BOZZA NON CORRETTA MISSIONE A MILANO 20 LUGLIO 2010 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA. La seduta inizia alle

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1 MISSIONE A MILANO 1/15 20 LUGLIO 2010 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA La seduta inizia alle PRESIDENTE. Buongiorno. Ringraziamo il signor prefetto per l ospitalità, oltre che per la collaborazione, e il signor questore. Faccio presente ai nostri ospiti che dell audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta. Naturalmente, dobbiamo essere preavvertiti laddove, a seguito di domande o anche spontaneamente, vi saranno notizie ancora coperte da riservatezza. In questo caso, l audizione viene segretata. Preferibilmente, se non vi è un motivo di continuità nel discorso, vi chiediamo di riservare tali notizie al termine, in modo da non interrompere. Abbiamo avuto dal signor perfetto una relazione dal signor questore una breve indicazione. Non so come vi siate divisi gli interventi e in quale ordine. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Saluto lei, signor presidente, e tutti i componenti della Commissione, confermando la nostra disponibilità ad assistere al meglio i lavori della Commissione. Per quanto riguarda lo specifico, ci saremmo organizzati nel modo seguente: io svolgerò una breve premessa di tipo generale sull argomento e poi il questore fornirà notizie specifiche per quanto riguarda le operazioni che la Polizia di Stato ha posto in essere. Per quanto riguarda le attività illecite connesse al traffico dei rifiuti, l argomento che credo debba essere approfondito, si premette che a Milano e in Lombardia in genere il problema che riguarda proprio la raccolta dei rifiuti non ha assunto quasi mai connotati di emergenza, come è successo in altre aree del Paese, e non ha mai avuto significative ripercussioni sull ordine pubblico locale. Viceversa, per quanto riguarda le attività illecite connesse al traffico di rifiuti, la regione Lombardia risulta coinvolta da numerose inchieste.

2 2/15 Da quando, nel 2001, è stato introdotto nel nostro ordinamento il delitto che punisce le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, nella provincia di Milano si sono svolte circa il 10 per cento di tutte le inchieste italiane. Scorie industriali, ma anche appalti per la gestione dei rifiuti solidi urbani sono stati e sono tuttora a rischio della criminalità ambientale anche di tipo mafioso. Il quadro generale che emerge da questa indagine, il fattore comune, è che il rischio di infiltrazioni criminali viene alimentato da alcuni elementi, quali la sempre minore disponibilità di impianti di smaltimento finale, ossia le discariche, l aumento costante dei prezzi di smaltimento, la sempre maggiore presenza di figure imprenditoriali che praticano sistemi illeciti di gestione, che in passato sembravano utilizzati soprattutto e soltanto dai principali sodalizi criminali. Vi è poi anche una mobilità, una trasmigrazione di flussi illeciti di rifiuti su tutto il territorio nazionale. Inoltre, vi è una sempre maggiore domanda di residui recuperabili soprattutto da parte di alcuni Paesi asiatici e mediorientali, nonché la necessità di smaltire rifiuti in Paesi del terzo mondo. I comportamenti illeciti più ricorrenti, secondo quanto emerge dalle indagini, sono rappresentati in Lombardia in particolar modo dallo sversamento di rifiuti in discariche abusive o dal loro tombamento in terreni privati, soprattutto cave abbandonate, ma anche terrapieni, in prossimità soprattutto degli svincoli delle tangenziali, dietro il pagamento di un compenso e l identificazione con codici non pericolosi di materiali nocivi, che conseguentemente sarebbero dovuti essere smaltiti con procedure semplificate e meno costose. Da questo punto di vista, il settore più a rischio si rivela, come abbiamo anticipato, quello dei rifiuti tossici, soprattutto nella provincia di Milano, dove insistono numerose industrie dismesse e siti in cui per decenni sono stati verosimilmente stipati illegalmente rifiuti e scorie. Il rischio è duplice. Da un lato, vi è la tendenza a modificare sia i pesi, sia le tipologie dei rifiuti il cosiddetto codice CER anche solo tramite un girobolla e a smaltirli in modo non corretto, falsificando le certificazioni previste dalla legge e traendo da ciò indebiti benefici anche sotto il profilo fiscale; dall altro profilo, spesso tali rifiuti vengono rivenduti con grandi profitti come materiale per riempimento nell edilizia, con conseguenti danni ambientali indotti. In parole più semplici, il crimine lucra due volte dal sistema dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici, perché non smaltisce veramente i rifiuti, incassando però il pagamento con documenti falsi di attività non concretamente verificatesi, e poi li utilizza come materiale di riporto, inerte, per la realizzazione di opere pubbliche.

3 3/15 La bonifica ambientale costituisce una delle principali attività illecite che riguarda il ciclo dei rifiuti tossici, le quali si alimentano grazie a una contraddizione di fondo del sistema. Se da un lato, infatti, quello delle bonifiche è un ecobusiness dai profitti elevati, soprattutto per le imprese che vi operano illecitamente, dall altro molte aree contaminate attendono per decenni che si individuino le risorse economiche per il risanamento del terreno e il ripristino dei luoghi. I tempi di individuazione dei responsabili dell inquinamento, insolventi o falliti, e la carenza di fondi per provvedere in via sostitutiva fanno proliferare protocolli di intesa per affidare ai privati i costi di bonifica, con l impegno a garantire a costoro benefit per il successivo riutilizzo, il che naturalmente espone a un rischio elevato in caso di smaltimento illegale. La soluzione escogitata per rendere sempre e comunque più economicamente vantaggiosa l attività è infatti quella di violare le norme relative al recupero e allo smaltimento. I materiali di demolizione, invece di essere selezionati e smaltiti secondo quanto previsto, vengono triturati alla rinfusa e abbandonati in luoghi abusivi. Spesso si sono registrate, secondo quanto emerge dalle indagini, connivenze tra gli smaltitori illegali e le imprese di movimento terra. Con l approssimarsi di Expo 2015, alcune aree dismesse saranno riqualificate per far spazio alle aree espositive e alla creazione di luoghi di incontro per eventi. La prefettura, che ospita la sede della sezione specializzata per le grandi opere in vista dell Expo, ha la disponibilità di un presidio interforze, il Gicex, che ci siamo già permessi di attivare per verificare sin da ora, sebbene l attività di Expo non sia ancora materialmente partita, se nel campo degli smaltitori di rifiuti tossici ci siano tentativi di utilizzare i rifiuti ai fini di opere pubbliche che devono essere realizzate in vista dell evento. Su questo fronte è partita, dunque, in una seduta che abbiamo tenuto, per combinazione, proprio ieri, l attivazione per questa cautela. Fra le aree dismesse, anche se non insistono nella zona di Expo, segnaliamo, per esempio, l ex Sisas, un area situata fra i comuni di Pioltello e Rodano, dove per decenni si sono prodotti solventi e plastificanti e dove sono rimaste sul posto 350 mila tonnellate di prodotti, tra cui nerofumo, ftalati, mercurio, catalizzatori esausti e residui di distillazione, sepolti in fusti molto vicini anche alla falda acquifera sotterranea, tanto che si è continuato per anni a pompare enormi quantità d acqua per tenere artificialmente bassa la falda ed evitare che i composti chimici pericolosi potessero contaminarla. Il ritardo nella bonifica di quest area ha comportato la condanna dello Stato italiano da parte della Corte di giustizia dell Unione europea al pagamento di una multa di circa 19 milioni di euro, più

4 4/ mila euro per ogni giorno di ritardo, pena poi sospesa in seguito all approvazione di un progetto di risanamento parziale dell area. Questo è più o meno il quadro generale dei lineamenti a fattor comune che evidenziano le numerose indagini condotte in questa provincia e in questa regione. Per quanto riguarda lo specifico ambito di tali indagini, cederei la parola al questore di Milano. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Buongiorno. Devo iniziare indubbiamente da un presupposto, che vincola tutta la nostra attività. La normativa vigente attribuisce alla Polizia di Stato una competenza concorrente nel settore della criminalità ambientale. Noi interveniamo in questi accertamenti, in queste indagini soltanto quando l autorità giudiziaria ritiene di delegarci e quindi di non ricorrere alle forze di polizia specificatamente devolute a questa attività, che sono il NOE dei Carabinieri, il Corpo forestale dello Stato e, in misura minore in questo campo ha, però, una sua specificità la Polizia provinciale. Ciononostante, siamo organizzati e attrezzati con una sezione della squadra mobile, la sezione della criminalità organizzata, composta da uomini, all interno della quale vi è una struttura destinata a queste indagini. Finora in tutte le attività che abbiamo posto in essere nel passato sulla criminalità organizzata, sul versante della criminalità sia calabrese, sia siciliana, per la verità non siamo mai incappati in reati che facciano riferimento alla gestione dei rifiuti: abbiamo incontrato il filone della prostituzione, dell usura, e altri connessi proprio specificatamente alle attività della mafia, come i sequestri, ma mai quello della gestione dei rifiuti. ALESSANDRO BRATTI. Per quanto riguarda le bonifiche e il trasporto di terra inquinata? VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Se ne occupano altre forze di polizia. Il problema è il seguente: posso riferire con precisione quello che abbiamo fatto noi, mentre sulle altre questioni ho notizie su cui preferisco non soffermarmi, perché, se non sono precise, non sono utili. Verranno poi auditi altri colleghi. Come esempio della specificità delle altre strutture, riferisco che in un occasione ci siamo trovati a svolgere con la squadra mobile accertamenti sul rinvenimento di un cadavere in un bosco.

5 5/15 Siamo incappati in una discarica e la Procura della Repubblica ha delegato la Polizia provinciale a occuparsene, mentre noi ci siamo interessati del filone omicidio. In altre ipotesi addirittura la Polizia provinciale doveva svolgere accertamenti su una discarica e ha chiesto alla squadra mobile accertamenti per verificare la mafiosità o meno di chi gestiva l attività. Sul versante rifiuti allo stato attuale non abbiamo deleghe della procura, anche perché probabilmente sono ritenute sufficienti le strutture che operano già su questo fronte e la procura non ha ritenuto di impegnarci in tale direzione. Nell ultima indagine, quella nella quale la polizia calabrese e i Carabinieri hanno portato all arresto di 300 indagati, è emerso un filone che avrebbe potuto essere ricollegabile, sul quale però sono stati delegati i NOE. La materia è ancora sub iudice e quindi non credo di poter riferire notizie particolarmente precise, però sicuramente si arriverà al sequestro di sei o sette cave rinvenute nella provincia di Milano. Anche se eravamo interessati alle indagini, il filone sulla criminalità ambientale è stato delegato all Arma dei Carabinieri. GIANPIERO DE TONI. È una scelta della magistratura? VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Sì, è una scelta anche della magistratura. Noi siamo pronti a essere delegati, ma certamente, se in un campo ci sono truppe specializzate, vengono impiegate per prime. È come se si chiedesse alla Polizia provinciale di compiere accertamenti stradali oppure sul traffico delle auto, dove noi abbiamo una specialità devoluta, o come se sui reati informatici, per i quali noi siamo legittimamente deputati, si scegliesse un altra forza di polizia. Mi dispiace non essere più esaustivo e concreto. Sull ultima indagine, sugli ultimi accertamenti conosco alcuni elementi perché abbiamo lavorato insieme, però sono stati delegati ai Carabinieri. Ci saranno provvedimenti di confisca di discariche. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Recentemente anche l area di Santa Giulia è stata coinvolta. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. questo è quanto posso riferire sull attività della Polizia di Stato.

6 6/15 DANIELA MAZZUCONI. In tutte le fattispecie indicate dal prefetto non compare l infiltrazione di imprese malavitose in appalti pubblici. Poiché segnatamente il trasporto di rifiuti, nella quasi totalità della provincia, è effettuato da aziende private, a me risultava che alcuni comuni si fossero imbattuti in ditte con certificati antimafia non esattamente a norma. Vorrei sapere se il prefetto ha un idea della vastità del fenomeno, se è circoscritto solo ad alcuni comuni oppure se c è stato da parte di alcune società e ditte il tentativo di infiltrarsi nel mercato degli appalti, segnatamente del trasporto e poi, in maniera connessa, anche dello smaltimento dei rifiuti. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Sono convinto che questo fenomeno sia avvenuto. DANIELA MAZZUCONI. Mi pare che Italia 90 sia una delle ditte che ogni tanto hanno partecipato a gare di appalto, vincendole. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Mi perdoni, ma è un indagine che risale ad alcuni anni fa e fa riferimento a province diverse da Milano. DANIELA MAZZUCONI. Vi sono coinvolti, però, alcuni comuni della provincia di Milano, tra cui, se non ricordo male, Truccazzano, che avevano assegnato a questa ditta l appalto del trasporto dei rifiuti. Volevo capire se questa era solamente la punta di un iceberg o se c erano altri comuni coinvolti, ovviamente in modo inconsapevole un amministrazione comunale non sa a priori di imbattersi in un azienda di questo tipo quindi se c erano stati altri casi o si trattava di un caso isolato per quanto riguarda la provincia di Milano. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Sono consapevole che c è stato più di un tentativo di infiltrazione da parte di società anche collegate alla criminalità organizzata per esercitare l attività di smaltimento illegale di rifiuti tossici, anche se il suo riferimento riguarda più la provincia di Lodi e non quella di Milano. Comunque ce ne sono, con riferimenti sia ai rifiuti ordinari, sia a quelli tossici. Mi sono permesso di evidenziare alcuni elementi comuni alle numerose indagini, su cui poi naturalmente vi riferirà più in dettaglio ciascuna forza di polizia che se ne è occupata. Credo che la maggior parte di

7 7/15 queste inchieste, come giustamente affermava il questore, più che dalla Polizia di Stato, che non ha una specificità di indagine in questo settore, sia stata svolta dai Carabinieri, che dispongono del NOE, dalla Guardia di finanza, nonché dalla Polizia provinciale. Noi ne siamo comunque consapevoli. Non solo, ho anche accennato al fatto che ci sono connivenze fra gli smaltitori illegali e numerose aziende che operano nel settore del movimento terra, perché fra le due attività esiste una liaison molto stretta e ci sono complicità. Poiché nell ambito del movimento terra abbiamo registrato negli ultimi tempi una presenza marcata di aziende soprattutto calabresi, il fenomeno descritto non è da escludere, ma ciò naturalmente dovrà poi essere supportato dalle conclusioni di queste indagini, molte delle quali sono ancora in corso. Siamo sempre nell ambito di ipotesi investigative quando non ci sono le sentenze definitive. Stiamo cercando di prevenire gli effetti di questa possibilità di infiltrazione criminale, tentando di monitorare che il materiale smaltito illegalmente non sia utilizzato, come purtroppo è avvenuto in alcuni casi, anzi in più di uno, per costruire addirittura alcuni quartieri. Voi sapete comunque che le attività di vigilanza e controllo in questa materia sono tutte devolute agli enti territoriali, regioni e province. L attività dello Stato si evidenzia soltanto nel campo delle attività di Polizia giudiziaria. L intero arco di competenze vede, almeno a livello locale, lo Stato privo di competenza. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Non so se può essere utile, ma intervengo a proposito di Italia 90. Si tratta di una società a responsabilità limitata che a noi risulta collegata al mandamento di Porta Nuova di Palermo. L indagine, però, è della questura di Lodi. Il questore di Lodi su questa vicenda, che risale ad alcuni anni fa, ha promosso accertamenti patrimoniali che sono al vaglio proprio del tribunale per il sequestro dei beni connessi. In questa circostanza mi risulta che Italia 90 abbia riciclato danaro per reinvestire i capitali illeciti in diverse attività, tra cui anche l alterazione delle procedure delle gare di appalto per i servizi di smaltimento di rifiuti urbani presso il comune di Sant Angelo Lodigiano. Si tratta di 5 milioni di euro. DANIELA MAZZUCONI. Le ricordavo il comune di Truccazzano, in provincia di Milano, che confina con Lodi.

8 8/15 VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Può darsi, ma su questa indagine, che è sub iudice a sua volta, perché i provvedimenti di sequestro ancora non sono stati emanati, c è una conferma della valenza dell ipotesi, perché anche il NOE dei Carabinieri proprio nel lodigiano ha compiuto accertamenti, perquisizioni e arresti. Italia 90 è certamente una di quelle società che nascono in Sicilia e poi producono i loro effetti in Lombardia. DANIELA MAZZUCONI. Il trasporto dei rifiuti nell ambito dei rifiuti urbani tutte le altre fattispecie hanno caratteristiche comuni anche rispetto ad altre parti d Italia fatta salva la città di Milano, che ha una municipalizzata che provvede anche al trasporto, sul resto del territorio della provincia è effettuato tramite società terze, ossia tramite appalti. Si tratta di un settore che a me pare molto controllato da cartelli; magari anche senza commettere reati le imprese tendono a dividersi il mercato e a non fare entrare società esterne, il che finora ha probabilmente impedito che in questo settore si infiltrasse la criminalità organizzata. Abbiamo visto in questi giorni per altri segmenti che la criminalità organizzata compra società locali in modo da riuscire a portarsi sul versante degli appalti. Volevo sapere se dal vostro osservatorio vi risulta l idea di un mercato chiuso, volto a escludere anche società straniere e terze che potrebbero partecipare legalmente agli appalti, e se il tentativo di acquistare società locali, come emerso anche dagli arresti di questi giorni, avviene anche nel settore dei rifiuti oppure se non avviene ancora e se la criminalità si è fermata di fronte a questi accordi territoriali, che non sono proprio perfettamente secondo legge, a mio parere, ma forse hanno garantito alcune modalità diverse di gestione sul territorio. Volevo, quindi, conoscere il vostro punto di vista, da un lato, sui cartelli locali e, dall altro, su questo tentativo, in questo caso del clan dei calabresi, di impossessarsi di società territorialmente radicate nella provincia di Milano, in modo da poter poi infiltrarsi. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Credo che la sua considerazione sia esatta. Anche noi abbiamo l impressione che a volte questi cartelli esistano, che queste configurazioni di situazioni già radicate siano in atto e che gli interessati tentino di non far entrare nuovi soggetti nell ambito di queste attività.

9 9/15 Direttamente come prefettura abbiamo stimolato più volte anche la Direzione investigativa antimafia a effettuare controlli, talora anche favorendo l accesso nei siti. Al momento, però, queste indagini non hanno ancora in maniera univoca dato certezze. Vi è l operazione «Infinito», nel settore del movimento terra. Abbiamo, quindi, questa impressione, ma non le prove. Non abbiamo ancora la disponibilità di riscontri giudiziari certi. Non so se il questore ne sappia di più. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Io penso che quello che lei sostiene possa essere collegato al movimento terra, un attività nella quale strutture calabresi ben consolidatesi nella provincia di Milano potrebbero aver creato un cartello, nel senso che non ci sono altre strutture concorrenti. Ormai hanno acquisito un tale potere nella gestione del movimento terra, collegato anche alla gestione dei traffici dei rifiuti, da escludere i concorrenti. Nell ultima indagine, quella dei 300 arrestati, i reati contestati sono stati, per esempio, miscelazione di rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi. Si fa quindi il movimento terra e si miscela il rifiuto pericoloso. L altro reato è traffico illecito di rifiuti e falsità ideologica commessa nella redazione della documentazione di carico e scarico, cioè la falsificazione di documenti. Tutto nasce dal movimento terra, nel quale indubbiamente i calabresi negli ultimi anni hanno avuto una presenza in stile cartello, che poi si è evoluta anche nella gestione del rifiuto. Come riferiva il signor prefetto, si fa movimento terra, si mescola tutto e si usa il prodotto ricavato per lucrarci due volte. GIANPIERO DE TONI. Ricordo al signor prefetto un ragionamento: noi siamo una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Mi pare di aver capito dalla sua relazione che nella provincia di Milano tali attività illecite esistono. La domanda che pongo è la seguente: sotto il profilo dell iniziativa della prefettura, quindi del Governo, ci sono iniziative precise per far fronte a questa situazione? Da Roma sentiamo che Milano, Brescia, la Lombardia diventano un crocevia. Ci sono attività che si muovono per farvi fronte? GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Certamente. Noi abbiamo svolto e tuttora svolgiamo anche un intensa attività amministrativa, soprattutto attraverso la certificazione antimafia,

10 10/15 ma anche sotto il profilo dell accesso. Abbiamo eseguito oltre accessi negli ultimi tre o quattro anni, che hanno portato alla sospensione di lavori e a interdittive tipiche e atipiche. Per esempio, ho fermato alcuni mesi fa i lavori della metropolitana 5 di Milano, un attività svolta dalla Lucchini Artoni, con circa 300 dipendenti. È stato un provvedimento che ho meditato molto, ma ho sospeso i lavori perché nel segmento finale abbiamo trovato ditte calabresi collegate con la ndrangheta. Li abbiamo fatti riprendere soltanto quando abbiamo avuto la prova certificata che tutte le 17 ditte erano state sostituite con altre pulite. È solo un esempio, ma svolgiamo queste operazioni a decine. A volte le compiamo anche con difficoltà; è giusto riferirlo a una Commissione parlamentare, che può approntare strumenti. A volte ci troviamo di fronte a un informativa che riferisce che la tale ditta è della famiglia Barbaro, il cui consigliere di amministrazione è stato visto cenare con il signor Barbaro di Platì due anni fa e che pertanto si ritiene che esista un collegamento. A questo punto che si fa? Si blocca oppure no? Non le nascondo che alcune volte in cui ho bloccato, il TAR mi ha dato torto. Ricevo richieste di risarcimento danni. È un attività che ha i suoi profili di thrilling, però l esercitiamo con passione e determinazione e cerchiamo di bloccare sul nascere tutte le iniziative sul piano preventivo. Abbiamo anche la collaborazione di una Direzione investigativa antimafia che lavora bene. Del resto, terrei anche a svolgere un accenno al fatto che la grossa operazione effettuata alcuni anni fa è un importantissima operazione che nasce da spunti investigativi milanesi. Si tratta di un indagine durata quasi tre anni, che ha visto il lavoro di centinaia e centinaia di persone milanesi, sottratte anche ad altri servizi. Voi capite che la sola Polizia giudiziaria è un aliquota contenuta di risorse. Se non ci fosse stato questo apporto importante, continuo e professionale da parte delle forze di Polizia di Stato e dei Carabinieri, credo che questa grossa operazione, che ha impresso veramente una scossa incisiva a queste infiltrazioni, che mi permetterei di definire «dolci» della criminalità a Milano e in Lombardia tale criminalità è leggermente diversa, ma non per questo meno pericolosa, di quella organizzata che opera con metodi violenti in alcune zone del sud del Paese dovrebbe essere un elemento rassicurante. È stato un lavoro ben eseguito e attento, che ha dato una scossa non da poco a queste organizzazioni. ALESSANDRO BRATTI. Lei prima accennava, tra le tipologie dei reati connessi ai rifiuti, alla questione legata all esportazione o importazione di rifiuti da Paesi in via di sviluppo.

11 11/15 GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Intendevo dire che molto spesso operatori disinvolti, pur di smaltire rifiuti tossici in maniera meno costosa, tendono a portarli all estero. PRESIDENTE. Dispone di dati precisi su questo tema? Uno dei settori alla nostra attenzione è proprio il traffico transfrontaliero. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Dispongo di alcuni dati, ma vi potranno fornire notizie più precise sia i Carabinieri, sia la Guardia di finanza nel corso delle audizioni che seguiranno. In ogni caso credo che ne abbiamo anche noi su questo argomento. PRESIDENTE. Quali tipi di controlli vengono effettuati sia a livello di questura, sia di prefettura, rispetto a società di altre regioni che vengono a operare in Lombardia o all acquisizione da parte di soggetti, per esempio calabresi, come si accennava, di partecipazioni in società lombarde? Completo la domanda con una seconda. Quello che ha interessato e colpito questa Commissione e me personalmente è che si sia arrivati a un infiltrazione tanto massiccia, che riguarda la politica, l economia e un po tutti i settori della vita lombarda, senza che si sia bloccato il fenomeno preventivamente. Volevo capire quali sono i meccanismi attraverso i quali si sarebbe potuto e si può far sì che tali fenomeni di infiltrazione così massicci non avvengano. Vi sono coinvolti personaggi storici, come ho visto dalla struttura della ndrangheta, di cui una parte si è occupata anche dei rifiuti. È stata un invasione, che viene scoperta oggi e che non si è bloccata prima. Quali sono i meccanismi di controllo per evitare che, per esempio, società del sud vengano a operare nei rifiuti al nord? Si ha la sensazione che l impoverimento del sud e quindi anche la mancanza di materia prima, cioè di rifiuti tossici e speciali, quelli che fanno guadagnare di più, abbia spostato al nord la fonte di ricchezza che i casalesi per primi avevano capito essere lo smaltimento di rifiuti. Volevo capire il quadro complessivo dei meccanismi di controllo per evitare anche in futuro un infiltrazione.

12 12/15 GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Credo, presidente, che per poter comprendere come si è arrivati a questo punto bisogna risalire al concetto di infiltrazione «dolce». Come lei sa, Milano, la Lombardia, e un po tutto il territorio nazionale sono stati interessati, a partire dagli anni Sessanta, dai soggiorni obbligati, che hanno portato parecchie famiglie calabresi a soggiornare qui, con un progressivo arrivo in questa regione di parenti e di persone dalla Calabria. Si è poi sedimentata una presidenza criminale, soprattutto dedita agli affari, che non ha usato le stesse tecniche criminali del sud del Paese. Non si è posta la necessità di far pesare attraverso l intimidazione e la forza dell organizzazione un attività in grado di assoggettare il territorio. Per esempio, a Trezzano sul Naviglio un po di tempo fa si è verificato un tentativo da parte di un organizzazione calabrese di inserirsi in un appalto del comune. L appalto non è stato assegnato a tale famiglia, che ha fatto ricorso al TAR. In Calabria forse avrebbe fatto ricorso alla lupara. C è una differenza di metodologia. La mia impressione è che si sia pensato più a fare affari che non a riprodurre gli stessi metodi anche qui, magari per il timore che una reazione potesse vanificare l interesse a fare affari sul territorio. PRESIDENTE. Passo a un altro aspetto, ovvero la situazione delle bonifiche sul territorio, cioè l assegnazione degli appalti e magari anche il controllo da parte dei privati. È vero che ci viene riferito che un privato assegna a un altro privato, ma dal punto di vista del controllo amministrativo nasce il problema di stabilire, come è accaduto per la discarica che abbiamo visto stamattina, se un privato assegna a un soggetto sospetto. Mi pare che quello in specie si chiami Grossi. Che cosa sta accadendo sulle bonifiche, che controlli sono in corso? In particolare, se il signor prefetto lo sa, qual è la situazione della bonifica di Via Salis? Mi pare che ne sia stato incaricato proprio Grossi. Visto che le situazioni da bonificare in Lombardia sono tante e che si tratta di una società industriale grande, che ha creato situazioni che vanno bonificate, quali sono i controlli per evitare che organizzazioni criminali o senza scrupoli si inseriscano nel grande business delle bonifiche? GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. I controlli sono soprattutto quelli che la legge demanda all amministrazione provinciale, che principalmente controlla questa materia. Noi come Stato interveniamo soltanto quando c è una patologia che si riversa nel reato. In prefettura non abbiamo strumenti per attivare un controllo amministrativo.

13 13/15 Sotto questo profilo la modifica del Titolo V della Costituzione, che, come è noto, ha abolito tutti i controlli amministrativi... PRESIDENTE. Quelli amministrativi, ma i controlli di ordine pubblico sono affidati a voi. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Li possiamo svolgere soltanto attraverso lo strumento dell indagine giudiziaria o dell accesso. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Svolgiamo gli accertamenti patrimoniali. PRESIDENTE. Per esempio, Grossi per quanto tempo ha lavorato sul territorio lombardo? La domanda è posta in funzione del futuro e di capire che cosa possiamo fare per evitare che un signore come lui continui a operare. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Possiamo senz altro immaginare un sistema in cui queste notizie possano affluire magari anche in via amministrativa al prefetto. Oggi non sappiamo nulla. Quando ci sono situazioni che riguardano i rifiuti, la loro gestione avviene direttamente tramite la provincia, la regione o il comune. La prefettura non sa quasi nulla, a meno che non ci venga chiesto il certificato antimafia o non ci venga segnalata una forma di patologia, nel qual caso possiamo intervenire. Ciò può riguardare quantitativamente l 1 per cento dei casi. Purtroppo non siamo in grado di conoscere i dati, perché la conoscenza di questa materia ci consentirebbe anche magari di attuare forme preventive di osservazione. Purtroppo ciò non avviene perché la provincia, che è un ente dotato di una propria autonomia costituzionale, opera senza comunicare nulla, come anche il comune e la regione. PRESIDENTE. Però vi chiede la certificazione antimafia, se bandisce un appalto. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. La chiede, ma la certificazione antimafia, come lei sa, viene rilasciata su base documentale. In genere i signori in questione sono piuttosto avveduti nello scegliere i consiglieri di amministrazione. Rarissimamente troviamo controindicazioni e improprietà nel certificato antimafia.

14 14/15 Compiamo l attività migliore di contrasto perché io ho il pallino di mandare nei cantieri la DIA. A volte ritroviamo, per esempio, la non rispondenza della situazione documentale rispetto a quella di fatto, nel qual caso si accende la spia, effettuiamo l accertamento e possiamo intervenire. Non lo possiamo fare, però, sistematicamente per tutte le attività economiche. PRESIDENTE. Credo di capire, quindi, che un maggiore coordinamento delle diverse forze che si occupano di questi settori sarebbe molto auspicabile. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. O quantomeno lo sarebbe l obbligo di una registrazione delle attività da considerarsi attenzionabili. PRESIDENTE. Per esempio occorrerebbe una certificazione di legalità, se non antimafia, per tutti coloro che si occupano di un settore facilmente aperto a infiltrazioni. Potrebbe essere uno strumento. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. O una sorta di consulta. VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Come per le armerie. Chi ha la licenza di armiere deve avere un nulla osta particolare. Occorre una normativa a tal fine. DANIELA MAZZUCONI. Non abbiamo trattato in altre regioni una questione che in questa regione o in questa provincia, in particolare, può anche produrre attività illegali, ossia la violazione delle norme in materia di lavoro e di immigrazione. Questo è un settore che occupa manodopera di livello decisamente basso. Non ci sono sicuramente cittadini lombardi o milanesi che si dedicano a esso, ma sappiamo che il settore è pieno di turchi, marocchini e via elencando. Volevo sapere se dal vostro osservatorio ci sono dati precisi per le violazioni in materia di legislazione del lavoro, che pure è un illecito, perché provoca anche alterazioni nel mercato, evidentemente, e nei costi degli appalti e anche se c è impiego di lavoratori immigrati clandestini. Esiste la possibilità di verificare ciò che avviene nei cantieri o presso le aziende che si occupano di questi settori?

15 15/15 VINCENZO INDOLFI, Questore di Milano. Che ci sia una preponderanza di cittadini extracomunitari è indubbio. Sono lavori che ormai gli italiani non svolgono. La nostra possibilità è soltanto quella di muoversi sulla clandestinità e compiere accertamenti nei cantieri quando ci sono clandestini. Il nostro filone è verificare la clandestinità, non l attività del cantiere. Questo è il nostro limite. DANIELA MAZZUCONI. La prefettura forse può avere alcuni elementi per capire la violazione delle norme in materia di lavoro. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Sì, infatti, svolgiamo questo lavoro e abbiamo addirittura creato un pool interno alla prefettura per effettuare il controllo sui cantieri. Naturalmente lo facciamo con le forze che abbiamo a disposizione, che non ho timore di definire esigue. Abbiamo trovato spesso presenze irregolari, che, a nostro avviso, sono anche il motivo per cui esiste il monopolio in questi settori, quali il movimento terra, le demolizioni, il noleggio di ponteggi. Molto spesso c è il monopolio di aziende calabresi anche perché la somma di tante piccole illegalità fa sì che poi i costi offerti sul mercato siano molto più vantaggiosi di quelli delle imprese che devono seguire tutte le regole. Il problema, dunque, esiste. DANIELA MAZZUCONI. Vi è, dunque, anche un alterazione del mercato. GIAN VALERIO LOMBARDI, Prefetto di Milano. Sicuramente sì. Ripeto che svolgiamo un lavoro e abbiamo compiuto diversi interventi. I cantieri a Milano e in provincia sono un numero enorme. Pensi che l ispettorato del lavoro avrà una cinquantina o una sessantina di addetti dedicati al settore ed è facile capire che se vanno in squadra due o tre persone l attività di controllo esiste, ma è ridotta. PRESIDENTE. Vi ringraziamo per la vostra disponibilità. Dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle

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