ESPERIENZE E POTENZIALI SVILUPPI NELLA FUNZIONE DEL S.P.P.

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1 ESPERIENZE E POTENZIALI SVILUPPI NELLA FUNZIONE DEL S.P.P. AGGIORNAMENTO RSPP ASPP - RLS SCUOLA Febbraio 2013 Enrico Gotti SPSAL Bergamo 1 1 ESPERIENZE E POTENZIALI SVILUPPI NELLA FUNZIONE DEL S.P.P. Organizzazione della giornata: messa in comune e riflessione critica sulle esperienze: RUOLO DOCUMENTO DI VALUTAZIONE RISCHI FORMAZIONE 2 2

2 Visioni del ruolo del RSPP H&S Esercitazione in gruppo: concordare su max. 3 risposte cosa pensano di voi i vostri colleghi? quali visione di ruolo abbiamo di noi stessi? 3 Ridurre la distanza! Come? Obiettivo del RSPP H&S dovrebbe essere quello di massimizzare il trasferimento all organizzazione scolastica del patrimonio specialistico di cui è portatore. Allo scopo di promuovere l integrazione della sicurezza nel processo educativo e nel sistema di gestione aziendale. (cioè la sicurezza che diviene obiettivo di tutti rifocalizzando unitariamente l analisi del rischio, il sistema di pianificazione obiettivi e il sistema di controlloaudit riservando all SPP un ruolo di sintesi e governo ) 4

3 LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DUE PROBLEMI ALL ORIGINE INFORTUNI MALATTIE PROFESSIONALI DUE OBIETTIVI: POSSIBILI?? BENESSERE PRODOTTO EDUCATIVO 5 Ripartire dal problema: Le cause degli infortuni Direttiva CEE 391/89 suddivide le cause di infortuni in 2 categorie: 35% infortuni: dovuti a condizioni oggettivamente pericolose 65% infortuni: dovuti a azioni pericolose legate a non adeguata organizzazione, a non corretti comportamenti 6

4 S&S LE CAUSE IERI E OGGI: MALATTIE PROFESSIONALI Quali sono le mal prof, e le loro cause : Ieri invalidità fisiche (ipoacusia silicosi..) Poi le nuove invalidanti: movimenti ripetuti e scorretti, apparato muscolo scheletrico, Radiazioni.. Oggi stress: disadattamento della persone rispetto al contesto lavorativo (senso, relazioni, valorizzazione o esclusione, sviluppo professionale e umano negati o accompagnati, sentirsi parte o numero.) 7 S&S le cause ieri e oggi STRATEGIA (sistemi produttivi, progettazione) IERI TECNICA (macchina, impianto, materiali) ORGANIZZAZIONE (responsabilità, procedure, regole, clima, modelli di gestione, gestione risorse umane, comunicazione, ) INTEGRARE LE OGGI PROFESSIONALITA! PERSONA (valore, complessità, carattere, cultura ) Che chiede un adattamento persona- lavoro bidirezionale, che dobbiamo accompagnare a consapevolezza, competenza, abilità,.. 8

5 QUINDI quali nuove attenzioni per fare S&S: Ai modelli organizzativi, tutti lo abbiamo +o- efficiente e ordinato: riordinare rivedere Alle politiche di gestione del personale, anche il piccolo ha un suo modello: autoritario, paternalista, professionale, partecipato Alle culture, ai linguaggi, alle comunicazioni Alle politiche della sicurezza, al clima, alle coerenze interne all azienda: si apprende per adattamento imitazione Quanto spazio riservano i ns DVR a questi elementi??? Quante competenze i ns consulenti?? 9 PASSAGGIO CULTURALE: DALLA DIFESA ALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE OMS: "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia" star bene è dar senso al proprio esistere, lavorare assumendone anche la fatica-stress STAR BENE CON SE STESSI E CON L AMBIENTE CHE CI CIRCONDA NON è OBIETTIVO DA NASCONDERE DIETRO ALTRI TERMINI; VA AFFERMATO COME OBIETTIVO 10

6 ESERCITAZIONE LIMITI ATTUALI E POSSIBILI SVILUPPI- MIGLIORAMENTI NEL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI NEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 11 I limiti della valutazione dei rischi Fondazione S. Maugeri, Clinica del Lavoro e della Riabilitazione, U.O. Ospedaliera di Medicina del Lavoro Carenza di partecipazione Eccesso di formalismi Presunta efficacia della valutazione esclusivamente tecnica (quali semplificazioni possibili?) Propensione alla valutazione più che all azione (sproporzione di costi tra valutazione e interventi) Scarso confronto con le elaborazioni maturate in sede europea. L analisi spostata su fasi standard, rischi cronici; più che situazioni anomale e particolari, incidenti; Sovrapposizione con altri documenti aziendali Di difficile uso gestionale 12

7 LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Valutare i rischi significa definire processi e procedure standardizzate SICURE e poi saper individuare all interno del processo produttivo e dell organizzazione del lavoro fattori e condizioni che possono far deviare il processo dalle condizioni standard e che potrebbero avere come conseguenze: Incidenti, infortuni, Malattie professionali Emissioni, scarichi Discontinuità dei servizi, fermi impianto, Manutenzioni straordinarie, Servizi e prodotti fuori specifica Sanzioni, amministrative, contrattuali Comportamenti colposi e dolosi (231) Carenza ed errori di comunicazioni Stress socio-organizzativi, Confusione di ruoli e responsabilità una buona analisi dei rischi presuppone una adeguata mappatura dei processi e delle loro componenti-fasi 13 Una rinnovata attenzione a tre dimensioni 1. LA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 2. L AGGIORNAMENTO DELLA VR L analisi reattiva L analisi dei cambiamenti La formazione 3. PIANIFICAZIONE E CONTROLLO NEL DVR 14

8 1. LA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Ad oggi molto indagati i rischi cronici - misurabili, le operazioni standardizzate (maggiormente avvicinabili dai tecnici, esperti), Non altrettanto indagate le situazioni particolari, anomalie di processo, condizioni momentanee, incidenti, comportamenti nascosti, le deviazioni dallo standard di processo; Situazioni che ancor prima di essere fonte di infortuni sono freni alla continuità produttiva Quali gli strumenti opportuni per rilevare pericoli, situazioni non standardizzate? Chi sono i conoscitori di questi pericoli? Come è possibile far si che esprimano vissuti conoscenze e competenze tecnico operative? Quali strumenti mettiamo in campo? LA PARTECIPAZIONE 15 LA PARTECIPAZIONE Tutta l elaborazione scientifica e normativa in materia fonda le proprie radici in un modello cooperativo Si presuppone un pensiero/atteggiamento intorno alla Partecipazione in materia di Sicurezza che non sia principalmente orientato al DIRITTO (di informazione, formazione e presa visione.) Bensì orientato alla partecipazione come elemento essenziale al processo preventivo perché portatrice di informazioni, conoscenze, competenze, proposte e perché capace di sviluppare condivisione sulle regole definite attraverso percorsi partecipativi. I saperi sono depositati nelle persone e nascono spesso da esperienze (errori-limiti, successi) in un passaggio continuo da esperienza a teoria. Complementarietà delle competenze : lavoratore- esperto La partecipazione, la socializzazione dei saperi non va richiesta ; va motivata: sentirsi parte protagonista ascolto clima cooperativa politica cultura della sicurezza (insieme di valori, idee, costumi e riti condivisi e vissuti 16

9 Analisi Cause Remote L AGGIORNAMENTO DELLA VR: B. L analisi dei cambiamenti tecnologici, organizzativi, gestionali; ad ogni cambiamento è necessario chiedersi se potrà avere conseguenze sul sistema sicurezza, se potrà variare i parametri di inquinamento. 18

10 2. L AGGIORNAMENTO DELLA VR: C. La formazione il D.Lgs 81 la definisce come processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori conoscenze e procedure utili a.. la ns università di Bg ci insegna che la Formazione non può darsi il solo obiettivo di incidere sui comportamenti dei singoli; la formazione rimette in gioco i modi -procedure, i pensieri e gli approcci culturali, le forme organizzative e i modelli di relazione o di leadership. Questo può avvenire se facciamo della Formazione occasione luogo per portare in evidenza le informazioni, le competenze, le proposte che sono nei lavoratori, ma che per vari motivi non sono razionalizzate od esplicitate. Ed allora la formazione continua, l aula, è luogo per aggiornare l analisi dei rischi, per revisionare le procedure, per esprimere proposte, per valutare i controlli, per costruire forme migliori di comunicazione. Impariamo a comperare obiettivi-risultati della formazione, 19 non comperiamo ore di formazione 3. PIANIFICAZIONE E CONTROLLO Credo innegabile l affermazione che nelle ns SCUOLE, si fa molto per la salute e sicurezza. Ma è un fare che manca delle fasi di PIANIFICAZIONE E CONTROLLO PIANIFICAZIONE: da un agire casuale, su stimolo del fatto-momento ad un agire motivato da una attesa di risultato: quale risultato ci attendiamo dal formatore, dal tecnico, dal consulente? proviamo a guardare-misurare i risultati (comportamenti, incidenti, segnalazioni, cooperazione, comunicazione.)? Se l unico risultato è sono a posto con la legge la sicurezza sarà sempre una spesa improduttiva! Chi sostiene la PMI in questo rapporto con i consulenti formatori? 20

11 CONTROLLO OPERATIVO ABBIAMO IMPARATO a mettere le protezioni sulle macchine a scrivere regole, procedure, istruzioni per lavoratori, appalti A fare esercitazioni di evacuazione A disporre l uso DPI, ad abbatter barriere architettoniche a mettere strisce, segnaletiche, porte di emergenza a mettere in sicurezza Impianti ausiliari.. A FARE MOLTO Ma le regole giuridicamente valide non sono quelle scritte; sono le consuetudini, le normali condizioni operative, le procedure applicate e note ai responsabili. Che spesso sono ben altra cosa da quanto scritto o previsto. Dove c è una procedura, un sistema di sicurezza, una variabile significativa deve essere prevista una forma di controllo; TUTTE LE MISURE ATTUATE DEVONO ESSERE SOGGETTE AL SISTEMA DI CONTROLLO (chi - come le mantiene efficienti) il sistema di controllo a cascata così come è parte integrante dei sistemi di gestione deve essere parte integrante del Documento di Valutazione dei rischi. 21

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