Piano di di gestione dei rifiuti

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1 PROVINCIA DI DI AREZZO Assessorato Ecologia e e Ambiente AREA AREA URBANISTICA E AMBIENTE Piano di di gestione dei rifiuti 1 STRALCIO - RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI Gennaio Gennaio VOLUME - PROPOSTE DI PIANO

2 Piano di gestione dei rifiuti Sommario - 2 VOLUME - PROPOSTE DI PIANO STRATEGIA DI PIANIFICAZIONE...pag Gestione dei rifiuti...pag Delimitazione dell Ambito Territoriale Ottimale...pag Delimitazione delle Aree di Raccolta...pag Criteri generali per la localizzazione degli impianti...pag Modello pianificatorio proposto......pag Autocompostaggio pag PROPOSTA DI ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI...pag Aspetti generali sull organizzazione dei servizi di raccolta e trasporto... pag Organizzazione della raccolta differenziata...pag Considerazioni generali...pag Obiettivi...pag Tipologie proposte...pag Previsione temporale dell incremento di RD...pag Metodi...pag Modalità operative...pag Proposta di organizzazione dei servizi di smaltimento...pag Soluzioni impiantistiche proposte...pag Considerazioni generali...pag Impianto integrato di S. Zeno...pag Discarica di I e II cat. tipo B in località Il Pero in Comune di Castiglion Fibocchi...pag Discarica di I e II cat. tipo B in località Casa Rota in Comune di Terranuova Bracciolini...pag Impianti di selezione e valorizzazione dei rifiuti inerti...pag Valdarno aretino... pag Fase attuale...pag Fase di transizione...pag Proposte di piano...pag Casentino...pag Fase attuale...pag Fase di transizione...pag Proposte di piano...pag Valtiberina...pag Fase attuale...pag Fase di transizione... pag Proposte di piano...pag. 59 1

3 Area Aretina e Valdichiana...pag Fase attuale...pag Fase di transizione...pag Proposte di piano...pag Valutazione di massima dei fabbisogni economici...pag SCALA TEMPORALE DEGLI INTERVENTI...pag MODALITA PER L ATTUAZIONE DEL PIANO......pag. 85 2

4 5 - STRATEGIA DI PIANIFICAZIONE 3

5 5.1 - GESTIONE DEI RIFIUTI Uno degli aspetti innovativi contenuti nel Decreto legislativo 22/1997 è la previsione di cui all art. 23 in merito alla gestione dei rifiuti urbani in ambiti territoriali ottimali (per brevità chiamati ATO), la dimensione dei quali, salvo diversa disposizione stabilita con legge regionale, viene fissata nel livello provinciale. Il punto 5. dell art. di cui sopra prevede che le Province, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, coordinano, sulla base della legge regionale adottata, ai sensi della legge 8 giugno 1990, n. 142 e successive modifiche ed integrazioni, le forme e i modi della cooperazione tra gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale. Nei casi in cui la forma di cooperazione sia attuata per gli effetti dell art. 24 della legge 08/06/1990, n. 142, le province individuano gli enti locali partecipanti, l ente locale responsabile del coordinamento, gli adempimenti e i termini previsti per l assicurazione delle convenzioni di cui all articolo 24, comma 1, della legge 08/06/1990, n Dette convenzioni determinano in particolare le procedure che dovranno essere adottate per l assegnazione del servizio di gestione dei rifiuti, le forme di vigilanza e di controllo, nonché gli altri elementi indicati all art. 24, comma 2, della legge 08/06/1990, n Le norme abrogate (ex DPR 915/1982) individuavano la pianificazione regionale dello smaltimento dei rifiuti come pianificazione di settore e accomunavano i piani sui rifiuti a piani territoriali di coordinamento con efficacia vincolante per i soggetti pubblici e per i soggetti privati. Praticamente il piano non era uno strumento di pianificazione ed indirizzo nell organizzazione dei servizi pubblici di igiene urbana ma uno strumento vincolante di localizzazione di impianti pubblici e privati ottenendo, in molti casi, uno squilibrio fra domanda ed offerta di impianti con le conseguenze che tutti conosciamo. Il nuovo Decreto ha superato tale impostazione e ricondotto i piani Regionali (art.22) a piani di organizzazione dei servizi pubblici che, individuati i flussi di rifiuti, indicano gli interventi pubblici rivolti sia al contenimento della produzione che al recupero/smaltimento in un contesto di efficacia, efficienza ed economicità dell azione. Ai sensi del quarto comma dell art. 22 del Decreto, il Piano è semplicemente coordinato con gli altri piani previsti dalla normativa vigente. Il Decreto si propone il superamento del potere derivato di privativa o condizionamento del soggetto pubblico nella gestione dei rifiuti industriali riliberando iniziative di soggetti privati concorrenziali, affidando al soggetto pubblico compiti di stimolo, agevolazione, incentivo e, cosa importante, controlli effettivi ed efficaci. Il comma 11 dell art 22 del Decreto prevede, inoltre, il coinvolgimento del privato nella gestione dei rifiuti attraverso accordi di programma con Ministeri e Regione per il recupero di rifiuti in stabilimenti industriali. Ritornando agli strumenti propri della gestione dei servizi definiti, in analogia alla legge Galli sulla gestione del servizio idrico integrato, Ambiti Territoriali Ottimali, 4

6 compete alle Province, ai sensi dell art. 20 comma 1, adottare specifici piani di ambito per stabilire le forme e i modi della cooperazione fra gli Enti scegliendole fra quelle previsti dalla L.142/1990. Al capitolo 11. del Piano regionale di gestione dei rifiuti vengono definiti i dati dimensionali minimi per la realizzazione di nuovi impianti di trattamento termico e di stoccaggio definitivo, applicabili nelle realtà territoriali assolutamente sprovviste di impianti e si ribadisce il concetto della necessità di una chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti complessivo a livello di ATO. Inoltre si stabilisce che all interno dell ATO possono essere contenute aree di raccolta per la gestione unitaria dei servizi di raccolta, dei sistemi di trasporto, di trasferimento e stoccaggio provvisorio del rifiuto. Al capitolo 11.2 del Piano regionale viene stabilito che all interno di ciascuna area di raccolta sono predisposte e realizzate soluzioni comuni per quanto attiene a: la gestione dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti, comprese le raccolte differenziate; la realizzazione delle strutture di servizio quali le Piattaforme per la raccolta differenziata destinate alla selezione ed ai primi trattamenti dei materiali da avviare a recupero e gli impianti di compostaggio della frazione verde; la gestione delle esistenti stazioni di trasferimento dei rifiuti o l attivazione di nuove in funzione della distanza delle aree di raccolta dai terminali di smaltimento; la gestione dei servizi di trasporto di conferimenti agli impianti di trattamento e smaltimento finale. 5

7 5.2 - DELIMITAZIONE DELL AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE Come già accennato, il primo comma dell art. 23 del D.Lgs. 22/1997, prevede la corrispondenza degli ATO con le province, salvo diversa disposizione stabilita con legge regionale. Con la Legge Regionale 25/1998 (art. 24), la Regione Toscana per i comuni compresi nella Provincia di Arezzo, ha confermato l istituzione di un unico ATO (ATO 7). La Provincia ha la facoltà di proporre, nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti, diversa delimitazione territoriale dell ATO, al fine di ricercare la dimensione territoriale ottimale per conseguire gli obiettivi del Piano regionale. Alla luce dell analisi conoscitiva, relativa ai seguenti elementi: - produzioni delle varie tipologie di rifiuti; - strutturazione territoriale e socioeconomica; - entità degli impianti esistenti e prevedibili; si ritiene meritevole di accoglimento la richiesta formulata dal Comune di Sestino, di modificazione della delimitazione dell ATO proposta dalla Regione Toscana, prevedendo la non inclusione, all interno dell ATO provinciale, di tale Comune, in considerazione dei seguenti elementi addotti in sede di osservazione al Piano provinciale adottato: - il Comune, dal 05/08/1994, confluisce i propri rifiuti alla discarica comprensoriale di Montecalvo in Foglia in Provincia di Pesaro. Tale conferimento è regolamentato dalle autorizzazioni della Provincia di Arezzo in data 05/08/1994, prot , e della Regione Marche di cui alla deliberazione della G.R. in data 28/12/1994, n. 4659; - il Comune partecipa alla Società Intercomunale di Servizi S.p.A., che gestisce la discarica di cui sopra; - il territorio del Comune, per la posizione logistica, viabile e di rapporti commerciali, gravita essenzialmente con la valle del Foglia posta nella Provincia di Pesaro; - l eventuale trasferimento dei rifiuti prodotti dal Comune per confluire alla stazione prevista dalla proposta di Piano, implicherebbe la percorrenza di considerevoli distanze ed il superamento di due valichi di m 950 e m 1050, con conseguenti difficoltà di trasporto specialmente nel periodo invernale. Pertanto si propone di modificare la delimitazione dell ATO 7 al fine che lo stesso sia costituito da tutti i comuni della Provincia di Arezzo con la sola esclusione del Comune di Sestino. In attuazione delle intese già formalizzate, è stato definito un accordo con i Comuni del Valdarno fiorentino, quelli del Consorzio per il servizio della tutela ambientale e del Mugello, tutti appartenenti all ATO di Firenze, al fine di addivenire ad una soluzione integrata della gestione dei rifiuti con conseguente razionalizzazione dei flussi ed utilizzo degli impianti. 6

8 5.3 - DELIMITAZIONE DELLE AREE DI RACCOLTA Come previsto dal punto 3., art. 24, della Legge Regionale 25/1998, in considerazione della distribuzione della produzione di rifiuti e delle realtà socioeconomiche, si individuano le Aree ottimali di raccolta a cui riferire le gestioni del sistema delle raccolte, come indicato nella tavola allegata. All interno di ogni Area di raccolta, entro un anno dall approvazione del Piano, dovrà essere individuato un unico soggetto per la per la gestione dei servizi. La forma giuridica di costituzione è definita dai comuni appartenenti all Area di raccolta ai sensi degli artt. 24 e 25 della L. 08/06/1990, n. 142 e successive mod.. Nel dettaglio si prevede l aggregazione dei comuni di ciascuna vallata, con la conseguente creazione delle seguenti Aree ottimali di raccolta: VALDARNO ARETINO CASENTINO VALTIBERINA (escluso Comune di Sestino) AREA ARETINA VALDICHIANA 7

9 STIA PRATOVECCHIO MONTEMIGNAIO CASTEL SAN NICOLÒ CHIUSI DELLA VERNA SESTINO POPPI BIBBIENA BADIA TEDALDA PIAN DI SCO CASTELFRANCO DI SOPRA ORTIGNANO RAGGIOLO CASTEL FOCOGNANO CHITIGNANO CAPRESE MICHELANGELO PIEVE SANTO STEFANO LORO CIUFFENNA TALLA SANSEPOLCRO CAPOLONA SUBBIANO CAVRIGLIA SAN CIOVANNI VALDARNO TERRANUOVA BRACCIOLINI LATERINA CASTIGLION FIBOCCHI ANGHIARI MONTEVARCHI AREZZO MONTERCHI BUCINE PERGINE VALDARNO CIVITELLA IN VAL DI CHIANA MONTE SAN SAVINO CASTIGLION FIORENTINO MARCIANO DELLA CHIANA LUCIGNANO FOIANO DELLA CHIANA CORTONA AREE OTTIMALI DI RACCOLTA Valdarno aretino Casentino Valtiberina Area aretina Valdichiana 8

10 5.4 - CRITERI GENERALI PER LA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI Il Piano regionale di gestione dei rifiuti, al punto 5, stabilisce i criteri generali per la localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Da questi, i comuni della Provincia, potranno anche discostarsi previa dimostrazione, in sede di progettazione delle opere da autorizzare, delle necessità specifiche del caso e delle eventuali cautele da attuare. Dall analisi dei criteri sopra citati discende che gli stessi concordano con le indicazioni di cui allo Studio per la valutazione della suscettività del territorio alla localizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti nella provincia di Arezzo redatto, in evasione di apposito incarico, conferito alla Soc. HEUREIN - Ingegneria e Territorio - Studio Professionisti Associati - di Bologna - con deliberazione della Giunta Provinciale in data 16/07/1991, n. 2100, in allegato. Pertanto lo Studio viene assunto quale parte integrante del presente Piano e riveste valore prescrittivo nei confronti delle scelte localizzative. 9

11 5.5 - MODELLO PIANIFICATORIO PROPOSTO E necessario ricordare che l art. 5 del D.Lgs. 05/02/1997, n. 22, modificato ed integrato dal D.Lgs. 08/11/1997, n. 389, dispone: 1) Lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti. 2) I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero. 3) Lo smaltimento dei rifiuti è attuato con il ricorso a una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento, che tenga conto delle tecnologie più perfezionate a disposizione che non comportino costi eccessivi. 4) A partire dal 1 gennaio 1999 la realizzazione e la gestione di nuovi impianti di incenerimento possono essere autorizzate solo se il relativo processo di combustione è accompagnato da recupero energetico. 5) Dal 1 gennaio 1999 è vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in Regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi gli accordi regionali o internazionali esistenti. Eventuali nuovi accordi regionali potranno essere promossi nelle forme previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, qualora gli aspetti territoriali e l opportunità tecnicoeconomica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano. 6) Dal 1 gennaio 2000 è consentito smaltire in discarica solo i rifiuti inerti, i rifiuti individuati da specifiche norme tecniche ed i rifiuti che residuano dalle operazioni di riciclaggio, di recupero e di smaltimento. La proposta di aggregazione di tutti i Comuni della Provincia, con la sola esclusione del Comune di Sestino, e di riduzione del numero di impianti, oltre ad essere perfettamente in linea con la previsione di un Ambito Territoriale Ottimale a livello provinciale, intende perseguire obiettivi di efficienza, economicità ed omogeneità delle tariffe, rispettando le disposizioni sopra richiamate. Relativamente agli impianti di smaltimento previsti dal presente Piano e alla loro localizzazione, si evidenzia che la fase transitoria contempla esclusivamente strutture esistenti e regolarmente in esercizio, mentre per la fase a regime le strutture portanti del sistema o sono già realizzate o la loro realizzazione dovrà avvenire negli stessi siti e dovunque non vi è la necessità di interessare altri ambiti territoriali. Per quanto attiene gli obiettivi del recupero dei rifiuti previsti all art. 24 del Decreto Ronchi, il criterio ispiratore della norma è la riduzione del rifiuto smaltito in discarica attraverso sia raccolte differenziate all origine che processi di selezione meccanica. Ponendo il legislatore come termine ultimo dello smaltimento dei rifiuti tal quali il 1 gennaio 2000 è necessario che i comuni attivino in tempi brevi le soluzioni, peraltro già da tempo concordate in documenti ufficiali, volte a garantire un trattamento dei rifiuti e conseguentemente il recupero di alcune frazioni. E da osservare che i risultati indicati difficilmente potranno essere raggiunti con le tradizionali raccolte differenziate (carta, plastica, vetro e ingombranti) sia per l incidenza ponderale di tali frazioni, sia perché il Decreto promuove la costituzione di appositi consorzi la cui attività si rifletterà su quella dei comuni. 10

12 Riteniamo che il principio ispiratore delle norme in oggetto dovrebbe permettere di valutare nel risultato finale del materiale recuperato anche quello conseguente ad operazioni meccaniche di cernita del rifiuto ed eventualmente anche quello destinato ad un recupero energetico attraverso termodistruzione. Per quanto sopra, consideriamo che il sistema generale di smaltimento proposto, privilegiando tutte le forme possibili di recupero, se attuato dalla Comunità di Ambito nei tempi e nei modi previsti dal presente Piano, porterà ad un risultato ampiamente entro le previsioni dell art. 24 del D.Lgs. 22/1997. Infatti tale sistema non prevede solo la selezione meccanica e il termo-recupero del sovvallo, che da soli garantirebbero sia il rispetto delle condizioni di cui al sesto comma dell art. 5 che un abbattimento del rifiuto destinato a discarica di oltre il 70%, ma anche l adozione di sistemi complementari che valorizzino le frazioni pregiate del rifiuto (aree di compostaggio e isole ecologiche in appoggio alla raccolta differenziata tradizionale). Inoltre, al fine di contenere la produzione di rifiuti, si prescrive di adottare, soprattutto per le zone montane ed agricole nonché per le abitazioni o comunità provviste di aree verdi, la pratica dell autocompostaggio. Come esposto nei relativi capitoli, è compatibile con la soluzione impiantistica in corso di realizzazione in località S. Zeno, l adozione di raccolte secco-umido su alcune specifiche realtà della Provincia e prioritariamente nel Valdarno ove inoltre è stata individuata un impiantistica mirata a tale soluzione. Anche nell eventualità che non sia possibile computare nel risultato finale del materiale recuperato anche quello conseguente ad operazioni meccaniche di selezione del rifiuto e quello destinato ad un recupero energetico attraverso la termodistruzione, i risultati dell intero sistema di smaltimento dei rifiuti all interno dell ATO, rientrano nelle previsioni di cui all art. 24 del D.Lgs. 22/1997, come indicato nello schema di sintesi allegato. Dai capitoli relativi alla raccolta differenziata si evidenzia che il presente Piano privilegia la raccolta di tipologie a basso potere calorico puntando ad una qualificazione alla fonte del materiale raccolto. Tale fatto incide sulla natura dei rifiuti destinati agli impianti di selezione di S. Zeno o del Valdarno con un aumento della frazione destinata alla termodistruzione. Per questo è stato considerato ragionevole prevedere un aumento percentuale del materiale selezionato da incenerire (> 60%) rispetto dai dati assunti nell analisi del sistema integrato di S. Zeno (43%) Il sistema di smaltimento complessivo, a regime, dovrà fornire: il 35% di raccolta differenziata; il 56% di materiale destinato a trattamenti di recupero; il 9% di rifiuto destinato in discarica Tenendo conto delle quantità da smaltire previste, emerge la necessità di un incremento fino a circa t/a della potenzialità di termodistruzione. 11

13 SELEZIONE MECCANICA SPINTA R.D. AL RIFIUTI TOTALI AL AL 2003 (= RIFUTI TOTALI ATTUALI) SELEZIONE MECCANICA R.D. AL % METALLI Tutti i quantitativi sono espressi in tonnellate/anno % - CASENTINO - VALTIBERINA - AREA ARETINA - VALDICHIANA 35% (9.854) (4.276) RACCOLTA DIFFERENZIATA AL RECUPERO VALDARNO ARETINO 65% 65% % COMPOSTAGGIO 5% METALLI 500 STABILIZZAZIONE % 56% 9% 60% 65% (17.800) 2% 28% 5% INCENERIMENTO CON RECUPERO ENERGETICO % (3.300) (8.700) (1.400) IN DISCARICA IN DISCARICA

14 La presente proposta di Piano operativo di gestione dei rifiuti, si pone il raggiungimento dei seguenti obiettivi: Giugno 1999 Attivazione impianto incenerimento con recupero energetico e selezione del rifiuto Entro il 03/03/1999 Raccolta differenziata al 15% Gennaio 2001 Attivazione stazioni ecologiche locali di conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio al fine di raccogliere in maniera differenziata: - parti omogenee di frazioni riciclabili di rifiuti; - rifiuti verdi; - beni durevoli; - rifiuti inerti; - rifiuti pericolosi Entro il 03/03/2001 Raccolta differenziata al 25% Dal luglio 2002 Rifiuto totale in discarica: - residui di trattamento 9% - rifiuto da fermo impianto 9% Luglio 2002 Attivazione di: - impianti di compostaggio frazione organica differenziata e fanghi civili - impianti di selezione e valorizzazione di rifiuti inerti Dal 03/03/2003 Raccolta differenziata al 35% 13

15 5.5.1 Autocompostaggio Al fine di contenere al massimo la produzione dei rifiuti, tra l altro, si prescrive di adottare, soprattutto per le zone montane ed agricole nonché per le abitazioni o comunità provviste di aree verdi, la pratica dell autocompostaggio. Si ritiene, pertanto, necessario porre particolare attenzione nei confronti dei comuni con meno di 3.000, dotando le utenze familiari o plurifamiliari di idonei composter o simili. La pratica dell autocompostaggio consentirà di ridurre la produzione di rifiuti di un quantitativo pari a 150 kg/famiglia/anno (dato A.R.R.R.). 14

16 6 - PROPOSTA DI ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI 15

17 6.1 - ASPETTI GENERALI SULL ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI RACCOLTA E TRASPORTO Come già esplicitato le possibili forme di gestione dei servizi inerenti la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sono quelle definite dal D.Lgs. 22/1997 e dalla L. 142/1990. Nell apposito capitolo dedicato all analisi dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento viene effettuata una accurata analisi dei costi dei servizi sostenuti da ciascun comune della Provincia. L eterogeneità e l entità dei valori ottenuti sono indice della sussistenza di condizioni non sufficienti di gestione dei servizi dal punto di vista dell efficacia, dell efficienza e dell economicità. Le analisi effettuate, a conferma di quanto previsto dal D.Lgs. 22/1997, evidenziando varie difficoltà nella razionale gestione dei servizi, dimostrano l indifferibilità di procedere all attuazione di un sistema di gestione del rifiuto a livello di Ambito Territoriale Ottimale al fine di assicurare garanzie di ottimizzazione dei servizi stessi. A tal scopo la Comunità di Ambito per ciascuna delle Aree di raccolta individuate, dovrà procedere alla valutazione dei seguenti elementi: - quantitativi raccolti - composizione merceologica del rifiuto in relazione ai sistemi di smaltimento previsti - situazione socioeconomica riferita alle varie unità territoriali - distribuzione territoriale delle utenze produttrici in relazione ai sistemi di smaltimento previsti - dislocazione delle utenze commerciali, artigianali, industriali e di servizi - morfologia territoriale - viabilità - caratteristiche climatiche - tempi morti totali nell ambito di ciascuna operazione - costi globali ed unitari di ogni singolo comparto di operazioni Da questa analisi deve discendere opportuna determinazione sui seguenti aspetti organizzativi dei servizi: a) modalità di conferimento in ciascun ambito territoriale: - a mezzo di cassonetti o bidoni - a mezzo di contenitori a perdere - a mezzo di contenitori di grande capacità b) raccolta: - articolazione degli orari - frequenze di raccolta - giri di raccolta - aree di spazzamento - modalità di raccolta rifiuti abbandonati 16

18 c) trasferimento: - allestimento di idonee stazioni di trasferimento in relazione alla distribuzione temporale dei quantitativi raccolti - installazione di eventuale sistema di ulteriore compattazione del rifiuto d) trasporto: - mezzi necessari in relazione ai quantitativi ed alla destinazione finale dei rifiuti - eventuale utilizzo di containers per trasporto su ferrovia e) regolamentazione: - regolamentazione omogenea e globale in merito all organizzazione dei servizi f) gestione tecnica e tributaria: - adozione di idoneo sistema informatizzato per la gestione tecnica e tributaria Tutto ciò deve determinare l ottimale dotazione di mezzi (compattatori, mezzi satellite, minicompattatori, mezzi di trasferimento, spazzatrici ecc.), personale (operatori effettivi e di riserva, tecnici, amministrativi) ed attrezzature varie. Ad un sistema integrato di gestione dei servizi inerenti lo smaltimento dei rifiuti è opportuno che la Comunità di Ambito all interno di ciascuna Area di raccolta individuata associ i seguenti servizi ausiliari: - lavaggio strade - pulizia caditoie - disinfestazione - derattizzazione - estirpazione (o trattamento) vegetazione spontanea nelle aree di spazzamento - smaltimento carogne animali - operazioni di espurgo - pronto intervento in operazioni di protezione civile L organizzazione di un sistema integrato di gestione dei servizi inerenti la raccolta ed il trasporto dei rifiuti solidi urbani presuppone gli evidenti vantaggi di economicità in relazione alla qualità degli stessi, discendenti sostanzialmente dai seguenti elementi: - economie gestionali per servizi a vasta scala - annullamento dei tempi morti - economie per utilizzo a tempo pieno dei mezzi Tutte le operazioni connesse allo smaltimento dei rifiuti debbono necessariamente essere affrontate in maniera globale e comprensoriale al fine di garantire sistemi in grado di assicurare ottimi servizi per il cittadino, estrema salvaguardia per l ambiente ed economicità complessiva dell intero sistema. 17

19 ORGANIZZAZIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA Considerazioni generali Come elementi fondamentali dell organizzazione della raccolta differenziata dell ATO sono stati considerati: - le percentuali minime di R.D. da raggiungere secondo quanto stabilito dal D.Lgs. 22/1997; - gli indirizzi generali proposti in sede di pianificazione regionale; - la configurazione strutturale dell impianto integrato di selezione, compostaggio ed incenerimento in località S. Zeno, oramai in avanzata fase di realizzazione; - i servizi già organizzati e funzionanti; - la priorità di tipologie e gli ampi margini di classificazione dei rifiuti nei confronti dei quali dirigere gli interessi prioritari di raccolta differenziata individuati dal Comune di Arezzo nel proprio Progetto per la raccolta differenziata di cui alla lettera del 12/03/1998, prot ; - le indicazioni fornite dall A.R.R.R.. 18

20 Obiettivi Come obiettivi minimi generali di raccolta differenziata da raggiungere da parte di ciascuna Area ottimale di raccolta e complessivamente per l intero territorio dell ATO, si propongono quelli previsti dall art. 24 del D.Lgs. 22/1997: > 15% - Entro il 03/03/1999 > 25% - Entro il 03/03/2001 > 35% - A partire dal 03/03/

21 Tipologie proposte Al fine del raggiungimento degli obiettivi quantitativi di cui sopra, ed alla luce delle considerazioni generali assunte, si propongono gli interventi di seguito descritti relativamente a ciascuna tipologia. - Frazione organica - RSAU compostabili - Verde - Degna di particolare attenzione è la raccolta differenziata della frazione organica da destinare al compostaggio differenziato. Nella nostra Provincia questa raccolta è ancora praticamente inattuata ma per il ruolo rilevante che riveste è necessario favorirne la massima diffusione. Si propone pertanto la raccolta differenziata delle seguenti matrici organiche: frazione organica domestica proveniente da raccolta secco-umido da introdurre prioritariamente nell area del Valdarno aretino e, gradualmente, da estendere al restante territorio dell ATO; frazione organica derivante da particolari utenze come mercati, mense, ecc.; materiale ligneo-cellulosico derivante da manutenzione del verde pubblico e privato; RSAU compostabili derivanti da attività artigianali ed industriali. A costituire l organico totale, contribuiscono in maniera determinate i rifiuti verdi prodotti all interno dell ATO, pari a circa kg/ab/anno, per un totale di circa t/anno. Nell organizzazione del servizio si dovrà tenere conto dei seguenti aspetti: La produzione di rifiuti vegetali da manutenzione è maggiore in aree caratterizzate da edilizia residenziale di tipo estensivo, con particolare rilevanza per le tipologie abitative monoutenza con pertinenza di aree verdi. La produzione di questo tipo di rifiuti tende ad evidenziare incrementi quantitativi marcati in relazione alla concentrazione stagionale delle operazioni manutentive effettuate sia su aree verdi pubbliche che private, con periodi di massima produzione nella primavera/estate (tosature e sfalci) e nell autunno/inverno (potature). Tale frazione è separabile dalla massa dei rifiuti con l adozione di soluzioni organizzative, logistiche ed operative di differenziazione dei flussi alla fonte. Tali soluzioni sono di norma meno complesse ed economicamente meno onerose se comparate a quelle necessarie per la gestione di servizi di RD di altre frazioni merceologiche di rifiuti riciclabili post consumo. L incidenza quantitativa relativa alla produzione di scarto verde rispetto agli RSU, la corrispondenza tra produzione e utenze specifiche più facilmente identificabili e la relativa delimitazione temporale dei periodi di maggiore incremento quantitativo della loro produzione, consentono una pianificazione dei circuiti e dei servizi di intercettazione che, almeno in via teorica, può basarsi su criteri noti di efficienza ed efficacia. 20

22 La raccolta dei rifiuti verdi potrà essere effettuata con le seguenti modalità: - conferimento presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio; - organizzazione di servizi a chiamata; - organizzazione di servizio con scarrabile mobile da collocare in apposite aree nei periodi di maggior produzione di rifiuti verdi. Si ritiene non opportuno il conferimento della frazione verde da manutenzioni alla rete del servizio capillare di raccolte differenziate della frazione umida (FORSU), in relazione alla sussistenza dei seguenti fattori condizionanti e penalizzanti: I flussi quantitativi della frazione verde sono secondari rispetto al totale della frazione organica compostabile, pertanto la loro intercettazione mediante un circuito di differenziazione è economicamente concepibile solo in integrazione con il sistema complessivo di raccolta differenziata della FORSU. Nella raccolta della FORSU, dati i minori quantitativi da intercettare (circa 35% dell RSU) e della maggiore densità del rifiuto, i volumi da rendere disponibili per il servizio di raccolta tendono ad essere inferiori rispetto al servizio di raccolta dell indifferenziato. Nel caso di raccolta congiunta di scarti verdi e frazione organica, soprattutto nei periodi di massima produzione di residui vegetali, il conferimento di sfalci, ramaglie e potature può determinare una parziale consumazione di volumi utili disponibili. Nei sistemi di raccolta stradale della FORSU si utilizzano contenitori di dimensione variabile a seconda delle capacità operative richieste (da bidoni da 80 l a 240 l a mini-cassonetti). L organizzazione di un circuito congiunto implica necessariamente l impiego di contenitori di capienza e taglia medio-grande per l intercettazione dei residui vegetali non conferibili in bidoni stradali. I costi specifici della raccolta della frazione organica ( /kg), sia per la distribuzione dei contenitori che per le frequenze di prelievo, sono superiori a quelli del servizio ordinario (rapporto da 1,3:1 a 2:1). Mentre la raccolta della sostanza organica richiede volumi contenuti (bassa densità del rifiuto) e alta frequenza dei turni di raccolta (alta umidità e putrescibilità) i residui vegetali richiedono volumi maggiori (più alta densità del rifiuto) e frequenza di raccolta più rarefatta (minor tasso di umidità). Sotto il profilo delle economie tecniche e gestionali specifiche, dunque, il conferimento congiunto si presenta caratterizzato dal più basso grado realizzabile di ottimizzazione del servizio. I rifiuti verdi selezionati possono essere conferiti ad impianti di compostaggio con minori oneri tariffari. - Vetro Si ritiene necessario intensificare i servizi già in essere, con particolare attenzione alla raccolta del vetro derivante dalle strutture di intensa distribuzione di alimenti o bevande. 21

23 - Cartacei Si prescrive di potenziare la raccolta differenziata dei materiali cartacei ponendo rilevante riguardo nei confronti di attività produttive, commerciali, istituti scolastici ed uffici pubblici e privati. - Plastiche Attualmente la R. D. delle materie plastiche viene svolta solo in alcune realtà, tramite la collocazione di sporadici contenitori in prossimità di particolari centri come supermercati, grossisti, centri commerciali, mercati, ecc.. Alla luce delle seguenti considerazioni: - la percentuale di plastica nei rifiuti si aggira attorno al 16%; - il peso specifico di tali frazioni è estremamente modesto, tanto che per incidere significativamente sui quantitativi raccolti in maniera differenziata si renderebbe necessario raccogliere considerevoli volumi; - il rilevante impegno economico da sostenere per l organizzazione di tale raccolta; - l impianto integrato di selezione, incenerimento e compostaggio in località S. Zeno in corso di realizzazione è strutturato per il recupero energetico del calore prodotto dalla combustione del rifiuto. Evidentemente la presenza di materie plastiche nel sovvallo da avviare a termodistruzione concorre in maniera determinante ad elevarne il potere calorifico, con conseguenti vantaggi relativamente ai quantitativi di energia recuperabile; si ritiene di non considerare prioritaria la raccolta delle plastiche per cui si propone di mantenere o istituire servizi di raccolta differenziata solo presso aree commerciali o presso attività agricole per la raccolta di vecchie coperture di serre, pacciamature, sacchi di concimi, condotte irrigue stagionali, ecc.. - Metalli Attualmente questa raccolta differenziata si concretizza quasi esclusivamente con la raccolta delle lattine in alluminio, che si propone di mantenere ed attivare nelle aree non ancora dotate di tale servizio. - RUP Al fine del potenziamento e dell ottimizzazione della raccolta differenziata dei RUP, si forniscono le seguenti linee guida: - dovranno essere raccolte in maniera differenziata tutte le tipologie di rifiuti urbani pericolosi contemplate dal punto della deliberazione del Consiglio regionale della Toscana in data 07/04/1998, n. 88, di seguito elencate: pile esauste medicinali scaduti rifiuti etichettati T e/o F siringhe lampade a scarica 22

24 materiali esauribili dell informatica (cartucce esauste di toner per fotocopiatrici e stampanti) batterie - per motivi di igiene e sicurezza la raccolta differenziata dei RUP non potrà essere effettuata tramite la collocazione ed utilizzo di contenitori stradali. Tali raccolte dovranno essere effettuate con le seguenti modalità: pile e batterie esauste da raccogliere tramite l utilizzo di appositi contenitori da collocare presso i punti di vendita, compresi supermercati ed ipermercati, ed attraverso il conferimento diretto presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio. medicinali scaduti - da raccogliere tramite l utilizzo di appositi contenitori da collocare presso le strutture sanitarie e le farmacie ed attraverso il conferimento diretto presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio. rifiuti etichettati T e/o F olî vegetali e minerali - da raccogliere tramite il conferimento diretto presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio. siringhe - da raccogliere tramite l utilizzo di appositi contenitori da collocare presso le strutture sanitarie ed attraverso il conferimento diretto presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio. Per la raccolta delle siringhe valgono le norme per la raccolta dei rifiuti sanitari infetti. lampade a scarica - da raccogliere tramite il conferimento diretto presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio. materiali esauribili dell informatica - da raccogliere all interno degli uffici pubblici/privati con il conseguente conferimento a ditte specializzate e tramite la consegna diretta presso le apposite stazioni ecologiche per conferimento rifiuti per stoccaggio e riciclaggio. - Rifiuti inerti Dovrà essere incoraggiata notevolmente la raccolta differenziata degli inerti. Stante l incidenza dei trasporti sul costo di questi materiali è opportuno orientarsi verso una distribuzione di più impianti nel territorio collocati prevalentemente in prossimità dei maggiori centri urbani ed orientativamente uno per ogni vallata. Considerato che non tutto il materiale inerte presenta caratteristiche idonee per il riutilizzo, così come per gli stessi scarti della selezione, è necessario individuare una o più discariche destinate a tali tipologie. Rispettando l indirizzo contenuto nel D.Lgs. 22/1997 di non condizionare il settore privato con strumenti pianificatori localizzativi, si ritiene opportuno lasciare la localizzazione e la determinazione del numero di impianti al mercato fissando i seguenti principi: gli impianti fissi di selezione, stante le loro caratteristiche, dovranno essere preferibilmente localizzati all interno di aree industriali o artigianali e in particolare 23

25 in aree già adibite alla lavorazione o deposito di materiali inerti destinati al settore delle costruzioni; gli impianti mobili dovranno essere collocati preferibilmente all interno di aree estrattive in cui vi sia la presenza di strutture provvisorie per la lavorazione degli inerti e la loro permanenza legata all attività estrattiva ivi esercita; le discariche per inerti dovranno essere preferibilmente realizzate in aree degradate da precedenti attività estrattive favorendo così il recupero ambientale del territorio. I comuni dovranno: favorire la raccolta differenziata di materiale inerte proveniente da utenze civili; promuovere accordi con soggetti privati o organizzazioni del settore delle costruzioni interessate a tali problematiche; favorire l uso di materiali di recupero nella realizzazione di opere pubbliche; favorire, con le opportune cautele, lo smaltimento di manufatti in amianto-cemento in discariche di seconda categoria tipo A o di seconda categoria tipo B. In attesa dell attivazione degli idonei impianti, lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto in matrice cementizia o resinoide provenienti esclusivamente da insediamenti abitativi, sarà garantito mediante il conferimento presso le discariche di Podere Pero in Comune di Castiglion Fibocchi e di Casa Rota in Comune di Terranuova Bracciolini. - Ingombranti La raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli è ritenuta fattore strategico e complemento necessario del programma di riorganizzazione del sistema urbano di gestione dei RU ed ha lo scopo di: elevare la qualità dei servizi erogati in ordine alle raccolte differenziate delle frazioni riciclabili; operare una effettiva integrazione dei sistemi di raccolta e gestione della massa dei RU con l obiettivo di intercettare ed avviare a recupero e riciclaggio flussi prioritari di rifiuti riciclabili; incrementare l efficacia e l efficienza dei sistemi di raccolta mirando alla massima intercettazione di frazioni significative per peso e volume; implementare un sistema di raccolte differenziate integrate e organizzate, ottimizzando moduli organizzativi flessibili, adottando modalità di raccolta operativamente più efficaci ed economicamente convenienti (raccolta stradale, porta a porta, domiciliari, sistemi di ritiro e consegna presso piattaforme). Come previsto dal piano regionale di gestione dei rifiuti, la raccolta dei rifiuti ingombranti deve essere effettuata al fine di ridurre lo smaltimento abusivo e non controllato e prevedere forme di recupero delle componenti riutilizzabili attraverso semplici lavorazioni di disassemblaggio per il recupero di legno, componenti metalliche e materiali plastici. Tali operazioni saranno svolte presso la piattaforma ecologica, individuata dal presente Piano all interno della discarica in località Il Pero, in Comune di Castiglion Fibocchi. 24

26 Lo stoccaggio dei rifiuti ingombranti andrà attuato in contenitori separati da quelli dedicati agli elettrodomestici; questi ultimi dovranno essere assoggettati a trattamenti di bonifica per la captazione dei CFC (refrigeranti contenuti nei frigoriferi, nei condizionatori d aria, ecc.) ed eventualmente dei gas contenuti nelle lampade a gas, tubi catodici, ecc.; tali trattamenti potranno essere effettuati sempre presso la piattaforma ecologica di cui sopra. Va evitato il conferimento degli ingombranti in container per impedire la commistione con altri flussi di rifiuti e la lacerazione degli stessi, da evitare, in particolare, per frigoriferi e televisori. La segregazione dei rifiuti ingombranti si rende indispensabile anche per ottimizzare le successive fasi di trattamento dei rifiuti, soprattutto qualora sia superato l attuale sistema di smaltimento in discarica. Potranno essere attuate le seguenti modalità di raccolta: - raccolta stradale - raccolta porta a porta - raccolta domiciliare - consegna presso stazioni ecologiche o piattaforme In sede di progettazione del servizio di cui al Piano industriale, da redigersi a cura della Comunità di Ambito, dovranno essere rispettati gli standard tecnici ed economici di cui al Piano regionale. 25

27 Previsione temporale dell incremento di R. D. Al fine del conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata proposti, a titolo orientativo, si forniscono, per ciascuna area ottimale di raccolta, tipologia per tipologia, le previsioni temporali di incremento di cui alle seguenti tabelle. Dalle stesse è possibile riscontrare come gli interventi da attuare garantiranno effetti perfettamente allineati con gli obiettivi del decreto Ronchi. Si è provveduto ad eseguire anche il raffronto del quantitativo pro capite attualmente raccolto con quello da raggiungere alle varie scadenze. Complessivamente sarà necessario passare dai 10/40 kg/ab/anno attuali a 140/190. Indubbiamente l impegno per garantire tale risultato dovrà essere notevole. Il quantitativo pro capite di raccolta differenziata previsto per il 2003, nelle tabelle stesse, è stato messo a confronto con l obiettivo di cui al Piano regionale di gestione dei rifiuti. 26

28 PREVISIONE TEMPORALE DELL'INCREMENTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA VALDARNO ARETINO AB. RIFIUTI RACCOLTA DIFFERENZIATA OBIETTIVI PIANO REG. DI GESTIONE DEI RIFIUTI FRAZIONE al 1995 entro il 03/03/1999 entro il 03/03/2001 dal 03/03/2003 ambito urbano ambito misto n t/a t/a % kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a kg/ab/a kg/ab/a * ORGANICO (da R.D. secco-umido, materiale cellulosico, RSAU compostabili, legno) 34 0,08 0, ,00 14, ,25 36, ,00 69,75 49,00 90,00 CARTA ,40 16, ,70 23, ,00 44, ,00 54,81 68,00 36,00 VETRO E INERTI DOMESTICI 617 1,46 7, ,00 19, ,00 24, ,20 25,91 27,00 27,00 PLASTICHE 63 0,15 0, ,20 1, ,20 1, ,20 1,00 10,00 4,00 METALLI 0 0,00 0, ,05 0, ,50 2, ,55 2,74 3,00 1,00 INGOMBRANTI ,70 13, ,95 14, ,95 14, ,95 19,68 0,00 0,00 RUP 9 0,02 0, ,10 0, ,10 0, ,10 0,50 0,00 0,00 * ORGANICO da R.D. secco-umido al 03/03/2003 minimo 5% TOTALE ,81 38, ,00 74, ,00 124, ,00 174,38 157,00 158,00 OBIETTIVI 15,00 25,00 35,00 27

29 PREVISIONE TEMPORALE DELL'INCREMENTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA CASENTINO AB. RIFIUTI RACCOLTA DIFFERENZIATA OBIETTIVI PIANO REG. DI GESTIONE DEI RIFIUTI FRAZIONE al 1995 entro il 03/03/1999 entro il 03/03/2001 dal 03/03/2003 ambito urbano ambito misto n t/a t/a % kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a kg/ab/a kg/ab/a * ORGANICO (da R.D. secco-umido, materiale cellulosico, RSAU compostabili, legno) 0 0,00 0, ,00 16, ,25 38, ,50 67,18 49,00 90,00 CARTA 70 0,38 2, ,70 25, ,00 48, ,00 59,12 68,00 36,00 VETRO E INERTI DOMESTICI 327 1,76 9, ,00 21, ,00 26, ,20 27,95 27,00 27,00 PLASTICHE 0 0,00 0, ,20 1, ,20 1, ,20 1,07 10,00 4,00 METALLI 0 0,00 0,00 9 0,05 0, ,50 2, ,55 2,96 3,00 1,00 INGOMBRANTI 500 2,69 14, ,95 15, ,95 15, ,45 29,29 0,00 0,00 RUP 13 0,07 0, ,10 0, ,10 0, ,10 0,54 0,00 0,00 * ORGANICO da R.D. secco-umido al 03/03/2003 minimo 5% TOTALE ,89 26, ,00 80, ,00 134, ,00 188,10 157,00 158,00 OBIETTIVI 15,00 25,00 35,00 28

30 PREVISIONE TEMPORALE DELL'INCREMENTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA VALTIBERINA AB. RIFIUTI RACCOLTA DIFFERENZIATA OBIETTIVI PIANO REG. DI GESTIONE DEI RIFIUTI FRAZIONE al 1995 entro il 03/03/1999 entro il 03/03/2001 dal 03/03/2003 ambito urbano ambito misto n t/a t/a % kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a kg/ab/a kg/ab/a * ORGANICO (da R.D. secco-umido, materiale cellulosico, RSAU compostabili, legno) 0 0,00 0, ,00 11, ,25 28, ,50 49,87 49,00 90,00 CARTA 112 0,90 3, ,70 18, ,00 35, ,00 43,88 68,00 36,00 VETRO E INERTI DOMESTICI 310 2,49 9, ,00 15, ,00 19, ,20 20,75 27,00 27,00 PLASTICHE 0 0,00 0, ,20 0, ,20 0, ,20 0,80 10,00 4,00 METALLI 0 0,00 0,00 6 0,05 0, ,50 1, ,55 2,19 3,00 1,00 INGOMBRANTI 0 0,00 0, ,95 11, ,95 11, ,45 21,74 0,00 0,00 RUP 4 0,03 0, ,10 0, ,10 0, ,10 0,40 0,00 0,00 * ORGANICO da R.D. secco-umido al 03/03/2003 minimo 5% TOTALE ,42 13, ,00 59, ,00 99, ,00 139,63 157,00 158,00 OBIETTIVI 15,00 25,00 35,00 29

31 PREVISIONE TEMPORALE DELL'INCREMENTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA AREA ARETINA AB. RIFIUTI RACCOLTA DIFFERENZIATA OBIETTIVI PIANO REG. DI GESTIONE DEI RIFIUTI FRAZIONE al 1995 entro il 03/03/1999 entro il 03/03/2001 dal 03/03/2003 ambito urbano ambito misto n t/a t/a % kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a kg/ab/a kg/ab/a * ORGANICO (da R.D. secco-umido, materiale cellulosico, RSAU compostabili, legno) 0 0,00 0, ,00 13, ,25 31, ,00 60,87 49,00 90,00 CARTA ,18 13, ,70 20, ,00 39, ,00 47,82 68,00 36,00 VETRO E INERTI DOMESTICI 654 1,47 6, ,00 17, ,00 21, ,20 22,61 27,00 27,00 PLASTICHE 55 0,12 0, ,20 0, ,20 0, ,20 0,87 10,00 4,00 METALLI 4 0,01 0, ,05 0, ,50 2, ,55 2,39 3,00 1,00 INGOMBRANTI 0 0,00 0, ,95 12, ,95 12, ,95 17,17 0,00 0,00 RUP 17 0,04 0, ,10 0, ,10 0, ,10 0,43 0,00 0,00 * ORGANICO da R.D. secco-umido al 03/03/2003 minimo 5% TOTALE ,83 20, ,00 65, ,00 108, ,00 152,17 157,00 158,00 OBIETTIVI 15,00 25,00 35,00 30

32 PREVISIONE TEMPORALE DELL'INCREMENTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA VALDICHIANA AB. RIFIUTI RACCOLTA DIFFERENZIATA OBIETTIVI PIANO REG. DI GESTIONE DEI RIFIUTI FRAZIONE al 1995 entro il 03/03/1999 entro il 03/03/2001 dal 03/03/2003 ambito urbano ambito misto n t/a t/a % kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a t/a % min kg/ab/a kg/ab/a kg/ab/a * ORGANICO (da R.D. secco-umido, materiale cellulosico, RSAU compostabili, legno) 0 0,00 0, ,00 12, ,25 30, ,50 53,35 49,00 90,00 CARTA 256 0,94 4, ,70 20, ,00 38, ,00 46,95 68,00 36,00 VETRO E INERTI DOMESTICI 394 1,45 6, ,00 17, ,00 21, ,20 22,19 27,00 27,00 PLASTICHE 17 0,06 0, ,20 0, ,20 0, ,20 0,85 10,00 4,00 METALLI 2 0,01 0, ,05 0, ,50 2, ,55 2,35 3,00 1,00 INGOMBRANTI 15 0,06 0, ,95 12, ,95 12, ,45 23,26 0,00 0,00 RUP 3 0,01 0, ,10 0, ,10 0, ,10 0,43 0,00 0,00 * ORGANICO da R.D. secco-umido al 03/03/2003 minimo 5% TOTALE ,53 10, ,00 64, ,00 106, ,00 149,37 157,00 158,00 OBIETTIVI 15,00 25,00 35,00 31

33 Metodi Per la raccolta differenziata delle tipologie proposte, al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati, si propone l attuazione dei seguenti metodi: realizzazione di stazioni di conferimento - stazioni ecologiche - intese come centri appositamente attrezzati al fine di ricevere, tramite deposito diretto da parte del produttore, i rifiuti differenziati riciclabili o pericolosi derivanti dalle varie attività o dai singoli cittadini; in alcune circostanze territoriali ed in occasione di particolari iniziative di carattere ricreativo, culturale o commerciale (fiere, mercati, sagre, mostre, manifestazioni sportive ecc.), si consiglia l utilizzo di stazioni mobili di raccolta rifiuti differenziati. Il servizio può essere organizzato utilizzando un cassone scarrabile suddiviso in vari comparti, collocato su idonea motrice; per la raccolta all interno degli agglomerati urbani si consiglia l utilizzo di contenitori di varia capacità; soprattutto per le raccolte all interno dei centri storici o per particolari tipologie come ad esempio i materiali cartacei, si consiglia l uso del sistema porta a porta, metodo di raccolta alternativo all uso dei cassonetti, già sperimentato positivamente in alcune realtà locali; la raccolta differenziata della frazione organica dovrà necessariamente essere effettuata tramite un servizio parallelo a quello di raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati a mezzo di sacchi di particolare colore o di contenitori collocati in punti significativi. 32

34 Modalità operative La Comunità di Ambito, per ogni Area di raccolta dovrà produrre un progetto per l organizzazione della raccolta differenziata secondo gli indirizzi proposti e ed in considerazione della realtà locale relativamente a: - l analisi delle quantità e qualità degli RSU ed RSAU prodotti; - le tipologie da privilegiare in relazione all andamento dei mercati di destinazione dei materiali; - la struttura territoriale, la sua estensione ed il sistema viario; - la popolazione residente e fluttuante oltre alla densità di popolazione; - la eventuale presenza di aree con particolari elementi socio-economici; - la tipologia e distribuzione delle attività produttive industriali, agricole, commerciali e di servizi; Il progetto dovrà definire nel dettaglio: tipologie oggetto di raccolta differenziata; modalità di raccolta e/o conferimento da attuare; programma esecutivo di avvio sostanziale della raccolta secco/umido; organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti speciali assimilati agli urbani; tipologie dei contenitori da utilizzare; frequenze di raccolta; mezzi e personale necessari; disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti; sistemi divulgativi ed educativi proposti per promuovere il recupero dei rifiuti. Il progetto di raccolta differenziata, redatto per ciascuna Area ottimale di raccolta dalla Comunità di Ambito secondo le prescrizioni di cui sopra, costituirà parte integrante del progetto dei servizi di raccolta e del sistema dei trasporti. 33

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