE E LA PROSPETTIVA STORICA è bisogno di parole condivise sull Italia, che non siano retoriche o autolesioniste. Lo ha detto Andrea C Riccardi, ordinario di storia contemporanea all Università Roma Tre. Il terzo giubileo dell Unità, dopo il 1911 e il 1961, ha esordito il relatore, è dominato dall incertezza del dire parole sull identità nazionale. Ci sono incertezze, spaesamenti, rivendicazioni, delusioni. I grandi temi dell unità non scaldano i cuori, se non quelli trattati dal revisionismo. Oggi, ha fatto notare lo storico, definirsi rispetto agli immigrati, ai vicini, alla capitale, non basta: occorre collocarsi non solo nella comunità delle nazioni, ma nel mondo globalizzato. Gli antagonismi con i vicini o con il centro offrono materia per i dibattiti quotidiani, ma non rispondono all esigenza di un ossatura della società per affrontare le temperie della globalizzazione. Dall altro lato, l appartenenza europea richiede la forma nazionale, mentre l Unione stenta già in un Europa di tanti o troppi Stati. Di qui la necessità di porsi il problema del progetto-paese : per Riccardi, c è bisogno, di fronte a gente spaesata, di fronte all educazione da dare ai giovani, di provare a chiedersi se quest Italia ha ancora una missione. Verso se stessa e i suoi cittadini. Verso la comunità internazionale o parte di essa. Identità e missione. A che serve l Italia e come vivere, non solo in Europa, ma tra i marosi della globalizzazione senza una forma-stato e senza una realtà-nazione. Queste, per Riccardi, le due domande da porsi. Non è la celebrazione dei 150 anni ha spiegato a imporre un ripensamento, bensì sono le grandi sfide di un mondo fattosi largo, l emergenza dei giganti asiatici che non può essere affrontata in ordine sparso, quelle di un panorama internazionale in cui gli Stati Uniti non sono più il padrino a cui affidare la propria tutela. Per Riccardi, c è un bisogno d Italia nel mondo, ma non basta: Ripensarsi nel mondo della globalizzazione, senza vincoli esterni come quelli della guerra fredda, con un Occidente in difficoltà, richiede uno sforzo di volontà culturale e politica, capace di utilizzare i materiali della tradizione e di coniugarli con i segni dei tempi per un progetto. L Italia, senza i vincoli della guerra fredda, lungo questi ultimi due decenni è l analisi dello storico si è sganciata dagli altri e introvertita nella spirale di una divisione profonda. Ma, al di là dell onnipresente primato dell economico, un respiro ideale, un realismo carico di speranza, un senso geopolitico altrettanto realista, un sano senso della tradizione, un aspirazione al futuro, possano contribuire a far crescere la politica. In un mondo con poche idee, le idee contano. Mancanza di visione. La permanenza della Chiesa nella storia nazionale, e nell ultimo secolo e mezzo è un aspetto decisivo della realtà del Paese, caratterizzante rispetto ad altri Paesi europei, nei momenti di crisi si è rivelata cruciale : la secolarizzazione l ha trasformata, ma non l ha ridotta a un pezzo del patrimonio museale italiano. Come affermava Giovanni Paolo II, l Italia è in profondità una nazione, al di là della configurazione politica, e tale nazione ha una missione in Europa : quella di difendere per tutta l Europa il patrimonio religioso e culturale innestato a Roma dagli apostoli Pietro e Paolo. Riccardi si è poi soffermato sull attualità di un altra affermazione di papa Wojtyla: Io credo che l uomo soffra soprattutto per mancanza di visione. Credo che l apofatismo, il silenzio, con cui viviamo questi 150 anni di Unità le parole di Riccardi sia rivelatore di una diffusa mancanza di visione del futuro che attanaglia la classe politica e la cultura. La visione non è solo l erudizione, ma la capacità di coniugare senso del passato e indicazione per il futuro. Sono convinto che, nel patrimonio storico e culturale del Cattolicesimo italiano, ci siano materiali per una visione del futuro. Sana laicità. Nessuno vuole fare dell Italia il regno della Chiesa, ha puntualizzato il relatore a proposito dei segnali di una ripresa di polarizzazione tra cattolici e laici, anche per la diversa visione sulle questioni antropologiche, così vitali : non si può neanche negare, tuttavia, che il Cristianesimo italiano rappresenti una risorsa ideale e reale per l Italia. Di qui la necessità di un ripensamento della laicità italiana come patrimonio comune, promuovendo quella sana laicità di cui parla Benedetto XVI. Al contrario, in Italia la rissosità quotidiana nasce da una politica senza visione e da un Paese che gira avvitato attorno a sé con un moto circolare, perché non sa dove andare. Ma le visioni sono impossibili in un Paese che ha consumato le sue culture politiche recenti, quelle storiche più remote. Solo un investimento di cultura può bonificare un parlare e un litigare senza substrato di significati. I NODI DI 150 ANNI DI VITA CULTURA E STORIA DEL PAESE n mio collega della Sapienza ha esor- Claudio Scarpati, docente emerito Udito di letteratura italiana all Università Cattolica di Milano inizia il suo corso di letteratura italiana chiedendo agli studenti di estrarre dalle tasche una moneta da un euro e una da due euro: noi non abbiamo sulle monete volti di regnanti o marianne o aquile imperiali, ma l uomo vitruviano di Leonardo e un ritratto di Dante. Un artista scienziato e un poeta. È un modo efficace per ricordare agli studenti che quando vogliamo identificare noi stessi dobbiamo ricorrere a una tradizione culturale, letteraria e artistica. Ruolo culturale in Europa e nel mondo. Il ruolo culturale dell Italia rinascimentale è comprovato secondo Scarpati non solo dagli insigni nomi dei suoi artisti e scrittori, ma dall autorevolezza delle sue università; senza dimenticare gli sviluppi artistico-culturali dei vari secoli. Nel Marzo 1821 del Manzoni i lettori vi trovarono dichiarata l autorizzazione biblica e religiosa del riscatto italiano: Dio è padre di tutte le genti e non ha mai concesso ad alcuno di raccogliere dove non ha seminato. Pensando all Italia del futuro Manzoni ha notato Scarpati la vedeva una d arme, di lingua, d altare / di memorie, di sangue e di cor. Nel tumulto migratorio di questi anni a noi è difficile pensare all Italia una di sangue. L Italia una di cor è invece, ancora, quella che desideriamo. Radici profonde. A partire dall inizio degli anni Novanta si è cominciato a discutere in Italia di che cosa può succedere se cessiamo di essere una nazione, prendendo coscienza che le nazioni non sono eterne e che gli Stati possono finire, provocando la disgregazione di ciò che a lungo è sem- brato insostituibile : è una delle questioni con le quali lo storico Agostino Giovagnoli, docente a l l U n ive r s i t à Cattolica di Milano, ha aperto la sua relazione. Si sono diffuse inquietudini in precedenza sconosciute ha proseguito c è chi ha cominciato a temere l eventualità che l Italia si disgregasse e chi, invece, ha iniziato a sperarlo; all interno di tale orizzonte si è sviluppato anche, in modo spesso confuso, il dibattito sul federalismo. Secondo il relatore era inevitabile cominciare a guardare con occhi diversi anche l unità italiana, scongelando un approccio storiografico a lungo pietrificato dalla retorica. In passato i nodi italiani sono stati affrontati prevalentemente in chiave politica, ma l unità italiana non è solo un fatto politico: essa si basa su radici più profonde e su elementi più decisivi. Alla guida del Paese. Secondo Giovagnoli, i cattolici e la stessa Chiesa hanno dato un contributo rilevante al progetto culturale del Risorgimento, ispirando un idea di nazione alternativa ai modelli su base etnica o naturalistica, economica o politica. Sempre dai cattolici è venuta per l Italia l ispirazione a un nuovo senso di convivenza civile e di presenza molecolare di tante forme di solidarietà anche socio-politiche. L UOMO NON INSEGUE PIÙ SEMPLICEMENTE LA MODA, MA CERCA UN SUO STILE PERSONALE Auguri di buon Natale ABBIGLIAMENTO MASCHILE FOR MEN S C E L T A D I S T I L E idee regalo... CREMA GALLERIA V. EMANUELE, 5 (PIAZZA ALDO MORO) CREMONA CREMA GLI SPECIALISTI DEL RIPOSO Le migliori marche, i migliori prezzi. CREMA (CR) - via del Macello, 28 - Tel CREMONA - p.zza Libertà, 34 - Tel

4 Dall Italia e dal mondo 4 SABATO 4 DICEMBRE 2010 Responsabilità, no a derive demagogiche Nella serata di martedì 30 novembre, l aula di Montecitorio ha approvato con 307 voti favorevoli e 252 contrari (7 gli astenuti) il disegno di legge di riforma dell università. Il provvedimento, intorno al quale è in corso da settimane un acceso dibattito, dovrà ora passare al Senato per l approvazione definitiva. Il SIR ha raccolto i pareri al riguardo di Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, e di Paola Ricci Sindoni, docente di filosofia all Università di Messina. Secondo Giuseppe Dalla Torre, le polemiche di questi giorni non rendono giustizia a ciò che è effettivamente l università italiana, dichiara. Tutti sanno che essa è affetta da diversi problemi, il primo dei quali è ovviamente quello di carattere economico-finanziario, però presenta anche molti elementi positivi. Il fatto che ci si lamenti per la fuga di cervelli dal nostro Paese significa che la nostra università questi cervelli li sa formare; il problema è piuttosto quello di riuscire a trattenerli, ma qui ci si scontra con la cronica mancanza di risorse. Anche la ricerca di base, quella che in genere non interessa al mondo imprenditoriale, sconta la mancanza di adeguati finanziamenti. Da anni, prosegue il rettore, si parla in modo negativo del sistema universitario italiano, ma il giudizio dovrebbe essere più equilibrato. Forse alcuni atenei ne hanno abusato, ma è innegabile che il sistema del tre più due abbia portato alla moltiplicazione dei corsi. UN GIUDIZIO NON NEGATIVO In quanto rettore afferma ancora Dalla Torre mi sento colpito dalle critiche che vengono mosse al sistema universitario nazionale senza tenere conto, ad esempio, dell enorme sforzo compiuto dall università che, pur con mezzi sempre più limitati, in vent anni si è trasformata da università d élite in università di massa. In tema di governance, prosegue Dalla Torre, forse il ddl ingessa un po gli organi di governo degli atenei; tuttavia occorre rendere questi organi meno impacciati dai legami con le loro basi elettive e collegarli maggiormente con il mondo imprenditoriale e la società civile. Per il resto, il vero, unico, grande problema, oggi difficilmente risolvibile, è quello dei finanziamenti. Il giudizio del rettore sul ddl non è nel suo complesso negativo. Il testo, rileva, potrebbe essere perfezionato, ma definisce finalmente una precisa configurazione anche temporale alle scadenze concorsuali, e questo è molto importante. Il blocco dei RIFORMA DELL UNIVERSITÀ concorsi degli anni scorsi ha effettivamente paralizzato non solo i passaggi da una fascia all altra, ma anche tutta una generazione di giovani ricercatori. NO A DERIVE DEMAGOGICHE Secondo Dalla Torre, rimettere in moto questo meccanismo è molto positivo. Mi sembra importante aggiunge anche il puntare maggiormente sul merito. Non c è dubbio che esistano zone d ombra costituite da chi, una volta conquistata la propria collocazione in università, non prosegue con adeguato impegno nella ricerca. Senza un sistema di incentivazioni o di sanzioni, come può essere quello del finanziamento alla ricerca, questo problema rischia di cronicizzarsi. Più in generale, osserva il rettore della Lumsa, oggi è urgente sottrarre il dibattito sulla riforma alle logiche di schieramento e proteggere l università dalle derive demagogiche. Occorre guardare ad essa pensandola anzitutto come sede di ricerca, produzione e trasmissione del sapere e della cultura; luogo decisivo di formazione ed educazione della persona. Il patrimonio delle conoscenze conclude deve radicarsi in un idea autentica di uomo e perseguire l obiettivo di costruire cittadini in grado di contribuire concretamente al progresso di tutta la comunità. UN TESTO MOLTO PROBLEMATICO Per dare agli atenei strumenti nuovi e idonei a realizzare la propria vocazione di ricerca e formazione e ad affrontare le profonde trasformazioni sociali e culturali in corso è necessaria una riforma del sistema universitario. Ne è convinta Paola Ricci Sindoni, docente di filosofia all Università di Messina, che tuttavia definisce molto problematico il testo del ddl, in particolare per l introduzione nel pubblico del privato, e auspica che non prevalga la legge dell economia. Cultura, ricerca e formazione spiega dovrebbero rispondere a logiche diverse rispetto a quelle del mercato. Lo Stato dovrebbe garantire all università risorse finanziarie in maniera unitaria, al Nord come al Centro come al Sud, senza cadere nella tentazione che sia il mercato a dettare le regole. Oggi, prosegue Ricci, con il ddl Gelmini e l inserimento dei privati nell università statale vi è il rischio che i poteri economici e finanziari possano in qualche modo pilotare i processi di formazione. NON PREVALGA LA LEGGE DELL ECONOMIA Entrando nei consigli d amministrazione degli atenei spiega Ricci la grande industria potrebbe favorire ad esempio alcuni, magari pochi, centri di eccellenza lasciando senza risorse le università più periferiche e costringendo gli studenti a spostarsi.. Per Ricci, è questa la vera minaccia di una riforma che non tenga conto che è compito dello Stato fornire alla società civile le potenzialità economiche, certo con modalità ben controllate e processi di gestione trasparenti, per mettersi al servizio dei cittadini. Ricci si dice favorevole a regole più trasparenti e a criteri di meritocrazia; valenze che vanno assolutamente rafforzate. Nell attuale università, secondo Ricci, manca una consapevolezza unitaria riguardante tutto il popolo accademico: studenti, docenti, amministrativi, rettori. L università è una struttura che andrebbe vista nel suo complesso mentre a volte spinte corporativistiche creano fronti di separazione tra questi corpi che dovrebbero invece potenziarsi a vicenda. Premiare gli atenei virtuosi può essere una pratica sana, a patto che nella valutazione non prevalga la legge dell economia. Giovanna Pasqualin Traversa Proteste degli studenti contro la legge Gelmini Un Nobel per la Teologia LA FONDAZIONE VATICANA JOSEPH RATZINGER - BENEDETTO XVI Una Fondazione vaticana per promuovere la teologia e la spiritualità di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, organizzare convegni di alto valore scientifico e uno speciale Premio Ratzinger per gli studiosi di Sacra Scrittura, Patristica e Teologia Fondamentale. L iniziativa è stata presentata il 26 novembre in sala stampa vaticana. La Fondazione vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, istituita formalmente il 1 marzo 2010, ha un capitale iniziale di 2 milioni e di euro derivante dal 50% dei diritti d autore dei libri di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI (l altro 50% è destinato alle opere di carità del Papa), ma si attendono altri aiuti economici e donazioni. Presidente del Comitato scientifico è il cardinale Camillo Ruini. Il Comitato è composto, inoltre, dai cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Amato, da mons. Jean-Louis Bruguès e mons. Luis Francisco Ladaria. La Fondazione intende operare con la già esistente sorella tedesca, la Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI - Stiftung. Entro il 2011, ha auspicato il card. Ruini, vorremmo assegnare i primi tre Premi Ratzinger, che speriamo possano essere considerati, con il passar del tempo, qualcosa di analogo a un Premio Nobel per la Teologia. La sede sarà in via della Conciliazione, 5, vicino al Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. Il card. Ruini, che si è detto un fruitore della teologia di Joseph Ratzinger dal 1969, l ha descritta come una teologia che si muove in avanti, guarda al presente e al futuro, a partire da una straordinaria conoscenza delle origini e della storia delle fede cristiana. La capacità, e vorrei dire il gusto, di tenere insieme questi due aspetti, facendo scaturire l innovazione all interno della fedeltà, accomuna Joseph Ratzinger ai grandi maestri delle diverse epoche cristiane. Secondo il card. Ruini un altra caratteristica dell opera del Papa è quella della comprensibilità : La sua teologia non è scritta in ecclesialese, e nemmeno in teologhese, e perciò viene compresa e gustata anche da chi non è teologo. Una comprensibilità, ha aggiunto, che viene anche dalla sua concretezza, dal suo senso della storia e delle realtà del nostro tempo. Il processo di ri-evangelizzazione dell Europa ha precisato il card. Ruini non può che essere favorito dalle attività di questa Fondazione. Mons. Giuseppe Scotti, presidente della Fondazione, ha precisato che lo scopo della Fondazione è di affrontare insieme la scommessa d aiutare l umanità a vivere, ecco perché il nostro tempo ha bisogno di pensatori e studiosi capaci di porre Dio al cuore della riflessione. Tra il numero ristretto di promotori della Fondazione figura anche la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici).

5 SABATO 4 DICEMBRE 2010 In primo piano 5 Ospedale Maggiore di Crema L UNITÀ OPERATIVA È TORNATA AL SESTO PIANO, TOTALMENTE RINNOVATA: 26 I POSTI LETTO, SALE DEDICATE E AMBULATORI. IL 18 DICEMBRE L INAUGURAZIONE UFFICIALE LA PNEUMOLOGIA TUTTA NUOVA: TRA TECNOLOGIA E UMANITÀ In alto a sinistra: uno scorcio del reparto rinnovato. Qui sopra, il dottor Stefano Aiolfi, direttore dell Unità operativa di Pneumologia, con la dottoressa Frida Fagandini, direttore sanitario dell Azienda Ospedaliera. A fianco, una camera con la possibile divisione per la privacy. Sotto, l ampia guardiola e la palestra (Fotoservizio Marinoni) di GIAMBA LONGARI Domenica scorsa, con il trasferimento dei pazienti dalla sede provvisoria (operazione delicata, ma che grazie all impegno di tutto il personale è avvenuta senza intoppi), l Unità operativa di Pneumologia è ritornata al sesto piano dell Ospedale Maggiore, in un ambiente totalmente rinnovato e riqualificato. I lavori, iniziati lo scorso febbraio, sono stati ultimati: mancano alcuni dettagli, ma il reparto è già pienamente attivo ed efficiente. L inaugurazione ufficiale è prevista per sabato 18 dicembre, alla presenza delle autorità locali e dei vertici aziendali e regionali. La nuova Pneumologia è un piccolo gioiello: è dotata delle più moderne tecnologie e, aspetto fondamentale, con tutte le carte in regola per rispondere concretamente al concetto di umanizzazione delle cure. Il direttore, dottor Stefano Aiolfi, non nasconde la soddisfazione: oggi il top del settore è qui e ciò significa lavorare nelle condizioni più appropriate, offrendo il meglio alla persona malata che sempre Aiolfi lo rileva spesso rimane al centro delle attenzioni. È così oggi, sarà così in futuro indipendentemente dalle decisioni che la Regione prenderà tra qualche giorno circa il futuro della direzione generale. Colori vivaci la chiamano cromoterapia vivacizzano la struttura, offrendo un accoglienza meno lugubre rispetto ad altre zone dell ospedale. La rinnovata Pneumologia dispone di 21 posti letto per la degenza ordinaria e di 5 per la terapia subintensiva respiratoria: questo risponde alla nuova organizzazione regionale nel campo dell intensità di cure. Le camere sono a uno o due letti, con un massimo di quattro: sono tutte dotate di servizi igienici (tranne una, ma è vicina al bagno in corridoio) e dispongono di apposite tende divisorie e isolanti, così da tutelare la privacy del malato sia durante le visite, sia al momento delle prestazioni per l igiene. Le due stanze dei pazienti in isolamento, costantemente monitorate, sono dotate di una zona filtro per l ingresso dei parenti. Oltre allo studio del primario, in reparto ci sono uno studio per i medici, una sala per i colloqui e un altra per le medicazioni. Spaziosa e moderna è la guardiola (questa è veramente una bella conquista per il personale), funzionale la cucina e ampio il magazzino. I servizi igienici, ovviamente anche per i visitatori e i portatori di handicap, sono numerosi. Attrezzata al meglio è la palestra di fisiokinesiterapia, così come i tre ambulatori di fisiopatologia dove si studia la funzione del polmone. L Unità operativa vanta inoltre gli ambulatori per l endoscopia toracica che sono ubicati al secondo piano del monoblocco, mentre i poliambulatori esterni ospitano tutta la parte ambulatoriale, anche l UOMAR per le malattie infettive (ad esempio la TBC), oltre ai servizi finalizzati all inquadramento diagnostico e ai successivi controlli. Fondamentale rimane poi la stretta sinergia con l Unità operativa di Riabilitazione respiratoria, che si trova all ospedale Santa Marta di Rivolta d Adda: una simbiosi alimentata da comprovate professionalità, poste a servizio delle persone. La Pneumologia cremasca, già inserita in un circuito di contatti a livello nazionale, fa parte pure della Rete Lombarda: il futuro è rappresentato dalla telemedicina, per il controllo dei pazienti a domicilio. Si sta già lavorando e presto il progetto sarà realtà. Nel nuovo reparto, avveniristico e funzionale, accanto alle strutture e alle tecnologie spiccano l umanità e la scrupolosità di quanti vi lavorano con passione: insieme al direttore dottor Stefano Aiolfi ci sono i medici Gabriele Patrini, Loredana Ghio, Fabrizio Mauri, Simona Scorsetti, Gianfranco Beghi, Tommaso D Elia, Emanuele Rana e Roberto Murgia. Basilare, al fianco dell équipe medica, l opera del gruppo infermieristico composto da trentadue persone; come altrettanto decisivo è l apporto delle quattro fisioterapiste. Ennesimo frutto delle ristrutturazioni avviate dall Azienda Ospedaliera di Crema, la Pneumologia, in attesa del battesimo ufficiale, è una gran bella realtà.

6 Opinioni e commenti 6 SABATO 4 DICEMBRE 2010 Giornata disabili La Giornata Internazionale delle Persone Disabili è stata istituita dall ONU nel 1992 ed è stata recepita dall Unione Europea l anno successivo. Da allora il 3 dicembre è divenuto un appuntamento di grande rilevanza sociale che si rivolge a un pubblico ampio e variegato: non solo ai disabili, ma anche alle loro famiglie, agli operatori, ai professionisti che operano nel sociale e alla gente comune. La Giornata rappresenta un occasione importantissima di riflessione e di approfondimento, un momento per coordinare le azioni politiche e sociali. La Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite, istituisce il 3 dicembre, quale Giornata Europea delle Persone Disabili, nel luglio del Tra i tanti fronti da presidiare nella tutela delle persone con disabilità uno riguarda il diritto ad avere progetti individuali. A tale proposito ANF- FAS Nazionale ha avviato un importante iniziativa (sottoscritta anche da Anffas Crema) che prevede l accompagnamento delle famiglie alla presentazione di richieste di progetti individuali ai sensi della legge 328/00 in tutti i comuni. È una iniziativa che vuole affermare quanto possa essere determinante per una vera inclusione sociale il progetto individuale per ogni singola persona con disabilità fisica, psichica e/o sensoriale, stabilizzata o progressiva (art. 3 L.104/92), attraverso i quali poter creare percorsi personalizzati per ciascuno in cui i vari interventi siano coordinati in maniera mirata. Nello specifico, secondo la legge 328/00, il Comune deve predisporre, d intesa con ASL, un progetto individuale, indicando i vari interventi socio-assistenziali socio-sanitari e sanitari di cui possa aver bisogno la persona con disabilità in raccordo con la volontà della persona beneficiaria, e della sua famiglia. Anffas onlus Crema attraverso lo sportello SAI (Servizio Accoglienza Informazione) è a disposizione per fornire ulteriori chiarimenti (martedì e giovedì dalle ore 10 alle 12 tel ) in merito a questa iniziativa e tutto ciò che riguarda i diritti delle persone disabili. Tribunale di Crema Gentilissimo Direttore, mi è stato chiesto da più parti di esprimere pubblicamente il mio parere sulla proposta di accorpamento del Tribunale di Crema al Tribunale di Cremona, oggetto di un convegno che si è tenuto lo scorso sabato nel palazzo di giustizia di Cremona, convegno cui non è stato invitato alcun magistrato o avvocato di Crema. Come ho già avuto modo di rappresentare in altra sede, l idea di risolvere le gravi carenze di magistrati e organico che affliggono la procura e il tribunale di Cremona accorpando allo stesso il personale di Crema, con una semplice somma algebrica delle risorse, non produrrebbe risultati di efficienza, specie se frutto di un iniziativa isolata e priva di adeguata preparazione. È chiaro che la riconfigurazione di ambito territoriale dei Tribunali italiani è necessaria, rappresenta un problema nazionale, e va gestita nella sua naturale dimensione: una La stampa nazionale ha nei giorni scorsi riportato la notizia del tragico evento avvenuto sulla linea ferroviaria Milano-Venezia. Tragico perché ha perso la vita un essere umano, ancor più tragico perché quell uomo ha voluto togliersi la vita. Il nefasto evento, accaduto a pochi chilometri da noi, è di dominio pubblico e pone due interrogativi: il diritto all informazione, oggi chiamato scoop, e la tutela della dignità umana. Alla base della vicenda, l avrete inteso, abbiamo un molestato e un molestatore, un attore e la televisione. L attore, istruito alla bisogna, ha indotto il molestatore a ripetere il suo (insano) comportamento. Il media di turno, anziché portare la vicenda all attenzione degli organi di polizia, ha confezionato un servizio ad hoc dandolo in pasto all opinione pubblica rinunciando a un efficace alterazione delle immagini. Poi, a delitto consumato, ha sostenuto che la storia andava raccontata!!! Sostiene inoltre d aver suggerito al molestatore di farsi aiutare : l ipocrisia e l ambiguità. Qui entrano in scena i colleghi del sacerdote-molestatore, i suoi superiori. Forse al sacerdote lombardo è mancato proprio l aiuto di chi gli stava vicino, di chi avrebbe dovuto stargli vicino? Passio Saturnini Egregio lettore, no, non è stato abbandonato dai suoi superiori don Sergio. Nessuno s è lavato le mani, anzi gli sono stati vicini. Comunque, profondamente addolorato e scosso anch io da quanto è successo, Le pubblico quanto scritto dal direttore di Vita Cattolica di Cremona don Vincenzo Rini. I giornali hanno dato ampio risalto alla tragica morte di don Sergio Recanati, avvenuta domenica scorsa per suicidio. Don Sergio si è tolto la vita nella campagna lombarda, non lontano dal suo paese di origine, Masano, gettandosi sotto un treno. Aveva già tentato di morire. Nell aprile scorso, con un inganno telematico, era stato filmato e accusato in televisione come corruttore di minorenni, capace anche di abusare del sacramento della confessione. Non c erano denunce, oltre a questa mediatica. Erano state Le iene di Italia 1 a tendergli il tranello e a mettere in piazza con ferocia una sua fragilità. Un tentativo ormai noto e La penna ai lettori Ipocrisia e ambiguità? riforma complessiva del sistema adeguatamente finanziata, con regole di transizione accuratamente studiate e uguali per tutti, secondo una attendibile progettazione statistica e organizzativa degli accorpamenti. Iniziative estemporanee, al contrario, aggraverebbero la situazione, specie in un contesto come quello cremasco. In estrema sintesi. Con il personale qui in servizio (che, per quanto riguarda la Procura, è inferiore all organico e alle necessità, ma è attualmente motivato ed efficiente), verrebbe trascinato a Cremona tutto il carico di lavoro del Tribunale e della Procura di Crema, con un effetto compensativo nettamente sfavorevole agli Uffici del capoluogo. Il territorio cremasco, per caratteristiche demografiche e qualità del tessuto produttivo, presenta estrema complessità. Ne deriva un flusso di notizie di reato non comparabile, in proporzione, per numero e per qualità, al carico di lavoro penale riferibile al territorio cremonese. La dispersione territoriale del presidio rappresentato dal Tribunale locale comporterebbe un grave pregiudizio dell efficienza della giustizia in rapporto allo specifico frequente di usare fatti singoli per infangare tutta una categoria, in specie quella dei preti. Nonostante però che il volto del sacerdote fosse stato oscurato nella trasmissione televisiva, la sua persona era stata subito riconosciuta. E la Chiesa cremonese, tramite il suo Vescovo era prontamente intervenuta (non due mesi dopo, come hanno scritto i giornali) per affrontare il problema con decisione e, allo stesso tempo, con misericordia. Sapendo cosa questa che gli autori del servizio tv avevano dimenticato che anche l errante è persona che conserva sempre i suoi diritti personali, umani e civili, aveva provveduto ad allontanarlo dal suo servizio pastorale, facendosi allo stesso tempo carico della cura della sua persona e della sua vita. Per questo da alcuni mesi don Sergio viveva in un centro di accoglienza, seguito da uno psicologo e mai trascurato o dimenticato dai suoi superiori, dai familiari, dai confratelli e dagli amici. Ma la tristezza per questa vicenda lo ha oppresso in tutti questi mesi. E così non ha retto alla violenza dei fatti. E la sua vita si è drammaticamente spezzata domenica scorsa. Le esequie di don Sergio si sono svolte nel Santuario di Caravaggio, nel quale aveva vissuto gran parte del ministero sacerdotale, la mattina di mercoledì 1 dicembre, presiedute dal vescovo Dante Lafranconi, il quale, nella sua omelia, ha voluto sottolineare il dovere di accostarci a questo triste fatto con rimpianto e con sofferenza, ma anche con la certezza della misericordia di Dio. Invitando i fedeli stessi alla misericordia che deve essere concessa anche ai preti. La comunità dei discepoli di Gesù ha imparato da lui, venuto per salvare tutti, che la misericordia vale più dei sacrifici. Per questo ha invitato a pregare per don Sergio. A margine di questa vicenda, ad ogni modo, è necessario riflettere e domandarci fino a che punto gli strumenti di comunicazione sociale possono spingersi nell entrare nella vita delle persone, nel fare loro violenza. Fino a che punto gente che si considera professionista della comunicazione può permettersi di ingannare le persone, andando oltretutto contro le regole della professione giornalistica... I casi sono frequenti; pensiamo ad esempio a chi va in confessionale fingendo di confessarsi, con il registratore acceso, per creare scoop, violando quello che per i cristiani è un sacramento, cosa santa e dono di Dio. Forse anche per operatori televisivi e giornalisti occorrono nuove regole, con più chiare sanzioni. E anch essi hanno bisogno di misericordia. bacino di utenza. Non si dovrebbe dunque discutere di fenomeni tanto seri e complessi, qual è (o dovrebbe essere) una modifica del rapporto tra utenza e articolazione territoriale del servizio giustizia, senza alcuna considerazione per il tessuto sociale, imprenditoriale e professionale coinvolto. Un accorpamento senza rete porterebbe (per quel che appartiene alla mia competenza e alle mie specifiche cognizioni) alla distruzione di un Ufficio Giudiziario in pieno sviluppo qualitativo e quantitativo del servizio offerto alla cittadinanza. La Procura di Crema, con lo stesso organico delle Procure di analoghe dimensioni e quasi il triplo delle notizie di reato da gestire, attraverso un attenta valorizzazione delle risorse, l organizzazione, l impegno e il sacrificio personale di molti, ha da poco affrontato l ispezione ordinaria. E l ha superata si consenta di dirlo con orgoglio senza rilievi, nonostante i dissesti constatati in epoca non troppo remota, e la carenza di risorse che pure si deve lamentare. Sono in corso di realizzazione, tra l altro, importanti progetti con gli avvocati e le strutture operanti sul territorio. Progetti che certo non COSÌ NON VA COSÌ NON VA COSÌ NON VA COSÌ NON VA Da diversi giorni questo cartello giace in un fosso nel quartiere di Santa Maria della Croce. Siamo nei pressi della basilica e il cartello dovrebbe segnalare l attraversamento pedonale che porta in via Carmelitani- Caterina degli Uberti. Un incidente, probabilmente, l ha catapultato nella roggia di viale Santa Maria (lato sinistro verso la città). La segnalazione, di un residente, ha proprio lo scopo di far ripristinare la situazione, trattandosi di un incrocio pericoloso e molto utilizzato dai residenti e dagli avventori del ristorante posto nel piazzale del santuario. Invitiamo i lettori a inviarci foto e brevi didascalie per evidenziare disagi o disservizi in città e nei paesi, non per spirito polemico, ma come servizio utile a migliorare l ambiente in cui viviamo. traggono giovamento da proposte superficiali e prive di concrete prospettive di realizzazione nel breve periodo. Non sono certo contraria a serie discussioni, anche a livello locale, sulle indispensabili riforme della macchina giudiziaria, ma non vorrei che nel frattempo si allentasse l impegno per una migliore gestione e valorizzazione delle pur scarse risorse. IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA dott. Daniela Borgonovo No ai soldi sul clima Caro direttore, la Lega Nord ha votato contro la relazione del Parlamento europeo per la Conferenza sul clima di Cancun in quanto si chiede ai Paesi europei di elargire a favore dei Paesi in via di sviluppo 30 miliardi di euro l anno fino al 2020, e successivamente di istituire un fondo di 100 miliardi di dollari l anno. L imposizione peggiore è che si prevede di finanziare il tutto imponendo nuove tasse finalizzate a favorire i Paesi terzi, nostri concorrenti. Chiedere in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo alla nostra gente e alle nostre imprese tali sacrifici é l ennesima eurofollia. Per noi l UE potrà prendere in considerazione un secondo periodo d impegno ai sensi del Protocollo di Kyoto, solo se ciò avverrà in un quadro complessivo, globale e giuridicamente vincolante. on. Oreste Rossi 40 anni di divorzio Quarant anni fa veniva approvata la legge che introduceva nel nostro Paese la separazione legale e il divorzio. Da allora abbiamo assistito ad un lento e progressivo diffondersi di separazioni e divorzi (nel 1995 erano, rispettivamente, 52mila e 27mila mentre nel 2009 sono diventati e oltre ), speculare a una progressiva riduzione dei matrimoni passati da 400mila nel 1995 a 270mila. La stabilità e la tenuta della famiglia e della coppia appaiono ormai faticose conquiste per pochi e risulta sempre più normale la rottura delle promesse di matrimonio. Tre questioni però meritano di essere ricordate: rimangono maggioranza le coppie che, tra le alterne vicende della vita, riescono a durare nel tempo; la nostra società ha costruito una ideologia della separazione leggera, negando le sofferenze che separarsi implica per i figli e per le coppie; fiumi di inchiostro, progetti di legge, percorsi formativi, energie e soldi sono stati investiti nel giusto accompagnamento alla separazione, ma quasi niente è stato fatto per sostenere le coppie durante i momenti di difficoltà per aiutarle a non separarsi. Oggi, dopo quarant anni di esperienza, è giunto il momento di riconoscere che la stabilità della coppia nel matrimonio è una risorsa insostituibile di coesione sociale e di sostegno per i minori e che sostenere le coppie prima di separarsi è una priorità assoluta, su cui tutti i servizi socio-sanitari e, in primis, i consultori, dovrebbero ri-orientare le proprie attività. Francesco Belletti pres. Forum Ass. familiari LA CONGREGA DELLA SPONGARDA presenta l ANTICO DOLCE DELLA CITTÀ DI CREMA dal 1755 prodotto tipico regionale Saremo presenti ai Mercatini di Natale del 5 e 19 dicembre in piazza Duomo a Crema Auguriamo Buone Feste LE PASTICCERIE DELLA CONGREGA: Pasticceria Denti Via XX Settembre 37 Tel Pasticceria Dossena Via Mazzini, 56 Tel Pasticceria Maiandi Via IV Novembre, 15 Tel Pasticceria Nando Via IV Novembre, 52 Tel Pasticceria Radaelli Via Matteotti, 9 Tel Pasticceria Samanni Via Indipendenza, 53 Tel

7 sabato 4 dicembre AMMINISTRAZIONE La maggioranza di nuovo nel ciclone IL SINDACO CHIEDE A SIMONE BERETTA LE DIMISSIONI DA ASSESSORE A MEZZO STAMPA, MA GIÀ CI RIPENSA?!? di ANGELO MARAZZI La maggioranza al governo della città di nuovo nell occhio del ciclone. A innescare la tempesta, stavolta, è stato lo stesso sindaco, che s è lasciato andare a dichiarazioni incontrollate con cui, dopo aver chiesto al proprio assessore Simone Beretta la disponibilità a dimettersi per altro riconoscendogli contestualmente d aver profuso impegno e generosità, ma di aver mostrato scarsa capacità al confronto ha reso immediatamente pubbliche le sue considerazioni. Mettendo di fatto il PdL il partito di maggioranza relativa della coalizione di fronte al fatto compiuto e a una modalità inusuale, d affrontare le questioni politico-amministrative in sedi quanto meno improprie. E il partito ha fatto subito quadrato, ritenendo inaccettabile che venga sfiduciato, senza adeguate ragioni stante che lo stesso sindaco l ha definito il più rappresentativo uno dei propri esponenti in Giunta, che è fra l altro anche responsabile provinciale per il PdL degli enti locali, oltre che nel Cda di Scrp. A prescindere dalle difficoltà di rapporto divenute vere e proprie spaccature, come risaputo con diversi consiglieri della stessa maggioranza. Alcuni dei quali hanno immediatamente espresso approvazione e sostegno al sindaco per la drastica iniziativa intrapresa. E d altro canto il PdL ha diffuso ieri una nota piuttosto inequivocabile. Prendendo atto delle valutazioni politico-amministrative rilasciate dal sindaco alla stampa, il coordinamento cittadino del PdL puntualizza esplicito che le esternazioni di Bruttomesso non sono condivisibili e che il metodo adottato per sostenerle è stato inadeguato. E pur confermando insieme all impegno a risolvere i problemi sollevati la volontà a cercare una soluzione in modo che questa maggioranza di centrodestra giunga alla scadenza di mandato del 2012, ribadisce altrettanto fermamente che non si può immaginare che delegittimando un assessore senza validi motivi e attraverso un quotidiano, magicamente il giorno dopo si trovi soluzione a tutti quei problemi che hanno reso complessa e dialettica l azione amministrativa. Che senso ha mettere in discussione solo qualche componente di una Giunta che si è sempre espressa in maniera collegiale e in pieno accordo col sindaco?, obietta rivendicando poi meriti per obiettivi conseguiti in questi tre anni nonostante vincoli di legge, la difficile situazione economica e l indebitamento ereditato e altri che a breve potrebbero essere portati a termine. Se alcuni consiglieri o forze politiche che fanno parte di questa maggioranza non concordano con tale valutazione viene osservato è giusto e lecito che si esprimano, ma a questo punto dichiarino esplicitamente le loro mire: non possono pensare di scaricare responsabilità su un singolo, né tanto meno su una forza politica come il PdL che è sempre stata leale verso il sindaco, anche quando il sentiero risultava irto di ostacoli. E in effetti pare alquanto illusorio che per dare una sferzata alla Giunta, come indicato dal sindaco e come sostengono necessario alcuni consiglieri di maggioranza, sia sufficiente rimuovere un uomo, per quanto forte e solo al comando possa essere. Il problema sembra piuttosto all interno del gruppo consiliare, che sulle questioni amministrative nodali Pgt, area nordest, Ersaf, caserme in via Colombo, scuole... ha posizioni discordanti, che sarebbe ingiustificabile convergano solo se cambia chi dell esecutivo presenta la proposta. Difficile del resto definire la presa di posizione del sindaco un atto di coraggio. Per essere tale, infatti, avrebbe comportato il ritiro delle deleghe, che è nelle sue piene facoltà. E dunque in città anche tra le forze politiche all opposizione non sono in pochi che ritengono si sia alla solita indecorosa sceneggiata. Con il sindaco che accetta d essere rivestito della pelle di leone, senza averne il ruggito, per quanto si possa sforzare. E com era d altro canto prevedibile, voci dell ultim ora danno in circolazione una nota di Bruttomesso che ancora una volta divenuto se stesso fa retromarcia, chiedendo alle segreterie dei partiti e ai capigruppo di maggioranza una possibile ricucitura. A questo probabilmente lavoreranno stamattina, nella sede del partito in piazza Marconi, i cinque assessori PdL e, successivamente, il gruppo consiliare, che già eran stati convocati per definire possibili soluzioni a quest ennesima bagarre. L assessore Simone Beretta con il sindaco Bruttomesso durante la presentazione di un opera pubblica PIANO DI ZONA CREMASCO: LAVORI IN CORSO!?! Per un confronto sull attuazione e condividere le linee 2011 Amministratori locali e rappresentanti delle variegate realtà del territorio impegnate nel socio-assistenziale hanno partecipato con interesse e attenzione all incontro organizzato martedì mattina dall Ufficio di Piano nel salone del Centro diocesano San Luigi. Due le finalità dell appuntamento: confrontarsi sullo stato di attuazione del Piano di Zona a chiusura del suo secondo anno di attività; condividere le priorità e le linee di lavoro del A coordinare gli interventi il dottor Davide Iacchetti, mentre la relazione di base su Politiche sociali: una sfida nella crisi è stata proposta dall assessore della città capofila dell ambito distrettuale Luciano Capetti. Il quale richiamati i diversi momenti di confronto e condivisione delle scelte Assemblea dei sindaci, Comitato ristretto e Cda di Comunità Sociale Cremasca, diversi sub ambiti ha sottolineato come si sia ora di fronte a nuovi elementi che certamente potranno condizionare le nostre linee di lavoro per il 2011 e per gli anni futuri. Capetti ha quindi ricordato come il Piano operativo 2010, sia stato mirato a finalizzare i diversi canali di finanziamento in modo coerente con le priorità e con gli scopi che avevamo condiviso. Tutelando oltre a servizi e prestazioni consolidate delle risorse per promuovere nuove progettualità, per finanziare interventi che potessero andare al di là delle dimensioni dell emergenza e dell erogazione pura di presìdi e di contributi. E in questa prospettiva si colloca anche l integrazione del Fondo di Solidarietà Distrettuale decisa nell Assemblea dei Sindaci, che ha alzato la quota procapite da circa 3 euro a 4, per poi arrivare a 5 euro nel Operazione, ha tenuto a evidenziare Capetti, che ha permesso di mantenere in essere, almeno per il 2010, l attuale assetto dei servizi e di confermare la capacità di risposta ai bisogni, nonostante in grave ridimensionamento del Fondo nazionale Politiche Sociali che già quest anno abbiamo dovuto subire. In ordine poi al Regolamento distrettuale per i servizi a supporto della domiciliarità, la bozza condivisa dopo diversi incontri, va ora sottoposta al confronto con le organizzazioni sindacali e le associazioni che rappresentano l utenza, oltre che all Assemblea dei Sindaci. L idea di fondo del Regolamento ha fatto osservare è di garantire i medesimi livelli di opportunità di servizio, i medesimi standard qualitativi e le medesime condizioni di accesso e di compartecipazione. Analogo il lavoro per la costruzione di un modello di accesso e di compartecipazione in relazione alla rete dei servizi diurni per disabili. Discorso tutto ancora aperto, invece, sullo sforzo di adeguamento della spesa sociale procapite distrettuale su un livello medio condiviso. Così come al tavolo RSA partirà a breve una nuova sperimentazione per la gestione degli accessi ; ma soprattutto resta da risolvere il forte divario di possibilità e di numero di posti tra il Cremasco e il resto del territorio provinciale. Proiettando lo sguardo alle prospettive, i dati relativi ai Fondi statali di carattere sociale sono in drastica riduzione. E anche il nuovo Piano socio sanitario regionale è orientato a uno svuotamento di significato dei distretti e dei Piani di Zona. Nella crisi le sfide sono ancora più impegnative. Io credo che le problematiche sociali ha sostenuto con forza Capetti rimangano tali e rilevanti, nonostante il fatto che i finanziamenti spariscano o malgrado il sistema muti i propri assetti e vengano meno i riconoscimenti. Noi Comuni, piccoli o grandi, abbiamo sviluppato un nuovo modello di approccio ai problemi: abbiamo iniziato a lavorare insieme, a condividere le situazioni più gravi con spirito solidaristico e posto le basi per un lavoro sociale distrettuale. Ribadendo come solo in questa dimensione si possa programmare, sostenere un modello gestionale e dare un segnale chiaro ai cittadini. Specie a fronte delle ancor più limitate risorse aggiuntive derivanti dal Fondo nazionale o dal Fondo per le non autosufficienze, diventa fondamentale poter continuare a lavorare insieme, con le risorse sociali dei Comuni che restano oltre 10 milioni. A.M. Le Grazie P R O J E C T L U X U R Y H O U S E all interno del negozio degustazione Thè verde del Fujan con il patrocinio di. si ringraziano. Comune di Crema Mercoledi 8 Dicembre - ore via delle Grazie con la partecipazione degli allievi Civ. Ist. Mus. Folcioni Le Grazie: Via Crispi, 5/e Crema (CR) - tel

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