EMBOLIA POLMONARE.
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- Ada Catalano
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1 EMBOLIA POLMONARE
2 DEFINZIONE Si definisce embolia polmonare, o meglio tromboembolia polmonare, una condizione clinica, acuta o ricorrente, secondaria all ostruzione dell albero arterioso polmonare da parte di formazioni trombotiche o emboliche
3 EZIOLOGIA Può essere trombotica e non trombotica: Trombotica: autoctona (trombo a localizzazione polmonare), periferica (complicanza di una Trombosi Venosa Profonda) o cardiaca (fibrillazione atriale) Non trombotica: gassosa o liquida (midollo osseo nelle fratture del bacino)
4 TRIADE DI VIRCHOW Stasi venosa Lesione vascolare Ipercoagulabilità del sangue
5 FATTORI DI RISCHIO PER EP Congeniti: deficit di Anti-Trombina III, fattore V Leyden, deficit di proteina C e proteina S Acquisiti: immobilizzazione, neoplasie, fratture, infezioni, traumi, gravidanza, terapia con E/P
6 FISIOPATOLOGIA L EP si associa ad effetti respiratori e emodinamici Respiratori: riduzione del rapporto V/P, accompagnata da ipossiemia, iperventilazione e conseguente alcalosi ipocapnica. Possibile formazione di aree di atelettasia o di infarto polmonare Emodinamici: ipertensione polmonare acuta determinata da aumento delle resistenze vascolari, seguita da insufficienza ventricolare destra e ipoperfusione coronarica e sistemica
7 SEGNI E SINTOMI Dolore toracico (diagnosi differenziale con IMA, pericardite, dissezione aortica ) Dispnea e tachipnea Tosse (stimolazione dei recettori J bronchiali) Ipotensione Cianosi Eventuale obiettività della Trombosi Venosa Profonda (edema monolaterale degli arti inferiori, positività del segno di Homans o di Bauer)
8 DIAGNOSI STRUMENTALE ECG : pattern S1Q3T3 e diagnosi differenziale con IMA Rx del torace: rilevamento di aree di necrosi polmonare dalla caratteristica forma a cuneo (apice diretto verso la carena e base verso la parete toracica) Ecocardiogramma: valutazione della funzionalità cardiaca (frazione di eiezione, volume ventricolare ) Angiografia polmonare con mezzo di contrasto mediante cateterismo
9 DIAGNOSI DI LABORATORIO Emogas analisi: quadro di Ipossiemia- Ipocapnia con alcalosi respiratoria Enzimi cardiaci: Troponina I e T, mioglobina e CPK per diagnosi differenziale con IMA D-dimero: maggiore di 500 ng/ml per valutazione dello stato coagulativofibrinolitico
10 TERAPIA Anticoagulanti: eparina e dicumarolici Fibrinolitici: streptochinasi e urochinasi Ossigenoterapia Monitoraggio e correzione della pressione arteriosa sistemica
11 ANTICOAGULANTI: dicumarolici Farmaci anti vitamina K : warfarin inibiscono la rigenerazione della forma attiva della vitamina K che funge da coenzima per la carbossilazione dei fattori della coagulazione II, VII, IX e X Somministrazione orale Monitoraggio mediante INR Antidoto: plasma o sangue fresco e vitamina K
12 Controindicazioni Recente sanguinamento gastro-intestinale Ipertensione complicata Recente intervento neurochirurgico e di chirurgia addominale maggiore Diatesi emorragiche (emofilia ) Complicanze emorragia
13 ANTICOAGULANTI: eparina Può essere normale o a basso peso molecolare ( Dalton) Normale: somministrazione per EV, monitoraggio mediante aptt e antidoto solfato di protamina Frazionata: somministrazione sottocutanea, non richiede monitoraggio dell aptt, non risponde ad antidoti ed ha emivita più lunga rispetto all eparina normale
14 PROGNOSI La probabilità che un paziente con una marcata compromissione della funzione cardiorespiratoria muoia dopo una Embolia Polmonare rilevante è alta (probabilità > 25%). Quando l'evento embolico iniziale è fatale, la morte è spesso improvvisa e sopraggiunge entro 1 o 2 h. La probabilità di un'embolia recidivante in un paziente non trattato è di circa il 50% e quasi la metà di queste recidive sono fatali. La terapia anticoagulante riduce la frequenza delle recidive al 5% circa; solo il 20% circa di esse avrà esito fatale.
15 Embolia gassosa arteriosa(ega) è una grave patologia da decompressione a cui può andare incontro un subacqueo,e si manifesta con la presenza di bolle di gas all interno della circolazione sanguigna. pan2 :570mmhg concentrazione 80% Legge di Henry P=KC Durante una rapida risalita la pressione ambiente si abbassa rapidamente e l azoto fuoriesce dalla soluzione formando bolle nei fluidi corporei. L ega nei sub è causato da un mancato rispetto delle norme di sicurezza. Velocità minima di risalita 9/10 mt/mn l interruzione dell attività respiratoria,dove il gas intrappolato,espandendosi,può rompere il polmone(polmone scoppiato).
16 Legge di boyle mariotte PV=costante la pressione da 0 a 10 mt di profondità passa da 1 a 2 bar(raddoppia). -Risalita veloce - bronchite o asma -malformazioni anatomiche Cause: intrappolamento di aria in zone polmonari Conseguenze: emorragia pneumotorace embolia gassosa Segni: sanguinamento dalla bocca e dal naso,debolezza,convulsioni,arresto respiratorio,morte. Sintomi: vertigini,disorientamento,dispnea,disturbi cardiaci,pallore,cianosi,dolore toracico. Terapia: camera iperbarica
17 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
18 D.I.: Rischio di inefficace perfusione tissutale periferica Definizione Stato nel quale la persona è soggetta, o rischia di essere soggetta a diminuzione della nutrizione e della respirazione a livello cellulare periferico per riduzione dell apporto ematico capillare CARATTERISTICHE DEFINENTI MAGGIORI: Claudicatio o dolore a riposo o dolentia Polsi arteriosi diminuti o assenti Variazione della temperatura cutanea Diminuzione della pressione arteriosa
19 CARATTETISTICHE DEFINENTI Edema MINORI: Modificazione delle funzioni sensoriali e motorie Modificazioni tissutale trofiche INTERVENTI INFERMIERISTICI: -Insegnare quali sono i fattori di rischio e le conseguenze che possono determinare -insegnare le misure preventive per ridurre i fattori di rischio
20 D.I.: ALTERAZIONE DELLA PERFUSIONE TISSUTALE PERIFERICA CORRELATA A RIDUZIONE DEL FLUSSO ARTERIOSO INTERVENTI INFERMIERISTICI : -mantenere gli arti inferiori del pz a un livello inferiore a quello del cuore -stimolarlo a fare esercizi graduali delle estremità e passeggiate -mantenere calde le estremità -seguire una dieta ricca di Vitamina C e di proteine -somministrare i farmaci prescritti
21 Obiettivi: Evitare i fattori che producono vosocostrizione cioè diminuiscono l irrorazione arteriosa: Il fumo (anche quello passivo ) Esposizione al freddo Compressioni( evitare calzini con elastici stretti, non sedersi sul bordo della sedia che preme sul cavo popliteo, non accavallare le gambe)
22 D.I. ALTERAZIONE DELLA PERFUSIONE TISSUTALE PERIFERICA CORRELATA A RIDUZIONE DEL FLUSSO VENOSO. OBIETTIVI: 1)Promuovere i fattori che migliorano la circolazione venosa INTERVENTI INFERMIERISTICI: -Elevare gli arti del pz sopra il livello del cuore ( salvo controindicazione per malattia respiratoria o cardiaca). -Valutare la convenienza dell uso di un bendaggio compressivo o di calze elastiche per prevenire la stasi venosa 2) Evitare fattori che compromettono il ritorno venoso INTERVENTI INFERMIERISTICI -evitare di stare in piedi o seduto con le gambe basse per lungo tempo -eliminare le compressioni esterne che rendono difficile il ritorno venoso
23 D.I.: INTOLLERANZA ALL ATTIVITA DEFINIZIONE : riduzione della capacità fisica di sopportare l attività a livello desiderato o richiesto CARATTERISTICHE DEFINENTI MAGGIORI: -risposta fisiologia alterata all attività(respiro, polso,p.a.) CARATTERISTICHE DEFINENTI MINORI -astenia, affaticamento, confusione mentale..
24 SIMONA CICERCHIA ALESSIA ABRAMO GIULIA LEVY GIULIANO BATELLI PAOLA PIOLI DI MARCO
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