Ipotesi progettuale di opere di mitigazione attraverso la vegetazione per il degassificatore di Porto Empedocle (Agrigento)

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1 Quad. Bot. Amb. Appl., 19 (2008): Ipotesi progettuale di opere di mitigazione attraverso la vegetazione per il degassificatore di Porto Empedocle (Agrigento) F.M. RAIMONDO, G. BAZAN, P. MARINO & P. PEDONE Centro Interdipartimentale di Ricerche sulla Interazione Tecnologia-Ambiente (C.I.R.I.T.A.), Università degli Studi di Palermo, ViaArchirafi Palermo. ABSTRACT. - Planning hypothesis for mitigation works by vegetationfor the degassifzer of Porto Empedocle (Agrigento) - The planning hypothesis for environmental restoration by integrated environmental systems of coastal areas heavy used for technical infrastructures are described. In this plan environmental, landscape and cultural aspects combine in redrawing of a coastal stretch and of the same image of the Porto Empedocle village. For environmental restoration we referto landscape models inspired both by natural local vegetation and traditional agriculture systems. Vegetal elements belonging to the cultural landscape guarantee ties with the city. One exemplification of the adopted solutions is presented in the annexed plates. Key words: environmental restoration, mitigation works, Sicily. PREMESSA Le scelte politiche di dotare la Sicilia di impianti di degassificazione, per garantire il fabbisogno energetico, ha fatto sì che, per motivazioni legate al trasporto via mare della risorsa, venissero interessate vaste aree in zone costiere già pesantemente segnate dall'espansione disordinata dei nuclei urbani esistenti. Tale circostanza ha posto la necessità di provvedere ad interventi di mitigazione ambientale dei complessi impianti tecnologici ed ha costituito, nel caso dell'impianto di Rigassificazione ENEL nell' area portuale di Porto Empedocle, occasione per misurare gli effetti di un approccio ambientale dove gli aspetti naturalistici, paesaggistici e culturali si integrano per ridisegnare un tratto di costa e l'immagine stessa della città. Il risultato di questo approccio è una "green area" capace di raccordarsi con l' insieme degli ambiti seminaturali intercettati dal progetto e costituire un elemento di continuità sistemica, tra la costa e l'interno, anche attraverso l'utilizzo di icone vegetali della tradizione culturale locale. In Sicilia, la problematica connessa alla riqualificazione ambientale e del paesaggio attraverso interventi basati sulla ricostituzione di tipologie di verde definite a seguito dello studio dei principali aspetti di vegetazione espressi dal territorio e più in generale del suo paesaggio vegetale, non è nuova. Al riguardo alcuni esempi si riferiscono proprio al territorio agrigentino (Avena & Bruno, 1979; Raimondo, 1996). I precedenti riportati dalla letteratura, tuttavia, non hanno mai riguardato casi di mitigazione di impatti tecnologici, come il caso qui preso in esame. Ne deriva che la nostra ipotesi progettuale, frutto dell'elaborazione di conoscenze acquisite per altri fini, nel caso di Porto Empedocle assume carattere sperimentale. L ' AREA DI INTERVENTO Porto Empedocle si trova nella zona litoranea sud-occidentale della Sicilia (Lat ' 07" N - Long ' 07"), a pochi chilometri da Agrigento. L'area urbana è inserita su un tratto di costa alta e scoscesa, delimitata alla base da lunghi fronti di spiagge che, in direzione della città di Licata, evolvono in un litorale frastagliato e spesso punteggiato di scogli. Il paesaggio vegetale è costituito da un mosaico di sistemi agricoli di tipo estensivo (seminativi, oliveti, mandorleti, pistacchieti, vigneti, ecc.), popolamenti forestali artificiali a Eucalyptus sp. pl., aree estrattive ed aspetti di vegetazione seminaturale espressi da praterie termoxerofile ad Hyparrhenia hirta, da praterie ad Ampelodesmos mauritanicus e da formazioni a Salso/a verticillata e Suaeda fruticosa. Presenti nell'area in ambienti semirupestri sono le macchie ad Euphorbia dendroides e Olea europea var. sylvestris a cui si associano altre specie della macchia quali Chamaerops humilis, Ceratonia siliqua, Phillyrea latifolia, Anagyris f oetida, Myrtus communis, Lycium europaeum, Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Calicotome infesta, Smilax aspera, Pyrus spinosa, Artemisia arborescens, Osyris alba, ecc. La Città si affaccia sull' area portuale costituita da un bacino artificiale chiuso da due lunghi bracci, a circa 2,50 m s.1.m., che si staccano dalla costa convergendo verso l'imboccatura, larga circa 230 metri. I due moli - denominati rispettivamente Molo di Levante (orientamento 152,

2 lunghezza 440 metri) e Molo di Ponente (orientamento 224, lunghezza metri) e su cui si affaccia la vicina centrale termoelettrica - inglobano il molo Francesco Crispi o Molo Vecchio su cui si distende la parte storica della Città. La zona interessata dal degassificatore di Porto Empedocle impegna una vasta area esterna al porto esistente, sopra descritto, ad una distanza di circa 1,5 km dal centro abitato. Essa si articola una parte in mare e l'altra a terra, costruita sulla colmata in corso di realizzazione da parte del Consorzio per l'area di Sviluppo Industriale in cui sono previsti gli impianti, i serbatoi di stoccaggio, ampie piattaforme per la movimentazione dei conteiners ed un'area filtro di oltre 100 ettari. Quest'ultima è l'area oggetto di mitigazione paesaggistica ed ambientale. Porto Empedocle, è una tipica città marinara, impreziosita dai vari luoghi storici e culturali che si intrecciano con le retrostanti colline e con le sue spiagge che si estendono per ben 3 Km. Cuore storico della città è il porto, nato come "Caricatore" di merci per la vicina Agrigento, che segnò lo sviluppo dei traffici commerciali in Sicilia già a partire da Ruggero II (1130). Successivamente, Re Federico I e poi Carlo V (1554), ma sopratutto con Re Carlo III di Borbone (1763), il "Caricatore" assunse la fisionomia di un vero e proprio porto la cui importanza, come Marina di Girgenti (Agrigento), si allargò, durante il XIX secolo, in concomitanza del periodo delle esportazioni dello zolfo. Il 4 gennaio del 1863, con l'autonomia amministrativa da Agrigento, l'area portuale ispirò l'attuale nome della città di Porto Empedocle a suggello della riconosciuta importanza strategica. Oggi, Porto Empedocle è un fiorente porto commerciale ed un apprezzato centro peschereccio. L'area portuale è il suo punto di forza, destinata ad assumere ulteriore importanza in Sicilia e nel Mediterraneo, tale da essere stata individuata come luogo delle scelte della politica energetica nazionale con la localizzazione di un nuovo impianto di degassificazione. IPOTESI PROGETTUALE Nel caso specifico, poiché l'intervento previsto interessa un ambito costiero e portuale, strategico in una ipotesi di ridisegno urbano e territoriale, l'indirizzo progettuale messo a punto e la scelta del modello vegetazionale e delle rispettive specie costruttrici e complementari da insediare, tengono conto e, in buona parte, si ispirano alle tipologie vegetazionali rappresentate non esclusivamente nell'area di intervento e nelle immediate vicinanze ma, anche, agli elementi più espressivi delle comunità naturali della costa meridionale della Sicilia. L'idea degli interventi prospettati si fonda sull'opportunità di realizzare, nel sito interessato, la riproposizione di un sistema ambientale integrato con'ispondente alle principali associazioni vegetali presenti frammentariamente nel territorio, disposte secondo un gradiente di tipo ecologico che tiene conto dei limiti imposti dalla prossimità del mare e delle azioni modellatrici dei venti dominanti. La vicinanza con la Città ha imposto, anche, una particolare riflessione per la caratterizzazione della viabilità di accesso più attigua al centro abitato e per l'arredo delle aree interne agli impianti secondo schemi più consoni alle città rivierasche (Fig. 1). Per la prima si è proposta una vera e propria "promenade" di accesso al mare con un viale articolato a 80 conifere (Pinus pinea e Pinus pinaster) e cespugli fioriti, da cui si diparte una viabilità secondaria, appena accennata e su fondo naturale, che dà accesso all'esteso spazio, luogo delle principali associazioni vegetali del territorio empedoclino. Per le aree interne agli impianti, la sistemazione a verde minimizza gli impatti delle strutture tecnologiche recuperando schemi vegetali della campagna arida dell'agrigentino e della tradizione delle ville patrizie. Risultato finale sarebbe una "green area" capace di raccordarsi con l'insieme degli ambiti seminaturali intercettati dal progetto e costituire elemento di continuità sistemica tra la costa e l'interno, garantendo, altresì, le condizioni di appartenenza all'intero sistema urbano che, teso verso una dimensione culturale e turistica, potrà attingere per l'intero arredo urbano al corredo vegetale delle associazioni naturali con minori costi di gestione. MODELLO DI RIFERIMENTO Sulla base degli indirizzi delineati, le aree disponibili verrebbero, dunque, riconfigurate seguendo due sostenibili approcci. Il primo, certamente più originale ed impegnativo, è relazionato al tema naturalistico ovvero alla riproposizione degli aspetti più espressivi della vegetazione naturale riferibile a quattro fitocenosi rilevate in vicinanza dell'area di intervento e strutturalmente corrispondenti alle seguenti tipologie: - fruticeto alofilo - fruticeto sub-alofilo - macchia bassa - macchia-foresta Il secondo segue lo schema degli impianti a verde tradizionali. Si discosta da essi solo per i richiami alle espressio ni vegetali della campagna arida dell'agrigentino, dove il paesaggio è improntato dalla presenza singola, sparsa o in nuclei talora integrati, dell'ulivo, del mandorlo, del carrubo e da elementi di arredo arboreo, ormai storicizzati, caratteristici dell'insediamento rurale e di pregio (ville e masserie) come il cipresso ( Cupressus macrocarpa ), la palma da dattero (Phoenix dactylifera) - ancora immune, rispetto alla palma delle Canarie (P canariensis), da attacchi del Punteruolo rosso (Rh.ynchophorus ferrugineus) - il fico (Ficus carica), il pino da pinoli (Pinus pinea), l'oleandro (Nerium oleander), il melograno (Punica granatum ). Un'ulteriore tipologia riguarda la rete dei percorsi e le cin ture attorno ai serbatoi per le quali si propone un modello di vegetazione arborea con elevato sviluppo verticale in grado di occultare l'impianto. La sua realizzazione prevede l'impiego di Pinus pinaster, Lagunaria patersonii e Nerium oleander per la cintura verde e di Pinus pinea, Vìburnum tinus e Coronilla emeroides per il viale che delimita a nord l'area di impianto a verde di tipo naturale (Fig. 2). Gli interventi di mitigazione si contraddistinguono per un sistema a "falce" con cui si gerarchizzano gli ambiti naturali e quelli urbano-infrastrutturali. La "falce", costituita dal bordo del viale a Pinus pinea (Fig. 3) e dell'area a verde tradizionale del degassificatore, struttura il bordo forte dell'intero sistema all'interno del quale viene definita l'area in cui vengono realizzati i modelli naturali del fruticeto alofilo, del fruticeto sub-alofilo, della macchia bassa e della macchia-foresta. Rilievo assume il viale a Pinus pinea

3 QC - Fig. 1 - Schizzo prospettico dell'area portuale di Porto Empedocle (AG) con la configurazione progettuale ipotizzata.

4 00 ~... =rlj p 1. Fruticeto alofilo (perimetrale lato mare) [ mq.]./" - 5. Viale a Pinus pinea, Vibumum tinus Phlomis fruticosa e Coronilla emeroides [ mq.] E H R E.. o - 6. Cintura verde a Pinus pinaster, Lagunaria patersonii e Nerium oleander [5.704 mq.] D 7. Impianti a verde tradizionale [ca mq.] o

5 Fig. 2 - Rappresentazione schematica degli interventi di mitigazione: a) planimetria della riproposizione degli aspetti più espressivi della vegetazione naturale; b-c) transetti del modello strutturale ~ della vegetazione proposta.

6 che definisce le aree impiantate con tipologie di verde naturale, funge da schermatura delle dissonanze edilizie costiere e subcollinari e si proietta verso il mare, secondo lo schema delle "passeggiate" delle maggiori città rivierasche nazionali, risolvendo i problemi di apparente marginalità e rivendicando all'area un uso anche in termini turistici e culturali. Il modello sopra delineato è definito dalle tipologie vegetali nel prospetto di seguito riportato. La nomenclatura dei taxa citati si riferisce a GIARDINA & al. (2007). Fruticeto alofilo (perimetrale lato mare) Atriplex halimus L. Capparis ovata Desf. Limbarda chrithmoides (L.) Dumort. Limoniastrum monopetalum (L.) Boiss. Senecio cineraria DC. Suaeda fruticosa (L.) F orsskal Suaeda vera J.F. Gmelin Fruticeto sub-alofilo (retro costiero) Ephedra fragilis Desf. Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa (S. et S.) Ball Juniperus turbinata Guss. Lycium europaeum L. Medicago arborea L. Ononis hispanica subsp. ramosissima (Desf.) Forther & Podlech Retama raetam subsp. gussonei (Webb) Greuter Tamarix africana Poir. Tamarix canariensis Willd. Tamarix gallica L. Thymelaea hirsuta (L.) Endl. Macchia bassa Artemisia arborescens L. Asparagus pastorianus Webb & Berth. Calicotome villosa (Poiret) Link Chamaerops humilis L. Coridothymus capitatus (L.) Rchb. fil. Erica multiflora L. Euphorbia dendroides L. Lonicera etrusca Santi Phlomis fruticosa L. Pistacia lentiscus L. Phillyrea latifolia L. Prasium majus L. Rhamnus lycioides subsp. oleoides (L.) Jahand. & Maire Rosmarinus officinalis L. Smilax aspera L. Spartium junceum L. Teucrium fruticans L. Macchia foresta (interno) Ceratonia siliqua L. Chamaerops humilis L. Coronilla emeroides Bois. et Spr. Fig. 3 - Rappresentazione della veduta del viale perimetrale con Pinus pinea che si affaccia sul mare. 84

7 Foto l - Capparis ovata. Foto 2 - Limbarda chrithmoides. Foto 3 - Limoniastrum monopetalum. Foto 4 - Suaeda fruticosa. Foto 5 - Juniperus turbinata. Foto 6 - Tamarix gallica. Foto 7 - Rosmarinus officinalis e Coridothymus capitatus. Foto 7 - Asparagus pastorianus. 85

8 Crataegus laevigata (Poir.) DC. Lonicera etrusca Santi Myrtus communis L. Olea europaea var. sylvestris (Mill.) Lehr. Phillyrea latifolia L. Pistacia terebinthus L. Pinus pinaster subsp. hamiltonii (Ten.) Huguet del Villa Pyrus spinosa Forssk. Quercus calliprinos Webb Quercus i/ex L. Rhamnus alaternus L. Rosa canina L. Rosa sempervirens L. Smilax aspera L. Spartium junceum L. Teucrium flavum L. Viburnum tinus L. I modelli strutturali, delineati solo dal punto di vista qualitativo, trovano completezza nello studio dei rapporti quantitativi e distributivi delle singole specie nelle comunità di riferimento. In relazione ai caratteri tradizionali del paesaggio culturale ed agrario, con riferimento a quelli dei contesti rurali e di pregio (le Ville) si propone altresì una tipologia di intervento di valore estetico in cui figurano le seguenti specie arboree e arbustive: Azzeruolo (Crataegus azarolus L.) Carrubo (Ceratonia siliqua L.) Fico (Ficus carica L.) Mandorlo (Prunus dulcis D.A. Webb var. dulcis) Melograno (Punica granatum L.) Olivo (Olea europaea L. var europaea) Cipresso (Cupressus macrocarpa Hartw.) Lagunaria (Lagunaria patersonii G. Don.) Oleandro (Nerium oleander L.) Palma da dattero (Phoenix dactylifera L.) Pino domestico (Pinus pinea L.) Pino marittimo (Pinus pinaster subsp. hamiltonii (Ten.) Huguet del Villa) Viburno (Viburnum tinus L.) Anche per questo secondo modello, gli aspetti qualitativi fomiti vanno compendiati da un'analisi delle quantità di piante per specie necessarie oltre che della loro distribuzione spaziale. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE che in quanto fornisce l'occasione per insediare specie espressive delle comunità vegetali locali, alcune delle quali rare e con esigue popolazioni in tutto il territorio regionale; grazie a questa occasione, esse potranno essere incrementate. Dal punto di vista paesaggistico, l'intervento contribuirà al riassetto visivo di un pezzo di Città, la quale potrà contare su un appropriato patrimonio vegetale per risolvere problematiche connesse alla riduzione dei costi di gestione del- 1' arredo urbano. BIBLIOGRAFIA AVENA G. C., BRUNO F., Un tentativo di ricostituzione del paesaggio vegetale per la stabilizzazione epidermica della pendice orientale della Valle dei Templi (A grigento): progetto d'intervento. - Inform. Bot. Ital. 11: GIARDINA G., RAIMONDO F. M., SPADARO V., Catologue of the plants growing in Sicily. - Bocconea 20: RAIMONDO F.M., Il paesaggio vegetale della Valle dei Templi. In: BARBERA G. E Lo PILATO G., Atti Convegno Studi "Il paesaggio della Valle dei Templi " (Agrigento). Pp.: RINGRAZIAMENTI - Studio effettuato nell'ambito della convenzione tra il C.I.R.I.T.A. e la Società N.E. Nuove Energie (Roma) avente ad oggetto "Impianto di Rigassificazione di Porto Empedocle (AG) - Incarico per l'elaborazione delle linee guida per lo sviluppo di aree a verde nel sito d'impianto e lungo il percorso del gasdotto di collegamento alla rete nazionale": responsabile prof. F.M. Raimondo. RIASSUNTO - Nel presente lavoro si presenta l'ipotesi di intervento di rinaturalizzazione con sistemi ambientali integrati di aree costiere pesantemente impegnate da infrastrutture tecnologiche, dove gli aspetti naturalistici, paesaggistici e culturali si integrano nel ridisegno di un tratto di costa e dell'immagine stessa della città di Porto Empedocle. Per gli interventi di rinaturazione ci si riferisce a modelli paes~ggistici che prendono spunto sia dalla vegetazione naturale della zona sia dai sistemi agricoli tradizionali. Elementi vegetali del paesaggio culturale garantiscono i legami con la Città. Una esemplificazione delle soluzioni adottate è rappresentata dalle tavole a corredo. Dando come superate le perplessità da iù parti manifestate per il genere d'intervento e tenuto conto del livello di degrado ambientale in cui versa l'area, le azi ni di mitigazione proposte recuperano la condizione di degrado e mettono in atto un processo di riqualificazione territoriale di cui potrebbe avvantaggiarsi la Città e secondariamente il territorio. L'adozione dell'indirizzo naturalistico aumenterà la consapevolezza dei valori dell'ambiente, mantenendo bassi i costi di gestione che gli impianti a verde realizzati con specie adattate alle caratteristiche pedoclimatiche locali comportano. Dal punto di vista ecologico-ambientale l'intervento di mitigazione proposto avrà positive ricadute naturalisti- 86

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