TIPI DI CONTAINERS: LA BEST PRACTIS NEL LORO UTILIZZO
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- Gildo Pucci
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1 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 1 TIPI DI CONTAINERS: LA BEST PRACTIS NEL LORO UTILIZZO Relatore Caterina Dalla Costa In commercio esistono vari tipi di containers che devono essere certificati a norma EN 868 parte 1 e parte 8; ciò è da tenere in considerazione durante la scelta di tali c. per non andare incontro ad anomalie in relazione al loro funzionamento. Per ottenere la certificazione essi vengono sottoposti a svariati test tra i quali: 1. prove meccaniche: a. carico ammissibile per i manici e loro ergonomicità; b. impilabilità con giusta protezione delle guarnizioni da eccessiva pressione; c. prova della pressione di impilatura, per la resistenza alla deformazione del c.; 2. prove termiche, con raccomandazione di non superare un caricamento massimo di 10 kg per c. al fine di ottenere una buona asciugatura e per rispettare i requisiti minimi di sicurezza e tutela della salute nella movimentazione manuale dei carichi: a. asciugatura di un carico metallico (valutazione dell umidità residua); b. asciugatura di un carico tessile; c. prova termoelettrica per la determinazione dell andamento della sterilizzazione; d. invecchiamento accelerato; 3. prove microbiologiche per l accertamento delle capacità di trattenimento batterico di filtri e guarnizioni, anche in seguito a invecchiamento accelerato. Risulta indispensabile utilizzare un sistema di filtraggio nei c. che abbia elevati requisiti; per capire tale importanza basti pensare che durante il raffreddamento di un c. di dimensioni medie (60 cm x 30 cm x 30 cm) è necessario filtrare volumi di aria di rilevante entità (5,4 lt/h) e che tale passaggio di aria dall interno all esterno e viceversa si verifica anche durante tutto il periodo di stazionamento e trasporto del c. anche se in quantità minore.
2 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 2 I c. di uso comune attualmente sono dotati di filtri antibatterici di varie tipologie: in cotone: economici, di facile manutenzione, minimi fori possono chiudersi per le caratteristiche del tessuto; risulta relativamente difficile il conteggio dei processi cui viene sottoposto, necessario in quanto i filtri vanno sostituiti ogni 50 sterilizzazioni; in carta: sono monouso, vanno quindi sostituiti ad ogni ciclo; ciò presuppone l utilizzo di materiale di consumo che prevede maggiore spazio per lo stoccaggio delle scorte; a spirale: sono permanenti e non prevedono sostituzioni; in polivenilsulfone: vanno sostituiti ogni 1000 o 5000 cicli a seconda dei tipi, sono di facile manutenzione ma prevedono un buon monitoraggio dei cicli effettuati. I c. possono essere in alluminio, acciaio e materiali plastici ad elevate prestazioni. Ad oggi la scelta si orienta verso l alluminio per le sue caratteristiche di leggerezza (pesa 1/3 rispetto all acciaio), conducibilità termica e migliore accumulabilità termica che favoriscono la riduzione della formazione di condensa all interno del c. e una sua più facile e rapida evaporazione. I c. vengono sottoposti a sterilizzazione mediante autoclavi a norma UNI EN 285 con cicli a vuoto frazionato. Per ottenere un accurato controllo del corretto funzionamento di queste autoclavi è necessario giornalmente effettuare un ciclo di riscaldamento, il test del vuoto e il test di Bowie & Dick. L obiettivo del test di B&D è di verificare la fase di prevuoto in maniera indipendente dai sensori delle autoclavi stesse, valutando la rimozione dell aria e la penetrazione del vapore internamente ai carichi. Il test deve quindi rilevare un eventuale scarso livello di vuoto o un infiltrazione di aria o ancora la presenza di bolle di gas non condensabili nel vapore immesso. È determinante verificare che l aria venga completamente eliminata in quanto in un ciclo di sterilizzazione il trasferimento del calore sulle superfici dei materiali da parte del vapore avviene molto più rapidamente che non tramite l aria, per cui nei punti in cui vi è la presenza di una bolla lo strumento chirurgico non riuscirà nei tempi prefissati a raggiungere la T necessaria e quindi ad essere sterilizzato. La nostra azienda ha preferito adottare come test di simulazione B&D il sistema a spirale dotato di un tubo in teflon della lunghezza di 4 mt e del diametro di 2 mm con dispositivo racchiudi-test in metallo ad una estremità in quanto tale sistema garantisce, riproducendo una difficile situazione di penetrabilità del vapore e rimozione dell aria, il monitoraggio della penetrazione del vapore anche nei dispositivi cavi oltre che in quelli porosi e rileva la presenza di bolle d aria di volume inferiore a 200 ml. Lo stesso tipo di monitoraggio viene effettuato ad ogni carico successivo mediante un sistema simile al precedente posizionato vicino al punto critico della camera, la zona di scarico. Dall esito di
3 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 3 test riuscito dell indicatore chimico di controllo si può estrapolare che tutte le superfici interne ed esterne del materiale sterilizzato nel carico siano state correttamente a contatto con il vapore. Il viraggio uniforme offre la garanzia del raggiungimento dei parametri di T, tempo e vapore sia nei termini di pressione che di qualità dello stesso. In tal modo risulta superfluo utilizzare indicatori chimici posti all interno di ogni singolo pacco o c. L indicatore chimico virato è adesivo e quindi facilmente applicabile sulla scheda di registrazione e documentazione giornaliera che viene compilata per ogni autoclave e fornisce i dati di fondamentale importanza ai fini della rintracciabilità del prodotto, utilizzabile in caso di reclami o incidenti verificatisi a seguito dell utilizzo del prodotto processato.
4 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 4 Tutto il materiale da noi sterilizzato viene etichettato con un adesivo virante riportante i seguenti dati: sigla dell operatore che confeziona il pacco o la busta o sigilla il c.; codice identificativo dell autoclave; numero del ciclo; sigla dell operatore che ripristina il set o il c.; numero riferibile al tipo di materiale contenuto (1=garze, 2=teleria, 3=motori, ecc.) data di sterilizzazione; ove esiste, nome dello strumentario; data di scadenza. Adesivo apposto sul materiale L adesivo che viene apposto sulla scheda di registrazione è uguale ma indica invece: sigla dell operatore che effettua il carico; codice identificativo dell autoclave; numero del ciclo; data di sterilizzazione: data di scadenza. Sulla scheda vengono inoltre inseriti l ora di inizio del ciclo, la T scelta, il nome e la firma dell operatore che scarica e controlla il materiale e il batch test di quel ciclo. Il numero del ciclo corrisponde al lotto di sterilizzazione al quale fa riferimento tutto il materiale di quel carico. Per ogni autoclave viene compilata una scheda che al termine della giornata viene opportunamente archiviata assieme allo stampato emesso da quest ultima.
5 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 5 Argomento dibattuto a causa dei forti vincoli economici e strutturali è invece quello relativo ai percorsi nelle aziende in cui non è prevista una centrale di sterilizzazione. Ad oggi abbiamo a disposizione ampia letteratura normativa e svariati articoli sul mercato, ma come potersi adeguare con i limiti precedentemente citati? Lo scopo relativo alla seconda parte del mio elaborato è stato quello di provare ad individuare i percorsi ottimali in base alle criticità emerse rispetto ad un sistema di sterilizzazione centralizzato. Nella situazione attuale lo strumentario sporco viene trasportato dalle sale alla zona lavaggio coperto; là viene riposto nelle griglie del termodisinfettore e sottoposto a lavaggio, disinfezione termica e asciugatura. Nella stessa area vengono fatti convogliare nel frattempo i c. che saranno detersi e quindi pronti per essere riconfezionati. Risulta ovvia in alcuni momenti della giornata la compresenza di strumenti sporchi e puliti nello stesso spazio e benché si sia giunti a creare delle zone sporche e pulite, la sottile linea di demarcazione fra le due può essere troppo facilmente superata rendendo vani tutti quei processi atti a rendere i ferri chirurgici perfettamente puliti e disinfettati. I c. vengono confezionati in tale zona e successivamente vengono trasportati nella zona dove si procede alla loro sigillatura e all immissione in autoclave. Terminato il ciclo di sterilizzazione essi vengono scaricati e stoccati direttamente nella zona sterile, pronti per essere riutilizzati. Ho individuato almeno 4 punti critici in tale percorso degni di essere presi in particolare considerazione e sui quali ho tentato di proporre un cambiamento: 1. l inutile e rischiosa manipolazione degli strumenti chirurgici da parte dell operatore addetto alla sterilizzazione per trasferire questi dal portatore alle griglie della lavaferri; 2. la promiscuità della zona di lavaggio e confezionamento dei c. 3. la cattiva utilizzazione della zona adibita al confezionamento di pacchi in carta, poliaccoppiati e c., nonché al caricamento in autoclave degli stessi; 4. la disomogeneità di azione tra le diverse figure operanti nelle zone critiche, ovvero la loro difficoltà nell individuare e rispettare i confini sporco/pulito.
6 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 6 zona mista zona pulita La prima modifica apportabile è il riempimento delle griglie con i ferri chirurgici utilizzati, direttamente in S.O. da parte della strumentista in modo che possano essere distinte per tipologia di ferri e caricate nel termodisinfettore senza essere ulteriormente manipolate, per fare ciò è necessario l acquisto di almeno 15 nuove griglie. Avrei poi pensato di trasformare la zona promiscua in zona sporca facendo stazionare qui solo ferri e c. non ancora trattati. La zona ora adibita al carico delle autoclavi e già considerata zona pulita, diventa zona di preparazione dei c.; le griglie con i ferri puliti e i c. puliti vengono fatti convergere qui dove un IP provvede al loro confezionamento che viene reso più veloce dal fatto che i ferri sono già stati in precedenza divisi e identificati mediante l apposizione di targhette metalliche in modo che ad ogni griglia corrispondesse il proprio c.. Per fare ciò è necessario recuperare un vasto piano d appoggio eliminando un armadio fino a poco tempo fa dedicato allo stoccaggio della teleria ora non più in uso e sostituendolo con un bancone in acciaio a due ripiani. Per quanto riguarda il personale, viene richiesta la presenza di 2 IP articolate su due turni lavorativi e 2 OS anch esse articolate su due turni, in ausilio alle IP nel controllo della corretta detersione dei ferri chirurgici, durante la fase di lavaggio e disinfezione a mano del materiale non adatto al termodisinfettore, nel carico/scarico delle autoclavi, nel confezionamento di pacchi e buste. Attualmente è operante 1 IP part-time e 2 OS con orario slittato.
7 Corso AICO Piemonte PROTESI TOTALE D ANCA l empowerment infermieristico pag. 7 Ridurrei infine il passaggio nel corridoio centrale per il trasporto del materiale sporco ripristinando l accesso finestrato dalle sale A e C direttamente alla zona di lavaggio, oggi non utilizzabile in quanto trattasi di zona ritenuta pulita e usata come appoggio dei c. in fase di ripristino. zona sporca zona pulita In questo modo otterremmo una maggiore demarcazione delle varie zone con una riduzione della possibilità di inquinamento del materiale pulito e una maggiore facilità da parte di tutto il personale a evidenziare e rispettare tali limiti. A mio avviso si renderebbe necessario un momento di formazione di tutto il personale riguardo ciò, con l istituzione di alcuni incontri in modo da sensibilizzare tutti in merito alle procedure effettuate nella sub-sterilizzazione, che molto spesso vengono ritenute tempi morti ed estranei all intervento chirurgico e quindi suscettibili di notevole compressione tra un intervento e l altro nel rispetto dei ritmi di lavoro dettati da chirurghi e anestesisti. E necessario che ormai tutte le figure, anche quelle mediche, prendano atto che seguire al meglio i vari percorsi del processo di sterilizzazione, dalla raccolta dei ferri sporchi, alla consegna del materiale sterile non è solo più una perdita di tempo ma è garanzia di operare con professionalità per garantire un alto livello qualitativo dei prodotti offerti in rispetto delle numerose norme esistenti nell ottica della prevenzione delle infezioni ospedaliere.
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