PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI 2011

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1 PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI 2011 Premessa Nell annualità 2010, a partire dal mese di Aprile, è stata realizzata la terza annualità del Progetto Assistenti Familiari sul territorio dell intero Distretto, iniziato nel 2008 e strutturato sulla base delle linee di indirizzo relative al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza. Le attività hanno finora coinvolto 671 utenti, di cui 199 in quest ultima annualità, a fronte dei 150 previsti a inizio progetto. Tali utenti sono entrati in contatto con i 4 sportelli attivi sul territorio per motivi diversi: perché alla ricerca di un lavoro, perché necessitavano di assumere un assistente per se stessi o i propri familiari, perché avevano bisogno di informazioni, perché volevano partecipare alle attività di formazione professionale o ai momenti di festa e socializzazione. Tutti dettagli di quanto realizzato possono essere visionati nelle relazioni di monitoraggio trimestrali in allegato.

2 STRUTTURA DEL PROGETTO 2010 Innovazioni generali La struttura del progetto 2011 ripresenta sostanzialmente quella dell anno precedente, con l unica differenza dell accorpamento dell azione 5 con l azione 4, dati i risultati ancora acerbi che tale azione ha rilevato nella precedente edizione. Azione 1. Studio del fenomeno e progettazione operativa Data la complessità e la mutabilità del fenomeno del ricorso ad una assistente familiare da parte delle famiglie, è fondamentale prevedere un azione di studio costante che riesca, sulla base dei dati raccolti, a ipotizzare modalità operative che rispondano in maniera adeguata ai bisogni emersi. Nello specifico, i suoi contenuti sono: - Studio del fenomeno, nelle sue evoluzioni a livello nazionale e locale, e monitoraggio delle presenze a livello locale - Studio della normativa specifica e di contesto (CCNL colf e badanti, Leggi sull immigrazione, diritto del lavoro,..) - Progettazione dei percorsi e degli eventi formativi per le assistenti familiari e per gli operatori della rete - Progettazione delle azioni di animazione e inclusione sociale - Studio degli eventuali miglioramenti delle modalità di collaborazione operativa con il Centro per l Impiego per ciò che riguarda l incrocio domanda offerta

3 Azione 2. Sportelli (Vergato, Vado, San Benedetto VdS, Castiglione) e azioni di promozione Gli sportelli sono il primo punto di contatto con gli utenti, siano essi lavoratori o famiglie. Si configurano quindi non solo come un luogo di reperimento di informazioni ma anche come un luogo dove le proprie esigenze vengono ascoltate e dove si viene orientati nella ricerca delle possibili soluzioni. Attualmente gli sportelli attivati sul territorio sono 4, uno dedicato settimanalmente all utenza della Valle del Reno e altri 3 con apertura bimensile dedicati alla popolazione della Valle del Setta, dislocati in maniera più capillare per ovviare alle difficoltà di spostamento che esistono per gli abitanti di quella zona. Si prevede di mantenere l attuale dislocazione e periodicità di apertura degli sportelli (Vergato: tutti i martedì ; Vado: 1 e 3 mercoledì del mese ; S. Benedetto 2 e 4 giovedì del mese ; Castiglione 2 e 4 giovedì del mese ). Gli sportelli continueranno a fornire i seguenti servizi - informazioni su: procedure di assunzione, diritti-doveri dei contraenti, opportunità di formazione e socializzazione, servizi utili sul territorio - incrocio domanda offerta (attraverso il Centro per l Impiego distrettuale) - invio degli utenti ai servizi di mediazione culturale già presenti sul territorio quando necessario La promozione degli sportelli proseguirà sotto varie forme: il volantinaggio, la dislocazione delle locandine in luoghi pubblici, la promozione telefonica per le iniziative specifiche, quali corsi di formazione o attività di animazione ed inclusione sociale. Azione 3. Formazione All interno dell ambito progettuale esistono differenti fabbisogni formativi. - Formazione professionale di base delle assistenti familiari o aspiranti tali - Aggiornamento delle competenze delle operatrici dello sportello Assistenti Familiari - Attività formative e informative dedicate ad altri attori della rete, in particolare coloro che entrano in contatto, a vario titolo, con le assistenti familiari Nonostante con la DGR 2375/09 si siano previste a livello regionale nuove linee di indirizzo tese ad uniformare la formazione professionale delle assistenti familiari, tale protocollo stenta a vedere la luce. Durante la scorsa annualità è stato preparato un piano di attuazione della DGR sul territorio distrettuale, il quale rimane al momento congelato in attesa dell attivazione da parte della regione. Dati i tempi che la regione prevede, è stato valutato migliore prevedere ancora per quest anno la tipologia formativa strutturata negli anni precedenti, valutando in corso d opera eventuali modifiche e ritarature.

4 La struttura di tali corsi rimane quindi la seguente: Orientamento nel contesto sociale e istituzionale (3 ore) Problematiche comuni della salute dell anziano e tecniche di cura: o Patologie (diabete, ictus, ipertensione, Alzheimer, demenza, Parkinson, infarto, piaghe da decubito,..) e introduzione alla cura degli allettati (4 ore ) o Cura degli allettati (4 ore con simulazione) o Aiuto al movimento (4 ore con simulazione) o Igiene personale (4 ore con simulazione) o Flebo, somministrazione terapie, medicazioni, Pronto Soccorso (4 ore) o Dieta, cura dei denti, conservazione e somministrazione del cibo (4 ore) Competenze tecniche relative alla casa (3 ore) Il rapporto di lavoro (3 ore) La relazione con l'anziano e la sua famiglia; L approccio relazionale a pazienti affetti da demenza senile (4 ore) Verifica dei contenuti appresi (3 ore) Per quel che riguarda la formazione degli operatori del sistema, si possono prevedere due ambiti di intervento. Il primo coinvolge solo gli operatori dello sportello, che devono acquisire e mantenere una conoscenza dettagliata del fenomeno, delle normative vigenti, delle buone pratiche già sperimentate su altri territori e, al contempo, competenze comunicative specifiche delle relazioni interculturali. Il secondo ambito, invece, è quello della diffusione delle informazione raccolte durante l azione di studio a tutti gli operatori comunali e distrettuali che vengono in contatto, in maniera più o meno sistematica, con i cittadini e le loro esigenze (assistenti domiciliari, assistenti sociali, operatori degli sportelli sociali, operatori URP,..), in modo che riescano a fornire informazioni corrette ai cittadini ed indirizzarli allo sportello Assistenti Familiari quando necessario. Azione 4. Inclusione sociale Le operatrici dello sportello si pongono anche come organizzatrici di eventi, eventualmente costruiti e progettati insieme alla rete, che possano fornire alle donne spazi di incontro e momenti di socializzazione organizzati (feste, laboratori, ), esigenza particolarmente sentita dalle lavoratrici che hanno un lavoro a tempo pieno con convivenza, che le priva di molti spazi di vita privata e quindi di possibilità di vita sociale. Si prevede di proporre tali inziative coinvolgendo le donne stesse anche nella progettazione, in modo da creare la massima partecipazione possibile. Tale azione, così come l azione 3, ha un forte potenziale di prevenzione del burn out delle lavoratrici.

5 In particolare, durante questa annualità verranno studiate cadenze di eventi tali da creare le condizioni per la nascita di gruppi di persone sufficientemente stabili, in modo da poterli con il tempo autonomizzare nella proposta e gestione di eventi di socializzazione. Azione 5 (trasversale). Attivazione e mantenimento della rete Il progetto dovrà mantenere il suo ruolo di punto di snodo della rete che gravita attorno al tema del lavoro di cura a domicilio di anziani e disabili, rendendo possibile un coordinamento degli sforzi attuati dai vari operatori nell ambito della valorizzazione del lavoro delle assistenti familiari e del supporto alle famiglie. La rete attivata coinvolge in questo momento, a vario titolo, i seguenti attori ASL Distretto di Porretta T. Amministrazioni locali Centro per l impiego distrettuale Regione E.R. (Servizio Governo dell integrazione socio-sanitaria e delle politiche per la non autosufficienza) Centro interculturale di Vado Progetto Badando del distretto di Casalecchio Casa delle donne per non subire violenza Caritas di Riola Ufficio di Piano Casa Base Ufficio datori di lavoro domestico CISL Servizi sociali adulti del distretto Parrocchie di San Benedetto, Castel dell Alpi, Castiglione, Vergato Centri sociali anziani di Castiglione e Vergato Centro Aspasia di Cento (FE) AIAB Comitato organizzativo rassegna Valle del Reno Terra di migranti QualifiCare Gruppo di ricerca di Vergato Biblioteche di San Benedetto e Castiglione ARAD Onlus Associazione Ricerca e Assistenza Demenze

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