Gallarate 8 novembre 2016
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1 Gallarate 8 novembre 2016
2 COMPROMISSIONI FUNZIONALI, STATEGIE SCOLASTICHE: IL TEACHER TRAINING DOTT.SSA MARTA SELLA PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA COGNITIVO COMPORTAMENTALE Gallarate 8 novembre 2016
3 PROBLEMI A SCUOLA: 3 AREE APPRENDIMENTO APPRENDI MENTO MOTIVAZIONE DISCIPLINA MOTIVA ZIONE DISCIPLINA
4 OBIETTIVI LA GESTIONE DELLE LEZIONI: STRATEGIE SISTEMAZIONE DELLA CLASSE DIMINUIRE LA NOIA E IL DISTURBO INCREMENTARE INTERAZIONI POSITIVE INCREMENTARE L APPLICAZIONE AL COMPITO
5 SISTEMAZIONE DELLA CLASSE POSIZIONE DEI BANCHI A FILE FILA DI FRONTE E IN CENTRO (DAVANTI ALL INSEGNANTE) SCELTA DEI VICINI DI BANCO (CON ALTO LIVELLO DI CONCENTRAZIONE) NON VICINO A ZONE DI PASSAGGIO/FONTE DI RUMORE/DISTRAZIONE) CREARE UNO SPAZIO FISICO PER IL MOVIMENTO DIDATTICO/LUDICO NEI LABORATORI (ES. INFORMATICA) USARE PANNELLI DIVISORI PER ISOLARE IL BANCO SOTTOFONDO MUSICALE IN AURICOLARE
6 OBIETTIVI LA GESTIONE DELLE LEZIONI: STRATEGIE STABILIRE LE REGOLE COMUNICANO LE ASPETTATIVE AIUTANO A STABILIRE UN CLIMA DI GIUSTIZIA NELLA CLASSE L APPLICAZIONE SISTEMATICA INCORAGGIA I BAMBINI A COMPORTARSI IN MODO ADEGUATO AIUTANO L INSEGNANTE A RISPONDERE IN MODO OPPORTUNO A DIVERSI COMPORTAMENTI
7 STABILIRE LE REGOLE 1. LE REGOLE PER STABILIRE LE REGOLE Poche regole (3/4 per i piccoli, 5/6 per gli adolescenti) Semplici e specifiche (es. Chiedi il permesso prima di prendere qualcosa) Formulate in modo positivo (es. Camminare lentamente in corridoio) Regole specifiche per diverse situazioni (es. per attività in classe, per attività all aria aperta, per spostamenti, in palestra ) Esporre le regole
8 STABILIRE LE REGOLE 2. PARTECIPAZIONE NEL CREARE LE REGOLE - i bambini/i ragazzi le sentono proprie, aumenta l impegno a rispettarle 3. FAR RISPETTARE LE REGOLE Stabilire conseguenze positive per chi aderisce alle regole Usare procedura chiara, esplicita e concordata per la violazione delle regole Rispondere immediatamente alla violazione della regola con calma e fermezza
9 OBIETTIVI Tutte le regolarità e le scadenze prestabilite lo aiutano a comprendere LA GESTIONE DELLE LEZIONI: STRATEGIE INSTAURARE DELLE ROUTINE COME DOVE QUANDO Più routine si realizzano meno instabile sarà il comportamento
10 Ingresso in classe ad un ora fissa INSTAURARE DELLE ROUTINE Routine di inizio lezione (prendere visione di tutto il materiale utile per la lezione) Presentazione delle attività della giornata Scansione dei tempi di lavoro Pause concordate Dettatura compiti per casa e controllo Routine di saluto e di uscita a fine lezione Ridurre al minimo gli spostamenti Preparare ai cambiamenti
11 OBIETTIVI LA GESTIONE DELLE LEZIONI: STRATEGIE STABILIRE I TEMPI DI LAVORO INSEGNARE AI RAGAZZI CON ADHD A FARE STIME REALISTICHE DI GRANDEZZE, TEMPI, QUANTITÀ, DIFFICOLTÀ ABITUARLI A LAVORARE CON TEMPI STABILITI SIGNIFICA AIUTARLI A VALUTARE MEGLIO E QUINDI AD ESSERE SEMPRE PIÙ EFFICACI NELLA PIANIFICAZIONE ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
12 STABILIRE I TEMPI DI LAVORO Pochissimo tempo Poco tempo Tempo medio Molto tempo DIFFICOLTÀ DEL COMPITO Facile Alla mia portata Difficile
13 OBIETTIVI LA GESTIONE DELLE LEZIONI: STRATEGIE LA LEZIONE EFFICACE CATTURARARE E COINVOLGERE L ATTENZIONE DELL ALUNNO (SOPRAVVIVENZA!!)
14 LA LEZIONE EFFICACE seguire l ordine degli argomenti dato all inizio dell ora usare tempi di lavoro corretti (non troppo lunghi) presentare l argomento in modo stimolante (con figure, audiovisivi, ponendo interrogativi) strutturare il più possibile i compiti rendendo esplicite le procedure per il loro svolgimento usare un tono di voce variato, vivace alternare compiti attivi, che richiedono ai ragazzi di interagire e compiti passivi (l ascolto di una spiegazione)
15 LA LEZIONE EFFICACE fornire indicazioni chiare es. Andate al secondo paragrafo del quinto capitolo del libro di geografia, poi aprite il vostro atlante sulla cartina dell Europa Fornire segnali esterni visivi o uditivi per ricordare di continuare a lavorare (es. un braccialetto, un foglietto con un disegno o una frase) Suddividere i lavori più complessi in parti più piccole e concedere qualche piccola pausa programmata Dare un feedback Favorire il successo
16 PREVENIRE le difficoltà: LA LEZIONE EFFICACE anticipare i problemi potenziali e attivare strategie preventive (incontro con genitori e con gli specialisti per raccogliere informazioni, confronto con colleghi per evidenziare le situazioni di rischio, evidenziare i punti di forza dell alunno) Periodicamente riesaminare con gli alunni le regole della classe Circondare l alunno di modelli positivi Mantenere il contatto visivo con l alunno Fare liste che aiuteranno l alunno ad organizzare compiti/materiale Adattare le schede di lavoro in modo che contengano meno materiale su ogni pagina Assicurarsi che ogni giorno l alunno abbia preso nota dei compiti Usare sussidi tecnologici (PC, CALCOLATRICI, REGISTRATORI, )
17 LA LEZIONE EFFICACE: PICCOLE STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA PER L INSEGNANTE Conoscere le strategie comportamentali + autocontrollo delle proprie reazioni emotive e comportamentali Affrontare un problema per volta (anche quando la classe è molto difficile) Dirigere gli sforzi su uno o al massimo due problemi alla volta Frazionare i compiti più grandi in unità più piccole Stabilire le priorità dei problemi
18 Rilassamento (utile quando si deve IGNORARE) Respiri rilassanti Rilassamento mentale (luogo) Coltivare la relazione con i genitori Mantenere il contatto con gli specialisti Comunicare con l alunno in modo assertivo
19 LA LEZIONE EFFICACE: STRATEGIE APPROCCI CENTRATI SUL BAMBINO Favorire il dialogo interno Autoistruzione Problem solving
20 STRATEGIE PER LO STUDIO (INDICAZIONI PER LA SCUOLA) La preparazione alle verifiche/interrogazioni è efficace solo se avviene abbastanza vicino alla scadenza: accordarsi un paio (2) giorni prima su argomenti e modalità. Lo studio è efficace se si sente «sotto pressione» Fornire quesiti prima per aiutarlo a farsi un idea dell argomento Elaborazione visiva dei contenuti. Predisporre materiali es. atlante, quaderno per appunti, matite colorate, dizionario. Sintetizzare i contenuti sotto forma di appunti/schema/mappa e colorarli/aggiungere immagini. Esplicitare tempi e difficoltà del lavoro Usare programmi per PC (anche gratuiti sono validi!!)
21 Usa una penna che scorre velocemente Leggi ad alta voce Sottolinea cose importanti con colori Raccontati gli argomenti Prendi appunti: tiene svegli!! Usa abbreviazione (prendi spunto dal dizionario!) Fari schemi o disegni quando prendi appunti Nei temi prima scrivi il testo, poi la punteggiatura Ripeti le cose noiose ma importanti Non abbandonare subito le cose che ti sembrano impossibili da capire al primo sguardo Se sei stanco fai una pausa di 10 min ma non perderti in altre attività (punta timer) Se ti viene in mente qualcosa di importante fai un appunto per dopo Quanto hai finito il lavoro prenditi una giusta «ricompensa»
22 PROBLEMI A SCUOLA: MOTIVAZIONE APPRENDIM ENTO L INTERVENTO PSICOEDUCATIVO ABC rinforzi token economy MOTIVA ZIONE DISCIPLINA
23 BISOGNA RICODARE CHE IL BAMBINO/ADOLESCENTE CON ADHD NON PROGRAMMA L ATTIVITA NON E RIVOLTO VERSO DEGLI OBIETTIVI NON è PROTESO VERSO UN RISULTATO SE LO E NON LAVORA CON DETERMINAZIONE NON RIESCE A DIFFERENZIARE CIO CHE È IMPORTANTE DA CIÒ CHE NON LO È NON RICONOSCE IL LIVELLO DI DIFFICOLTÀ DEL COMPITO È CAOTICO E FRETTOLOSO
24 BISOGNA PRIMA DI TUTTO RICORDARE CHE IL BAMBINO/ADOLESCENTE CON ADHD NON TOLLERA LE FRUSTRAZIONI GLI SBAGLI LO SFORZO MENTALE COSTANTE L ATTESA DEL RISULTATO
25 BISOGNA PRIMA DI TUTTO RICORDARE CHE Le classiche misure disciplinari sono controproducenti MINACCE DI PUNIZIONE NOTE E RIMPROVERI PUNIZIONI COMPITI SCOLASTICI SOSPENSIONE OPPOSITIVITÀ - CHIUSURA DISISTIMA DI SÉ RIFIUTO-DISINVESTIMENTO UTILITÀ SECONDARIA
26 L INTERVENTO PSICOEDUCATIVO ASSESSMENT COMPORTAMENTALE : L ABC COMPORTAMENTALE A = ANTECEDENTE B = COMPORTAMENTO (BEHAVIOUR) C = CONSEGUENZE OBIETTIVO: ottenere una descrizione del comportamento problematico, identificare possibili fattori ambientali che determinano quel comportamento, scegliere un appropriata strategia di trattamento per modificare il comportamento e valutare i risultati A EVENTO ANTECEDENTE B COMPORTAMENTO C CONSEGUENZE STIMOLO RISPOSTA COMPORTAMENTALE (Comportamento è qualcosa di osservabile e modificabile) STIMOLO CONSEGUENTE
27 COS È UN RINFORZO IL RINFORZO È QUALSIASI COSA CHE AUMENTA LA FREQUENZA DI UN COMPORTAMENTO CHE PIACE AL BAMBINO 27
28 COME ESTINGUERE I COMPORTAMENTI NON DESIDERATI LA PUNIZIONE CHE NON PIACE AL BAMBINO LA PUNIZONE È QUALSIASI COSA CHE DIMINUISCE LA FREQUENZA DI UN COMPORTAMENTO
29 CONSEGUENZA NEGATIVA / ESTINZIONE / PUNIZIONE workshop La Token Economy, dott.ssa Marta Sella 27 maggio
30 LA PUNIZONE non è Non è fisica Non deve essere aggressiva LA PUNIZIONE è Deve essere correlata all azione negativa Intensa Efficace workshop La Token Economy, dott.ssa Marta Sella 30
31 PROBLEMI A SCUOLA: DISCIPLINA APPRENDIM ENTO LE CAUSE DEI PROBLEMI COME GESTIRE LA COMUNICAZIONE MOTIVAZIONE DISCIPLINA
32 LE CAUSE: RIMPOVERI CHE SOLLEVANO IL SENSO DI COLPA es. con tutto quello che faccio per te RIMPROVERI CHE «ETICHETTANO» es. svogliato AMBIENTE RIGIDO E OSTILE Maggiore rifiuto Reazioni violente IMMEDIATA ESPLOSIONE DELLE REAZIONI EMOTIVE, OPPOSIZIONE E SENTIMENTO DI ODIO Senso di colpa perché qualcuno soffre a Sensibilità ferita causa sua
33 COME GESTIRE LA COMUNICAZIONE Regola1: dimostrare COMPRENSIONE, GENTILEZZA, TRANQUILLITA Regola 2: MAI discutere o cercare accordo nella fase acuta di un conflitto Niente «FORSE» ma concentrarsi sul «QUI E ORA» (es. se rimane tempo forse domani ti interrogo) Stabilire alternative coinvolgendo il ragazzo (hai una media insufficiente, con un interrogazione puoi recuperare. Su cosa ti prepari?) Dare FIDUCIA ma CONTROLLARE (es. scrivere i compiti da solo sul diario, ma controllare)
34 CONSEGUENZA NEGATIVA / TIME OUT Il time out: la procedura prevede di far sedere il bambino su di una sedia, zitto e tranquillo per alcuni minuti (2-5), senza che si impegni in altra attività e senza alzarsi dalla sedia. LE REGOLE DEL TIME OUT: - fare una richiesta al bambino (es. smettere di fare lo sgambetto) - Se il bambino non fa ciò che gli viene chiesto, dare un avvertimento (es. se non smetti fare lo sgambetto dovrai interrompere il gioco e metterti sulla sedia per alcuni minuti ) - Se il bambino ancora non fa ciò che gli viene chiesto portarlo sulla sedia e iniziare a contare i minuti. Dirgli che se si alza, è un interruzione e voi dovrete far ripartire il conteggio dei minuti. - Scaduto il tempo, riformulare la richiesta a cui il bambino non voleva obbedire. (es. sei pronto a giocare con gli altri bambini rispettandoli?)
35 CONSEGUENZA NEGATIVA ESTINZIONE PUNIZIONE Ignorare Time out Costo della risposta!
36 Il bambino con disturbo da deficit di attenzione/iperattività non è un insieme di sintomi da ridurre, di comportamenti da rieducare, di abilità cognitive suscettibili di essere modificate: è prima di tutto un bambino che chiede di essere ascoltato e accettato. (Tironi, Marzocchi, pag. 143 Rivista disturbi dell attenzione e iperattività 4/2 aprile 2009) GRAZIE DOTT.SSA MARTA SELLA MARTA.SELLA@GMAIL.COM
37 BIBLIOGRAFIA R.j. Resnick, Impulsività, disattenzione e iperattività nell adulto, ed. Mc Graw-Hill, 2000 D. Fedeli, C. Vio, ADHD, Iperattività e disattenzione a scuola, ed. Giunti OS, 2015 C. Neuhaus, Gli adolescenti iperattivi e i loro problemi, ed. AIFA onlus, 2010 R. A. Barkley, Prendersi cura dell ADHD, ed. AIFA Onlus, 2011 D. Fedeli, Il disturbo della condotta, ed. Carrocci, 2011 Luisetti E., L assessment, Appunti corso di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale Istituto Watson Torino Borgo, della Giusta, Sibilla, Dizionario di psicoterapia cognitivo-comportamentale, ed. McGrawHill, 2001 Silvia Bonino, a cura di, Dizionario di psicologia dello sviluppo, Einaudi, 1994 Di Pietro, Bassi, Filoramo, L alunno iperattivo in classe. Problemi di comportamento e strategie educative, Erickson, 2001 E.A. Kirby, L.K. Grimley, Disturbi dell'attenzione e iperattività. Guida per psicologi e insegnanti,erickson, 1986
38 BIBLIOGRAFIA Claudio Vio, Gianmarco Marzocchi, Francesca Offredi, Il bambino con deficit di attenzione/iperattività. Diagnosi psicologica e formazione genitori, Erickson, 1999 Cesare Cornoldi, Marina Gardinale, Laura Pettenò, Annalisa Masi, Impulsività e autocontrollo. Interventi e tecniche metacognitive, Erickson, 1996 Cesare Cornoldi, Tiziana De Meo, Francesca Offredi, Claudio Vio, Iperattività e autoregolazione cognitiva, Erickson, 2001 Roletto Ezio, La scuola dell'apprendimento. Didattiche disciplinari, modelli e applicazioni operative, Erickson, 2005 Berthe Reymond Rivier, Lo sviluppo sociale del bambino e dell'adolescente, La nuva italia, 1970 E. Mc Ginnis, A.P. Goldestein, R.P. Sprafkin, N.J. Gershaw, Manuale di insegnamento delle abilità sociali. Per l'alunno con problemi di comportamento o ritardo mentale lieve, Erickson, 1998 Celi Fabio, Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini, Mc Graw Hill, 2002 Garry Martin, Joseph Pear, Strategie e tecniche per il cambiamento. La via comportamentale, Mc Graw Hill, 2000 Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Il Mulino, 1992
39 SITOGRAFIA
BIBLIOTECA BES SCUOLA PRIMARIA GORFER ELENCO TESTI E SUPPORTI MULTIMEDIALI in ordine alfabetico per titolo
ISTITUTO COMPRENSIVO «TRENTO 5» 38122 Trento (TN) Piazza R. Sanzio, 13 CF 80016460224 Tel. 0461/233896 - Fax 0461/231932 www.istitutotrento5.it segr.ic.tn5@scuole.provincia.tn.it ic.tn5@pec.provincia.tn.it
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