EU FUNDING FOR THE ENVIRONMENT IL MANUALE DEL WWF PER LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI COMUNITARI PER IL PERIODO

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1 EU FUNDING FOR THE ENVIRONMENT IL MANUALE DEL WWF PER LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI COMUNITARI PER IL PERIODO

2 PREFAZIONE Il WWF ha da tempo riconosciuto l importanza dei Fondi dell Unione Europea sia per lo viluppo rurale, regionale e agricolo che per lo sviluppo dell ambiente. Con oltre 80 miliardi di spesa annua ripartita tra i 25 Stati membri dell Unione, tali fondi rappresentano un grande potenziale di finanziamento per le questioni ambientali. Le organizzazioni nazionali del WWF lavorando con le altre Organizzazioni Non Governative (ONG) ambientali hanno costantemente controllato, nei 15 anni passati, che i fondi in questione fossero spesi in modo adeguato. Le varie ONG, così come il WWF, sono state quindi sempre all erta per assicurare che i programmi relativi ai fondi europei seguissero tutti gli obblighi ambientali dell UE, ad esempio soddisfacendo le indicazioni previste dalla VIA così come indicato dal Regolamento dei Fondi Strutturali. Ma c è un'altra circostanza ancora più positiva per l ambiente e la conservazione della natura. Nel 1999, per la prima volta, i Regolamenti dei Fondi Strutturali hanno riconosciuto l utilizzo di tali fondi per la protezione e la conservazione dell ambiente. Questo cambiamento è stato particolarmente significativo. Per la prima volta, infatti, le autorità locali e regionali e i governi nazionali hanno ottenuto la possibilità di presentare proposte relative a programmi ambientali e naturali che fossero in linea con gli obiettivi della politica di coesione dell Unione Europea esposta nel Trattato. Contemporaneamente gli aiuti per il settore agricolo sono stati gradualmente riformati, non solo con lo scopo di ridurre gli impatti sull ambiente ma anche per offrire nuove opportunità di finanziamento per le priorità ambientali. Il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi europei previsto per il periodo è attualmente in pieno svolgimento e per la prima volta un nuovo gruppo di paesi e regioni beneficiarie parteciperà ad un intero ciclo di programmazione. Ciò considerato la rete nazionale e locale del WWF, insieme ai suoi partners europei, ha lavorato, negli ultimi 8 mesi, per presentare alcuni esempi di programmi di conservazione dell ambiente e della natura che potrebbero beneficiare dei Fondi europei. Questi programmi, laddove venissero realizzati, rappresenterebbero un reale aiuto sia per la tutela delle risorse idriche, naturali, energetiche e ittiche dell Unione sia per il raggiungimento dei relativi obiettivi ambientali. Questo manuale rappresenta dunque una guida pratica per la programmazione dei Fondi europei destinati sia allo sviluppo regionale e rurale sia alla pesca. Tale guida è stata concepita per essere di aiuto ai rappresentanti regionali e nazionali e a tutti coloro che si occupano di redigere e designare i programmi relativi alla protezione ambientale e naturale. Fateci sapere dunque se questo manuale raggiunge gli obiettivi indicati e suggeriteci eventuali proposte per migliorare e ampliare le prossime versioni. Tony Long Direttore de WWF European Policy Office Bruxelles aprile

3 INDICE Introduzione 1. Le proposte di Regolamento in materia di Fondi europei per il periodo Quadro generale Quadro delle prospettive finanziarie per l ambiente 2. Identificazione dei bisogni finanziari dell ambiente Finanziamenti per la conservazione della natura (Natura 2000) Finanziamenti per la conservazione delle acque dolci (Direttiva Quadro nel settore delle acque) Finanziamenti per la riduzione della CO2 (efficienza energetica e rinnovabile) Finanziamenti per la mobilità sostenibile 3. Le possibilità di finanziamento per l ambiente attraverso i fondi dell Unione europea Il legame tra i bisogni finanziari e i Regolamenti 4. Il percorso dalle possibilità di finanziamento alla realtà Principi di finanziamento Il processo di programmazione La tempistica teoria e pratica Fattori di successo INDICE DELLE TABELLE Tabella 1: Finanziamenti : Proposte della Commissione europea (2004) Tabella 2: Strumenti di finanziamento dell UE: obiettivi e scopi Tabella 3: Quadro generale dei finanziamenti ambientali Finanziamenti per la conservazione della natura (Natura 2000) Tabella 4: Gestione e amministrazione Tabella 5: Attività e monitoraggio Tabella 6: Infrastrutture Finanziamenti per la conservazione delle acque dolci ( Direttiva Quadro in materia di acque) Tabella 7: Gestione e amministrazione Tabella 8: Attività e monitoraggio Tabella 9: Infrastrutture Finanziamenti per la riduzione della CO2 Tabella 10: Gestione e amministrazione Tabella 11: Attività e monitoraggio Tabella 12: Infrastrutture Finanziamenti per la mobilità sostenibile Tabella 13: Gestione e amministrazione Tabella 14: Attività e monitoraggio Tabella 15: Infrastrutture 3

4 Opzioni di finanziamento Tabella 16: Opzioni di finanziamento per la Rete Natura 2000 Tabella 17: Opzioni di finanziamento per la Direttiva Quadro sulle acque Tabella 18: Opzioni di finanziamento per la riduzione della CO2 Tabella 19: Opzioni di finanziamento per la mobilità sostenibile Quadro generale degli articoli delle proposte di Regolamento europee in materia di Fondi attinenti con i finanziamenti ambientali Tabella 20: Articoli del FESR attinenti con i finanziamenti ambientali Tabella 21: Articoli del FSE attinenti con i finanziamenti ambientali Tabella 22: Articoli del FEASR attinenti con i finanziamenti ambientali Tabella 23: Articoli del FEP attinenti con i finanziamenti ambientali Tabella 24: Fattori di successo degli attori ambientali coinvolti nella programmazione dei Fondi europei 4

5 INTRODUZIONE Qual è la posta in gioco? Il limite con cui gli Stati membri gestiscono le politiche ambientali chiave dell Unione europea, vale a dire le politiche relative alla perdita della biodiversità, ai cambiamenti climatici e al raggiungimento, nel lungo periodo, di uno sviluppo sostenibile, dipende in gran parte dalla disponibilità di risorse economiche. Attualmente sono in fase di elaborazione decisioni chiave relative all uso dei Fondi europei e dei cofinanziamenti nazionali, che, potenzialmente, potrebbero essere utili per la gestione delle citate politiche ambientali. I Regolamenti proposti dalla Commissione europea, relativi ai più importanti strumenti finanziari, contengono, come mai era accaduto finora, molte possibilità di finanziamento per le priorità ambientali. Tuttavia, l inserimento e l integrazione di tali priorità ambientali nell ambito della programmazione finanziaria è una possibilità e non un obbligo per i singoli Stati membri. I Regolamenti finali dunque offrono molte opportunità, ma è solo la programmazione a livello nazionale e regionale per l utilizzo di tali fondi che determinerà quale di queste opportunità sarà effettivamente scelta. Tali decisioni sono in corso in questo periodo. Sebbene i Regolamenti relativi ai Fondi europei siano stati appena definiti, il processo di programmazione per l eventuale uso di tali fondi, è già iniziato in tutti e 27, esistenti e futuri, Stati membri dell UE, in modo che le risorse economiche possano essere disponibili a partire dal 1 gennaio In breve: la posta in gioco è la possibilità a livello nazionale e europeo di finanziare programmi per la conservazione dell ambiente e della natura. È dunque in atto la programmazione per l utilizzo futuro di miliardi di euro ed è inoltre di importanza cruciale che gli attori ambientali sia le autorità ambientali che le ONG- siano coinvolti in questo processo. Lo scopo di questo manuale è dunque di offrire loro un valido aiuto. A chi è rivolto questo manuale? Questo manuale si rivolge a tutti coloro che lavorano per l integrazione, nella politica dei finanziamenti europei per il prossimo periodo di programmazione , della conservazione dell ambiente e della natura, ed in modo particolare si rivolge a : - autorità ambientali sia a livello nazionale che regionale - altre autorità coinvolte nel coordinamento dei Fondi europei per l ambiente - ONG ambientali o organizzazioni regionali A cosa serve questo manuale? Le nuove bozze dei Regolamenti relativi ai Fondi europei, contengono molte opportunità, esplicite ed implicite, per finanziare programmi di conservazione ambientale e naturale. Questo manuale aiuterà ad identificare queste opportunità, presentando idee per eventuali misure e progetti, da sviluppare nel prossimo ciclo di programmazione, nei settori della protezione della natura (Natura 2000), gestione delle acque ( Direttiva Quadro nel settore delle acque), energia ( efficienza energetica e energie rinnovabili) e mobilità sostenibile. 5

6 Il manuale individua quindi i principali strumenti finanziari europei, proposti dalla Commissione, in grado di finanziare tali programmi di conservazione ambientale: Fondi Strutturali e di Coesione, Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale, Fondo europeo per la pesca e lo strumento finanziario per l ambiente. Il manuale aiuterà a: - analizzare e comprendere le potenzialità dei finanziamenti presentati nelle bozze dei Regolamenti - collegare le azioni con le opzioni di finanziamento - identificare le possibilità per collegare e coordinare gli aiuti attraverso diverse fonti di finanziamento - presentare esempi di successo come suggerimenti per nuove misure e progetti Cosa non offre questo manuale? Questo manuale non propone progetti pronti da poter usare nel prossimo periodo di programmazione. Presenta, invece, una serie di opportunità finanziarie per l ambiente contenute nelle proposte dei Regolamenti relativi ai Fondi europei. Naturalmente tali opportunità finanziarie non sono né definitive né esaustive, in quanto la loro definizione dipenderà dall accordo tra il Consiglio e il Parlamento. Inoltre il manuale non presenta opportunità finanziarie disponibili a livello nazionale, in quanto queste non dipendono solo dalla versione definitiva dei regolamenti ma anche e soprattutto dalla versione definitiva della programmazione nazionale e regionale per l utilizzo dei fondi. Il WWF e i Fondi europei Il WWF è stato coinvolto per molti anni nella designazione e attivazione dei Fondi europei sia a Bruxelles sia a livello nazionale e regionale. L organizzazione lavora su questi temi attraverso una serie di gruppi che si occupano sia di finanziamenti che di specifiche aree tematiche (Fondi regionali, Fondi di Sviluppo Rurale, Natura 2000, Direttiva Quadro sulle acque, Cambiamenti climatici) coprendo anche molti Stati dell Unione europea allargata, dal Portogallo alla Polonia, dal Belgio alla Bulgaria. Per maggiori informazioni sull attività del WWF su questi temi consultate il sito 6

7 1. LE PROPOSTE DI REGOLAMENTO IN MATERIA DI FONDI EUROPEI PER IL PERIODO Lo scopo di questo capitolo è descrivere il quadro generale delle proposte di Regolamento e le possibilità di finanziamento destinate alla protezione dell ambiente e della natura. Quadro generale Nel luglio 2004 la Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative in materia di sviluppo rurale e regionale, pesca e ambiente. La tabella successiva elenca il quadro generale di queste proposte compresi gli obiettivi e le priorità, gli strumenti di finanziamento proposti e gli stanziamenti economici. Tabella 1: Finanziamenti Proposte della Commissione europea (2004) Area Obiettivi/Priorità Beneficiari/Strumenti Stanziamenti in miliardi di euro Politica di coesione 1 Coesione economica e sociale Sviluppo rurale 2 Pesca 3 Ambiente 4 Convergenza Regioni meno sviluppate/fesr, FSE, FC Competitività regionale e Regioni sviluppate/fesr, 57.9 lavoro FSE Cooperazione territoriale Regioni sviluppate/fesr, FSE 13.2 Assistenza tecnica Monitoraggio, valutazione, 1 gestione e misure pilota Sviluppo rurale sostenibile Competitività Tutte le aree rurali/feasr >13.3 (15%) (agricoltura/foreste) Gestione del Tutte le aree rurali/feasr >22.2 (25%) territorio/ambiente Economia rurale Tutte le aree rurali /FEASR >13.3 (15%) LEADER Territori selezionati/feasr >6.21(7%) Gestione e sviluppo Settore della pesca e aree di 4.96 sostenibile del settore della pesca costiera/fep pesca Secondo strumento da Realizzazione della riforma proporre 2.64 della PCP Sviluppo e attuazione della legislazione e della politica 2.19 ambientale Attuazione/gestione UE allargata/strumento 1.65 (75-80%) Informazione finanziario per l ambiente 0.4 (20-25%) /Comunicazione 1 Proposte relative a : Disposizioni generali sui fondi strutturali e di coesione COM(2004)492 definitivo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) COM (2004) 495 definitivo Fondo Sociale Europeo (FSE) COM(2004) 493 definitivo Fondo di Coesione (FC) COM (2004)494 definitivo Gruppo Europeo di Cooperazione Transfrontaliera (GECT) COM(2004)496 definitivo 2 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) COM(2004) 490 definitivo 3 Fondo Europeo per la Pesca (FEP) COM (2004) 497 definitivo 4 Strumento Finanziario per l Ambiente (LIFE+) COM (2004) 621 7

8 Prima di analizzare queste proposte dal punto di vista della conservazione dell ambiente e della natura, è necessario sottolineare quanto segue: - I documenti citati rappresentano le prime proposte legislative della Commissione europea che, prima della loro adozione finale, dovranno essere discusse dal Consiglio e dal Parlamento europeo e di conseguenza in modo indiretto dagli Stati membri. Durante le discussioni saranno sicuramente apportati dei cambiamenti. Nonostante ciò il processo di pianificazione è già iniziato in alcuni Stati membri. Quindi per poter partecipare in modo efficace ai processi di pianificazione, i rappresentanti ambientali dovranno essere informati opportunamente in merito agli eventuali cambiamenti e alle nuove opportunità che si svilupperanno. - Il limite massimo di spesa per tutta la Comunità deve essere deciso dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Come in passato la Commissione ha suggerito di fissare tale limite all 1.24 % del Prodotto Interno Lordo (PIL). Tuttavia alcuni Stati membri i Paesi contribuenti - preferiscono tenere il limite più basso, stabilendo un budget dell 1% del PIL. Se questi Paesi scelgono di seguire la loro strada, il budget proposto dalla Commissione dovrà essere ridimensionato a danno delle opportunità disponibili per l ambiente. Quadro delle prospettive finanziarie per l ambiente L approccio della Commissione europea nei confronti dei finanziamenti per l ambiente previsti per il periodo , si basa da un lato sul relativamente piccolo Strumento Finanziario per l Ambiente (cosìdetto LIFE+), il quale è esclusivamente dedicato all ambiente, e dall altro sull integrazione degli aspetti ambientali negli altri principali settori di finanziamento. È dunque molto importante riuscire a valutare quali siano le possibilità di finanziamento per l ambiente presenti negli altri settori e negli altri strumenti di finanziamento. Bisogna inoltre considerare che l identificazione delle possibilità di finanziamento previste nelle proposte di Regolamento è soprattutto un esercizio di coordinamento tra le esperienze passate e l attuale conoscenza tecnica. In molti casi però ci sono considerevoli possibilità di interpretazione, ognuna delle quali con i suoi limiti; per questo motivo bisogna sempre tenere a mente l obiettivo primario e lo scopo di ciascuno strumento finanziario. Tabella 2: Strumenti di finanziamento dell UE: obiettivi e scopi Strumenti Proposte /Obiettivi/Missione Scopo dell assistenza FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FSE Fondo Sociale Europeo FC Fondo di coesione Riduzione delle disparità regionali, promozione dello sviluppo strutturale e riconversione delle economie regionali Rafforzamento della competitività e dell innovazione, creazione di lavori sostenibili, e promozione di una crescita ambientalmente equilibrata Pieno impiego, aumento della qualità e della produttività del lavoro, promozione dell integrazione sociale e riduzione delle disparità a livello di occupazione regionale Forti legami con la Strategia europea per l occupazione Convergenza degli Stati membri meno sviluppati Investimenti produttivi Infrastrutture Altre iniziative di sviluppo (servizi alle imprese, strumenti finanziari) Protezione ambientale Cooperazione Flessibilità dei lavoratori e delle imprese Accesso all impiego per i disoccupati e per le persone inattive Rafforzamento dell integrazione sociale Investimenti nelle risorse umane Rafforzamento della capacità istituzionale e dell efficienza della pubblica amministrazione Nuove azioni e cooperazione Rete di trasporti trans-europea Progetti ambientali 8

9 FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale FEP 5 Fondo Europeo per la Pesca LIFE+ Strumento finanziario per l ambiente Sviluppo rurale sostenibile in tutta la Comunità.Ristrutturazione del settore agricolo Sviluppo sostenibile del settore della pesca e delle zone di pesca costiere Sviluppo e realizzazione della politica e della legislazione ambientale comunitaria come contributo per promuovere lo sviluppo sostenibile Sviluppo sostenibile con evidenti benefici ambientali: efficienza energetica, energie rinnovabili, trasporti sostenibili Miglioramento della competitività dell agricoltura e delle foreste Miglioramento dell ambiente e delle zone rurali Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e incoraggiamento della diversificazione delle attività economiche Misure per l adeguamento della flotta di pesca della Comunità Acquacoltura, trattamento e commercio del pescato Misure di interesse collettivo Sviluppo sostenibile delle zone di pesca costiere Realizzazione e gestione della politica ambientale Informazione e comunicazione relativa a temi ambientali Considerato quindi questo quadro degli obiettivi generali,degli scopi e degli strumenti finanziari, la tabella seguente indica un primo orientamento tra le possibilità di finanziamento per l ambiente e la conservazione della natura. Una descrizione più dettagliata in merito a tali possibilità è inclusa nel capitolo 3. Tabella 3: Quadro generale dei finanziamenti ambientali Finanziamenti diretti (specifici per l ambiente) Finanziamenti indiretti (integrazione in altri settori) risanamento ambientale infrastrutture ambientali Gestione idrica Biodiversità /Natura 2000 Efficienza energetica7energia i bil Competenza ambientale Sensibilizzazione ambientale Prevenzione dei rischi naturali Mobilità sostenibile Turismo sostenibile Agricoltura e silvicoltura t ibili Pesca sostenibile Industria/tecnologie pulite Innovazione/ricerca e sviluppo Qualificazione/integrazione sociale Salute/qualità della vita FESR Convergenza C C? C C C C C C C C C C Competitività C? C C C C C C Cooperazione? C C P C C C C C C FSE C? Convergenza C? C C Competitività C C Fondo di coesione? C?? C C 5 9

10 FEASR P P C C C C C C C C FEP P P P P C C P LIFE+??? C C? C= certo P= possibile?= incerto 10

11 2. IDENTIFICAZIONE DEI FONDI NECESSARI PER L AMBIENTE Lo scopo dei paragrafi seguenti è di presentare una selezione delle principali voci di costo identificate dagli esperti del WWF, del BUND (amici della terra, Germania) e del ITDP Europa, riferite a quattro principali temi ambientali: la Rete Natura 2000, l applicazione della Direttiva quadro sulle acque, il raggiungimento del risparmio energetico e la riduzione dei parametri della CO2, lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile. Per tutti e quattro questi temi, i costi sono stati calcolati considerando le tre principali categorie di spesa, che riflettono, da un lato, il fabbisogno per piccoli investimenti riferiti alla attuazione e gestione della politica, dall altro il necessario per gli investimenti maggiori, vale a dire per le infrastrutture: - Gestione e amministrazione, comprende tutti quei costi che non si riferiscono ai luoghi e alle attività, ma che invece riguardano la struttura politica e amministrativa e l acquisizione di competenze da parte delle amministrazioni in vista delle nuove responsabilità. - Attività e monitoraggio, comprende tutti quei costi che si riferiscono ai luoghi e alle attività specifiche e alla loro relativa gestione - Infrastrutture, comprende tutti quei costi che si riferiscono alla realizzazione, al miglioramento o al rinnovamento di strutture necessarie per il raggiungimento degli obiettivi ambientali. I costi presentati per ogni categoria e per ognuno dei quattro settori ambientali non sono certamente esaustivi; piuttosto devono essere intesi solo come una lista indicativa degli investimenti necessari per l ambiente con l unico scopo di sottolineare le potenzialità che ciascun fondo possiede per contribuire a finanziare i bisogni ambientali. Bisogna notare che le linee di costo generali ( ad esempio la sezione della rete internazionale di NATURA 2000 ) sono elencate insieme ai costi specifici ( ad esempio la preparazione dei piani di gestione è citata nella stessa colonna). In questo senso è stato fatto un tentativo per cercare di trattare a pieno campo i bisogni e le opportunità finanziarie e per presentare alcune logiche sottostanti che possono essere proiettate anche verso altri temi 11

12 Finanziamenti per la conservazione della natura (NATURA 2000) La rete di sicurezza dell Europa. In risposta alla repentina perdita di specie animali e vegetali, nel 1990, i rappresentanti europei hanno adottato le Direttive Habitat e Uccelli, comunemente chiamate Rete Natura 2000 per le aree specialmente protette. Lo spirito centrale delle due Direttive è di frenare la perdita della biodiversità entro il Tali Direttive rappresentano: la base della politica di conservazione dell Unione, uno dei quattro temi prioritari del Sesto Programma di azione dell Unione europea e lo strumento chiave per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo, così come richiesto nel summit di Gotheborg e dalla Costituzione europea. Dopo più di dieci anni di preparazione per identificare e designare i siti Natura 2000, la sfida ora è realizzare concretamente la Rete e questo richiederà un grande sforzo politico e finanziario. In accordo con la Comunicazione della Commissione europea sul finanziamento di NATURA , per la realizzazione della Rete in tutta l Europa allargata, saranno necessari circa 6.1 miliardi di euro ogni anno. Nella Comunicazione, la Commissione, ha proposto che la maggior parte del sostegno per la realizzazione della Rete Natura 2000 debba arrivare dai Fondi per lo Sviluppo agricolo e regionale europei e nazionali approccio che potrebbe fornire i fondi necessari sia per Natura 2000 sia per contribuire alla riforma e allo sviluppo della sostenibilità agricola e regionale nel lungo periodo. Lo Strumento Finanziario per l Ambiente proposto dalla Commissione, in qualità di fondo espressamente dedicato al finanziamento ambientale, in accordo con la Comunicazione, dovrebbe rappresentare un modesto ma importante supporto, per quei settori che non sono coperti dai finanziamenti principali. Sfortunatamente l approccio flessibile della Commissione nel proporre lo Strumento Finanziario per l Ambiente rende difficile giudicare fino a che punto tutto questo verrà realizzato nella pratica (per ulteriori informazioni sullo Strumento Finanziario per l Ambiente consultare il Capitolo 3). Per i finanziamenti a vantaggio delle aree marine ci si aspetta invece una grande lacuna. La proposta iniziale della Commissione relativa al Fondo Europeo per la Pesca, non include infatti uno specifico riferimento alla Rete Natura 2000, anche se alcuni articoli del Regolamento potrebbero fornire un supporto, seppur limitato, per alcuni aspetti legati alla attuazione della Rete, così come descritto nel Capitolo 3. Le tabelle 4 e 6 delineano i principali costi relativi al finanziamento della Rete Natura 2000 e spiegano brevemente il loro contenuto 7. Da notare che le tabelle non comprendono i costi relativi alle zone umide e ai fiumi in quanto questi sono comprese nei costi della Direttiva quadro sulle acque di cui si parlerà nella parte successiva. 6 Comunicazione della Commissione sul finanziamento di NATURA 2000 (COM(2004) 431 definitivo) 7 Le informazioni sono tratte da un rapporto commissionato dal WWF, Finanziare Natura 2000 (Alberto M. Arroyo Schnell, 2004) che esamina la lista dei costi per Natura 2000 sviluppata dal gruppo di lavoro Articolo 8 della Commissione (Markland 2004) e inclusa nella Comunicazione della Commissione per il finanziamento di Natura 2000 così come indicato dallo staff del WWF e dalle organizzazioni associate 12

13 Tabella 4: Gestione e amministrazione Voci di costo Adattamento della legislazione Costituzione dei corpi di gestione Costi amministrativi Tirocinio e formazione Attività di sensibilizzazione e educazione ambientale Misure e attività per la gestione dei turisti Sistemi di partecipazione pubblica Attività di rete Preparazione e revisione dei piani di gestione per i siti o le specie Misure e attività per effettuare stime di valutazione delle condizioni e degli impatti ambientali Studi scientifici, inventari, mappe Oggetto Studi, coordinamento tra le autorità Fondi di partenza, studi di fattibilità, piani di gestione, ecc. Costi per il personale, consumi, spese di viaggio, affitti, ecc. Manuali, seminari, laboratori, materiale di comunicazione. Costi per l organizzazione di meeting e laboratori, pubblicazione di materiale informativo, creazione e gestione di siti internet, ecc Guide, mappe, personale,ecc. Reti di comunicazione,produzione di newsletteres e/o consultazione dei risultati, materiale di comunicazione, supporto finanziario per gli stakeholders, ecc Viaggi, convegni, ecc. Elaborazione e/o aggiornamento dei piani di azione, dei piani di uso del territorio, ecc. Costi di coordinamento tra le autorità, raccolta di indici e database, monitoraggio delle attività, ecc. Studi, ricerche, laboratori e convegni, raccolta di dati, ecc Tabella 5 :Attività e monitoraggio Costi Attività di sorveglianza, vigilanza e ricognizione Sistemi di monitoraggio Conservazione degli habitat e delle specie, misure di gestione e recupero Attività di conservazione exsitu e programmi di reintroduzione Misure per assicurare l uso sostenibile di piante e habitat Pagamenti compensativi Progetti transfrontalieri Supporto e comunicazione dei progetti pilota Contenuti Personale, consumi, viaggi, ecc. necessari per realizzare un attività di sorveglianza, incluso il controllo delle attività ricreative dannose ( sport motorizzati, caccia, ecc.), il controllo delle attività economiche dannose (trivellazioni, dragaggi, costruzioni, pesca, difesa della costa, ecc) e protezione contro gli incendi. Piani di monitoraggio, personale, viaggi, consumi, attrezzature Lavori di recupero, infrastrutture, preparativi per passaggi naturali, gestione di specifiche piante e vegetazioni Costi per la conservazione delle specie ex-situ, ricerche, creazione di apposite infrastrutture, ecc. - Misure agro-ambientali, ad esempio produzione a bassa intensità, allevamenti estensivi di bestiame, conservazione delle praterie, ecc. - Misure silvo-ambientalii, ad esempio controllo o eliminazione delle specie estranee, attività di rimboschimento o riforestazione, gestione della vegetazione, ecc. - Misure idro-ambientali, ad esempio misure per la gestione della pesca incluso l uso di attrezzi selezionati e zone di divieto, ecc Pagamenti compensativi, ad esempio per gli agricoltori, i silvicoltori o per coloro che in quanto proprietari o utilizzatori di terreni interessati dalle prescrizioni di Natura 2000 hanno subito perdite di guadagni Assegnazione dei finanziamenti per gli schemi di cooperazione per la protezione e la gestione di risorse e ecosistemi transfrontalieri Sviluppo di progetti pilota che dimostrino gli effetti positivi di alcune misure e spieghino le tecniche di gestione 13

14 Tavola 6: Infrastrutture Voci di Costo Mantenimento delle infrastrutture Nuove infrastrutture per il mantenimento o il risanamento di habitat e specie Infrastrutture di uso pubblico Acquisto di attrezzature Misure di precauzione nei siti non ancora designati (psic) Misure di prevenzione, controllo e gestione degli incendi Misure di mitigazione per le infrastrutture che interessano Natura 2000 Acquisto di terreni Oggetto Costi derivanti dalla svalutazione delle infrastrutture Include un apparato di misure per la creazione di specifiche infrastrutture per la gestione dell ambiente, ad esempio per la gestione delle acque nelle paludi e nelle zone fangose Infrastrutture di uso pubblico dirette alla gestione e protezione dell ambiente (ad esempio infrastrutture che incrementano il valore estetico del luogo, ad esempio sentieri, punti di osservazioni e centri visite.) Include l acquisto di attrezzature rilevanti per l istituzione e le azioni di protezione e gestione, come uffici, attrezzature informatiche, materiali di monitoraggio, auto, barche, equipaggiamento per immersioni, telecamere, ecc. Include la preparazione di piani di controllo degli incendi, lo sviluppo di infrastrutture e l acquisto di attrezzature Include misure di gestione post- costruzione, disposizioni per passaggi e corridoi per le specie e interruzione di attività pericolose Acquisto di terreni per la protezione ambientale e schemi di gestione Finanziamenti per la conservazione delle acque dolci (Direttiva quadro in materia di acque) Proteggere le acque dell Europa, e molto di più. La Direttiva quadro in materia di acque adottata nel dicembre 2000 dal Parlamento europeo e dal Consiglio, rappresenta il cardine della politica europea nel settore delle acque, ma la sua importanza riguarda anche altri settori in quanto fornisce la struttura e gli strumenti per la gestione integrata dei bacini idrografici. Lo scopo della Direttiva è quello di impedire ulteriori deterioramenti e raggiungere un buono stato ecologico e chimico in tutte le acque dell UE entro il Dicembre La Direttiva quadro sulle acque è un provvedimento innovativo in quanto offre un approccio olistico e moderno della gestione delle acque nel territorio dell UE grazie all introduzione di un sistema di Gestione Integrata dei Bacini Idrografici. Questo sistema si basa sul funzionamento naturale degli ecosistemi delle acque dolci, incluse le zone umide e le acque sotterrane, in quanto queste ultime rappresentano le sorgenti delle acque da cui dipendono le popolazioni. Ne deriva che la gestione dei bacini idrografici deve includere il mantenimento delle funzioni degli ecosistemi come scopo primario. Per assicurare il conseguimento dei relativi vantaggi socio economici, i bisogni e le aspettative di tutte le parti interessate devono essere valutati congiuntamente e a livello dello stesso bacino idrografico ed inoltre le decisioni sulla gestione delle risorse idriche devono essere basate sulle migliori informazioni possibili. L attuazione della Direttiva quadro sulle acque, che doveva essere convertita in legge nazionale nei vari Stati europei entro la fine del 2003, è caratterizzata da diversi cicli di pianificazione. Il primo ciclo deve essere conseguito entro 15 anni (dal 2000 al 2015) mentre i successivi hanno una durata di sei anni. Durante questi cicli, le Autorità di Bacino create per gestire i singoli bacini idrografici previsti dalla Direttiva- dovranno sviluppare e realizzare una serie di obiettivi. In alcuni casi i cicli 8 Per sapere di più sulla Direttiva quadro sulle acque, consultate Tips and tricks for water Framework Directive implementation, documento per le ONG ambientali da utilizzare come guida per l applicazione della direttiva, pubblicato nel marzo 2004 e disponibile consultando il sito 14

15 saranno attinenti con l organizzazione e la formazione delle Autorità di Bacino stesse, in altri casi invece riguarderanno: le analisi e le caratterizzazioni delle condizioni originali dei distretti di bacino, l attuazione delle misure per la gestione delle acque, necessarie per raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalla Direttiva,l istituzione di sofisticati sistemi di monitoraggio,la comunicazione del processo di attuazione della Direttiva, e, molto importante, l istituzione e l attivazione di procedure di partecipazione pubblica. Ogni ciclo culmina con la produzione di un Piano di Gestione del bacino idrografico, che comprende tutte le misure necessarie a prevenire il deterioramento e a raggiungere il buono stato dei corpi idrici. Il primo piano di gestione dovrebbe concludersi entro il 2009 e il primo gruppo di misure dovrebbe iniziare ad essere applicato nel Tuttavia ogni ciclo di pianificazione non dovrebbe essere considerato come un processo lineare piuttosto come un processo interattivo, con differenti fasi di revisione interna, che riflettono le dinamiche del bacino e che culminano con la codificazione definitiva di un certo gruppo di misure nel Piano di Gestione del bacino considerato. Infatti gli Stati membri dovrebbero usare i risultati (di precedenti analisi) per aiutare l identificazione di azioni appropriate ed interattive necessarie per il successivo stadio del processo di pianificazione 9. Inoltre il Piano di Gestione definitivo non dovrà essere uno strumento rigido in quanto, nel 2015,dopo il primo ciclo di programmazione, le Autorità di bacino dovranno iniziare nuovamente la revisione e il miglioramento di tali Piani. È inoltre importante notare che l attuazione della Direttiva non è un processo che inizia dal nulla. Esistono infatti ben 11 Direttive che bisogna adeguatamente applicare per fare in modo che la Direttiva Quadro sulle acque sia attuata con successo, così come indicato nell Allegato VI parte A della Direttiva stessa. Le Direttive indicate nell Allegato comprendono sia quella relativa alle acque di balneazione del 1976, sia la Direttiva Uccelli del 1979, sia la Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. Sfortunatamente la maggior parte di questa legislazione non è stata sufficientemente applicata. In più si sottolinea che l attuale ( ) Revisione indicativa delle linee guida per i fondi strutturali e per il loro coordinamento con il fondo di coesione COM (2003) 499, destinata a facilitare l identificazione degli obiettivi prioritari per lo sviluppo dei progetti cofinanziati da questi Fondi, a pagina 10 sottolinea che anche se le specifiche misure per il trattamento delle acque reflue e i provvedimenti per le acque potabili continuano ad essere un obiettivo prioritario, tali azioni devono essere considerate come parte di una strategia globale per assicurare uno status ecologico e una qualità chimica nell intero bacino idrografico. I programmi di gestione integrata dei bacini idrografici e lo sviluppo dei piani di gestione indicati dalla Direttiva quadro sulle acque, dovranno anch essi poter beneficiare del supporto economico Inoltre la fase finale dello sviluppo e dell attuazione del Piano di gestione del primo bacino idrografico previsto dalla Direttiva ( da luglio 2006 al 2015) coincide con la prossima prospettiva finanziaria e con l applicazione del nuovo meccanismo di finanziamento ( ). Nella programmazione per l uso dei Fondi europei e nazionali, gli Stati membri dovranno quindi considerare i bisogni correlati a questa Direttiva (cardine della politica europea sulle acque) per facilitare l attuazione di tale legislazione. Le tabelle seguenti (7 e 9) elencano alcuni tra i più importanti adempimenti da realizzare per l attuazione della Direttiva quadro (chiamati voci di costo così come nella tabella precedente). Si sottolinea comunque che le tabelle seguenti non devono essere considerate esaustive in quanto la maggior parte delle necessità alle quali bisogna provvedere dipende sia dalle condizioni iniziali di 9 Cfr: Principi e comunicazione dei risultati della prima analisi a seguito della Direttiva Quadro sulle acque giugno 2004 disponibile sul sito forum.europa.eu.int/public/irc/env/wid/library/framework_directive/guidance_documents/pressare_analysis 15

16 ciascun distretto di bacino, sia dal livello di attuazione delle sopra citate 11 Direttive relative alle acque, sia dalla realizzazione stessa di tutti i compiti previsti dalla Direttiva quadro 10. Tabella 7: Gestione e amministrazione Voci di costo Amministrazione dell Autorità di bacino Consolidamento dell Autorità di bacino Creazione di nuove capacità tecniche Creazione di una rete delle parti interessate e gestione del processo di partecipazione coordinata dalle Autorità di bacino Supporto e formazione per le parti interessate attraverso l intervento delle Autorità di bacino Materiale informativo e di comunicazione e pubblicazioni relative alla gestione del processo di partecipazione ad opera delle Autorità di bacino Studi scientifici, inventari, mappe Oggetto Costi del personale, consumi, spese di viaggio, affitti, ecc. Miglioramento dell ordinamento amministrativo e creazione di nuovi meccanismi di gestione Azioni per aumentare il coordinamento tra i soggetti competenti in meteria di acque e le Autorità di bacino Miglioramento dei meccanismi di cooperazione e amministrazione per i bacini idrografici transfrontalieri e conclusione di accordi internazionali Finanziamento per tutti i tipi di assistenza tecnica per lo sviluppo dei piani di gestione dei bacini idrografici e per l uso dei documenti guida per la strategia di attuazione comune della Direttiva Quadro Traduzione e circolazione dei documenti chiave Creazione di nuove capacità tecniche per gli amministratori e il personale delle Autorità di bacino Identificazione delle parti interessate legittime riferite ad un dato distretto di bacino e definizione dei meccanismi di partecipazione inclusi: Definizione e gestione di un gruppo di consultazione pubblica Organizzazione di laboratori, convegni e seminari pubblici Organizzazione di discussioni di gruppo via internet Sviluppo di qualsiasi altro meccanismo diretto alla realizzazione di metodi di partecipazione/consultazione pubblica della Direttiva quadro Previsione di un supporto finanziario per le parti interessate che partecipano ai comitati consultivi, gruppi di lavoro, ecc. (ad esempio rimborsi per le spese di viaggio, tempo, ecc) Formazione delle parti interessate tramite appositi training relativi alla Direttiva quadro ed altri argomenti correlati Sviluppo delle fonti di informazione, incluse brochures, mostre, siti internet, documenti guida per l applicazione locale e nazionale della Direttiva quadro (incluse le traduzioni di tali documenti) Preparazione di documenti per convegni, processi decisionali, ecc. Valutazione dei parametri biologici, chimici e idro-morfologici e indicazione dei limiti dei target e degli indici richiesti per la classificazione dello stato delle acque Definizione delle relazioni causa effetto inerenti lo stato delle acque e altri studi preparatori Sviluppo e perfezionamento dei metodi di classificazione dello stato delle acque e revisione dei registri di inter-taratura nazionale Sviluppo di Sistemi Informatici Geografici e realizzazione di mappe Studi tecnici e di fattibilità Analisi sull efficienza delle attuali misure di gestione delle acque, comprese le infrastrutture Studi di valutazione economica per soddisfare le richieste di analisi economiche previste dalla Direttiva quadro Valutazioni socio economiche e ambientali per soddisfare le richieste dell efficacia dei costi previste dalla Direttiva quadro 10 Per informazioni sulla buona pratica di esecuzione degli obiettivi della Direttiva quadro, che potrebbero essere sostenuti economicamente tramite i finanziamenti della politica regionale europea, si consultino i 13 documenti guida della strategia di attuazione comune della Direttiva Quadro disponibile sul sito forum.europa.eu.int/public/irc/env/wfd/library/framework_directive/guidance_documents. 16

17 Preparazione di inventari e database Campagne di sensibilizzazione Preparazione e realizzazione di campagne di sensibilizzazione sociale per comunicare la validità degli obiettivi (ad esempio benefici socio economici derivanti dal raggiungimento del buono stato delle acque ), idee e concetti base per comunicare le pratiche necessarie per il raggiungimento del buono stato dei corpi idrici. Preparazione e attuazione di campagne di informazione sociale riferite anche ad altri temi ( ad esempio il ruolo delle zone umide nel raggiungimento del buono stato, la gestione del rischio di inondazioni ecc.) Tabella 8: Azioni e monitoraggio Voci di costo Sistemi di monitoraggio e analisi dei rischi Dimostrazioni pilota Gestione del rischio di inondazione Ripristino della vegetazione Controllo dell erosione Soluzioni di risparmio idrico per l agricoltura Soluzioni di risparmio idrico per l industria Soluzioni di risparmio idrico per i consumatori finali Controllo dell inquinamento Oggetto Revisione dei metodi per la valutazione del rischio dirette a perfezionare le analisi previste dall art. 5 della Direttiva quadro e per il raggiungimento della caratterizzazione dei bacini idrografici Revisione e/o sviluppo dei metodi, delle reti e dei programmi di monitoraggio e di ogni altro rilevante strumento tecnico Rafforzamento dei legami con le esperienze passate, ricerca e acquisizione/organizzazione di dati disponibili Sviluppo di prime dimostrazioni (progetti pilota) degli effetti positivi di alcune misure, in modo particolare per fare in modo che le parti interessate credano nel processo. Prevenire l abbandono delle città Incremento delle infiltrazioni di acqua piovana all interno dei bacini idrografici ( ad esempio attraverso la crescita della vegetazione) Incremento della capacità di ritenzione dell acqua di piena delle zone umide (rilocalizzando la sistemazione urbana e agricola) Aumento della vegetazione per contribuire al raggiungimento del buono stato dei corpi idrici laddove sia necessario Limitazione dell erosione dei suoli per contribuire al raggiungimento del buono stato, laddove sia necessario Promozione di produzioni adatte per l agricoltura, ad esempio una limitata raccolta di acqua nelle aree colpite da siccità e la promozione di soluzioni di risparmio idrico per gli agricoltori Promozione di tecnologie e sistemi industriali ad efficienza idrica ( meno inquinamento e meno richiesta idrica) Sviluppo di meccanismi per stabilire e rinforzare i controlli relativi alla captazione idrica previsti dalla Direttiva ( attraverso mezzi volontari, amministrativi, legali) Supporto finanziario per i consumatori destinato all installazione di tecnologie e sistemi per un minor inquinamento e una minore richiesta idrica Sviluppo di meccanismi per stabilire e rafforzare i controlli dell inquinamento previsti dalla Direttiva ( attraverso mezzi legali amministrativi, volontari) Sviluppo di sistemi per raccogliere gestire e migliorare l uso di inquinanti ( erbicidi, pesticidi,ecc.) Monitoraggio, riabilitazione degli inquinanti hot spots ( ad esempio i rifiuti minerari), e degli scavi di miniera 17

18 Tabella 9: Infrastrutture Voci di costo Adattamento delle infrastrutture idriche esistenti Nuove infrastrutture per la gestione delle risorse idriche Miglioramento della rete idrica Risanamento delle zone umide Acquisto attrezzature Oggetto Adattamento delle esistenti infrastrutture idriche sia per il rifornimento idrico che per quello energetico oltre che per la difesa dalle piene e per la navigazione interna, in conformità con quanto previsto dalla Direttiva quadro, e mitigazione degli impatti negativi sui corpi idrici. Infrastrutture per la costituzione e l attività delle Autorità di bacino Infrastrutture per rendere in grado le industrie, gli agricoltori e le famiglie di realizzare soluzioni idriche efficienti Infrastrutture per il miglioramento delle rete di distribuzione idrica e per migliorare l efficienza dell utilizzo Infrastrutture per rendere in grado le industrie di applicar la miglior tecnologia disponibile per il controllo dell inquinamento Infrastrutture per rendere in grado le autorità di correggere e ripristinare lo storico inquinamento hot spots ( ad esempio i rifiuti tossici provenienti dalle attività estrattive) Migliorare l efficienza delle reti di distribuzione idrica in modo da ridurre la dispersione di acqua ( ad esempio riparando le perdite) Risanamento delle zone umide e delle piantagioni fluviali degradate incluse le anse dei fiumi specialmente quelle che collegano i fiumi con le loro piantagioni fluviali in modo da poter raggiungere un buono stato idrico Acquisto di attrezzature per le attività delle Autorità di bacino, per il miglioramento delle attività di monitoraggio, ecc Finanziamenti per la riduzione della CO2 (efficienza energetica e energie rinnovabili) L attuazione del Protocollo di Kyoto e la lotta contro i cambiamenti climatici rappresentano, dal punto di vista ambientale, due obiettivi chiave dell Unione europea. I Fondi europei specialmente quelli Strutturali e quelli di Coesione giocano quindi un ruolo determinante nella realizzazione di importanti misure dirette ad affrontare i problemi legati ai cambiamenti climatici, sia a livello degli Stati membri che a livello regionale. Gli investimenti in efficienza energetica sono importanti per ridurre le emissioni dei gas serra ed altri impatti ambientali come pure per contribuire alla crescita economica e alla competitività, specialmente nei nuovi Stati dell Unione, che, probabilmente saranno coloro che richiederanno la maggior parte dei Fondi di coesione e Strutturali. La Commissione europea in modo conservativo, prevede che, usando le attuali tecnologie disponibili, il 20% dei consumi di energia dei 15 paesi dell UE potrebbe essere risparmiato senza nessun costo 11. Nell Europa centrale e orientale il potenziale di risparmio è sempre maggiore rispetto ai paesi che usano il doppio dell energia, così come i vicini paesi occidentali. Inoltre, in accordo con le previsioni energetiche europee, questo maggior livello dei consumi si prevede che rimarrà tale finchè non saranno adottate adeguate misure per la realizzazione di una politica di efficienza energetica. Le stime conservative suggeriscono che il 30% dell energia possa essere economicamente risparmiato anche considerando i minori prezzi per l energia delle regioni. Nonostante ciò non sono state introdotte misure a livello nazionale, regionale o locale per sfruttare questo potenziale e troppo spesso le misure di efficienza energetica non ottengono la priorità di cui 11 Parte di questo capitolo è stato tratto da Froggat A. e G.Canzi, Ending wasteful energy use incentral and Eastern Europe (WWF 2004) disponibile sul sito internet: 18

19 necessitano. Inoltre, fondi inadeguati, la mancanza di personale e il fallimento dell applicazione di regolamenti nazionali e europei hanno determinato un progresso lento di questo importante settore. La legislazione europea in materia di efficienza energetica che tutti gli Stati membri sono tenuti ad applicare, comprende le Direttive relative alla promozione della combinazione potenza e calore, all applicazione obbligatoria del marchio energetico e alle prestazioni energetiche degli edifici. Attualmente, è in fase di decisione ed è attesa nel prossimo futuro, una Direttiva proposta dalla Commissione riguardo l efficienza dell uso finale dell energia e la promozione di servizi energetici. L insufficienza di investimenti in misure di efficienza energetica dimostra che un grande consumo energetico non è solo un problema ambientale ma anche economico. Un uso efficiente dell energia riduce infatti i costi e questo migliora la competitività e i ritorni economici, oltre a ridurre il debito estero. Inoltre determina anche importanti benefici per il mercato del lavoro. Nella sola Slovacchia le misure di efficienza energetica potrebbero portare alla creazione di circa posti di lavoro. Fino ad oggi nei nuovi Stati membri dell UE, i Fondi Strutturali e di Coesione sono stati usati, per la maggior parte, per investimenti nelle nuove infrastrutture, connessioni elettriche e del gas, e non per programmi di efficienza energetica. In più, questa necessità di investimenti destinati alle infrastrutture ha causato la mancanza di una capacità istituzionale nell attuazione di programmi di efficienza energetica. Le principali voci di costo identificate per l attuazione del risparmio energetico e delle politiche di riduzione della CO2 sono elencate nelle tabelle 10 e 12, utilizzando la stessa dicitura delle precedenti tabelle. TABELLA 10: Gestione e amministrazione Voci di costo Costi di amministrazione ( fondi per autorità di regolamentazione) Sviluppo di sistemi per criteri di conseguimento pubblico di efficienza energetica Instaurazione di agenzie per l energia Formazione per la pubblica amministrazione Formazione per le aziende Rafforzamento delle relative autorità di regolamentazione Studi e pianificazioni Ricerche Oggetto Costi operativi, per il personale e di amministrazione richiesti dalle autorità che sovraintendono e regolano i problemi relativi all energia. Misure per rinforzare l adozione di politiche pubbliche in favore dell efficienza energetica. Preparazione di regole di condotta, competenze dei responsabili ufficiali, reti tra gli uffici, ecc Instaurare agenzie per attuare e coordinare strategie e soluzioni di efficienza energetica, inclusa la formazione di competenze specifiche. Include seminari, trasferimento di competenze, pubblicazioni, ecc. per rafforzare la capacità della pubblica amministrazione di identificare, pianificare e realizzare il risparmio energetico e la riduzione della CO2. Formazione per aziende diretta a promuovere il risparmio energetico, il conseguimento dell efficienza energetica, l uso del marchio ecologico e del sistema di certificazione ambientale EMAS Migliorare l organizzazione amministrativa. Pianificazioni di efficienza energetica e riduzione della CO2 Promuovere la ricerca per lo sviluppo e l uso di fonti rinnovabili, della produzione combinata di potenza e calore, ecc Tabella 11: Azioni e monitoraggio Voci di costo Sistemi di partecipazione ( specialmente per la risoluzione delle controversie) Sistemi di informazione e formazione Oggetto Disponibilità delle informazioni, organizzazione di seminari, consultazioni, ecc. Siti internet, pubblicazioni, laboratori, ecc. 19

20 Sostegno alle aziende per realizzare soluzioni di risparmio energetico Sostegno alle famiglie per l adozione di soluzioni di risparmio energetico Supporto per lo sviluppo di capacità tecniche Sostegno per la ricerca e lo sviluppo e per l applicazione ( generale e di consultazione)di soluzioni di risparmio energetico e riduzione della CO2 Acquisto di specifici strumenti, sistemi di riscaldamento efficienti, sistemi di isolamento delle case, ecc. Sviluppo di abilità tecniche necessarie per le due precedenti categorie Tabella 12: Infrastrutture Voci di costo Miglioramento delle reti Rinnovamento, miglioramento o creazione di sistemi di riscaldamento Investimenti per il miglioramento dell efficienza energetica degli edifici Oggetto Miglioramento delle reti di distribuzione per diminuire la dispersione di energia e ridurre il bisogno di una maggiore quantità energetica Installazione di sistemi di riscaldamento rinnovati e potenziati, che comprenda anche la sostituzione del carbone e dell olio con il gas, le biomasse e altre fonti di energie rinnovabili Include investimenti per sistemi di isolamento, finestre e porte che evitino la dispersione di calore, sistemi di riscaldamento. In parte include anche l attuazione delle direttive per le prestazioni energetiche degli edifici Finanziamenti per la mobilità sostenibile Nel 2001 l Unione europea con la pubblicazione del secondo Libro bianco, intitolato La politica dei trasporti europea fino al 2010: il momento delle scelte, ha elaborato e ridefinito la politica comune dei trasporti. Con questo documento l UE fissa il quadro della politica comune dei trasporti e dei finanziamenti per le infrastrutture. Con il Trattato di Maastricht, l UE, ha iniziato a promuovere e a cofinanziare strategicamente e attivamente reti di infrastrutture giudicate di importanza trans- europea. Nonostante il Libro bianco preveda la necessità di attivare un sistema di intermodalità dei trasporti e la promozione di un maggior numero di forme di trasporto sostenibile, i Fondi europei per le infrastrutture legate alla mobilità sono stati indirizzati soprattutto verso la costruzione di nuove strade. Molti di questi progetti non fanno altro che aumentare la capacità del trasporto su strada senza migliorare le opzioni alternative per l utilizzo di altri tipi di trasporto, contraddicendo così gli obiettivi di mobilità sostenibile dell UE. Fino ad ora solo pochi progetti di trasporto urbano sostenibile e riequilibrio modale hanno ottenuto il cofinanziamento da parte dei Fondi Strutturali e di Coesione dell UE. Sia il Libro bianco che la Strategia di sviluppo sostenibile dell UE cercano di mitigare l attuale squilibrio attraverso modi alternativi di trasporto tali da poter raggiungere un sistema innovativo di mobilità sostenibile. Di conseguenza tutte le misure della politica dell UE relative a questo tema, e soprattutto le misure di sostegno per infrastrutture legate alla mobilità, devono concentrasi per raggiungere tale scopo. Sono quindi necessarie una serie più ampia di misure politiche, come ad esempio schemi per la riduzione del traffico, sviluppo di spazi pubblici con piste ciclabili e aree pedonali, formazione e aumento dei processi di partecipazione pubblica. La lista seguente indica alcune idee per un uso sostenibile dei Fondi europei destinati alla mobilità. Grande attenzione è rivolta alle misure del trasporto urbano pubblico, in quanto è soprattutto nelle aree urbane a maggiore densità di popolazione, che gli effetti dello squilibrio modale sono maggiormente sentiti. 20

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