Lo sviluppo sostenibile

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Annalisa Antonucci
5 anni fa
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1 Lo sviluppo sostenibile Uomini e Dei, tutti nati da Chaòs, vivevano in un armonia naturale ma, poiché Zeus negava agli uomini il dono del fuoco,, in loro soccorso si mosse un titano, Prometeo, che sottrasse semi di fuoco alla ruota del fuoco per darli agli uomini che, cosi, vennero in possesso della conoscenza razionale, del Logos. Se, in epoca mitica, il compito di fissare il sistema dei valori individuali e di gruppo che garantisse un rapporto equilibrato tra l individuo, la comunità, gli dei e la natura era affidato ai sacerdoti ed ai poeti, come Omero ed Esiodo, il passaggio dal mithos al logos e il conseguente sviluppo delle città, spezzò quel cordone ombelicale che aveva legato l uomo all ambiente naturale e provocò una scissione tra l uomo e la natura pensata, ormai, come separata, come oggetto estraneo da conoscere per mezzo del logos : il nuovo sacerdote è lo scienziato. Il Promeitismo introdotto, come antropocentrismo dai Sofisti e da Socrate, così è diventato l atteggiamento dell uomo occidentale che persegue l ideale baconiano di un dominio illimitato sulla natura. Ma se la formula baconiana ci diceva che il sapere è potere, ora questa ha rivelato la sua intima contraddizione poiché ha perso l autocontrollo mostrando l incapacità di proteggere non solo l uomo da se stesso, ma anche la natura dall uomo. Questa contraddizione impone, allora, un nuovo imperativo etico. Al vecchio imperativo kantiano che ci richiamava alla coscienza e all intenzione, Jonas contrappone il nuovo imperativo dell età tecnologica : Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di una autentica vita umana sulla terra. Ciò significa che la responsabilità etica coincide con la disponibilità a favorire, mediante l azione, il si alla vita. 1 / 5

2 Così le cosiddette eco filosofie o filosofie ambientaliste del Novecento hanno cominciato a mettere in discussione la plurisecolare immagine dell uomo come padrone della natura e a fare della dimensione etica un aspetto fondamentale della cultura ecologico-ambientalista. La filosofia, oggi, contribuisce, in modo significativo, alla trattazione di problematiche inedite che sono scaturite dalla odierna realtà della mondializzazione, della globalizzazione, del multiculturalismo ecc. perché quello filosofico non è un sapere indipendente dalla società concretamente esistente, non è avulso dalla storia del mondo. Al contrario esso persegue un saper parziale e sempre rivedibile. Così, nel tentativo di rispondere alle grandi trasformazioni epocali, i filosofi si trovano ad affrontare dei temi che interessano anche gli storici, i sociologi, gli economisti, i politici ecc. La tematica da affrontare, oggi, in questo seminario, riguarda lo sviluppo e le sue implicazioni socio-economiche. Se per sviluppo si intende il miglioramento ed il progresso complessivo della società, è facile che siano tutti d accordo; è però vero che, oggi, inizia a svelarsi come una pericolosa illusione : e cioè che lo sviluppo coincida con una crescita illimitata di produzione e consumo. Così, ciò che trent anni fa veniva considerata come una fola degna di ambientalisti radicali, oggi, invece, il problema delle risorse, del loro esaurimento, del loro utilizzo da parte delle diverse popolazioni del pianeta, il problema dell impatto che il modello di sviluppo finora adottato ha avuto, ha ed avrà sul nostro pianeta, diventano questioni che si aprono a domande etiche fondamentali, anche perché la tecnica e la scienza, nella loro pervasività, stanno cambiando l immagine che abbiamo di noi stessi, forse più di quanto noi stessi immaginiamo! Il rifugio acritico nei valori tradizionali, per quanto rassicurante, rischia di rivelarsi un vicolo cieco, un illusione simile a quella del Congresso di Vienna. E quindi necessario domandarsi su quali basi impostare un discorso etico che regoli, incanali e, forse, limiti lo sviluppo della scienza e della tecnica. Queste recano la promessa di fornire, se non le soluzioni, almeno gli strumenti validi per la soluzione di gran parte dei problemi dell uomo ma, possono e devono esser strumenti razionali atti a migliorare la qualità della vita sul pianeta per tutti! 2 / 5

3 Conciliare tutto questo con la necessità di non smarrire l umanità è la prossima sfida dell homo sapiens-sapiens. Poiché, da sempre, la legge dello sviluppo storico è stata ed è l economia, potrebbe tornare utile analizzare i rapporti che legano l etica alla scienza economica. Poiché l attività del business è un attività umana, essa può essere valutata dal punto di vista morale, esattamente come può esserlo qualsiasi altra attività umana (De George) La scienza economica, infatti, non può esimersi dal confronto con i problemi del pianeta quali il sottosviluppo,la sperequazione tra ricchi e poveri, la tutela dell ambiente, la gestione delle ricchezze, le conseguenze delle scelte economiche d altra parte anche la società civile va accorgendosi degli effetti dei comportamenti economici e si interroga per capire se l economia debba solo perseguire l utile o se possa e debba orientarsi anche al giusto. L utilitarismo identifica nell utile il fondamento della felicità individuale e ha come finalità principale la massimizzazione del benessere. Il neoliberalismo, invece, presuppone un nesso forte tra la libertà di iniziativa e la responsabilità delle scelte. Fermo restando il fatto che il valore della ricchezza è l elemento basilare del mercato, tuttavia questo può e deve essere congiunto con un concetto di benessere che differisca dalla sola utilità e si traduca in una migliore qualità della vita, ovvero producendo, si, ricchezza ma promuovendo irrinunciabili valori etici. La precondizione per l avvento dell etica degli affari è la messa in discussione del cosiddetto mito del business amorale che esprime la convinzione, largamente diffusa, secondo la quale gli affari sono affari e lo scopo dell impresa è quello di fare profitti e creare ricchezza e questo non nel senso che gli uomini d affari siano immorali, ma nel senso che sono amorali. 3 / 5

4 Invece, essendo il business, come dicevo prima, un attività umana al pari di qualsiasi altra nostra attività, esso può e, per certi aspetti, deve essere valutato anche dal punto di vista etico. Che non si tratti solo di un astratta tesi filosofica, ma che è un idea che rispecchia un concreto modo di sentire diffuso, ormai, nell opinione pubblica, è provato dalla forte reazione di sdegno di fronte agli scandali finanziari, così come dalla costituzione di gruppi di cittadini consapevoli e responsabili come gli ambientalisti o i consumatori e ancora dal fiorire di codici e programmi etici aziendali. Tutto ciò a dimostrazione del fatto che la moralità non è un settore distaccato dalla vita, ma piuttosto, il collante dell intera società e quindi anche della sfera economica. La finanza è etica quando promuove la solidarietà non in modo assistenziale, ma quando promuove progetti che consentano, certamente, un reale rendimento economico, ma nel rispetto dei valori sui quali si fonda la dignità umana. L investimento è etico o solidale quando promuove iniziative che operano nel rispetto dell ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura e della cooperazione internazionale. In Italia gli investimenti etici hanno attecchito alla fine degli anni settanta, quando sono state costitutite le MAG (mutue di autogestione). Queste si occupano di raccogliere il denaro dei soci sotto forma di capitale sociale per finanziare iniziative economiche autogestite, offrendo opportunità di finanziamenti etici o solidali, erogando prestiti con tassi di interesse a condizioni di rientro vantaggiose e, una volta rientrati, i fondi vengono subito riutilizzati per nuovi progetti. Ciò significa che il tipo di economia su cui si imperniano le MAG, mette in circolo non solo denaro e prodotti materiali, ma beni simbolici quali la fiducia, l impegno, la responsabilità, l apertura all altro. 4 / 5

5 Perché dovrebbe essere impossibile un mondo fondato sulla pace e sulla giustizia? Un utopia ragionevole cerca di evitare sia il sogno di una società perfetta, sia l indifferenza al contesto effettivo. Un utopia ragionevole comporta l impegno sia a prendere sul serio la realtà così com è, sia ad indagare le possibilità oggettive che essa può offrire. Un utopia è ragionevole se la scienza si impegna nel progresso come dovere morale, se i valori perdono il loro carattere metafisico e diventano gli strumenti dello sviluppo : se la scienza vuole servire alla costruzione anzicchè alla distruzione, deve subordinare le sue scoperte ai valori che la filosofia può proporle e l educazione rendere operanti nel mondo e nella storia poiché essa, modificando la realtà, modifica la cultura 5 / 5

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