PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI 2010
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- Gerardo Giordani
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1 PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI 2010 Premessa Nell annualità 2009, a partire dal mese di Aprile, è stata realizzata la seconda annualità del Progetto Assistenti Familiari sul territorio dell intero Distretto, iniziato nel 2008 e strutturato sulla base delle linee di indirizzo relative al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza. Le attività hanno finora coinvolto 421 utenti, di cui 180 nei primi nove mesi della seconda annualità, a fronte dei 120 previsti a inizio progetto. Tali utenti sono entrati in contatto con i 4 sportelli attivi sul territorio per motivi diversi: perché alla ricerca di un lavoro, perché necessitavano di assumere un assistente per se stessi o i propri familiari, perché avevano bisogno di informazioni, perché volevano partecipare alle attività di formazione professionale o ai momenti di festa e socializzazione. Tutti dettagli di quanto realizzato possono essere visionati nelle relazioni di monitoraggio trimestrali in allegato. Dall esperienza raccolta in questi primi 2 anni di attività, abbiamo visto come il Progetto Assistenti Familiari abbia effettivamente incontrato un bisogno finora parzialmente inevaso dai servizi esistenti. Lo sportello inizia ad essere ben conosciuto dai cittadini del Distretto e, se per alcuni è solo un luogo di passaggio dove lasciare il proprio nome nella speranza di trovare lavoro, per molti altri è divenuto un punto di riferimento a cui rivolgersi per trovare risposte a esigenze diverse, che vanno dalla ricerca di lavoro al bisogno di occasioni di incontro e svago, dalla necessità di essere aiutati a costruire le regole del rapporto di lavoro a quella di imparare a fare meglio il proprio mestiere. Sono proprio questi utenti fidelizzati, che tornano, che telefonano, che raccontano, ad averci più di tutti aperto la finestra sul mondo nascosto del lavoro di cura nelle case. Case nelle quali si incontrano più fragilità: la fragilità degli anziani, quella degli immigrati e quella delle famiglie non più in grado di reggere da sole il peso dell assistenza ai propri cari. A sostegno di queste 3 fragilità e per aiutare lo sviluppo delle molte potenzialità positive di cui ciascun attore è portatore, il Progetto Assistenti Familiari 2010 si propone, nella sua terza annualità, di consolidare i servizi erogati e di rendersi ancor più luogo di raccolta di bisogni ed elaborazione di nuove soluzioni.
2 STRUTTURA DEL PROGETTO 2010 Innovazioni generali La struttura del progetto 2010 ricalca per la maggior parte quella dell anno precedente, con l aggiunta di una nuova azione, nata dalle esigenze espresse dalle lavoratrici, in particolar modo dalle lavoratrici straniere impiegate a tempo pieno in lavori di cura. Tali persone ci riportano infatti come esigenza forte, peraltro già rilevata nella precedente annualità, il bisogno di trovare degli spazi pubblici, comunitari, all interno dei quali incontrarsi durante le giornate o mezze giornate di libertà dal lavoro. In aggiunta alle attività già previste per rispondere a questo problema, si propone una nuova azione che si pone l obiettivo di sostenere la creazione di una associazione costituita direttamente dalle utenti del nostro sportello che lamentano questa situazione. (Per maggiori dettagli si rimanda al par. Azione 5. Sostegno alla creazione di un associazione di donne per l autogestione del tempo libero ) Dato il continuo aumento del numero degli utenti e anche in conseguenza all inserimento di questa nuova linea di attività, si reputa altresì necessario un lieve aumento del monte ore lavorative, portandolo da 35 a 40 ore settimanali, suddivise su 2 operatrici. Azione 1. Studio del fenomeno e progettazione operativa Data la complessità e la mutabilità del fenomeno del ricorso ad una assistente familiare da parte delle famiglie, è fondamentale prevedere un azione di studio costante che riesca, sulla base dei dati raccolti, a ipotizzare modalità operative che rispondano in maniera adeguata ai bisogni emersi. Nello specifico, i suoi contenuti sono: - Studio del fenomeno, nelle sue evoluzioni a livello nazionale e locale, e monitoraggio delle presenze a livello locale - Studio della normativa specifica e di contesto (CCNL colf e badanti, Leggi sull immigrazione, diritto del lavoro,..) - Progettazione dei percorsi e degli eventi formativi per le assistenti familiari e per gli operatori della rete - Progettazione delle azioni di animazione e inclusione sociale - Studio degli eventuali miglioramenti delle modalità collaborazione con il Centro per l Impiego per ciò che riguarda l incrocio domanda offerta - Studio delle esperienze già sperimentate e progettazione di percorsi di tutoraggio di piccoli gruppi di lavoratrici e di gruppi di auto-mutuo aiuto - Studio dell attuale regolazione delle attività associative, al fine di studiare la modalità migliore per la promozione di una o più associazioni di donne sul territorio del distretto
3 Azione 2. Sportelli (Vergato, Vado, San Benedetto VdS, Castiglione) e azioni di promozione Gli sportelli sono il primo punto di contatto con gli utenti, siano essi lavoratori o famiglie. Si configurano quindi non solo come un luogo di reperimento di informazioni ma anche come un luogo dove le proprie esigenze vengono ascoltate e dove si viene orientati nella ricerca delle possibili soluzioni. Attualmente gli sportelli attivati sul territorio sono 4, uno dedicato settimanalmente all utenza della Valle del Reno e altri 3 con apertura bimensile dedicati alla popolazione della Valle del Setta, dislocati in maniera più capillare per ovviare alle difficoltà di spostamento che esistono per gli abitanti di quella zona. Si prevede di mantenere l attuale dislocazione e periodicità di apertura degli sportelli (Vergato: tutti i martedì ; Vado: 1 e 3 mercoledì del mese ; S. Benedetto 2 e 4 giovedì del mese ; Castiglione 2 e 4 giovedì del mese ). Gli sportelli continueranno a fornire i seguenti servizi - informazioni su: procedure di assunzione, diritti-doveri dei contraenti, opportunità di formazione e socializzazione, servizi utili sul territorio - incrocio domanda offerta (attraverso il Centro per l Impiego distrettuale) - invio degli utenti ai servizi di mediazione culturale già presenti sul territorio quando necessario La promozione degli sportelli proseguirà sotto varie forme: il volantinaggio, la dislocazione delle locandine in luoghi pubblici, la promozione telefonica per le iniziative specifiche, quali corsi di formazione o attività di animazione ed inclusione sociale. Azione 3. Formazione All interno dell ambito progettuale esistono differenti fabbisogni formativi. - Formazione professionale di base delle assistenti familiari o aspiranti tali - Aggiornamento delle competenze delle operatrici dello sportello Assistenti Familiari - Attività formative e informative dedicate ad altri attori della rete, in particolare coloro che entrano in contatto, a vario titolo, con le assistenti familiari Nell annualità 2009 si era già previsto di organizzare 2 edizioni del corso di formazione, corsi che sono stati seguiti da 19 persone nella Valle del Setta (di cui 13 sono arrivate alla conclusione positiva del percorso) e da 23 persone nella Valle del Reno (corso attualmente in svolgimento). La struttura di tali corsi, che riproponiamo senza modifiche, è la seguente : Orientamento nel contesto sociale e istituzionale (3 ore) Problematiche comuni della salute dell anziano e tecniche di cura: o Patologie (diabete, ictus, ipertensione, Alzheimer, demenza, Parkinson, infarto, piaghe da decubito,..) e introduzione alla cura degli allettati (4 ore ) o Cura degli allettati (4 ore con simulazione) o Aiuto al movimento (4 ore con simulazione) o Igiene personale (4 ore con simulazione)
4 o Flebo, somministrazione terapie, medicazioni, Pronto Soccorso (4 ore) o Dieta, cura dei denti, conservazione e somministrazione del cibo (4 ore) Competenze tecniche relative alla casa (3 ore) Il rapporto di lavoro (3 ore) La relazione con l'anziano e la sua famiglia; L approccio relazionale a pazienti affetti da demenza senile (4 ore) Verifica dei contenuti appresi (3 ore) Per ciò che è dato sapere ad oggi, sarà attivato un percorso formativo standardizzato a livello regionale relativo al profilo dell assistente familiare. Tale percorso probabilmente prevederà un monte ore più alto ma fruito essenzialmente in auto apprendimento. Non è al momento possibile sapere quando tale progetto sarà avviato, perciò ci riserviamo di modificare la struttura dei nostri corsi per adattarli al nuovo standard in corso d opera, nel caso in cui le modifiche siano introdotte durante il prossimo anno di progetto. Per quel che riguarda la formazione degli operatori del sistema, si possono prevedere due ambiti di intervento. Il primo coinvolge solo gli operatori dello sportello, che devono acquisire e mantenere una conoscenza dettagliata del fenomeno, delle normative vigenti, delle buone pratiche già sperimentate su altri territori e, al contempo, competenze comunicative specifiche delle relazioni interculturali. Il secondo ambito, invece, è quello della diffusione delle informazione raccolte durante l azione di studio a tutti gli operatori comunali e distrettuali che vengono in contatto, in maniera più o meno sistematica, con i cittadini e le loro esigenze (assistenti domiciliari, assistenti sociali, operatori degli sportelli sociali, operatori URP,..), in modo che riescano a fornire informazioni corrette ai cittadini ed indirizzarli allo sportello Assistenti Familiari quando necessario. Azione 4. Inclusione sociale Le operatrici dello sportello si pongono anche come organizzatrici di eventi, eventualmente costruiti e progettati insieme alla rete, che possano fornire alle donne spazi di incontro e momenti di socializzazione organizzati (feste, laboratori, ), esigenza particolarmente sentita dalle lavoratrici che hanno un lavoro a tempo pieno con convivenza, che le priva di molti spazi di vita privata e quindi di possibilità di vita sociale. Si prevede di proporre tali inziative coinvolgendo le donne stesse anche nella progettazione, in modo da creare la massima partecipazione possibile. Tale azione, così come l azione 3, ha un forte potenziale di prevenzione del burn out delle lavoratrici.
5 Azione 5. Sostegno alla creazione di un associazione per l autogestione del tempo libero Lo sviluppo dell azione 4 durante l annualità 2009 ha messo in evidenza la forte esigenza di spazi comunitari fruibili durante le giornate libere come luoghi di incontro e di creatività. In particolare, ci è stato chiesto con forza l apertura di spazi domenicali, in una giornata che è difficile coprire con le risorse umane del progetto ma che rimane la giornata più difficile da riempire, soprattutto per le persone che vivono in comuni piccoli o piccole frazioni, dove l offerta ricreativa è limitata e dove la stagione invernale rende difficile anche incontrarsi nelle piazze o nei piccoli parchi pubblici. In risposta a questa esigenza nasce l idea di proporre e sostenere la nascita di una associazione che raccolga le energie positive delle e degli utenti e che li aiuti a richiedere spazi di incontro nei comuni di residenza, a creare iniziative ricreative, a darsi obiettivi di scambio tra le varie culture presenti sul territorio. Il nostro progetto potrebbero porsi come facilitatore del processo di creazione, coinvolgendo le persone interessate, creando percorsi di formazione ad hoc, fornendo il materiale per le prime attività, aiutando nel rapporto con le istituzioni locali. Azione 6 (trasversale). Attivazione e mantenimento della rete Il progetto dovrà mantenere il suo ruolo di punto di snodo della rete che gravita attorno al tema del lavoro di cura a domicilio di anziani e disabili, rendendo possibile un coordinamento degli sforzi attuati dai vari operatori nell ambito della valorizzazione del lavoro delle assistenti familiari e del supporto alle famiglie. La rete attivata coinvolge in questo momento, a vario titolo, i seguenti attori - Enti Locali - ASL - Centro per l Impiego distrettuale - Sindacati - Associazioni - Centro interculturale di Vado - Caritas di Riola, Porretta e Bologna - Alcune Parrocchie del territorio - Centro sociale autogestito dagli anziani di Vergato - Case di cura e centri diurni - Casa delle donne per non subire violenza
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