Sviluppo delle competenze nella lingua italiana per lo studio Marco Mezzadri Università di Parma
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1 Sviluppo delle competenze nella lingua italiana per lo studio Marco Mezzadri Università di Parma Manerbio 26/11/2010
2 Per inquadrare il tema La parola è la chiave fatata. Io sono sicuro che la differenza fra il mio figliolo e il vostro non è nella quantità né nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il cuore, ma in qualcosa che è sulla soglia fra il dentro e il fuori, anzi è la soglia stessa: la Parola. Ciò che manca ai miei è solo questo: il dominio sulla parola. [ ] Chiamo uomo chi è padrone della sua lingua. (Milani L., Lettere di Don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori, Milano, 1970)
3 Lo studente straniero che apprende l italiano è prima di tutto un cittadino cui offrire opportunità formative indispensabili. Senza la lingua per lo studio non possono esserci pari opportunità. Riflessione indispensabile per perseguire gli obiettivi di perequazione e di giustizia sociale riportati nell Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana.
4 Il programma degli incontri 1 introduzione al tema e tentativo di impostare il lavoro in verticale tra i diversi ordini di scuola 2 uno sguardo didattico 3 feedback primaverile (circa) e confronto con altre esperienze
5 Fare come se Se in troppi facciamo come se cosa succede?
6 Quadro comune europeo di riferimento per le lingue Un altra stella polare: il Quadro Educazione linguistica per educare alla cittadinanza democratica. Rilegge il fine dell insegnamento delle lingue e il compito dell insegnante di lingua in quanto educatore. La preparazione alla cittadinanza democratica è un obiettivo educativo prioritario.
7 Il plurilinguismo e il pluriculturalismo Il plurilinguismo è la conoscenza di diverse lingue straniere e la loro compresenza nel contesto sociale. Non sono la somma delle conoscenze di diverse lingue e culture. Le diverse esperienze di apprendimento linguistico conducono l individuo a modificare il proprio modo di apprendere. Le conoscenze e le abilità comunicative acquisite in una lingua e attraverso una cultura interagiscono con le altre lingue e le altre conoscenze culturali.
8 Studenti stranieri e italiani nella scuola di oggi Studenti di madrelingua non italiana, le seconde generazioni, i loro compagni italofoni creano un contesto sociale pluriculturale Identità del contesto totalmente diversa rispetto alla generazione dei loro genitori.
9 Focus principale del nostro corso L insegnamento/apprendimento della lingua italiana per fini di studio Esso presuppone l impiego di complesse strategie di apprendimento e di competenze cognitive di livello superiore. Vedremo come lo sviluppo della cittadinanza democratica, che potrebbe essere percepita unicamente come una dichiarazione di principi, sia in realtà carica di contenuti sul piano didattico e organizzativo.
10 I percorsi formativi offerti alle nuove generazioni, di cittadini italiani e stranieri nelle scuole italiane, devono presupporre la capacità e la possibilità di ripensare tutto il sistema nelle diverse componenti coinvolte. Anche per italiani prospettiva meno eurocentrica.
11 Le dimensioni del fenomeno La distribuzione in Europa non è omogenea Dallo 0,5% della Bulgaria e della Romania, al 10% sfiorato da paesi come l Austria, la Spagna, la Germania e superato dai paesi baltici per ragioni storiche In province come MN, PR, PC, RE, BS, percentuali ben più alte a scuola: anche oltre il 14%.
12 L immigrazione in Italia Circa persone nel 1970, Circa nel 2006 (cfr. Caritas 2007, p. 4). Nel 2000, permessi, cioè presenze legali. Regolarizzazione del 2002: aumentati i ricongiungimenti familiari incrementato l arrivo di minori stranieri, nati e cresciuti all estero. Nel Nord e in parte del Centro, sono il 25% sull intera popolazione straniera.
13 Seconde generazioni e generazioni frazionali Non conosco statistiche con una lettura sintetica dell età di arrivo in Italia dei minori stranieri. Elemento indispensabile per l approfondimento della differenza tra prima o seconda generazione e le cosiddette generazioni frazionali
14 Già un milione Secondo la Fondazione Agnelli, all inizio del 2008, con un anticipo di tre/quattro anni sulle previsioni, i figli degli immigrati in Italia hanno superato il milione: Generazione 1,75" i giovani nati all'estero e immigrati in Italia in età prescolare, tra gli 0 e i 5 anni, generazione 1,5 immigrati in età compresa nella fascia tra i 6 e i 12, generazione 1,25 i giovani arrivati in Italia in età compresa tra i 13 e i 17 anni.
15 I risultati scolastici degli alunni stranieri Luise (2006, p. 34): Ciò che appare evidente da tutti i dati riportati è che la causa dell insuccesso scolastico degli allievi stranieri presenti nella scuola italiana risiede nelle difficoltà della scuola a fornire loro un insegnamento che risponda ai loro bisogni didattici, cognitivi, e soprattutto linguistici. Esiste quindi un problema reale, sentito e riconosciuto, al quale la ricerca glottodidattica può proporre modelli, metodi e tecniche per risolverlo.
16 Il ritardo scolastico Si realizza nel sistema educativo italiano già in partenza. Secondo il Ministero (2006, p. 24) eventuali slittamenti di un anno in una classe inferiore vanno valutati in relazione ai benefici che potrebbero apportare e coinvolgendo la famiglia dell alunno.
17 Il ritardo scolastico (2) Gli alunni stranieri vengono assegnati a classi che rispecchiano non solo l età anagrafica, ma anche il livello di competenze ed abilità, riguardo alla lingua italiana. Ritardo di un anno = scorciatoia per potere, in un qualche modo, affrontare il problema dell inserimento scolastico?
18 Possibili soluzioni? Tutte da ricercare nelle opzioni metodologiche e organizzative! Ad esempio: presenza in classe degli stranieri, insieme agli italofoni affiancata da spazi dedicati all esclusivo approfondimento della lingua italiana, della comunicazione e dello studio Oppure soluzioni didattiche attraverso cui i contenuti vengono trasmessi in maniera semplificata e individualizzata, ecc.
19 In altre parole L inserimento efficace e il successo scolastico degli alunni stranieri sono direttamente proporzionali all efficacia degli interventi a sostegno dei processi di apprendimento, con particolare attenzione per la centralità dello sviluppo delle competenze in italiano L2 per la comunicazione di base e per lo studio.
20 Oltre BICS Bisogna accompagnare lo studente straniero ben oltre la soglia della competenza Bics, verso una elevata competenza di tipo Calp Obiettivo il B2/C1.
21 Oltre la lingua Vanno considerati altri aspetti dei bisogni complessi dello studente straniero. Scorretto e inopportuno supporre che la soluzione dei problemi d inserimento dell alunno straniero stia nell acquisizione della lingua italiana.
22 I bisogni dell alunno straniero appropriarsi delle regole che governano la scuola determinano in larga misura le relazioni tra le persone ma sono le regole di un mondo diverso un mondo con valori supremi che contrastano con i valori, anche esattamente opposti, del sistema di provenienza. ad esempio il raggiungimento dell autonomia, Il rapporto dialogico con l insegnante basato sulla fiducia reciproca
23 I bisogni dell alunno straniero (2) Ruolo assegnato nel percorso formativo alla sua lingua madre, alla sua cultura d origine, al suo mondo, non solo come parte dell esperienza del singolo, ma come patrimonio della classe e del sistema educativo. Ciò comporta una realizzazione della dimensione educativa interculturale proposta nella normativa vigente del nostro paese.
24 I bisogni dell alunno straniero (3) Comprendere quale spazio egli può avere nella società che lo ha accolto. la scuola come guida alla scoperta della realtà italiana che partendo dalle aspettative dell alunno straniero induce bisogni sempre più complessi di scoperta di possibilità e di opportunità.
25 Proposta di un modello operativo Vedremo in seguito gli aspetti glottodidattici legati alla suddivisione in bisogni linguistici, culturali/disciplinari e cognitivi/metacognitivi, le tre componenti attorno cui ruota il modello che analizzeremo.
26 La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri Documento ministeriale pubblicato nell ottobre 2007 Eccone alcuni stralci in merito all italiano L2
27 L acquisizione e l apprendimento dell italiano rappresenta una componente essenziale del processo di integrazione: costituiscono la condizione di base per capire ed essere capiti, per partecipare e sentirsi parte della comunità, scolastica e non. L azione complessiva si articola in due tipi di attività, organizzativa la prima, glottodidattica la seconda: La fase organizzativa, intesa a fronteggiare l urgenza immediata, mira a: individuare modelli organizzativi (istituzione di Laboratori di Ital2; tempi e durata del laboratorio; personalizzazione del curricolo e adattamento del programma, ecc.); definire i ruoli dei facilitatori linguistici sia esterni (in collaborazione con Enti locali, Associazioni, Centri, Università e loro studenti in tirocinio, iniziative con fondi FSE, e così via); sia interni, attraverso docenti con funzione strumentale e docenti formati nella didattica dell Ital2;
28 prevedere strumenti di stimolo alla creazione di reti di scuole e di loro finanziamento; elaborare materiali e strumenti (trasmissioni televisive, modelli di test di determinazione dei livelli d accesso, ecc.) ed erogare risorse da destinare sia alla pubblicazione e diffusione di materiali di riferimento per gli insegnanti sia all acquisto di materiali di Ital2 per le scuole e gli apprendenti stranieri. La fase glottodidattica prende le mosse contemporaneamente alla prima ma produce risultati in un momento successivo; essa riguarda:
29 la definizione di un modello di competenza comunicativa di italiano di base (ItalBase) e l individuazione dei problemi dell italiano per lo studio (ItalStudio), in modo da offrire ai docenti un quadro comune di riferimento; la diffusione di strumenti per la definizione dei diversi livelli di competenza di ItalBase che tengano conto del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue e del livello di ItalStudio per progettare interventi mirati; l elaborazione e diffusione di modelli operativi sia per le attività in classe sia per quelle in Laboratorio Ital2; la formazione di docenti di riferimento per le singole scuole e la sensibilizzazione di tutti i docenti sui problemi della facilitazione nella comprensione dell italiano.
30 Gli strumenti operativi Il Protocollo dell accoglienza e il Piano educativo personalizzato (PEP) Le Linee guida: per gli alunni stranieri inseriti durante l anno scolastico, i piani individualizzati prevedono interventi di educazione linguistica e di messa a punto curricolare. risulta indispensabile un azione svolta dal consiglio di classe, tesa a valutare la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze essenziali acquisite
31 Che tipo di valutazione? Ottica della valutazione formativa Basata su progressi linguistici e relazionali, non solo disciplinari. Ruolo dei docenti disciplinari e loro competenze. L esempio del CLIL che tratteremo in seguito
32 Il Piano educativo personalizzato (Pep) in grado di rispondere alle esigenze di individualizzazione degli interventi e dei percorsi formativi degli studenti stranieri il Pep è ancora una relativa novità Applicazione nella disabilità
33 Criticità del PEP presuppone un alto livello di condivisione, da parte di tutti i docenti, della filosofia sottesa e delle strategie applicative. Richiede tempo Un occhiata a un possibile modello (p. 3)
34 Il Protocollo dell accoglienza L accoglienza è l insieme degli adempimenti e dei provvedimenti attraverso i quali viene formalizzato il rapporto dell alunno e della sua famiglia con la realtà scolastica. 3 aree area amministrativa: procedure di iscrizione e documentazione necessaria, area comunicativo-relazionale: rapporto tra la scuola e la famiglia straniera, area educativo-didattica: rientrano gli interventi della scuola attraverso personale interno o altro personale di cui la scuola si può avvalere, quali i mediatori culturali o i facilitatori linguistici.
35 SECONDA PARTE
36 L educazione bilingue e la scuola italiana Il caso italiano: un esperienza bilingue? Molto spazio nella normativa alla L1 degli studenti, ma c è una distanza incolmabile tra ideale e reale, tra buoni propositi e quanto è realmente possibile fare. tendenza al monolinguismo come nel passaggio da dialettofonia a italofonia.
37 Coordinate per la riflessione Cos è il bilingusimo? Chi è e cosa è un individuo bilingue? Esiste il bilinguismo perfetto? Dove si posiziona una lingua appresa come madrelingua? E una appresa a scuola a partire dai sei anni? È possibile apprenderne due con lo stesso livello di competenza e con la stessa rappresentazione cerebrale?
38 Una ruota ti porta in tanti posti Ma anche una ruota grande e una piccola.
39 Ma quando le ruote sono bilanciate e ben gonfiate vai più lontano Sempre che le persone che hanno fatto le ruote sapessero quello che facevano.
40 La nostra posizione Preferiamo parlare di bilinguismo primario e secondario B. primario: le lingue apprese rispettivamente entro i tre anni di età, cioè due lingue madre. B. secondario: apprese dopo tale limite, soprattutto in contesti formali come può esserlo la scuola. E di bilinguismo asimmetrico o imperfetto: una lingua prevale in molti casi sull altra, in maniera diversa a seconda dei momenti e delle circostanze della vita.
41 L2 e L1 È un errore, crediamo, cercare di valutare il livello di bilinguismo avendo come punto di riferimento la competenza in L1, nella lingua madre. Questa visione ha negli anni portato a grossi equivoci, come quello legato all idea di semilinguismo. Deficit linguistici sono possibili, in particolare laddove, come nella scuola italiana, lo sviluppo della L1 non viene perseguito e quello della L2 non viene correttamente sostenuto.
42 In che paese viviamo? Dalle classi ponte alle ultime novità Il tetto del 30% e i minori con cittadinanza non italiana presenti sul territorio nazionale [ ] sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani (art.1 comma 9) Cosa si può fare a livello locale?
43 Trovare gli spazi di manovra e innovare Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento, allo scopo possono essere, adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa. (Art. 45 del DPR 31 agosto 1999 n. 394)
44 Il 30% la soluzione? Una scelta organizzativa con alcuni elementi didattici: Per i neoarrivati [ ] iniziative di alfabetizzazione linguistica anche utilizzando le risorse che saranno messe a disposizione dalla legge 440/97
45 attivazione di moduli intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati di lingua italiana per gruppi di livello sia in orario curricolare (anche in ore di insegnamento di altre discipline) sia in corsi pomeridiani realizzati grazie all arricchimento dell offerta formativa); utilizzo della quota di flessibilità del 20 per cento, destinato per corsi di lingua italiana di diverso livello (di progressiva alfabetizzazione per gli allievi stranieri privi delle necessarie competenze di base; di recupero, mantenimento e potenziamento per tutti gli altri, stranieri e non); partecipazione a progetti mirati all insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, utilizzando eventualmente risorse professionali interne o di rete, offerti e/o organizzati dal territorio;
46 Numerosi i contatti con la nostra visione possibilità per gli allievi stranieri neoarrivati in corso d anno di essere inseriti nella scuola - se ritenuto utile e/o necessario anche in una classe non corrispondente all età anagrafica per attività finalizzate a un rapporto iniziale sia con la lingua italiana, sia con le pratiche e le abitudini della vita scolastica ovvero di frequentare un corso intensivo propedeutico all ingresso nella classe di pertinenza (anche in periodi giugno/luglio/inizio settembre in cui non si tiene la normale attività scolastica). La scuola potrà infine favorire, anche d intesa con soggetti del privato sociale, situazioni di relazioni, di socializzazioni, di esperienze extracurricolari in cui gli alunni stranieri potranno sviluppare in ambiente non
47 Riepilogando gli obiettivi accompagnare gli studenti stranieri fino al livello B2 della lingua dello studio formare i docenti per l italiano dello studio intervenire sul sistema scuola nel suo insieme per dare coerenza agli interventi
48 La natura dell italiano L2 e la natura del Progetto Italiano L2 = una lingua straniera Una risposta basata sulla glottodidattica
49 Il traguardo dell autonomia del discente Autonomia: un obiettivo da perseguire giorno per giorno Le risposte della scuola ai bisogni linguistici degli stranieri faticano a consolidarsi nei livelli alti Laboratori L2 e via in classe
50 La realtà dello studente non italofono BICS e CALP un passaggio troppo rapido e non ponderato da BICS a CALP?
51 più complesso III Descrivere e confrontare oggetti presenti, chiedere chiarimenti, spiegazioni, comprendere lezioni e testi accompagnati da immagini, discussioni scolastiche IV - Comprendere termini astratti, comprendere lezioni di storia, scienze, letteratura, leggere libri scolastici, scrivere ricerche, saggi. I Richiamare l'attenzione, eseguire comandi, denominare oggetti presenti, chiedere oggetti, giocare a giochi semplici, partecipare a lezioni di educazione fisica, musicale, artistica, tecnica II Scrivere liste, appunti personali, ricette; leggere per scopi operativi (semplici istruzioni, moduli) - Copiare liste di parole, ripetere senza capire il significato più decontestualizzato
52 La qualità I livelli comuni di riferimento A1 Livello di contatto A2 Livello di sopravvivenza B1 Livello soglia B2 Livello progresso C1 Livello efficacia C2 Livello padronanza
53 I pilastri del progetto attuato a PR e RE Obiettivi: raggiungere livelli di competenze linguistico-comunicative adeguate per seguire le lezioni Strumenti: interventi in rete formazione curricolare in italiano L2 fino al livello B2/C1 certificazione linguistica formazione docenti di L2 e disciplinari Azioni: percorso formativo in rete basato su italiano lingua generale italiano per lo studio
54 Le risorse Un kit per le scuole I livelli del Quadro riletti per italstudio Il sillabo delle abilità di studio Un modello di organizzazione di corsi (p.40) Il modello operativo
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