Anno 9 Numero 5 Novembre - Dicembre 2007 ISSN

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1 SUPPLEMENTO: ASSEMBLEA ASSIFACT 2007 Anno 9 Numero 5 Novembre - Dicembre 2007 ISSN ORGANIZZAZIONE E GOVERNO SOCIETARIO: COSA CAMBIA PER LE BANCHE ITALIANE Negli ultimi anni, il miglioramento dei sistemi di corporate governance delle imprese è divenuto uno degli obiettivi prioritari all interno dei Paesi industrializzati. Motore di tale evoluzione è stata la diffusa convinzione che pratiche efficienti di corporate governance contribuiscono ad aumentare l affidabilità, la trasparenza e l integrità dei fatti a- ziendali, traducendosi in un maggior valore aziendale, in un minor costo del capitale e in una superiore competitività dell impresa sui mercati. Nel caso delle banche e degli altri intermediari finanziari vigilati, la corporate governance è l elemento fondante del sistema dei controlli interni su cui poggia il nuovo assetto della regolamentazione prudenziale e quindi il processo di allocazione del capitale. In tal senso si esprimono sia le Istruzioni di vigilanza della Banca d Italia in materia di controlli interni e di compliance, sia la nuova normativa prudenziale redatta secondo l accordo Basilea 2. Per le assicurazioni, agiscono in tale direzione la circolare Isvap 577/03, il nuovo Codice e in prospettiva la normativa Solvency 2. Tale impostazione trova applicazione anche in altri settori, per effetto del suo recepimento nel diritto societario, nella disciplina delle società quotate e nella legge in materia di responsabilità amministrativa degli enti. Il nuovo approccio, di tipo consensuale, presuppone che le imprese si dotino di modelli di controllo su misura, e quindi ottimali in una logica costi/benefici, rispetto ai profili di rischio individuali e alla qualità dei processi e degli strumenti di controllo di linea e di risk management. Più in generale, a partire dal TUF, il sistema di regole di governance è stato investito da una produzione normativa e regolamentare incessante e incisiva, anche se non sempre ben coordinata. Come conseguenza di tali provvedimenti, si è venuta a creare in alcuni campi una sovrapposizione di norme ed organi ad esempio in materia di controlli, anche alla luce del d.lgs. 231/01 che suggerisce di ripensare il sistema in un ottica di coerenza. E certo però che al consiglio di amministrazione spetta il compito di coordinare le diverse funzioni di controllo interno ed esterno, garantendo la pervasività, l af-fidabilità e la conformità dei controlli. L efficace operato del consiglio può determinare una maggiore puntualità del sistema dei controlli e una sua migliore aderenza ai fabbisogni aziendali, con un conseguente alleggerimento degli oneri esterni. Nell ottobre di quest anno, la Banca d Italia ha reso disponibile per la consultazione un importante documento Disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche, che prospetta una disciplina del ruolo e del funzionamento degli organi di amministrazione e controllo e del rapporto tra questi e la struttura aziendale, che vede come soggetti destinatari le banche e le società capogruppo di gruppi bancari e, in conse- guenza di ciò, riguarda la coerenza generale dell assetto di governo del gruppo, con particolare riguardo al raccordo tra organi, strutture e funzioni delle diverse componenti del gruppo, specie quelle aventi compiti di controllo. I contenuti della disciplina La disciplina in discussione riguarda (1) i criteri di scelta del modello di amministrazione e controllo e la predisposizione di un progetto di governo societario, che sostenga le ragioni di tale scelta (da redigere ed approvare entro la primavera 2009); (2) una chiara ed equilibrata ripartizione dei compiti e dei poteri di amministrazione e controllo tra i diversi organi e all interno di ciascuno di essi; (3) la composizione degli organi sociali, dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo (richiamando esplicitamente i profili della numerosità, della disponibilità di tempo e competenze, della presenza e del ruolo dei componenti indipendenti); (4) l adeguatezza dei meccanismi di incentivazione e remunerazione degli amministratori e del management della banca, che devono essere tali da attrarre e mantenere in azienda le capacità e professionalità necessarie, ma contemporaneamente non possono essere in contrasto con le politiche di contenimento del rischio e con le strategie di lungo termine della banca; (5) la strutturazione di forme di comunicazione e di scambio di informazioni complete, tempestive ed accurate tra gli organi con funzione di supervisione strategica, di gestione e di controllo e all interno di ciascun organo. Non vi è dubbio che le innovazioni normative, come in prospettiva quella sopra delineata o le stesse norme già in vigore (si pensi alla recente disciplina della funzione di compliance) determinano una valorizzazione del ruolo ed un aumento di responsabilità dei vari organi societari in materia di strategia, organizzazione, controllo dei rischi, compliance, disclosure e affidabilità dell informazione, con un conseguente innalzamento dei benefici (attesi) e dei costi (immediati) della corporate governance. Numerose sono peraltro le evidenze, alimentate dalla letteratura specializzata e dal dibattito attuale, del fatto che la governance non funziona in modo efficace. Limitandosi ai profili relativi ai consigli di amministrazione (e agli organi ad essi assimilabili per funzioni svolte, nei differenti modelli societari), i principali elementi di debolezza riguardano l errata composizione quali-quantitativa degli organi e l inefficiente funzionamento del consiglio: dimensioni eccessive; limitata differenziazione di competenze; discussioni eccessivamente lunghe e poco focalizzare sulle questioni critiche; informazione limitata o ridondante o fornita con poco anticipo rispetto alla data delle riunioni; scarsa SOMMARIO Organizzazione e governo societario: cosa cambia per le banche italiane Indagine FOREfact 2008 I dati statistici del terzo trimestre 2007 Dai siti web Dalle Commissioni Le circolari Assifact Le attività associative ASSIFACT Via Cerva, Milano Tel Fax assifact@assifact.it Internet Direttore Responsabile: Alessandro Carretta Redazione: Barbara Perego Autorizzazione del Tribunale n. 258/99 del 2 aprile 1999

2 A NNO 9 NUMERO 5 P AGINA 2 preparazione dei consiglieri rispetto ai temi all ordine del giorno; assenza di alcuni comitati fondamentali, quali il comitato per le nomine; limitata produttività dei diversi comitati presenti; scarsa pianificazione dello skill mix ottimale o delle sostituzioni dei consiglieri; assenza di sanzioni per i consiglieri non attivi o poco partecipativi; assenza di piani strategici che guidino l operato del consiglio e ne definiscano le funzioni specifiche in momenti critici della vita aziendale; assenza di formazione per i membri esistenti ma soprattutto per quelli di nuova nomina; mancanza di un processo consapevole di sviluppo del consiglio, che comporti piani di selezione e di nomina di medio termine. La situazione delle banche italiane Un recente studio, presentato nel settembre del 2007 alla Fondazione Rosselli, ha effettuato un analisi delle caratteristiche dei consigli delle banche e degli intermediari finanziari e assicurativi. La verifica considera un campione di intermediari finanziari quotati su Borsa Italiana e sul NYSE nel Si tratta di campioni ampiamente significativi della realtà del sistema finanziario nei due Paesi in esame. Per ogni intermediario sono stati rilevati dati e informazioni relative ai profili di struttura, organizzazione e competenze dei board. Per ricostruire i profili professionali individuali sono stati inoltre analizzati i curricula di 575 consiglieri nel caso degli intermediari finanziari italiani e di 520 consiglieri nel caso di quelli statunitensi. In generale, i Cda delle banche e assicurazioni italiane appaiono più affollati, specie se si tiene conto delle diverse dimensioni delle aziende dei due campioni, ma meno indipendenti rispetto al caso degli intermediari finanziari statunitensi. Per questi ultimi emerge la sensazione che il Cda metta in campo una maggiore efficacia sul piano organizzativo, grazie anche alla presenza di numerosi comitati ed al fattivo coordinamento tra gli amministratori indipendenti, che si riuniscono tra loro e sono guidati dal lead indipendent director. Ciò sembra tradursi tra l altro nell esigenza di un numero ridotto di riunioni. I Cda italiani presentano una contenuta articolazione in comitati e si riuniscono più frequentemente. La remunerazione degli amministratori appare allineata nei valori medi, anche se di fatto i Cda italiani costano di più in relazione alla maggiore numerosità ed alle più ridotte dimensioni delle aziende di riferimento. Differenze di rilievo si riscontrano nei meccanismi di incentivazione, che sono molto più diffusi ed articolati nel caso degli intermediari finanziari statunitensi, che praticano inoltre frequentemente, al contrario dei Cda italiani, sistemi di autovalutazione del board. L esperienza accumulata negli anni sembra essere un elemento comune di rilievo per l appartenenza al Cda degli intermediari finanziari italiani e statunitensi. In effetti l età degli amministratori è uniforme e di poco superiore ai 60 anni, anche se in Italia si rilevano valori minimi pari a 27 anni (41 anni negli USA). Fa riflettere il dato relativo al numero degli incarichi, che si presenta mediamente più alto, e con valori massimi ai limiti dell ubiquità, nel caso italiano (quasi 4 incarichi e mezzo, con punte di 44 incarichi), rispetto al caso statunitense (3 incarichi in media, con punte di 13 incarichi). Infine, i consiglieri di banche e assicurazioni quotate italiane privi di laurea sono quasi il 18% del totale, contro poco più dell 1% dei colleghi USA. I risultati dell analisi mettono in evidenza diversi punti di contatto ma anche alcune differenze significative tra il caso statunitense e quello italiano, che possono essere spiegate anche, ma probabilmente non solo, dalla diversità dei contesti di riferimento e dal ritardo con cui si è avviato anche in Italia il dibattito sul buon funzionamento dei Cda. In prospettiva maggiore attenzione dovrà essere dedicata anche al profilo delle competenze dei consiglieri. I modelli di valutazione delle performance dei consigli, pur adottati da un numero crescente di società anche italiane, si concentrano sui profili di struttura e, in alcuni casi, di organizzazione dei consigli, trascurando del tutto, spesso per motivi di opportunità politica, la formulazione di giudizi sulle competenze e sul contributo fornito dai singoli consiglieri. Proprio questi sono invece i parametri fondamentali, senza i quali non solo non può essere realmente apprezzata la performance del consiglio, ma non può essere nemmeno avviato un serio processo di rinnovo delle cariche e di selezione di nuovi consiglieri. Diversi studi hanno analizzato l impatto delle competenze presenti nei board sulla performance aziendale, dimostrando la maggiore efficacia, sia nei processi decisionali sia nel controllo del management, di consigli dotati di profili eterogenei, ma nei quali vi sia spazio per condivisione e creazione di una cultura comune che consenta dialogo aperto e confronto critico fra posizioni competenti. Ciò presuppone la presenza in consiglio sia di competenze firm-specific, che garantiscono la comprensione delle strategie aziendali e dei possibili scenari competitivi, ma anche di competenze board-specific, legate al capitale umano, che si possono misurare nell esperienza professionale, nell integrità personale, nelle capacità relazionali e di network dei consiglieri. Tali competenze sono peraltro fondamentali per esercitare quel controllo che consente di limitare i fenomeni di hubris e di opportunismo manageriale. (a cura di Alessandro Carretta) Per informazioni: Alessandro Carretta Tel assifact@assifact.it INDAGINE FOREFACT 2008 L indagine FOREfact 2008, condotta in novembre e distribuita agli Associati all inizio di dicembre, presenta le previsioni di chiusura dell anno 2007 e le aspettative di andamento dell anno Le previsioni sono formulate sulla base di un indagine svolta presso gli Associati sulle loro aspettative di dinamica del mercato e sulla base di stime di indicatori macroeconomici; i risultati delle due analisi condotte appaiono in sostanza convergenti. Il Rapporto analizza inoltre gli scostamenti fra le previsioni di chiusura del 3 trimestre 2007 proposte dal precedente Rapporto FOREfact e i dati a consuntivo elaborati dall Associazione. Il tasso di crescita del mercato del factoring (in termini di turnover) atteso in media dagli Associati per il 2007 è pari al +1,63%. Con riferimento alla stima basata sulla proiezione dell andamento del rapporto factoring/pil, il tasso di crescita atteso (turnover) per l anno 2007 si colloca un range compreso tra +1,7% e +3,62%. Per quanto riguarda il 2008, le stime in merito al tasso di crescita, a seconda dei valori assunti del rapporto factoring/pil, segnalano un range di valori tra +1,1% e +6,12%. Tale ordine di grandezza delle stime sembra coerente con le previsioni degli Associati che esprimono un aspettativa di crescita media del mercato per il prossimo anno positiva e pari a +5,75% per il turnover. Il confronto tra le previsioni formulate dagli operatori ad agosto 2007 sull andamento dei volumi per il terzo trimestre 2007 ed i dati effettivi di chiusura del trimestre pone in evidenza un andamento del turnover effettivo sostanzialmente in linea con le attese degli Associati, mentre l outstanding effettivo è cresciuto ampiamente oltre le stime formulate. Per informazioni: Diego Tavecchia Tel diego.tavecchia@assifact.it

3 A NNO 9 NUMERO 5 PAGINA 3 I DATI STATISTICI DEL TERZO TRIMESTRE 2007 Si riportano di seguito i principali dati statistici provvisori elaborati da Assifact relativi al 3 trimestre 2007 sulla base dei dati disponibili al 6/11/07. Le elaborazioni sono effettuate con riferimento ai dati ricevuti da 32 Associati, di cui 19 iscritti all elenco speciale ex art.107 tub). I dati sono espressi in migliaia di euro. Per informazioni: Nicoletta Burini Tel nicoletta.burini@assifact.it 30 SETTEMBRE 2007 (campione: 32 Associati) VARIAZIONE RISPETTO AL 30 SETTEMBRE 2006 Calcolata a campione costante Crediti per Factoring (Outstanding) ,84% Finanziamenti (Anticipi Erogati) ,34% Turnover (cumulativo dal 1 gennaio 2007) ,35% Turnover Cumulativo - Quote di mercato al 30 settembre 2007 (dati espressi in migliaia di Euro) ABF Factoring Aosta Factor B anca Carig e B anca I.FI.S. Banco di Desio e della Brianza BCC Factoring C.B.I. Fact or Centro Factoring Coface Factoring Italia Cred emf act o r EmilRo Fact or Enel Factor Factorcoop Farmafactoring Fercredit Fidis GE Commercial Finance* General Finance IBM Italia Servizi Finanziari Ifitalia Intesa Mediofactoring Int esa San Paolo It alease Fact orit MCC MPS L&F Riesfactoring Serf act oring SG Factoring Siderfactor Tex Factor UniCredit Factoring * GE Commercial Finance comprende GE Capital Finance e GE Capital Funding Services. Outstanding - Quote di mercato al 30 settembre 2007 (dati espressi in migliaia di Euro) ABF Factoring Aosta Factor B anca Carige Banca I.FI.S. Banco di Desio e della Brianza BCC Factoring C.B.I. Factor Centro Factoring Coface Factoring Italia Cred emf act o r EmilRo Factor Enel Factor Factorcoop Farmafactoring Fercredit Fidis GE Commercial Finance* General Finance IBM Italia Servizi Finanziari If it alia Intesa Mediofactoring Int esa San Paolo Italease Factorit MCC MPS L&F Riesfactoring Serfactoring SG Factoring Siderfactor Tex Factor UniCredit Factoring * GE Commercial Finance comprende GE Capital Finance e GE Capital Funding Services.

4 A NNO 9 NUMERO 5 P AGINA 4 DAI SITI WEB Nella sezione Statistiche Documentazione sulla raccolta delle informazioni presso gli intermediari Segnalazioni creditizie e finanziarie Iniziative di cooperazione tra gli intermediari - Procedura Unificata Matrici Aziendali (PUMA2: - La nuova disciplina prudenziale (Basilea2) per le banche: gli adeguamenti alla documentazione PUMA 2 - Procedura Unificata Matrici Aziendali (PUMA2) - Versione Unificata Banche - Documentazione analitica - Raccordo SAE - Segmentazione Basilea2 Nella sezione Vigilanza Accordi di collaborazione con altre Autorità: - Protocollo d'intesa tra la Banca d'italia e la Consob per la consultazione dei dati contenuti nella Centrale dei rischi della Banca d'italia Nella sezione Vigilanza Vigilanza sugli altri intermediari: - Regolamento congiunto della Banca d'italia e della Consob in materia di organizzazione e procedure degli intermediari Per informazioni: Nicoletta Burini Tel nicoletta.burini@assifact.it DALLE COMMISSIONI L attività delle Commissioni Tecniche Assifact risulta nell ultimo periodo particolarmente sostenuta per le importanti tematiche che stanno congiuntamente interessando gli intermediari finanziari con tempistica applicativa di breve scadenza. La Commissione Amministrativa, che si sta riunendo con cadenza settimanale, ha avviato un indagine di confronto sui bilanci IAS ad un anno dalla loro redazione, al fine di formulare indicazioni più complete e precise, anche con riferimento alle tematiche rimaste in sospeso per la prima applicazione degli IAS. Tale attività di confronto fra gli Associati è fra l altro propedeutica alla riapertura del tavolo di discussione Assifact- Assirevi. La Commissione Segnalazioni di Vigilanza e Centrale Rischi, tramite un gruppo di lavoro ristretto, sta affrontando l esame della bozza delle nuove istruzioni delle segnalazioni di vigilanza per gli intermediari ex art. 107, con particolare riferimento alle proposte di modifica della Tabella Decisionale. La Commissione Legale, tramite il gruppo di lavoro ristretto Revisione Contratto di Factoring, sta predisponendo una nota tecnica di comparazione delle Condizioni Generali di Contratto Assifact, la cui versione revisionata è stata approvata dal Consiglio di Assifact in data 20 settembre us., al fine di supportare gli Associati nella fase di recepimento del nuovo contratto, formulando, ove possibile, indicazioni di massima sulle possibili modalità e tempistiche di recepimento. La Commissione Risk Management ha avviato un lavoro di analisi ed interpretazione della nuova normativa di vigilanza prudenziale. Un gruppo di lavoro ristretto è attualmente impegnato nella redazione di un documento contenente prime indicazioni applicative della nuova normativa in ordine al trattamento specifico previsto per i crediti commerciali acquistati (factoring) nell ambito della metodologia standardizzata per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito. La Commissione Auditing e Controlli Interni prosegue nello svolgimento del programma di attività pianificato all inizio del 2007 e, con riunioni mensili, sta sviluppando il progetto di definizione delle best practices di auditing nella realtà operativa del factoring (mappa dei processi e dei rischi nel factoring, processi strategici e rischi significativi da presidiare). Per informazioni: Nicoletta Burini Tel nicoletta.burini@assifact.it LE CIRCOLARI ASSIFACT SERIE/NUMERO DATA ARGOMENTO Tecnica 04/07 02/10 Condizioni generali per le future operazioni di factoring Informativa 20/07 31/10 Comunicazione interna Informativa 21/07 31/10 Convegno Fondazione Bresciana per gli Studi Economico-Giuridici Il sistema creditizio a confronto con la nuova legge fallimentare - Brescia, 9 novembre 2007 Statistiche 17/07 21/09 Rilevazione dati statistici secondo trimestre 2007 (base 4 al 30/06/07) Statistiche 18/07 26/09 Elaborazione dati statistici primo trimestre 2007 Statistiche 19/07 19/10 Elaborazione dati statistici provvisori secondo trimestre 2007 Statistiche 20/07 06/11 Elaborazione provvisoria dati statistici terzo trimestre 2007 Per informazioni: Barbara Perego Tel barbara.perego@assifact.it LE ATTIVITA ASSOCIATIVE Svolte nei mesi di settembre-ottobre /09/07 Milano Gruppi di lavoro misti Commissione Amministrativa e Commissione Segnalazioni di Vigilanza e Centrale Rischi 14/09/07 Milano Commissione Auditing e Controlli Interni 19/09/07 Milano Coordinatori Commissioni Assifact 20/09/07 Brescia Consiglio 20/09/07 Brescia Assemblea 20-21/09/07 Brescia Workshop Internazionale Italia-Spagna 27-28/09/07 Roma Gruppo Interfinanziario Puma2 05/10/07 Milano Gruppi di lavoro misti Commissione Amministrativa e Commissione Segnalazioni di Vigilanza e Centrale Rischi 09/10/07 Milano Incontri di formazione La legge 231/01 nel factoring 10/10/07 Milano Commissione Legale 11/10/07 Milano Commissione Auditing e Controlli Interni 19/10/07 Milano Incontri di formazione La legge 231/01 nel factoring 23/10/07 Milano Commissione Auditing e Controlli Interni 24/10/07 Milano Commissione Amministrativa 30/10/07 Milano Commissione Risk Management Previste per il mese di novembre-dicembre /11/07 Milano Comitato Esecutivo 07/11/07 Milano Gruppi di lavoro misti Commissione Amministrativa e Commissione Segnalazioni di Vigilanza e Centrale Rischi 08/11/07 Milano Commissione Amministrativa 09/11/07 Milano Commissione Auditing e Controlli Interni 13-16/11/07 Roma Gruppo Interfinanziario Puma2 21/11/07 Milano Commissione Amministrativa 27/11/07 Milano Commissione Organizzazione 29/11/07 Milano Commissione Amministrativa 13/12/07 Milano Consiglio 14/12/07 Milano Commissione Auditing e Controlli Interni 18/12/07 Milano Commissione Amministrativa Per informazioni: Liliana Corti Tel liliana.corti@assifact.it ASSOCIATI SOSTENITORI Aspettiamo le domande di ammissione all Associazione Se vuoi saperne di più: Per informazioni: Liliana Corti Tel liliana.corti@assifact.it Numero chiuso il

5 Novembre - Dicembre 2007 ISSN ASSEMBLEA ORDINARIA DEL 20 SETTEMBRE 2007 Relazione del Consiglio sull attività svolta nell esercizio Il mercato del factoring nel 2006 Nel corso del 2006, il tasso di crescita dell economia italiana in termini di prodotto interno lordo è stato superiore alle attese e pari all 1,9%, ma comunque inferiore a quello dell area dell euro (+2,9%) e dell economia mondiale (+5,4%), in corrispondenza di una crescita sostenuta delle esportazioni (+5,3%) e di una ripresa dei consumi delle famiglie, mentre gli investimenti fissi lordi hanno registrato un incremento pari al 2,3%. L'inflazione media annua, misurata sull indice dei prezzi, è stata pari al 2,1%, valore allineato, per il secondo anno consecutivo, all area dell euro; il deficit del conto corrente della bilancia dei pagamenti è decisamente aumentato, in relazione alla crescita dei prezzi dei prodotti energetici, ed è risultato pari a 37,9 miliardi di euro (23 miliardi nel 2005). Per quanto riguarda l'attività di factoring, il mercato mondiale ha registrato nel 2006 un tasso di sviluppo pari a oltre l 11%. Il turnover dell'anno è stato pari a quasi miliardi di euro. Nel mercato italiano, che si colloca ancora oggi, nonostante lo sviluppo crescente di nuove realtà nazionali del factoring a livello mondiale, al secondo posto, dopo il Regno Unito e prima degli USA, con una quota, rispettivamente, dell 11% del mercato mondiale e del 15% del mercato europeo, il turnover complessivo degli operatori di factoring aderenti all'associazione è stato pari a oltre 108 miliardi di euro (+7,80% rispetto all anno precedente). Secondo le rilevazioni di Banca d Italia, l ammontare dei crediti acquistati in essere alla fine del 2006 è cresciuto di oltre il 12% rispetto all anno precedente, in relazione alla ripresa dell attività produttiva. I primi sei mesi del 2007 confermano i segnali di crescita registrati nel Il turnover cumulativo del primo semestre 2007 è stato pari a quasi 56 miliardi di euro, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2006, del 2,25%. L ammontare dei crediti in essere al 30 giugno 2007 è pari a 35 miliardi di euro (+6,60% rispetto al primo semestre 2006). Il quadro normativo e la regolamentazione dell'attività di factoring Nel corso dell'esercizio, si è intensificata l attività legislativa e regolamentare relativa al sistema economico e finanziario, che ha interessato, direttamente o indirettamente, il settore del factoring. Durante il 2006 e nei primi mesi del 2007 il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha portato a compimento il processo di revisione dei principi di base della vigilanza bancaria. Nell ambito dei lavori relativi alla nuova disciplina prudenziale, il Comitato, sulla base dei risultati del quinto studio d impatto quantitativo, ha confermato la calibrazione dei requisiti patrimoniali definita nel documento del 2004 e ha intensificato i lavori per favorire l efficace attuazione delle nuove regole. Con l adozione delle direttive CE 14 giugno 2006, n. 48 e n. 49, relative rispettivamente all accesso e all attività degli enti creditizi e all adeguatezza patrimoniale delle banche e delle imprese di investimento, si è concluso il processo di trasposizione in ambito comunitario della nuova regolamentazione prudenziale. Nell ambito del recepimento della Direttiva nei paesi dell Unione Europea, l attività di coordinamento condotta dal Comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria (CEBS) è diventata sempre più intensa. In materia di grandi fidi gli approfondimenti del CEBS hanno riguardato: l analisi della regolamentazione nazionale e delle prassi di vigilanza; le metodologie utilizzate dalle banche per la gestione e il controllo dei grandi fidi; l analisi degli strumenti di attenuazione del rischio. I risultati degli approfondimenti mostrano un soddisfacente grado di omogeneità tra paesi, pur in presenza in taluni casi di diverse modalità di esercizio delle discrezionalità nazionali previste dalla legislazione europea. In considerazione dell elevato grado di articolazione dell analisi, il termine di consegna del parere alla Commissione è stato spostato dalla metà del 2006 ai primi mesi del In tema di principi contabili internazionali (IAS), nel trascorso esercizio, la Commissione Europea ha emanato alcuni regolamenti di modifica (n. 108/2006, n. 708/2006, n. 1329/2006) del regolamento (CE) n. 1725/2003 della Commissione che ha adottato i principi contabili internazionali conformemente al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, nell ambito del processo di armonizzazione dell'informazione finanziaria delle società quotate in borsa. Per quanto riguarda la Convenzione UNIDROIT sul factoring internazionale, essa risulta essere stata ratificata, alla data del 1 luglio 2007, da sette Paesi (Francia, Germania, Italia, Lettonia, Nigeria, Ucraina, Ungheria). Con l emanazione della circolare 27 dicembre 2006, n. 263 e del 7 aggiornamento del 9 luglio 2007 della circolare 5 agosto 1996, n. 216, la Banca d Italia ha portato a compimento il processo di recepimento delle sopra citate direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari. Le nuove disposizioni muovono dalle modifiche apportate al TUB dal decreto legge 27 dicembre 2006, n. 297, e dal decreto ministeriale adottato in via d urgenza il 27 dicembre Il provvedimento individua i criteri generali della nuova disciplina prudenziale, demanda alla Banca d Italia l emanazione delle disposizioni applicative e di carattere tecnico, esercita alcune facoltà rimesse dalle norme comunitarie alla discrezionalità degli Stati membri. prudenziale, demanda alla Banca d Italia l emanazione delle disposizioni applicative e di carattere tecnico, esercita alcune facoltà rimesse dalle norme comunitarie alla discrezionalità degli Stati membri. La disciplina prevede l individuazione delle soluzioni normative più idonee, avendo riguardo anche all esigenza di contenere gli oneri per i destinatari.

6 P AGINA 2 Vengono dettate regole differenziate in funzione delle dimensioni, della complessità e delle altre caratteristiche degli intermediari; ciascun operatore, anche in relazione alle varie tipologie di rischio, può articolare nel tempo l accesso a metodologie e processi progressivamente più avanzati. In considerazione della facoltà degli intermediari bancari e finanziari, prevista a livello comunitario, di continuare ad applicare per il 2007 il regime prudenziale precedente, le relative disposizioni contenute nella circolare della Banca d Italia del 21 aprile 1999, n. 229, restano in vigore sino alla fine del 2007; fa eccezione la nuova disciplina del patrimonio di vigilanza, che trova immediata applicazione. Le innovazioni riguardanti la disciplina sulla concentrazione dei rischi, fermi restando i limiti fissati dalla normativa sui grandi fidi, attengono soprattutto alla quantificazione delle posizioni di rischio da effettuare per tutte le banche secondo la metodologia standardizzata per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito e alle modalità di riconoscimento delle tecniche di CRM. Dal primo gennaio 2007 sono in vigore i nuovi limiti della concentrazione dei rischi stabiliti per gli intermediari finanziari ex art. 107, con l applicazione di disposizioni transitorie fino al 31 dicembre L ammontare complessivo dei grandi rischi, definiti dalle posizioni di rischio di importo pari o superiore al 10% del patrimonio di vigilanza, va contenuto entro il limite globale di otto volte il patrimonio di vigilanza. Tale limite non si applica agli intermediari appartenenti a gruppi sottoposti a vigilanza consolidata da parte della Banca d Italia. Ciascuna posizione di rischio va contenuta entro il limite individuale del 25% (40% per gli intermediari appartenenti a gruppi bancari) del patrimonio di vigilanza. Le disposizioni transitorie prevedono un limite individuale del 40% del patrimonio di vigilanza e considerano grandi rischi le posizioni di rischio pari o superiori al 15 per cento del patrimonio di vigilanza. Nel febbraio 2007, la Banca d Italia ha sottoposto a consultazione un documento concernente la normativa secondaria applicabile ai confidi che assumono la veste di intermediari finanziari vigilati ex art. 107 del TUB o di banche cooperative. La possibilità di operare in queste forme, oltre che in quella tradizionale di soggetti ex art. 106 del TUB, attua quanto previsto dal decreto legge 30 settembre 2003, n. 269 (convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326). Lo schema di disciplina recante le disposizioni attuative della Banca d Italia fa ampio riferimento alle vigenti disposizioni in materia di intermediari vigilati e di banche di credito cooperativo, con opportuni adattamenti per tener conto delle specificità operative e strutturali che caratterizzano i confidi. Allo scopo di assicurare il più favorevole trattamento prudenziale previsto per le banche ai crediti verso i confidi che assumeranno la veste di intermediari vigilati ex art. 107 del TUB e alle garanzie da questi rilasciate, verrebbe loro richiesto (come agli altri intermediari iscritti nell elenco speciale) il rispetto di requisiti patrimoniali minimi. Nei primi mesi del 2007 la Banca d Italia ha adottato ulteriori provvedimenti di aggiornamento della disciplina di vigilanza. Con riferimento alla raccolta del risparmio dei soggetti non bancari le Istruzioni recano indicazioni circa la nozione di raccolta del risparmio e fissano limiti specifici alla raccolta mediante strumenti finanziari effettuata dagli intermediari che svolgono attività di concessione di finanziamenti tra il pubblico. Le Istruzioni di vigilanza relative alla funzione di compliance fanno seguito alla diffusione di un documento per la consultazione relativo alle modalità di gestione e controllo del rischio di compliance nelle banche. La normativa integra il sistema dei controlli interni delle banche e rimette in ampia misura all autonomia organizzativa degli intermediari l individuazione delle soluzioni più idonee per fronteggiare il rischio di compliance. Si richiedono, in ogni caso, l istituzione di una apposita funzione, indipendente e dotata di adeguate risorse, incaricata della gestione di tale rischio, l individuazione di un responsabile aziendale, una chiara e formalizzata definizione dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti. Agli organi amministrativi e di controllo sono affidati compiti di indirizzo e supervisione. Banca d Italia, dopo l emanazione delle istruzioni con gli schemi e le regole di compilazione per bilanci IAS delle banche (Circolare 262 del 22 dicembre 2005) e degli intermediari finanziari ex art. 107 (Provvedimento della Banca d Italia del 14 febbraio 2006), ha avviato un processo di consultazione per la modifica delle segnalazioni di vigilanza degli intermediari iscritti nell elenco speciale (circ. 217 e 154), finalizzata a garantire l allineamento ai principi contabili internazionali. Sempre in tema di bilanci, Banca d Italia ha emanato il Provvedimento del 12 febbraio 2007 destinato agli intermediari finanziari ex art. 106 che intendono redigere il bilancio individuale o di gruppo in conformità ai principi contabili internazionali, estendo ad essi le medesime istruzioni pubblicate per gli intermediari vigilati. Ai sensi della normativa antiusura, di cui alla legge 108 del 7 marzo 1996 ed alle successive modifiche, sono proseguite le rilevazioni dei tassi medi praticati dal sistema bancario e finanziario, periodicamente pubblicate nella Gazzetta Ufficiale. Tali rilevazioni, riferite a diverse tipologie di operazioni, pongono, fra l altro, sistematicamente in evidenza il livello contenuto dei tassi d interesse praticati alla clientela dagli operatori del comparto del factoring. Altre novità sono state recentemente introdotte, anche nel corso del presente esercizio, e attualmente sono in via di approfondimento in sede associativa. Fra le principali tematiche si segnalano le modifiche alla normativa antiriciclaggio, l istituzione dell Anagrafe Tributaria e le cosiddette Indagini Finanziarie, le nuove fattispecie di reati presupposto ai sensi del Decreto 231/2001, le modifiche alla normativa sulla trasparenza, con particolare riferimento alle modifiche unilaterali del contratto secondo il nuovo articolo 118 TUB. Nel mese di agosto 2007, la Banca d Italia ha pubblicato un documento per la consultazione riguardante la disciplina della soluzione stragiudiziale delle controversie in materia bancaria e finanziaria, ai sensi dell art. 128-bis del Testo unico bancario, che prospetta l adesione degli intermediari, tramite le rispettive associazioni di categoria, a sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie con i clienti sulla base delle procedure definite dal CICR, su proposta della Banca d Italia. L'attività associativa Nel corso dell'esercizio sociale chiuso al 31 marzo 2007 si sono manifestati un recesso e nove nuove adesioni all Associazione, di cui otto di società di servizi e studi professionali, con la qualifica di associato sostenitore, introdotta dal nuovo statuto associativo. Il numero di soggetti aderenti all Associazione risulta essere ad oggi complessivamente pari a 43, di cui 35 quali associati ordinari e corrispondenti. Tra questi si segnala la presenza di tre banche, che, nell ambito della propria tradizionale attività bancaria e finanziaria, erogano direttamente servizi di factoring, di due banche specializzate nel factoring e in altri finanziamenti non bancari e di una società per la cartolarizzazione dei crediti. Nell elenco delle società finanziarie iscritte all elenco speciale della Banca d Italia il numero degli operatori che esercitano attività di factoring in modo prevalente è pari a fine 2006 a 32, di cui 14 inclusi in un gruppo bancario italiano o estero.

7 PAGINA 3 Gli attuali Associati rappresentano quindi in pratica la totalità del mercato del factoring tradizionale ed una quota assai significativa del mercato del factoring cosiddetto "finalizzato", di matrice industriale. Nel trascorso esercizio, l attività dell Associazione è stata rivolta ai propri consueti ambiti istituzionali, costituiti da: A. la rappresentanza degli interessi della categoria nei confronti dell ambiente esterno e del mercato di riferimento; B. la fornitura di servizi e l assistenza agli Associati; C. la gestione di servizi in comune per conto degli Associati; D. lo studio ed analisi delle problematiche del factoring. A) La rappresentanza degli interessi della categoria ha costituito un ambito rilevante dell attività dell Associazione anche nel ed e stata rivolta a sviluppare e consolidare una visione dell attività di factoring quale professione peculiare, ad elevata specializzazione. L'azione concreta dell'associazione è consistita, come di consueto, nell assicurare un monitoraggio dei principali cambiamenti normativi e di mercato; nello sviluppare un analisi delle conseguenti implicazioni per le diverse componenti finanziaria ed industriale del settore del factoring; nell intensificare la collaborazione con le istituzioni esterne protagoniste e/o coinvolte nei cambiamenti suddetti; nel fornire un efficace supporto agli Associati, in particolare nella impegnativa attività di recepimento della nuova normativa concernente il factoring. A questo proposito va ricordato, come sempre, il rapporto con la Banca d'italia, ormai su base istituzionale ed articolato ai vari livelli delle rispettive strutture. Nella convinzione che una visione completa ed unitaria possa essere un fattore importante per il continuo affinamento dei rapporti con gli interlocutori del sistema finanziario, l Associazione ha perseguito inoltre una sempre più stretta e sistematica interazione con gli altri organismi di rappresentanza degli operatori bancari, finanziari, professionali e industriali. In tale ambito, si è ulteriormente consolidata la collaborazione con Assilea ed Assofin, che riguarda sia periodici incontri a livello istituzionale sia la condivisione sistematica di progetti ed iniziative di rilievo, e sono proseguiti i rapporti con l Associazione Bancaria Italiana attraverso contatti e scambio di materiali e documentazione varia. Si segnala inoltre il consolidamento del rapporto con ASSIREVI, avente l obiettivo di presentare e condividere, per quanto possibile, la struttura giuridica e l operatività delle operazioni di factoring in Italia, al fine di ottenere un adeguata formulazione dei principi contabili internazionali (IAS). In tale ambito, Assifact ha condiviso i contenuti di un documento relativo alla rappresentazione e valutazione delle operazioni di factoring pro-soluto secondo gli IAS nei bilanci dei cessionari (società di factoring) e dei cedenti, predisposto da Assirevi nel corso dell esercizio (Documento di ricerca n. 109), che costituisce un importante base di riferimento per il trattamento contabile del factoring. Sul piano internazionale, come è noto, la Vostra Associazione rappresenta l'italia in seno ad EUROPAFACTO- RING e affianca in tale sede le altre Associazioni specializzate, che raggruppano in numerosi Paesi gli intermediari finanziari impegnati nell attività di factoring. Sul fronte della vigilanza, Assifact interagisce con i competenti organismi internazionali (Comitato di Basilea e Commissione Europea), sia direttamente che attraverso la Banca d Italia, formulando le proprie osservazioni in merito alla revisione della regolamentazione prudenziale. In effetti, vale la pena di sottolineare che la nuova normativa prudenziale, di cui alle recentissime istruzioni di vigilanza del luglio 2007 rivolte agli intermediari finanziari, così come anche, in buona misura, le precedenti istruzioni rivolte alle banche, tengono conto degli orientamenti formulati dall Associazione, sulla base delle caratteristiche dell industria del factoring, e mettono in luce l efficace presidio del rischio assicurato dalla formula del factoring, come testimonia anche il ridotto livello di sofferenze del settore. Alcune problematiche della normativa, in parte ancora aperte, sono state evidenziate dall Associazione nell ambito dei più recenti position paper ed hanno riguardato l assenza di un riferimento specifico alle operazioni di factoring nell ambito del metodo standardizzato per il calcolo del rischio di credito, con sostanziale assimilazione ai finanziamenti non garantiti; la definizione di default che non tiene conto dell effettivo deterioramento del merito creditizio della controparte, laddove nell operazione di factoring, basata sulla cessione di crediti commerciali, il mancato pagamento da oltre 90/180 giorni può dipendere frequentemente da vicende riguardanti il rapporto di fornitura sottostante; il fenomeno dei crediti scaduti nell ambito delle operazioni con controparte Pubblica Amministrazione, che, in base ad una approfondita indagine compiuta presso gli Associati, non compromette la qualità degli attivi né riduce la regolarità e continuità degli incassi; infine, in tema di concentrazione dei rischi, l opportunità di una disciplina ordinaria sulla concentrazione coerente con le caratteristiche dei factor - e di quelli di matrice industriale, in particolare - e, pertanto, differente rispetto a quanto previsto per le banche. La Vostra Associazione ha partecipato ad un gruppo di lavoro sui rapporti tra imprese e intermediari finanziari, promosso dal Ministero delle attività produttive, ed ha prodotto un documento sul ruolo del factoring per le imprese, con particolare riferimento a quelle di piccole e medie dimensioni, contenente, fra l altro, alcune proposte per favorire l utilizzo del factoring. All inizio del presente esercizio, Assifact ha avviato, con la collaborazione degli Associati interessati, una riflessione sul ruolo delle società di factoring appartenenti a gruppi industriali, con particolare riguardo alle implicazioni del nuovo assetto regolamentare, che è ancora in corso. B) La fornitura di servizi e l assistenza agli Associati hanno dato risultati significativi a livello globale, attraverso un azione di orchestrazione delle competenze del settore e di indirizzo, secondo un approccio generale, delle risorse messe a disposizione dagli stessi Associati. Le statistiche associative, che utilizzano direttamente i dati trasmessi nel quadro delle segnalazioni di vigilanza, vengono utilizzate dagli Associati, che ne dispongono su base personalizzata, oltre che per finalità statistiche, anche per analisi di posizionamento competitivo e per una valutazione delle performance comparate. Le Commissioni Tecniche hanno predisposto ed attuato specifici programmi di lavoro, attraverso anche un

8 P AGINA 4 coordinamento delle rispettive attività, grazie anche a numerosi gruppi di lavoro congiunti. Tra le attività in corso si segnalano le seguenti. La Commissione Amministrativa e la Commissione Segnalazioni di Vigilanza e Centrale Rischi, nell ambito di un gruppo di lavoro misto, sono impegnate nel complesso lavoro di analisi e approfondimento della emananda normativa relativa alle segnalazioni di vigilanza degli intermediari finanziari ex art. 107, in corso di modifica per l allineamento agli schemi di bilancio IAS. Tale lavoro implica anche lo studio dell impatto della modifica della Tabella Decisionale, con partecipazione ai lavori del gruppo interfinanziario PUMA2, e dei cambiamenti da apportare ai sistemi informativi degli intermediari. Per quanto riguarda la Commissione Auditing e Controlli Interni, a conclusione di un complesso e significativo lavoro di approfondimento in ordine alla responsabilità amministrativa (D. Lgs. 231/01), sono in corso di svolgimento incontri per la definizione di buone pratiche per la conduzione dell attività di Internal Auditing. Tra gli argomenti trattati si segnalano la mission della funzione, la sua collocazione nell assetto organizzativo, la mappa dei processi e dei rischi nel factoring, i processi strategici ed i rischi significativi da presidiare. La Commissione Legale ha da poco concluso la revisione dello schema di contratto di factoring predisposto dall Associazione nel 1993, per adeguarlo alla nuova realtà operativa e alla normativa del settore, mutuata dal contesto internazionale. Tra gli altri temi oggetto di attenzione si segnalano: l Anagrafe tributaria, le Indagini finanziarie, per l interpretazione dei contenuti delle nuove disposizioni relative alle comunicazioni telematiche da e per l Agenzia delle Entrate; l antiriciclaggio, per l approfondimento della revisione della normativa, con riferimento al trattamento dei dati dei debitori ceduti e all appesantimento dell operatività connesso con la rilevazione di tutti i bonifici e accreditamenti. Per quanto riguarda la Commissione Risk Management, il gruppo di lavoro Rating Interno ha monitorato l attività di recepimento a livello nazionale della normativa sull adeguatezza patrimoniale e ha fornito importanti contributi per la formulazione dei Position Paper associativi destinati alle Istituzioni competenti. Nell ambito del progetto Governo dei rischi operativi nel factoring, le società aderenti hanno effettuato la seconda rilevazione delle perdite operative tramite l applicativo GRIFO fornito dall Associazione, ricevendo report personalizzati e un confronto con il campione nel suo complesso. I dati aggregati sono stati analizzati dall Associazione al fine di fornire e- ventuali indicazioni più specifiche per la rilevazione e classificazione degli eventi di perdita e analisi dei fenomeni più ricorrenti. Nel corso dell esercizio, è proseguita la distribuzione agli Associati ed agli interlocutori esterni dell Associazione della newsletter Fact&News, che raggruppa su base bimestrale le informazioni e notizie rilevanti relative al mondo del factoring ed alle attività associative. In tema di servizi agli Associati, si ricordano il sito Assifact ed il servizio di posta elettronica e-fact, che rappresentano i principali canali di collegamento operativo tra l Associazione ed i propri aderenti. Durante l esercizio è stato ampliato, con l offerta di nuovi corsi, il progetto di formazione a distanza rivolto al personale degli Associati e di altre istituzioni interessate, fruibile attraverso una rinnovata, in termini di sicurezza e efficienza, piattaforma web di e-learning. Il programma di iniziative di formazione comprende attualmente i percorsi formativi Il factoring: caratteristiche tecniche e di mercato e Basilea 2 ed il factoring ed i corsi sui controlli interni e sul sistema finanziario. Con il presente esercizio è stato inoltre avviato un nuovo programma di iniziative di formazione, con la proposta agli Associati di un seminario in tema di Responsabilità Amministrativa intitolato: La legge 231/01 nel factoring: metodi e strumenti per l' attuazione del modello organizzativo. Nel corso del trascorso esercizio l Associazione ha proseguito l indagine FOREFact, che fornisce agli Associati, su base trimestrale, un analisi previsionale delle tendenze in atto nel mercato del factoring. E stata inoltre messa a regime la sezione FOREFact Plus, su base semestrale, che riguarda le previsioni di alcuni aggregati di natura economica. C) La gestione di servizi in comune è risultata rilevante anche nel corso del passato esercizio. Essa ha riguardato in primo luogo la partecipazione alle attività del Gruppo Interfinanziario (gruppo Puma II), costituito ad iniziativa della Banca d Italia, che ha ripreso prima dell estate i lavori con un ritmo intenso. Per quanto riguarda la Centrale dei rischi di importo contenuto (CRIC), avviata ad iniziativa di ABI e SIA, l Associazione partecipa al Comitato di gestione, che è preposto dalla normativa ad un attività di verifica della funzionalità del servizio. La Banca d Italia ha attualmente avviato un processo di verifica avente l obiettivo dell incorporazione nella propria Centrale di Rischi della CRIC. L incorporazione è ritenuta opportuna, previa revisione della soglia minima per la segnalazione delle operazioni nella CR Bankitalia, per una gestione centralizzata di tutte le informazioni interessate dall applicazione del nuovo Accordo di Basilea sul capitale di vigilanza delle banche. E in corso di revisione il progetto di analisi dei flussi di ritorno statistici della Centrale dei Rischi, che consente agli Associati aderenti di fruire di dati relativi al comparto del factoring nel suo complesso, con il medesimo formato dei dati globali di ritorno della Centrale dei Rischi, da confrontare con i propri dati aziendali. D) Lo studio e l analisi delle problematiche del factoring sono anch essi regolarmente proseguiti nel corso dell esercizio, sia come attività autonome sia come supporto al perseguimento di obiettivi tipici di altre aree di attività dell Associazione. In particolare deve essere segnalata l attività dell Osservatorio Credifact, che costituisce un punto di riferimento privilegiato per tutti i soggetti interessati all analisi del credito commerciale e del factoring, attraverso la promozione di studi e ricerche, seminari e convegni sul tema. Nella collana di Discussion Paper dell Osservatorio è stato pubblicato un secondo studio sul tema della concentrazione dei rischi nei crediti commerciali e bancari, che si aggiunge al primo sul ruolo del factoring nei gruppi bancari. Nel corso del passato esercizio la Vostra Associazione ha promosso il Factoring Day, svoltosi a Milano, e ben tre edizioni del Factoring Tour, a Brescia, Reggio Emilia e Firenze. Un altra edizione dl Factoring Tour si è svolta a Napoli all inizio del corrente esercizio. Le iniziative suddette, alle quali hanno partecipato autorevoli relatori, tra i quali anche alcuni esponenti di Banca d Italia, hanno fatto registrare una significativa affluenza (complessivamente oltre 1000 partecipanti) ed hanno consentito di presentare alla clientela attuale e potenziale i principali profili dell attività di factoring. Tra le altre iniziative si segnala l importante seminario sul tema della responsabilità amministrativa, tenuto dal dott. Paolo Ielo, giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano, ad un gruppo di esponenti degli organi di governo e del top management degli Associati.

9 PAGINA 5 Alcuni membri del Consiglio e diversi collaboratori abituali dell Associazione hanno inoltre presentato relazioni ed interventi in occasione di importanti convegni sul factoring in Italia ed all estero. Le prospettive E importante sottolineare, anche in prospettiva, che il factoring costituisce una professione peculiare, ad elevata specializzazione, ed è destinato a svolgere un ruolo di primo piano nella gestione dei crediti e debiti commerciali e nel finanziamento delle imprese pubbliche e private. Nel mercato italiano, in base all indagine annuale della Banca d Italia sulle imprese industriali e di servizi, i crediti commerciali delle imprese rappresentano il 23% circa del fatturato. La durata media delle dilazioni di pagamento rimane elevata ed intorno agli 85 giorni (86 nel 2005). Il 28% dei pagamenti relativi ai crediti commerciali è effettuato oltre le scadenze pattuite, con un ritardo in media pari a 46 giorni. Nella prospettiva della nuova regolamentazione sul capitale, il factoring, in virtù delle proprie caratteristiche peculiari di strumento di asset based lending, costituirà una interessante ed efficace opportunità per il governo dei rischi di credito, a vantaggio dell assorbimento di capitale in capo ai gruppi bancari, alle banche ed agli intermediari specializzati. Anche in futuro, quindi, la rappresentanza degli interessi della categoria continua a rimanere un area di attività di grande rilievo, in relazione al manifestarsi di continue problematiche normative ed all esigenza di condividere con i soggetti preposti alla regolamentazione le caratteristiche distintive del factoring e le sue componenti industriale e finanziaria. In tale ambito è previsto, fra l altro, ancora un intenso lavoro relativo agli adempimenti, così come alle opportunità, conseguenti alle nuove istruzioni di vigilanza ed alla messa a regime della concreta applicazione dei Principi Contabili Internazionali. Sul fronte del mercato, e opportuno sviluppare, in particolare, il sistema delle relazioni con i soggetti promotori dell attività di factoring e la clientela finale, il cui fabbisogno di conoscenze sullo strumento appare sicuramente ancora insoddisfatto. In questo senso è prevista nell ambito del Piano di comunicazione 2007, l effettuazione, in collaborazione con l Università Bocconi di Milano, di una nuova indagine sulla domanda di factoring. Risulta, infine, importante presidiare e, se possibile, sviluppare il fronte delle relazioni internazionali, con particolare riguardo al mercato europeo del factoring. L international workshop Factoring around Europe: Italia & Espana, in svolgimento proprio in questi giorni, testimonia l attenzione che la Vostra Associazione intende porre, anche in futuro, a questo fronte. Per quanto riguarda la fornitura di servizi e l assistenza agli Associati, si tratta di recepire sempre meglio la domanda di questi ultimi, specie in ordine ad eventuali esigenze specifiche, che comportino, per quanto reso possibile dalle risorse e dall impostazione dell attività associativa, una personalizzazione degli interventi. Il pronto recepimento delle esigenze degli Associati passa soprattutto attraverso l efficace funzionamento delle Commissioni Tecniche e dei gruppi di lavoro, che rappresentano l occasione per l esplicitazione della domanda di servizi associativi, per lo scambio di esperienze e per l esame, anche tramite appositi gruppi di lavoro, delle diverse problematiche particolari. Il profilo delle esigenze degli Associati si collega anche alla gestione di servizi in comune, che costituisce, eventualmente anche per gruppi di Associati aggregati in base ad esigenze comuni, un importante funzione. A questo proposito, è prevista la prosecuzione delle attività del Gruppo Interfinanziario, che continuerà ad affrontare i problemi ricorrenti di segnalazione da parte degli Associati e le implicazioni segnaletiche delle recenti modifiche alla regolamentazione. Da un altro punto di vista, il consistente fabbisogno informativo, conseguente ad un più efficace governo dei rischi dell attività di factoring, segnala in prospettiva l esigenza di ampliare le iniziative comuni, che, come il progetto GRIFO, sono volte a migliorare il patrimonio di dati ed informazioni a disposizione degli Associati, anche in una logica di data pooling. Per quanto riguarda, infine, lo studio delle problematiche del factoring, appare opportuno mantenere il profilo propositivo di tale attività, che costituisce, anche in un ottica di medio termine, un impulso agli interventi associativi nei diversi ambiti. In tale ambito appaiono di sicuro interesse il completamento di un modello previsivo dell andamento del mercato del factoring, da utilizzare nel progetto FOREfact; lo sviluppo di logiche specifiche dei modelli interni di rating, da mettere a disposizione degli Associati per i propri progetti aziendali; le attività di ricerca dell Osservatorio Credi- Fact; le nuove edizioni del Factoring Tour e le altre iniziative di presentazione al mondo delle imprese e delle banche delle caratteristiche del factoring, attualmente allo studio. La struttura dell'associazione Nel corso dell'esercizio, il Consiglio ed il Comitato Esecutivo si sono riuniti, rispettivamente 4 e 5 volte. Una sintesi dei principali temi trattati nelle riunioni di Consiglio e Comitato Esecutivo viene trasmessa a tutti gli Associati tramite la newsletter Fact&News, per favorire la comunicazione tra l'associazione e gli Associati, specie quelli non rappresentati in Consiglio, in ordine alle decisioni assunte in quella sede, ai progetti in corso e, più in generale, ai fatti salienti dell'attività associativa. La struttura delle Commissioni Tecniche dell'associazione è attualmente costituita da sei Commissioni: Amministrativa, Auditing e controlli interni, Legale, Organizzazione, Risk management e Segnalazioni di Vigilanza e Centrale Rischi. Nel periodo in esame l'attività delle Commissioni Tecniche, specie di quelle coinvolte dall evoluzione della regolamentazione del factoring, è stata intensa, in particolare al livello delle sottocommissioni e gruppi di lavoro, costituiti in base a specifiche esigenze e problemi. Il lavoro delle Commissioni è stato inoltre alla base della predisposizione di circolari, comunicazioni e documenti diffusi dall'associazione. Alle Commissioni si aggiungono il gruppo di lavoro Report e statistiche, che ha avviato la propria attività nel corso dell esercizio, nella prospettiva del completamento delle modifiche dell impostazione di bilanci e delle segnalazioni di vigilanza, ed il tavolo di Discussione IAS e factoring, che ha dato un decisivo contributo all approfondimento dei temi relativi ai principi contabili internazionali.

10 P AGINA 6 Per migliorare la diffusione di un immagine corretta del factoring e dell attività svolta dagli Associati e dall Associazione presso il mercato e le istituzioni, è proseguita con profitto la collaborazione con la società incaricata di attuare la politica di comunicazione associativa. Il Piano di comunicazione 2006 è stato regolarmente portato a termine, così come è in fase di attuazione il Piano In linea generale, le risorse esistenti e quelle previste per la realizzazione del programma delle attività associative possono considerarsi adeguate, nell ipotesi che la filosofia di fondo dell Associazione, specie sotto i profili del mantenimento di una struttura leggera e flessibile e del contenimento dei costi, mantenga anche in prospettiva la propria validità. Di tutto ciò si è tenuto conto nella predisposizione della proposta di bilancio preventivo 2007/2008, che riflette un azione associativa volta a mantenere attiva la collaborazione con le Autorità di controllo e con gli altri interlocutori istituzionali dell Associazione e dell industria del factoring, ed a rafforzare la conoscenza delle caratteristiche distintive e delle specificità del prodotto factoring presso il mercato degli utilizzatori, i soggetti promotori dell'attività di factoring, gli stessi Associati. Via Cerva, Milano Tel Fax assifact@assifact.it

11 PAGINA 7 COMPOSIZIONE ORGANI ASSOCIATIVI PER IL TRIENNIO Presidente Antonio DE MARTINI (*) Vice Presidenti Gianluigi RIVA (*) Francesco SACCHI (*) Consiglieri Gianfranco ANTOGNOLI (*) Marino BARATTI Gianpiero BERTOLI (*) Massimo FERRARIS (*) Fausto GALMARINI (*) Luigi LENCI Paolo LICCIARDELLO Mario MARINESI Luigi MATTA Sergio MEREGHETTI Marcello MESSINA (*) James MUGERWA Andrea POLLI Ettore SINNONA Renato Antonio ZANETTI Revisori Effettivi Enrico DEHO Rony HAMAUI Antonio IANTOSCA Revisori Supplenti Presidente Onorario Massimo MANCINI Mattia SERENA Roberto RUOZI Past President Giorgio BONDIOLI (*) Segretario Generale Alessandro CARRETTA (*) Membro del Comitato Esecutivo

12 P AGINA 8 ELENCO DEGLI ASSOCIATI Associati ordinari e corrispondenti * ABF FACTORING * AOSTA FACTOR * BANCA CARIGE * BANCA IFIS * BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA * BCC FACTORING * C.B.I. FACTOR * CENTRO FACTORING * COFACE FACTORING ITALIA * CREDEM FACTOR * EMIL-RO FACTOR * ENEL.FACTOR * FACTORCOOP * FARMAFACTORING * FERCREDIT * FIDIS * FORTIS COMMERCIAL FINANCE * GE CAPITAL FINANCE * GE CAPITAL FUNDING SERVICES * GENERAL FINANCE * IBM ITALIA SERVIZI FINANZIARI * IFITALIA INTERNATIONAL FACTORS ITALIA * INTESA MEDIOFACTORING * INTESA SANPAOLO * ITALEASE FACTORIT * ITALEASE FINANCE * MCC - MEDIOCREDITO CENTRALE * MPS LEASING & FACTORING * RIESFACTORING * SERFACTORING * SG FACTORING * SIDERFACTOR * SIS.PA. * TEX FACTOR * UNICREDIT FACTORING Associati sostenitori * SCIUME & ASSOCIATI * SEFIN * STONE * STUDIO LEGALE ASSOCIATO in associazione con Clifford Chance * STUDIO LEGALE GIOVANARDI FATTORI * STUDIO LEGALE LUPI E ASSOCIATI * STUDIO LEGALE PILATO * STUDIO PERNIGOTTO & ASSOCIATI

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