1 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI"

Transcript

1 1 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI mercoledì 6 giugno 2018 Come prima applicazione con i transistori vediamo come costruire un amplificatore operazionale. Vi sono molte diverse soluzioni topologiche che usano configurazioni più o meno complesse e/o efficaci. Le soluzioni più usuali comprendono strutture a 1, 2 o 3 stadi: Singolo stadio + g m - Ingresso differenziale g m (V + -V - ) C C Buffer di Uscita a guadagno 1 Ricordando che ogni stadio è realizzato con più transitori ed abbiamo visto che ogni transistore contiene capacità. E naturale pensare che la compensazione sia necessaria, anche se lo stadio di uscita, operando a guadagno unitario, dovrebbe mostrare una larga banda. In realtà lo stadio di uscita è costretto a dovere essere in grado di pilotare carichi sia capacitivi che resistivi, di varie entità. Questo determina che la sua larghezza di banda sia spesso messa a dura prova. Inoltre, i transistori usati nello stadio di uscita hanno grande area, per potere pilotare correnti adeguate. Anche questo concorre ad abbassare le prestazioni dinamiche. Comunque sia l amplificatore a singolo stadio è quello in grado di mostrare la larghezza di banda più elevata, essendo quello che utilizza il minore numero di transistori, quindi di poli. E ovvio che soffre di precisione, avendo un guadagno ad anello aperto limitato. Transistori 1

2 . Gli Amplificatori Operazionali 2 L amplificatore a 2 stadi è di gran lunga il più sfruttato. Consente di mostrare guadagno adeguato e larghezza di banda adeguata per molte applicazioni così dette consumer. La sua compensazione è implementata intorno al secondo stadio di guadagno, che per questa ragione è sempre invertente: Due stadi + g m - g m (V + -V - ) C C -A Ingresso differenziale Secondo stadio Buffer di Uscita a guadagno 1 L amplificatore a 3 stadi è generalmente usato nelle applicazioni dove il guadagno ad anello chiuso necessario è elevato. Mostra sempre la presenza di 2 poli dominanti e sono usate tecniche di compensazione/feedforward: Tre stadi A + g m - g m (V + -V - ) C C1 -A + C C2 -A Ingresso differenziale Secondo stadio Terzo stadio Buffer di Uscita a guadagno 1 Feedforward Tre stadi B + g m - g m (V + -V - ) C C1 A C C2 + -A Ingresso differenziale Secondo stadio Terzo stadio Buffer di Uscita a guadagno 1 Feedforward Transistori 2

3 2 STADIO DI INGRESSO DI UN AMPLIFICATORE OPERAZIONALE A V CC Questo è lo stadio R L R L differenziale più semplice che si possa realizzare. V O1 I O1 I O2 V O2 V 1 Q 1 Q 2 V 2 R E Cominciamo a verificare la sua efficienza su di un segnale di modo comune, ovvero con V 1 =V 2, che desideriamo non essere amplificato. V O1 R L V EE R L V O2 I O1 + I O2 = V E R E I O1 g m1 V V E I O2 g m2 V V E V I O1 I O2 Q 1 Q 2 V E V (A meno della corrente di Base I B ) R E g m1 V V E + g m2 V V E = V E R E g m1 + g m2 V = g m1 + g m2 R E + 1 V E = R E V E g m1 + g m2 R E g m1 + g m2 R E + 1 V I O1 = g m1 V V E g m1 = 2g m1 R E + 1 V 1 V 2R E In definitiva: V O1 = R L I O1 = R L 2R E V R E 0 Il segnale di modo comune non subisce amplificazione se la resistenza di polarizzazione R E. Per questa ragione R E si tende a sostituirla con un generatore di corrente, che presenta impedenza. Transistori 3

4 ... Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale A 2 V CC R L R L V O1 V O2 I O1 I O2 V 1 Q 1 Q 2 V 2 I E V EE L utilizzo del generatore I E aiuta senz altro a ridurre le componenti di modo comune del segnale all uscita della rete. Dobbiamo però verificare se questa adozione non sia per caso deleteria anche per il segnale differenziale. V V O1 R L I O1 I O2 R L Q 1 Q 2 V E R E V O2 -V I O1 + I O2 = V E R E I O1 = g m1 V V E I O2 = g m2 V V E g m1 V V E + g m2 V V E = V E R E g m1 g m2 V = g m1 + g m2 R E + 1 V E = R E V E g m1 g m2 R E g m1 + g m2 R E + 1 V 0 I O1 = g m1 V V E = g m1 V In definitiva: Perciò il segnale differenziale non dipende da R E. Pertanto R E può essere scelta unicamente per minimizzare il segnale di modo comune. Come suggerito sopra. V O1 = R L I O1 = R L g m1 V Transistori 4

5 ... Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale A 3 R L R L V O1 V O2 I O1 I O2 V + Q 1 V Q 2 E V - R E Utilizzando i modelli, per maggiore precisione: V O1 I O1 R L R L I O2 V O2 V + g m1 V BE1 hie1 g m2 V BE2 hie2 V E V - R E V + V E h ie1 + g m1 V + V E + V V E h ie2 + g m2 V V E = V E R E V + V g m1 h ie1 h ie1 + V 1 + g m2 h ie2 h ie2 = = V E 1 h ie1 + 1 h ie2 + g m1 + g m2 + 1 R E 1 + g m1 h ie1 h ie1 + V 1 + g m2 h ie2 h ie2 = h ie1 + h ie2 R E + h ie1 h ie2 + g m1 + g m2 h ie1 h ie2 R E = V E h ie1 h ie2 R E V E = g m1 h ie1 h ie2 R E V h ie1 + h ie2 R E + h ie1 h ie2 + g m1 + g m2 h ie1 h ie2 R + + E 1 + g m2 h ie2 h ie1 R E V h ie1 + h ie2 R E + h ie1 h ie2 + g m1 + g m2 h ie1 h ie2 R E Transistori 5

6 ... Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale A 4 Distinguendo il valore dei componenti è possibile verificare cosa accade se non c è uniformità. Tuttavia per semplicità ora possiamo porre: g m1 g m2 =g m e h ie1 h ie2 =h ie : 1 + g m1 h ie1 h ie2 R E V E = V h ie1 + h ie2 R E + h ie1 h ie2 + g m1 + g m2 h ie1 h ie2 R + + E 1 + g m2 h ie2 h ie1 R E + V h ie1 + h ie2 R E + h ie1 h ie2 + g m1 + g m2 h ie1 h ie2 R E 1 + g m h ie R E 1 + h FE R E V E = V h ie g m h ie R + + V = V E h ie h FE R + + V E Da cui: V + V E = h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E V h ie g m h ie R + E 1 + g m h ie R E V h ie g m h ie R E = h ie g m h ie R E h ie g m h ie R E V g m h ie R E h ie g m h ie R E V V V E = h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E V h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E V h ie g m h ie R + E = h ie g m h ie R E h ie g m h ie R E V 1 + g m h ie R E h ie g m h ie R E V + Transistori 6

7 ... Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale A 5 E quindi: h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E I o1 == g m V + V E = g m V h ie g m h ie R + V E h ie g m h ie R E h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E I o2 = g m V V E = g m V h ie g m h ie R V E h ie g m h ie R + E In particolare: I o1 I o2 = g m h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E V h ie g m h ie R + V E h ie g m h ie R E g m h ie g m h ie R E 1 + g m h ie R E V h ie g m h ie R V E h ie g m h ie R + E h ie h FE R E 1 + h FE R E = g m V h ie h FE R + V E h ie h FE R E g m h ie h FE R E 1 + h FE R E V h ie h FE R V E h ie h FE R + E g m V + V La differenza tra I O1 ed I O2 dipende solo dalla differenza tra V + e V -. Mentre le singole correnti I O1 ed I O2 dipendono dalla differenza solo nel caso in cui R E sia molto grande. Mentre il segnale di corrente differenziale non risente del modo comune, nel caso V + sia = a V - abbiamo che: I o1 = I o2 = h FE h ie h FE R E V + Transistori 7

8 3 LO SPECCHIO DI CORRENTE Nella progettazione monolitica un mattone fondamentale è lo specchio di corrente, utilizzato sia per la polarizzazione che nella generazione di segnale negli amplificatori differenziali. I 1 I 2 Q 1 Q 2 V B Se Q 1 e Q 2 sono uguali e la stessa tensione di B viene applicata ad entrambi non c è ragione di ritenere che la loro corrente di collettore sia diversa ( a meno che per diverso valore di V CE si abbia una diversa R C, che supponiamo per ora di valore ). Il problema è che mai si può conoscere con esattezza quale sia la tensione da applicare tra BE per ottenere la corrente desiderata. Una tecnica che consente di superare questo problema è quello di autopolarizzare un transistore e copiarne la V BE : I 1 = I C1 + I B1 + I B2 I I B2 = αi B1 I C2 1 I 1 = I C α I I C1 V B h C1 FE Q 1 Q 2 h I FE B1 IB2 I C1 = h FE α I 1 Q 1 è connesso a diodo. Tuttavia, operando a V CB =0, è nella sua zona lineare di operazione. La V BE di Q 1 soddisferà: I B1 I C1 V BE1 = V T ln = V A 1 I T ln 0 A 1 h FE I 0 V T = K BT q, A 1 = area di E di Q 1, I 0 = corrente di saturazione inversa Transistori 8

9 . Lo specchio di corrente 2 Nelle condizioni in cui si stanno usando transistori realizzati con la stessa tecnologia, per Q 2 avremo, per analogia: V BE2 = V T ln I C2 A 2 h FE I 0 Matematicamente stessa tecnologia viene tradotto nell avere la stessa corrente di saturazione inversa I 0. Ovviamente l area di Q 2, A 2, non deve essere vincolata ad essere simile a quella di Q 1 anzi.. Nella nostra rete abbiamo che V BE1 =V BE2, per cui: V BE1 V T ln I C1 A 1 h FE I 0 = V BE2 = V T ln I C2 A 2 h FE I 0 Infine, passando dai log ai numeri: I C1 = h FE h FE α I 1, I B2 = αi B1 I C2 = A 2 A 1 I C1 = A 2 A 1 h FE h FE α I 1 = A 2 A 1 h FE h FE A 2 A 1 I 1 Quindi abbiamo ottenuto il risultato importante: la corrente di uscita è multipla della corrente di ingresso attraverso un parametro che dipende solo da fattori geometrici, non elettrici e nemmeno dalla temperatura. Le 2 correnti di collettore sono uguali, ma il rapporto tra corrente di uscita e di ingresso risente del valore delle correnti di base. Vedremo tra poco che questa imprecisione può essere ridotta. Ovviamente lo stesso conto lo possiamo svolgere utilizzando il modello per piccolo segnale. Transistori 9

10 . Lo specchio di corrente 3 Innanzi tutto osserviamo che operando N transistori uguali alla stessa corrente è equivalente ad implementare un transistore di area N volte più grande di quella di un singolo transistore operante ad una corrente N volte più intensa di quella del singolo transistore. Quindi abbiamo che: B E B E h ie1 h ien C BE1 C BEN g m1 V BE C g mn V BE C Se gli N transistori in parallelo sono uguali ed operano alla stessa corrente abbiamo che: g mk = I C V T h iek = h FE g mk Di conseguenza possiamo dire che la combinazione degli N transistori equivale ad un transistore avente come caratteristica: g m = h ie = k k g mk = NI C V T 1 h iek 1 (Conseguenza che all uscita le correnti si sommano) = V T h FE k Con che il transistore equivalente risultante ha caratteristiche: I C 1 = NI C V T h FE 1 V T = h FE = h iek NI C N B NC BC Ng m V BE C E h ie /N NC BE Transistori 10

11 . Lo specchio di corrente 4 Lo specchio di corrente per piccoli segnali è rappresentabile così: I s I B I B2 V BE1 =V BE2 g m2 V BE2 C g m1 V BE1 I B1 h ie1 h ie2 Risolviamo staticamente: I s = V BE1 + g h m1 V BE1 + V BE1 ie1 h ie2 I h ie2 + g m1 h ie1 h ie2 + h ie1 s = h ie1 h ie2 I o = g m2 V BE1 I o = g m2 V BE1 V BE1 I o = g m2 h ie1 h ie2 h ie2 + g m1 h ie1 h ie2 + h ie1 I s = h ie1 N 2 h Ng ie1 m1 N + g m1 2 h ie1 N + h ie1 I s = Ng m1 h ie1 1 + g m1 h ie1 + N I s = N g m1 h ie1 1 + N + g m1 h ie1 I s = N h FE 1 + h FE 1 + N 1 + N I s Il risultato ci dice che la corrente di uscita è N volte la corrente di ingresso a meno dell errore legato ad h FE ed N. Tanto più N è grande tanto minore è la precisione ottenibile. La rete si comporta come se vi sia in gioco un h FE ridotto del fattore N+1. L errore è imputabile alla corrente di base, che si perde nel parallelo delle 2 h ie. Transistori 11

12 . Lo specchio di corrente 5 Esiste la possibilità di ovviare alla perdita recuperando la corrente di base: I S Q 3 I B Q 1 Q 2 Ora la corrente di C di Q 1 è molto più simile ad I S perché la corrente di B di Q 3 è circa I B /h FE3. I S = I B3 + I C1 I C2 = NI C1 I E3 = I B1 + I B2 I E3 = N + 1 I h C1 FE I S = N I C1 + I C1 I C1 = h FE I S N h FE I s Q 3 g m1 V BE I B3 V BE h ie1 g m2 V BE h ie2 C I s I B3 = g m1 V BE h FE I B3 = 1 h ie1 + 1 h ie2 V BE I o = g m2 V BE I B3 = 1 + N h FE h ie1 V BE I s = g m N V h FE h BE ie1 = g m1h FE h ie N h FE h ie1 h FE h ie1 V BE = g m1 h FE h ie N I s V BE g m2 h FE h ie1 I o = g m1 h FE h ie N I s 1 = N N I s h FE1 h FE Quindi l errore è ridotto di un fattore h FE. Transistori 12

13 . Lo specchio di corrente 6 Esistono diverse varianti alle 2 semplici soluzioni impiegate. Le varianti essendo dedicate alla minimizzazione della corrente di B ed alla massimizzazione della impedenza di uscita. Una terza soluzione è lo specchio degenere: I S Q 3 I B Q 1 Q 2 In questo caso l errore dovuto alla possibile non perfetta equivalenza dei 2 transitori dello specchio è compensata dalla caduta ai capi dei 2 resistori R 1 ed R 2 (si supponga che le aeree siano uguali): I C1 R 1 + V BE1 = I C2 R 2 + V BE2 I C2 R 2 = I C1 R 1 + V BE1 V BE2 R 1 R 2 I C2 = R 1 R 2 I C1 + V T R2 ln I C1 I C2 Se I C1 R 1 e I C2 R 2 sono trascurabili rispetto alle V BE quello che domina è l uguaglianza delle V BE, quindi le due correnti tendono a diventare simili. In caso contrario, ovvero se I C1 R 1 o I C2 R 2 o entrambe non sono trascurabili rispetto alle V BE abbiamo degenerazione e le 2 correnti tendono ad essere in rapporto alle resistenze, primo termine di I C2 sopra. Questo è un buon modo per realizzare uno stadio di guadagno. Ancora più estrema è la situazione in cui R 2 è nulla: I S V BE2 V BE1 = I S R 1 Q 3 I B I S R 1 = V T ln I C2 I S Q 1 R 1 Q 2 Ovvero: I C2 = I S exp I SR 1 V T Transistori 13

14 . Lo specchio di corrente 7 Per lo studio del comportamento in frequenza degli specchi di corrente ci si deve riferire alla versione completa di queste slide nella sezione «PER APPROFONDIRE:» della pagina web del corso, Reti di Transistori Rumore ed Altro parte III.pdf. Si menziona qui che lo specchio senza recupero di corrente non mostra nessun tipo di instabilità. Mentre per lo specchio con recupero di corrente qualche instabilità si potrebbe osservare in situazioni particolari che si curano agevolmente con un piccola compensazione. Transistori 14

15 . Lo specchio di corrente 8 Lo specchio di corrente è utilizzato anche per formare generatori di corrente a multipla uscita. Un esempio è questo: I S Q 3 I B Q 2 Q 3 Q 4 Q 1 A r1 I 2 I 3 I 4 A r2 A r3 A r4 In questo modo tutti i rami che necessitano di una polarizzazione dal basso ricevono una corrente che è in proporzione ad una corrente di riferimento, spesso generata stabile in temperatura. Nel caso più semplice I S è generato da una resistenza. Se la corrente deve polarizzare per esempio uno stadio differenziale serve che la sua impedenza di uscita sia la più grande possibile. Per compiere queste valutazioni non si può più trascurare l impedenza parassita compresa tra E e C. I S Q 3 I 2 Q 1 Q 2 A r1 I B A r2 R C La soluzione più semplice consente di minimizzare la ddp minima ai capi del transistore di uscita Q 2 : V CB =0 V, ovvero V CE =0.7 V. Questa soluzione offre però un impedenza che è esattamente uguale ad R C perché infatti Q 2 non risulta essere reazionato. Se R C non fosse adeguatamente elevata è possibile aumentare l impedenza di uscita inserendo la reazione. Ovviamente lo scotto che si paga è che aumenterà la ddp necessaria al sostentamento del generatore. Transistori 15

16 . Lo specchio di corrente 9 I S I 2 Q 3 Q C I B Q 1 Q 2 A r1 A r2 R C Q 2 Q C formano quello che si dice un bootstrap. Sostanzialmente Q C si trova ad avere come R E la R C di Q 2. Q 3 e Q 1 formano una struttura reazionata avente bassa impedenza alla base di Q 3, l ingresso di una reazione di corrente, per cui: R OG R S piccola Q C R CC R E =R C2 Considerando che: R P = R C2h iec R C2 + h iec h iec Otteniamo che: R OG = R P + R CC 1 + g m R P R CC h iec + R CC 1 + g m h iec = R CC 1 + g m h iec = R CC 1 + h FEc Abbiamo ottenuto che l impedenza di uscita R C è aumentata del fattore h FE. Ora però la ddp minima che posiamo avere in uscita si ottiene quando V CBc =0 V. Ma ora abbiamo che V Ec =0.7 V, per cui V CCmin =1.4 V! Transistori 16

17 . Lo specchio di corrente 10 I S R OG2 Q C2 Curiosità. Supponiamo di aumentare di un unità il bootstrap. Q 3 Q C1 R OG1 Q 1 Q 2 A r1 I B A r2 R C Avremo che per Qc2 varrà il modello: R OG2 R S =1/g m E quindi: Q C2 R E =R OG1 Ma ancora: R Pc2 = R OG1h iec2 R OG1 + h iec2 h iec2 R OG2 = R P + R CC 1 + g m R P R CC h iec2 + R CC2 1 + g m h iec2 = R CC2 1 + g m h iec2 = R CC2 1 + h FEc2 Vale a dire che c è un limite superiore nella impedenza di uscita che si può ottenere con un transistore bipolare. La limitazione essendo data dalla presenza di h ie. Questa limitazione non è presente con i JFET/CMOS. Transistori 17

18 Coi MOS:. Lo specchio di corrente 11 I S I 2 I S I 2 Q 3 Q C Q C2 I B Q 1 Q 2 A r1 A r2 R D Q 3 Q C1 I B Q 1 Q 2 A r1 A r2 R C R OG2 Q C R E =R D R OG2 Q C2 R P = R D R E =R OG1 R OG = R D + R DC 1 + g m R D R DC 2R D 1 + g m R D 2 = R D 2 + g m R D R OG = R OG1 + R DC2 1 + g m R OG1 R DC2 R D 2 + g m R D + R D 1 + g m R D 2 + g m R D R D 3 + g m R D R D 1 + g m R D g m R D 2 R D Transistori 18

19 4 STADIO DI INGRESSO DI UN AMPLIFICATORE OPERAZIONALE B Il nostro possibile stadio di ingresso differenziale si può trasformare quindi così: I O3 V CC Q 3 Q 4 I O4 Da studiare adesso I O I O1 I O2 V A Q 1 Q 2 V B I S Q 3 I E Q 1 Q 2 A r1 I B A r2 R C V EE Transistori 19

20 . Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale B 2 V CC I O3 Q 3 Q 4 I O1 V EE I O2 I O Q 1 Q 2 V -V I E I O4 Sappiamo che I O1 =g m1 V e I O2 =-g m2 V. L aggiunta dei transistori Q 3 e Q 4 consente di 1) raddoppiare il guadagno, 2) abbassare la caduta di potenziale altrimenti necessaria su delle grosse resistenze di carico R L e 3) trasformare il segnale da differenziale a singola uscita. La corrente di base di Q 3 è trascurabile. Pertanto avremo che I O3 I O1. Di fatto la connessione tra base ed emettitore di Q 3 serve per potere polarizzare la base di Q 3 e Q 4. Ora abbiamo anche che V BE3 =V BE4. Di conseguenza sarà: I O3 I O4, se l area di Q 3 è uguale a quella di Q 4. Il bilancio delle correnti al nodo di collettore di Q 4 risulta essere: I O4 = I O + I O2 I O = I O4 I O2 = I O1 I O2 = g m1 V g m2 V = g m1 + g m2 V 2g m1 V La corrente di uscita differenziale è doppia rispetto al caso precedente. Non solo. Nel caso che i 2 segnali di ingresso fossero uguali avremmo che: I O1 =V/(2R E ) e I O2 =V/(2RE), da cui I O risulta: I O = V 2R E V 2R E = 0 Transistori 20

21 . Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale B 3 V CC I O3 Q 3 Q 4 I O1 I O2 I O4 I O V 1 Q 1 Q 2 V 2 I E L efficacia della configurazione differenziale con lo specchio di corrente è ancora più evidente quando le 2 sorgenti di ingresso sono generiche. I O1 = g m V 1 V E I O2 = g m V 2 V E I O1 + I O2 = V E R E V EE g m V 1 V E + V 2 V E g m V 1 + V 2 V E = = 1+2g mr E R E g mr E 1+2g m R E V 1 + V 2 = V E R E V E I O1 = g m V 1 V E = g m 1 + 2g m R E g m R E V 1 g m R E V g m R E = g m V 1 + g m R E V 1 V g m R E Osserviamo che sia I O1 che I O2 hanno una componente che dipende dal valore di V 1 e V 2, quindi dipendente dal modo comune. I O2 = g m V 2 V E = g m 1 + 2g m R E g m R E V 2 g m R E V g m R E = g m V 2 + g m R E V 2 V g m R E Transistori 21

22 . Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale B 4 V CC I O3 Q 3 Q 4 I O4 I O Ora abbiamo che: I O1 I O2 V 1 Q 1 Q 2 V 2 R E V EE I E I O1 = g m V 1 + g m R E V 1 V g m R E In definitiva: I O2 = g m V 2 + g m R E V 2 V g m R E I O = I O1 I O2 = = = g m 1 + 2g m R E V 1 + g m R E V 1 V 2 V 2 g m R E V 2 V 1 g m 1 + 2g m R E V 1 V 2 + 2g m R E V 1 V 2 g m 1 + 2g m R E 1 + 2g m R E V 1 V 2 = g m V 1 V 2 Ovviamente tutte le possibili asimmetrie conducono a dovere avere una dipendenza da R E del segnale di uscita di modo comune. Pertanto è bene fare in modo che R E sia comunque la più grande possibile: un generatore di corrente. Transistori 22

23 . Stadio di ingresso di un amplificatore operazionale B 5 Generalmente lo stadio differenziale è a canale p e lo specchio a canale n: Q 1 Q 2 V 2 V 1 I 1 I 2 I 1 I O =I 1 +I 2 Questa soluzione ha dei vantaggi: Consente di utilizzare lo stadio successivo di guadagno a canale n. Soluzione utile perché i transitori a canale n sono sempre più veloci di quelli a canale p, per via della nota maggiore velocità degli elettroni nei rispetti delle lacune. Gli ingressi sono quasi compatibili a massa (nel caso si usi una singola alimentazione). Quando gli ingressi sono a 0 V, il collettore dei pnp, Q 1 e Q 2, è a circa V BE, al pari dell E: Q 1 e Q 2 operano in queste condizioni a V CE =0, cioè in saturazione e lontano dalla zona attiva di operazione. La compatibilità completa verso 0 V la si ha con l ingresso a Darlington: Q 1 Q 2 V 2 I V 1 I 1 2 I 1 I O =I 1 +I 2 Come si può notare ora con gli ingressi a 0 V i C di Q 1 e Q 2 sono a V BE, come la loro B, per cui operano a V CB =0, lontani dalla saturazione: gli E di Q 1 e Q 2 sono a 2V BE. Transistori 23

24 5 SECONDO STADIO DI UN AMPLIFICATORE OPERAZIONALE Negli AO a doppio stadio il secondo stadio di guadagno è realizzato in genere con una coppia di transistori in configurazione ad E comune, Q G1 e Q G2 qui sotto. I CB Q 1 Q 2 V 2 V 1 I 1 I 2 C C R O I G I 1 C S I A =I 1 +I 2 Q G1 Q G2 C O V O I soggetti in gioco oltre ai 2 transitori sono la capacità di compensazione C C (da selezionare) e l impedenza di uscita dello stadio di ingresso, C S. In DC si può ritenere che l impedenza di ingresso di Q G1 Q G2 sia la più piccola rispetto all impedenza di uscita della struttura differenziale che lo precede, per cui, come abbiamo già dimostrato, la corrente di uscita dalla struttura Q G1 - Q G2 è: C C I G h 2 2 FE I A = h g md FE 2 Q G1 R O I G V O V 1 V 2, g md = I CB V T Il modello viene di facile interpretazione se si può trascurare l effetto della capacità C BC di Q G2, perché infatti in questo caso l impedenza di ingresso di Q G2 non viene a dipendere dal carico. L impedenza di ingresso, come abbiamo visto, è: C S Q G2 C O R IF = Z B + Z B 1 + g mg Z B = 2 + g mg Z B Z B Mentre: I G = g mg V i Transistori 24

25 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 2 Supposto di avere operato bene dovremmo avere costruito una struttura del genere: I CB C C Q 1 Q 2 V 2 V 1 I 1 =g m V 1 I 2 =g m V 2 I 1 I A =I 1 +I 2 V G R ifq1 G M I G C S A bassa frequenza avremo un uscita dominata dalla corrente: I G = G M R ifq1 g m V 1 V 2 R ifq = g m = I CB 2V T 2 + g m Z B Z B = g mg 2 + g mg Z B Z B g m V 1 V 2 = g mg Z B 2 + g mg Z B g m V 1 V 2 h FE 2 + h FE g m V 1 V 2 h 2 FE g m V 1 V 2 Ad alta frequenza invece entra in gioco la reazione di C C ed abbiamo: Per il segnale differenziale, V 2 =-V 1 : V G = g m sc c V 1 V 2 V G = g m 2V sc 1 = I CB 2V c 2V T sc 1 = I CB V c V T sc 1 c Transistori 25

26 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 3 Supposto che il polo dominante sia dato da C C e considerato che lo stadio successivo è a guadagno unitario, si può subito determinare la frequenza a guadagno unitario del AO: V G V 1 V 2 = 1 g m ωc c = 1 ω T = g m C c Normalmente i poli addizionali presenti sono posti a frequenze prossime a quelle limite dei transistori impiegati, g m /C BE. Nei circuiti monolitici i transistori più lenti sono di gran lunga i pnp. Di conseguenza ω T la si fissa ad una frequenza prossima a quella del transistore più lento. Di fatto gli AO storici hanno tutti una banda limitata ad 1 MHz, la frequenza limite riscontrata nei primi decenni nei pnp monolitici. Di fatto nelle applicazioni ad alta velocità si cerca di escludere l uso di transitori pnp nel cammino del segnale. Filosofia adottata nella scelta di C C : il costo in termini di area occupata da un condensatore in un circuito monolitico è il più elevato. Normalmente un limite superiore nella implementazione di condensatori è intorno a 20 pf 30 pf. Per ottenere la larghezza di banda di 1 MHz occorre allora ridurre la transconduttanza della coppia differenziale di ingresso: ω T = g m C c = I CB V T C c I CB = ω T V T C c = 2πf T V T C c 3.3 μa Con C C =20 pf Transistori 26

27 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 4 Il fatto che lo stadio di ingresso sia forzato ad operare a bassa corrente pone notevoli limitazioni alle caratteristiche di rumore. Infatti il rumore di ognuno dei 2 transitori della coppia è: Ed il rumore serie totale: e s 2 = 4K B T 2V T 2I CB e st 2 = 2 4K B T 2V T 2I CB = 4 4K B T V T 2I CB Per I CB =3.5 µa otteniamo che R noise =15 KΩ che fornisce un rumore di circa 16 nv/ Hz! Un risultato migliore lo si ottiene se usa un transistore di ingresso la cui transconduttanza abbia una più debole dipendenza dalla corrente, per esempio un JFET/MOS. Sfortunatamente nei dispositivi monolitici il rumore di bassa frequenza dei JFET/MOS è più elevato che nei transitori bipolari. E comunque, essendo la transconduttanza più piccola, non si ottiene un grosso beneficio in termini di rumore serie. Compromessi comunque si trovano e recentemente sono apparsi sul mercato AO ad ingresso JFET con buone caratteristiche di rumore di bassa frequenza. Però questo non è tutto. Vediamo con un caso pratico. Transistori 27

28 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 5 Qui abbiamo un esempio di un classico AO che usa il secondo stadio studiato LM324: 6 µa Si può notare il basso assorbimento della coppia differenziale di ingresso. In questo caso, considerando la larghezza di banda di 1 MHz, si ottiene che C C ha un valore intorno a 40 pf. Transistori 28

29 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 6 In questa configurazione occorre fare attenzione al contributo di rumore non solo della coppia Q 2 e Q 3 ma anche Q 1 e Q 4, nonché dello specchio Q 8 e Q 9. Q 2 Q 3 e Q 8 Q 9 operano tutti alla stessa corrente. Sappiamo quanto è il contributo di rumore serie fornito all ingresso da Q 2 e Q3. Ci resta da valutare quello di Q 8 e Q 9. Se gli ingressi sono a potenziale nullo la corrente di prova I 8, che fa le veci del generatore di rumore corrispondente, è costretta a fluire in Q 8, quindi specchiata in Q 9. Per cui I O =I Applicando un segnale a Q 1 otteniamo una corrente di uscita pari a: I o = g m V I 8 I O =I 8 I 8 Transistori 29

30 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 7 Uguagliando: g m 2 V 2 = I 8 2 = 4K B T g m 2 V 2 = 4K B T 1 2g m Siccome la corrente in Q 8 è forzata ad essere nulla, la corrente I 9 è forzata ad uscire dallo stadio differenziale, per cui ancora abbiamo che I O =I 9, e quindi: I o = g m V 0 0 Di conseguenza avremo ancora: 0 I 9 I O =I 9 g m 2 V 2 = I 9 2 = 4K B T g m 2 V 2 = 4K B T 1 2g m Perciò il contributo all ingresso dello specchio di corrente è del tutto simile a quello della coppia differenziale. Lo specchio di corrente così come implementato, come carico dinamico, non è certamente adeguato alla realizzazione di strutture a basso rumore. Un miglioramento viene ottenuto usando resistenze di degenerazione, o usando solo resistenze, nel carico dinamico. Transistori 30

31 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 8 Riassumendo ogni transistor considerato fornisce un contributo di rumore di: e 2 st = 4K B T 2V T = 4K 2I B TR EQ, CB R EQ = 4300 Ω per I CB =6 μa La rete di transistori che operano alla stessa corrente comprende i 4 Q 2, Q 3, Q 8 e Q 9, che contribuiscono con una resistenza di rumore di circa Ω o 17 nv/ Hz. 0 0 Non sappiamo se Q 1 e Q 4 sono polarizzati con una corrente o operano con la corrente di base di Q 2 e Q 3, rispettivamente. 0 I 9 I O =I 9 Il rumore serie quotato per questo Ao è 40 nv/ Hz. La sua corrente di ingresso è quotata a 20 na. Assumendo I C1 =I B2 e I C2 /I B1 (h FE ) 2 otteniamo h FE 12. Da qui si estrapola che I C1 240 na, che dà come sua resistenza di ingresso di rumore: 54 KΩ. Considerando anche Q 4 si ottiene 108 KΩ, che sommata alla resistenza di rumore degli altri 4 transistori fornisce circa 125 KΩ o 45 nv/ Hz. Non lontano da quanto dichiarato nel datasheet. Transistori 31

32 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 9 Attenuazione del rumore dello specchio di uscita. Siccome in R non può scorrere corrente avremo che V E =0 e I 8 +I E8 =0, con I E8 =g m V B : I R 0 0 V B V E I 9 R I O Ovvero: V B = I 8 g m Di conseguenza avremo, Q 9 si comporta da inseguitore di E: I 9 = 1 R R 1 g m + R V B = g m 1 + g m R V B = g m I 8 I 8 = 1 + g m R g m 1 + g m R I o 2 = g m R 2 4K BT g m 2 Ed infine: g m 2 V 2 = I o 2 = g m R 2 4K BT g m 2 V 2 = 4K B T g m R 2 2g m Un ragionamento analogo si applica per il rumore di Q 9. 0 R 0 0 V B V R R I 9 I O Siccome in Q 8 ed R di sinistra non deve passare corrente sarà V B =0 V. Di conseguenza V BE9 =- V R, I 9 +I E9 =V R /R e I E9 =-g m V R : V R g m = V R R + I 9 Ma: V R = I o = V R R = I g m R R 1 + g m R I 9 Transistori 32

33 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 10 E quindi: I o 2 = g m R 2 4K BT g m 2 Ovvero: g m 2 V 2 = I o 2 = g m R 2 4K BT g m 2 V 2 = 4K B T g m R 2 2g m Ovvero stesso risultato ottenuto per I 8. Però ora abbiamo anche da pensare al rumore delle resistenze R: I R R R V B I 9 I O Siccome in Q 8 non può passare corrente la sua V BE deve risultare nulla mentre Q 9 si comporta da inseguitore di E. Quindi otteniamo che: V B = I R R I o = I 9 = g m 1 + g m R V B = g m 1 + g m R I RR I o 2 = g m R g m R 2 4K BT 1 R = g m 2 4K B TR 1 + g m R 2 In definitiva: g m 2 V 2 = I o 2 = g m 2 4K B TR 1 + g m R 2 V 2 = 4K BTR 1 + g m R 2 Transistori 33

34 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 11 L altra resistenza: Siccome in Q 8 non può passare corrente V B sarà =0 V, quindi: 00 I O V I V B R 9 R R I R I R g m V R = V R R I o = g m V R Da cui: E quindi: V R = R 1 + g m R I R I o = g mr 1 + g m R I R I o 2 = g m R g m R 2 4K BT 1 R = g m 2 4K B TR 1 + g m R 2 In definitiva: g m 2 V 2 = I o 2 = g m 2 4K B TR 1 + g m R 2 V 2 = 4K BTR 1 + g m R 2 Proprio come nel caso precedente. Il contributo di rumore dello spettro degenerato diviene quindi: V 2 = 2 = 2 4K B T g m R 2 + 4K BTR 2g m 1 + g m R 2 4K B T g m R 2 + R 2g m Transistori 34

35 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 12 Con gli AO a MOS è possibile ridurre il contributo di rumore dello specchio agendo sulla lunghezza di gate: Q 3 Q 4 Q 1 Q 2 V i Ricordando l espressione della trasconduttanza del MOS in funzione della corrente di polarizzazione: E sapendo che: g m = μwc o L I D g 2 m1 V 2 = I 2 3 = 4K B Tg m3 V 2 1 = 4K B T g m3 2 = 4K g B T μw sc o L 1 I m1 L D = 4K s μw 1 C o I B T D 1 μc o I D W s W 1 2 L 1 2 L s Giocando sulla lunghezza e larghezza di gate è pertanto possibile riuscire ad ottenere una attenuazione del contributo di rumore all ingresso da parte dello specchio di corrente. Ovviamente si deve ricordare che i MOS mostrano grande rumore 1/f. Transistori 35

36 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 13 Esempio di AO a basso rumore in cui il carico del differenziale di ingresso non è uno specchio: OP27 L OP27 è un AO a basso rumore che ha fatto storia. Di questo dispositivo esistono 2 versioni: la prima può operare dal guadagno unitario ed ha un ω T di poco inferiore a 10 MHz; la seconda, denominato OP37, non è compensata, manca C 4 qui sopra, ha una ω T di circa 60 MHz, ma può operare con un guadagno minimo di 5. Transistori 36

37 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 14 Questo è il guadagno open loop dell OP27 ω T 10 MHz Questo invece è l OP37. Il data sheet dice: ω T 20 MHz Dalla caratteristica open loop non si riesce a capire bene la presenza del secondo polo, che sta a guadagno 5, o 14 db. Però si vede che la ω T sta sopra qualche decina di MHz. Viene però indicato il grafico dove è esplosa la zona a guadagno 5, con in evidenza l angolo margine. Essendo meno compensato anche lo slew-rate è più elevato: per questo si vedano le slide successive. Transistori 37

38 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 15 Ritorniamo alla combinazione del primo stadio e dello stadio di guadagno con compensazione. Occorre fare qualche considerazione sulla velocità per grandi segnali. Per piccoli segnali abbiamo visto che la compensazione si fa agire imponendo che: ω T = g m C c = I CB V T C c I CB = ω T V T C c Il caso limite si ha quando il segnale di ingresso ha ampiezza tale da interidre completamente uno dei 2 transistori del differenziale di ingresso, per esempio Q 1. Tutta la corrente I CB fluisce allora in Q 2, andando a caricare C C. I CB Q 2 V 1 I 1 =g m V 1 I 2 =g m V 2 2 I 1 I A =I 1 +I 2 C C G M I G V G Se il segnale applicato è veloce, una 1(t) con tempo di transizione trascurabile per esempio, si può ritenere che la corrente che fluisce in Q 2 abbia una dipendenza temporale simile. Perciò: C S Ricordando che l integrale della 1(t) è la rampa: V G = I CB s V G = I CB s 1 sc c = 1 s 2 I CB C c 1 sc c V G (t) = I CB C c t 1(t) Transistori 38

39 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 16 In luogo della classica salita esponenziale si ha una salita lineare. Si dice che il segnale è soggetto ad una limitazione da slew-rate. La pendenza è: Da: ω T = I CB V T C c I CB C c = ω T V T Non adottando soluzioni particolari lo slew-rate risulta essere un limite tecnologico, essendo tale la frequenza ω T. Piccolo segnale Grande segnale La risposta in frequenza cambia decisamente se si incorre nella limitazione di slew-rate Ad esempio. Con f T =1 MHz si ottiene uno slew rate di 0.15 V/µs. Inversamente. Per avere uno slew-rate di 1 V/µs occorre che la f T sia di almeno 6 MHz. Lo slew-rate può essere incrementato se la larghezza di banda è svincolata dalla corrente di lavoro della coppia differenziale. Slew-rate Transistori 39

40 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 17 La tecnica più immediata con i transistori bipolari consiste nel degenerare la transconduttanza mediante l inserimento di 2 resistori R D : I CB R D R D V 2 V 1 I 1 =g m V 1 I 2 =g m V 2 I 1 C S I A =I 1 +I 2 C C G M I G V G In questo caso, se R D ha valore adeguato, abbiamo che: g m 1 R D ω T 2 R D C C I CB ora non è più vincolata alla larghezza di banda. Si avrà: Slew rate = I CB I CB R D = ω C T C 2 Il miglioramento nello slew-rate è nell ordine di I CB R D /V T. Al riguardo esistono sicuramente delle limitazioni. Il rumore termico delle R D incrementa il rumore totale di ingresso. Le R D non sono mai perfettamente uguali. La loro tolleranza si ripercuote nell introduzione di un offset all ingresso, proporzionale a R D I CB, e ad una dipendenza dal modo comune, per via della differente trasconduttanza generata. Transistori 40

41 . Secondo stadio di un amplificatore operazionale 18 Lo stadio di ingresso a MOS o JFET consente di ottenere slew rate elevati I CB C C M 1 M 2 V 2 V 1 I 1 =g m V 1 I 2 =g m V 2 I 1 C S I A =I 1 +I 2 G M I G V G In funzione della corrente di polarizzazione, la trasconduttanza del MOS è: g m = μwc o L I CB 2 Quindi: ω T g m C C = 1 C C μwc o L I CB 2 C C 1 ω T μwc o L I CB 2 C C 1 V TH ω T I DM I CB 2, dove I DM = I V GS = 2V TH In definitiva: Slew rate = I CB C C = I CB V TH ω T I DM I CB 2 = ω T V TH 2I CB I DM Siccome V TH è dell ordine del V in un MOS abbiamo anche qui un grosso beneficio nello slew-rate. Transistori 41

42 6 STADIO DI USCITA IN CLASSE AB DI UN AO Il modo più spontaneo di pensare ad uno stadio di uscita è il C comune: Q O V O R L C L La configurazione sopra è denominata classe A. E molto efficiente a fornire corrente all impedenza di carico connessa, nell esempio la capacità C L. Ovvero a generare tensioni di uscita crescenti. In questo caso stiamo considerando l opportunità di segnali aventi estensione consistente, ai quali non sarebbe adeguato applicare il modello per piccoli segnali. Il C comune è molto meno efficiente a generare tensioni di uscita decrescenti, in special modo se il carico è capacitivo. Q O V O R L C L Infatti il transistore entra in spegnimento, non essendo in grado di assorbire corrente, e C L si scarica attraverso R L. Una soluzione è quella di fare in modo che in condizione di uscita stazionarie in R L scorra la massima corrente prevista dall applicazione. In questa situazione la corrente impiegata indurrebbe una grossa dissipazione di potenza a riposo, intollerabile. Si pensi per esempi ad un amplificatore audio che debba pilotare qualche A di corrente. Transistori 42

43 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 2 Il modo per ovviare all inconveniente è di usare un inseguitore, ma realizzato con il transistor complementare all npn, il pnp: V O R L C L Ovviamente se il pnp è efficiente a drenare corrente non lo è nel fornire corrente, l opposto di quello che abbiamo visto per l npn. Di conseguenza la cosa migliore da fare è combinare le 2 opportunità: V O V O R L C L R L C L La soluzione più spontanea è questa: V in Q 1 V out Q 2 R L C L Questa soluzione ha un problema fondamentale: la zona morta. Fino a che il segnale di ingresso non sale sopra V BE o scende sotto V BE non ci può essere conduzione di corrente perché entrambi i transistori risultano essere spenti. Transistori 43

44 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 3 La cosa si traduce nel così detto problema della distorsione di crossover che si riesce a porre bene in evidenza con un segnale sinusoidale: In campo audio o questo fenomeno crea effetti molto fastidiosi sul suono. Infatti la discontinuità introduce componenti ad alta frequenza indesiderate. Per cancellare il problema occorre fare in modo che i 2 transistori siano polarizzati entrambi in condizioni di equilibrio. In funzione dell ampiezza del segnale si dovrà quindi creare lo scompenso che consenta di pilotare il carico in modo adeguato. Esistono molte soluzioni al problema. Tutte basate sullo schema di principio che sta qui sotto: Q 3 Q 1 V out Q 4 Q 2 R L C L V in Si aggiungono 2 transistor connessi a diodo, Q 3 e Q 4, che mantengono polarizzati i transistori di uscita quando serve. Transistori 44

45 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 4 Per un attimo supponiamo che il carico non assorba corrente, così che noi si possa valutare le condizioni di equilibrio. I C Q 3 Q 1 V out Q 4 Q 2 R L C L V in Si deve osservare che Q 4 fa coppia con Q 2 e Q 3 fa coppia con Q 1. In questo modo nel ramo di destra e di sinistra le differenti caratteristiche si compensano. Ovviamente la posizione di Q 3 e Q 4 possono essere scambiate. Possiamo valutare la maglia composta dai 4 transistori Q 1 Q 4 : V B4 + V B3 = V B2 +V B1 Poniamo: A 1 = A 2 e A 3 = A 4 V T ln I C A 4 I opnp + V T ln I C A 3 I onpn = V T ln I 2 A 2 I opnp + V T ln I 1 A 1 I onpn ln I C A 3 I opnp ln I 2 A 1 I opnp = ln I 1 A 1 I onpn ln I C A 3 I opnp Ora, supposto A 1 = A 2 e A 3 = A 4 per semplicità: I C I 2 A 1 A 3 = I 1 I C A 3 A 1 I 1 I 2 = I C 2 A 1 A 3 Il risultato fondamentale che abbiamo è che la corrente nei 2 transistori Q 1 e Q 2 non si annulla mai completamente. Avendo trascurato la corrente di base di Q 1 e Q 2 la soluzione limite è che una delle 2 correnti possa essere di valore, in realtà sarà limitata da I C per Q 1, dalla corrente che può assorbire V in per Q 2 come vedremo. 2 Transistori 45

46 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 5 Ora supponiamo di avere connessa un impedenza di carico a cui debba essere applicato un segnale V out >0. I C Q 1 V out Q 3 Q 4 Q 2 R L C L V in Avremo che I 1 sarà circa uguale a V out /Z L, e quindi: I 2 I C 2 A 1 A 3 2 ZL V out Più in genere il comportamento della corrente nei 2 transistori rispetto alla corrente assorbita dal carico mette in evidenza che a corrente assorbita nulla la corrente nei 2 transistori è finita: la distorsione da crossover è quindi fortemente soppressa. Resta da valutare quale sia il limite alle alte correnti e l aspetto dinamico. Transistori 46

47 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 6 Ora supponiamo di avere connessa un impedenza di carico a cui debba essere applicato un segnale V out >0. Q 3 I C Q 1 V out Nella circostanza in cui la corrente assorbita del carico sia consistente la corrente di B di Q 1 non è più trascurabile. Q G1 Q 4 Q G2 Q 2 R L C L In caso di forte carico, tutta I C tenderà ad andare nella base di Q 1. La corrente positiva massima di uscita è limitata a h FE1 I C. Ora supponiamo di avere connessa un impedenza di carico a cui debba essere applicato un segnale V out <0. Q 3 Q G1 Q 4 I C Q G2 Q 1 Q 2 V out R L C L Qua notiamo una situazione di asimmetria rispetto al caso precedente: la corrente proveniente dal carico scorre in Q 2, la cui corrente di base coincide con la corrente di C di Q G2. Siamo nella condizione in cui la corrente che può essere assorbita dal carico è molto alta, anche se Q G2 avesse area piccola. Transistori 47

48 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 7 Una delle strutture più eleganti nella realizzazione del buffer di uscita è questa: I CB Q 3 Q 4 Q 1 V O I CB Q 2 Vale, come nel caso precedente, che: V o V BE2 + V BE3 + V BE4 V BE1 = V o V BE4 V BE2 = V BE1 V BE3 I CB A 1 = I 1 A 3 2 A 1 I A 3 I 2 A 1 I 1 I 2 = I CB CB A 3 2 Consente di avere una dinamica di 1 o 2 V BE verso le alimentazioni ed è simmetrica. Presenta una limitazione naturale nella corrente di uscita a ±h FE I CB. Questo è un vantaggio nei confronti nel controllo della corrente di Q 4 che nelle soluzioni classiche ha una limitazione a (h FE ) 2 I CB : V CC I O limite assorbita: Q 3 Q 1 V out 3 I CBDif h FE I O I CBDif stadio diff. Q 4 Q 2 R L C L V in V EE Transistori 48

49 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 8 I CB Q 3 Q 4 Q 1 V O Q 2 I CB Questo stadio di uscita è molto utile soprattutto per le sue prestazioni dinamiche. Rispetto agli stadi di uscita precedenti si comporta come una coppia di Darlington compensati: V i Q 3/4 V o Q 2/1 Questo significa che la differenza di potenziale tra ingresso ed uscita è praticamente nulla e le sue impedenze di ingresso e di uscita sono debolmente dipendenti da carico ed ingresso. Pertanto questo stadio consente di mantenere una ottima stabilità e, di fatto, e quello più diffuso, da quando è stato introdotto. Transistori 49

50 . Stadio di uscita in classe AB di un AO 9 Gli stadi di uscita visti sfruttano un inseguitore di emettitore all uscita. Sono molto stabili ma hanno come limitazione l escursione massima all uscita: V CC V CBMIN I CB V CC Q 3 Q 4 Q 1 Q 2 I CB V CC V OMAX Posiamo riferirci come esempio all ultimo stadio visto, senza pericolo di essere limitativi. Il generatore di corrente I CB non è ideale e necessita di una tensione minima di operazione per potere essere funzionale. Per cui la tensione di uscita massima potrà essere: V OMAX V CC V CBMIN V BEQ1 Nella migliore delle ipotesi, che si ha quando V CBMIN potrebbe essere molto piccola, la massima escursione arriva ad un diodo da V CC, cioè poco più di 0.7 V sotto V CC. V CBMIN V CC I CB Q 3 Q 4 Q 1 Q 2 I CB V EE V OMIN Un ragionamento analogo vale anche per l escursione minima. Il generatore di corrente I CB non è ideale e necessita di una tensione minima di operazione per potere essere funzionale. Per cui la tensione di uscita massima potrà essere: V EE V OMIN V EE + V CBMIN + V BEQ2 Anche in questo caso, nelle migliori delle ipotesi, che si ottiene quando V CBMIN potrebbe essere molto piccola, la minima escursione arriva ad un diodo sopra V EE, cioè poco più di 0.7 V sopra V EE. Transistori 50

51 7 PROTEZIONE DI CORRENTE NEGLI STADI DI USCITA Un eccessivo assorbimento di corrente dell amplificatore potrebbe essere letale. Specialmente se l anomalia fosse accidentale, un corto circuito, per esempio. Tutti gli AO commerciali includono la protezione di corrente nello stadio di uscita. Una resistenza viene inserita in serie al percorso della corrente. Se la ddp ai suoi capi supera un valore pre-impostato entra in gioco la limitazione che non consente di superare il valore stabilito di corrente di uscita. Inevitabilmente la protezione diminuisce la dinamica di uscita. Questa è la limitazione più semplice ma meno accurata: la massima corrente che può essere erogata (assorbita) è: I MAX = V CC V BE R E + R L Nel caso di cortocircuito verso massa, per esempio: I MAX = V CC V BE R E Questa protezione, di tipo così detto passivo, è certamente la meno efficiente visto che può aumentare di molto l impedenza di uscita. Inoltre dipende dal valore della tensione di alimentazione V CC. Transistori 51

52 . Protezione di corrente negli stadi di uscita 2 Protezioni indipendenti dal valore dell alimentazione sono basate sula condizione di funzionamento di un diodo sotto/sopra soglia. Abbiamo visto che essendo la corrente in un diodo dipendente esponenzialmente dalla tensione si ha che finché la tensione non supera una certa soglia la corrente si mantiene a valori trascurabili. Questo è un esempio di protezione passiva: Guardando alla maglia O A B abbiamo che: V B Q 1 I LL V D3 + V D1 = V BE1 + I LL R E1 D 1 D 3 V A I L V O Sappiamo che Q 1 è attivo perché sta erogando corrente. Per cui se I LL R E1 <V D si è sotto soglia, in D 3 non passa corrente e I LL =I L. Se ora il carico richiedesse una corrente che volesse forzare I LL R E1 >V D D 3 sarebbe forzato ad entrare in conduzione. Dovendosi soddisfare la maglia sopra otterremo che in R E1 potrebbe scorrere una corrente limitata e quindi: I L = I LL + I D3 Ma (per V D si intende genericamente V D1 o V D3 ): Per cui, mettendo insieme tutto: I D3 = I D1 = I B I LL h FE I B V D h FE R E1 I L V D3 + V D1 V BE1 R E1 + I B V D h FE R E1 I B + V D R E1 Transistori 52

53 . Protezione di corrente negli stadi di uscita 3 V B V A D 1 D 3 I LL Q 1 I L V O I L V D3 + V D1 V BE1 R E1 + I B V D h FE R E1 I B + V D R E1 La conseguenza è che quando si innesta, la protezione prende il sopravvento e la reazione dell amplificatore smette di funzionare ed il potenziale di uscita si assesta al valore (V D /R E1 )R corto. Dove R corto è il valore del carico anomalo che è stato connesso per R L. Ovviamente se R corto =0 Ω il potenziale di uscita andrà a 0 V. Quello che accade è che D 1 D 3 drenano corrente da I B in modo che la corrente di B di Q 1 sia limitata a: I BQ1 = 1 V D h FE R E1 Questa situazione è valida solo se la corrente I B è limitata, come è il caso in questa circostanza. Se I B non fosse limitata la corrente richiesta dal carico andrebbe a scorrere tutta in D 1 D 3, in un percorso alternativo, ma sempre dannoso per il circuito. Transistori 53

54 . Protezione di corrente negli stadi di uscita 4 Un discorso quasi analogo vale per la protezione negativa: Guardando alla maglia O A C abbiamo che: V D2 + V D4 = V BE2 + I LL R E2 V A D 2 D 4 V C I A V O I L I LL Q 2 Sappiamo che Q 2 è attivo perché sta drenando corrente. Per cui se I LL R E2 <V D si è sotto soglia, in D 4 non passa corrente e I LL =I L. Se ora il carico richiedesse una corrente che volesse forzare I LL R E2 >V D D 4 sarebbe forzato ad entrare in conduzione. Dovendosi soddisfare la maglia sopra otterremmo che in R E2 potrebbe scorrere una corrente limitata, quindi: I L = I LL + I A V D2 + V D4 V BE2 R E2 + I A V D R E2 + I A Ora però la situazione è più delicata. D 2 D 4 drenano corrente verso il C di Q 3 che non ha di principio limitazioni di corrente a meno che R E3 sia opportunamente dimensionata. Infatti in questo caso mano a mano che in Q 3 aumenta la corrente diminuisce V CE3, portandolo in saturazione, con il conseguente limite nella sua portata di corrente. Quindi la protezione verso il basso e verso l alto non sono simmetriche in questa configurazione. Il vantaggio della protezione passiva è di non inserire anelli di guadagno che potrebbero oscillare. Per contro non ha una soglia di intervento di grande precisione. Transistori 54

55 . Protezione di corrente negli stadi di uscita 5 La protezione attiva ha una soglia di innesto più precisa. Una delle sue più semplici implementazione è questa: Se I LL R E <V BE3 Q 3 non è in grado di funzionare ed è come se non ci fosse, per cui I LL =I L. I LL I L V O Nel momento in cui I LL R E R E1 volesse essere > V BE3, Q 3 entrerebbe in funzione, drenando corrente da I B. Però in questo caso la corrente sottratta alla B di Q 2 rispetto alla variazione richiesta dal carico è h FE volte maggiore che nel caso precedente con i soli diodi, vale a dire che non viene fatto il confronto con il potenziale di innesto di più giunzioni: I L = I LL + I CQ3 V BE R E + I B V BE h FE R E I L Come nel caso precedente anche in questo caso la protezione negativa non è limitata, a meno che non si prendano ulteriori provvedimenti. I LL Quando I LL R E >V BE3 la corrente di Q 3 scorre tutta in Q 1 che non ha freni nella soluzione a fianco, per cui I L potrebbe assumere valori elevati. Questa limitazione così come impostata non funziona. Transistori 55

56 . Protezione di corrente negli stadi di uscita 6 Per limitare la portata della limitazione verso il basso occorre prendere qualche ulteriore accorgimento: Per operare in modo corretto si deve in qualche modo limitare anche la corrente di Q 2. Abbiamo che: I L I A = I C6 + V BE6 h FE R E2 I C6 I L I A + V BE6 R E2 I A =I C6 I A I LL Ma I A scorre tutta in Q 2, quindi in R X. Per cui se I A R X >V BE9 il transistore Q 9 si accende e I A viene limitata a: E quindi: I A = V BE8 R X I L V BE8 R X + V BE6 R E2 La corrente I in di Q 8 è la corrente di uscita del differenziale di ingresso, quindi limitata a qualche µa. Pertanto la limitazione negativa ha richiesto l inserimento di 2 protezioni per potere essere attiva in modo consistente. Transistori 56

57 . Protezione di corrente negli stadi di uscita 7 NOTA: Le protezioni, sia quelle passive e a maggior ragione quelle attive, quando entrano in funzione modificano il funzionamento dell anello di reazione principale. Succede spesso che nel momento in cui vengono ad innestarsi, o ad uscire dalla protezione, tendono a rendere il sistema instabile, visto che per un breve intervallo di tempo interagiscono contemporaneamente 2 reazioni. Le protezioni di corrente risultano pertanto critiche nella loro implementazione e vanno studiate con cura. Transistori 57

58 8 STADIO DI USCITA RAIL-TO-RAIL Lo stadio di uscita che abbiamo analizzato fino ad ora ha la limitazione dell escursione della tensione di uscita, che, come abbiamo visto, nella migliore delle ipotesi può arrivare ad una V BE dalle 2 alimentazioni, o rails. E possibile implementare una soluzione detta rail-to-rail, capace di escursioni prossime alle alimentazioni. La forma più intuitiva di realizzazione di una tale soluzione è: V in V CC R D Q 5 I CB Q 1 Q 2 Q 3 Q 4 I CB Q 7 R D R R V EE Q 6 Q 8 R L C L Invece di uscire agli E di Q 3 e Q 4, implementando semplicemente lo stadio già visto (in verde), si genera una corrente, sfruttando R R, che viene specchiata dalle coppie Q 5, Q 6 e Q 7, Q 8. Quindi si esce ai C di Q 6 e Q 8. La corrente generata e specchiata è: V in Le resistenze R D aumentano il guadagno di corrente alle alte correnti (gli specchi sono degenerati), in modo che la corrente di uscita possa essere sempre più grande di quella di ingresso. R R Esistono molte soluzioni al riguardo. Tutte però basate più o meno sul principio indicato. IMPORTANTE: Questo stadio di uscita presenta sempre una certa criticità perché il suo guadagno non è unitario e dipende dal carico. Transistori 58

1 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI

1 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI 1 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI venerdì 16 giugno 2017 Come prima applicazione on i transistori vediamo come costruire un amplificatore operazionale. Che è la forma più generale di realizzazione di un

Dettagli

Gli Amplificatori Operazionali (I) Singolo stadio. g m (V + -V - ) g m. C C Buffer di Uscita a guadagno 1. Ingresso differenziale.

Gli Amplificatori Operazionali (I) Singolo stadio. g m (V + -V - ) g m. C C Buffer di Uscita a guadagno 1. Ingresso differenziale. Gli Amplificatori Operazionali () venerdì 26 giugno 2015 Come prima applicazione on i transistori vediamo come costruire un amplificatore operazionale. Che è la forma più generale di realizzazione di un

Dettagli

Gli Amplificatori Operazionali (I)

Gli Amplificatori Operazionali (I) Gli Amplificatori Operazionali () mercoledì 4 giugno 014 Come prima applicazione on i transistori vediamo come costruire un amplificatore operazionale. Che è la forma più generale di realizzazione di un

Dettagli

Questa parte tratta le problematiche del pilotaggio low-side di carichi di potenza: Pilotaggio low-side con MOS. Pilotaggio low-side con BJT

Questa parte tratta le problematiche del pilotaggio low-side di carichi di potenza: Pilotaggio low-side con MOS. Pilotaggio low-side con BJT Interruttori allo stato solido 1 Questa parte tratta le problematiche del pilotaggio low-side di carichi di potenza: con MOS con BJT Velocità di commutazione MOS Velocità di commutazione BJT 2 2003 Politecnico

Dettagli

AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE

AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE Per amplificatore differenziale si intende un circuito in grado di amplificare la differenza tra due segnali applicati in ingresso. Gli ingressi sono due: un primo ingresso

Dettagli

Amplificatori operazionali

Amplificatori operazionali Amplificatori operazionali Parte 4 www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 3-5-07) Amplificatori operazionali non ideali Il comportamento degli amplificatori operazionali reali si

Dettagli

Amplificatori operazionali

Amplificatori operazionali Amplificatori operazionali Parte 3 www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 6--) Integratore Dato che l ingresso invertente è virtualmente a massa si ha vi ( t) ir ( t) R Inoltre i

Dettagli

Appendice A. A.1 Amplificatore con transistor bjt

Appendice A. A.1 Amplificatore con transistor bjt Appendice A A.1 Amplificatore con transistor bjt Il circuito in fig. A.1 è un esempio di amplificatore a più stadi. Si utilizza una coppia differenziale di ingresso (T 1, T 2 ) con un circuito current

Dettagli

Pilotaggio high-side

Pilotaggio high-side Interruttori allo stato solido Introduzione Il pilotaggio high-side è più difficile da realizzare del low-side in quanto nel secondo un capo dell interruttore è a massa Non sempre è possibile il pilotaggio

Dettagli

Michele Scarpiniti. L'Amplificatore Operazionale

Michele Scarpiniti. L'Amplificatore Operazionale Michele Scarpiniti L'Amplificatore Operazionale MICHELE SCARPINITI L Amplificatore Operazionale Versione 1.0 Dipartimento DIET Università di Roma La Sapienza via Eudossiana 18, 00184 Roma L AMPLIFICATORE

Dettagli

9.Generatori di tensione

9.Generatori di tensione 9.Generatori di tensione In molte applicazioni analogiche, specialmente per i processi di conversione D/A e A/D, è necessario disporre di tensioni di riferimento precise. Mostriamo alcuni metodi per ottenere

Dettagli

Ricerca ed organizzazione appunti: Prof. ing. Angelo Bisceglia

Ricerca ed organizzazione appunti: Prof. ing. Angelo Bisceglia PRINCIPALI PARAMETRI DEGLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Ricerca ed organizzazione appunti: Prof. ing. Angelo Bisceglia Per capire le numerose caratteristiche di un Amp. Op. è opportuno prendere in esame

Dettagli

Esercitazione 3. Biagio Provinzano Aprile Esercizio 1. I BJT npn hanno la stessa area e la stessa corrente di saturazione, consideriamo

Esercitazione 3. Biagio Provinzano Aprile Esercizio 1. I BJT npn hanno la stessa area e la stessa corrente di saturazione, consideriamo Esercitazione 3 Biagio Provinzano Aprile 005 Esercizio I BJT npn hanno la stessa area e la stessa corrente di saturazione, consideriamo V A, β = 00, V BE = 0.7V in zona attiva ed infine Cπ = C µ =0pF.

Dettagli

= A v1 A v2 R o1 + R i2 A v A v1 A v2. se R i2 R o1

= A v1 A v2 R o1 + R i2 A v A v1 A v2. se R i2 R o1 Amplificatori a due stadi STADIO 1 STADIO 2 R s R o1 R o2 v s + _ vi1 R i1 + A v1 v i1 _ v i2 R i2 + Av2vi2 _ vo2 RL A v v o2 v i1 = A v1 A v2 R i2 R o1 + R i2 A v A v1 A v2 se R i2 R o1 A.Nigro Laboratorio

Dettagli

Informazioni logistiche e organizzative Applicazione di riferimento. caratteristiche e tipologie di moduli. Circuiti con operazionali reazionati

Informazioni logistiche e organizzative Applicazione di riferimento. caratteristiche e tipologie di moduli. Circuiti con operazionali reazionati Elettronica per telecomunicazioni 1 Contenuto dell unità A Informazioni logistiche e organizzative Applicazione di riferimento caratteristiche e tipologie di moduli Circuiti con operazionali reazionati

Dettagli

Il TRANSISTOR. Il primo transistor della storia

Il TRANSISTOR. Il primo transistor della storia Il TRANSISTOR Il primo transistor della storia Inventori del Transistor Il Transistor Bipolare a Giunzione (BJT) è stato inventato nei laboratori BELL nel 1948, da tre fisici: John Bardeen Walter Brattain,

Dettagli

Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo

Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo Ottobre 00 Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo amplificatore in classe A di Fig. presenta lo svantaggio che il carico è percorso sia dalla componente di segnale, variabile nel tempo,

Dettagli

Generatori di tensione

Generatori di tensione Generatori di tensione Laboratorio di Elettronica B Anno accademico 2007-2008 In molte applicazioni analogiche, specialmente per i processi di conversione D/A e A/D, è necessario disporre di tensioni di

Dettagli

ESERCIZIO 1. Soluzione. Per risolvere il problema utilizzo il modello di Ebers-Moll, grazie al quale potrò calcolare L E, W, L C, infatti so che

ESERCIZIO 1. Soluzione. Per risolvere il problema utilizzo il modello di Ebers-Moll, grazie al quale potrò calcolare L E, W, L C, infatti so che ESERCIZIO Su un transistor BJT pnp caratterizzato da N E = 0 8 cm 3 N B = 0 6 cm 3 N C = 0 5 cm 3 A = mm 2 vengono effettuate le seguenti misure: Tensione V CB negativa, emettitore aperto: I C = 0nA Tensione

Dettagli

Corso di ELETTRONICA 1 (Elettronici N.O.) 17/06/2003

Corso di ELETTRONICA 1 (Elettronici N.O.) 17/06/2003 Corso di ELETTRONICA 1 (Elettronici N.O.) 17/06/2003 Si analizzi l amplificatore mostrato in figura, determinando: 1. il valore del guadagno di tensione a frequenze intermedie; 2. le frequenze di taglio

Dettagli

Regolatori di tensione dissipativi. Regolatori LDO. Schema elettrico. Stabilità LDO Politecnico di Torino 1

Regolatori di tensione dissipativi. Regolatori LDO. Schema elettrico. Stabilità LDO Politecnico di Torino 1 Regolatori di tensione dissipativi 1 Schema elettrico Stabilità LDO 2 2003 Politecnico di Torino 1 Schema elettrico 3 Efficienza La tensione di headroom crea dei problemi: Alta potenza dissipata (necessita

Dettagli

Esonero del Corso di Elettronica I 23 aprile 2001

Esonero del Corso di Elettronica I 23 aprile 2001 Esonero del Corso di Elettronica I 23 aprile 2001 1) Nell amplificatore MO di figura k=5.10-4 A/V 2, V T = 2 V, = 10K Ω, =10V, =3V. eterminare il guadagno di tensione per un segnale applicato tra gate

Dettagli

Il TRANSISTOR. Il primo transistor della storia

Il TRANSISTOR. Il primo transistor della storia Il TRANSISTOR Il primo transistor della storia Inventori del Transistor Il Transistor Bipolare a Giunzione (BJT) è stato inventato nei laboratori BELL nel 1948, da tre fisici: John Bardeen Walter Brattain,

Dettagli

AMPLIFICATORI INVERTENTI A SINGOLO TRANSISTORE

AMPLIFICATORI INVERTENTI A SINGOLO TRANSISTORE configurazione CE: AMPLIFICATORI INVERTENTI A SINGOLO TRANSISTORE configurazione CS: G. Martines 1 ANALISI IN CONTINUA Circuito di polarizzazione a quattro resistenze. NOTE: I parametri del modello a piccolo

Dettagli

ν S R B2 Prova n 1: V CC R C R B1 C C R S C S C L out R L Prove d'esame

ν S R B2 Prova n 1: V CC R C R B1 C C R S C S C L out R L Prove d'esame Prova n 1: Per il seguente circuito determinare: 1. R B1, R E tali che: I C = 0,5 ma; V E = 5 V; 2. Guadagno di tensione a piccolo segnale v out /v s alle medie frequenze; 3. Frequenza di taglio inferiore;

Dettagli

Schemi e caratteristiche dei principali amplificatori a BJT

Schemi e caratteristiche dei principali amplificatori a BJT Schemi e caratteristiche dei principali amplificatori a BJT Sommario argomenti trattati Schemi e caratteristiche dei principali amplificatori a BJT... 1 Amplificatore emettitore comune o EC... 1 Amplificatore

Dettagli

Stadi Amplificatori di Base

Stadi Amplificatori di Base Stadi Amplificatori di Base Biagio Provinzano Marzo 2005 Ipotesi di lavoro: i) Transistor npn acceso ed in zona attiva v BE 1 0.7V e v C >v B ii) Consideriamo un classico schema di polarizzazione con quattro

Dettagli

Laboratorio di Sistemi e Segnali AA 2017/18 Esonero 1, Soluzioni A

Laboratorio di Sistemi e Segnali AA 2017/18 Esonero 1, Soluzioni A Laboratorio di Sistemi e Segnali AA 2017/18 Esonero 1, Soluzioni A Esercizio 1 (8 punti): A media frequenza possiamo approssimare il capacitore C E con un corto. L amplificazione pertanto è g m R C dove

Dettagli

Curva caratteristica del transistor

Curva caratteristica del transistor Curva caratteristica del transistor 1 AMPLIFICATORI Si dice amplificatore un circuito in grado di aumentare l'ampiezza del segnale di ingresso. Un buon amplificatore deve essere lineare, nel senso che

Dettagli

Transistore bipolare a giunzione (BJT)

Transistore bipolare a giunzione (BJT) ransistore bipolare a giunzione (J) Parte 1 www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 22-5-2012) ransistore bipolare a giunzione (J) l transistore bipolare a giunzione è un dispositivo

Dettagli

5. Amplificatori. Corso di Fondamenti di Elettronica Fausto Fantini a.a

5. Amplificatori. Corso di Fondamenti di Elettronica Fausto Fantini a.a 5. Amplificatori Corso di Fondamenti di Elettronica Fausto Fantini a.a. 2010-2011 Amplificazione Amplificare un segnale significa produrre un segnale in uscita (output) con la stessa forma d onda del segnale

Dettagli

Amplificatore logaritmico

Amplificatore logaritmico Elettronica delle Telecomunicazioni Esercitazione 2 mplificatore logaritmico ev 1 981208 GV, S ev 2 990617 DDC Specifiche di progetto Progettare un amplificatore con funzione di trasferimento logaritmica

Dettagli

Esercitazione del 29 Aprile 2009

Esercitazione del 29 Aprile 2009 Esercitazione del 29 Aprile 2009 Invertitore Resistor-Transistor Logic (RTL) V out a) Parametri BJT Altri V out β F = 70 = 5V Q 1 I B V V CE V on = 0.7V = 0.8V = 10kΩ = 1kΩ b) CE = 0.1V Figura 1: Porta

Dettagli

6. Generatori di corrente controllati

6. Generatori di corrente controllati 6. Generatori di corrente controllati 6.1 Generatori con un solo operazionale In molte applicazioni è utile poter disporre di generatori di corrente controllati in tensione. Un modo semplice, ad esempio,

Dettagli

Amplificatori Differenziali

Amplificatori Differenziali Amplificatori Differenziali nei simboli non si esplicitano gli alimentatori DC, cioè Normalmente i circuiti che realizzano l amplificatore differenziale e operazionale non contengono un nodo elettricamente

Dettagli

Amplificatori Differenziali

Amplificatori Differenziali Amplificatori Differenziali nei simboli non si esplicitano gli alimentatori DC, cioè Normalmente i circuiti che realizzano l amplificatore differenziale e operazionale non contengono un nodo elettricamente

Dettagli

Emettitore Comune AC: EC AC (1) C BC. V b C BE

Emettitore Comune AC: EC AC (1) C BC. V b C BE mettitore omune A: A () mercoledì 8 giugno 206 Nel considerare il modello completo del transistore occorre aggiungere le 2 capacità tra B ed e tra B e. Questo complica parecchio i conti, per cui conviene

Dettagli

ESERCIZIO Punto di riposo, R 1,R 2. Detta I C = I C1 = I C2 = 2.5mA e ipotizzando I B1 I C1,I B2 I C2, si ha

ESERCIZIO Punto di riposo, R 1,R 2. Detta I C = I C1 = I C2 = 2.5mA e ipotizzando I B1 I C1,I B2 I C2, si ha 1/16 ESERCIZIO 1 1.1 - Punto di riposo, R 1,R 2 Detta I C = I C1 = I C2 = 2.5mA e ipotizzando I B1 I C1,I B2 I C2, si ha V CE1 = V R E I E1 I E2 ) V 2R E I C = 12.0 V. 1) Nel punto di riposo si ha I B1

Dettagli

DE e DTE: PROVA SCRITTA DEL 10 Settembre 2012

DE e DTE: PROVA SCRITTA DEL 10 Settembre 2012 DE e DTE: PROVA SCRITTA DEL 10 Settembre 2012 ESERCIZIO 1 (DE,DTE) Una giunzione pn è polarizzata con V = 0.5 V. I dati della giunzione sono: N D = 10 16 cm 3, N A = 10 15 cm 3, µ n = 1100 cm 2 /Vs, µ

Dettagli

Laboratorio di Elettronica II. Esperienza 3. Progetto di un amplificatore con BJT

Laboratorio di Elettronica II. Esperienza 3. Progetto di un amplificatore con BJT Laboratorio di Elettronica II Esperienza 3 Progetto di un amplificatore con BJT 1 Attività Progetto e verifica al simulatore di un amplificatore, date le specifiche funzionali desiderate: Progetto preliminare

Dettagli

Amplificatori Differenziali

Amplificatori Differenziali Amplificatori Differenziali nei simboli non si esplicitano gli alimentatori DC, cioè Normalmente i circuiti che realizzano l amplificatore differenziale e operazionale non contengono un nodo elettricamente

Dettagli

Sensori Segnali Rumore - Prof. S. Cova - appello 28/09/ P2 pag.1

Sensori Segnali Rumore - Prof. S. Cova - appello 28/09/ P2 pag.1 ensori egnali Rumore - Prof.. Cova - appello 8/09/0 - P pag. PROBLEMA Quadro dei dati Termoresistenza PT00 alore di riferimento a 0 C (73 K) Coefficiente di temperatura R T0 =00 Ω α = 3,9 0-3 / C Potenza

Dettagli

Preamplificatori per Termocoppie: fondamenti

Preamplificatori per Termocoppie: fondamenti Preamplificatori per Termocoppie: fondamenti a Il classico amplificatore alle differenze non basta: R V i R 4 D C G D V D G CM V CM G D D V id, con V id V i V i G CM C V CM, indicando per brevità e a R

Dettagli

Amplificatore monotransistore

Amplificatore monotransistore Elettronica delle Telecomunicazioni Esercitazione 1 Amplificatore monotransistore Rev 1 980305 DDC Rev 3 000328 DDC Specifiche Progettare un amplificatore con un transistore secondo le seguenti specifiche:

Dettagli

Il blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una

Il blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una l blocco amplificatore realizza la funzione di elevare il livello (di tensione o corrente) del segnale (in tensione o corrente) in uscita da una sorgente. Nel caso, come riportato in figura, il segnale

Dettagli

DAC Digital Analogic Converter

DAC Digital Analogic Converter DAC Digital Analogic Converter Osserviamo lo schema elettrico riportato qui a lato, rappresenta un convertitore Digitale-Analogico a n Bit. Si osservino le resistenze che di volta in volta sono divise

Dettagli

Laboratorio di Elettronica II. Esperienza 1. Misura delle NON idealità dell Op-Amp UA741

Laboratorio di Elettronica II. Esperienza 1. Misura delle NON idealità dell Op-Amp UA741 Laboratorio di Elettronica II Esperienza 1 Misura delle NON idealità dell Op-Amp UA741 Attività Misura delle principali non idealità di un Op-Amp commerciale Parte I: non-idealità statiche: - tensione

Dettagli

Fondamenti di Elettronica Ing. AUTOMATICA e INFORMATICA - AA 2010/ Appello 09 Febbraio 2012

Fondamenti di Elettronica Ing. AUTOMATICA e INFORMATICA - AA 2010/ Appello 09 Febbraio 2012 Fondamenti di Elettronica Ing. AUTOMATICA e INFORMATICA - AA 2010/2011 3 Appello 09 Febbraio 2012 Indicare chiaramente la domanda a cui si sta rispondendo. Ad esempio 1a) Esercizio 1. R 1 = 20 kω, R 2

Dettagli

CAPITOLO 7 DISPOSITIVI INTEGRATI ANALOGICI

CAPITOLO 7 DISPOSITIVI INTEGRATI ANALOGICI 139 CAPTOLO 7 DSPOSTV NTEGRAT ANALOGC Negli amplificatori la necessità di ottenere elevate impedenze ed elevati guadagni impone spesso l utilizzo di resistenze di valore molto alto; inoltre l accoppiamento

Dettagli

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE "G. MARCONI" Via Milano n PONTEDERA (PI) ANNO SCOLASTICO 2005/2006 CORSO SPERIMENTALE LICEO TECNICO

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE G. MARCONI Via Milano n PONTEDERA (PI) ANNO SCOLASTICO 2005/2006 CORSO SPERIMENTALE LICEO TECNICO ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE "G. MARCONI" Via Milano n. 2-56025 PONTEDERA (PI) 0587 53566/55390 - Fax: 0587 57411 - : iti@marconipontedera.it - Sito WEB: www.marconipontedera.it ANNO SCOLASTICO

Dettagli

Modello di Ebers-Moll del transistore bipolare a giunzione

Modello di Ebers-Moll del transistore bipolare a giunzione D Modello di Ebers-Moll del transistore bipolare a giunzione Un transistore bipolare è un dispositivo non lineare che può essere modellato facendo ricorso alle caratteristiche non lineari dei diodi. Il

Dettagli

Amplificatori alle alte frequenze

Amplificatori alle alte frequenze mplificatori alle alte frequenze lle alte frequenze, le capacità parassite dei dispositivi non sono più trascurabili ed esse provocano una diminuzione più o meno rapida del guadagno; noi studieremo, a

Dettagli

Esercitazione n 3: Amplificatore a base comune

Esercitazione n 3: Amplificatore a base comune Esercitazione n 3: Amplificatore a base comune 1) Per il circuito in Fig. 1 determinare il valore delle resistenze di polarizzazione affinché si abbia: I C = 0,2 ma; V C = 3 V; V E = 1,9 V. Sia noto che:

Dettagli

CORSO DI ELETTRONICA DELLE TELECOMUNICAZIONI

CORSO DI ELETTRONICA DELLE TELECOMUNICAZIONI CORSO DI ELETTRONICA DELLE TELECOMUNICAZIONI 17 FEBBRAIO 2004 DOMANDE DI TEORIA 1) E dato un generatore con impedenza di sorgente di 50 Ω, che pilota un amplificatore di cui è nota la figura di rumore

Dettagli

ALTRI CIRCUITI CON OPERAZIONALI 1 Sommatore invertente 1 Sommatore non invertente 3 Amplificatore differenziale 7 Buffer 11

ALTRI CIRCUITI CON OPERAZIONALI 1 Sommatore invertente 1 Sommatore non invertente 3 Amplificatore differenziale 7 Buffer 11 Altri circuiti con operazionali rev. del /06/008 pagina / ALT CCUT CON OPEAZONAL Sommatore invertente Sommatore non invertente Amplificatore differenziale 7 Buffer Altri circuiti con operazionali Sommatore

Dettagli

FILTRI in lavorazione. 1

FILTRI in lavorazione. 1 FILTRI 1 in lavorazione. Introduzione Cosa sono i filtri? C o II filtri sono dei quadripoli particolari, che presentano attenuazione differenziata in funzione della frequenza del segnale applicato in ingresso.

Dettagli

Oggetto: Amplificatore in classe AB con esercizio guida

Oggetto: Amplificatore in classe AB con esercizio guida I.T.S Einaudi Montebelluna Oggetto: Amplificatore in classe AB con esercizio guida Alunno: Sbardella Gianluca docenti: Classe: 4 A elettronica liendo Quartilio Data: 20/03/07 Bertelli Alessardro Circuito

Dettagli

AMPLIFICATORI OPERAZIONALI

AMPLIFICATORI OPERAZIONALI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Il termine di amplificatore operazionale deriva dal fatto che, originariamente, tale dispositivo veniva usato nei calcolatori analogici per svolgere operazioni matematiche (come

Dettagli

Nella seguente foto, possiamo vedere l'esterno di alcuni transistor:

Nella seguente foto, possiamo vedere l'esterno di alcuni transistor: IL BJT Il transistor BJT è un componente che viene utilizzato come amplificatore. Si dice amplificatore di tensione un circuito che dà in uscita una tensione più grande di quella di ingresso. Si dice amplificatore

Dettagli

Page 1. Elettronica delle telecomunicazioni ETLCE - A1 08/09/ DDC 1. Politecnico di Torino Facoltà dell Informazione. Contenuti del Gruppo A

Page 1. Elettronica delle telecomunicazioni ETLCE - A1 08/09/ DDC 1. Politecnico di Torino Facoltà dell Informazione. Contenuti del Gruppo A Modulo Politecnico di Torino Facoltà dell Informazione Elettronica delle telecomunicazioni A Amplificatori, oscillatori, mixer A1- Amplificatori a transistori» Punto di funzionamento,» guadagno e banda»

Dettagli

Amplificatori operazionali

Amplificatori operazionali mplificatori operazionali Parte 5 Circuiti con operazionali e BJT www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 21-5-2019) 53-BJT-buffer.asc Impiego di un transistor per aumentare la massima

Dettagli

Liberamente tratto da Prima Legge di Ohm

Liberamente tratto da  Prima Legge di Ohm Liberamente tratto da www.openfisica.com Prima Legge di Ohm Agli estremi di due componenti elettrici di un circuito (che si possono chiamare conduttore X ed Y) è applicata una differenza di potenziale

Dettagli

figura 4.20 La formula generale del rivelatore, valida per segnali d ingresso sinusoidali, è data dall espressione:

figura 4.20 La formula generale del rivelatore, valida per segnali d ingresso sinusoidali, è data dall espressione: 4.12 Il circuito rivelatore La funzione svolta da un circuito rivelatore è simile al processo di raddrizamento svolto da un diodo così come illustrato nel paragrafo 2.3; la differenza sostanziale tra un

Dettagli

Note sul dimensionamento delle porte CML ed ECL.

Note sul dimensionamento delle porte CML ed ECL. Note sul dimensionamento delle porte ML ed L. imensionamento delle porte ML. La più semplice porta logica in tecnologia bipolare non saturata, è il circuito pilotato in corrente (ML o current-mode logic),

Dettagli

Elaborazione analogica (1)

Elaborazione analogica (1) Elaborazione analogica (1) Alimentatore bilanciato Amplificatore operazionale Configurazioni di base Amplificatori differenziali Amplificatori differenziali per strumentazione Misura di differenza di potenziale

Dettagli

Laboratorio di Elettronica II. Esperienza 3. Progetto di un amplificatore con BJT

Laboratorio di Elettronica II. Esperienza 3. Progetto di un amplificatore con BJT Laboratorio di Elettronica II Esperienza 3 Progetto di un amplificatore con BJT 1 Attività Progetto e verifica al simulatore di un amplificatore, date le specifiche funzionali desiderate: Progetto preliminare

Dettagli

ELETTRONICA APPLICATA I (DU) Guida alle esercitazioni di laboratorio - AA Circuiti con Amplificatori Operazionali

ELETTRONICA APPLICATA I (DU) Guida alle esercitazioni di laboratorio - AA Circuiti con Amplificatori Operazionali Guida alle esercitazioni di laboratorio AA 19992000 Esercitazione n. 4 Circuiti con Amplificatori Operazionali 4.1 Amplificatore AC Montare il circuito riportato nello schema a lato, con alimentazione

Dettagli

2πCR 1 [R 5 (R 3 +R 4 )+R 3 R 4 ]

2πCR 1 [R 5 (R 3 +R 4 )+R 3 R 4 ] /0 ESERCIZIO. - Risposta in frequenza A. O. ideale) R 2 v s) = v s s) +v u s) +R 2 +R 2 Eguagliando v + s) = v s)): segue f z = R 2 v s s) +v u s) = v u s) +R 2 +R 2 v u s) R 3 + [ v u s) Af) = A 0 Cs

Dettagli

GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI

GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Elettronica & Telecomunicazioni GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Alunni Marcone Luigina Martire Settimio Classe V B Anno Scolastico 1999/2000 GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Alunni: Marcone Luigina, Martire

Dettagli

A.R.I. - Sezione di Parma. Corso di preparazione esame patente radioamatore Semiconduttori. Carlo Vignali, I4VIL

A.R.I. - Sezione di Parma. Corso di preparazione esame patente radioamatore Semiconduttori. Carlo Vignali, I4VIL A.R.I. - Sezione di Parma Corso di preparazione esame patente radioamatore 2017 Semiconduttori Carlo Vignali, I4VIL SEMICONDUTTORI Un semiconduttore è un materiale che ha un apprezzabile conducibilità

Dettagli

Introduzione e richiami Simulatore PSPICE Tipi di amplificatori e loro parametri. Amplificatori Operazionali e reazione negativa

Introduzione e richiami Simulatore PSPICE Tipi di amplificatori e loro parametri. Amplificatori Operazionali e reazione negativa Amplificatori e doppi bipoli Amplificatori e doppi bipoli ntroduzione e richiami Simulatore PSPCE Tipi di amplificatori e loro parametri Amplificatori AC e differenziali Amplificatori Operazionali reali

Dettagli

{ v c 0 =A B. v c. t =B

{ v c 0 =A B. v c. t =B Circuiti RLC v c t=ae t / B con τ=rc e { v c0=ab v c t =B Diodo La corrente che attraversa un diodo quando questo è attivo è i=i s e v /nv T n ha un valore tra e. Dipende dalla struttura fisica del diodo.

Dettagli

Page 1. Elettronica delle telecomunicazioni 2003 DDC 1. Politecnico di Torino Facoltà dell Informazione. Contenuti del Gruppo A

Page 1. Elettronica delle telecomunicazioni 2003 DDC 1. Politecnico di Torino Facoltà dell Informazione. Contenuti del Gruppo A Modulo Politecnico di Torino Facoltà dell Informazione Elettronica delle telecomunicazioni Amplificatori e oscillatori A1 - Amplificatori a transistori» Punto di funzionamento,» guadagno e banda» distorsioni,

Dettagli

Amplificatori operazionali

Amplificatori operazionali Amplificatori operazionali Parte 4 www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm (versione del 1-6-2017) 44-Vos-1.asc Effetto della tensione di offset {k*r+1n} v+ Livello 1 Vos=5mV.param R=1k.step param

Dettagli

ft = 1 / 6,28 * 20*10exp3* 10exp-8 = 796 [ Hz ]

ft = 1 / 6,28 * 20*10exp3* 10exp-8 = 796 [ Hz ] 4 5 4 5 7 1 7 1 1. 1 FUNZIONE DI TRASFERIMENTO BLOCCO U1 ft = 1 / 6,28 * 20*10exp3* 10exp-8 = 796 [ Hz ] +15 +15 U1 U2 va(t) vin R1 3 2 6 vout1 R3 3 2 6 vout2 5k 1k LF351 LF351-15 R2 20k C1-15 R4 20k C2

Dettagli

14 Giugno 2006 Prova scritta di Circuiti Integrati Analogici (tempo a disposizione 90 min)

14 Giugno 2006 Prova scritta di Circuiti Integrati Analogici (tempo a disposizione 90 min) 14 Giugno 2006 M3 M4 M2 M1 R Nel circuito in figura determinare: 1) trascurando l effetto di modulazione della lunghezza di canale, il legame tra la corrente che scorre nella resistenza R e i parametri

Dettagli

MOSFET o semplicemente MOS

MOSFET o semplicemente MOS MOSFET o semplicemente MOS Sono dei transistor e come tali si possono usare come dispositivi amplificatori e come interruttori (switch), proprio come i BJT. Rispetto ai BJT hanno però i seguenti vantaggi:

Dettagli

Brevissima introduzione all ele2ronica analogica (transistor, etc... ) Edoardo Milo* Corso di Metodi di Tra0amento dei Segnali A.A.

Brevissima introduzione all ele2ronica analogica (transistor, etc... ) Edoardo Milo* Corso di Metodi di Tra0amento dei Segnali A.A. Brevissima introduzione all ele2ronica analogica (transistor, etc.... ) Edoardo Milo* Corso di Metodi di Tra0amento dei Segnali A.A. 2012-13 Soluzione di problemi non lineari in ele2ronica: il metodo della

Dettagli

RISONANZA. Fig.1 Circuito RLC serie

RISONANZA. Fig.1 Circuito RLC serie RISONANZA Risonanza serie Sia dato il circuito di fig. costituito da tre bipoli R, L, C collegati in serie, alimentati da un generatore sinusoidale a frequenza variabile. Fig. Circuito RLC serie L impedenza

Dettagli

Appunti di ELETTRONICA Amplificatore operazionale (amp. Op oppure A. O.) - +

Appunti di ELETTRONICA Amplificatore operazionale (amp. Op oppure A. O.) - + Appunti di ELETTRONICA Amplificatore operazionale (amp. Op oppure A. O.) - + µa741 Cos'è l'amplificazione: Amplificare un segnale significa aumentarne il livello e di conseguenza la potenza. Il fattore

Dettagli

Esperimentazioni di Fisica 3. Appunti sugli. Amplificatori Differenziali. M De Vincenzi

Esperimentazioni di Fisica 3. Appunti sugli. Amplificatori Differenziali. M De Vincenzi Esperimentazioni di Fisica 3 Appunti sugli. Amplificatori Differenziali M De Vincenzi 1 Introduzione L amplificatore differenziale è un componente elettronico che (idealmente) amplifica la differenza di

Dettagli

Indice generale. Prefazione. Capitolo 1. Richiami di analisi dei circuiti 1. Capitolo 2. Analisi in frequenza e reti STC 39

Indice generale. Prefazione. Capitolo 1. Richiami di analisi dei circuiti 1. Capitolo 2. Analisi in frequenza e reti STC 39 Indice generale Prefazione xi Capitolo 1. Richiami di analisi dei circuiti 1 1.1. Bipoli lineari 1 1.1.1. Bipoli lineari passivi 2 1.1.2. Bipoli lineari attivi 5 1.2. Metodi di risoluzione delle reti 6

Dettagli

RELAZIONE DI TELECOMUNICAZIONI ITIS Vobarno Titolo: I Transistor

RELAZIONE DI TELECOMUNICAZIONI ITIS Vobarno Titolo: I Transistor RLAZION DI TLCOMUNICAZIONI ITIS Vobarno Titolo: I Transistor Nome: Samuele Sandrini 4AT 05/10/14 Un transistor a giunzione bipolare (BJT Bipolar Junction Transistor) è formato da tre zone di semiconduttore

Dettagli

ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA (C.I.) Modulo di Elettronica. Lezione 7. a.a

ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA (C.I.) Modulo di Elettronica. Lezione 7. a.a 32586 - ELETTROTENIA ED ELETTRONIA (.I.) Modulo di Elettronica Lezione 7 a.a. 2010-2011 Bipolar Junction Transistor (BJT) Il BJT è realizzato come una coppia di giunzioni PN affiancate. Esistono due categorie

Dettagli

Amplificatori a FET. Amplificatore a source comune (C.S.) Vdd. Rd R1. C2 out C Rg in. out

Amplificatori a FET. Amplificatore a source comune (C.S.) Vdd. Rd R1. C2 out C Rg in. out Amplificatori a FET Per realizzare un amplificatore a FET, il dispositivo va polarizzato regione attiva (cioè nella regione a corrente costante, detta anche zona di saturazione della corrente). Le reti

Dettagli

Misure su linee di trasmissione

Misure su linee di trasmissione Appendice A A-1 A-2 APPENDICE A. Misure su linee di trasmissione 1) Misurare, in trasmissione o in riflessione, la lunghezza elettrica TL della linea. 2) Dal valore di TL e dalla lunghezza geometrica calcolare

Dettagli

P4 OSCILLATORI SINUSOIDALI

P4 OSCILLATORI SINUSOIDALI P4 OSILLATOI SINUSOIDALI P4. Dimensionare un oscillatore a ponte di Wien con amplificatore operazionale, per una frequenza f 6 khz, utilizzando un termistore NT per il controllo automatico di guadagno.

Dettagli

Per potenze superiore alle decine di MVA ed a causa dell elevato costo dei GTO di più elevate prestazioni è spesso economicamente conveniente

Per potenze superiore alle decine di MVA ed a causa dell elevato costo dei GTO di più elevate prestazioni è spesso economicamente conveniente Per potenze superiore alle decine di MVA ed a causa dell elevato costo dei GTO di più elevate prestazioni è spesso economicamente conveniente ricorrere all impiego di Tiristori. A differenza dei Transitor

Dettagli

Sistemi di Telecomunicazione

Sistemi di Telecomunicazione Sistemi di Telecomunicazione Caratterizzazione di doppi bipoli rumorosi Universita Politecnica delle Marche A.A. 2014-2015 A.A. 2014-2015 Sistemi di Telecomunicazione 1/13 Temperatura equivalente di rumore

Dettagli

Laboratorio di Progettazione Elettronica Esercitazione 1

Laboratorio di Progettazione Elettronica Esercitazione 1 Laboratorio di Progettazione Elettronica Esercitazione 1 Esercizio 1: Progettare un amplificatore operazionale in configurazione invertente come rappresentato in Figura 1. Utilizzare l ampificatore operazionale

Dettagli

6. Amplificatori di potenza

6. Amplificatori di potenza 6.1 Amplificatori switching 6. Amplificatori di potenza Lo studio degli amplificatori in classe A (capitolo 4) ha mostrato come ci sia una relazione lineare fra l ampiezza del segnale d ingresso e quello

Dettagli

Elettronica delle Telecomunicazioni Esercizi cap 2: Circuiti con Ampl. Oper. 2.1 Analisi di amplificatore AC con Amplificatore Operazionale reale

Elettronica delle Telecomunicazioni Esercizi cap 2: Circuiti con Ampl. Oper. 2.1 Analisi di amplificatore AC con Amplificatore Operazionale reale 2.1 Analisi di amplificatore AC con Amplificatore Operazionale reale Un amplificatore è realizzato con un LM741, con Ad = 100 db, polo di Ad a 10 Hz. La controreazione determina un guadagno ideale pari

Dettagli

GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI

GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI GLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI Prof. Michele Burgarelli 0 Grazie agli studenti della 5 AM a.s. 2013/2014 dell'itis Rossi di Vicenza Grazie a chi ha dato un essenziale supporto per la stesura di tali dispense.

Dettagli

Effetti della reazione sui parametri

Effetti della reazione sui parametri Effetti della reazione sui parametri Analizziamo come la reazione interviene sui parametri dello amplificatore complessivo, se questo è realizzato con un Amplificatore Operazionale reazionato. A d R 1

Dettagli

1 L AMPLIFICATORE A TRANSCONDUTTANZA, OTA

1 L AMPLIFICATORE A TRANSCONDUTTANZA, OTA L AMPLIFICATORE A TRANSCONDUTTANZA, OTA Esiste una classe di amplificatori che va sotto il nome di OTA Amplifier, Operational Transconductance Amplifier. Sono caratterizzati dall avere una larghezza di

Dettagli

Elettronica applicata

Elettronica applicata 4. DIODO IDEALE La configurazione in diodo ideale (riportata in fig., con la caratteristica ingresso uscita) consente di avere la seguente risposta ad una tensione di ingresso i : per i < 0 o > 0 ed inoltre

Dettagli

Se la Vi è applicata all ingresso invertente si avrà un comparatore invertente con la seguente caratteristica:

Se la Vi è applicata all ingresso invertente si avrà un comparatore invertente con la seguente caratteristica: I comparatori sono dispositivi che consentono di comparare (cioè di confrontare ) due segnali. Di norma uno dei due è una tensione costante di riferimento Vr. Il dispositivo attivo utilizzato per realizzare

Dettagli

4.13 Il circuito comparatore

4.13 Il circuito comparatore 4.13 Il circuito comparatore Il circuito comparatore è utile in tutti quei casi in cui si debba eseguire un controllo d ampiezza di tensioni continue; il dispositivo si realizza, generalmente, con un microamplificatore

Dettagli

IL TRANSISTOR. Le 3 zone di funzionamento del transistor

IL TRANSISTOR. Le 3 zone di funzionamento del transistor Nome: Fabio Castellini Quarta esperienza IL TRANSISTOR Data: 03/02/2015 Il transistor è un componente a semiconduttore molto sfruttato, grazie alle sue proprietà, nell elettronica digitale ed analogica.

Dettagli

4.4 Il regolatore di tensione a diodo zener.

4.4 Il regolatore di tensione a diodo zener. 4.4 l regolatore di tensione a diodo zener. n molte applicazioni il valore del fattore di ripple ottenibile con un alimentatore a raddrizzatore e filtro capacitivo non è sufficientemente basso. Per renderlo

Dettagli