Buone pratiche per la valutazione della genitorialità
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- Carlotta Nardi
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1 Ordine degli Psicologi dell Emilia-Romagna Buone pratiche per la valutazione della genitorialità Manuela Colombari
2 perché buone pratiche? Violazioni deontologiche in particolare per: 1- scarsa considerazione della responsabilità sociale derivante dall influenza significativa che ha il proprio intervento sulla vita degli altri e della necessità di equilibrio tra i bisogni/diritti delle diverse parti in causa (art. 3 C.D.) 2- impiego di metodologie senza riferimenti scientifici (art. 5 C.D.) 3- scarsa validità e dell attendibilità delle informazioni su cui si basano le conclusioni, giudizi non fondati sulla conoscenza diretta delle persone(art. 7 C.D.) 4- inadeguata informazione e raccolta del consenso (artt. 24 e 31)
3 per chi? per gli psicologi forte disomogeneità nella pratica pratica basata su conoscenze non applicabili al campo specifico della genitorialità valutare la genitorialità è attività complessa ed emotivamente impegnativa contese giudiziarie che coinvolgono anche lo psicologo basi scientificamente provate sostengono l attività professionale e aiutano ad affrontare i dubbi per avere maggiore cura e dettaglio nel redigere le relazioni.
4 non solo per gli psicologi, ma anche per i genitori, i bambini e... genitori: valutazione con strumenti più validi ed attendibili, più ampiamente condivise, meno rischio di fraintendimenti o contenziosi. bambini: meglio protetti dai rischi relazionali e aiutati con maggiore competenza nel recupero dei danni psicologici riportati a causa dell inadeguatezza genitoriale avvocati e giudici: cosa attendersi da una seria e articolata valutazione psicologica della genitorialità
5 genitorialità e costrutti Funzione processuale composita, risultato dell interazione fantasmatica e reale tra quel particolare figlio con bisogni specifici legati all età e quel genitore, diversa in ogni momento della vita, se pure con una sua stabilità di fondo: essa ha a che fare non solo con l osservazione dell hic et nunc della relazione che il genitore ha costruito con il figlio, ma anche con l infanzia del genitore stesso e quindi con le influenze tra le generazioni. E funzione processuale, contestuale, relazionale, storica e pre-esistente alla nascita e/ o all adozione del figlio. E altresì il risultato di una relazione sempre almeno triadica ed è condizionata dai modelli culturali, dalla personalità del genitore, dalle relazioni che egli stesso ha avuto come figlio, dalla coniugalità e cogenitorialità della specifica coppia nonché dal temperamento e da eventuali e specifiche problematiche riguardanti i minori (portatori di disabilità fisiche e/o mentali) e relative alle diverse fasi evolutive.! Per costrutto si intende una caratteristica o un tratto teorico rispetto al quale gli individui differiscono
6 percettività e adattabilità Percettività: acuta consapevolezza di ciò che riguarda il minore e degli effetti del proprio comportamento; consapevolezza della reciprocità Adattabilità: capacità di adattarsi con modalità adeguate alle diverse esigenze dei figli
7 responsività e flessibilità Responsività: capacità di rispondere ai bisogni del figlio e di porre limiti Flessibilità: abilità del genitore di rispondere in modi diversi in relazione ai bisogni e alle richieste
8 intersoggettività, empatia e riflessività Intersoggettività: capacità dei componenti del gruppo familiare di comunicare e di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i significati dell altro! Empatia: consente la percezione di coerenza e continuità mediata dall affettività, quindi familiarità, esperienza di essere compresi e di esistere per qualcuno. Riflessività: capacità di interpretare il proprio comportamento e quello altrui in termini di ipotetici stati mentali, cioè in relazione a pensieri, affetti, desideri, bisogni, intenzioni.!
9 direttrici competenze: nel campo specifico (importanza addestramento e della pratica guidata e supervisionata) mantenute nel tempo e aggiornate messe a confronto con i colleghi
10 direttrici efficacia: tener conto nella scelta degli strumenti valutativi (ed anche degli interventi) delle ricerche sulla loro validità adeguarsi alle linee guida e buone pratiche o sapere giustificare scientificamente l utilizzo di strumenti diversi disporre di strumenti validi per la prognosi
11 concettualizzazione evitare errori di interpretazione nei quali una relazione di associazione viene interpretata come relazione di causa-effetto Il letto è il posto più pericoloso del mondo, perché vi muore più dell 80% della gente (M. Twain)
12 buone pratiche esempio di raccomandazione Nella valutazione sulla genitorialità i modelli, i costrutti, le caratteristiche psicologiche e le attitudini devono essere declinati e verificati nella concretezza delle singole situazioni.! La valutazione deve riguardare sempre e solo la funzione, in un dato momento, per quel particolare figlio, proprio o adottato/da adottare, all interno del quadro delle funzioni generali.
13 la valutazione - 1 Complessiva: no singolo test o singolo colloquio, ma informazioni approfondite ed inoltre validate da più fonti, quindi: Colloquio con genitori in coppia e/o separatamente Colloquio con genitori e figli e osservazione dell interazione genitori figli in situazioni anche disgiunte Colloquio con figure significative (parenti, insegnanti, etc.) Test psicologici in relazione alla situazione da valutare, se possibile Esame della documentazione fornita dai genitori, dall Autorità Giudiziaria e colloquio o esame della documentazione prodotta sulla situazione da altri professionisti anche in passato
14 la valutazione - 2 Bilanciare necessità di informazioni ampie e validate con esigenze di non sottoporre a stress inutili bambini e famiglie Considerare i punti di forza del sistema familiare (nonostante la scarsa letteratura su questo) Se la valutazione riguarda genitori con problemi specifici (es. ritardo mentale, problemi psichiatrici, etc.) prestare attenzione a: Capacità di cercare aiuto e sostegno Presenza di rete di supporto parenti Impatto e conseguenze del disturbo del genitore sul minore Sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo del minore Capacità del genitore di riconoscere i bisogni del figlio Capacità del genitore di rispondere agli stress e di controllo degli impulsi Compliance del genitore al trattamento psichiatrico/altro in atto
15 criticità nella stesura delle relazioni Diversi autori (Conley, 2003; Budd Poindexter, Felix, NaikPolan, 2001) hanno evidenziato come le relazioni sono spesso redatte in modo frammentario: Eccessiva enfasi su valutazioni psicometriche o comunque standardizzate su specifici aspetti (cognitivo, personalità, psicopatologia) mentre sono carenti di una visione complessiva della situazione tale da poter fornire una cornice contestuale/relazionale significativa dei test utilizzati Scarso valore alle osservazioni degli operatori in contatto quotidiano con il minore rispetto alla valutazione svolta in ambulatorio Condotte in una sola seduta oppure senza visita al domicilio del minore Carenza delle fonti di informazione Utilizzo di termini troppo generici o troppo specialistici Mancanza della descrizione della qualità del prendersi cura
16 la relazione sulla valutazione della genitorialità Non può essere relativa ad un solo incontro o non includere il resoconto di una visita domiciliare Fornire cronologia della valutazione con strumenti utilizzati e date Dare conto della raccolta di informazioni da molteplici fonti (non solo dai genitori) Inquadrare i risultati dei test in una cornice complessiva e significativa
17 la relazione sulla valutazione della genitorialità Utilizzare termini specifici ma comprensibili anche ai non addetti ai lavori (spiegazione del significato dei termini) Tener conto delle eventuali precedenti relazioni Spiegare categorie diagnostiche cosa significhino, quali siano gli elementi base per la diagnosi e: Se diagnosi relativa a genitori, come questo problema possa condizionare la genitorialità Se diagnosi relativa al minore, come questa possa essere stata influenzata dal contesto familiare
18 la relazione sulla valutazione della genitorialità Contenere esame dettagliato delle relazioni tra genitori e figli e dei comportamenti del prendersi cura Spiegare le inferenze logiche che legano i dati/fatti/ risultati con l interpretazione Indicare i limiti degli strumenti utilizzati e le eventuali possibili spiegazioni alternative
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