RIVISTA BANCARIA ISTITUTO DI CULTURA BANCARIA «FRANCESCO PARRILLO»

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1 RIVISTA BANCARIA MINERVA BANCARIA ISTITUTO DI CULTURA BANCARIA «FRANCESCO PARRILLO» Maggio-Agosto 2015 Tariffa Regime Libero:-Poste Italiane S.p.a.-Spedizione in abbonamento Postale-70%-DCB Roma3-4

2 RIVISTA BANCARIA MINERVA BANCARIA COMITATO SCIENTIFICO (Editorial board) PRESIDENTE (Editor): GIORGIO DI GIORGIO, Università LUISS Guido Carli, Roma MEMBRI DEL COMITATO (Associate Editors): PIETRO ALESSANDRINI, Università Politecnica delle Marche PAOLO ANGELINI. Banca d Italia PIERFRANCESCO ASSO, Università degli Studi di Palermo EMILIA BONACCORSI DI PATTI, Banca d Italia CONCETTA BRESCIA MORRA, Università degli Studi del Sannio FRANCESCO CANNATA, Banca d Italia ALESSANDRO CARRETTA, Università degli Studi di Roma Tor Vergata ENRICO MARIA CERVELLATI, Università di Bologna NICOLA CETORELLI, New York Federal Reserve Bank N.K. CHIDAMBARAN, Fordham University MARIO COMANA, LUISS Guido Carli GIANNI DE NICOLÒ, International Monetary Fund RITA D ECCLESIA, Università degli Studi di Roma La Sapienza GIOVANNI DELL ARICCIA, International Monetary Fund STEFANO DELL ATTI, Università degli Studi di Foggia GIORGIO DI GIORGIO, LUISS Guido Carli CARMINE DI NOIA, ASSONIME LUCA ENRIQUES, University of Oxford GIOVANNI FERRI, Università LUMSA FRANCO FIORDELISI, Università degli Studi Roma Tre LUCA FIORITO, Università degli Studi di Palermo FABIO FORTUNA, Università Niccolò Cusano EUGENIO GAIOTTI, Banca d Italia GUR HUBERMAN, Columbia University AMIN N. KHALAF, Ernst & Young RAFFAELE LENER, Università degli Studi di Roma Tor Vergata NADIA LINCIANO, CONSOB PINA MURÉ, Università degli Studi di Roma La Sapienza FABIO PANETTA, Banca d Italia ALBERTO FRANCO POZZOLO, Università degli Studi del Molise ZENO ROTONDI, Unicredit Group ANDREA SIRONI, Università Bocconi MARIO STELLA RICHTER, Università degli Studi di Roma Tor Vergata MARTI SUBRAHMANYAM, New York University ALBERTO ZAZZARO, Università Politecnica delle Marche Comitato Accettazione Saggi e Contributi: GIORGIO DI GIORGIO (editor in chief) - Alberto Pozzolo (co-editor) Mario Stella Richter (co-editor) - Domenico Curcio (assistant editor) ISTITUTO DI CULTURA BANCARIA «FRANCESCO PARRILLO» PRESIDENTE CLAUDIO CHIACCHIERINI VICE PRESIDENTI MARIO CATALDO - GIOVANNI PARRILLO CONSIGLIO TANCREDI BIANCHI, GIAN GIACOMO FAVERIO, ANTONIO FAZIO, GIUSEPPE GUARINO, PAOLA LEONE, ANTONIO MARZANO, FRANCESCO MINOTTI, PINA MURÈ, FULVIO MILANO, ERCOLE P. PELLICANO, CARLO SALVATORI, MARIO SARCINELLI, FRANCO VARETTO In copertina: Un banchiere e sua moglie (1514) di Quentin Metsys (Lovanio, Anversa, 1530), Museo del Louvre - Parigi.

3 RIVISTA BANCARIA MINERVA BANCARIA ANNO LXXI (NUOVA SERIE) MAGGIO-AGOSTO 2015 N. 3-4 SOMMARIO Editoriale G. DI GIORGIO L assicurazione dei depositi e il completamento dell Unione Bancaria... 3 Saggi F. BALDI, Il finanziamento del capitale circolante delle piccole G. MURANO e medie imprese mediante emissione di cambiali finanziarie: opportunità o vincolo?... 7 G. FERRI, Il ruolo delle garanzie creditizie in Italia: P. MURRO, l evidenza proveniente dall indagine sui Confidi Z. ROTONDI UniCredit-CASMEF LUISS Guido Carli G. CHESINI, Le reti di imprese e il loro finanziamento E. GIARETTA Rubriche Il Rating Confidi in Unicredit (E. Giovannini) Il ruolo delle garanzie Confidi. Tendenze in atto tra crisi e segnali di ripartenza. (R. Remondi) Garanzie: mutualità e innovazione al centro dell Agenda (A. Carpinella) La valutazione del merito creditizio 2.0: innovare per competere (C. Chiacchierini, A. Fischetti, V. Perrone) The Case for Considering Senior, Secured Floating-Rate Bank Loans (Franklin Floating Rate Debt Group) Le nuove prospettive di investimento per le compagnie assicurative. L erogazione del credito. (Intervista ad Andrea Battista - A.D. Eurovita Assicurazioni) Credito alle famiglie: nel 2014 cala ancora l importo medio erogato ma il 2015 si apre con segnali di ripresa (D. Battistelli, G. Costantino) Bankpedia: Microcredito (D. D Angelo) Recensioni L. Becchetti - G. Florio, Dio e Mammona. Dialogo tra un economista e un biblista su economia, etica e mercato (L. Paliotta) Presidente del Comitato Scientifico: Giorgio Di Giorgio Direttore Responsabile: Giovanni Parrillo Comitato di Redazione: Eloisa Campioni, Mario Cataldo, Giovanni Nicola De Vito, Vincenzo Formisano, Stefano Marzioni, Biancamaria Raganelli, Giovanni Scanagatta, Giuseppe Zito e.mail: redazione@rivistabancaria.it - amministrazione@rivistabancaria.it Amministrazione: presso P&B Gestioni Srl, Viale di Villa Massimo, Roma - tel fax Spedizione in abbonamento postale - Pubblicazione bimestrale - 70% - Roma ISSN: La Rivista è accreditata AIDEA e SIE Econ.Lit

4 RECENSIONI L. BECCHETTI - G. FLORIO, Dio e Mammona. Dialogo tra un economista e un biblista su economia, etica e mercato, Roma, Ecra srl, 2015, pp. 144, 14 euro. E un libro-dialogo, intriso di economia e teologia, che si legge tutto d un fiato anche perché i temi discussi sono legati al profondo cambiamento sociale intervenuto negli ultimi anni e su come ad esso ognuno di noi possa reagire mettendo in atto comportamenti in grado di ridare centralità alla persona umana. Le voci sono quelle dell economista romano Leonardo Becchetti e del biblista Giuseppe Florio. Il primo è ordinario a Tor Vergata, presidente del comitato di Banca Etica, editorialista, blogger ed autore, tra i più recenti, di C era una volta la crisi e di Il mercato siamo noi. Il secondo, dottore in teologia biblica presso la Gregoriana di Roma, da 25 anni ha avviato un associazione (Progetto Continuità) che realizza interventi a favore delle popolazioni più povere del mondo. Il dialogo parte dal monito di Gesù Non potete servire Dio e Mammona (dall aramaico mamon, ricchezza) e da altri analoghi passi evangelici per analizzare l uso del denaro e come sia possibile farne uno strumento per operare il bene comune. Gli autori dibattono del drammatico scollamento tra economia ed etica, delle più urgenti questioni sociali (povertà, lavoro, finanza e distribuzione della ricchezza), del rispetto dei valori umani così come di quello per l ambiente, della responsabilità sociale dell impresa, della sostenibilità e delle visioni economiche alternative (come la cooperazione). Nel saggio introduttivo Umanizzare il mercato mons. Toso parte da un idea del filosofo Rosenzweig (un testo è un rogo che arde sui ceppi del vissuto) per riaffermare come le parole e la vita di Gesù abbiano innescato il più grande incendio della storia. Il dialogo che si innesta su queste parole costituisce il lato più coinvolgente del volume perché mette quasi in sinossi il tempo delle origini del cristianesimo e la realtà di oggi. Nel secondo saggio introduttivo Insieme per tornare a crescere, Loretta Napoleoni interpreta laicamente la frase o si serve Dio o il denaro come esortazione a dedicarsi al bene della collettività piuttosto che all accumulazione del denaro. In effetti, la vera ricchezza scaturisce dal benessere di molti in quanto una classe media benestante contribuisce maggiormente al gettito fiscale di una sempre più povera. Una verità che si sta toccando con mano dopo lo scoppio della bolla dei mutui sub-prime americani: la contrazione delle entrate fiscali peggiora il rapporto debito/reddito pubblico e costringe lo stato ad aumentare la tassazione finendo nella fattispecie del cane che si morde la coda. Secondo la Napoleoni, eravamo più ricchi negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso quando esisteva lo stato sociale. La sua progressiva abolizione ha contribuito nei momenti di crisi all inevitabile scomparsa della classe media e quindi RIVISTA BANCARIA - MINERVA BANCARIA N. 3-4 /

5 RECENSIONI non ha impedito all individuo di scivolare nella povertà. La Napoleoni è colpita dal ruolo rivoluzionario svolto da Gesù in una società profondamente iniqua dove una microscopica minoranza della popolazione godeva di tutta la ricchezza. Ma anche nel nostro presente c è una crescente sperequazione imputabile ancora una volta al cattivo funzionamento della società. In Galilea ai tempi di Gesù bastava un cattivo raccolto per perdere terra, casa e lavoro, oggi l aumento dei suicidi tra i piccoli imprenditori testimonia la medesima fragilità sociale. Siccome è il mercato, non la società, a decidere chi vince e chi perde, vuol dire che il mantra liberista è ormai entrato a far parte del nostro Dna e celebriamo i ricchi come i predestinati di un dio che assomiglia tanto a mamon. Non ci accorgiamo, afferma la Napoleoni, che si tratta di un idolo, di un feticcio. L economia dei Vangeli è un economia collettiva che ruota intorno al concetto di bene comune. La maggior parte della popolazione del mondo vive ancora in condizioni di povertà. Oggi come 2000 anni fa la società è fragile perché tra i due padroni predilige il denaro. Bisogna ritrovare lo spirito societario per ricominciare a crescere non da soli ma tutti insieme. Florio mette in evidenza come in una società come quella ebraica nessuno diceva che il povero è prediletto da Dio e invece Gesù dimostra che dietro la povertà non c è una maledizione divina ma l ingiustizia. Inoltre, con l allegoria del cammello e della cruna dell ago egli è molto duro con i ricchi, ma non dice che un ricco è tale perché ruba. Eppure l unico benestante che si converte è Zaccheo che si è arricchito rubacchiando ma che promette di restituire più di quello che ha rubato. Il ladroncello si converte ma il 180 ricco no e se ne va via rattristato. La ricchezza biasimata è dunque quella che si prefigge solo l accumulazione. Si dice che la crisi odierna sarebbe da addebitare ad un incontrollata proliferazione della finanza a discapito dell economia reale. Si dice anche che l economia di un paese non può fare a meno di basarsi sul mercato. Ed allora Florio si domanda: chi guida il cieco al quale ci affidiamo noi tutti? Se è vero che il 40% dei profitti negli Usa nel veniva da pure speculazioni finanziarie questa è ricchezza che non esiste ma che conta e viene conteggiata da qualche parte. Si dice anche che l Europa non può più permettersi lo stato sociale perché costa troppo. Ma perché l Italia, si domanda Florio, dovrebbe spendere miliardi di euro per comprare aerei militari? A chi dobbiamo fare la guerra? Se i mercati sono ciechi e gli accordi militari sono intoccabili, allora l etica è solo per le anime buone. A leggere i dati Istat e dell Ocse appare evidente come la crisi odierna riproponga con drammaticità la questione della povertà. L opzione preferenziale per i poveri di cui parla la Chiesa si confronta sempre più con la ferrea logica di mercato e con la mancanza di un progetto politico. Le cooperative sono nate perché la gente riuscisse a vivere dignitosamente. Chi ha promosso l economia sociale lo ha fatto perché voleva andare oltre l economia del solo profitto. Il ricco epulone dovrà chiedersi, prima o poi, perché Lazzaro non può fare altro che aspettare alla sua porta per riavere le briciole del suo benessere. Pasolini distingueva tra progresso e sviluppo dando al primo l accezione positiva che negava al secondo perché alla base dello sviluppo c era un impulso al consumismo pilotato dal capita-

6 le. Oggi anche Bauman, parafrasando Cartesio, dice consumo dunque sono. Quindi l uomo prende coscienza di se stesso non più attraverso il pensiero ma mediante il possesso dei beni materiali, spesso superflui. Nel contesto della crisi che viviamo, l avversario da combattere è, per Florio, il neo-liberismo, che si fonda esclusivamente sul denaro, sulla sfrenata competizione tra gli esseri umani e sulla sacralità della proprietà privata. La tragedia di Lampedusa sta a dimostrare che ai poveri non è sufficiente dare un pesce ma si deve insegnare a pescare. In alcune situazioni è bene anche dare i pesci ma è sommo bene insegnare a pescare. La funzione della banca moderna è nata su iniziativa di un francescano, padre Barnaba Manassei che nel 1462 fondò a Perugia il primo Monte di Pietà. Le banche di credito cooperativo e le Casse rurali sono un esempio di impegno fortemente ispirato dalla cristianità. Anche il sistema di microcredito si ispira a valori forti come l onestà, la rettitudine e lo spirito di condivisione. Sono banche che lavorano sul territorio e quindi devono conoscerlo sempre meglio per aiutare le persone della comunità. Se si vuole parlare di nuovo umanesimo, si dovrebbe riconsiderare lo stato come res pubblica cui far ricorso per affermare il bene comune. La radice intima della nostra crisi attuale non risiede, secondo Florio, principalmente nell economia o nella finanza selvaggia. Siamo invece di fronte ad una pesante crisi antropologica. L ideologia dominante ha provocato un devastante individualismo etico che è stato adottato dagli Stati e dai poteri forti dell economia e della finanza. Per umanizzare questo capitalismo disponiamo di valori che sono presenti in RIVISTA BANCARIA - MINERVA BANCARIA N. 3-4 / 2015 RECENSIONI tutte le culture. Emblematico è un proverbio dei Tuareg che dice: Fai come la palma, le tiri sassi e cadono datteri. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è per Becchetti il più significativo brano di economia del Vangelo. L idea fondamentale è che le risorse che abbiamo in dotazione non bastano ma se ci mettiamo insieme accade una sorta di miracolo: si realizza il principio della superadditività per il quale il risultato complessivo è superiore alla somma dei singoli contributi. Questo concetto in economia è stato descritto dalla teoria dei giochi. In effetti, la realtà economica è fatta di asimmetrie informative. Solo se scatta la condivisione è possibile ottenere risultati di superadditività. La stessa creazione delle società per azioni e di quelle cooperative parte dalla condivisione delle risorse. Per la logica cristiana la ricchezza è la persona per cui i legami e la prossimità della relazione vengono prima delle regole. In fondo, la crisi finanziaria mondiale è stata originata anche da una perdita della prossimità. Il modello bancario originate-to-hold (origina e trattieni) è fondato sulla prossimità e sulla responsabilità del creditore nei confronti del debitore. Nel momento in cui si è pensato di passare ad un modello originate-to-distribute (origina e distribuisci), nel quale la banca si libera del credito cedendolo a terzi assicuratori, si è fatto un errore: il sistema è andato fuori controllo perché la banca ha perso l interesse a prestare a clienti solvibili. Il principio della centralità della persona afferma che produttività e capacità di competere sui mercati sono il vincolo non il fine dell azione economica. Nel Vangelo non c è solo il concetto della distribuzione del valore, ma anche quello della sua creazione come si evince dal brano dei pani e dei pesci. Il 181

7 RECENSIONI 182 valore economico non può essere soltanto distribuito, va anche creato perché contribuisce a sopperire ai bisogni di tutti. Un caso emblematico di massima fertilità sociale dei talenti economici è l esperienza del microcredito, in particolare la ricapitalizzazione della Agro Microfinance fallita dopo lo tsunami nell oceano indiano del Un altro esempio di attivazione di circolo virtuoso è il c.d. voto col portafoglio o consumo e azionariato critico. Oggi la sfida della dottrina sociale della Chiesa è superare ossimori (come fanno la finanza etica, il commercio equo, la banca etica, la banca solidale) e trasformarli in realtà. Da qui l idea di dare vita, con l associazione Next-nuova economia per tutti, al c.d. cash mob etico. Quanto dire che una folla di persone va davanti ad un supermercato per dire Noi compriamo questo prodotto perché realizzato nel rispetto delle regole e dell ambiente. E un modo di fare politica, di realizzare la democrazia economica. Fare confluire centinaia di persone davanti a un negozio per votare col portafoglio e dichiarare i motivi dei loro acquisti (spesa responsabile) ha un effetto molto più dirompente sul sistema economico che portare migliaia di persone in piazza il 1 maggio ad ascoltare musica. Sul tema del rapporto tra crisi economica e crisi etica, si ricorda che l economista e storico Giuseppe Toniolo scrisse che l economia si è vedovata dall etica. Al riguardo Becchetti distingue tra pensiero capitalista tolemaico e quello copernicano. Nel primo schema ci sono tre mani invisibili che riconciliano gli egoismi individuali con il bene della collettività: il mercato, le istituzioni benevolenti e perfettamente informate e i meccanismi di reputazione che inducono i produttori a non danneggiare i clienti. E non c è bisogno di etica perché essa è condensata nel funzionamento delle istituzioni. Ma il paradosso di questo modello è che non riconosce il fatto che il vero collante del sistema economico è il capitale sociale. La fiducia si dà e si riceve, senza questa e i meccanismi di reciprocità nulla può funzionare. La crisi finanziaria mondiale è un tipico caso di scuola in cui abbiamo assistito alle conseguenze del deterioramento del capitale sociale. L autointeresse delle grandi banche d affari e del mondo della finanza, favorite dalle istituzioni, che hanno progressivamente allentato i controlli, ha prodotto effetti devastanti per l economia mondiale. La risposta dell economia c.d. copernicana è agli antipodi dell approccio tolemaico perché essa riconosce che l etica è il fattore fondamentale che fa funzionare l economia. Gli economisti hanno potuto verificare che l etica conta e si occupano sempre più di morale pubblica, di lotta alla corruzione, di correttezza fiscale. La produzione di questi valori e di capitale sociale si può alimentare solo se cittadini e imprese fanno un salto di qualità. L economia tolemaica si basa su una tipologia di persona che è una vera e propria caricatura: il c.d. homo oeconomicus. L insieme degli studi sui dictator game (giochi che simulano comportamenti economici) ci dicono che solo il 30% delle persone si comporta esattamente come si comporterebbe un homo oeconomicus. Ciò non vuol dire negare che l autointeresse non sia fondamentale. Per Giuseppe Toniolo la forza di gravità della persona è il self-interest, ma guai a ridurre a questo la sua ricchezza. Anche Amartya Sen è d accordo e sostiene che l uomo non è solo self-interested. Egli definisce l homo oeconomicus un folle razionale. Per Friederich von Hayek l homo oeco-

8 RIVISTA BANCARIA - MINERVA BANCARIA N. 3-4 / 2015 RECENSIONI nomicus è la vergogna della famiglia umana, è una caricatura di persona. A questo modello di individuo si deve contrapporre l idea di persona, come emerge dal personalismo cristiano, ma anche da molti filosofi contemporanei, come Emmanuel Mounier. Qual è l atteggiamento della c.d. teoria economica tolemaica nei confronti della cooperazione e delle cooperative sociali in particolare? Essa sostiene che le cooperative sono un episodio della storia, perché quando le famose tre mani invisibili (mercato, istituzione e reputazione) diventeranno perfette non ci sarà più bisogno di queste organizzazioni. Innanzitutto non sarà mai possibile che esse funzionino perfettamente e quindi regolino senza errori l economia. Poi occorre considerare che la cooperazione è fatta di imprese multi-stakeholder che soddisfano una motivazione profonda della persona: il bisogno di reciprocità, il bisogno di solidarietà. Se anche dovessimo immaginare che le tre mani invisibili diventassero perfette, non si eliminerebbe l impresa sociale, l impresa cooperativa, perché il perfetto funzionamento delle tre mani sarebbe insufficiente ai fini della soddisfazione delle motivazioni profonde di relazionalità e di reciprocità delle persone che vivono gran parte della loro vita all interno di organizzazioni produttive. Possiamo considerare inoltre una coincidenza la concomitanza di crisi economica e crisi politica? Tra gli altri, papa Francesco ha richiamato più volte la necessità che la politica si riappropri del ruolo di indirizzo dell economia. Oggi il mondo si è globalizzato sulla spinta delle innovazioni hi-tech, le imprese sono già globali, la comunicazione è globale ma le istituzioni no. Che cosa fanno allora le imprese? Vanno a cercare il lavoro dove costa meno, inquinano l ambiente dove costa meno, cercano di pagare il caffè pochi centesimi di euro al chilo per avere più profitti. In Italia assistiamo alla triste sequela delle delocalizzazioni produttive. In questo contesto c è un momento di vuoto, domina solo la lex mercatoria e rischia di prevalere una gara al ribasso su diritti della persona e ambiente. Come si fa ad arrivare ad una situazione politica nella quale si varino leggi globali? Qualcuno dice che il welfare non è più possibile. Non è vero: esso sarà di nuovo possibile quando avremo regole globali e condizioni di vita e del lavoro livellate in tutti i paesi del mondo. Sembra un utopia, ma se il processo di convergenza proseguirà, perché i paesi poveri crescono di più di quelli ricchi, ci si arriverà, anche se molto lentamente e dolorosamente. E in questa fase di transizione cosa si può fare? I cittadini devono darsi da fare, votare, fare campagne e spingere per questi cambiamenti. Come consumatore, il problema dell agricoltore etiope, al quale pagano 10 centesimi un chilo di caffè, lo risolvo comprando il suo caffè nelle botteghe del commercio equo e solidale, la cui organizzazione va in Etiopia e crea un altra filiera, svolgendo un azione vicaria rispetto alle istituzioni locali che non hanno prodotto regole antitrust. In questo modo aumenta il potere contrattuale di quell agricoltore che, con il caffè pagato ad un prezzo più equo, avrà più risorse a disposizione per aumentare la qualità del suo prodotto, organizzarsi in cooperativa per non svenderlo e mandare i propri figli a scuola per poter investire in un futuro migliore. La questione fondamentale oggi è in sostanza il divario di costo del lavoro e di costo della vita tra diverse aree del mondo. O si mettono in moto meccanismi in grado di riscrivere le regole a 183

9 RECENSIONI livello mondiale o altrimenti si diventa vittime di questa situazione. Basta, dice Becchetti, con gli accordi commerciali basati solo sul libero scambio. Serve una globalizzazione 2.0. Ogni accordo commerciale va valutato alla luce della persona, non di quanti scambi in più produce. Se si inseriscono clausole di salvaguardia del salario e dell ambiente che spingono verso l alto anche il tenore di vita nei paesi dalle economie in forte crescita, allora l accordo può giudicarsi buono. Se si parla dell accordo tra UE e Usa, non ci si interessa del suo effetto sulla qualità della vita delle persone, ma solo dell aumento del giro d affari commerciali e del Pil che genera. Che il commercio mondiale cresca perché all agricoltore in Etiopia vengono pagati 8 centesimi di euro invece di12 al chilo per il suo caffè, non possiamo considerarlo un buon risultato, se poi quell agricoltore non riesce a mandare il figlio a scuola. Mentre in passato potevamo non curarci del contadino etiope, oggi la sua miseria è una minaccia al nostro benessere, al nostro costo del lavoro. Siamo costretti a occuparci di lui, se vogliamo difendere il nostro benessere. Proprio per via della corsa al ribasso sui diritti del lavoro scatenata dalle delocalizzazioni, la quota del Pil distribuita al lavoro è calata di molti punti mentre è aumentata quella distribuita al capitale. La civiltà è l effetto di azioni e reazioni. Da una parte ci sono le aziende che vogliono fare più utili, dall altra ci sono l opinione pubblica, i sindacati e le istituzioni. Il problema è che oggi le aziende globali hanno una forte preponderanza: gli altri protagonisti sono più deboli e divisi, perché partono da contesti molto diversi e fanno più fatica a muoversi in modo globalmente integrato. L occidente sta pagando una colpa per un peccato originale: quello di essersi salvato da solo, benché ci fossero ancora un miliardo di persone che vivevano sotto la soglia della povertà estrema. Con la globalizzazione quelle persone non possiamo più ignorarle perché sono diventate nostre concorrenti nel mercato del lavoro globale. La tendenza irrefrenabile dell imprenditore sarà di risparmiare anche euro per andare a produrre frigoriferi in Polonia o altrove. La peste del modello economico tolemaico non è tanto delocalizzare per non fallire ma farlo per massimizzare l utile degli azionisti che pretendono rendimenti sempre più elevati, anche a scapito della fetta di torta che deve andare ad altri portatori d interesse. E interessante chiedersi anche perché benessere economico e felicità sembrano marciare su binari sempre più divergenti. La divaricazione è stata teorizzata dall economista Richard Easterlin nel 1974 attraverso il c.d. paradosso della felicità, che indica come la felicità umana aumenta con il benessere economico ma a tassi via via decrescenti fino a fermarsi. La felicità è una spia che segnala che ci può essere malessere anche quando l economia cresce. Un primo motivo è che il Pil non è un buon indicatore di benessere tant è che sono stati elaborati altri indicatori di felicità come il Gpi (genuine progress indicator). Se si impiega il Gpi al posto del Pil, il disallineamento tra Pil e felicità scompare. Il problema è complesso. Gli economisti hanno spiegato che dietro il disallineamento c è anche l assuefazione. Inoltre, gli uomini vivono di confronti e se tutti crescono allo stesso modo, l invidia è molto forte e l effetto della crescita è praticamen- 184

10 RECENSIONI te nullo. Si parla del c.d. effetto tapis roulant: si corre, si corre ma in realtà si sta fermi perché le distanze relative restano immutate. Un ulteriore fattore di spiegazione del divario è il progressivo deterioramento della vita di relazione nelle società occidentali, che causa una diminuzione della fruizione e della qualità dei c.d. beni relazionali, che derivano dal benessere che si prova nel fare cose insieme agli altri (il c.d. fellow-feeling). La crisi economica ripropone con drammaticità anche la questione della povertà. Al riguardo ci sono due fenomeni: uno di convergenza e l altro di divergenza. Vi è un lentissimo recupero dei divari che va sotto il nome di convergenza condizionata. I paesi poveri stanno crescendo in media più di quelli ricchi. I tempi di questa convergenza sono molto lenti. Se assumiamo che i tassi di crescita attuali restino costanti, la Romania, che oggi ha un tenore di vita che è circa il 40% del nostro, ci raggiungerà in 20 anni, l Albania che si trova più indietro in 40 anni, Cina e paesi africani ci metteranno più di 100 anni. Sul fronte della divergenza, sono aumentate le disuguaglianze per le skill differential: il talento rende di più nella globalizzazione e le differenze di scolarizzazione hanno un peso molto maggiore. In questa fase chi è istruito e conosce l inglese può valorizzare e sfruttare molto meglio tutto quello che arriva da Internet. Ne consegue che la globalizzazione ha aumentato i divari di reddito tra persone che hanno diverse qualifiche e ciò fa accrescere le diseguaglianze. Di recente l economista Stiglitz ha dimostrato che se c è troppa diseguaglianza il moltiplicatore keynesiano funziona peggio e un aumento dell attività economica non stimola occupazione e consumi. Certi diritti, come quello del lavoro, sono fondamentali ma per renderli effettivi ci vogliono risorse. Ma le risorse del sistema sono ben utilizzate o sprecate? I sistemi finanziari oggi sono, secondo Becchetti, come enormi acquedotti che hanno grosse perdite: viene pompata molta liquidità grazie alle politiche espansive per cercare di far ripartire l economia, ma in realtà molti di quei soldi vengono sprecati e non finiscono per consolidare i diritti. Questo accade anche perché molte banche, per massimizzare i profitti, trovano più agevole impiegare risorse in attività speculative piuttosto che investire nell economia reale dando credito a cittadini e imprese. Ritorniamo ai valori dell economia reale, ha auspicato di recente il teologo Bruno Forte (Il Sole-24 Ore, ), in modo da contrastare il pensiero debole e gli interessi forti di chi guarda solo e unicamente alla massimizzazione dei profitti. (Lorenzo Paliotta) RIVISTA BANCARIA - MINERVA BANCARIA N. 3-4 /

11 Per rinnovare o attivare un nuovo abbonamento effettuare un versamento su: c/c bancario n UBI - Banco di Brescia Via Vittorio Veneto 108/b ROMA (IBAN IT94U ) intestati a: Editrice Minerva Bancaria s.r.l. oppure inviare una richiesta a: amministrazione@rivistabancaria.it Condizioni di abbonamento per il 2015 Canone annuo Italia 100,00 - Estero 145,00 Prezzo di un fascicolo 25,00 Abbonamento web 60,00 Prezzo di un fascicolo arretrato 40,00 Abbonamento sostenitore Pubblicità 1 pagina 650,00-1/2 pagina 480,00 L abbonamento è per un anno solare e dà diritto a tutti i numeri usciti nell anno. L abbonamento non disdetto con lettera raccomandata entro il 1 dicembre s intende tacitamente rinnovato. L Amministrazione non risponde degli eventuali disguidi postali. I fascicoli non pervenuti dovranno essere richiesti alla pubblicazione del fascicolo successivo. Decorso tale termine, i fascicoli disponibili saranno inviati contro rimessa del prezzo di copertina. DIREZIONE E REDAZIONE: Largo Luigi Antonelli, Roma e.mail: redazione@rivistabancaria.it La versione on line della rivista è curata da S. Marzioni AMMINISTRAZIONE: EDITRICE MINERVA BANCARIA S.r.l. presso P&B Gestioni Srl, Viale di Villa Massimo, Roma - Tel Fax e.mail: amministrazione@rivistabancaria.it (Pubblicità inferiore al 70%) Autorizzazione Tribunale di Milano N. 636 Registrato Proprietario: Istituto di Cultura Bancaria Francesco Parrillo, Milano Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell autore e non impegnano la Direzione della Rivista. Per le recensioni, i libri vanno inviati in duplice copia alla Direzione. È vietata la riproduzione degli articoli e note senza preventivo consenso della Direzione. Finito di stampare nel mese di luglio 2015 presso Press Up, Roma

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