Il bilancio energetico in provincia di Piacenza.

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1 Amministrazione Provinciale di Piacenza - Area Programmazione territoriale Infrastrutture Ambiente SPTU - Servizio Programmazione Territoriale e Urbanistica Via Garibaldi 50, PIACENZA, tel. 0523/7951 Osservatorio Provinciale sulla Sostenibilità dello sviluppo Il bilancio energetico in provincia di Piacenza. P. Lega Rapporto Interno n.08/04 Aprile Premessa. La disponibilità di risorse energetiche e la capacità di convertirle in forme destinabili agli usi finali sono fattori chiave nello sviluppo industriale e nella funzione pubblica di provvedere alla collettività quei servizi vitali che possono garantire e migliorare la qualità della vita. Tradizionalmente, l energia è stata vista come il motore del progresso economico di un paese; tuttavia, la sua produzione, il suo utilizzo e i suoi effetti hanno prodotto una crescente pressione sull ambiente, sia dal punto vista del consumo delle risorse, che da quello dell inquinamento dell aria e in generale della compromissione dell ambiente e del territorio. La dissociazione tra uso dell energia e sviluppo è una delle maggiori sfide del concetto di sostenibilità; infatti l obiettivo principale per lo sviluppo e la prosperità a lungo termine é quello di migliorare sempre più l efficienza energetica piuttosto che incrementare il consumo delle fonti primarie, ed insieme promuovere una transizione verso un uso ambientalmente sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili. Al tempo stesso, l accesso limitato alle risorse energetiche è un serio vincolo al progresso dei paesi in via di sviluppo, dove mediamente il consumo energetico pro-capite è meno di un sesto di quello dei paesi industrializzati. E evidente che un incremento dei consumi energetici annuali pro-capite di un paese, fondati maggioritariamente sull uso delle fonti fossili, si traduce in una crescente insostenibilità del proprio modello di sviluppo; appunto per monitorare questo aspetto fondamentale della sostenibilità, la Divisione per lo Sviluppo Sostenibile dell ONU (UN - DSD) ha inserito nel proprio set di indicatori di sostenibilità anche il consumo energetico annuale pro-capite e la quota di consumo energetico da fonti rinnovabili (1), che possono essere facilmente desunti dalla stima del bilancio energetico del territorio. 2 Il consumo energetico. Il consumo interno lordo di energia è un aggregato chiave nel bilancio energetico. Il consumo di energia fa riferimento al consumo apparente ed è derivato dalla formula che considera produzione, importazioni, esportazioni e variazioni delle riserve. La produzione si riferisce alla produzione di fonti primarie (in realtà non si tratta di produzione, ma di estrazione di riserve esistenti, in forma utilizzabile, sia di tipo fossile che di tipo rinnovabile). Il commercio delle risorse energetiche fa riferimento al sistema generale del commercio, vale a dire che ogni bene che entra o esce dai confini amministrativi di un paese viene considerato come importazione ed esportazione. I bunkeraggi si riferiscono al carburante fornito alle navi o agli aerei, senza distinzione di bandiera. Infine i dati sulle riserve si riferiscono alle variazioni annuali dei depositi di produttori, importatori e grandi consumatori. L indicatore viene calcolato come consumo pro-capite, e cioè come rapporto tra il consumo energetico totale e la popolazione residente rilevata a metà anno; il consumo 04_02.doc 1

2 energetico totale è il consumo interno, dato dalla produzione di fonti primarie + import export bunkeraggi -/+ variazione delle riserve: lo chiameremo qui consumo interno netto. In verità il consumo apparente di energia può in qualche caso rappresentare solo l entità dell attuale disponibilità interna lorda. Il valore attuale dell indicatore è fortemente influenzato da una molteplicità di fattori economici, sociali e geografici; quando lo si usa come indicatore di sostenibilità, dovrebbe essere letto congiuntamente con altri indicatori di sviluppo economico e sociale e di impiego dell energia, in quanto valori più bassi o più alti dell indicatore non indicano necessariamente una corrispondente maggiore o minore sostenibilità dello sviluppo. Nell applicare l indicatore alla provincia di Piacenza, non avendo attualmente accesso ai dati Agip- Snam di estrazione di petrolio e metano dai pozzi di Cortemaggiore, né essendoci sul nostro territorio attività di bunkeraggio, né significative o rilevabili variazioni di riserve, il calcolo del consumo interno si ridurrà al calcolo della differenza tra import ed export energetico e all utilizzo delle fonti primarie rinnovabili. Nel considerare import ed export energetico, occorre distinguere tra fonti energetiche primarie, vettori ed usi finali. Le fonti primarie sono costituite dai materiali (combustibili fossili, solidi, liquidi e gassosi, biomassa, ecc.) o da sorgenti fisiche (radiazione solare, vento, ecc.) che possono essere convertiti in energia utilizzabile dagli utenti finali (elettrodomestici, motori, riscaldamento, trasporto, ecc.); la forma energetica di trasporto della potenzialità di utilizzo dalla fonte primaria all uso finale viene considerata invece un vettore (ad es. l elettricità, ma anche il metano se utilizzato direttamente, ecc.). Nella tab. seguente sono annoverate le principali fonti primarie ed usi finali: Fonti primarie fossili e minerali carbone, petrolio, gas metano, gpl, orimulsion, uranio, ecc. rinnovabili sole, vento, acqua, biomasse, geotermia, maree, ecc. Usi finali elettricità, calore, processi produttivi, movimento, trasporto, ecc. usi non energetici (produzioni industriali, plastiche, ecc.) Tab. 1 Principali fonti energetiche primarie e usi finali dell energia. 3 Import energetico. I dati sull import annuale di prodotti petroliferi e di gas metano sono stati ricavati dalla banca dati di Unioncamere Emilia Romagna, a loro volta desunti dai Bollettini Petroliferi periodici del Ministero dell Industria e dalle Società della Snam. Per poter eseguire un confronto con le altre fonti o vettori, i dati vanno espressi in tep (tonn. di petrolio equivalente) secondo la seguente tab. di equivalenze: Prodotto Equivalenza in tep 1 ton. Petrolio 1.00 tep 1 ton. Gasolio 1.08 tep 1 ton. Olio Combustibile 0.98 tep 1 ton. GPL 1.10 tep 1 ton. benzine 1.20 tep 1000 Nm3 Metano 0.82 tep 1 ton. carbon fossile 0.74 tep 1 ton. legna da ardere 0.45 tep Tab. 2 - fattori di conversione in tep. Fonte: Min. Industria. 3.1 Combustibili liquidi. I dati di vendite di combustibili liquidi forniti da Unioncamere e convertiti in tep sono riportati nella tab. 3 suddivisi per tipo di combustibile e suo impiego finale. A questi vanno aggiunti i consumi di olio combustibile operati dalle due centrali termoelettriche di Castel S. Giovanni (Enel Produzione) e di Piacenza (ex Enel, oggi Edipower) che non risultano compresi nell inventario di Unioncamere, 04_02.doc 2

3 in quanto singolarmente superiori all intero restante consumo provinciale. Avendo a disposizione solo i dati di consumo relativi ad alcuni anni più recenti, ricavabili dalle rispettive Dichiarazioni Ambientali (8) (9), si è elaborata una stima dei consumi per il 1990 sulla base delle produzioni lorde di energia elettrica, dei consumi specifici medi di olio combustibile per MWh elettrico lordo prodotto e, per la centrale di Piacenza, sulla ripartizione media di tipologia di combustibile (metano/olio c.); si ritiene che le stime eseguite e riportate in tab. 4 tra parentesi possano essere ritenute in prima approssimazione sufficientemente verosimili. Benzina gasolio trasp. gasolio risc. gasolio agr. olio comb. GPL Tab. 3 Consumi annuali di prodotti petroliferi in tep/anno in provincia di Piacenza. Anno Centrale Piacenza Centrale C.S.Giov. Totale 1990 (302820) ( ) ( ) (245980) (504429) Tab. 4 Stima dei consumi di olio combustibile in tep/anno operati dalle centrali termoelettriche di Piacenza e Castel S. Giovanni. (in corsivo e tra parentesi i consumi stimati) Consumi provinciali di combustibili liquidi (tep) tep GPL olio comb. gasolio agr. gasolio risc. gasolio trasp. Benzina Fig. 1. Andamento dei consumi totali (estrapolati) di combustibili liquidi in tep/anno in provincia di Piacenza. Estrapolando i dati di tab.4.. e sommandoli a quelli dell olio combustibile di tab 3, si ottengono gli andamenti raffigurati in fig. 1, nella quale vanno osservati essenzialmente gli ordini di grandezza; come si può osservare dal grafico, nell import dei prodotti petroliferi (combustibili liquidi) l olio combustibile ha rivestito nel decennio un importanza preponderante nel bilancio energetico piacentino, coprendo al momento del suo massimo consumo (1992) il 92% del consumo totale della categoria dei prodotti petroliferi. Nel corso del decennio tuttavia si è verificata una drastica 04_02.doc 3

4 riduzione dei consumi di olio combustibile, sia nel settore industriale (a causa dei processi di ristrutturazione di settori produttivi presenti sul territorio piacentino, come quello dei laterizi), sia nel settore del riscaldamento (a causa della progressiva metanizzazione degli impianti), sia nel settore energetico (a causa dei processi di ambientalizzazione e di riconversione che hanno coinvolto la Centrale Enel di La Casella). Il consumo di olio combustibile è passato infatti nel corso del decennio dai circa 2.7 milioni di tep/anno del 1990 ai 0.8 milioni di tep/anno del 2001: nel 2001 la sua quota percentuale rispetto all insieme dei prodotti petroliferi era scesa al 74%. Per contro, da tab. 3 si osserva un progressivo aumento del consumo del gasolio per autotrazione, dovuto alla lenta espansione dei propulsori diesel, più evidente negli ultimissimi anni del decennio: il consumo infatti passa dalle circa tep del 1990 alle tep del Nonostante l incremento del consumo di gasolio per autotrazione, comunque, la dinamica del consumo dei prodotti petroliferi rimane dominata essenzialmente dall andamento dell olio combustibile. 3.2 Il metano. I dati di distribuzione finale di metano sono risultati alquanto scarsi; Unioncamere fornisce attualmente i dati di consumo per categoria di utenza dal 1994 al 1998, mentre non si sono ancora potuti recuperare i restanti dati da Snam ReteGas. La difficoltà incontrata nel reperire i dati di consumo provinciale di metano negli anni e successivamente al 1998 e l importanza di allineare allo stesso periodo di riferimento tutte le informazioni necessarie al bilancio energetico provinciale, ci ha indotto a stimare i dati mancanti sulla base di considerazioni indirette, con la riserva di rigenerare i calcoli del bilancio allorché saranno recuperati i dati di consumo effettivo. Per stimare i consumi provinciali nel primo periodo ( ) sono stati analizzati i consumi regionali dello stesso periodo e nella stessa ripartizione di settori, disponibili nella banca dati statistica di Unioncamere; si è poi calcolata la variazione percentuale del consumo regionale per ogni anno del periodo rispetto alla media del periodo , e si è applicata tale variazione percentuale ai dati provinciali. Per il periodo sono state invece impiegati gli incrementi percentuali dei consumi provinciali dell anno 1998 rispetto ai valori medi del periodo , aggiungendo però a partire dal 1999 i consumi della nuova centrale termoelettrica a ciclo combinato di Sarmato, il cui ordine di grandezza è pari a quello dei consumi della centrale Levante di Piacenza (circa 250 milioni di m3/anno di metano, dati Edison). Si sono dunque ottenuti i dati arrotondati in milioni di m3 riportati in tab.5. I valori stimati prima del 1994 possono essere ritenuti sostanzialmente verosimili, mentre quelli stimati successivamente al 1998 potrebbero essere per alcuni settori sovrastimati, anche se un incremento medio annuale di consumo tra il 3 e il 4% segue l andamento nazionale del settore. Agricoltura Industria Prod. Termoel. Centrale Sarmato Perdite di distr. Usi civili Auto trazione Totale 1990 (164) (84952) (302580) (6560) (152930) (4182) (551368) 1991 (164) (79212) (270108) (13940) (173758) (4182) (541364) 1992 (164) (81508) (238128) (14186) (163754) (4264) (502004) 1993 (164) (79212) (260678) (13776) (166870) (4264) (524964) (574) (115292) (254938)) (7298) (174906) (5248) (755056) 2000 (820) (127510) (261498) (5166) (179662) (5494) (791710) 2001 (1066) (139728) (268140) 19598) (3116) (184418) (5822) (798270) 2002 (1312) (151864) (274700) (984) (189174) (6068) (834022) Tab. 5 Consumi annuali di metano in tep in provincia di Piacenza: in corsivo e tra parentesi i dati stimati sulla base degli incrementi medi regionali e provinciali. 04_02.doc 4

5 Consumo provinciale stimato di metano (tep) tep Totale Prod. Termoel Fig. 2 Consumi annuali di metano in tep in provincia di Piacenza: valori totali e quota destinata alla produzione termoelettrica. L andamento dei consumi di metano vede una relativa stazionarietà nella prima metà del periodo, una momentanea flessione nel 1997 e quindi una spiccata tendenza all aumento negli ultimi 5 anni. L incremento è dovuto sia all entrata in funzione della centrale termoelettrica di Sarmato a partire dal 1999, sia alla crescente diffusione della metanizzazione nel settore civile ed industriale. Come già detto, la disponibilità di dati effettivamente rilevati per gli ultimi 5 anni permetterà di verificare più realisticamente gli andamenti per ora basati su semplici stime. 4 - Export La provincia di Piacenza non esporta risorse energetiche primarie, ma è in compenso una grande esportatrice del vettore elettrico. Con le sue 3 centrali termoelettriche connesse in rete, la provincia ha attualmente una potenzialità produttiva stimabile in circa TWh/anno, mentre il suo consumo interno è di circa 1.5 TWh/anno; l energia elettrica effettivamente prodotta negli ultimi anni è in realtà molto al di sotto di questo potenziale, a causa sia del basso fattore di utilizzo degli impianti che soprattutto delle fermate dovute al processo di riconversione a ciclo combinato della centrale di Castel S. Giovanni. Al fine di stimare l export elettrico, all energia elettrica prodotta dalle 3 centrali termoelettriche va sommata quella, seppur molto inferiore, prodotta dalle 6 centrali idroelettriche collocate sull Appennino piacentino e che rientra comunque di diritto nel capitolo produzione del bilancio. Si riportano di seguito i dati di produzione lorda effettiva delle 3 centrali, cortesemente forniti dalle Società proprietarie e gestrici, allo scopo di fornire l ordine di grandezza del volume dell export energetico della provincia; rispetto al calcolo del bilancio tuttavia, sarà più semplice non considerare del tutto l esportazione, e nel capitolo dell importazione di fonti primarie destinate alla produzione elettrica, considerare solo quelle effettivamente destinate al consumo interno. L equivalenza in tep è ottenuta tramite il fattore di conversione di 0.25 tep/mwh, riferito ad un mix tipico di combustibili fossili nella produzione termoelettrica. Nella tab. 6 il dato relativo al 1990 è parzialmente stimato, mentre dal 91 al 96 mancano le informazioni relative ad una delle 3 centrali, e pertanto sono stati omessi i totali; infine va ricordato che la centrale di Sarmato ha iniziato a produrre dal Come si può osservare, la produzione termoelettrica provinciale ha subito una flessione nel corso del decennio, essenzialmente a causa del processo di ambientalizzazione prima e di riconversione poi della centrale di Castel S. Giovanni, toccando il minimo produttivo nel 1998, ma risalendo poi nel 2002 a valori pari a quelli dell inizio del decennio; occorre inoltre ricordare che nel corso del 2003 la Centrale di Castel S. Giovanni ha connesso alla rete tutti e 4 i nuovi gruppi a ciclo combinato, raggiungendo così un livello produttivo nettamente superiore. Come già si è detto, per 04_02.doc 5

6 ottenere il valore effettivo dell export elettrico, occorre sommare a questi dati quelli della produzione idroelettrica e infine togliere il consumo interno provinciale. Totale (TWh/anno) Totale (Tep/anno) Tab. 6 Produzione termoelettrica annua in provincia di Piacenza, in TWh ed equiv. in tep. 5 Produzione In termini di fonti primarie, la nostra provincia può contare in modo significativo solo sulla produzione idroelettrica, o più precisamente sul mini-idroelettrico, annoverabile anche formalmente tra le fonti energetiche endogene e rinnovabili. Si può tranquillamente dire che le altre fonti rinnovabili interne alla provincia (solare termico, solare fotovoltaico, eolico, geotermico) sono praticamente inesistenti, mentre la produzione energetica dai rifiuti ha contato dal 2002 sul contributo marginale dell impianto di generazione termoelettrica dell Inceneritore di Piacenza, che in quell anno ha prodotto circa 17.6 GWh lordi di elettricità. Non risultano invece censiti i contributi degli autoproduttori, sia in energia elettrica che in energia termica. Sul territorio provinciale risultano attualmente collocate 6 piccole centrali idroelettriche, che annoverano singolarmente una potenza efficiente compresa tra 0.7 MW (centrale di Losso, Ottone) e 76 MW (centrale di Isola Serafini, Piacenza); le centrali in questione si trovano a Salsominore (15.5 MW), Val Boreca (3.5 MW), Pianello (2 MW), Molato (2.1 MW), Isola Serafini (76 MW) e Losso (0.7 MW); di queste, la centrale del Molato risulta attualmente inattiva. I dati della produzione lorda delle centrali, forniti gentilmente dai gestori, sono riassunti nella tabella seguente in GWh/anno e in tep/anno, considerando il fattore di conversione di 0.25 tep per MWh di energia elettrica prodotta da un mix standard di fonti fossili tipico della produzione termoelettrica: in questo caso l equivalente in tep corrisponde all entità delle fonti primarie fossili risparmiate con la produzione idroelettrica. Totale prod. idroel. (GWh) Totale prod. incener. (GWh) Totale (tep) Tab. 7 Produzione interna annua in provincia di Piacenza, in GWh ed equiv. in tep. Si può osservare dalla tab. 7 che la produzione idroelettrica provinciale rimane sostanzialmente stazionaria nel corso degli anni, con un valore medio attorno a 0.5 TWh/anno, che all inizio del 04_02.doc 6

7 decennio era pari alla metà del consumo elettrico interno della provincia, e attualmente risulta pari a circa un terzo; rispetto alla domanda interna provinciale di elettricità (da 1 a 1.5 TWh/anno), la produzione idroelettrica provinciale rappresenta dunque una quota dell offerta per nulla marginale, anzi del tutto rilevante. 6 Il bilancio energetico. Come si è visto, il bilancio energetico provinciale è caratterizzato da una totale importazione di fonti primarie fossili, da una piccola seppur non trascurabile produzione idroelettrica, e da una forte esportazione di energia elettrica; allo scopo di semplificare i calcoli e di ridurre il peso dei dati stimati, relativi soprattutto al consumo di olio combustibile da parte delle centrali termoelettriche, calcoleremo in prima approssimazione il bilancio come differenza tra consumo interno netto (al netto cioè dell export di elettricità) e produzione interna netta (dovuta cioè alle fonti rinnovabili: minidroelettrico e rifiuti): verranno quindi scomputati dal bilancio sia l import di combustibile fossile (metano ed olio combustibile) per le centrali termoelettriche necessario all export di elettricità, sia l export stesso di energia elettrica; per quanto riguarda il settore elettrico dunque, considereremo solo l import di combustibile per le centrali strettamente necessario al consumo interno provinciale di energia elettrica. Gli import energetici provinciali, in questa versione semplificata del bilancio, sono pertanto dati dagli equivalenti in tep dei consumi di benzine, gasolio per autotrasporto, gasolio per riscaldamento, gasolio agricolo, olio combustibile per il settore produttivo, GPL, metano per l agricoltura, metano per l industria, metano per il settore civile, metano per autotrazione, metano perso nella distribuzione, metano e olio per la produzione della quota di energia elettrica assorbita dal consumo interno provinciale, calcolati sulla base di una equivalenza di 0.25 tep/mwh; la produzione energetica netta è invece fornita dall elettricità prodotta per via idroelettrica, considerata fonte endogena e rinnovabile, anche questa stimata sulla base dello stesso fattore di equivalenza. Come è già stato evidenziato e come si nota da tab. 8, l insieme del consumo netto è ampiamente dominato dall olio combustibile e dalla sua dinamica nel corso del decennio, anche se con la semplificazione adottata sono state sensibilmente ridotte le oscillazioni di consumo di olio combustibile dovute ai processi di ristrutturazione delle centrali e quindi alle oscillazioni produttive delle stesse. Come si osserva dalla tab., il consumo energetico netto totale della provincia ha raggiunto un picco massimo nel 1992 con 1.9 milioni di tep, per poi discendere progressivamente fino a raggiungere nel 2000 circa 1.1 milioni di tep, diminuzione provocata essenzialmente dalla omologa riduzione del consumo di olio combustibile nel settore produttivo; negli ultimi 2 anni del periodo tuttavia la tendenza si è invertita e il consumo netto totale è risalito a circa 1.3 milioni di tep (2002), a causa della crescita contemporanea di olio, gasolio, metano e consumi di elettricità. I diversi fattori che compongono il consumo totale netto sono stati caratterizzati da differenti dinamiche nel periodo considerato. 04_02.doc 7

8 Anno Benzina gasolio trasp. gasolio risc. gasolio agr. olio comb. GPL Metano Agricolt. Metano Industria Metano Perdite di distr. Metano Usi civili Metano Auto En. Elettrica A Cons. tot. B Prod. int. C=A-B Bilancio D Popolaz. E=A/D Cons. tot. /ab. F Cons. civ. /ab Tab. 8 Provincia di Piacenza. Bilancio energetico in tep/anno, consumi energetici totali e consumi energetici civili in tep/abit.*anno. 04_02.doc 8

9 Il consumo delle benzine ha visto un picco a circa tep nel 1994, per poi scendere lentamente ma progressivamente fino al 2002, quando è arrivato ad un minimo di circa tep, a causa soprattutto del peso crescente assunto dalla motorizzazione diesel successivamente alla eliminazione del superbollo nel 1993; il consumo di gasolio per autotrazione ha seguito un andamento simmetrico, rimanendo stazionario fino al 1996, quando ha raggiunto il proprio minimo con circa tep, dopodiché è continuamente cresciuto fino ai tep del 2002, a causa della grande diffusione dei motori diesel successivamente al 1993; il consumo di gasolio per riscaldamento era ai valori massimi all inizio del periodo con quasi tep, ed è progressivamente diminuito fino agli ultimi anni raggiungendo le tep, a causa della progressiva metanizzazione degli impianti; il consumo di gasolio agricolo è rimasto approssimativamente stazionario nel corso degli anni, rimanendo compreso tra e tep/anno; l olio combustibile ha visto il proprio picco di consumo nel 1992 con oltre 1.1 milioni di tep/anno, per poi scendere velocemente fino alla fine del periodo, quando ha raggiunto nel 2001 un consumo di circa tep, a causa dei processi di ristrutturazione produttiva di diversi settori industriali tipici del nostro territorio, nel settore del cemento e dei laterizi, e per l utilizzo preferenziale del metano; nell ultimo anno del periodo (2002) tuttavia ha fatto registrare un significativo aumento; il consumo di GPL è rimasto marginale rispetto agli altri vettori, ma ha registrato un lento aumento nel corso degli anni, passando dalle 4000 tep dei primi anni 90, alle tep alla fine del periodo considerato; il consumo di metano per tutti gli usi (dati stimati) ha subito un progressivo incremento nel corso degli anni; infine anche il consumo di energia elettrica ha subito un lento e progressivo incremento lungo tutto il periodo, passando dalle circa tep del 1990 alle circa tep del 2002, con incrementi annui mediamente compresi tra il 2 e il 4%. In virtù di queste differenti dinamiche, il peso relativo dei diversi vettori nella ripartizione dei consumi ha assunto un aspetto nettamente differente agli estremi del periodo considerato: mentre nel 1990 l olio combustibile costituiva da solo il 5 dei consumi netti provinciali (con esclusione cioè di quello utilizzato nell export elettrico) ed i consumi elettrici assorbivano il 16% degli import energetici, nel 2002 il peso dell olio combustibile è sceso al 22%, mentre quello del consumo elettrico è salito al 26%, ed egualmente aumentato risulta il peso relativo del metano nel suo complesso (dati stimati), passato dal precedente 16% al più recente 27%. Complessivamente dunque in virtù delle medesime dinamiche il consumo energetico provinciale netto ha fatto registrare un picco a 1.9 milioni di tep nel 1992 per poi scendere progressivamente fino al 2000 a 1.07 milioni di tep, ma per risalire infine negli ultimi due anni del periodo considerato, fino a circa 1.29 milioni di tep. A questi valori, che rappresentano le nostre importazioni nette di vettori energetici, va sottratta l energia prodotta autonomamente all interno della provincia, nella fattispecie costituita dalla produzione idroelettrica e dal contributo marginale dell inceneritore. Il risultato è riportato in tab. 8, col segno negativo ad indicare la situazione di deficit. Il bilancio presenta dunque ovviamente un deficit quasi totale che ha raggiunto il picco nel 1992 con 1.78 milioni di tep, mentre si è andato riducendo negli anni successivi fino a raggiungere un minimo di 0.94 milioni di tep nel 2001, per poi crescere nuovamente nel 2002 a 1.15 milioni di tep. 04_02.doc 9

10 Provincia di Piacenza 1990 Metano Auto En. Elettrica 16% Benzina 7% gasolio trasp. 8% gasolio risc. 2% gasolio agr. 1% Metano civ. 1 Metano perd. Metano Ind. 6% GPL Metano Agr. olio comb. 5 Fig. 3 Provincia di Piacenza, Ripartizione percentuale dei diversi vettori nel consumo interno netto. Provincia di Piacenza 2002 Benzina 7% gasolio trasp. 14% gasolio risc. 1% En. Elettrica 26% gasolio agr. 2% Metano Auto Metano civ. 15% Metano perd. Metano Ind. 12% GPL 1% Metano Agr. olio comb. 22% Fig. 4 Provincia di Piacenza, Ripartizione percentuale dei diversi vettori nel consumo interno netto. 04_02.doc 10

11 7 Il consumo pro-capite. L indicatore da cui ha preso le mosse questa sintetica analisi e che viene proposto come standard internazionale è però il consumo energetico pro-capite (1). Per calcolarlo si è dunque fatto il rapporto tra consumo provinciale netto (al netto cioè dell export elettrico e dell import dei relativi necessari vettori energetici primari) e popolazione residente; il risultato è riportato in tab. 8 come consumo totale in tep/abitante. L andamento dell indicatore è ovviamente del tutto omologo a quello del consumo totale provinciale: si registra infatti un picco nel 1992 con 7.1 tep/ab., mentre negli anni successivi il valore diminuisce progressivamente fino a raggiungere un minimo nel 2000 con 4.0 tep/ab.; infine negli ultimi due anni del periodo in esame il consumo pro-capite è nuovamente risalito fino ai 4.8 tep/ab. del L inversione di tendenza dell indicatore negli ultimi due anni è un sintomo preoccupante di evidente minaccia alla sostenibilità dello sviluppo, legato all incremento dei consumi elettrici e dei consumi di gasolio per autotrazione, metano e dello stesso olio combustibile. Il consumo energetico pro-capite della nostra provincia risulta costantemente superiore a quello medio della regione Emilia Romagna e a quello italiano, anche se nel corso del periodo le differenze relative si sono sensibilmente ridotte; nel 2001 il consumo provinciale (4.1 tep/ab.) risultava comunque ancora superiore del 37% a quello italiano (3 tep/ab) e a quello regionale, e paragonabile solo a quello dei paesi europei maggiormente consumatori (Francia). Anche se è possibile che le stime provinciali possano essere successivamente rivalutate sulla base di dati d origine più sicuri (vedi ad es. le stime sul consumo di metano), il dato ottenuto rimane indicativo di un sistema economico altamente energivoro ed inefficiente. L insostenibilità degli elevati consumi energetici pro-capite risulta inoltre evidente dai raffronti internazionali anche solo con i paesi più poveri vicini all Italia nell area del Mediterraneo (tab. 9): a fronte delle circa 4 tep/ab. consumate annualmente dalla nostra provincia, paesi come l Egitto o il Marocco consumano annualmente meno di 1 tep/ab., così come pure mediamente l intero continente asiatico e quello africano; all estremo opposto invece, i paesi dell OCSE consumano mediamente 4.7 tep/ab., e fra questi Canada e Stati Uniti giungono a 8 tep/ab Piacenza Emilia Romagna Italia Francia Egitto Marocco Asia 0.6 Africa 0.6 OCSE 4.7 Canada 8.0 USA 8.0 Tab. 9 Consumi energetici annuali pro-capite in tep/ab. (Fonti: IEA 2003, PER Emilia Romagna 2003, Blue Point 1997) Come si è detto, la dinamica del consumo provinciale netto è stata fortemente condizionata dal ridimensionamento del consumo di olio combustibile nel settore produttivo, dovuto ai processi di ristrutturazione e riconversione attuati nel corso degli anni 90; la dinamica del consumo netto nel settore civile, e quindi nel campo dei consumi finali di energia, è invece del tutto diversa. Se dunque sommiamo i consumi di benzine, gasolio per autotrazione e riscaldamento, il GPL, il metano per autotrazione e per usi civili e il consumo elettrico, ed escludiamo quindi dal computo la maggior parte del settore produttivo, il trend del consumo pro-capite risulta al contrario in continua e progressiva crescita, come appare da tab. 8. Dalla tab. si può osservare che mentre nel 1990 questo aggregato di consumi del settore civile raggiungeva annualmente i 2.4 tep/ab., il suo valore è andato continuamente e progressivamente aumentando nel corso degli anni fino a raggiungere i 3.1 tep/ab. nel 2002, con incrementi annui che erano minimi nella prima metà degli anni 90, e sono 04_02.doc 11

12 diventati pari al 4-5% all anno negli ultimi anni del periodo considerato. L incremento continuo dei consumi energetici pro-capite, seppur parallelo all omologo incremento del prodotto interno lordo, è comunque un evidente indicatore di un sistema socio-economico energeticamente inefficiente e non sostenibile. 8 Quota di consumo da fonti rinnovabili. Può essere interessante ai fini di una valutazione della sostenibilità dello sviluppo del sistema socio economico provinciale, valutare qual è la dinamica nel tempo della quota di consumo energetico netto coperto dalla produzione energetica da fonti rinnovabili: è questo un indicatore di sostenibilità che compare nel novero di indicatori proposto da UN-DSD (1) e che quantifica il grado di dipendenza di una comunità dal proprio stock di fonti energetiche finite e quindi il grado di compromissione del futuro. Per calcolare l indicatore è sufficiente fare il rapporto percentuale tra il consumo netto totale in tep e l equivalente in tep della produzione idroelettrica e da rifiuti provinciale, cioè il rapporto B/A di tab. 8, riportato di seguito in tab. 10. Anno Cons. tot. Prod. Idro Quota % da f. rinn Tab. 10 Quota percentuale di consumo provinciale annuale netto da fonti rinnovabili. Come è ovvio, essendo la produzione idroelettrica approssimativamente stazionaria nel tempo, l indicatore ha un andamento inverso a quello del consumo totale: il rapporto cioè è aumentato non perché sia significativamente aumentata la produzione minidroelettrica, ma perché è significativamente diminuito il consumo di olio combustibile; la quota percentuale di consumo da fonti rinnovabili ha toccato infatti un minimo al 3.9% nel 1993, ed è poi risalita progressivamente fino a raggiungere il 13.7% nel 2001, ma nell ultimo anno del periodo è scesa bruscamente al 10.9%, ritornando ai valori del Una riduzione della quota è ovviamente un sintomo preoccupante di riduzione della sostenibilità dello sviluppo, in quanto indica un aumento della dipendenza del sistema socio economico dallo stock delle fonti fossili finite. Il valore dell 11% è certamente superiore alla attuale media nazionale (7%, e in diminuzione, se si considera anche il grande idroelettrico, 2% in caso contrario), ma ben lontano dall obiettivo del 22% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili entro il 2010 contenuto nella Direttiva europea n 77 del 2001 (in Italia attualmente al 18%, in diminuzione). 04_02.doc 12

13 9 - Bibliografia. (1) Indicators of sustainable development: Guidelines and Methodologies., UN-DSD, (2) Centrale termoelettrica di Piacenza. Dichiarazione ambientale 2003., a cura di Edipower, rev. 3, (3) Impianto termoelettrico La Casella. Dichiarazione Ambientale Anno 2001., Enel Produzione, Castel S. Giovanni, Agosto (4) IEA, Key World Energy Statistics 2003, ISEDI _02.doc 13

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