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1 Anno 2, n. 14 Settimanale gratuito di fatti e di opinioni Reg. Trib. di Siracusa n 1509 del 25/08/ redazione@lacivettapress.it Direttore: Franco Oddo Vicedirettore: Marina De Michele DE BENEDICTIS Sul PRG si continua a cincischiare PAG.6 edizione online: FABIO GRANATA A Perugia proporremo il voto ai 16enni PAG.11 Sabato LO CHEF I ristoranti non puntano all eccellenza PAG.15 (Privitera) Ci sono voluti anni per attrarli. Coi cassoni stiamo sfiorando il ridicolo Boccadifuoco: Il turismo nautico dei nababbi va altrove Noi operatori del settore ne stiamo ricavando un danno incalcolabile, e con noi tutte le attività ricettive, di ristoro e commerciali della città, ma non si tratta solamente di questo. Faticosamente, anno dopo anno, siamo stati in grado di inserire il nostro porto nei circuiti internazionali di elite. Gente coi soldi ma, a causa dei cassoni, stanno cambiando rotta. PAG. 5 (De Michele) Failla: Che cosa fare a breve per il turismo La clamorosa truffa dei parchi eolici pagine 8-9 (Gentile) Le problematiche vanno divise in due tipi: a breve e a medio termine. Le prime riguardano l ecologia, con un occhio di riguardo all eliminazione delle discariche abusive; poi l adeguamento della segnaletica stradale e il potenziamento di alcune attività. PAG. 4 (Greco) PRIMO PIANO PRG Peri il commercio destinazioni ombrello DISSERVIZIO Sballottolati inutilmente al Comune tra vari uffici SAN METODIO Suppliamo quello che lo Stato non fa UGL CHIMICI In trent anni industrie raddoppiate, addetti la metà AERONAUTICA DI VIA ELORINA L area si ceda al Comune Occorre un lavoro unitario dei politici PAGINA 3 (Fai) Disabili Augusta Troppe barriere architettoniche per i disabili anche nel palazzo comunale. A PAG. 13 (Di Mauro) Ferrovie L alibi De Benedictis: Le ferrovie cercano l alibi per disimpegnarsi in Sicilia. A PAG. 11 (De Michele) Prenotazioni Rete ASP Da giovedì è possibile effettuare prenotazioni in tempo reale in tutta l ASP. PAG. 10 Rigassificatore, istituita una commissione ARS Ciò che emerge dal resoconto della riunione (integralmente riportata nel sito web di Salvo Maccarrone) è l incredibile sottovalutazione degli effetti disastrosi e sconvolgenti che un tale insediamento potrebbe determinare per le popolazioni in un area già intasata da altri pericolosi impianti a rischio di incidenti rilevanti. Le condizioni dell area e del sito, prescelto dalla joint venture Erg-Shell, presentano già elevati aspetti di criticità che erano stati severamente evidenziati nella relazione dell ex dirigente del Dipartimento regionale di protezione civile, Servizi rischi ambientali e industriali, ing. Salvatore Cocina. A PAG. 14 Ormai è un area fortemente militarizzata pagina 14 (Perna)

2 2 360 mila i metri cubi previsti ad ombrello senza disaggregare le stime di ogni comparto Aree commerciali, anche Confesercenti ha impugnato il PRG Previsione abnorme, sovradimensionata e illegittima di MARINA DE MICHELE (marina@lacivettapress.it) Non ci sono solo le associazioni ambientaliste e quelle di difesa del territorio a chiedere una revisione del piano regolatore di Siracusa adottato nell aprile 2004 dal consiglio comunale e approvato con decreto regionale nel settembre Nel gennaio 2008 la Confesercenti ha presentato, contro l assessorato regionale al territorio e ambiente e contro lo stesso comune di Siracusa, un ricorso per l annullamento delle disposizioni, contenute nel prg, relative alle aree destinate al commercio. Diversi e complessi gli aspetti contestati. In primo luogo una sostanziale mancanza di chiarezza nel disposto. A giudizio della Confesercenti l aver accorpato in un unica indistinguibile dizione tre settori, quello direzionale, quello turistico e quello commerciale, rende impossibile disaggregare le stime previsionali e le grandezze di ciascun comparto e determina pertanto confusione e incertezza, terreno ottimale per chi voglia nel tempo cambiare le carte e realizzare speculazioni. Si tratterebbe infatti di una prassi non nuova: l espediente della destinazione-ombrello, che facilita l eventuale variante allo strumento urbanistico, è uno degli strumenti più usati dalla mafia dei centri commerciali come tante inchieste hanno già dimostrato. Dunque, in quanto stabilito nel piano regolatore, i conti, data la ridda di numeri, riferimenti e precisazioni che si susseguono, sembrano proprio non tornare: 360mila i metri cubi destinati ai comparti nel loro insieme, 25mila da realizzare in linea di massima in aree periferiche, quelli previsti nelle zone R1, cioè di riordino urbanistico, nelle immediate adiacenze del centro urbano o nelle zone costiere. Per chiarezza, e per ben comprendere di cosa si stia parlando, le aree cosiddette periferiche, indicate nelle schede norma come D3.1 aree di nuovo impianto per attività produttive e commerciali, risultano essere: l agglomerato di via Columba, l area tra lo scalo della ferrovia e la strada provinciale 14, l area compresa tra la S.P.14 e il nuovo tratto ferroviario per Catania, le aree poste a nord di viale Epipoli e l area a nord della strada statale 124 ad ovest dell area cimiteriale esistente. A prescindere dal dubbio pregiudiziale, e dirimente, se le estensioni previste siano da sommare le une alle altre o se siano diversi i conti da fare - non a torto nel ricorso si denuncia un autentico vizio di sviamento presente nel provvedimento adottato la Confesercenti ritiene la previsione abnorme, sovradimensionata e illegittima. Del tutto violata la legge di riforma della disciplina del commercio approvata dalla regione Sicilia nel 1999 che nel suo disposto evidenziava la finalità di assicurare, nell individuare i limiti di presenza delle medie e grandi strutture di vendita, il rispetto del principio della libera concorrenza, favorendo l equilibrato sviluppo delle diverse tipologie distributive nonché, per il settore dei generi di largo e generale consumo, un rapporto equilibrato tra gli insediamenti commerciali e la capacità di domanda della popolazione residente e fluttuante. Contraddetto lo studio del Cresme predisposto nel 2002 in cui il fabbisogno del settore commerciale veniva stimato, per gli anni , solo in mc, di cui in fabbricati non residenziali e in fabbricati residenziali, quindi evidentemente con una distribuzione sul territorio comunale più ampia, non concentrata nelle aree periferiche, al momento in parte prive di strutture, quindi da considerare non residenziali. Fuorviante l altro dato dei mc delle aree di riordino e riqualificazione per il quale non si dice quale parte sia da destinare agli insediamenti commerciali. Incoerente quanto quantificato in rapporto all affermazione, presente nello stesso piano regolatore, del livello di saturazione ormai raggiunto dal settore della grande distribuzione, essendo, con ogni evidenza, ben presente agli estensori del piano la realtà locale, assediata dai centri commerciali e dai grandi esercizi già costruiti o in costruzione ai confini della città: l Auchan con i suoi mq di superficie di vendita, suddivisa tra galleria e ipermercato, il nuovo centro Outlet ormai di prossima apertura: 170 negozi su una superficie di metri quadri, il poco distante Conforama e ancora Media World, il Decathlon, Aiazzone e via dicendo. Una cubatura abnorme a cui aggiungere naturalmente quanto già a conoscenza dei tecnici nel 2003: i 130mila metri cubi già edificati del Carrefour, numeri tali da far saltare da subito le previsioni numeriche, la tentata pianificazione. Ebbene: nonostante la fondatezza del ricorso, nonostante l inadempienza, ingiustificabile e forse non irresponsabile, dell amministrazione comunale nell obbligo di predisporre una complessiva pianificazione commerciale, non solo la risposta dell assessorato regionale si è fatta attendere per oltre due anni ma ha rappresentato una sorta di beffa nei confronti dei tanti piccoli esercenti soffocati dalla morsa della grande distribuzione: il ricorso in oggetto è stato trasmesso al Consiglio di giustizia amministrativa per la rituale consultazione. Un nulla di fatto quindi, un rinvio a tempo indeterminato che la dice lunga sulle politiche e sulle strategie commerciali della regione, ciò nonostante proprio la Sicilia sia la regione meridionale che nell ultimo decennio è stata letteralmente travolta dalla grande distribuzione organizzata, ovviamente per una chiara scelta politica. Un sistema che ha portato a una inesorabile riduzione del numero degli addetti e dei negozi al dettaglio ma che ora, nelle vertenze sindacali in atto per i licenziamenti in blocco del personale, con la chiusura dei grandi gruppi come il Carrefour che sta abbandonando tutto il mercato del Sud-Italia a fronte di profitti giudicati non convenienti, mostra tutta la sua illusorietà.

3 Premere sul Governo prima che lo facciano i potenti gruppi privati dei porti 3 Sulla dismissione dell Aeronautica ero facile profeta Ora la classe dirigente chieda l area per il Comune di ROBERTO FAI L articolo della De Michele mette giustamente in rilievo il fatto che la prevista dismissione dell area veda oggi il prioritario interesse dei gruppi industriali e immobiliari privati, interessati ad acquisire l uso della struttura. Forse non è neppure da escludere che dietro l ipotesi ravvicinata del 2012, quale data di dismissione definitiva della funzione militare, esistano iniziative sotterranee di sollecitazione promosse da grandi gruppi privati, in grado di operare convincimenti... Non posso che apprezzare la deontologia professionale della giornalista Marina De Michele, per aver dato rilievo nell articolo su La Civetta di sabato 3 aprile, riportante notizie sulla dismissione dell area dell Aeronautica Militare di via Elorina entro il 2012 al fatto che alla vigilia delle elezioni amministrative del 2008 ero stato non il primo, bensì l unico a sollevare il problema del destino della struttura militare dell Aeronautica, avendo suggerito l ipotesi di un vasto impegno politico-istituzionale-parlamentare per ottenere una dismissione della funzione militare dell area da decenni fortemente ridimensionata, prefigurando il pieno trasferimento al Comune della suggestiva area, delineando la proposta di un uso polivalente di un patrimonio logistico, urbanistico ed immobiliare di grande pregio paesaggistico e ricco di opportunità civili, sociali e produttive. Marina De Michele dà conto nel suo documentato articolo che, con il trasferimento delle residue funzioni militari del 34 Gruppo Radar dell Aviazione in altra area, l ampia struttura di via Elorina potrebbe conoscere la definitiva dismissione della funzione militare. Probabilmente, in questa scelta non sono estranei i piani di ampie dismissioni del demanio militare (Caserme, edifici e luoghi militari, ecc..) che il Governo nazionale, per evidenti esigenze di bilancio, ha già varato, prevedendo il passaggio a Comuni o ad Enti privati queste strutture che possono creare diffusa ricchezza sociale con diversi usi produttivi. La giornalista dà inoltre il dovuto rilievo alle reazioni infastidite dei vari ambienti politici e amministrativi ed anche dei settori militari dell Aeronautica che allora tentarono di neutralizzare la mia proposta, mentre, vorrei qui ricordare, come essa trovò subito un ampio e generale consenso nell opinione pubblica, per la sua razionalità e per le chiare ed evidenti finalità sociali. La mia proposta, al di là del fatto di incontrare le esigenze di una politica di dismissioni dei demani militari, da tempo in atto nelle scelte dei Governi nazionali per ridurre il debito pubblico nazionale si configurava come una solida proposta programmatica per la città, tuttora in disastrate condizioni di bilancio, proprio perché proponevo che fosse il Comune l Ente pubblico a cui assegnare il trasferimento della struttura militare di via Elorina, per evitare i rischi che gli appetiti dei privati solleticati dalla destinazione delle aree limitrofe alla costruzione del porto turistico della società dei Caltagirone potessero con maggiore facilità acquisire anche l area militare di via Elorina. Basti pensare che l uso per fini civili, sociali, turistici ed immobiliari di quell immensa struttura consentirebbe al Comune di Siracusa di risparmiare somme consistenti offrendo l opportunità di un possibile risanamento del bilancio comunale. E mentre il sottoscritto indicava e lanciava con grande rilievo quella proposta, raccogliendo anche un ampio interesse dalla stampa locale, aprendo con l opinione pubblica un confronto nel merito delle politiche per la città nel vivo della campagna per l elezione del Sindaco e del Consiglio comunale, non mancarono le reazioni contrarie e infastidite di qualche assessore della Giunta Bufardeci, ma anche il silenzio del gruppo dirigente del PD, rimasto fermo nel suo immobilismo programmatico, compreso il silenzio dei tre deputati regionali da poco eletti all ARS Marziano, Bonomo e De Benedictis i quali, anziché fare propria e rilanciare con maggiore legittimità la mia proposta, visto il loro ruolo politico-istituzionale, preferirono sorvolare su una proposta che era da giorni su tutti gli organi di stampa della città. Due anni dopo, l articolo della De Michele mette giustamente in rilievo il fatto che la prevista dismissione dell area veda oggi il prioritario interesse dei gruppi industriali e immobiliari privati, interessati ad acquisire l uso della struttura. Forse non è neppure da escludere che dietro l ipotesi ravvicinata del 2012, quale data di dismissione definitiva della funzione militare, esistano iniziative sotterranee di sollecitazione promosse da grandi gruppi privati, in grado di operare convincimenti negli ambienti governativi nazionali affinché siano i privati, e non il Comune, a godere delle ampie opportunità di questa struttura. C è da augurarsi che l intero gruppo dirigente del PD compresi i suoi parlamentari sappia uscir fuori dal silenzio e dal timido balbettio di due anni fa sulla vicenda, per far crescere nell opinione pubblica l attenzione su questa ipotesi che ritorna di significativa attualità, sollecitando il Sindaco Visentin e il Ministro Prestigiacomo perché le operazioni di dismissione della funzione militare dell area di via Elorina si traducano in un trasferimento al Comune di Siracusa di questo ampio e ricco patrimonio. Toscano (Ugl Chimici) In 30 anni nella zona industriale gli impianti più che raddoppiati e gli addetti dimezzati Qui gatta ci cova, è la sintesi dell allarme manifestato da Enzo Toscano, segretario della UGL Chimici, nell analisi dei processi di riorganizzazione aziendale, sempre più frequenti nella zona industriale, che sembrano più essere un escamotage per licenziare lavoratori che un reale adeguamento funzionale degli impianti. E se gatta ci cova, è opportuno che il sindacato esca da una condizione di servitor cortese che sembra caratterizzarlo da qualche anno assumendo la decisione di lottare questa logica, rilanciando al contempo la vera funzione propria di tutela dei lavoratori. Ma ecco la nota inviataci da Enzo Toscano. Invece di gridare al lupo per poi fare scappare l agnello, sarebbe bene interrogarsi sull effettiva bontà delle continue riorganizzazioni in atto presso il nostro polo petrolchimico. E innegabile che esse, soprattutto quando accompagnate da incentivi all esodo, rappresentano un vantaggio per i lavoratori. E altrettanto innegabile che, per i datori di lavoro, rappresentano un doppio vantaggio, in un sol colpo si liberano di forza lavoro molto costosa (per loro) ed eliminano posizioni di lavoro che non rimpiazzeranno più. Il grosso handicap legato a queste riorganizzazioni consiste nell abbassamento dei livelli di sicurezza, scontato in quanto non solo verranno a mancare operai/impiegati esperti ed affidabili ma, molte volte, non verranno affatto sostituiti e, nella migliore delle ipotesi, chi prenderà il loro posto, impiegherà anni per raggiungere livelli di professionalità adeguati. Forse è arrivata l ora di interrogarsi e di contrastare una pratica che sta svuotando sempre più di significato il concetto di sicurezza, abusato, il più delle volte, per mascherare profonde carenze derivanti dalle continue perdite di addetti alla produzione e alla guardiania. Negli ultimi 30 anni gli impianti nella zona industriale si sono più che raddoppiati mentre, al contrario, gli addetti si sono quasi dimezzati (da circa a circa). Le innovazioni tecnologiche apportate agli impianti non sono state tali da giustificare un esodo così massiccio, ergo si desume che nel sistema si è creata, nel tempo, una falla preoccupante che occorrerà turare lavorando tutti insieme, in sinergia: sindacato, società civile, istituzioni, per riportare il tutto nell alveo di una normalità calpestata dalla folle e sfrenata corsa a uno smodato profitto che rende tutto lecito e plausibile. Opporsi e contrapporsi a siffatta logica contribuirebbe, in maniera determinante, a ridare slancio ad un movimento, quello sindacale, scaduto nell immaginario collettivo, a semplice servitor cortese.

4 4 Riunione operativa in Confesercenti per affrontare i problemi di breve e medio termine Failla: Occorre collegare le strutture turistiche e le guide che hanno un ruolo essenziale per un servizio di qualità di MASSIMILIANO GRECO (massimiliano_greco@lacivettapress.it) Giovedì scorso si è tenuta una riunione alla Confesercenti per discutere di turismo. Ne abbiamo parlato con Salvatore Failla, il direttore dell organizzazione. A che scopo questa riunione? Il nostro obiettivo è di rilanciare il comparto turistico della città, da tempo in affanno. Per questo sono arrivati rappresentanti di tutti gli operatori del comparto: albergatori, agenzie di viaggio, ristorazione e diportisti (Assonautica). In sostanza si sta facendo fronte comune per affrontare la questione in maniera sistemica. Cos è che andrebbe cambiato? Intanto le problematiche vanno divise in due tipi: a breve e a medio termine. Le prime riguardano l ecologia, con un occhio di riguardo all eliminazione delle discariche abusive; poi l adeguamento della segnaletica stradale e il potenziamento delle attività educative. Nel medio periodo vanno effettuati una serie di interventi nel campo delle infrastrutture, assolutamente poco adeguate, con particolare attenzione alle ferrovie. Inoltre noi della Confesercenti sosteniamo da molto tempo che va ripristinato il collegamento navale con Malta che arrecava molti benefici alla nostra città. E importante il turismo religioso? E molto importante: nella nostra città vi sono vari luoghi che potrebbero attrarre questo tipo di turisti. Tuttavia questo verrà dopo: per il momento dobbiamo realizzare un forte collegamento fra le varie strutture turistiche e le guide, le quali hanno un ruolo fondamentale nell ottica di offrire un servizio di qualità. Che mi dice dell inadeguatezza dell offerta alberghiera, lamentata in passato anche dal vostro presidente, Arturo Linguanti? Quello è un problema ormai sorpassato: oggi abbiamo semmai un esubero di posti letto nelle strutture alberghiere. Bisogna comunque migliorare l ospitalità e l accoglienza, ma quello è compito dei singoli albergatori. Non ritiene che debbano essere abbassate le tariffe? Il problema è complesso, non risolvibile con un mero abbassamento di prezzo: in passato ci sono state offerte di alberghi a quattro stelle a prezzi stracciati, ma le stanze sono rimaste ugualmente vuote. Il problema è che ci sono i Bed and Breakfast che possono svolgere una concorrenza sleale, se non controllati adeguatamente. C è da rilevare comunque che, restando vuoti il 25-30% di posti letto, è normale che si arriverà a un abbassamento di tariffe. Che caratteristiche ha il turismo a Siracusa? Stagionale o comunque periodico. Per esempio d estate o durante le rappresentazioni classiche o in occasione di altri eventi e periodi che fungono da magneti per questi flussi. Il problema però è che i costi che devono affrontare gli operatori del settore sono fissi: stipendi del personale, utenze telefoniche, Tarsu etc. Vi sono numerose strutture alberghiere che non riescono a coprire i costi di gestione. Cosa fare per rendere stabile la presenza dei turisti: la ritiene una cosa fattibile? Stiamo creando un coordinamento anche per superare questo problema. La nostra città ha un offerta turistica molto variegata: belle coste, un ottimo patrimonio archeologico e culturale, poi vicino abbiamo il barocco di Noto, nonché montagne e colline e posti come Pantalica. Finora non sono stati adeguatamente valorizzati, come non lo è stato neanche il turismo enogastronomico, che con le nostre eccellenze nel campo alimentare potrebbe dare molto alla città Il turismo non è un monolite ma una realtà complessa e variegata: per gestirlo adeguatamente occorrono professionalità e competenza, ma anche il saper diversificare la tipologia delle offerte. Non è facile conseguire risultati soddisfacenti nel breve periodo, ma almeno nel medio periodo ci attendiamo buoni risultati. Speriamo che nei prossimi giorni la politica ci faccia avere risposte concrete. Il dirigente dell IdV: Sbarrate anche molte aree archeologiche Raffaele Gentile: A Pasqua i musei erano chiusi e si continua a parlare di promozione del turismo Ancora una volta, in occasione delle feste, ritorna l operazione musei chiusi. Ci siamo rallegrati per la massa di visitatori presenti a Siracusa e provincia in occasione delle recenti feste pasquali; ma, anche questa volta, guarda caso nei giorni di festa, proprio quando ci sono più turisti e la stessa gente del luogo ha più tempo per andare in giro, molte aree archeologiche (pensiamo all esempio più clamoroso e ripetuto del Parco di Leontinoi) e tutti i musei sono stati off limits per i potenziali visitatori. La contraddizione è evidente, così come sono stati evidenti i danni economici e di promozione del turismo, che ne sono derivati. Lo stesso discorso si ripete puntualmente per la apertura dei musei nelle ore serali e nelle domeniche. Comprendiamo la difficoltà di convincere il personale a fare atto di presenza nei giorni di festa (anche se resta da capire perchè questo problema esiste solo nel settore dei beni culturali); comprendiamo tante cose, ma, almeno per pudore, evitiamo di parlare ogni momento di promozione del turismo ed altre cose del genere! On. Raffaele Gentile

5 Abbiamo impiegato anni per portare qui la clientela coi soldi. Ora rischiamo di perderla 5 Alfredo Boccadifuoco: Troppo tempo che sui cassoni si va di rinvio in rinvio, stiamo cadendo nel ridicolo di MARINA DE MICHELE (marina@lacivettapress.it) Qualcuno dovrà pagare! Il danno economico è enorme: non solo quello personale ma per l intera comunità, di tutto il sistema Siracusa. Con la prima nave da crociera appena ripartita, dopo aver già dovuto confrontarsi con difficoltà e problemi, non riesce proprio a rassegnarsi il titolare della più importante agenzia marittima della città Alfredo Boccadifuoco. Quei cassoni, piuttosto che essere tutti in fila lì dove sono, in splendida mostra al Foro italico, sembra che gli stiano tutti sullo stomaco. Non riesce ad accettare che non si possa trovare una soluzione che salvi la stagione ormai alle porte, che non faccia perdere immagine alla città. Se si guarda intorno, l unico politico che gli sembra affidabile, l unico con il quale si possa avere un dialogo costruttivo, proficuo, è l onorevole Fabio Granata: un cognome siciliano e non del nord!. Sembra veramente il solo ad aver compreso la reale gravità della situazione in cui versiamo commenta Alfredo Boccadifuoco. Noi operatori del settore ne stiamo ricavando un danno incalcolabile, e con noi tutte le attività ricettive, di ristoro e commerciali della città, ma non si tratta solamente di questo. Faticosamente, anno dopo anno, dopo aver sperato in un valido sostegno da parte dell allora sindaco Bufardeci, appoggio che non ha sortito in realtà gli effetti sperati, grazie alle sole nostre capacità imprenditoriali, senza dover dire grazie a nessuno quindi, siamo stati in grado di inserire il nostro porto nei circuiti internazionali di elite. Non una clientela di modesto profilo ma gente facoltosa, quella che veramente è in grado di smuovere l economia, di far registrare profitti per tutti, che ama spendere e godersi la vita, che promuove Siracusa nel mondo. Gente che fa girare i soldi, che se lo può permettere. Ora rischiamo di perderla. Questa situazione, che di giorno in giorno si fa sempre più paradossale, può portare a un invasione di campo dei porti di Catania e Ragusa sul nostro, può farci perdere posizioni faticosamente guadagnate nel tempo, che non sarebbe facile recuperare. Sono processi lenti, collegamenti che si creano con pazienza e perseveranza, andando personalmente a presentare proposte allettanti, di sicuro gradimento. Ma basta poco per perdere tutto quello che si è costruito. Non può quindi bastare la promessa dell amministrazione di una soluzione del problema cassoni per l estate, non si può pensare solo alla passeggiata dei Siracusani, ma soprattutto all economia che gravita intorno alle attività portuali. Per chi si realizzeranno tutte le nuove avveniristiche infrastrutture quando la clientela avrà scelto altri lidi? Quanto tempo ci vorrà per ritornare ad essere competitivi, a stare sul mercato, se si perderanno quelle posizioni dominanti che oggi molti ci invidiano? Tra l altro, solo a Siracusa e in un altro porto italiano si è costretti a pagare i barcaioli locali per il servizio di trasporto dei turisti dalla nave in rada alla terraferma. Altrove lo si fa con le scialuppe di bordo. Costi aggiuntivi che non tutte le compagnie sono disposte a sostenere. Ho chiesto che se ne facesse carico l amministrazione comunale, una spesa non superiore a un paio di decine di migliaia di euro, ma l assessore Speranza mi ha risposto che non c erano soldi. Perché l incompetenza e la scarsa lungimiranza, la mancanza di capacità di programmazione, dovrebbero ricadere unicamente su noi imprenditori? 660mila euro il costo di un eventuale trasferimento dei cassoni in un altro sito ma, a detta di Alfredo Boccadifuoco, solo di 20/30mila euro sarebbe la spesa se, come ipotizzato dall onorevole Granata, si decidesse di spostarli un po più indietro rispetto al fronte mare, accostati agli alberi della Marina. Non aveva torto Granata quando ha mostrato stupore di fronte al comportamento dei nostri commercianti pronti a scendere in campo e a mobilitarsi quando si tratta dell istituzione della zona a traffico limitato in Ortigia e quasi indifferenti di fronte a questo scempio. Inutili tutti i tentativi di creare un movimento comune, forte, per indurre l amministrazione a uscire da questa sorta di paralisi e trovare una soluzione immediata, senza aspettare i tempi di una perizia che non si sa con certezza quando arriverà e a cui dovrà seguire l ulteriore perizia dell impresa stessa. Il paradosso è stato che la procura non ha voluto che le due perizie fossero congiunte e questo determinerà tempi ancora più dilatati. Illusorio pensare che tutto si risolverà in quest anno: sono mesi che si va da rinvio a rinvio, stiamo cadendo nel ridicolo. Eppure le cifre del traffico diportistico in previsione sarebbero tali da spingere a un maggiore attivismo, a scelte coraggiose. Solo quello movimentato dall Agenzia Boccadifuoco è di 60 navi da crociera e circa 100 megayacht a fronte di banchine sempre meno fruibili. Non solo ci è stata tolta la banchina numero 4 ma anche ridotta a ¾ la numero 5 per la presenza di un altro cassone anche lì. Sarebbe stolto da parte di qualcuno pensare che tali danni restino unicamente a nostro carico. I lavori per la riqualificazione del porto stanno mettendo a dura prova l intera filiera Guglielmo Drago: Se non si tolgono in fretta i cassoni c è il rischio che l economia legata alla nautica defunga Nella vicenda della rimozione, ormai non più rinviabile, dei cassoni della Marina c è un costo che sin qui non è stato tenuto in alcun conto e che invece pesa in maniera considerevole qualsiasi tipo di bilancio si intenda tracciare: è il costo sociale che sta pagando Siracusa e la sua economia turistica. Ad intervenire è stato il presidente della sezione provinciale di Assonautica Guglielmo Drago a conclusione dell incontro che il Direttivo ha avuto con il presidente nazionale di Assonautica Gianfranco Pontel giunto a Siracusa nell ambito di una serie di incontri con le più significative realtà siciliane della propria rete. Pur nel pieno e dovuto rispetto che si deve all azione dell autorità giudiziaria, non vi sono dubbi che la rimozione dei cassoni, che da troppo tempo stanno bloccando qualsiasi attività, non solo economica, e lo smantellamento di quel vero e proprio muro di cemento armato che impedisce anche solo di godere di uno degli angoli più suggestivi, rappresentano uno degli obiettivi da conseguire senza frapporre ulteriori indugi ha aggiunto Drago -. I lavori, pur necessari per la riqualificazione del porto grande, non possono tenere a tempo indeterminato in scacco un intera economia legata alla nautica che da due anni a questa parte a Siracusa sta soffrendo mettendo a durissima prova l intera filiera. Lo avevamo già detto la scorsa estate, quando salutammo con entusiasmo il via libera al piano di dragaggio dei fondali del porto grande, che il pur discutibile allestimento in loco del cantiere per la costruzione dei cassoni da immergere poi in acqua rappresentasse una sorta di male necessario, ma non vorremmo che, per restare nel campo della metafora sanitaria, mentre i medici studiano quale rimedio approntare il nostro malato muoia Il rischio, se non si individua in fretta la soluzione più congeniale, che l economia legata alla nautica venga di fatto cancellata è elevatissimo oltre ad essere un costo che la nostra economia turistica ha concluso il presidente di Assonautica Guglielmo Drago non può certo permettersi il lusso di pagare.

6 6 Chiami Politiche Sociali, Vada all Ufficio Casa, Parli con l assessore, Invii le domande Cronaca ordinaria del Disservizio Pubblico al Comune Sballottolati da un ufficio all altro per dei semplici dati di MASSIMILIANO GRECO (massimiliano_greco@lacivettapress.it) Parliamo un po di Disservizio Pubblico. No, non è un errore di battitura, ma una semplice constatazione: la Pubblica Amministrazione funziona poco o punto e per il cittadino coraggioso o folle che per ventura o capriccio decidesse di inoltrarvisi si prospetta un viaggio attraverso un labirinto che farebbe impallidire perfino Teseo e Arianna col suo mitico filo (rigorosamente di pura lana merinos). Ma ora passiamo ai fatti, nudi e crudi. Avendo deciso di realizzare un servizio sulla situazione degli sfratti e i problemi alloggiativi nella nostra amata ma devastata città, abbiamo contattato da buoni e un po ingenui cittadini la Pubblica Amministrazione. Avevamo pensato di iniziare dal quartiere Grottasanta, il più disagiato. Così abbiamo contattato il consiglio di quartiere, chiedendo informazioni. Da lì è iniziato il ping pong fra i vari rami della Pubblica Amministrazione e noi... eravamo la pallina. Procediamo con ordine: al telefono del consiglio di quartiere risponde un signore più spaesato di noi, il quale ci passa un altro funzionario che cade non dalle nuvole, ma direttamente dall Empireo. Ci fa notare che quello è il Consiglio di quartiere (come se non lo sapessimo!) e ci invita a contattare la sezione di Grottasanta dell assessorato delle Politiche Sociali. Gli diamo retta. Ci risponde una signora anch essa piovuta dal cielo. Dopo un attimo di esitazione, ci invita a chiamare l ufficio casa. Lo facciamo con la sensazione, presto rivelatasi illusoria, di avvicinarci al nostro obiettivo. Dall ufficio casa ci dicono che loro di quelle faccende non se ne occupano più da almeno un anno e ci dicono di ricontattare l ufficio precedente. Mettiamo giù con la fastidiosa sensazione di essere presi sottilmente in giro. Ricomponiamo il numero precedente e alla stupita funzionaria di prima spieghiamo quanto dettoci dall ufficio casa. Allora veniamo invitati a contattare direttamente l assessorato. Facciamo un attimo il punto: fin qui tenendo presente le varie attese al telefono abbiamo impiegato sei o sette minuti e diversi euro sono volati via. Riprendiamo. Contattiamo l assessorato. Qui risponde una signora che alla parola Civetta di Minerva unita al termine chiave domande (sarà una coincidenza) asserisce di non sentire bene le nostre parole; poco dopo mette giù. Adesso parte la tarantella vera e propria. Telefoniamo di nuovo. Risponde un signore. Questi si disimpegna con agilità, dicendo che ci metterà in contatto con un altra persona. Passa un bel un po... e ci ripassa la signora di prima. Stavolta sente bene, ma insiste per passarci un altra persona. Tuttavia dopo un attesa di circa tre minuti ci viene ripassato lo stesso funzionario di prima. Questi con aria serafica dice che ci passerà la persona adatta e inoltra la chiamata. Altra attesa. Risponde un altra funzionaria la quale ascolta perplessa (se avessimo chiesto qual è il segreto della quadratura del cerchio di sicuro non avrebbe avuto tanti dubbi nel rispondere) poi si consulta con un altra persona (ma quanti mai saranno lì dentro?) e infine va a parlare con una terza, lasciandoci al telefono per svariato tempo. Altro inciso, breve: più volte siamo stati tentati di mettere giù e lasciar perdere, ma abbiamo resistito più per masochistica curiosità che per altro: l istinto ci suggeriva che avremmo ricevuto ben poche risposte e così è stato, come vedremo. Finalmente dopo un attesa sufficiente per edificare Roma una seconda volta, ci passano la responsabile. Costei (nonostante le proteste degli animalisti) dopo aver menato il solito povero cane per l aia e mosso una sequela di obiezioni degne di un processo penale, ha concluso dicendo che: se volete avere delle risposte, dovete inviare tramite fax una richiesta con le domande e le motivazioni della stessa. Al che francamente abbiamo lasciato perdere, anche perché la signora aveva specificato che comunque avevano ben pochi dati da fornire. Cosa ci è rimasto di questa vicenda? Solo il sapore amarognolo della completa disillusione su frasi come al servizio del cittadino e servizio pubblico. Una domanda: ma il fatto di essere cittadini non costituisce di per sé un autorizzazione sufficiente? Possibile che dei dati di pubblico interesse siano tenuti celati come il segreto della bomba atomica? E accettabile questa costruzione di labirinti burocratici? Non avranno lo scopo di impedire quella trasparenza indispensabile per il buon funzionamento della cosa pubblica? Il bilancio finale delle nostre telefonate è di venti minuti: una perdita di tempo e denaro che affligge quotidianamente gli sventurati cittadini che, per un motivo o per l altro, sono costretti a rivolgersi alla mastodontica e inefficiente pubblica amministrazione. E accettabile tutto ciò in un momento in cui i problemi gravano sulle spalle dei cittadini come novelli Atlante e in cui la crisi si accanisce su tutti noi come una piaga biblica? Possibile che questi uffici abbiano bisogno di così tanto personale per produrre poi il nulla mischiato col niente? Non sarebbe ora che queste persone cambiassero forma mentis, rendendosi conto di essere loro al servizio delle persone e non viceversa? In Commissione Urbanistica non c è nemmeno un tecnico, figurarsi il dibattito... Sorbello aveva annunciato entro Pasqua una proposta ma, sul P.R.G., si continua inutilmente a cincischiare di RICCARDO DE BENEDICTIS Sulla necessità di rivedere il PRG di Siracusa si è scritto molto, moltissimo ma, com è prassi consolidata della politica locale, non si è fatto nulla. Molti politici hanno denunciato i timori e le nefandezze di questo PRG, anche i responsabili degli scempi che sono in atto sotto gli occhi di tutti, trasformandosi all occorrenza in ambientalisti, in appassionati di storia antica, e perché no, anche in archeologi. Il PRG è il terreno ideale per una classe politica che fa solo demagogia, che si muove con tempi lunghissimi, in cui l elemento tempo, appunto, è quello che fa la differenza, e per sempre. Di questo passo non ci sarà più nulla da modificare, perché sarà tutto irrimediabilmente e volutamente modificato. Non è questa la classe politica che può invertire la tendenza speculativa e il consumo di territorio, in virtù dei valori di tutela e di valorizzazione del nostro patrimonio ambientale e culturale. Della commissione urbanistica, incaricata di avviare un confronto con i vari portatori di interessi sociali, non è componente né un ingegnere, né un architetto, un geometra, un geologo o un agronomo. Figuriamoci come potrebbe lavorare a una proposta di modifica di un PRG, senza funzionari comunali delegati allo scopo e in assenza totale di un mandato politico da parte dell amministrazione comunale. In sostanza, fino ad ora, come era prevedibile, si è trattato solo di una perdita di tempo. Nessuno degli amministratori, sindaco compreso, ha esplicitato quale sia la propria intenzione, o cosa ritiene opportuno che venga modificato. Ogni politico, tranne il sottoscritto assieme al consigliere Di Giovanni, si è ben guardato dal dare un indirizzo, o proporre una concreta linea operativa di intervento; molti si sono defilati, altri ancora hanno scagionato l attuale classe politica, equiparandola ai notai, costretta a prendere atto di scelte compiute 40 anni or sono. Il presidente Sorbello aveva detto che per Pasqua ci sarebbe stata una prima proposta di modifica del PRG, da presentare ufficialmente al Consiglio Comunale, ma tutto tace. Alla fine di questa storia, si perverrà (forse) ad una microscopica ed impercettibile modifica del PRG, atto dovuto e necessario per glorificare l operato di questa validissima amministrazione. E nel frattempo, confortati dalle parole del Sindaco che continua a dire che Siracusa è bella perché c è il mare e il sole, con buona pace di tutti, si continua a costruire e a compromettere per sempre il nostro territorio.

7 Crediti d imposta per ricerca e sviluppo (700 milioni), nel Meridione solo il 6% 7 Nord-Sud: diciamo le cose come stanno Il Settentrione favorito rispetto al Meridione di PAOLO PANTANO (paolopantano@simail.it) Non c è dubbio che il Meridione sta vivendo una condizione di particolare fragilità. Secondo i dati forniti dai rapporti Svimez, Eurostat ed Inea, la produzione manifatturiera ha un calo del 6%, e del 10,5% nell industria delle macchine e mezzi di trasporto. E questo significa meno occupazione. Solo nel 2008 sono stati perduti posti di lavoro nel settore auto e nell edilizia. Il Sud contribuisce alla ricchezza nazionale per il 23,8 %, dato immutato fin dal 1951; non vi è stato alcun recupero nei confronti del Nord. Ma vi sono dei motivi per questo ritardo e non imputabili al Sud. Se, infatti, prendiamo in esame gli indicatori economici, ci accorgiamo perché il Nord è più favorito rispetto al Sud. Per quanto riguarda i crediti d imposta per la ricerca e lo sviluppo, sono state concesse agevolazioni per oltre 700 milioni di euro, di cui più del 94% ad imprese del centro-nord e solo il restante 6% al Sud. Gli investimenti esteri in Italia si aggirano intorno al 5,1% (elaborazione su dati ISTAT 2008), mentre nel Sud tali investimenti scendono solo all 1,2% con qualche eccezione in Sardegna. Sempre secondo i dati scientifici degli istituti di ricerca per il progetto mobilità sostenibile sono state presentate circa 50 domande con il coinvolgimento di circa 225 organismi di ricerca e 420 imprese delle quali solo il 12% localizzate nel Mezzogiorno. Lo stesso per il progetto nuove tecnologie per il Made in Italy e per il progetto efficienza energetica (20% nel Mezzogiorno). Nel Mezzogiorno abbiamo 1,8 ricercatori ogni 1000 abitanti, nelle regioni del centro-nord 4, spesso tanti meridionali. Nel Mezzogiorno la spesa per la ricerca è inferiore di circa il 30% rispetto al centro-nord. L indice d investimento tecnologico, già basso per l Italia (il rapporto con l Unione Europea è di 30 a 5), per il Meridione è drammatico. Vi è un forte divario anche per l uso del computer: mentre per il Nord vi è più connessione a banda larga (il 35%), nel Sud è al 21%. Nelle aree rurali poi il divario è ancora più evidente; nelle aree rurali d Italia il 18% delle famiglie ha accesso alla rete ADSL, nel Sud non superano il 2%. La spesa pubblica pro-capite nel Mezzogiorno è di circa euro, nel Nord è di circa euro. Nelle reti idriche si perde il 37% dell acqua rispetto alla media nazionale che è del 13%. A fronte di una media nazionale degli asili-nido dell 11% dei bambini, nel Nord siamo al 15%, nel Sud al 4,5%. E ancora gli analisti documentano che la divaricazione tra la produzione di conoscenza ed uso della stessa per la sua valorizzazione economica e sociale in Italia è bassissima (il 4% della conoscenza tecnologica mondiale). Siamo al 46 posto della classifica mondiale per capacità di uso delle nuove tecnologie e a ciò si aggiunge la fuga dei talenti. Secondo i dati del rapporto Svimez, circa giovani hanno lasciato il mezzogiorno, ma quello che è più grave è che è emigrato il 25% dei migliori laureati. Restano i bisogni, vanno via i meriti. Il sistema bancario, inoltre, penalizza il Sud con tassi più alti, con la scusa che le sofferenze (crediti insoluti) sono maggiori, ma è il cane che si morde la coda. Le sofferenze sono l effetto, non la causa. Per le imprese del Sud è come essere costretti a pagare una tassa aggiuntiva per il fatto di lavorare nel Sud. Tutto ciò per stabilire un minimo di verità e per affermare che la questione meridionale è, purtroppo, ancora aperta e bisogna riaffrontarla partendo dai dati sistemici elaborati dai prestigiosi istituti sopracitati e non dalle odiose e razziste farneticazioni leghiste o dalle considerazioni grottesche fatte su Termini Imerese per cui se una fabbrica non è attiva si chiude. Se non è attiva, si riorganizza, si rimodula, si opera la riconversione in modo da non disperdere il capitale professionale, sociale ed umano. Lo stesso che in economia per cui si può perdere la rendita, ma non il capitale. La politica? Bisogna dare posti di lavoro autentici e risposte serie alle persone in difficoltà Don Salvatore Spataro (San Metodio): In questo quartiere mancano lavoro, famiglia, stabilità. La Chiesa fa quel che può di MASSIMILIANO GRECO (massimiliano_greco@lacivettapress.it) L altro non è mai una minaccia, qualunque sia la sua religione. L importante è trattarlo come faremmo con noi stessi dichiara Salvatore Spataro, viceparroco della chiesa di San Metodio. La classe politica, siracusana e non, deve ricordarsi di essere al servizio delle persone. Il parroco non era in grado di farlo, per problemi di salute, così padre Spataro ci ha fornito alcune preziose risposte, invitando poi le persone a rispettare solo le leggi che garantiscano la dignità umana. Quanto è importante aiutare il prossimo? Cristo ci ha insegnato che non c è valore più alto della persona intera, creata a immagine di Dio. La vita è un valore fondante, benché non sia quello supremo. La persona, ovviamente, è anche corpo. Di conseguenza l amore per i poveri è un cardine nella tradizione e nell insegnamento. Lei è un prete tradizionale o progressista? Mi piace essere un prete il quale, nei limiti del possibile, riesce ad annunciare il Vangelo e a testimoniare ciò che nella mia stessa vita quel testo ha potuto fare. Ciò che un prete deve riuscire a ricordare agli altri è che è possibile vivere per il Regno dei Cieli e che si può incarnare il Vangelo, anche in questa società. Di conseguenza non bisogna essere né troppo sociali né troppo tradizionalisti, poiché si è chiamati a essere ricordo e fermento. Cosa ne pensa dei fedeli i quali vengono a messa, eseguono tutti i riti ma poi fingono di non vedere i bisognosi? E una tentazione di tutti quella di distogliere gli occhi in modo da ignorare la sofferenza. E chiaro che bisogna stare sempre più col Signore, e quindi ricevere i sacramenti, per comprendere come poter correre in aiuto del fratello. I fedeli fanno esperienza del Signore sul monte Tabor. Poi, però, sono chiamati a scendere dalla montagna per annunziare nel tempo ciò che hanno visto. L esperienza di Dio è di croce ma anche di resurrezione. Cosa deve fare un prete che intenda aiutare il più possibile i parrocchiani? Deve rendersi conto dei bisogni di tutti, avere un rapporto con ciascuno dei parrocchiani e costruire relazioni autentiche e umane, cioè basate sul Vangelo. A partire da quello, si può anche rivedere ciò che il Vangelo ci chiede di mettere in pratica. Io punterei sugli incontri personali e comunitari, sulla catechesi. Oltre a questo, bisogna essere capaci, nella confessione, di un dialogo spirituale efficace. Cosa possono fare gli stessi parrocchiani, invece? Loro cercano di adoperarsi, in modo da portare almeno generi di prima necessità, permettendoci di distribuirli una volta al mese. Questa, però, è una zona molto povera e ci sono tantissime famiglie bisognose: non riusciamo a dare molto, non più di un po di spesa. Oltre a questo, abbiamo moltissimi volontari che non solo distribuiscono il cibo ma seguono i bisognosi. San Metodio è una chiesa di frontiera, allora. Abbastanza. Quali sono le altre problematiche di questa zona? La mancanza di lavoro, di famiglia, di stabilità, la presenza di diverse forme di delinquenza. Molti ragazzi non hanno un istruzione, una famiglia, un esempio da seguire e, perciò, hanno difficoltà a formarsi un concetto di famiglia. Questo è un grosso pericolo. Cosa deve avere di diverso un prete di frontiera? Non credo sia un discorso di qualità: occorre la disponibilità a scendere al linguaggio di tutti. Bisogna essere capaci di scoprirne mondo e linguaggio, non per risollevarlo ma per discendere al loro livello, al loro modo di essere e di fare, condividendo con essi ansie e difficoltà, dicendo anche che è possibile agire in maniera diversa. Recentemente, i vescovi di tutta Italia hanno preso posizione contro l incapacità della classe politica di gestire i problemi della nazione. A Siracusa invece c è stato parecchio silenzio, o così sembra: non pensa che la politica stia mancando al proprio dovere e che la Chiesa debba usare la propria autorità morale per richiamarla all ordine? La classe politica, siracusana e non, deve ricordarsi di essere al servizio delle persone: la Chiesa si trova a dover supplire alle carenze dello Stato. L attenzione per questi temi, specialmente nelle zone periferiche della città, manca: bisogna dare posti di lavoro autentici e risposte serie alle persone in difficoltà. Questo dev essere l obiettivo di tutti: della società e dei politici E i ricchi non dovrebbero fare di più, secondo lei? Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte, secondo le proprie disponibilità: non è questione di essere ricchi o meno. Bisogna cercare di dare, non il superfluo, ma quello che è possibile dare, affidandosi al Signore, il quale riesce a restituire di più. Quanto ritiene importante per un prete tenersi agganciato alla realtà quotidiana, alle sue problematiche? Non possiamo non vedere quanto l uomo abbia bisogno di essere ascoltato, sopratutto adesso. Bisogna guardare la persona e il caso concreto, ascoltare ciò che il Signore dice traducendolo in un linguaggio comprensibile a tutti, evitando le pastorali disincarnate. A Siracusa operano anche non cattolici. Lei, che opinione ne ha: sono religioni o sette? Le religioni sono una cosa, le sette un altra. Essere una di queste non è comunque una dequalificazione. Basta garantire la libertà di espressione, di culto e di religione, e che ci sia il minimo comune denominatore etico: bisogna guardare a ciò che ci unisce e non ciò che ci separa. Avete avuto rapporti interreligiosi? Non direttamente, però spesso capita che in questa zona passino dei Testimoni di Geova: diverse volte mi è capitato di fermarmi a parlare e scambiare opinioni con loro. Pensa che il Comune faccia bene a concedere loro degli spazi? Non vedo nessuna difficoltà. Se ogni persona seguisse il proprio credo, non ci sarebbero problemi, perché nessuna religione insegna la violenza. Più che altro bisognerebbe far sì che i luoghi di culto siano frequentati da persone che seguono ciò che il loro credo professa: il fanatismo è cosa ben diversa dalla religione, ed è quest ultimo a metterci paura. Che opportunità apre l immigrazione e quali pericoli rappresenta? Purché siano rispettate le leggi, non vedo nessun problema. Queste, però, devono essere giuste: se lo sono allora vanno rispettate, altrimenti no. Qual è lo strumento per comprendere quando una legge è giusta e quando non lo è? Una legge è giusta se rispetta la dignità umana, qualunque sia la provenienza e la religione di appartenenza di una persona.

8 8 LA MEGASTRUTTURA VICINO PANTALICA C Sequestrati impianti per 50 milioni di euro e il comune etneo ne aveva solo 50mila l anno La clamorosa truffa dei parchi eolici ai danni dell UE che ha coinvolto anche Carlentini (56 pale) e Sortino (1) La storia delle politiche economiche attivate nel Meridione spesso fa rima con appropriazione indebita, raggiro e truffa. Il che spiega come mai questo beneamato Sud d Italia sia sempre più distante dal resto della Nazione nonostante le migliaia di miliardi di finanziamenti affluiti dalla fine dell ottocento fino ai giorni nostri. Oggi vogliamo raccontare quanto è successo a Carlentini. Un caso davvero rappresentativo della realtà del Meridione d Italia. Punto di partenza è la firma di una convenzione fra il Comune di Carlentini e la Ivpc 2000 s.r.l. (Italian Vento Power Company - di Avellino per la costruzione di una centrale eolica. Tale convenzione fu firmata in data 12 aprile del 2001 dall allora Segretario Comunale Alfredo Centamore, dal Responsabile dell Area Tecnica Giovanni Spagnolello e dall avv. Vito Nicastro. Quest ultimo per conto della Ivpc. Successivamente la convenzione fu registrata presso l Ufficio del Registro di Lentini in data 13 aprile Il 12 marzo dello stesso anno il Consiglio Comunale di Carlentini aveva approvato la convenzione con delibera n. 8. Ricordiamo ai lettori che il Sindaco di allora era il dr. Mario Battaglia. Nel corso dei due successivi anni furono ottenute tutte le autorizzazioni per dare il via alla costruzione della centrale eolica. Infatti, i Comuni di Carlentini e di Sortino, rispettivamente con delibera consiliare n. 43 del 5 agosto 2002 e con delibera consiliare n. 74 del 24 settembre 2002, hanno espresso il proprio avviso favorevole al progetto, ai sensi dell art. 6 della legge regionale n. 15/91. Anche l ufficio del Genio civile di Siracusa ha accertato la compatibilità del progetto con le condizioni geomorfologiche del territorio, esprimendo parere favorevole a condizione con nota prot. n del 16 ottobre Furono acquisiti anche gli altri pareri. La Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Siracusa ha espresso parere favorevole a condizione con nota prot. n del 2 settembre Tra le condizioni poste si riportano le seguenti: la delocalizzazione degli aerogeneratori da SO01 a SO10 in quanto prossimi al torrente Cavagrande, la non realizzazione degli aerogeneratori CA1 e CA2 in quanto ricadenti in area archeologica e lo spostamento degli aerogeneratori da CA23 a CA28 di almeno 200 mt. dall incisione torrentizia Fiumarella. L Ispettorato ripartimentale delle foreste di Siracusa ha autorizzato, ai soli fini idrogeologici, l esecuzione dei lavori di cui al progetto a condizione e prescrizioni con nota prot. n del 17 luglio L ultimo tassello era rappresentato dall approvazione da parte della Regione Siciliana del progetto relativo alla realizzazione di un parco eolico per la produzione di energia elettrica nel territorio dei comuni di Carlentini e Sortino. Autorizzazione giunta a mezzo di decreto dell Assessorato Territorio e Ambiente del 27 dicembre 2002 e pubblicato sulla Gazzetta della Regione Siciliana parte prima n. 8 del 14 febbraio del 2003 ( Il decreto riportava la cifra di 88 pale. Come mai a tutt oggi solo 57 sono in esercizio? Pertanto, nel 2003 si potevano avviare i lavori per costruire due parchi eolici posti al confine fra i comuni di Carlentini e Sortino. Parchi aventi le seguenti caratteristiche: A) Parco denominato Iafr n. 306 (Carlentini B) costituito da nn. 28 pale Wtg da 850 Kw (Gamesa G58) di proprietà della Ivpc Sicilia 3; B) Parco denominato Iafr n. 307 (Carlentini A) costituito da nn. 29 pale Wtg da 850 Kw (Vestas V 25) di proprietà della Ivpc 2000 s.r.l., originariamente della Ivpc Sicilia 4. I codici Iafr n. 306 e Iafr n. 307 sono determinati in base alle disposizioni del Gestore Servizi Energetici ( it). Teniamo a precisare che 56 pale si trovano in territorio di Carlentini e una in quello di Sortino. I lavori vengono eseguiti da diverse ditte specializzate nel settore: Brulli Energia ( con sede a Reggio Emilia, Cedelt ( it) con sede a Castellamare di Stabia e Plc System ( li.com/plc/public/presentazio- NE%20AZIENDA% pdf) con sede in Acerra (provincia di Napoli). Il primo parco ad essere completato e ad entrare in esercizio è l Iafr n Siamo nel Mentre quello identificato dal codice Iafr n. 306 l anno dopo. L inchiesta Viacolvento Con l esecuzione all alba del 10 novembre 2009 di quattro ordinanze di custodia in carcere a Napoli, Alcamo (TP), Avellino ed Enna si chiudono due anni di complesse indagini che hanno consentito al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Avellino di portare alla luce un articolato sistema di truffa ai danni dello Stato finalizzato all indebita percezione di contributi pubblici. Gli accertamenti di polizia giudiziaria, scaturiti da una iniziale segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, sono stati condotti con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Avellino e si sono incentrati su ben 12 società (9 con sede in Avellino e 3 ubicate in Sicilia) beneficiarie di contributi per la realizzazione di parchi eolici destinati alla produzione di energia elettrica. L attività d indagine, confluita in quella che è stata definita operazione VIACOLVENTO, ha consentito di delineare le responsabilità penali di 15 persone fisiche, tutte deferite, a vario titolo, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino per l illecita percezione di contributi pubblici a mezzo atti e documenti falsi e di dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà falsi (articolo 640 bis del codice penale). Attesa la configurazione a loro carico del reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata (articolo 416 del codice penale), per quattro soggetti denunciati: Oreste Vigorito, nato ad Ercolano (NA), in data 2 ottobre del 1946 e residente in Napoli; Vito Nicastri, nato in data 30 gennaio del 1956 ad Alcamo (TP) ed ivi residente; Ferdinando Renzulli, nato in data 28 febbraio del 1966 ad Avellino ed ivi residente; Vincenzo Dongarrà, nato in data 27 novembre del 1962 ad Enna ed ivi residente è scattata anche l emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere che, emesse lo scorso 5 novembre, sono state eseguite all alba del 10 novembre 2009, con un intervento contestuale delle Fiamme Gialle di Avellino (coadiuvate dai reparti del Corpo alla sede per quanto riguarda i due interventi in Sicilia) presso le abitazioni dei quattro soggetti in Napoli, Alcamo, Avellino ed Enna (le due persone tratte in arresto in Campania sono state associate alla Casa Circondariale di Bellizzi del capoluogo irpino). Le indagini portavano altresì alla configurazione di un ulteriore ipotesi di reato per associazione a delinquere a carico del dirigente dell istituto di credito che aveva curato l istruttoria e l erogazione dei contributi, ma nei suoi confronti non veniva disposta alcuna misura cautelare per l insussistenza del requisito della gravità indiziaria alla base dell emissione del provvedimento restrittivo. In relazione dall attività fraudolenta posta in essere dai rispettivi rappresentanti legali, nei confronti delle 12 società coinvolte (nove delle quali con sede in Avellino e tre in Sicilia) è altresì scattata la segnalazione all autorità giudiziaria per l applicazione delle misure previste dal decreto legislativo nr. 231/2001 ( responsabilità delle società per illecito penale degli organi apicali ) atteso il vantaggio economico scaturito a seguito dell illecita condotta dei soggetti denunciati. Il meccanismo di frode vedeva le diverse società, tutte facenti capo ai medesimi soggetti o comunque gestite in maniera coordinata, attestare formalmente da una parte la titolarità dei terreni su cui sarebbero dovuti esser allocati i parchi eolici e dall altra le disponibilità finanziarie da destinare al progetto. La titolarità dei terreni, all atto della richiesta di contributo, era certificata da false attestazioni mentre, per quanto riguarda l aspetto finanziario, il tutto avveniva attraverso un complicato meccanismo in base al quale il gruppo cercava di mostrare una maggiore capienza di fondi della società che in quel momento stava chiedendo il contributo mediante fittizie assegnazioni di capitali provenienti dall estero (in massima parte dal Regno Unito) che, in realtà, corrispondevano all importo del contributo già ottenuto da un altra impresa, ivi trasferito non appena erogato. A seguito delle informative nel tempo presentate dal Nucleo di Polizia Tributaria di Avellino, così come corroborate dalle numerose acquisizioni documentali eseguite in Avellino, Roma, Napoli, Milano, Taranto, Enna ed Alcamo e dagli esiti di rogatorie internazionali condotte in Olanda, Spagna ed Inghilterra, la Procura della Repubblica di Avellino ha disposto diversi sequestri preventivi d urgenza, ai sensi dell articolo 321 (terzo comma bis) del codice di procedura penale, come qui di seguito specificato: l 8 maggio2007, sequestro preventivo d urgenza eseguito in Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico per bloccare la concessione del contributo (ai sensi della legge nr. 488/1992) per un ammontare totale di euro , all epoca concesso ma non ancora erogato (sequestro convalidato interamente dal G.I.P. di Avellino); il 9 ottobre del 2008, sequestro preventivo d urgenza eseguito in Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico per bloccare la concessione del contributo (ai sensi della legge nr. 488/1992) per un ammontare totale di euro , all epoca concesso ma non ancora erogato (sequestro convalidato dal G.I.P. di Avellino per la somma di euro , ad esclusione delle somme relative ad un unico progetto dell importo di euro la cui erogazione era stata nelle more, d iniziativa, già bloccata direttamente dal Ministero); lo stesso 9 ottobre sequestro preventivo d urgenza eseguito contestualmente in otto comuni nelle province di Catania, Siracusa, Sassari e Palermo relativamente a sette parchi eolici per un totale di 185 turbine eoliche (le caratteristiche pale ) e per un valore totale di euro (sequestro interamente convalidato dal G.I.P. di Avellino) come segue: Parco eolico composto da 28 turbine eoliche site nel Comune di Carlentini (SR), per un valore di euro ; Parco eolico composto da 29 turbine eoliche site nel Comune di Carlentini (SR), per un valore di euro ; Parco eolico composto da 18 turbine eoliche (per un valore di euro ) site nel Comune di Militello Val di Catania (CT) e da ulteriori 11 turbine eoliche (per un valore di euro ) site nel Comune di Mineo (CT), per un complessivo valore di euro ; Parco eolico composto da 30 turbine eoliche site nel Comune di Vizzini (CT), per un valore di euro ; Parco eolico composto da 26 turbine eoliche site nel Comune di Ploaghe (SS), per un valore di euro ; Parco eolico composto da 24 turbine eoliche site nel Comune di Camporeale (PA), per un valore di euro ,18; Parco eolico sito in parte nel Comune di Partinico (PA) composto da 10 turbine eoliche (per un valore di euro ) ed in parte nel Comune di Monreale (PA) composto da 9 turbine eoliche (per un valore di euro ), il tutto per un complessivo valore di euro In tutti i casi elencati, la disposizione legislativa violata è la legge 19 dicembre 1992 nr. 488 che costituisce il principale strumento giuridico italiano per il cofinanziamento delle misure di aiuto dell Unione Europea (previste nel quadro comunitario di sostegno per le aree Obiettivo 1 - Regione Campania ), uno strumento di incentivazione tra i più importanti anche nell ottica di stimolare l attività produttiva delle aree depresse del paese e favorire l attuazione di progetti d investimenti organici e funzionali da parte delle imprese operanti nei settori del commercio, del turismo, dell industria e dei servizi in genere. Gli incentivi alle imprese richiedenti vengono concessi dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso bandi di gara. Nella concessione dei finanziamenti il Ministero si avvale di una banca concessionaria, scelta dall impresa richiedente (sulla base di un elenco aggiornato ed allegato alla circolare ministeriale nr in data ) cui viene attribuito il potere/dovere di effettuare l istruttoria e le valutazioni economico-patrimoniali (affidabilità imprenditoriale dell impresa richiedente e prescrizioni dettate nel decreto provvisorio), con potestà di operare in nome e per conto del Ministero. In tale contesto sono state avviate attività ispettive di carattere amministrativo nei confronti di 3 soggetti economici destinatari di contributi ex legge nr. 488/1992, aventi tutti sede legale ed amministrativa in Avellino: tutte le società sono risultate direttamente e/o indirettamente riconducibili a medesime persone fisiche. - Lo scandalo del canone Come abbiamo visto, il valore dei due parchi eolici sottoposti a sequestro ammonta a circa 50 milioni di euro. Sapete quando riceve il Comune di Carlentini dalla società che gestisce gli impianti? Neanche 50mila euro all anno! Un autentico scandalo Vediamo come viene calcolata questa risibile somma. Si gioca su tre ipotesi in base all art. 5 della convenzione firmata a suo tempo fra il Comune di Carlentini e l Ivpc. Nel riquadro interno al paginone entriamo nel dettaglio. Vi invitiamo pertanto a leggerlo per meglio comprendere quanto espliciteremo in seguito.

9 INCHIESTA di EMANUELE GENTILE 9 HE SGARBI DEFINÌ STUPRO DEGLI IBLEI Gli strani collegamenti societari tra la la Ivpc e la britannica International Power Qualcuno di Carlentini ha verificato all Agenzia delle Entrate quanto produce la centrale costruita dall azienda irpina? Letto tutto? Bene. Poiché la vendita di energia comporta l emissione dei certificati verdi che hanno un ruolo fondamentale sulla redditività del parco (vedi ricavi CV) il comune in caso di importi inferiori a quelli calcolati sommando anche la componente proveniente dalla vendita dei CV dovrebbe quanto meno chiedere alla IPVC cosa intenda per vendita di energia visto che la sola parola energia, per come la si voglia intendere, comporta per l ente un incasso variabile da euro a più di euro. Avete capito, dunque, perché il Comune di Carlentini incassa così poco. Ciò è dovuto al fatto che la società di gestione del parco eolico gioca proprio sulla clausola di avverse condizioni metereologiche e/o prolungati guasti per evitare di rispettare in toto l articolato della convenzione. Alcune utili informazioni sulla Ivpc La Ivpc nasce nel 1993 su iniziativa di Oreste Vigorito e in collaborazione con la società americana Upc ( Due anni dopo, Oreste Vigorito esce dalla compagine societaria rimanendone in qualità di amministratore delegato. Lo stesso anno il partner industriale giapponese Eurus Energy (Ex Tomen - com) ne acquista il 50%. Passano dieci anni e Oreste Vigorito acquista dal partner americano Upc il 50% della Ivpc e il 100 delle società di service. Sempre nel 2005 la Upc vende il resto degli asset al gruppo irlandese Trinergy ( - stranamente il sito non è più attivo) grazie al fondo inglese Matrix. Un biennio più tardi, a sua volta, la Trinergy vende le sue quote Ivpc alla società inglese International Power ( con sede a Londra. La International Power ha una società operante in Italia, la Ip Maestrale. Nel corso del 2008 Oreste Vigorito lascia qualsiasi carica in seno alla Power International per occuparsi solo del settore riguardante la gestione tecnica degli impianti. Ed è proprio la International Power la società che è proprietaria dei due parchi eolici di Carlentini sottoposti a sequestro. Una brevissima annotazione finale sull azienda di Avellino. Fin dagli inizi la Ivpc si è specializzata in una duplice gamma di attività. La prima afferente alla costruzione degli impianti. L altra che si occupa della gestione e della manutenzione degli stessi. Termino questa parte dell articolo dedicata alla Ivpc con un singolare comunicato stampa rilasciato dalla stessa società. Eccone il testo: Avellino. 19 novembre Le vicende giudiziarie personali che stanno interessando l avv. Oreste Vigorito e il dr. Ferdinando Renzulli non hanno alcun collegamento con il gruppo di società noto come Ivpc (Italian Vento Power Corporation). In ogni caso, al fine di garantire una migliore continuità aziendale, gli stessi a causa del loro temporaneo impedimento, hanno, volontariamente, rassegnato le dimissioni da tutte le cariche ricoperte nelle suddette società ed i soci hanno nominato in loro sostituzione, quale amministratore unico, Ciro Vigorito. Si specifica, quindi, che nessuna delle società Ivpc ha subito un qualche provvedimento giudiziario né risulta allo stato attuale alcuna indagine in corso su tali società; pertanto, le società IVPC continuano a produrre energia con piena efficienza e nessuno degli impianti è oggetto di sequestro. Per una migliore intelligenza del fatto si ricorda che le società e gli impianti oggetto di indagini e sequestri di cui si è trattato sui giornali nei giorni scorsi sono di titolarità del gruppo inglese noto come International Power (IP Maestrale) la cui sede legale è a Roma e di cui l avv. Oreste Vigorito era fino al novembre 2008 amministratore delegato. Questo comunicato stampa ci fa sorgere qualche dubbio. Soprattutto in due direzioni. Quali i reali collegamenti societari fra la Ivpc e la International Power? Chi è il reale proprietario delle 12 società sottoposte a sequestro? Evidentemente la questione necessiterebbe di un supplemento di indagine. Converrete che ogni risvolto di questa faccenda ci ricorda delle scatole cinesi. Qualche dubbio. Inutile? Abbiamo già anticipato come mai la Ivpc paghi soltanto 50mila euro al Comune di Carlentini. Questo fa sorgere dei dubbi sull effettivo controllo che esercita il Comune nei confronti del rispetto della convenzione firmata oramai nove anni fa. Nella fattispecie, c è qualche impiegato o funzionario del Comune che si briga di conoscere se le dichiarazioni fornite dall Ivpc per il pagamento del canone annuale siano veritiere? In soldoni, viene espletato un controllo sui Certificati Verdi e presso l Agenzia delle Entrate al fine di sapere quanto produce il parco eolico costruito dall azienda irpina? E dal quantum di energia prodotta che si conosce l esatto ammontare della somma che la Ivpc deve dare ogni anni all ente comunale carleontino. Questi pochi soldi, quasi un elemosina, come vengono spesi? Il Comune ha previsto un piano pluriennale per l acquisto di pannelli fotovoltaici atti a produrre energia elettrica per i vari uffici comunali in modo da risparmiare sulla bolletta energetica? Bolletta energetica che costa ben euro alle casse comunali? Altri dubbi sorgono proprio analizzando la convenzione. Quali indicazioni i funzionari del Comune hanno ricevuto dal livello politico per redigere e firmare l atto? Non credo che i funzionari abbiano tutto questo potere. Lo hanno soltanto se ricevono un preciso incarico dall Amministrazione attiva, cioè Sindaco e Giunta. Nella convenzione con la Ivpc si è sempre parlato di un parco di 80 Mw mentre ad oggi dagli ultimi dati pubblicati dal Gse i due restanti parchi che risultavano fino all anno precedente qualificati a progetto sono scomparsi (ossia Iafr n. 308 e Iafr n. 310). L articolo 15 della convenzione impegna la Ivpc ad assumere personale locale. Su tale articolo non c è nulla da ridire se non per il fatto che un consigliere comunale, Marcello La Pusata, è fra gli assunti. Consigliere comunale espressione della lista civica dell allora Sindaco Battaglia. Passando all articolo successivo, l articolo 16, si legge che in caso di problemi legati all interpretazione ed esecuzione della convenzione ci si debba rivolgere ad un collegio arbitrale. Organo composto da tre persone: una nominata dalla Ivpc, una dal Comune e la terza da un accordo fra le parti. Capirete che si tratta di un escamotage per impedire di acclarare se la gestione del parco eolico rientra nell ambito previsto dalla normativa vigente e se la convenzione è rispettata. E chiaro che nominare un rappresentante in seno al collegio arbitrale comporta l attivazione di una spesa da parte del Comune. E visto che siamo in tempi di magra per gli enti comunali Parametro totalmente differente quello preso in considerazione dalla convenzione firmata dal Comune di Carlentini con Enel Green Power il 20 novembre del Infatti, qui non si parla di nomina di un collegio arbitrale, ma di risoluzione amichevole di eventuali problemi. Solo se la querelle non si risolve entro quarantacinque giorni si elegge quale foro competente quello di Siracusa. Sempre nella convenzione con l Enel si parla esplicitamente che il versamento deve essere accompagnato da tutta la idonea documentazione giustificativa dell importo versato; mentre nella convenzione con la Ivpc si parla solo della vendita di energia riportata in fattura. Cosa vuole dire? Avete notato le leggere differenze? Infine, gradiremmo sapere il perché l Amministrazione Comunale non abbia coinvolto la popolazione di Carlentini quando si è deciso di costruire il parco eolico. Un tale manufatto incide in maniera profonda sul territorio e comporta delle ricadute molto serie. Prassi politica corretta avrebbe dovuto prevedere che la città ne fosse informata anche per capire i reali vantaggi che avrebbero potuto originarsi dalla presenza dei parchi eolici Iafr n. 306 e Iafr n Brevissima conclusione La vicenda del parco eolico della Ivpc di Carlentini lascia l amaro in bocca e non si può non dare ragione al critico d arte Vittorio Sgarbi che l ha definito lo stupro degli Iblei. Soprattutto perché si trova a ridosso della zona di Pantalica patrimonio dell umanità! Con buona pace di tutta una serie di discorsi e convegni dove parole quali rispetto per il territorio e sviluppo ecosostenibile appaiono vuote di ogni significato e assumono i connotati di vere e proprie prese in giro. In breve, prendi i soldi e scappa. Calcolo di redditività: Come da 250 mila si scende a 50 mila euro Parco eolico Ivpc denominato Iafr n. 306 e Iafr n. 307 composto da 57 (di cui 1 in territorio di Sortino) aerogenaratori con un altezza di 50 m. Caratteristiche: Potenza nominale di 48,45MW (fonte:www. gse.it); Ventosità del sito valutato sulla base dei dati anemologici dell Atlante Eolico Italiano; Produzione annua del parco eolico: 47,60MW x 2000 ore/anno = Mwh/anno; Anno di produzione: al 30/06/2005 risulta solo in produzione l impianto Iafr n. 307 /, al 30/06/2006 risultano in produzione sia Iafr n. 307 che Iafr n. 306 (fonte: ). Redditività Note: 1) La convenzione, stipulata il 12 aprile del 2001 con deliberazione del Consiglio Comunale n. 8 del 12 marzo del 2001 per la realizzazione di un parco eolico di 80MW sul calcolo del canone annuo, stabilisce che la società Ivpc corrisponderà al Comune l 1,5% derivante dalla vendita di energia riportata in fattura. In caso di produzione elettrica ridotta, causata da avverse condizioni metereologiche e da guasti prolungati la Ivpc riconoscerà in quell anno al Comune un canone minimo garantito di lire (1.032,91 euro) per ogni MW installato e che l importo verrà erogato entro il 28 febbraio dell anno successivo al conteggio della produzione di energia elettrica. 2) Per gli impianti di potenza superiore al MWh i CV(certificati verdi) hanno un valore = alla differenza tra 180 ed il valore medio annuo del prezzo di cessione dell energia elettrica registrato nell anno precedente. - Ipotesi n.1 (oltre all energia ceduta, al Comune spetta anche 1,5% del valore dei certificati verdi venduti). Esempio di calcolo redditività anno Parco eolico Ivpc: 47,60MW x ore/anno = MWh/anno Coefficiente in relazione alla fonte rinnovabile: Eolica = 1.00 Quantità CV: Eolica = x 1.00 = CV Valore medio annuo del prezzo di cessione dell energia elettrica registrato nell anno precedente (2008) = 91,34 euro/mwh Valore CV = ,34 = 88,66 euro/mwh Ricavi da CV: Eolica: 88,66 x = euro Ricavi da Cessione Energia (valore medio annuo cessione energia ,00 euro/mwh): 80,00 x = euro Totale ricavi (CV + Cessione Energia Elettrica): = euro Rendimento totale al MWh: / = 168,66 euro/mwh Poiché il canone derivante dalla convenzione Comune IPVC è stato determinato nella percentuale 1.5% derivante dalla vendita di energia prodotta ogni anno e riportata in fattura ci aspetteremo un guadagno pari a 1,5% del totale ricavi pari a euro ,48 al netto di I.V.A. - Ipotesi n.2 (al Comune spetta solamente 1,5% del valore dell energia venduta) Esempio di calcolo della redditività del parco eolico nell anno 2009: MWh x 80 euro/mwh (circa) = Poiché il canone derivante dalla convenzione Comune Ivpc è stato determinato nella percentuale 1.5% derivante dalla vendita di energia prodotta ogni anno e riportata in fattura ci aspetteremo un guadagno pari a 1,5% del totale ricavi pari a euro ,00 al netto I.V.A. - Ipotesi n.3 (canone minimo garantito nel caso di mancata produzione) Esempio di calcolo della redditività del parco eolico nell anno In caso di produzione elettrica ridotta, causata da avverse condizioni metereologiche e da guasti prolungati la Ivpc riconoscerà in quell anno al Comune un canone minimo garantito di lire (1.032,91 euro) per ogni MW installato. Cioè, 47,60 MW x 1.032,91 euro = euro ,51 al netto I.V.A.

10 10 L Italia sempre più razzista: anti musulmani, anti immigrati, anti zingari, anti terroni Ho telefonato per una stanza in un comune milanese Sentita l inflessione dialettale chiudevano la cornetta di MONICA LANAIA (monica@lacivettapress.it) Parliamo di un argomento scomodo, di un argomento che tutti conoscono, che alcuni commentano, che pochi affrontano veramente: parliamo di razzismo. Atavica convinzione in base alla quale il genere umano può essere distinto in varie specie delle quali è possibile stilare una gerarchia; la ragione più profonda delle esternazioni razziste è il timore del diverso, il bisogno di ciascuno di omologarsi in un gruppo di individui con i quali condivide determinate caratteristiche: l unione degli appartenenti ai vari insiemi dà la forza di emarginare i diversi. E la nozione di diversità si può rintracciare ovunque: si può essere diversi per sesso, nazionalità o più in generale area geografica, religione, colore della pelle, opinioni politiche, condizioni economiche, e chi più ne ha più ne metta. Una recente indagine promossa dall Osservatorio sui fenomeni di xenofobia e razzismo è stata presentata alla Camera; i dati che si evincono sono raccapriccianti: la metà dei giovani italiani è razzista, o, detto con un eufemismo, diffidente nei confronti degli stranieri. Il gruppo più consistente è composto da ragazzi che nutrono una vera e propria fobia rispetto a rom, romeni e albanesi; l insieme più esiguo (ma pur sempre il 10% dei giovani) è il più estremista ed è formato da chi prova fastidio per ogni individuo che non vanti origine italiane o, quantomeno, europee. Dalla ricerca è emerso, inoltre, che si trovano su Facebook il moderno fulcro di quasi tutti i fenomeni sociali oltre un migliaio di gruppi razzisti e xenofobi; ve ne sono per tutti i gusti: anti musulmani, anti immigrati (con punte di settemila iscritti), anti zingari e dulcis in fundo anti terroni e napoletani. Che Garibaldi, se venisse a conoscenza di questi ultimi gruppi, si rigirerebbe nella tomba. Il fenomeno è molto più attuale di quanto si creda e aumenta esponenzialmente con l au- mentare della globalizzazione e con gli spostamenti degli individui dalle terre d origine ad altri punti del globo per motivi di necessità, per motivi di guerra o di fame, per motivi di studio o di lavoro. E si tratta di un fenomeno pervasivo, che attualmente interessa anche l ambito sportivo, per definizione improntato agli ideali di tolleranza, amicizia, condivisione; invece i cori razzisti negli stadi durante le partite di calcio sono, ormai, abituali. E non mancano episodi paradigmatici di questa situazione anche nella nostra città: risale ad appena due estati fa il bombardamento a suon di bottiglie di birra, cassette della frutta e pietre che ha coinvolto degli africani che dormivano presso la chiesa di Bosco Minniti; l episodio razzista era stato veementemente denunciato da padre Carlo, il parroco che è stato recentemente coinvolto in uno scandalo giudiziario concernente proprio i permessi di soggiorno agli immigrati. Ma la situazione non smette ancora di sorprenderci, è più grave di quanto si immagini: una nostra concittadina si è dovuta recare qualche mese in un paesino della Brianza per motivi di lavoro. La Brianza è un area della Lombardia; la Lombardia è una regione italiana, tanto quanto la Sicilia. La ragazza ci racconta: Il paese in cui ho cercato una stanza in affitto è un piccolo paese, con una bassa densità di popolazione, un paesino isolato, a chilometri di distanza dai centri abitati; già prima di trasferirmi ho cercato delle offerte di locazione su internet e ho telefonato per sapere se vi era la disponibilità nei mesi in cui vi dovevo soggiornare. Nessuno ha voluto affittarmi la stanza, accampavano scuse o direttamente chiudevano la comunicazione non appena, dal mio accento, intuivano che ero meridionale. Infine, ho condiviso una stanza con un giovane medico iraniano e con una ragazza franco-spagnola. La ragazza, allibita, non riesce a spie- garci altro, non riesce, lei stessa, a darsi una spiegazione, una giustificazione. Il razzismo è dietro l angolo e coinvolge non solo individui di nazionalità diversa (comunque appartenenti, a pieno titolo, al genere umano, sicché queste distinzioni di nazionalità sono, in fondo, solo una questione nominalistica), ma addirittura persone che vivono nello stesso stato, che, dialetti a parte, condividono la stessa lingua, che si riconoscono negli stessi valori e principi costituzionali, che sono rappresentati dagli stessi uomini politici, che hanno un comune vissuto storico. Ci sentiamo italiani, allora, solo ogni 4 anni, in occasione dei mondiali di calcio? Gli utenti potranno prenotare negli sportelli Cup una prestazione in tempo reale Da giovedì tutta l offerta pubblica erogata dall ASP è messa in rete. Si abbattono le liste di attesa Da giovedì anche all ospedale Umberto I di Siracusa è stato reso attivo il centro unico prenotazioni informatizzato. Con la messa in esercizio del presidio ospedaliero si conclude il processo di messa in rete di tutta l offerta pubblica erogata dall Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. L ottenimento di tale risultato sottolinea il direttore generale Franco Maniscalco - è il frutto di un lavoro che ha coinvolto in maniera significativa l Azienda e pone la stessa in una posizione di rilievo nel panorama siciliano. Ogni utente, recandosi in qualunque sportello Cup dislocato nel territorio dell Asp, potrà richiedere in tempo reale la prenotazione di una prestazione presso la struttura più vicina al proprio domicilio, compreso l ospedale Umberto I, con un minor tempo di attesa, scegliendo le situazioni che meglio soddisfano le proprie esigenze sanitarie. La messa in rete del Cup dell ospedale Umberto I insieme a tutte le altre strutture sanitarie dell Azienda concorre, secondo quanto riferisce l Asp aretusea, all abbattimento delle liste di attesa ed è un primo passo verso l estensione del networking dell offerta sanitaria che coinvolgerà successivamente anche le strutture private operanti sul territorio.

11 11 Checchè sia stato deciso alla Provincia, per Ferrovie dello Stato la Sicilia non esiste De Benedictis: La Regione deve stipulare il contratto di servizio Trenitalia cerca l alibi per il disimpegno e non dobbiamo darglielo di MARINA DE MICHELE (marina@lacivettapress.it) Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Con questa sintetica espressione, secondo Tito Livio, nel 219 a.c. gli ambasciatori di Sagunto chiedevano a Roma di intervenire prontamente per respingere l assedio che Annibale, il grande generale cartaginese, aveva posto alla città. Roma continuò a discutere e dopo otto mesi di combattimenti la città si arrese e Annibale la rase al suolo. Una storia che si ripete se si guarda alle vicende siracusane. Solo recentemente quello che è stato definito il tavolo provinciale per l economia e lo sviluppo ha dettato le linee fondamentali della nuova politica ferroviaria, la strategia vincente per l ammodernamento delle linee ferrate sia per favorire i flussi turistici che per il trasporto merci. Pochi fondamentali possibili obiettivi di un accordo di programma da andare a sottoscrivere con l assessorato regionale ai trasporti, i responsabili delle ferrovie dello stato e di Trenitalia regionale, i rappresentanti del governo nazionale: il collegamento veloce, ad esempio una metropolitana di superficie, tra Siracusa il porto di Augusta e l aeroporto di Catania, la realizzazione del doppio binario tra Siracusa e Catania, l attuazione del progetto già finanziato dal Cipe relativo all ammodernamento e alla riduzione dei tempi di percorrenza della linea ferrata Siracusa Ragusa Gela strategica ai fini dell intermodalità da realizzarsi con il porto di Pozzallo e l aeroporto di Comiso di prossima apertura, la messa in sicurezza, elettrificazione e velocizzazione della tratta ferroviaria Siracusa Modica, il collaudo e la messa in esercizio della fossa di manutenzione treni e della platea di lavaggio di contrada Pantanelli opere fondamentali per la salvaguardia dello scalo ferroviario siracusano e per la sua classificazione come stazione di testa, la salvaguardia del trasporto ferroviario passeggeri garantendo il collegamento tra il territorio e le città più importanti del Paese, del continente. Obiettivi non impossibili, che in alcuni casi si potrebbero agevolmente conseguire se unica fosse la volontà politica, se fosse presente, sulle criticità locali, la deputazione nazionale, in particolare il ministro Prestigiacomo oggi distratta dai problemi universitari: immediatamente cantierabile e pressoché esistente il collegamento con il Fontanarossa, già perfettamente realizzato lo scalo dei Pantanelli, già inaugurato, anni fa, l aeroporto di Comiso. Ma la realtà è un altra: il saccheggio di Sagunto è già avvenuto, nell assenza dei massimi rappresentanti istituzionali: locali regionali nazionali europei cosmici. Nulla di più evidente e chiaro della volontà di totale disimpegno di Trenitalia nel sud e in particolare nella Sicilia: un eliminazione progressiva dei servizi, la cancellazione delle tratte Caltanissetta - Ragusa - Siracusa durante i festivi e la prossima estate, il totale abbandono dello scalo dei Pantanelli per cui sono stati investiti tante migliaia di euro, nel cassetto il collegamento con Fontanarossa, ridotte le tratte a lunga percorrenza con il resto d Italia, solo fino a Catania Bicocca i treni merce. In una parola ormai già nei fatti il paventato isolamento delle aree produttive del territorio ed affidato solo al più costoso trasporto su gomma il traffico commerciale. Processi non imprevedibili, non nuovi ma che si sono andati sviluppando progressivamente, ne- gli anni, sotto gli occhi di tutti quelli che hanno voluto vedere, comprendere. Sono stati gli stessi responsabili di Trenitalia a fare affermazioni inequivocabili, anche in occasioni importanti in cui è emersa una certa schizofrenia nelle scelte e nei comportamenti tra gli attori di quella che rischia di essere una drammatica sceneggiata. L estate scorsa, con grande partecipazione di pubblico e di stampa, alla presenza dei presidenti delle province di Siracusa e Ragusa, dei sindaci di Noto e Modica e dell assessore Speranza per Siracusa, dell assessore regionale, allora ai trasporti, Giambattista Bufardeci, si celebrava la nuova iniziativa della Maratonarte, il treno museo alla scoperta del Barocco. Gratuitamente, tutte le domeniche fino a settembre, si offriva l occasione di riscoprire paesaggi splendidi e le bellezze artistiche del nostro territorio viaggiando su 2 carrozze d epoca, degli anni 30. Le famose centoporte, chiamate così per la particolare caratteristica delle dieci porte su ciascuna fiancata che favorissero il rapido flusso dei viaggiatori, recuperate nel loro aspetto originario e rimesse a nuovo; 72 posti a sedere ciascuna in un ambiente delizioso con i vecchi, forse un po scomodi ma certo romantici sedili di legno, le maniglie tirate a lucido, gli impianti di riscalda- mento di una volta. Una mostra itinerante, con video installazioni e un simulatore del sordo rombo del terremoto che nel 1693 rase al suolo contrade che riuscirono a risorgere più belle e splendide che mai. In quell occasione le timidi e cortesi sollecitazioni di alcuni politici, l invito sussurrato a mezza voce, quasi per non rovinare la festa, a non fermarsi a quella comunque importante iniziativa, avevano trovato più chiara e diretta espressione nelle parole dell assessore Bufardeci: Soddisfazione certo, ma non possiamo dimenticare la politica delle Ferrovie nel sud, un sistema ferroviario che sostanzialmente si ferma a Napoli, le risorse non spese. Non figli di un Dio minore ci sentiamo, ma figli di nessuno. Occorre rimodulare gli investimenti e non bastano le parole di mera disponibilità. Poche parole ma come pietre, a cui aveva fatto seguito la risposta, da anglosassone aplomb, del presidente Cipolletta portatore di una scomoda verità: Sulla bilancia delle politiche del gruppo solo uno è stato considerato il piatto vincente, quello su cui scommettere: l alta velocità fino a Napoli, un obiettivo fortemente voluto e tenacemente conseguito, insieme al riequilibrio finanziario. Il sud rimaneva il piatto perdente, il piatto leggero, quello su cui non lasciare risorse, ma con un contentino per gli astanti: Ora bisognerà pensare alla Sicilia - ha detto - ricordando che i progetti devono basarsi sulla sostenibilità economica, altrimenti falliscono. E recitava così il de profundis per l intero meridione. Oggi il tavolo provinciale parla della necessità del coinvolgimento della deputazione regionale e nazionale ma come evidenzia il deputato regionale del partito democratico, Roberto De Benedictis ognuno deve fare la sua parte. La Regione deve avere le carte in regola, è necessario che stipuli il contratto di servizio, perché l impressione è che Trenitalia abbia preso a pretesto la mancanza del contratto per giustificare il proprio disimpegno. In realtà non penso possa servire realmente, ma almeno avremo tutte le carte in regola e potremo far sentire le nostre ragioni. Potrebbe diventare una proposta molto forte del Pdl per la partecipazione dei giovani Granata: A Perugia nel battesimo di Generazione Italia proporremo il grande tema del voto ai sedicenni Per dare sostanza politica alla volontà di Generazione Italia di favorire una nuova fase di partecipazione giovanile alla vita pubblica, servono idee nuove e audaci: il tema del voto ai sedicenni mi sembra poter diventare una proposta molto forte da parte del PdL per favorire concretamente e non solo a parole processi di impegno e partecipazione dei giovani». Lo ha detto l on. Fabio Granata, Vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia. «Il livello di evoluzione delle nuove generazioni potrebbe garantire - ha detto Granata - alla politica italiana un nuovo slancio e costringere i partiti a tener conto di sensibilità e temi fortemente innovativi. Perugia, luogo del battesimo di Generazione Italia il 7 e 8 maggio prossimi, potrebbe rappresentare lo scenario adatto ad approfondire questo tema che insieme a quelli legati alle politiche culturali e ambientali e ai movimenti per la legalità e contro tutte le mafie possono costituire le basi di rilancio politico rilevante. Ai giovani interessa poco il tema astratto delle riforme né tanto meno possiamo avvicinarli discettando di semipresidenzialismo alla francese o liberismo privo di anima e progetto. Proviamo a rialzare bandiere e nuovi simboli per dare speranza e forza alla nuova Italia».

12 12 Il racconto Lettera a mia figlia di MARIA EMANUELA ODDO L ORGOGLIO DI UN PADRE La Civetta non pubblica racconti né poesie. Ma i lettori scuseranno l orgoglio del padre, direttore di un giornale, che fin dal primo numero moriva dalla voglia di proporre l estro creativo della figlia e si è fatto forza finchè ha potuto. Lettera a mia figlia non è l ultimo lavoro di Maria Emanuela. Fu presentato in un concorso letterario di una rete antiviolenza un paio d anni fa; poco prima che, con un altro racconto, vincesse il premio internazionale Pirandello. Mi dice che il suo sogno è diventare scrittrice. Ha ancora 18 anni e tuttavia io so che ce la farà ma la parola di un padre è poca cosa. Vale quella dei lettori. Ecco il racconto. Cara Giulia, mi chiedi chi è tuo padre. Me lo chiedi da quando avevi due anni e, penso tu l abbia capito, non ho mai voluto dirtelo. Perché fa male a me quanto ne farà a te. Sono sempre stata un po vigliacca. È per questo che scrivo: non ho il coraggio di guardarti negli occhi. Ora sei grande e devi sapere. Ti spetta di diritto. Però, ti prego, non piangere mentre scorri queste righe sullo sferragliare del treno dei tuoi diciott anni. Pensa che è passato, anche se non passerà mai. Pensa che sia solo una favola, anche se una favola crudele, perché vera. Era tardi, pioveva. Avevo appena quindici anni e tua nonna mi aveva mandato a letto, anche se io insistevo per aspettare mio padre, in ritardo come sempre. Giusto un secondo dopo che la porta della mia stanza si fu chiusa alle mie spalle, sentii il vocione impastato di alcool che inveiva dall ingresso. Avevo smesso di piangere il suo arrivo già da qualche mese, ma i tonfi e i singhiozzi di mia madre mi ferivano ancora. Quella sera la mamma non pianse. Uscì di casa. Sentii rumore di vetri infranti, di stoviglie scagliate contro il muro, poi un passo pesante e incerto salire le scale. Mi misi a letto e strinsi più forte le coperte, come se mi potessero proteggere da un dolore presagito. Avvertii come un brivido lungo la schiena, il cigolio della maniglia forzata da una mano ferita da frammenti di vetro. Rimase lì, fermo, nel cavo della porta, la sua ombra allungata e spiaccicata grottescamente sul pavimento della mia stanza. Poi si avvicinò piano al letto. Feci finta di dormire, ma il respiro affannoso, il cuore a mille, mi tradirono. Non mi prendi per il culo, bella! Svegliati!SVEGLIATI!!!. Mi afferrò per il pigiama e mi scaraventò a terra. La stoffa si lacerò e scoperse i seni appena sbocciati. Piangevo. Aprivo e chiudevo la bocca tentando di articolare una supplica, ma le parole mi restavano impigliate in gola, ricacciate giù dal terrore. Papà strozzato, stentato, tanto flebile che mi stupii che l avesse sentito. No, stronza, non sono tuo padre chissà chi se l è inculata la puttana di tua madre! pastoso, biascicato, sospeso tra l ira e l irrisione. Iniziò a sghignazzare nervosamente, alternando agli scrosci di risa convulse una parola mormorata a denti stretti. Puttana. Aveva una cintura consunta di pelle nera. La cinghia metallica era inspiegabilmente lucida: vi specchiai il terrore dei miei occhi mentre la sfilava dai pantaloni. Mi ritrassi contro il muro, stringendo istintivamente le gambe al petto, mentre lo scatto della zip mi rimbombava nelle orecchie. Spostai subitaneamente lo sguardo dalle mani insozzate dalle ferite del vetro agli occhi fiammeggianti, traboccanti di sfrenata insensatezza. Ebbi troppa paura anche per piangere. L ombra proiettata sul muro dalla sagoma scura spogliata per metà si avvicinava sempre di più. Cercavo inutilmente di incastonarmi nella parete, ma questo non gli impedì di impossessarsi, gli avidi palmi imperlati di brama, del mio seno scoperto. Bloccò ben presto anche le mie gambe, che non la smettevano di scalciare. Afferrò l elastico dei pantaloni del pigiama e lo strattonò con forza, vincendo la resistenza della mia mano disperatamente aggrappata alla licra rosata. Iniziai a tremare convulsamente, invasa da un ondata invincibile di vergogna, mentre il freddo del pavimento mi penetrava le cosce nude. Sentii le grosse dita di quello che non riuscivo a riconoscere come mio padre stringermi i glutei con una bramosia volgare, insolente. Non ebbi nemmeno la prontezza di ribellarmi: vidi i miei slip volare dall altra parte della stanza. Avevano dei coniglietti grigi su sfondo rosa. Erano quelli di una bambina. L alito pungente di alcool di quello che sembrava vomito mi si avvicinò al viso Vicino, troppo vicino. Le sue mani appiccicose del sangue ormai rappreso e del sudore di un emozione perversa esplorarono ogni singolo centimetro del mio corpo tremante, arreso. Una fitta al cuore spingeva fuori le lacrime ogni volta che le sue dita invadevano un po più in là. E lui, il viso ansimante sempre incollato al mio, rispondeva al mio pianto con scoppi di risa insensate. Poi mi afferrò forte per le spalle denudate e, anche se cercai di opporre l ultima, flebile, disperata resistenza, mi ritrovai stirata a terra col suo corpo madido strisciante sul mio. Fece male. Provai un dolore acuto, bruciante; sentii uno strappo penetrante, cruento. Ed entrò. Mi invase, devastandomi, sbriciolandomi l animo un po di più ad ogni spinta del bacino. Lo percepii dentro di me e avvertii un conato di disgusto risalirmi lungo l esofago. Svenni. Ma quella volta non fu l ultima. Mi chiudevo in camera, sprangavo la porta, sapendo che l avrebbe comunque aperta con una spallata, tentavo inutilmente di reprimere i tremiti incontrollabili che mi sconvolgevano le membra e pregavo. Urlai qualche volta, ma un paio di sonori ceffoni di quelle mani ormai sporche di un sangue che non era più dovuto a un vetro rotto, il suo stesso sangue, mi fecero passare il vizio. Non ho mai avuto il coraggio di scappare. Mia mamma sapeva. Non poteva non sapere. Eppure faceva finta di niente. Spuntava cerulea e sorridente ogni mattina a tavola, nascondendo sotto troppo pochi strati di phard i lividi della notte precedente. Sorrideva. Ipocrita. Almeno quanto me. Al mio ragazzo negavo il mio corpo per vergogna e alle mie amiche raccontavo di assurde cadute dalle scale o con la bici. Trascorse così quasi un anno, tra sguardi evitati e segreti latenti. Poi un giorno anche quell equilibrio fittizio di disperazione mascherata da consuetudine si infranse. Tornata a casa da scuola lo trovai in piedi, appoggiato con le braccia ormai sozze di libidine sul ripiano della cucina. Mi venne incontro, in una mano i risultati di quelle che dovevano essere delle semplici analisi di controllo, l altra chiusa a pugno lungo il fianco. Mi diede uno schiaffo. E mia mamma guardava, indolente. Eri tu. Tu che ti agitavi dentro di me. Figlia di un uomo di cui ero figlia. Urlò, ruppe bicchieri, si trattenne a stento dallo scagliarmi addosso il tavolino di servizio. Ed ebbe il coraggio di guardarmi negli occhi, mentre mi chiamava puttana!. Come quella prima sera. Puttana. Fu lo stesso appellativo che usò il mio ragazzo mentre mi sbatteva la porta in faccia. Avrei voluto dirgli la verità, ma ancora una volta non ebbi coraggio a sufficienza. Allora iniziai a correre a perdifiato, ostinandomi a non dare ascolto alla fitta che nel fianco mi chiedeva riposo. Arrivai a casa e spalancai la porta. Ci misi due minuti: con qualche ricambio nello zaino e tutti i miei risparmi in tasca presi il primo treno che mi capitò e andai via da quella città, in cui sono tornata solo di recente per guardare con gli occhi asciutti di rancore la lapide di un uomo senza dignità, di cui porti incestuosamente incastrato nelle vene il marchio vitale. Ti chiedo scusa se non te ne ho parlato prima. E ancora di più se ti ha fatto male leggere queste righe. Avrei potuto sorvolare sui dettagli, avrei potuto tagliare una scena, come si fa nei film. Ma questo non è un film. E quella scena c è stata, davvero. Non esiste censura per la violenza. Non posso recidere un pezzo di memoria e portarlo via solo perché fa male: l esperienza non si amputa. È un segno che ti rimane per la vita, impresso a fuoco su una carne insolentita dall abuso. La mia carne. Scusami ancora. Di tutto. Ti amo. Tua madre.

13 Un hdc: Il Comune mostra scarsa sensibilità nei confronti delle nostre esigenze 13 Mimmo Di Franco (L altra Augusta): Impossibile per i disabili accedere agli ambulatori dell ASP di CONCETTO DI MAURO Un recente fatto di cronaca riporta all attenzione dei più un tema di cui si parla sempre troppo poco, quello relativo alle barriere architettoniche, vale a dire quegli ostacoli che impediscono a chi abbia difficoltà motorie temporanee o permanenti di muoversi fuori casa o per strada e di accedere a luoghi pubblici o privati. La cronaca ci racconta di un uomo diversamente abile, cui non è stato possibile accedere ad una struttura pubblica, quella in cui si trovano gli ambulatori dell A.S.P. in via Federico De Roberto ad Augusta, a causa della mancanza di un ascensore o di un elevatore montascale. La vicenda, denunciata pubblicamente dal signor Mimmo Di Franco, esponente del movimento cittadino l altra Augusta, il quale da anni combatte una battaglia di civiltà ed impegno politico affinché vengano rimossi quegli ostacoli che impediscono a chi abbia una difficoltà motoria temporanea o permanente di poter condurre una vita che non sia segnata dall esclusione, oltre ad essere finita sui giornali, ha destato in città un certo scalpore e ci spinge ad approfondire il tema. L impossibilità di accedere ad un edificio pubblico, soprattutto a quello che ospita gli ambulatori medici dell A.S.P. sottolinea Di Franco - non è soltanto un impedimento al corretto svolgimento di un servizio pubblico, a danno di chi ne avrebbe maggior bisogno, ma anche una violenza nei confronti della loro dignità umana. Naturalmente, il problema si pone, non solo per chi sia costretto su una carrozzina, ma anche nei confronti degli anziani, delle mamme con i passeggini, di chi abbia avuto un incidente o un qualunque problema che limiti o impedisca la piena mobilità. A fronte di eventi di questo tipo, purtroppo, le istituzioni non intervengono in maniera rapida, pensi che ho vissuto in prima persona un episodio simile a quello di cui parliamo nel 2007, quando non riuscii ad accedere agli stessi ambulatori con il mio anziano padre. A seguito di quell episodio presentai una denuncia alla Procura della Repubblica e ancora sono in attesa di una risposta. Quali sono le maggiori criticità in materia di mobilità per i disabili nel territorio di Augusta? Al di là dell episodio descritto, c è da segnalare che la maggior parte degli edifici e degli uffici comunali sono sprovvisti di quegli strumenti, quali rampe o elevatori mobili che possano permettere l accesso ai diversamente abili o a chi abbia difficoltà motorie. Abbiamo spesso denunciato, ad esempio, che l edificio di Palazzo San Biagio è di fatto inaccessibile a chi non abbia una piena capacità motoria; in questo modo non solo si ostacola l accesso alla struttura ma anche la partecipazione alle sedute del Consiglio Comunale, ai dibattiti e ai convegni, una vera esclusione dalla vita pubblica. Sul piano degli accessi agli edifici pubblici, siamo riusciti, però, ad ottenere qualche buon risultato: grazie alla collaborazione di Poste Italiane, siamo riusciti a far ripristinare l elevatore montascale che consente l accesso al palazzo centrale delle poste, permettendo così una piena fruizione della struttura. Siamo anche riusciti a strappare al direttore delle poste di Augusta la promessa dell installazione di un corrimano che consenta, a chi ne abbia la necessità, di poggiarsi per salire le scale di accesso. Poi ho accolto con piacere il fatto che la ristrutturazione del Palazzo di Città abbia anche permesso l installazione di un ascensore e la costruzione di servizi igienici accessibili ai disabili. Quali sono i principali problemi per quanto riguarda la circolazione nelle strade? Anche in questo caso ci sono diverse mancanze che noi abbiamo puntualmente segnalato e denunciato: gli scivoli agli angoli dei marciapiedi sono pochi e collocati quasi esclusivamente lungo via Principe Umberto e non su tutti gli angoli, inoltre quelli che sono stati realizzati mancano di superficie antisdrucciolevole, creando così un ulteriore pericolo. C è anche da dire che la manutenzione dei marciapiedi è scadente e ciò rende difficoltoso a tanti il passaggio. Purtroppo a queste mancanze si somma anche l inciviltà di molti che lasciano le automobili sui marciapiedi, sulle strisce pedonali o proprio in corrispondenza degli scivoli, creando così ulteriori ostacoli e poi non sempre la Polizia Municipale interviene in modo efficace per evitare o reprimere tali abusi. Un ulteriore problema che lei ha spesso denunciato riguarda i parcheggi per disabili. I problemi maggiori riguardano i permessi, che non sempre vengono assegnati rispettando un generale principio di trasparenza, il rischio che si corre è che vengano destinati anche a chi non ne ha bisogno e quindi diritto. Dietro nostre insistenze, adesso, la disciplina prevede che il rilascio venga deciso da una apposita commissione di cui fa parte anche un medico, cui spetta valutare la sussistenza dei requisiti. Purtroppo anche in questo caso ci si scontra contro lo scarso senso civico di chi, una volta venuto meno il motivo che giustifica il rilascio del permesso, continua a tenerlo per sè e ad usarlo anziché restituirlo. Sarebbe necessaria un attenta opera di revisione che però le autorità competenti non sempre svolgono. La vostra protesta è giunta anche su facebook. E vero. Abbiamo costituito un gruppo denominato quelli che non frequentano i negozi con barriere architettoniche ed invito i vostri lettori ad iscriversi. Lo scopo di questa iniziativa è quello di sensibilizzare l opinione pubblica e i commercianti nei confronti delle difficoltà che i disabili, o chiunque abbia difficoltà motorie temporanee o permanenti, sono costretti ad affrontare ogni giorno. Fare la spesa, prendere un caffè, comprare il pane, gesti che a molti sembrano banali, per tanti altri sono quasi impossibili. Ecco perché vogliamo sostenere quei commercianti che, al contrario, decidono di aprire i propri negozi a tutti rendendoli pienamente accessibili. Lei ha posto anche il problema dell assistenza domiciliare agli anziani. Questo è un altro problema di rilievo, l assistenza domiciliare agli anziani è fondamentale per chi non sia pienamente autosufficiente. Purtroppo anche questo servizio da qualche tempo è stato sospeso, per mancanza di fondi. Qual è la situazione per quanto riguarda il trasporto pubblico? Nel 2007 la ESSO ha donato al comune di Augusta un pulmino perché venisse impiegato per i disabili. Per molto tempo, circa due anni, questo mezzo non è stato utilizzato. Oggi viene adoperato soltanto per brevi spostamenti all interno della città. Tra l altro i mezzi pubblici di trasporto, siano essi urbani o extraurbani, non sono dotati degli strumenti che consentirebbero una mobilità in condizione di piena autonomia anche ai diversamente abili. Tornando al problema dell accesso ai locali che ospitano gli ambulatori medici, l Azienda Sanitaria Provinciale, da noi contattata, ci rassicura sul buon esito della vicenda. Una soluzione - ci dicono dall ufficio stampa - si avrà non appena saranno individuati, all interno dell ospedale Muscatello di Augusta, appositi spazi atti ad ospitare il P.T.A., vale a dire il Presidio Territoriale di Assistenza e, quindi, non appena sarà effettuato il trasferimento in tale sede degli ambulatori oggi localizzati in via Federico De Roberto. Tuttavia commenta Di Franco ancora nulla si sa di certo sui tempi di tale trasferimento. Incontriamo anche Alessandro Settipani, giovane cittadino di Augusta, nonché membro dell associazione Il Faro Onlus, presieduta da Giovanni Spadaro. Alessandro vive ogni giorno le difficoltà causate dalle barriere architettoniche. La nostra posizione nei confronti dell Amministrazione Comunale è molto critica dice Settipani perché con le proprie azioni mostra una scarsa sensibilità alle nostre esigenze, basti pensare che si continua a rilasciare le licenze commerciali anche ad esercizi che non sono a norma sul piano dell accessibilità. Quali iniziative avete intrapreso, come associazione, per lottare contro le barriere architettoniche? Nel 2008 abbiamo lanciato una petizione affinché Palazzo San Biagio venisse adeguato alle esigenze dei disabili ed abbiamo raccolto in città ben 700 firme. Grazie a questa raccolta di firme siamo stati chiamati dall Amministrazione Comunale ed abbiamo partecipato ad un sopralluogo di natura tecnica. In quella occasione venne anche fatta una stima dei costi necessari a tale adeguamento, appena euro. Ma ancora non è stato fatto nulla. Tra l altro, non molto tempo fa, sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione nei servizi igienici di Palazzo San Biagio, ma non sono stati adeguati alle esigenze dei disabili. Abbiamo poi presentato un ulteriore progetto per accedere ai finanziamenti previsti dalla legge 328 del 2000, grazie alla quale si possono finanziare, con fondi provenienti dall Unione Europea, progetti di natura sociale. La nostra idea era quella di istituire uno sportello disabili il cui compito sarebbe stato quello di fornire consulenze nei confronti dell Ufficio Tecnico comunale e della Polizia Municipale in merito alle barriere architettoniche ed alle esigenze dei disabili. Ma il progetto è stato bocciato, in un finanziamento complessivo di circa euro non si sono trovati appena euro per realizzarlo. Domani a Palazzo Vermexio la premiazione del concorso sui temi della disabilità Si svolgerà domani alle 9.30 al salone Borsellino di Palazzo Vermexio a Siracusa la cerimonia solenne delle premiazioni degli alunni vincitori e delle scuole partecipanti al 2 Concorso grafico e letterario sui temi della Disabilità, organizzato dall Associazione Volontari per i Diritti dei Disabili nell ambito della Seconda Settimana della Comunicazione sulla Disabilità, con il patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa, del Comune di Siracusa, dell Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale della P.I. e delle principali Associazioni Provinciali dei Disabili, e con la collaborazione delle redazioni dei quotidiani, dei settimanali e delle emittenti televisive di Siracusa.

14 14 Coraggiosa azione di protesta dei deputati Vinciullo, Gianni e Bonomo. Atti alla Procura Dopo la costituzione di una Commissione speciale all ARS la Regione il 12 aprile non potrà dare il pass al rigassificatore di SALVATORE PERNA La richiesta della istituzione di una commissione parlamentare d indagine sui rischi ambientali e per la sicurezza esistenti nel territorio industriale della provincia di Siracusa, avanzata dal presidente della commissione Attività produttive dell ARS, apre una nuova fase nella vicenda del rigassificatore della Ionio Gas. La decisione, assunta al termine della riunione di mercoledì 7 aprile, è la logica conseguenza di un attenta valutazione delle gravi condizioni di rischio che la realizzazione di un terminal di rigassificazione nel sito prescelto determinerebbe. Ciò che emerge dal resoconto della riunione (integralmente riportata nel sito web di Salvo Maccarrone) è l incredibile sottovalutazione degli effetti disastrosi e sconvolgenti che un tale insediamento potrebbe determinare per le popolazioni in un area già intasata da altri pericolosi impianti a rischio di incidenti rilevanti. Le condizioni dell area e del sito, prescelto dalla joint venture Erg-Shell, presentano già elevati aspetti di criticità che erano stati severamente evidenziati nella relazione dell ex dirigente del Dipartimento regionale di protezione civile, Servizi rischi ambientali e industriali, ing. Salvatore Cocina: l alta frequenza di incidenti di piccola, media ed elevata gravità, l elevato rischio sismico della zona (attraversata dalla faglia ibleo-maltese), che incombe su impianti non adeguatamente antisismici, la poca distanza del sito dove si vorrebbero far sorgere i mastodontici serbatoi di Gnl da altri impianti pericolosi, con un possibile effetto domino, la vicinanza di insediamenti urbani, di vie di comunicazione stradali e ferroviarie, ed altro ancora. Tutti elementi ostativi, insieme ad altri, che erano già contenuti nel documento degli ex dirigenti dell assessorato regionale Territorio e Ambiente, Rossana Interlandi e Antonio Cuspilici, consegnato nella conferenza dei servizi del 26 novembre 2009; una relazione che esprimeva un parere negativo sull autorizzazione alla costruzione dell impianto. Tutto ciò non è bastato per mettere la parola fine ad un insediamento inammissibile, a far uscire da un incubo che dura da ben cinque anni le popolazioni dei comuni industriali. Così mentre si riaccendevano la protesta popolare, le prese di posizione dei movimenti cittadini e delle associazioni contro il rigassificatore, si riproponeva da un altra parte il grido stridulo delle cassandre sui rischi di crollo dello sviluppo industriale se non fosse stato dato il via libera alla realizzazione dell impianto. Nessuna riflessione, nessuna perplessità sembra sfiorare quei rappresentanti del mondo sindacale che continuano a fare del rigassificatore una sorta di feticcio o di rivendicazione corporativa, senza tenere in alcun conto ciò che la realtà ed anche le valutazioni tecniche dimostrano. Nascondersi dietro le difficoltà della crisi per avallare scelte che appaiono sconvolgenti è il segno di un inadeguatezza sociale e culturale o forse un declino conformista di subalternità. Minacciare decisioni di mobilitazione dei lavoratori se non si concederà l autorizzazione per la costruzione del rigassificatore appare come il segno di una debolezza estrema e della carenza di una visione complessiva dello sviluppo. Non si tiene neanche conto che sulla vicenda del rigassificatore sembra emergere un retroscena, tutto da chiarire, su possibili interferenze del mondo economico, che avrebbe indotto a scelte di estromissione di funzionari e dirigenti pubblici che ritenevano inesistenti le condizioni di sicurezza per la realizzazione di un rigassificatore nel sito di Priolo. Non si tiene conto che esponenti politici, come il deputato regionale del Pdl Enzo Vinciullo, hanno sollevato dubbi sulla regolarità di alcuni spostamenti o di vere e proprie defenestrazioni. E il caso dell ingegner Salvatore Cocina, sostituito alla direzione del Dipartimento regionale di Protezione civile dopo la pubblicazione della sua relazione sulle gravi condizioni di rischio esistenti nell area industriale siracusana; è quello del dottor Antonio Cuspilici estromesso dal dipartimento Territorio Ambiente, dopo la firma del documento (apposta insieme alla responsabile del dipartimento, Rossana Interlandi, poi spostata al dipartimento Energia) del 26 novembre, che considerava inesistenti le condizioni per l autorizzazione al rigassificatore. E ancora l accantonamento del responsabile regionale dei Vigili del Fuoco, dopo la firma di una relazione contraria al rigassificatore. E subito dopo una nuova comunicazione del nuovo direttore Fricano che dà una valutazione positiva sullo stato delle operazioni di adeguamento dei sistemi antincendio del sito prescelto per l impianto di rigassificazione. Non sorgono dubbi neanche nel Pd siracusano (apertamente a favore del rigassificatore), nonostante il rappresentante del Pd presente nella commissione, l on. Apprendi, abbia chiesto e ottenuto la trasmissione del verbale della riunione alla Procura della Repubblica di Siracusa per accertare eventuali elementi di reato. O la richiesta anch essa accolta, dell on. Pippo Gianni, della trasmissione degli atti della riunione anche alla commissione regionale antimafia. Le ragioni dei cittadini, del diritto a vivere in una condizione di sicurezza hanno trovato nuovi elementi di forza e l impegno di alcuni deputati siracusani, come Vinciullo, Gianni e Bonomo, a sostenere nelle sedi istituzionali questa priorità contro ogni logica di sottovalutazione costituisce un elemento che rafforza il valore democratico del pronunciamento contrario al rigassificatore espresso nei referendum di Priolo e Melilli dalla stragrande maggioranza dei cittadini. La conferenza dei servizi per un pronunciamento sul rigassificatore, prevista per il prossimo 12 aprile, a fronte delle importanti decisioni assunte dalla commissione attività produttive, non solo non potrà pronunciarsi (come alcune parti speravano) sulla realizzazione del terminal, ma potrà rappresentare invece, con l acquisizione di tutti gli elementi (relazioni dell ingegner Cocina, della commissione Grandi Rischi, ed altro ancora), una possibile fase di svolta per far prevalere i reali obiettivi di sviluppo da perseguire, partendo innanzitutto dalla realizzazione dell accordo di programma sulle bonifiche e puntando a scelte energetiche compatibili come le fonti di energia rinnovabile. Da Left L Isola Possibile del 2 aprile 2010 Il pericolo bellico sopra e sotto terra Un area fortemente militarizzata con compiti importanti nello scacchiere geopolitico della NATO nel Mediterraneo Come in una terra di nessuno, nella quale non si deve rendere conto di nulla, continua a crescere il potenziale militare della Nato nella rada di Augusta. Il nuovo assetto strategico delle forze aereo navali dell alleanza e degli Usa per il controllo del Mediterraneo centrale ha ampliato il ruolo di supporto della base Nato di Augusta alla VI flotta statunitense e della marina alleata che operano nel Mediterraneo. Il nuovo ruolo assunto dalla base di Sigonella (centro di comando da cui dipende la base megarese), come il maggiore centro logistico e di intervento per le operazioni di controllo, di interdizione e di attacco nello scacchiere mediorientale e del golfo persico, fa assumere alle installazioni presenti nel territorio siracusano compiti sempre più di primo piano. Così il pontile della Nato, che si protende nelle acque della rada in mezzo ai pontili di servizio della industria chimica Polimeri Europa e della raffineria della Erg, a non più di 200 metri dagli impianti di produzione dell etilene, vedrà aumentare l attracco di unità da guerra e di sommergibili a propulsione nucleare, per i rifornimenti anche di munizioni, accentuando i rischi già elevati presenti in un area densa di impianti a rischio di incidente rilevante. La militarizzazione del territorio dei comuni industriali costituisce già da tempo un pesante vincolo per il territorio dei comuni industriali della provincia di Siracusa. Va ricordato che nell entroterra, alle pendici del comune di Melilli e poco distante dal comune di Priolo Gargallo, in località Cava Sorciaro, è ubicato un deposito di stoccaggio di munizioni che sarebbero destinate alle forze navali della Nato e della VI flotta. A poca distanza da Cava Sorciaro, in contrada Palombara, sui fianchi della collina sovrastata dalle abitazioni del piccolo centro di Melilli, è insediato il centro operativo di comando della Marina Militare italiana, alla quale spettano anche i compiti di sorveglianza continua dei depositi d armi e del pontile. Non si esclude, nonostante le smentite delle autorità militari, che una rete di cunicoli per la movimentazione segreta degli armamenti colleghi tutti i poli dei siti militari, compreso quello a mare. Se a tutto ciò si aggiunge l esistenza di un altra polveriera in contrada Piano Tavola ad Augusta, non lontana dalla popolosa frazione marina di Brucoli, oltre ai grandi depositi di carburanti nelle località di San Cusmano (Priolo) e di Punta Cugno (Augusta) e all oleodotto che rifornisce di carburanti l aeroporto della base di Sigonella, si avverte il grave condizionamento posto dalle logiche militari alla stessa vita civile delle comunità. Non è solo l abnorme estensione delle servitù militari, che ad Augusta (sede anche di una delle più importanti basi navali italiane) rappresentano il 25% del territorio, a creare strozzature per una corretta gestione del territorio, ma è soprattutto la crescita esponenziale dei rischi per i cittadini dei comuni industriali. L attracco di unità da guerra dotate di armamenti micidiali, la presenza e la movimentazione di materiale bellico, la presenza di unità navali o sottomarine a propulsione nucleare, che non escludono rischi di dispersioni radioattive, costituiscono un pericolo immanente per le popolazioni. È un ulteriore, inaccettabile anello di una spirale da incubo che si continua a scaricare sulle persone e sulla loro vita. Il territorio industriale siracusano vive già drammaticamente in uno stato di insicurezza per i continui incidenti che coinvolgono gli impianti chimici e petrolchimici. L inquinamento atmosferico si somma alla contaminazione del suolo, dei corsi d acqua e del mare. Tutto ciò nel silenzio delle autorità e delle istituzioni. Le popolazioni non conoscono neanche quale sia il piano di emergenza predisposto in caso di incidenti rilevanti. Nessuna notizia e nessun cenno ai rischi di una dispersione radioattiva che potrebbe derivare dalla sosta di un mezzo navale a propulsione nucleare. Nel silenzio colpevole delle classi dirigenti, si sente solo la voce delle associazioni che svolgono da anni una dura azione di denuncia, come Augustambiente e Decontaminazione Sicilia ad Augusta e i movimenti no rigassificatore di Priolo e Melilli. Un azione forte, incessante per il disinquinamento, per eliminare le fonti devastanti di contaminazione ambientale che fanno crescere patologie e malformazioni, contro le logiche militariste, contro la logica aberrante di industriali, del ministro dell Ambiente e di esponenti politici locali di centrodestra e di centrosinistra, i quali sostengono nuovi insediamenti ad alto rischio, come il terminal di rigassificazione della Ionio Gas, che trasformerebbe in angoscia il futuro delle comunità. Salvatore Perna Editrice: Associazione Culturale Minerva Via Simeto, 4 - Siracusa Tel Direttore: Franco Oddo redazione@lacivettapress.it Vice direttore: Marina De Michele marina@lacivettapress.it Redazione, Amministrazione: Viale Teocrito, 71 - Siracusa Pubblicità: cell redazione@lacivettapress.it Reg. Trib. di Siracusa n 1509 del 25/08/2009 Stampa: Tipolitografia Geny Canicattini Bagni (SR)

15 Purtroppo in tanti a Siracusa s improvvisano cuochi e i ristoranti non puntano all eccellenza 15 Lo chef melillese Sebastiano Bafumi: La nouvelle cuisine in Sicilia non funziona. Un cannolo senza cialda è un altra cosa di ALESSANDRA PRIVITERA (alessandra@lacivettapress.it) Ha un curriculum d eccezione Sebastiano Bafumi, melillese della classe 76: la passione comincia nell estate del 1991 quando, «mentre i miei amici andavano al mare e in discoteca afferma io ho cominciato a lavorare come commis de cucine presso il villaggio turistico La playa di Catania. Lì ho capito che il mio futuro sarebbe stato tra i fornelli». La vita, però, non è stata facile, immaginiamo. «No, non è stata per niente facile: dall età di sedici anni, ogni estate, ho lavorato presso le cucine di ristoranti sempre più prestigiosi fino a quando ho deciso di lavorare come libero professionista». Quindi non hai una cucina fissa? «No, preferisco lavorare a prestazione per sperimentare sempre nuovi ambienti: ho imparato a cucinare (studiandone le peculiarità) i piatti trentini; ho compreso a fondo dopo averne conosciuto le antiche origini e gli usi di tradizioni ancestrali l arte del produrre, del bere e dell associare la birra ai piatti; ho seguito una serie di corsi per diventare anche scultore di frutta e verdura». Ma come si diventa chef? «Io ho cominciato col frequentare l Istituto Alberghiero Federico II di Svevia di Siracusa, poi ho continuato con corsi professionalizzanti organizzati dalla Regione e dall Università di Catania, presso la quale ho seguito dei corsi di Scienze degli alimenti riguardo alle materie tecnico-pratiche dei servizi di cucina. Ovviamente allo studio teorico ho sempre accompagnato la pratica nelle cucine di molti ristoranti in tutta Italia». E oggi? «Oggi insegno Laboratorio di cucina e ristorazione all Istituto Commerciale Alberghiero Moncada di Lentini e Microspecializzazione in banchetting all Istituto Alberghiero Federico II di Svevia di Siracusa. Continuo a cucinare per numerosi ristoranti a Siracusa ma anche a studiare Scienze della nutrizione e gastronomia all Uni-Tel di Milano». Cosa ti dà più soddisfazione al momento? «Per paradosso: l insegnamento. E, soprattutto, la didattica con i ragazzi diversamente abili: è stata una bella e profonda emozione lavorare con loro e, addirittura, vincere con loro un premio per un concorso organizzato a livello provinciale». Pochi sanno a Siracusa della tua esperienza in Rai «Sì, sono stato contattato dalla Rai qualche tempo fa non so ancora da chi abbiano avuto il mio nome, perché si sono rifiutati di darmi questa informazione per parlare di un piatto che presentasse prodotti siciliani tipici ma non ordinari. Perciò ho proposto una rana pescatrice del Mediterraneo (pesce di fondale facilmente reperibile dalle nostre parti) su specchio di fico pala accompagnata da arancia fritta di Lentini. Pensate che il costo totale di questo piatto per quattro persone è di soli 6 euro. Il servizio è poi stato mandato in onda dal programma televisivo Linea Blu e da Sky». Cucina francese e cucina siciliana, insomma. Sarà stato un gran successo «Il servizio è piaciuto molto in Rai anche se io non sono un sostenitore di questo binomio: la novelle cuisine associata alla cucina siciliana a mio avviso non può funzionare perché la cucina francese smonta i piatti siciliani nei suoi componenti essenziali per ripresentarli con vesti diverse. Vi faccio un esempio: del cannolo siciliano la cucina francese prende la ricotta (lavorata alla modalità siciliana) e la presenta libera dalla cialda del cannolo che viene presentata con altre forme; i sapori saranno gli stessi, è vero, ma nulla rimanderà alla tradizione siciliana che, se volete, consiste anche nello sporcarsi mangiando un cannolo. Giornali e reti locali avranno richiesto il tuo intervento dopo questo esordio, immaginiamo. «Per nulla: nessuno mi ha mostrato pure una minima attenzione. È come se la provincia siracusana non apprezzasse i suoi figli: si va sulla rete nazionale ma nessuna delle tv né alcuno dei giornali locali mi hanno contatto per sapere chi fossi e perché fossi finito sugli schermi di mezza Italia». Quali sono le possibilità occupazionali nel Siracusano per un giovane chef come te? «Il lavoro non manca: purtroppo, però, tutti oramai si improvvisano cuochi o aiutocuochi con costi per i datori di lavoro di gran lunga inferiori, rispetto alle aspettative dei professionisti. Questo fenomeno, ovviamente, colpisce la professionalità riconosciuta e va a discapito dei risultati. Basti pensare che chef del calibro del siracusano Maurizio Urso (Presidente Regionale dell Accademia Italiana Cuochi e Pentola d Oro, insieme a soli altri due italiani, Mei e Vissani), non hanno la giusta valorizzazione di cui godono nel resto d Italia se non addirittura all estero. Purtroppo oggi a Siracusa i ristoranti non puntano all eccellenza: con questo non voglio dire che non vengano utilizzati materie prime di ottima qualità, anzi. Ma voglio sottolineare come lo Chef non debba sapere solo cucinare e impiattare bensì sia chiamato a conoscere la storia, le proprietà, le caratteristiche delle materie prime usate nei suoi piatti. Queste conoscenze, purtroppo, sono molto rare». Quali sono i tuoi sogni nel cassetto? «Vorrei scrivere un libro di gastronomia e nutrizione, insieme: ma per cominciare mi occuperò di curare un sito di gastronomia che andrà sul web a breve». Ottimo lavoro della struttura diretta dal dott. Migliore, responsabile la signora Spataro Laboratorio tematico al Comune sul sistema Formazione Confronto tra pubbliche amministrazioni fra cui Siracusa di GIUSY SCARCELLA (giusy@lacivettapress.it) Spesso dimentichiamo che alcuni comportamenti non sono per nulla scontati. Fare formazione, cioè ricordarsi di formare e formarsi dal punto di vista della conoscenza durante tutto l arco della vita lavorativa non è da tutti e non è facile. Essere fannulloni solamente perché si lavora in una pubblica amministrazione non è lecito e non è realistico. Per contribuire a sfatare questi luoghi comuni, giovedì 8 aprile mattina si è svolta, presso il Salone Borsellino di Palazzo Vermexio, nell ambito della Vetrina delle Eccellenze 2010, una giornata di laboratorio tematico e di condivisione delle buone pratiche dal titolo: Buone pratiche formative e diversità nella società che cambia. L incontro è stato organizzato dal settore Formazione del Comune di Siracusa, diretto da Vincenzo Migliore, responsabile Gina Spataro con la collaborazione di Salvatore Cortesiana, Rita Savasta, Giusi Greco e Vincenzo Birbio. Tra le varie finalità che il convegno si proponeva, l obiettivo specifico di delineare uno scenario evolutivo del sistema pubblico tenendo conto delle migliori tendenze in atto in Italia e nella nostra Regione. La giornata di Laboratorio ha rappresentato, inoltre, anche un importante occasione di confronto con rappresentanti di altre Amministrazioni coinvolte nell attività che hanno ricevuto la Segnalazione di Eccellenza nell ambito del premio internazionale Filippo Basile e ha cercato di facilitare il raggiungimento degli obiettivi attraverso una riflessione condivisa tra rappresentanti di alcune Pubbliche Amministrazioni (Ausl 5 di Messina, Comune di Castelvetrano, Comune di Palermo, Corte d Appello di Palermo, IC Mattarella di Palermo, IISS Adria di Mazara del Vallo, Insieme onlus di Castelvetrano, Unione dei Comuni della Valle del Belice, Università di Palermo) fra cui l Amministrazione Comunale di Siracusa. Durante la mattinata sono stati presentati i progetti Premiamo i Risultati (Ministro per la P.A. e l Innovazione / Dipartimento della Funzione Pubblica), Hub&Spoke system e capacity building EuroMediterranea (Formez/ Dip.to Funzione Pubblica/ Ministero del Lavoro) e Valutazione civica e qualità urbana (Formez/Dip.to Funzione Pubblica). A movimentare l incontro hanno contribuito dei filmati sull esperienza formativa dei dipendenti dell amministrazione comunale di Siracusa e un ricordo, con il contributo della vedova, di Filippo Basile, il dipendente regionale ucciso dalla mafia in memoria del quale è stato istituito il premio internazionale della Formazione.

16 16 L ho concessa in comodato gratuito alla Società Ippica. E non recedo, stiano tranquilli L Aeronautica Militare alla SIS: Sgombrate Il marchese Gargallo: Una topica, l area è mia di CORRADO FIANCHINO Due conferme indirette della dismissione in atto dell area dell aeronautica di via Elorina. La prima è il silenzio con cui è stato accolto l articolo della scorsa settimana sull argomento, là dove davamo come cosa ormai fatta lo smantellamento del centro Radar, o almeno il suo drastico ridimensionamento (oggi possiamo aggiungere, grazie alle ulteriori informazioni raccolte, che si starebbe contrattando solo la disponibilità di alcuni alloggi per i militari, una sorta di permuta), entro il 2012, dato il programma di razionalizzazione e riduzione dei costi di gestione dell Arma. Questa volta nessuno ha smentito la notizia, come invece avvenuto nel 2008, e ciò suona come la definitiva conferma di un processo in atto. Ma qualche malizioso potrebbe malevolmente pensare che il silenzio non sia l effetto della presa d atto, rassegnata, di come le informazioni siano ormai sfuggite al controllo e divenute di dominio pubblico, bensì di una limitata diffusione del settimanale, che nessuno, o quasi, legge. Noi della redazione sappiamo che non è così ma per stare al gioco, per assecondare il malpensante, per solleticare il suo perverso narcisismo, forse frutto di una sottile invidia, conveniamo pure sull ipotesi che gli interessati non abbiano saputo nulla di quanto da noi scritto. Veniamo allora alla seconda conferma: la lettera che il comando del 34mo gruppo radar di Mezzo Gregorio ha inviato nel marzo scorso alla Società Ippica Siracusana. Ne avevamo parlato nell articolo ricordando che nel 2008 l addetto stampa dell aeronautica, per ribadire la totale autonomia dell arma rispetto alle volontà politiche, già in passato aveva autonomamente deciso a chi dare in concessione temporanea aree nella sua disponibilità ormai inutilizzate, e aveva citato, quale esempio, proprio il rapporto privilegiato con la SIS cui aveva consentito l uso dell area alle spalle della statale 124, limitrofa al Match ball. Nella lettera inviata a marzo il tenente colonnello Salvatore Gissara chiede alla SIS di rimuovere, dall area denominata ex 66 Deposito Sussidiario Zona Servizi, tutto il materiale lì posto entro il 19 aprile successivo. Un termine definito come improrogabile dovendosi procedere al picchettamento e alla recinzione dell area demaniale, non per poterla utilizzare in proprio ma, secondo gli informati, per poter procedere alla sua cessione. Si sarebbe quindi arrivati al momento delle cessioni delle aree ormai inutili ed è presumibile che presto si discuterà anche della ben più appetibile area di via Elorina. Ma nella vicenda della SIS qualcosa non torna ed è un particolare gustoso: l area di cui l aeronautica chiede lo sgombero non è demaniale e non è nella disponibilità dell aeronautica stessa. A rivendicarne la proprietà, a rassicurare la società ippica, si è fatto immediatamente presente, tramite il proprio legale di fiducia, il vero titolare: il marchese Tommaso Gargallo. Immaginiamo che l aeronautica sia caduta in un grossolano errore. Quel terreno appartiene alla mia famiglia che da anni ne ha consesso la disponibilità alla società ippica in comodato d uso. Una decisione da cui non intendo assolutamente recedere. Stiano pure tranquilli gli amici della SIS e continuino pure il loro lavoro, nessuno li disturberà. Collaboratori allo specchio. Galeotto fu il viaggio in India. La mia vita in flash back Massimiliano Greco: Ho deciso di lasciare l università a tre materie dalla laurea. Non mi vedevo dottore Finalmente, dopo ponderata e poderosa riflessione e un attesa da prima donna, ho deciso di presentarmi ai lettori della Civetta. Questo è il mio primo scritto autobiografico, genere da me poco o punto frequentato (non che la mia produzione in altri generi possa essere paragonata a quella di Shakespeare!): se son ciminiere fioriranno (o qualcosa di simile). Dopo questo preambolo (che i più acuti intuiranno avere lo scopo di menar il can per l aia!) mi accingo all immane compito, al cui confronto la conquista di Troia o del Vello d oro appare un gioco da ragazzi. Iniziamo dall età: ventisette, ma ne dimostro meno, come dicono tutti quanti. Io rispondo sempre che quando avrò settantanni ne dimostrerò quaranta. Corporatura: non muoio di fame! Carattere: tipicamente quello dello Scorpione riservato, timido, ma con un aculeo pieno di veleno, da usare contro gli scocciatori! Hobby: leggere e scrivere, principalmente (le malelingue sussurrano: e rompere le scatole ). Opere preferite: Ah! Quanto, a dir qual era è cosa dura! Diciamo che possiamo iniziare dall Odissea, le Metamorfosi di Ovidio e altri classici, per giungere fino ai nostri giorni con Junger, Tolkien, Lovecraft e altro ancora. Nel mezzo, possiamo piazzare le varie epopee cavalleresche, quelle germanico-scandinave e numerosi libri indiani. Passiamo a musica e cinema, dove troneggiano rispettivamente Wagner e Akira Kurusawa (spero di aver azzeccato la grafia, sennò sai che mala fiura! ). Esperienze di vita: qui viene il bello o il brutto, a seconda del punto di vista (e poiché il mio umorismo a geometria variabile oggi inclina verso il pessimismo cosmico, opto per la seconda scelta). Diciamo che la mia esistenza è stata abbastanza noiosa fino ai vent anni, con una serie di scelte effettuate più per soddisfare le aspettative di altri che le mie. Va da sé che in fondo io stesso non sapevo quali fossero le une o le altre. Poi, nel 2005, avvenne il primo episodio importante, che ebbe una decisa influenza anche negli anni a venire: mi recai in India. Com è, come fu? Vi dirò solo che conobbi delle persone su internet, che stavano organizzando quel viaggio. Venni invitato a partecipare. All epoca avevo la borsa di studio dell università, facoltà di Scienze Politiche (se ne parlo solo adesso non si tratta di amnesia, ma di voluta noncuranza). Ne avevo già sparato una parte in pub e cose simili, per cui mi dissi: perché no?. Così partii, e il trovarmi in una realtà così diversa da quella a cui ero abituato mi aiutò a vedere parecchie cose sotto un altra luce. Molti mi avevano sconsigliato di andare, ma come insegna Seneca: l assenso della folla è prova del peggio. Ne dedussi quindi che il biasimo dei più fosse prova, se non del giusto, quanto meno del male minore e non mi sbagliavo. Se dovessi fare una narrazione fedele di quel viaggio, non scriverei più un pezzo di presentazione (la parte maligna in me, sussurra riempitivo ) ma qualcosa a metà fra Kipling ed Hesse, senza esserne capace. Ora che ho catturato la vostra attenzione, credo di potermi permettere uno di quei bei flash back per cui vado matto, ma che sui giornali sono visti come la cenere sul tappeto, o giù di lì. E il tempo della scuola superiore: rullo di tamburi... l Enrico Fermi di Siracusa, indirizzo chimico per di più. Sì, lo so, lo so: non c entra un tubo né con i miei hobby né col prosieguo degli studi. Tuttavia, il bello deve ancora arrivare: in italiano all inizio avevo voti bassi. C erano professori che dicevano non sapessi scrivere (a rileggere certi miei articoli, il dubbio mi coglie in effetti, ma glissiamo!). Al primo anno, addirittura doverti frequentare un corso di recupero di quella materia, ma solo per il primo quadrimestre. In compenso, come ci si può aspettare, andavo bene in chimica. Gli ultimi anni la situazione si era ribaltata: altissimi voti nelle materie letterarie, compensati da valutazioni poco lusinghiere nelle materie scientifiche. Lo ammetto: la mia vita è come il volo del calabrone, un paradosso inspiegabile. Comunque sia, passiamo alla successiva istantanea: il mondo universitario, il cui abbandono mi ha attirato gli sguardi compassionevoli di amici e parenti, che da allora mi ritengono un po squinternato o giù di lì. Se qualcuno di voi esitasse a unirsi al coro, gli darei una spintarella aggiungendo che ho lasciato a tre materie dalla fine. Alla classica e poco originale domanda, perché? rispondo: perché no? che è anche il nome dell imbarcazione che guidò quell esploratore (il nome non lo ricorderei neppure sotto tortura) al Polo Sud. Semplicemente, mi ero accorto che non era ciò che volevo.. Dopo un quasi inutile lavoro al call center, colsi al volo un altra occasione e mi recai a Torino, a lavorare. Iveco, catena di montaggio. Agganciavo i basamenti dei trattori, che poi sarebbero stati lavorati dagli altri operai. Era un lavoro brutto e noioso ma prendevo uno stipendio e potevo mettere da parte qualcosa... almeno in teoria: non conoscendo nessuno o quasi, inizialmente dovetti alloggiare in albergo. Finalmente, dopo varie traversie, cambi di domicilio e domande del tipo: ma lei è parente di Michele Greco, il mafioso? riuscii a trovare un bilocale tutto per me. Caliamo il sipario sulle bottiglie di liquore, la tanica di birra e i cocktail di quel periodo e passiamo oltre. Per un anno lavorai in quella squallida fabbrica: il lavoro lo detestavo, ma almeno guadagnavo e, cosa molto importante, c era la possibilità di godersi fiumi, nebbia e altre cose del genere. Lo ammetto, anche se le cosa dovesse costarmi delle occhiate di compatimento: amavo recarmi sulle rive del Po, la domenica mattina, per godermi i giochi colorati del Sole e della Nebbia sulle sue acque. Successivamente mi misi in proprio e iniziai a fare il commerciante di abbigliamento al mercato: venti giorni dopo scoppiò la crisi. Sono certo che non occorra aggiungere altro. Dopo mesi fastidiosi e privi di quei piccoli pezzi di carta chiamati soldi che si rifiutavano ostinatamente di finire nelle mie tasche, ruzzolai (è l unico termine adatto) di nuovo in Sicilia. Dei molti sogni folli che mi avevano spinto a certe scelte (fra questi, mettere da parte dei soldi per poi recarmi nei paesi più sperduti in cerca di avventura) ne erano rimasti solo due. Il primo era di terminare quella tela di Penelope che era il mio romanzo (ebbene sì, ne sto scrivendo uno e spesso mi domando se arriverà mai il fatidico istante in cui potrò scrivere la magica parola, fine ), il secondo era quello di trovare un lavoro non schiavizzante e che fosse in linea con le mie caratteristiche. Può questo essere un compendio esaustivo della storia della mia vita? Non credo proprio. D altra parte la domanda più importante è: può questa tiritera continuare a lungo, senza provocare crisi isteriche in chi legge? Idem con patate, perciò mi affretto a concludere. Aggiungo solo che, aspetto economico a parte (la dea bendata quando passa vicino casa mia cambia strada), quello intrapreso è un ottimo cammino: mi condurrà alla meta? Giungerò, se non a gustare i pomi delle Esperidi, quanto meno ad avere uno stipendio decente? Ai posteri (e ai datori di lavoro) l ardua sentenza... massimiliano_greco@lacivettapress.it

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