BOZZA NON CORRETTA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI RESOCONTO STENOGRAFICO

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1 CAMERA DEI DEPUTATI 1/9 SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI RESOCONTO STENOGRAFICO MISSIONE IN LOMBARDIA 5 MAGGIO 2011 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA Audizione del presidente della provincia di Brescia. La seduta inizia alle PRESIDENTE. Vi avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico che sarà pubblicato on-line. Leggevo dalla corposa relazione consegnata dalla provincia che è stato varato un nuovo piano provinciale dei rifiuti. Vorremmo che esponeste in sintesi quali sono i problemi e gli interventi. DANIELE MOLGORA, Presidente della provincia di Brescia. Il piano dei rifiuti provinciale era stato prima varato dalla precedente giunta, dopodiché abbiamo completato l iter sulla base delle richieste formulate dalla regione Lombardia. In quel piano si è puntato a preservare alcune zone particolarmente pregiate dal punto di vista agricolo. Abbiamo un territorio, come quello della Franciacorta, che non avrebbe una grande pubblicità se avesse al suo interno delle discariche.

2 PRESIDENTE. Pare che il 3 per cento del territorio della Franciacorta sia occupato dalle discariche. 2/9 DANIELE MOLGORA, Presidente della provincia di Brescia. Il problema è che non ne vengano aggiunte. Questo è ciò che è avvenuto in passato, per cui, proprio perché ne esistono a sufficienza e siccome quella è zona a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), sulla base di una norma relativa al decreto legislativo n. 228 del 2001, si fa opportuna richiesta anche alla regione Lombardia affinché sia finalmente tutelata. Lo stesso vale per le altre zone DOC dell interno alla provincia, come quella verso il lago di Garda. Si è, dunque, cercato di tutelare queste zone di pregio previste nelle direttive delle norme statali. Ci sono anche altre argomentazioni che riguardano il termodistruttore, e comunque si è cercato di garantire un equilibrio sull utilizzo dei rifiuti. Brescia è un territorio ambìto, da questo punto di vista, per la presenza elevata di cave, che rappresentano una tentazione per richieste di autorizzazione per discariche. Va detto che sotto diversi aspetti la città ha un attività economica molto forte dal punto di vista dell edilizia, per cui c è una richiesta anche legata al piano cave di determinate dimensioni. Inoltre, per le tipologie di rifiuto, abbiamo anche numerose acciaierie, con la conseguenza di molti scarti da acciaierie e, nel contempo, molte cave che potrebbero essere utilizzate in quest ambito. Su questo punto, in particolare, proseguiranno i colleghi su alcuni aspetti tecnici, ma mi sentirei di sollecitare, anche da un punto di vista normativo, la necessità di tornare a utilizzare i fiumi per il dragaggio e il recupero di ghiaia e sabbia. Questo che eviterebbe il consumo del territorio e ulteriori richieste poco motivate di impianti di smaltimento rifiuti. Noi abbiamo problemi al riguardo proprio per la salute dei fiumi. Si tratta di vere e proprie miniere perché il nostro territorio è fatto così. Non mi risulta, infatti, che abbiamo petrolio né altre fonti naturali. Sono queste le fonti naturali che potrebbero essere utilizzate, che in questo momento, se fossero sbloccati i divieti, potrebbero essere di supporto all economia e alla conservazione del territorio. Oggi ci sono anche delle strumentazioni idonee per misurare quanto verrebbe cavato in sede di alveo fluviale. Credo che potrebbe essere un punto di partenza particolarmente importante. L utilizzo di questi fiumi eviterebbe, oltretutto, un sacco di polemiche perché le discariche, peraltro, si sono concentrate nel tempo in determinate zone e nascerebbe la possibilità di esercitare un maggiore controllo anche sulla localizzazione. L altro tema che mi preme sottolineare è quello dei residui da acciaieria: una regolamentazione più precisa porterebbe, per quanto riguarda l inertizzazione, anziché al

3 3/9 conferimento in discarica, all utilizzo come sottofondo di opere pubbliche, strade principalmente, che ridurrebbe i costi di costruzione, annullerebbe quelli di smaltimento e libererebbe il territorio da ulteriore consumo di discariche. PRESIDENTE. Sempreché non siano sostanze pericolose. Ci è stato detto della presenza di sostanze radioattive, di cesio, essendoci stata già l esperienza a Crotone di strade fatte con sostanze pericolose. DANIELE MOLGORA, Presidente della provincia di Brescia. So che questo è un tema delicato, però, proprio per questo, va affrontato in maniera precisa. È ovvio che sulla questione radioattiva non c è niente da discutere, però proprio perché nel nostro territorio si produce quel tipo di scarti, ci sarebbe la possibilità di riutilizzarli in altra maniera, non più considerandolo rifiuto, ma elemento di ricchezza, per cui alcune questioni rimangono aperte nonostante il piano sia stato approvato con la regione Lombardia. Questa mi pare un occasione utile per dire anche che si tratta anche di mia deformazione professionale, visti i trascorsi tutte queste iniziative potrebbero dar luogo anche, dovendo preservare il territorio o, al contrario, consumarlo, a introiti fiscali ben più elevati di quelli attuali. Oggi la competenza è sostanzialmente tutta della regione, mentre mi parrebbe giusto che ci fosse una suddivisione, soprattutto con la possibilità di innalzare un carico fiscale che potrebbe non creare problemi a nessuno. Questo problema era già stato affrontato in sede di federalismo fiscale, ma è tutto lasciato alle normative regionali. Questo diventa il limite. STEFANO DOTTI, Assessore all ambiente della provincia di Brescia. Sulla richiesta che riguarda il piano rifiuti, in itinere avevamo richiesto, come diceva il presidente, una maggior attenzione e dei criteri maggiormente restrittivi per il piano. In particolare, per la Franciacorta era prevista una fascia di rispetto di 500 metri dalle zone DOC e DOCG anche per la Bassa bresciana. Esiste una certa conformazione del territorio e della falda. Peraltro, c erano state non dico delle contrapposizioni, però sicuramente diverse visioni con la regione Lombardia. C è stato, infatti, un commissariamento, il presidente era stato nominato commissario ad acta per adempiere alle prescrizioni della regione che non condivideva l impostazione che avevamo dato a questo piano, ma la nostra intenzione era soprattutto tutelare alcune zone. Parlo, appunto, della zona della Franciacorta visto anche l impatto ambientale rilevabile oggi, ma tenendo a mente soprattutto l ottica della vocazione di questo territorio.

4 4/9 Il presidente ricordava alcune questioni di carattere generale riguardo, soprattutto, al reperimento dell inerte e alla pulizia dei fiumi che potrebbero rappresentare sicuramente una buona alternativa. L aspettativa sarebbe quella di rendere facilmente attuabile questa procedura perché la pulizia dei fiumi è prevista, sappiamo che alcuni interventi sono soggetti a valutazione di impatto ambientale. La tempistica e le modalità concretamente non permettono la pulizia e l utilizzo di questo inerte in alternativa all escavazione tradizionale. Per quanto riguarda, invece, le scorie da acciaierie, la provincia di Brescia ha già in atto dei protocolli per quanto riguarda il conferimento, soprattutto del rottame. Alfa Acciai è un esempio. Naturalmente, siccome la tipologia delle scorie è molto diversificata in funzione dell impianto, del materiale immesso e del trattamento, è evidente che parliamo delle scorie nere. Ci siamo confrontati con dei rappresentanti di ARPA Lombardia ed esiste una proposta di legge per quanto riguarda le modalità di trattamento e inertizzazione di queste scorie, per l utilizzo prevalente come sottofondo stradale. Questo è un aspetto da evidenziare perché la provincia di Brescia ha circa un milione di tonnellate di scorie da acciaierie. GIANPIERO DE TONI. Attualmente dove sono? DANIELE MOLGORA, Presidente della provincia di Brescia. Una parte è avviata a ricupero, però principalmente abbiamo in provincia di Brescia otto discariche di rifiuti inerti, tre di rifiuti speciali non pericolosi, due di pericolosi e gli impianti di trattamento. Questo fa capire che in provincia di Brescia il problema principale delle discariche è legato alle scorie da acciaierie. Nella provicnia sono otto proprio per questo motivo. L aspettativa sarebbe, allora, proprio per una questione ambientale, quella di riportare a recupero, magari utilizzando come strumento anche la normativa di altri Paesi, come quella tedesca, che è riuscita in modo pratico a risolvere questa problematica. Un milione di tonnellate vuol dire circa 500 mila o 600 mila metri cubi all anno di discarica. Utilizzarli come sottofondo vorrebbe dire meno inerti, meno ghiaia, meno cave, meno discariche e quindi un risparmio e un beneficio ambientale. DANIELA MAZZUCONI. Io vorrei fare una domanda sul piano provinciale dei rifiuti e una domanda, invece, alla provincia in qualità di ente autorizzatore e controllore. La domanda sul piano provinciale dei rifiuti riguarda l area di Montichiari. Immagino che nel vostro piano, che io non conosco, sia comunque compresa quell area o delle indicazioni anche sulle prospettive da dare a quest area. Mi pare che rappresenti un po il convitato di pietra di questi

5 5/9 giorni. Chiedo, anzi, visto che oggi c è il presidente, di audire magari a Roma il sindaco di Montichiari. Mi sembra, infatti, che la questione sia davvero di una pesantezza enorme e vorrei capire il ruolo di quest area, dove insistono diversi enti gestori nel vostro piano provinciale, e quali sono, eventualmente le prospettive. Venendo alla provincia come ente che concede le autorizzazioni ed effettua i controlli, vorrei parlare della questione dei rottami radioattivi entrati, elaborati e il cui esito della lavorazione non è stato ricevuto in Sardegna ed è tornato indietro. Ieri ho chiesto al procuratore della Repubblica se fossero identificabili le fonti. Ci è stato risposto che arrivano le navi da Genova, e quindi, qualunque cosa arrivi, proviene dai Paesi dell est: non riusciamo a capire perché arrivi questo rottame radioattivo che poi si trasforma durante le lavorazioni e dà esiti pericolosi. Qui ci sono dei rifiuti con un tasso di radioattività che sono tornati a Brescia e che sono stati, se capisco bene, a questo punto stoccati: vorrei capire dalla provincia, che dovrebbe essere uno degli enti maggiormente coinvolti, quali sono le procedure che sono state seguite rispetto a questo rientro, se oggi siamo sicuri del fatto che questi rifiuti non possono recare nocumento alla popolazione e, se il caso si dovesse ripetere, che cosa si intende fare. Mi pare che qui, se volete per il senso civico della città, non sia scoppiato il pandemonio, ma se la circostanza si dovesse ripetere, dal momento che è difficile identificare la fonte di questi rifiuti, bisognerebbe avere qualche idea su una via d uscita. Vorrei sapere, soprattutto, se volete mantenere isolato questo caso oppure creare un sito dove questo tipo di rifiuti possa trovare collocazione. RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Il piano rifiuti è stato approvato a ottobre del 2010, è organizzato secondo le linee di indirizzo regionali vigenti all epoca e nel rispetto dei criteri stabiliti dalla regione, quindi la provincia in realtà non ha avuto modo di introdurre dei propri criteri restrittivi rispetto alla realizzazione e localizzazione di impianti di gestione rifiuti. Per quanto riguarda il tema della concentrazione di impianti all interno del territorio dei comuni, sostanzialmente la regione Lombardia si è limitata a evocare un indice di pressione, cioè una valutazione in ordine al rapporto tra superficie del territorio amministrativo del comune e superficie impegnata da impianti di gestione rifiuti. Tuttavia, ha chiesto alle province solo di fare questo tipo di elaborazione, non ne ha ancora definito le conseguenze.

6 DANIELA MAZZUCONI. Qual è l indice di pressione per il comune di Montichiari? 6/9 RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Non è particolarmente alto proprio perché il territorio di Montichiari è molto esteso. In effetti, il tema è proprio il parametro cui ancorare questo indice, che probabilmente non dovrebbe essere quello del territorio in senso amministrativo. DANIELA MAZZUCONI. Mi scusi, lei mi sta dicendo che tutti gli impianti attualmente localizzati che ho verificato essere muniti di tutte le autorizzazioni, di volta in volta sono stati autorizzati e lì hanno una loro collocazione? In teoria quella è un area a vocazione grandi smaltimenti. RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Quella era ed è senz altro un area a vocazione estrattiva, in particolare perché ci troviamo nella brughiera di Montichiari, caratterizzata da un giacimento di sabbia e ghiaia molto buona, molto consistente. Anche il nostro piano cave prevede degli ambiti estrattivi di notevoli dimensioni a Montichiari. Gli scorsi anni alcuni operatori hanno presentato alla regione Lombardia domanda per la realizzazione di discariche, tanto che sono state autorizzate dalla regione delle discariche vicine, laddove la provincia ne ha autorizzata solo una di inerti successivamente. DANIELA MAZZUCONI. Mi pare che lì ci sia una discarica di amianto. RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Sì. Ce ne sono quattro: una di rifiuti pericolosi, due di rifiuti speciali e amianto. DANIELA MAZZUCONI. Il problema è che alcune discariche fanno più paura di altre. La provincia è in attesa di indicazioni dalla regione. RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Sì, siamo in attesa di indicazioni della regione dal punto di vista dell indice di pressione. Per quanto riguarda i rifiuti radioattivi, faccio una precisazione di tipo legislativo: la provincia, in realtà, non ha una competenza specifica sui rifiuti radioattivi e sulla loro circolazione, che sono esclusi dal campo di applicazione del Testo unico ambientale.

7 7/9 DANIELA MAZZUCONI. Perché quell azienda non doveva produrre rifiuti radioattivi. Facciamo un passo indietro. Questo rappresenta l eccezione rispetto a una norma che doveva essere controllata, è questo che voglio dire. RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Che vi siano determinati tipi di impianti, come quelli che utilizzano rottame, che talvolta hanno questo tipo di problema, è un dato di fatto e c è da noi come in altre comunità. Chiaramente, la gestione dell eventuale rifiuto radioattivo segue altre disposizioni normative, tra le quali quella secondo la quale, in buona sostanza, in mancanza di un sito di stoccaggio a livello nazionale unico e in mancanza di altre soluzioni, il rifiuto radioattivo deve essere riportato presso un sito presso la stessa impresa che l ha prodotto. DANIELA MAZZUCONI. Mi scusi, ma per le autorità provinciali questo sarà un problema RICCARDO DAVI, Direttore area ambiente provincia di Brescia. Certamente. STEFANO DOTTI, Assessore all ambiente della provincia di Brescia. Questo è un tema che ci ha preoccupato molto perché sembra paradossale che, siccome non esiste un sito individuato per lo stoccaggio, si stocca nell azienda all interno della quale è stato prodotto questo rifiuto, tra l altro, nel caso di Lumezzane, in una zona abitata. Noi abbiamo mandato una lettera alla prefettura. La questione dei rifiuti radioattivi magari non è di nostra stretta competenza, però ci siamo permessi di sottolineare che la localizzazione, anche dello stoccaggio temporaneo, andrebbe riconsiderata. RAFFAELE VOLPI. Avete fatto una proposta riguardo al riutilizzo di una parte degli scarti delle acciaierie, è anche vero che è stata sequestrata una strada perché qualcuno aveva anticipato l idea che avete proposto. Metterei al primo posto la domanda specifica che credo vada fatta comunque: noi abbiamo una provincia con la presenza di future grandi infrastrutture, dove in ogni caso ci saranno delle progettualità che implicano il movimento terra e l individuazione di aree particolari che saranno utilizzate per queste infrastrutture: chiedevo se ci stiamo preparando per avere uno specifico controllo perché è palese, storico e comprovato che si tratta delle tipiche attività cui è sensibile la criminalità organizzata. Certamente, io non ripeto la domanda, poi ci sono i documenti, ma ovviamente la situazione

8 8/9 di Montichiari si appalesa come assolutamente preoccupante. Rispetto alle attività della pubblica amministrazione, per quanto attiene la parte dei rifiuti, quella autorizzativa delle cave e tutto ciò che è competenza nella provincia, in particolare l assessorato competente, vorrei sapere se mai ci sono state pressioni esterne da parte della malavita organizzata o anche semplicemente riconducibili agli interessi specifici che diventano normali quando si è proprietari di un «buco» che magari si pensa di poter riempire diversamente da quello che potrebbe essere il modo più logico. Infine, rispetto ad alcuni passaggi sulle opere pubbliche, abbiamo un sistema di buone pratiche per la verifica sull attuazione degli appalti? DANIELE MOLGORA, Presidente della provincia di Brescia. Voglio specificare due cose che riguardano le domande poste dai commissari: l esempio di Montichiari è dato proprio dal caso del collegamento con l attività estrattiva ecco perché prima ho parlato molto del problema delle cave e il successivo riutilizzo in termini di impianti di smaltimento. Occorre che non dico sia spezzata, ma ridotta, questa situazione di utilizzo del territorio. Altrimenti continueremo ad avere il problema dei rifiuti nonostante tutti i controlli. Montichiari, in particolare, è una zona estrattiva proprio perché c era materiale di particolare pregio. DANIELA MAZZUCONI. Scusi presidente, non è detto che tutte le volte che si fa un buco si debba per forza trasformare in una discarica, ci si possono mettere anche altre cose. DANIELE MOLGORA, Presidente della provincia di Brescia. Molte sono le cave realizzate sul territorio bresciano, sicuramente molte di più che in altre zone proprio perché l attività edilizia ne richiede un grande utilizzo. Anche se si utilizza il 10 per cento in termini di impianti di smaltimento - dico una bassa percentuale a caso - comunque ci sono sempre quattro, cinque, sei o otto discariche presenti sul territorio. Oltretutto, la normativa è venuta avanti nel tempo, molte delle cave non sono state realizzate adesso, ma costituite nell arco degli ultimi cinquant anni. L altra questione che mi preme in maniera particolare per evitare di essere frainteso è quella delle scorie di acciaieria. Proprio per questo avevo richiamato la necessita di un attenta valutazione dal punto di vista legislativo. Dobbiamo evitare sia lo smaltimento in discarica sia casi come quello verificatosi recentemente a Orzivecchi, se non ricordo male, dove evidentemente non erano state trattate. Il problema è proprio quello. Un attenta applicazione delle norme e una normativa specifica può consentire di utilizzarle in maniera utile per la comunità senza pericoli.

9 9/9 STEFANO DOTTI, Assessore all ambiente della provincia di Brescia. C è un paradosso: nella normativa sulle cave è previsto un diritto di escavazione, sulle discariche non è previsto niente. A me questo sembra un po inopportuno. Quanto meno un principio di compensazione ambientale nel caso di realizzazione di una discarica dovrebbe essere considerato. Sul controllo, onorevole Volpi, sappiamo che abbiamo ARPA, polizia provinciale e così via: il problema è il coordinamento di queste attività che possono sovrapporsi. Quanto al piano cave, senatrice Mazzuconi, avevo fatto una proposta per cui si potrebbe prevedere la cessione, magari anche pro-quota del sito ai comuni. In quel caso, il comune territorialmente competente potrebbe avere la possibilità di controllo diretto anche di un eventuale richiesta di realizzazione di discarica. L indice di pressione non funziona perché, giustamente, come anche lei diceva, a territorio grande corrisponde discarica grande. A Montichiari le quattro discariche presenti sono tutte all interno di un unico ambito estrattivo, per cui se calcoliamo l indice di pressione sui suoi chilometri, non ci siamo; se, invece, consideriamo l area di realizzazione e di stoccaggio di questo materiale, quindi tutti gli altri impianti di trattamento per quanto riguarda l impatto cumulativo, allora ci siamo, ma anche l indice di pressione, che tra l altro non è stato inserito, non è significativo. Oggi questo indice non serve a nulla. Quanto alle pressioni, a noi non risultano. Anche noi leggiamo i giornali, ma in provincia di Brescia, almeno apparentemente è giusto avere sempre il dubbio gli operatori nel settore dei rifiuti risultano tutti locali e storici, per cui non nutriamo dubbi di questo tipo. PRESIDENTE. Vi ringrazio e dichiaro conclusa la seduta. La seduta termina alle

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