negli anni 50 Hofstadter utilizzò elettroni da MeV per sondare la

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "negli anni 50 Hofstadter utilizzò elettroni da MeV per sondare la"

Transcript

1 Struttura tt degli adroni e modello a partoni Scattering elastico elettrone-protone. Sezione d'urto di Rutherford, di Mott e di Rosenbluth. Risultati dell'esperimento esperimento di Hofstadter. Invarianza dalla scala. Scattering anelastico elettrone-protone. Scaling di Bjorken. Funzioni di struttura. Ipotesi dei partoni. Relazione di Callan-Gross. Quark di valenza e quark del mare. Cenni alla violazione dello scaling. 1

2 Scattering elettrone- protone Scattering elastico: negli anni 50 Hofstadter utilizzò elettroni da MeV per sondare la distribuzione di carica dei nuclei. I risultati degli esperimenti mostrarono che il protone non è una particella puntiforme e permisero di misurarne la dimensione. Scattering anelastico: nel 1967 Friedman, Kendall e Taylor iniziarono una serie di esperimenti a SLAC con elettroni fino a 0 GeV per studiare la struttura interna del protone ed andare alla ricerca dei quark. Gli esperimenti mostrarono che il protone è composto da particelle puntiformi.

3 Scattering elastico elet.-protone protone: variabili cinematiche e k=(e,k) p=(m,0) e k'=(e',k') p'=(e,p ) r r Nello scattering si misurano solo le grandezze relative all elettrone, vale a dire: energia iniziale E energia finale E angolo di diffusione Dalla conservazione del quadrimpulso si ha: E E M E' ; p' k k' k p k' p' E ; p k p k' p' kk pp k p k' k ' p' p ' k' p ' m m k p m m k' p ' e p e p r r k' k p ' p ' Valida solo per urti elastici 3

4 Scattering elastico elet.-protone protone: variabili cinematiche e k=(e,k) p=(m,0) e k'=(e',k') p'=(e,p ) r r E r EM E' p' r k k' k p k' p EM-0 E' E k' p E'( EM E') k' ( k k' ) r r ' E ' kk s EM E ' E E ' M 'co k ' Trascurando la massa dell elettrone si ha: E' k' m e 0 ; k=e ; k' =E' E' E E 1 1cos M E' E E M 1 sin N.B. E =E per M 4

5 Scattering elettrone-protone: quadrimpulso trasferito Si assume che nell interazione venga scambiato un solo fotone. k'=(e',k') k=(e,k) e e q p e Dalla conservazione del qudrimpulso si ha: K K' q q K K' q K K' K K K' K' K K' m K K' K K' e q EE' KK'cos EE' 1cos4 EE'sin Si preferisce utilizzare la variabile positiva Q Q q 4 EE' sn i N.B. questa relazione è valida anche per uno scattering anelastico, dove E ed E sono variabili indipendenti. Nel caso di scattering elastico si ha: E' E E M 1 sin 5

6 Setup di Hofstadter (1956) Nel Hofstadter e collaboratori eseguirono diversi esperimenti per misurare la dimensione e la struttura di diversi nuclei. Nel 1956 Hofstadter e McAllister utilizzarono un bersaglio gassoso di idrogeno o elio per studiare la dimensione del protone e del neutrone. Fascio: elettroni da 188 MeV Bersaglio: protoni o elio Spettrometro per misurare l angolo dell elettrone diffuso. L angolo varia da 35 a 138 6

7 Esperimento di Hofstadter: energia dell elettrone diffuso E' Il grafico mostra la correlazione tra l energia dell elettrone diffuso e l angolo di diffusione. E' E E 1 sin M Nello scattering elastico E e non sono variabili indipendenti Q=4EE'sin Ad angoli diversi corrisponde un Q diverso 7

8 Alcuni valori di E e Q E(GeV) (gradi) E (GeV) Q (GeV ) E' E E 1 sin M Q =4EE'sin 8

9 Risultati di Hofstadter p =.79 Protone puntiforme I dati suggeriscono che il protone ha una struttura. Hofstader e McAllister ricavarono che il protone ha un raggio medio di: 13 r = cm 9

10 Formula di Rutherford Consideriamo dapprima la diffusione Coulombiana di un elettrone da parte di un protone in quiete. e p p i q p f e p Se l elettrone fosse senza spin e il protone avesse massa infinita, avremmo lo scattering di Rutherford: Notare la dipendenza 1/p d d p (sin 4 i 4 )-1 L impulso trasportato dal fotone vale: q p p q p p p p i f i f i f Se il protone ha massa infinita, l elettrone conserva la sua energia cinetica: pi pf q 1 cos 4 sin pi pi Inoltre: d = sind = d-cos pd i dq dq cos d = pi d dq 4 4 q Formula di Rutherford 10

11 Sezione d urto di Mott e p p i q p f e p = angolo di scattering dell elettr. M = massa del protone E = energia dell elettrone incidente Consideriamo ora la spin dell elettrone e consideriamo il rinculo del protone. Il protone viene ancora consi- derato come una particella puntiforme priva di spin. Otteniamo in questo modo la sezione d urto di Mott. cos d d d E Mtt o d Rutherford 1 sin M Dalla formula si vede che per = la sezione d urto è nulla. Questo è in relazione con l elicità dell elettrone elettrone e nell aver considerato il protone privo di spin. L elettrone deve fare uno spin-flip, che non può essere fatto se il protone ha spin zero. 11

12 Sezione d urto di Dirac La sezione d urto di Mott tiene conto solo dell interazione elettrica tra la carica dell elettrone e quella del protone, ma non tiene conto dell interazione tra gli spin. La sezione d urto può essere migliorata introducendo nel calcolo anche lo spin del protone, considerato come una particella puntiforme di Dirac di spin ½. L elettrone interagirà i pertanto t sia con la carica che con il momento magnetico del protone (che sappiamo essere diverso da quello previsto da Dirac per una particella puntiforme). L interazione Linterazione magnetica è associata allo spinflip del protone, quindi viene privilegiato lo scattering a 180 o. La sezione d urto si può scrivere come: d d Q 1+ tan d Dirac d Mott M Interazione magnetica: importante a grandi angoli e a grandi valori di Q 1

13 Momento magnetico q L m Momento magnetico di una particella con carica q, massa m e momento angolare orbitale L qh =gg S m S=spin; g=rapporto giromagnetico. Classicamente g=1 La teoria di Dirac prevede che l elettrone abbia g= (ed ovviamente spin 1/) eh e= m e -5 ev T Magnetone di Bohr Sostituendo nella formula la massa dell elettrone con la massa del protone, abbiamo il magnetone nucleare eh N= m N -8 ev T I valori misurati del momento magnetico del protone e del neutrone sono: g = =+.79 ; p P n N N n= N= 1.91N Se fossero state due particelle di Dirac avvremmo avuto: P = N ; n = 0 Quindi la parte anomala del momento magnetico, espressa in termini di magnetone nucleare, vale: g P = 1.79 ; = n 13

14 Sezione d urto di Dirac con momento magnetico anomalo Rosembluth eseguì il calcolo della sezione d urto tenendo conto del momento magnetico anomalo del protone e considerando il protone come una particella NON puntiforme. Questo comporta l introduzione di due fattori di forma che tengano conto della distribuzione della carica e della corrente all interno del protone. Qui sotto riportiamo l espressione della sezione d urto di Rosembluth nel caso in cui q0. In questo caso la sezione d urto differisce da quella di Dirac soltanto per la presenza del momento magnetico anomalo. d d Q Q tan d d Mott 4M M Rosemb. q0 Come si vede, a parità di Q trasferito si ha: d d d d Rosemb. d Dirac d q0 Mott Ma la verità sta nel mezzo, quindi occorre introdurre dei fattori di forma nella sezione d urto. 14

15 Perché occorre un fattore di forma Un fotone può sondare delle dimensioni simili alla sua lunghezza d onda. Oggetti la cui dimensione è molto minore di vengono visti dal fotone come puntiformi. = q Se una carica è effettivamente puntiforme, il fotone la vedrà sempre come tale qualunque sia la sua lunghezza d onda. Quindi non interviene nel processo una scala che differenzi gli effetti della non puntiformità della carica. Al contrario, quando la carica NON è puntiforme ed ha una dimensione simile a, il fotone non interagirà con la carica in toto, ma con le sue singole parti e si avrà un fenomeno di interferenza. Questo comportamento viene descritto dal fattore di forma che tiene conto della distribuzione della carica. 15

16 Fattore di Forma iqr F( q ) ( r) e dv ( r ): densita' di carica d d F q d d misurata Mott Dalla misura sperimentale della sezione d urto, e dal suo confronto con la sezione d urto puntuale di Mott (ad esempio), si ricava F(q ) e da questa la distribuzione della carica all interno di un nucleo (o del protone). 1 Fq ( ) 1 q a a: fattore di scala NB.. Fq ( ) 1 16

17 Sezione d urto di Rosenbluth La sezione d urto di Rosembluth tiene conto dell interazione elettrica e magnetica dell elettrone con il protone. Occorrono due fattori di forma, uno elettrico (G E ) ed uno magnetico (G M ). Più avanti faremo vedere il calcolo esplicito di Rosembluth. d d Rosembluth Q E M d G G 4M Q + G M tan d Mott Q M 1+ 4M In pratica la formula è riscritta nel modo seguente: d d d d Ros Mott. A(Q )+B(Q ) tan Dove: Q GE G M Q A = 4M ; B = G Q M 1+ 4M M 17

18 Misura dei fattori di forma I fattori di forma G E e G M possono essere determinati facendo una serie di esperimenti a diversi valori di Q e misurando la sezione d urto differenziale d/d in funzione di d d d d exp Mott Q =.5 GeV c Slope = B(Q ) A(Q ) tan tan A = G Q 4M Q 1+ 4M E G M ; B = Q M G M Il fattore di forma magnetico, ad un dato valore di Q, viene determinato direttamente dalla slope, e quindi da questo risultato, e dal valore dell intercetta, si ricava il fattore di forma elettrico. 18

19 Legge di scala dei fattori di forma I risultati sperimentali mostrano che i fattori di forma del protone e del neutrone sono legati da una relazione molto semplice: G (Q ) G (Q ) G (Q ) = ; G (Q ) = 0 p n p M M E = p n n E Q L andamento può essere descritto da una formula di tipo dipolo: G(Q ) = 1 Q 1+ m dove m = 0.71 GeV La formula di dipolo è compatibile con la distribuzione di carica esponenziale: e r -mr 0.8 fm 19

20 Scattering elastico elet.-muone e k k ' e p q ( k k') p ' - - (Quadrimomento trasferito) L interazione Linterazione è elettromagnetica. Il diagramma di Feynman fondamentale è dato dallo scambio di un solo fotone. L elemento di matrice del processo si ottiene considerando l interazione corrente-corrente, corrente, tra la corrente di Dirac dell elettrone e quella del muone. e M u k' u k fi u p' u p q Per trovare la sezione d urto occorre fare il modulo quadro di M fi. Dato che il proiettile (elettrone) ed il bersaglio (muone) non sono polarizzati, occorre mediare sugli spin dello stato iniziale e sommare su quelli dello stato finale. 4 8 e fi 4 [ ' ' ' ' M k p k p k p k p q p p k k -m ' M ' m M ] m= massa dell elettrone; M= massa del muone 0

21 Scattering elastico elet.-muone k=(e,k) e e k'=(e',k') q=(,q) p=(m,0) p' Variabili cinematiche nel sistema di riferimento in cui il muone è fermo Valutiamo di nuovo M fi nel sistema di riferimento in cui il muone è fermo, trascurando la massa dell elettrone. Ricordiamo che: q=k-k'=p'-p p'=k-k'+p 8e 1 1 Mfi q k p k ' p k ' p k p M q 4 q 4 Sperimentalmente si misurano soltanto le grandezze relative all elettrone (Energia (E,E ) ed angolo di scattering ), le quali inserite in M fi, danno: M 8e q q M 4 fi EE' M cos sin 4 Per ottenere la sezione d urto differenziale per lo scattering dell elettrone nell angolo solido d e di energia compresa nell intervallo E e E +de, occorre aggiungere all elemento di matrice M fi, il fattore relativo allo spazio delle fasi d 4 E ' cos q sin q 4 dde' q M M 1

22 Scattering elastico elet.-muone Nello scattering elastico vi è una relazione tra l energia e l angolo dell elettrone diffuso: E' = E E 1+ 1 cos Mc Integrando la sezione d urto differenziale rispetto ad E, si ottiene: d 1 q cos sin d 4 E M 4E sin 1 sin M Questa può essere riscritta nella forma seguente: d d d q 1- tan d Mott M dove cos d d Mott 4 E 4E sin 1 sin M L equazione della sezione d urto differenziale gioca un ruolo molto importante dello studio della struttura del protone attraverso lo scattering elettrone protone. Si tenga inoltre presente che il termine sin (/) nella sezione d urto di Mott deriva dall interazione dello spin dell elettrone con il momento magnetico del muone.

23 Scattering elastico elet.-protone e p k protone k ' e q ( k k') p ' protone Il vertice protone-fotone non è il vertice di Dirac perché il protone non è una particella puntiforme L elemento di matrice è sempre dato dall interazione corrente-corrente Corrente dell elettrone: 1 M J J prot q elec. fi. ' elec. J eu k u k Il protone deve obbedire all equazione di Dirac, tuttavia la struttura complicata del protone si manifesta nel vertice di accoppiamento fotone-protone che è diverso da quello fotone-elettrone elettrone. La corrente del protone si scrive come: prot. ' J eu p u p J deve essere un quadrivettore di Lorentz. La forma più generale che si possa scrivere per, seguendo la decomposizione di Gordon, è: M F 1( q ) F( q ) i q Int. elettrica Int. magnetica 3

24 Sezione d urto di Rosenbluth F1( q ) F( q ) i q M ; i, k=1.79 magnetoni nucleari; è la parte anomala del momento magnetico ( p =.79 magnetoni nucl.) M è la massa del protone N.B. non ci sono termini in 5 perché l interazione elettromagnetica conserva la parità. Se q 0, il fotone virtuale ha una grande lunghezza d onda e non è sensibile ai dettagli della struttura del protone; quindi esso viene visto come una particella puntiforme. In questi limiti si deve avere: lim F( q ) 1 e l im F ( q ) 1 q 1 0 q 0 Dall ampiezza si può calcolare la sezione d urto, sommando sugli spin finali e mediando su quelli iniziali; in questo modo si ottiene la sezione d urto di Rosenbluth d d q F 1(q ) - F (q ) d d 4M Ros. Mott q - F 1(q )+ F (q ) tan M 4

25 Fattori di forma del protone Se il protone fosse puntiforme come il muone, k sarebbe nullo e F 1 (q ) sarebbe uguale a 1 per tutti i valori di q, in modo da riottenere il vertice di Dirac. In questo modo riotteniamo le formule trovate in precedenza per lo scattering elettrone-muone muone. d d d q 1- tan d Mott M La formula può essere scritta in un altro modo introducendo i fattori di forma elettrico e magnetico del protone: q G = F + 4M E 1 F ; G M = F 1 + F lim G = 1 ; limg = 1 + = E q 0 M p q 0 ( p = momento magnetico del protone) q GE G M d d 4M q - G M tan d d Mott q M 1-4M In pratica la formula è riscritta usando la variabile: Q = q d d d d Ros. A(Q )+B(Q ) tan Mott N.B. Q > 0 Q GE G M 4M Q Dove: A = ; B = G Q M 1+ 4M M 5

26 Invarianza di scala Consideriamo un fattore di forma di tipo dipolo: 1 F(Q ) Q 1 nucleo In questa espressione nucleo stabilisce la scala del fenomeno che si sta studiando; il comportamento delle sezioni d urto, attraverso il fattore di forma, dipende dai valori relativi di Q e della scala nucleo Se Q << F( Q) 1 In questa situazione il fotone ha una lunghezza d onda molto lunga e non è sensibile ai dettagli della struttura interna del bersaglio; la diffusione avviene e come se questi fosse puntiforme. nucleo All aumentare di Q la sezione d urto elastica puntiforme diminuisce attraverso il fattore 1/Q Tuttavia, se immaginiamo che ci sia un altra scala nucleone, ma Q << nucleone, non verrà rivelata nessuna struttura interna del nucleone. Avremo in questo modo una diffusione quasi elastica da parte dei nucleoni costituenti il nucleo. Il quasi elastico si riferisce al fatto che i nucleoni non sono liberi e risentono del moto di Fermi. Lo scattering quasi elastico avviene per x1/n, dove N è il numero di costituenti del nucleo. Il fattore di forma della sezione d urto quasi elastica è indipendente da Q, cioè non dipende dalla scala (invarianza di scala; scaling) 6

27 Invarianza di scala Quando la carica NON è puntiforme ed ha una dimensione simile a, il fotone non interagirà con la carica in toto, ma con le sue singole parti e si avrà un fenomeno di interferenza. Supponiamo ora che l oggetto non sia costituito da una distribuzione continua di carica, bensì da N cariche puntiformi. Quando la lunghezza d onda del fotone diventa molto minore dell oggetto iniziale, esso interagirà con la singola carica puntiforme. L interazione avverrà solo con una carica puntiforme e quindi non si ha un fenomeno di interferenza come nel caso di una distribuzione continua di carica (non serve il fattore di forma). Inoltre all aumentare della lunghezza d onda del fotone, l interazione avviene sempre con una carica puntiforme, quindi non interviene nessuna scala ulteriore (invarianza di scala). 7

28 Scattering elec. 400 MeV su NBQ N.B.Q aumenta all aumentare di x'=q /m =1 p x'=q 4/(4m ) p x=q /m x'=4x=1 x=0.5 0 =45 x X=0.5 Il picco anelastico diminuisce i i poco all aumentare di Q Il picco elastico diminui- i i sce all aumentare di Q 0 =60 8

29 Scattering anelastico elettrone-protone e k protone p e k ' q=(k-k'),q p ' adroni, massa invariante W Nello scattering elastico le particelle dello stato iniziale, elettrone e protone, conservano la propria identità. Se aumentiamo il quadrimpulso trasferito, q, dall elettrone al protone (e quindi l energia trasferita ), il protone può essere eccitato in un suo stato risonante, ad esempio la +, ritornando poi nel suo stato fondamentale emettendo un pione. e p e e p 0 Aumentando ancora di più il q trasferito, il protone perde completamente la sua identità e vengono prodotti al suo posto molti adroni. In ogni caso assumiamo che il meccanismo fondamentale dell interazione i sia lo scambio di un solo fotone. Sperimentalmente si misurano soltanto le grandezze relative all elettrone, ovvero la sua energia e l angolo di diffusione. La sezione d urto misurata in questo modo viene chiamata sezione d urto inclusiva. 35

30 Relazioni cinematiche e k protone p e k ' q 4 EE ' i q=(k-k'),q p ' 4 'sin adroni, massa invariante W p k p' k' Conservazione del quadrimpulso q k k' p' p Quadrimpulso trasportato dal fotone q (, q) ; p=(m,0) Il protone è fermo nel laboratorio p'=p+q p ' p q pq Consideriamo lo scattering elastico. In questo caso il protone rimane un protone, quindi p =M M p q pq q M Nello scattering elastico vi è una relazione tra l energia trasferita misurata nel laboratorio, ed il quadrimpulso trasferito q Consideriamo ora lo scattering anelastico, in questo caso e q sono variabili indipendenti: p' W p q=m W è la massa invariante degli adroni prodotti N.B. M e sono valutati nel laboratorio Q = q È una definizione, in questo modo Q >0 Q M M W 36

31 Relazioni cinematiche: x e Q Introduciamo una nuova variabile cinematica, x (variabile di Bjorken), che sarà molto importante nello studio dello scattering profondamente anelastico. x Q M (N.B. nello scattering elastico x = 1) Q xm Le regioni nelle quali sia Q che sono grandi si chiamano di scattering profondamente anelastico. Queste regioni sono molto importanti perché è dove si rivela la struttura interna del protone, il quale consiste di partoni puntiformi. Q W=M W X=1 Produzione di risonanze Regione proibita dalla cinematica X=0.75 X=0.50 X costante Q xm Scattering anelastico X=0.5 M W ' M Q M M W 37

32 Apparato sperimentale Vi erano tre spettrometri per misurare l angolo e l energia dell elettrone diffuso Nel lavoro di Friedman, Kendal, Taylor et al. del 1969, si riporta la misura della sezione d urto differenziale i anelastica, misurata a =6 e 10, e l energia dell elettrone incidente variava da 7 a 17 GeV. Il momento trasferito Q arrivava fino a 7.4 GeV 38

33 Esempio di scattering anelastico d dde' Risonanza 39

34 Sezione d urto doppio differenziale E(GeV) Q (GeV) d dde' =4 Risonanze varia poco al variare di Q W(GeV) 40

35 Confronto tra le sezioni d urto elastica e anelastica exp. M o t t =10 W=massa invariante Fattore di forma Q L energia dell elettrone incidente varia tra 7 e 17 GeV I dati si discostano chiaramente dalla sezione d urto elastica prevista, indicando l esistenza di particelle puntiformi all interno del protone. 41

36 Scattering anelastico elettrone- protone: sezione d urto La sezione d urto del processo di diffusione può essere scritta come: d 4 E' = S 4 dde' Q Dove S rappresenta la struttura del bersaglio. Nel caso dello scattering elastico e-, dove sia e che sono senza struttura, si ha: Q Q See cos sin M M dove M è la massa del muone. La esprime il fatto che e Q non sono variabili indipendenti. Nel caso della diffusione anelastica ep > ex, e Q sono variabili indipendenti, ed abbiamo pertanto: S epex = W(Q,)cos +W 1 (Q,)sin La struttura complessa del protone è riflessa dalla presenza di due funzioni di struttura W 1 e W, che per valori di Q inferiori a circa 1 (GeV/c), sono funzioni sia di Q che di. Bjorken ipotizzò che, se il protone fosse composto da particelle puntiformi, lo scattering quasi elastico dell elettrone con queste particelle, doveva esibire un invarianza di scala, cioè la sezione d urto doveva essere indipendente da Q, e dipendere solo dal rapporto x=q /M 4

37 Scaling di Bjorken In altri termini, secondo lo scaling di Bjorken, le funzioni di struttura W 1 e W devono ridursi a quelle puntiformi: Q Q Q W 1 = - = - ; W m m m m è la massa della particella costituente. Ricordando che: le relazioni i come: 1 ax = a x Q Q mw1 Q, = 1- = m m possiamo riscrivere x 1- x Q W Q, = 1- = x m 1-x Come si vede queste funzioni di struttura sono funzioni solo di x (scaling di Bjorken). Possiamo dire che con l aumentare di Q, e quindi con il diminuire della lunghezza d onda del fotone, la diffusione elastica dal protone, che può essere considerata come l azione coerente di tutti i quark all interno del protone, viene sostituita dalla sovrapposizione incoerente della diffusione elastica dei singoli quark puntiformi. Q Riassumendo, nel limite Q, dove x =, si ha: m mw Q, F(x) ; W Q, F (x) 1 1 int. magnetica int. elettrica I dati sperimentali supportano questa ipotesi per Q > (1 GeV/c) 43

38 Evidenza dello scaling mw Q, 1 1 (int. magnetica) F (x) Q x = M M Q W Q, F (x) = (int. elettrica) Si vede sperimentalmente che F 1 e F sono delle funzioni monotone di una sola variabile 44

39 Scaling(delle(funzioni(di( struura( 0.4' 0.5 w 0 O. l x ' a ao X a 0 I ss~ o a 0 pa a s o 0 I I I I I I I 0 0 E=IO.O GeV 0 Eall. 5 GeV 0 E=16.0 GeV (a) ~ cp- O.l I I I I I I I I ω=1/x( Da9(dell esperimento(slac(a( due(differen9(angoli(e(energia( del(fascio(variabile( Evidenza(dello(scaling(( νw(q,ν)(!(f(x)( 4q (b) I I I I I I I I I I IO I I 5 I 4 I I I I I I 56789IO I I Gd 6'

40 Evidenza dello scaling W Q, F (x) x = 0.5 F non varia Q 45

41 Interpretazione dello scaling La prima interpretazione fisica dello scaling di Bjorken fu data da Feynman nel Feynman ipotizzò che il protone fosse formato da particelle puntiformi chiamate PARTONI. Feynman postulò che ciascun partone trasportasse una frazione x dell energia e della quantità di moto del protone. Ci sono diversi i tipi i di partoni. Un partone di tipo i ha il quadrimpulso: p=x i p m=x M (M è la massa del protone) i (P è il quadrimpulso del protone) Si può dimostrare che la frazione x del momento del partone è proprio uguale alla variabile x di Bjorken: Q x = M (Ricordiamo che è l energia trasferita dall elettrone al protone nel sistema del laboratorio) Da questa formula discende immediatamente che, mettendo m=xm, abbiamo: Q = = xm Q m che è la relazione che lega e Q per uno scattering elastico su una particella puntiforme di massa m 47

42 Dimostrazione: Consideriamo un sistema di riferimento in cui il protone ha una quantità di moto così grande che tutte le masse in gioco e tutti i momenti trasversi possono essere trascurati (infinite momentum frame). In questo S.R. il quadrimpulso del protone è: p (E,p) = (p,0,0,p) Il protone è visto come uno sciame di partoni, tutti con impulso trasverso nullo rispetto alla direzione di volo del protone, ed ognuno di essi avente una frazione x della quantità di moto, della massa e dell energia energia del protone. (xp+q) Quadrimpulso acquistato da partone dopo l urto (xp+q) m 0 (massa del partone) p =M 0 q x p + xp q + q =0 (massa del protone che può essere trascurata) p q è un invariante relativistico e può x p q essere calcolato in qualsiasi sistema di riferimento, ad esempio nel sistema del p = (M,0,0,0) 0 0) laboratorio dove il protone è fermo Mentre per il fotone si ha: q = (,q) dove E-E' è l energia trasferita dall elettrone al protone nel sistema del laboratorio. pq pq = M M q Q x c.v.d. M M N.B. è rigorosamente valida solo nell infinite momentum frame 48

43 Friedman: 49

44 Scattering elettrone-partone Partoni spettatori Assumendo che i partoni siano particelle puntiformi di spin ½ possiamo scrivere la sezione d urto differenzia- i le dello scattering elastico elettrone-partone partendo dalla formula dello scattering elettrone-muone. Nella formula dobbiamo rimpiazzare con e i, dove e i è la carica frazionaria del partone. d 4 E' Q Q = e 4 icos + ei sin dde' Q mi mi Se confrontiamo questa formula con quella della sezione d urto anelastica elettrone-protone: d 4 E' = W (Q,)cos +W (Q,)sin 4 1 dde' Q abbiamo, ricordando che m i =xm: W = e Q Q i 1 i - 4x M mi ; Q i W = e i - mi 50

45 Relazione di Callan-Gross I partoni che non partecipano allo scattering si comportano da spettatori. I contributi dei singoli quark alla sezione d urto differenziale dello scattering inelastico si sommano incoerentemente (non c e interferenza, si sommano le sezioni d urto e non le ampiezze). Ogni partone trasporta una frazione x dell impulso del protone, dove la frazione x può essere diversa da partone a partone. Indichiamo con f i (x) la probabilità che un partone di tipo i abbia la frazione x dell impulso del protone. analogamente Q Q W(Q 1, ) = e i i f(x) i - dx 4M x Mx ei MW 1(Q, ) = f i i(x) F 1( x) x= Q M Q W(Q, ) = ef(x) i i i - dx M x W (Q, ) = e xf (x) F i i i Confrontando le due relazioni si ha: ( x) xf 1(x) = F ( x) Questa si chiama relazione di Callan-Gross ed è valida solo per partoni di spin ½. Dalla sua verifica sperimentale si ricava che i partoni hanno spin ½ 51

46 Verifica sperimentale della relazione di Callan-Gross a Derived from Table XV of A.Bodek et al., Phys. Rev. D0 (1979) 1471 S=1/ S=0 xf 1(x) = F ( x) I dati supportano la presenza all interno del protone di particelle puntiformi cariche di spin ½ Si ricordi che la funzione di struttura F 1 è legata all interazione i magnetica, ed una particella di spin zero non interagisce magneticamente. 5

47 Struttura a quark del nucleone Lo scaling di Bjorken può essere riassunto nelle relazioni: ei MW 1(Q, ) F 1( x) = f i i(x) W(Q 1, ) F( x) = eixf(x) i I numeri quantici degli adroni derivano dalla loro composizione in quark; tuttavia se aggiungiamo coppie quark-antiquark, i numeri quantici non cambiano. Distinguiamo quindi i quark di valenza dai quark del mare. Utilizzando i numeri quantici dei quark u, d e s, possiamo scrivere per F, nello scattering elettroneprotone: ep 4 p p 1 p p 1 p p F = x u (x)+u (x) + d (x)+d (x) + s (x)+s (x) u p (x) è la pdf (probability density function) del quark u nel protone, cioè la probabilità che il partone abbia la frazione di impulso del protone compresa tra x e x+dx. Per lo scattering elettrone-neutrone si può scrivere: en 4 n n 1 n n 1 n n F = x u (x)+u (x) + d (x)+d (x) + s (x)+s (x) I quark u e d formano un doppietto di isospin, quindi per l invarianza delle interazioni forti per rotazioni nello spazio SU() di isospin, ci aspettiamo che: i p n u(x) = d(x) u(x) p n d(x)= u (x) d(x) p n s(x) = s(x) s(x) Più vincoli simili per le altre coppie qq più pesanti 53

48 Quark di valenza e quark del mare Per ogni quark possiamo scrivere in generale: q(x) = q (x) + q (x) v s valenza sea (mare) Dato che i quark di valenza del protone sono u e d, dobbiamo avere: q(x) v = 0 per s, s, u, d quindi nel protone i quark s (e gli altri quark più pesanti) e gli antiquark, devono appartenere al mare, mentre per i quark u e d si ha: u(x) = u ( x) + u (x) ; d(x) = d (x) + d(x ) v s v Se facciamo la semplificazione che i tre quark leggeri compaiono nel mare con la stessa frequenza e la stessa distribuzione in impulso, abbiamo: s u s(x) = d s(x) = s s(x) = u s(x) = d s(x) s(x) Con queste parametrizzazioni le funzioni di struttura del protone e del neutrone diventano: ep x 4 F = 4u v(x)+d v(x) xs(x) 9 3 en x 4 F = u v(x)+4d v(x) xs(x) 9 3 N.B. i quark del mare derivano dal fatto che questi interagiscono tra loro mediante lo scambio di gluoni, i quali a loro volta possono formare delle coppie virtuali quark-antiquark 54

49 Verifica dell esistenza dei quark del mare Valutiamo il rapporto tra le funzioni di struttura del neutrone e del protone in funzioni di x. Consideriamo due casi estremi: a) Quark del mare dominanti, ci aspettiamo che questo avvenga a piccolo x: F (x) F ( x) en ep 1 b) Consideriamo il caso in cui domini u v (ricordiamo che u indica la pdf di u nel protone e di d nel neut.) F (x) u +4d 1 F (x) 4u +d 4 en v v ep v v domina il mare Dominano i quark u 55

50 F per diverse composizioni del protone L interazione tra i quark ridistribuisce l impulso tra di loro 56

51 Verifica della forma di F Ricordiamo che: ep x 4 F = 4u v(x)+d v(x) xs(x) 9 3 en x 4 F = u v(x)+4d v(x) xs(x) 9 3 Sottraendo le due espressioni, togliamo il contributo dei quark del mare: F (x) F ( x) ep en ep en x F (x) () F (x) () = u v(x) () d v ( x) 3 57

52 Integrali delle funzioni di struttura: contributo del gluone Ricordiamo la forma di F : ep 4 p p 1 p p 1 p p F = x u (x)+u (x) + d (x)+d (x) + s (x)+s (x) en 4 n n 1 n n 1 n n F = x u (x)+u (x) + d (x)+d (x) + s (x)+s (x) () () () () () () Essa è del tipo xf(x), quindi dal suo integrale possiamo ricavare la frazione di impulso del protone trasportata dalle particelle cariche al suo interno; in questa valutazione si può trascurare il contributo della frazione di impulso trasportata dai quark s ep F dx = x(u+u)dx + x(d+d)dx f u + fd en F dx = x(d+d)dx d)dx + x(u+u)dx u)dx f d + f u (protone) (neutrone) 1 f= u x(u+u)dx 0 f u = Frazione dell impulso del protone trasportata da tutti i quark u e u ed 1 f f = d x(d+d)dx analogamente per f d 0 Le misure sperimentali danno: ep 4 1 F dx = f u + f d en 4 1 F dx = f d + f u f 0.36 u f 0.18 d Solo il 50% dell impulso del protone è trasportato dai quark e antiquark, il resto è trasportato dai gluoni 58

53 Sum rules Le funzioni di distribuzione di probabilità (pdf) dei quark devono soddisfare alcune regole di somma. Ad esempio, per il protone abbiamo: 1 u(x)-u(x) dx = () () 0 1 d(x)-d(x) dx = s(x)-s(x) dx = 0 0 quark u di valenza 1 quark d di valenza stranezza 0 Per confermare queste regole di somma, occorre analizzare lo scattering dei neutrini e degli antineutrini, che avviene per interazione debole tramite lo scambio di un W. Questo permette di distinguere i quark dagli antiquark. 59

54 Interazioni neutrino-nucleonenucleone A questo punto del corso diamo soltanto alcune formule che riguardano lo scattering neutrino (antineutrino) con il nucleone. Consideriamo soltanto le reazioni di corrente carica (scambio di un W); allora la conservazione della carica e del numero leptonico, fa si che si hanno le reazioni: d u ; u d u d ; d u Ricordiamo come abbiamo identificato le funzioni di distribuzioni di probabilità dei quark all interno del protone e del neutrone: p n d(x) = u(x) p n s(x) = s(x) p n u(x) = d(x) u(x) d(x) s(x) Per semplicità si usano bersagli isoscalari, ovvero con lo stesso numero di neutroni e di protoni. Si tenga presente che il neutrino misura d e u, mentre l antineutrino misura u e d p n d(x) + d(x) = d(x) + u(x) Q(x) p n u ()+ (x) u (x) () = u(x) ()+d() d(x) Q(x) Q() Nell interazione del neutrino (antineutrino) compare una terza funzione di struttura, F 3, dovuta all interferenza tra le correnti vettoriali e assiali. 60

55 Violazione dello scaling: F (x,q ) La violazione NON è dovuta ad una dimensione finita dei quark. Essa è dovuta alla continua interazione tra i partoni all interno del protone. 61

56 Processi(Drell+Yan((( Le(proprieta (delle(funzioni(di(stru7ura(sono( universali(e(non(dipendono(dalla(reazione( par9colare(studiata( Deve(essere(possibile(calcolare(sezioni(d urto( diverse(u9lizzando(le(funzioni(di(stru7ura(misurate( nel(deep(inelas9c(sca7ering.(prendiamo(ad( esempio(la(produzione(di(coppie(di(leptoni(in( collisione(adrone+adrone( Sezione(d urto(elementare(per(cos9tuen9( pun9formi:(

57 Processi(Drell+Yan((( Nel(modello(a(partoni:( Sperimentalmente(misuriamo( La(funzione(delta(assicura(il(constraint(cinema9co( τ=m /s(

58 Processi(Drell+Yan(( Ipotesi(di(scaling(in(questo( processo(:(

59 Modern(PDF(sets(

60 Impact(of(LHC(Drell+Yan(

Scattering anelastico elettrone- protone: sezione d urto

Scattering anelastico elettrone- protone: sezione d urto Scattering anelastico elettrone- protone: sezione d urto Nello scattering elastico elettrone-muone si ha la formula seguente per la sezione d urto differenziale: d σ 4 α E ' θ cos q θ sin q = 4 δ ν + dωde'

Dettagli

negli anni 50 Hofstadter utilizzò elettroni da MeV per sondare la

negli anni 50 Hofstadter utilizzò elettroni da MeV per sondare la Struttura tt degli adroni e modello a partoni Scattering elastico elettrone-protone. Sezione d'urto di Rutherford, di Mott e di Rosenbluth. Risultati dell'esperimento esperimento di Hofstadter. Invarianza

Dettagli

Scattering elettrone-protone

Scattering elettrone-protone Scattering elettrone-rotone Nel 1950 Hofstadter utilizzò elettroni da 180 MeV er sondare la distribuzione di carica dei nuclei. Consideriamo darima la diffusione Coulombiana di un elettrone da arte di

Dettagli

Adroni e quarks. MeV e 135 MeV rispettivamente e I =1,-1,0

Adroni e quarks. MeV e 135 MeV rispettivamente e I =1,-1,0 Adroni e quarks L'interazione forte non distingue tra neutrone e protone, essi sono quasi degeneri in massa (938.3 939.6 MeV) Heisenberg ipotizzo' che neutrone e protone fossero due stati delle stessa

Dettagli

Programma del corso di Particelle Elementari

Programma del corso di Particelle Elementari Programma del corso di Particelle Elementari 1. Le interazioni fondamentali 1.1 Costituenti elementari 1.2 Quark e colore 1.3 Il colore come carica dell interazione nucleare 1.4 Unità naturali 1.5 Interazione

Dettagli

20 giugno La sezione d urto invariante impolarizzata per il processo (1) è

20 giugno La sezione d urto invariante impolarizzata per il processo (1) è 20 giugno 2002 e (p 1 ) + e + (p 2 ) γ(k) + Z 0 (q) (1) (i tetra-impulsi delle particelle sono indicati in parentesi). 1. Si scrivano i diagrammi di Feynman rilevanti per il processo, e si scriva l espressione

Dettagli

Riassunto della lezione precedente

Riassunto della lezione precedente Riassunto della lezione precedente Linee generali della teoria dello scattering con sonde elettromagnetiche: - sezione d urto inclusiva - sezione d urto inclusiva elastica - caso della particella scalare

Dettagli

Riassunto della lezione precedente

Riassunto della lezione precedente Riassunto della lezione precedente Linee generali della teoria dello scattering con sonde elettromagnetiche: - sezione d urto inclusiva - sezione d urto inclusiva elastica: caso della particella scalare

Dettagli

Come esplorare la struttura interna di protoni e neutroni: esperimenti e teoria - II. Mauro Anselmino, Università di Torino & INFN 26 Agosto 2008

Come esplorare la struttura interna di protoni e neutroni: esperimenti e teoria - II. Mauro Anselmino, Università di Torino & INFN 26 Agosto 2008 Come esplorare la struttura interna di protoni e neutroni: esperimenti e teoria - II Mauro Anselmino, Università di Torino & INFN 26 Agosto 2008 Deep Inelastic Scattering (DIS), 1970 protone o neutrone

Dettagli

Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali gennaio 2013

Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali gennaio 2013 Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali gennaio 203 Primo Modulo. Urto Bhabha in QED Considerare il processo e + e e + e nella regione di energia per cui la massa degli elettroni

Dettagli

Complementi di Fisica Nucleare I

Complementi di Fisica Nucleare I Complementi di Fisica Nucleare I Marco Radici e-mail: radici@pv.infn.it Stanza P-48, tel. 0382-507451 http://www.pv.infn.it/~radici/ffnotes/ Bibliografia F. Close An Introduction to Quarks and Partons

Dettagli

Fisica dei mesoni. Mesoni sono particelle con spin intero e interagisce coi barioni (nucleoni) attraverso le forze forti, elettromagnetiche e deboli

Fisica dei mesoni. Mesoni sono particelle con spin intero e interagisce coi barioni (nucleoni) attraverso le forze forti, elettromagnetiche e deboli Fisica dei mesoni Mesone π e quello piu leggero nella famiglia dei mesoni E la particella che viene scambiato nell interazione forte nucleone-nucleone ed e quindi responsabile della maggiore componente

Dettagli

Da Rutherford ai quark

Da Rutherford ai quark Da Rutherford ai quark Rutherford (1911): come è fatto il nucleo di un atomo? SLAC (1970): come è fatto un protone? Le domande sono simili, la tecnica si è raffinata, ma il metodo è sempre quello di Rutherford

Dettagli

ed infine le interazioni nucleari forte e debole? dove E rappresenta l energia cinetica della particella α, e K è: K = e2 2Z

ed infine le interazioni nucleari forte e debole? dove E rappresenta l energia cinetica della particella α, e K è: K = e2 2Z Introduzione 1. Stima il valore delle energie dei fotoni necessarie per risolvere distanze atomiche, e poi nucleari. 2. Per quali ragioni fisiche le interazioni fondamentali sono state storicamente identificate

Dettagli

Fisica Nucleare e Subnucleare III. Le violazioni di scaling e la QCD. mercoledì 11 novembre 2009

Fisica Nucleare e Subnucleare III. Le violazioni di scaling e la QCD. mercoledì 11 novembre 2009 Fisica Nucleare e Subnucleare III Le violazioni di scaling e la QCD 1 Variazione di α s con Q 2 Come la QED, la costante di accoppiamento della QCD deve essere rinormalizzata, e in conseguenza, varia con

Dettagli

Quarks sono fermioni di spin ½ e quindi esistono gli antiquarks. Struttura ripetuta di 3 particelle : u d s

Quarks sono fermioni di spin ½ e quindi esistono gli antiquarks. Struttura ripetuta di 3 particelle : u d s Quarks sono fermioni di spin ½ e quindi esistono gli antiquarks Struttura ripetuta di 3 particelle : u d s con 3 quarks ½, 3/2 ++ Viola il principio di Pauli numero quantico colore (il principio di Pauli

Dettagli

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Roberta Sparvoli Rachele Di Salvo Universitá di Roma Tor Vergata Lezione 10 A.A. 2016-2017 Roberta Sparvoli Rachele Di Salvo (Universitá di Roma Tor Istituzioni

Dettagli

Divagazioni sulla fisica delle particelle. La struttura della materia Le particelle fondamentali Le interazioni fondamentali

Divagazioni sulla fisica delle particelle. La struttura della materia Le particelle fondamentali Le interazioni fondamentali Divagazioni sulla fisica delle particelle La fisica delle particelle come pretesto per fare alcune semplici considerazioni di fisica La struttura della materia Le particelle fondamentali Le interazioni

Dettagli

Pasquale Di Nezza. Incontri di Fisica, LNF 05/10/05

Pasquale Di Nezza. Incontri di Fisica, LNF 05/10/05 Lo Spin delle particelle: un puzzle ancora da risolvere? Pasquale Di Nezza Incontri di Fisica, LNF 05/0/05 Affascinati dallo spin Pensate di aver capito qualcosa? Ora aggiungete lo spin -- R. Jaffe N.

Dettagli

Riassunto della lezione precedente

Riassunto della lezione precedente Riassunto della lezione precedente formula generale di Rosenbluth per scattering inclusivo (an)elastico; confronto con caso elastico puntiforme scaling fondamento del QPM: in regime cinematico di DIS (Q

Dettagli

Dal modello a quark alla QCD

Dal modello a quark alla QCD Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza Lezione 14 Dal modello a quark alla QCD Il modello a quark alla QCD Il modello a quark permette di classificare gli adroni (mesoni e barioni):

Dettagli

La struttura del nucleone

La struttura del nucleone La struttura del nucleone 90% del materiale dai proff. Ragusa e Mandelli Scattering elettrone-nucleone Capitolo 8: The Structure of the Nucleon Negli anni 50 con la formulazione del modello a quark (statico)

Dettagli

STUDIO DI RISONANZE BARIONICHE ATTRAVERSOLezione LA FOTOPRODUZION. FOTOPRODUZIONE DI MESONI SCALARI, VETTORIALI E DI PARTICELLE STRANE (I Parte)

STUDIO DI RISONANZE BARIONICHE ATTRAVERSOLezione LA FOTOPRODUZION. FOTOPRODUZIONE DI MESONI SCALARI, VETTORIALI E DI PARTICELLE STRANE (I Parte) STUDIO DI RISONANZE BARIONICHE ATTRAVERSO LA FOTOPRODUZIONE DI MESONI SCALARI, VETTORIALI E DI PARTICELLE STRANE (I Parte) Lezione 22 22 1 / 22 RICHIAMI DI QCD PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA QCD (Cromodinamica

Dettagli

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 16. Proprietà isotopiche della corrente adronica Corrente Adronica: Fattori di Forma

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 16. Proprietà isotopiche della corrente adronica Corrente Adronica: Fattori di Forma Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 16 30.11.2017 Proprietà isotopiche della corrente adronica Corrente Adronica: Fattori di Forma anno accademico 2017-2018

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA. REGISTRO DELLE LEZIONI (di cui all art. 39 del Regio Decreto 6 aprile 1924, n. 674)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA. REGISTRO DELLE LEZIONI (di cui all art. 39 del Regio Decreto 6 aprile 1924, n. 674) Mod. 1/147 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA Facoltà di Scienze M.F.N. REGISTRO DELLE LEZIONI (di cui all art. 39 del Regio Decreto 6 aprile 1924, n. 674) di Fisica delle particelle elementari

Dettagli

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 18. Neutrino deep inelastic scattering Modello a partoni del nucleone Correnti neutre

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 18. Neutrino deep inelastic scattering Modello a partoni del nucleone Correnti neutre Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 18 4.12.2018 Neutrino deep inelastic scattering Modello a partoni del nucleone Correnti neutre anno accademico 2018-2019

Dettagli

G.V. Margagliotti. Appunti di Introduzione alla Fisica Nucleare e Subnucleare a.a. 2017/18

G.V. Margagliotti. Appunti di Introduzione alla Fisica Nucleare e Subnucleare a.a. 2017/18 G.V. Margagliotti Appunti di Introduzione alla Fisica Nucleare e Subnucleare a.a. 2017/18 2017 Indice 1 Preambolo 11 1.1 I costituenti fondamentali della materia............ 12 1.2 Elementarietà...........................

Dettagli

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 15

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 15 Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 15 22.11.2018 Polarizzazione nel decadimento del mesone π Decadimento del leptone τ: τ π ν τ Proprietà isotopiche della

Dettagli

interpretazione del modello a partoni

interpretazione del modello a partoni interpretazione del modello a partoni Nel modello a partoni, la sezione d urto per un partone con frazione di momento longitudinale pari a z sarà: " # $ dz q( z)" parton ( zp + q) z D altra parte, per

Dettagli

1) Definisci l energia di legame di un nucleo. 01 2) Definisci il Q-valore della reazione: 01 A+B C +D

1) Definisci l energia di legame di un nucleo. 01 2) Definisci il Q-valore della reazione: 01 A+B C +D Domande Contenute nel File: nuclei_1.tex 1) Definisci l energia di legame di un nucleo. 01 2) Definisci il Q-valore della reazione: 01 A+B C +D 3) Come viene definita l unità di massa atomica? 01 4) Disegna

Dettagli

Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali maggio 2007

Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali maggio 2007 Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali maggio 27. Urto elettrone-protone. Primo Modulo Considare l urto elastico elettrone-protone in QED, ossia il processo e p e p, nel limite

Dettagli

Bosone. Particella a spin intero, che obbedisce alla statistica di Bose-Einstein, che è opposta a quella di Fermi-Dirac.

Bosone. Particella a spin intero, che obbedisce alla statistica di Bose-Einstein, che è opposta a quella di Fermi-Dirac. Particelle ed Interazioni fondamentali Fermione. Particella a spin semintero, che obbedisce alla statistica di Fermi-Dirac, cioè due fermioni con gli stessi numeri quantici non possono coesistere in uno

Dettagli

Fisica delle Interazioni Fondamentali. All'inizio del '900 due grandi rivoluzioni scientifiche. Meccanica Quantistica. Relatività Ristretta

Fisica delle Interazioni Fondamentali. All'inizio del '900 due grandi rivoluzioni scientifiche. Meccanica Quantistica. Relatività Ristretta Fisica delle Interazioni Fondamentali All'inizio del '900 due grandi rivoluzioni scientifiche Meccanica Quantistica Relatività Ristretta (più tardi anche Relatività Generale) ONDE GRAVITAZIONALI MECCANICA

Dettagli

FAM. = 5 4 Mc2 = E C = 5 2 Mc2 1 v2. c 2. 2 M 2M) = 1 2 Mc2

FAM. = 5 4 Mc2 = E C = 5 2 Mc2 1 v2. c 2. 2 M 2M) = 1 2 Mc2 Serie 19: Soluzioni FAM C. Ferrari Esercizio 1 Collisione completamente anelastica Utilizziamo la conservazione dell energia e della quantità di moto (sistema isolato) in cui trattiamo A e B all inizio

Dettagli

Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali giugno 2005

Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali giugno 2005 Problemi per il corso di teoria delle interazioni fondamentali giugno 2005 Primo Modulo 1. Urto Bhabha Determinare la sezione d urto differenziale per l urto e + e e + e, nel limite di alta energia in

Dettagli

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 15

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 15 Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 15 28.11.2017 Corrente adronica debole Decadimento del mesone π Decadimento del leptone τ: τ π ν τ Proprietà isotopiche

Dettagli

Università degli Studi dell Aquila Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Materiali Corso di Fisica della Materia Prof. L.

Università degli Studi dell Aquila Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Materiali Corso di Fisica della Materia Prof. L. Università degli Studi dell Aquila Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Materiali Corso di Fisica della Materia Prof. L. Lozzi Testi degli esercizi svolti in aula Corpo Nero 1. Il corpo

Dettagli

PARITA. Parità Parità intrinseca Conservazione della Parità

PARITA. Parità Parità intrinseca Conservazione della Parità PARITA Parità Parità intrinseca Conservazione della Parità PARITÀ L operatore di inversione spaziale è una trasformazione discreta che inverte il segno delle tre coordinate spaziali: P x, y, z -x, -y,

Dettagli

vita media risonanze matrice S e probabilità di transizione regola d oro di Fermi QED e diagrammi di Feynman

vita media risonanze matrice S e probabilità di transizione regola d oro di Fermi QED e diagrammi di Feynman sezione d urto durto vita media risonanze matrice S e probabilità di transizione regola d oro di Fermi QED e diagrammi di Feynman 0 Che cosa si misura: sezioni d urto durto a + b qualunque cosa proiettile

Dettagli

Programma del Corso di Fisica Nucleare Anno Accademico Prof. Annalisa D'Angelo Prof. E.Pace

Programma del Corso di Fisica Nucleare Anno Accademico Prof. Annalisa D'Angelo Prof. E.Pace Programma del Corso di Fisica Nucleare Anno Accademico 2014-2015 Prof. Annalisa D'Angelo Prof. E.Pace Lunedì 6 Ottobre 2014 1. Introduzione al corso e scambio di informazioni con gli studenti. Introduzione

Dettagli

Scattering inelastico con neutrini

Scattering inelastico con neutrini Fenomenologia del Modello Standard Prof. A. Andreazza Lezione 6 Scattering inelastico con neutrini Deep Inelastic Scattering con neutrini I neutrini sono delle sonde eccezionali per studiare il nucleone:

Dettagli

Come esempio consideriamo i nuclei 1 3 H e 2 3 He che differiscono nelle loro proprietà

Come esempio consideriamo i nuclei 1 3 H e 2 3 He che differiscono nelle loro proprietà Il formalismo dello spin isotopico Le proprietà dei nuclei isobari sono estremamente diverse a seconda del diverso numero atomico Z e di conseguenza del numero di neutroni N = A Z. Questi nuclei hanno

Dettagli

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 20. Correnti neutre Unificazione elettrodebole

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 20. Correnti neutre Unificazione elettrodebole Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 20 9.01.2018 Correnti neutre Unificazione elettrodebole anno accademico 2017-2018 Interazioni di corrente neutra Vogliamo

Dettagli

I POSTULATI DELLA MECCANICA QUANTISTICA

I POSTULATI DELLA MECCANICA QUANTISTICA 68 I POSTULATI DELLA MECCANICA QUANTISTICA Si intende per postulato una assunzione da accettarsi a priori e non contraddetta dall esperienza. I postulati trovano la loro unica giustificazione nella loro

Dettagli

Riassunto della lezione precedente

Riassunto della lezione precedente Riassunto della lezione precedente interazione debole distingue stati di parità diversa: nuova struttura antisimmetrica in tensori leptonico e adronico in regime DIS nuova funzione di struttura F 3 (flavor

Dettagli

Scattering di Rutherford

Scattering di Rutherford Scattering di Rutherford Solo interazione con il campo Coulombiano Da V=T ricavare d d= (1/4πε 0 zze 2 )/T b= (d/2) cotθ/2 Cu 27 Al 13 A parita di energia e angolo c e un fattore 4 in piu di particelle

Dettagli

Misura del momento di dipolo elettrico del τ con l'esperimento BaBar

Misura del momento di dipolo elettrico del τ con l'esperimento BaBar 19/09/2012 Misura del momento di dipolo elettrico del τ con l'esperimento BaBar Roma Tre & INFN Lab. Nazionali di Frascati Babar Collaboration Outline Il momento di dipolo dei leptoni Metodo di misura

Dettagli

L INTERAZIONE ELETTROMAGNETICA

L INTERAZIONE ELETTROMAGNETICA L INTERAZIONE ELETTROMAGNETICA 1 Le equazioni d onda relativistiche L applicazione del principio di corrispondenza: E i h t, p i h 1 alla relazione relativistica tra energia e impulso: porta alla equazione

Dettagli

Se la funzione è analiticamente invertibile, estratto q, si può ricavare x = x(q).

Se la funzione è analiticamente invertibile, estratto q, si può ricavare x = x(q). La tecnica Monte Carlo Il metodo Monte Carlo è basato sulla scelta di eventi fisici con una probabilità di accadimento nota a priori. sia p(x) la distribuzione di probabilità con la quale si manifesta

Dettagli

Costanti di Accoppiamento

Costanti di Accoppiamento Costanti di Accoppiamento Fenomenologia delle Interazioni Elettrodeboli Diego Bettoni Anno Accademico 8-9 La costante di struttura fine in realtà non è una costante, ma varia in funzione del uadrimpulso

Dettagli

Beta decay. max e ) -5 Legge di Sargent

Beta decay. max e ) -5 Legge di Sargent Beta decay Nuclei emettono elettroni con una distribuzione continua di energia Il valore massimo dell energia energia cinetica dell elettrone elettrone e circa uguale alla differenza di massa tra i nuclei

Dettagli

CRISI DELLA FISICA CLASSICA e FISICA DEI QUANTI Esercitazione

CRISI DELLA FISICA CLASSICA e FISICA DEI QUANTI Esercitazione ! ISTITUTO LOMBARDO ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE Ciclo formativo per Insegnanti di Scuola Superiore - anno scolastico 2017-2018 Prima lezione - Milano, 10 ottobre 2017 CRISI DELLA FISICA CLASSICA e FISICA

Dettagli

2.3 Percorso residuo (range)

2.3 Percorso residuo (range) Figure 13: Determinazione del range a partire da una curva di trasmissione (I èil numero di particelle tramesse per unità di tempo in funzione delle spessore t essendo I 0 il numero di particelle entranti)

Dettagli

Il modello a shell fallisce nella predizione dello spin totale del nucleo 6 3

Il modello a shell fallisce nella predizione dello spin totale del nucleo 6 3 Problema 1 Il modello a shell fallisce nella predizione dello spin totale del nucleo 6 3 Li. Tuttavia la misura del suo momento magnetico fornisce il valore µ = 0.82 µ N. I momenti magnetici del protone

Dettagli

Effetto Compton. Nicola Cabibbo 27 Novembre 2000

Effetto Compton. Nicola Cabibbo 27 Novembre 2000 Effetto Compton Nicola Cabibbo 27 Novembre 2000 In questa nota consideriano il processo Compton di diffusione di un fotone su un elettrone,γ + e γ + e. La nota integra la trattazione che si trova in Mandl

Dettagli

MISURA DI SEN 2 (θ ) W DALL INTERAZIONE. Valentina Zambrano

MISURA DI SEN 2 (θ ) W DALL INTERAZIONE. Valentina Zambrano MISURA DI SEN DA INTERAZIONE N. Valentina Zambrano Correnti Cariche e Correnti Neutre CC: cambia lo stato di carica del vertice d interazione. e u e NC: non cambia lo stato di carica del vertice d interazione.

Dettagli

FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE II. a.a. 2014/2015 Dott. Marco Rescigno, INFN/Roma

FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE II. a.a. 2014/2015 Dott. Marco Rescigno, INFN/Roma FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE II a.a. 2014/2015 Dott. Marco Rescigno, INFN/Roma Presentazione Recapiti: Stanza 103/a (dietro Aula Amaldi) Tel. 06-49914943 Orario delle lezioni Martedi-Giovedi 11-13 Aula

Dettagli

La struttura del nucleone

La struttura del nucleone Fenomenologia del Modello Standard Prof. A. Andreazza Lezione 4 La struttura del nucleone Scattering elettrone-nucleone Capitolo 8: The Structure of the Nucleon Negli anni 50 con la formulazione del modello

Dettagli

CAPITOLO 1 ELETTROSTATICA

CAPITOLO 1 ELETTROSTATICA CAPITOLO 1 1.1 Introduzione Nell elettromagnetismo studieremo fenomeni elettrici e magnetici che rappresentano un altra interazione fondamentale della natura (dopo quella gravitazionale che abbiamo visto

Dettagli

Misura del momento magnetico dell elettrone

Misura del momento magnetico dell elettrone FACOLTÀ Università degli Studi di Roma Tre DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Corso di Laurea in Fisica Misura del momento magnetico dell elettrone Candidato: Andrea Sciandra Matricola 4480 Relatore:

Dettagli

Unità didattica 10. Decima unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia

Unità didattica 10. Decima unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia Unità didattica 10 Radioattività... 2 L atomo... 3 Emissione di raggi x... 4 Decadimenti nucleari. 6 Il decadimento alfa.... 7 Il decadimento beta... 8 Il decadimento gamma...... 9 Interazione dei fotoni

Dettagli

Iniziamo, a questo punto, lo studio del nucleo atomico con la determinazione delle caratteristiche orbitali dei protoni.

Iniziamo, a questo punto, lo studio del nucleo atomico con la determinazione delle caratteristiche orbitali dei protoni. Espressione teorica delle forze nucleari e caratteristiche di moto dei nucleoni. Nell Art. 5 abbiamo visto che il nucleo atomico, per poter fornire incrementi dell energia di legame, per aggiunta di un

Dettagli

Radioattività. 1. Massa dei nuclei. 2. Decadimenti nucleari. 3. Legge del decadimento XVI - 0. A. Contin - Fisica Generale Avanzata

Radioattività. 1. Massa dei nuclei. 2. Decadimenti nucleari. 3. Legge del decadimento XVI - 0. A. Contin - Fisica Generale Avanzata Radioattività 1. Massa dei nuclei 2. Decadimenti nucleari 3. Legge del decadimento XVI - 0 Nucleoni Protoni e neutroni sono chiamati, indifferentemente, nucleoni. Il numero di protoni (e quindi di elettroni

Dettagli

FAM A+B C. Considera la disintegrazione di una particella A in due particelle B e C: A B +C.

FAM A+B C. Considera la disintegrazione di una particella A in due particelle B e C: A B +C. Serie 19: Relatività VIII FAM C. Ferrari Esercizio 1 Collisione completamente anelastica Considera la collisione frontale di due particelle A e B di massa M A = M B = M e v A = v B = 3/5c, tale che alla

Dettagli

sezione d urto di interazione neutroni - 12 C

sezione d urto di interazione neutroni - 12 C Interazione dei neutroni con la materia Poiché il neutrone ha carica nulla esso non interagisce elettricamente con gli elettroni dell atomo, ma subisce solo interazioni nucleari con i nuclei della materia

Dettagli

Particelle e interazioni

Particelle e interazioni Particelle e interazioni Fernow La fisica delle particelle si occupa dei costituenti elementari della materia e delle interazioni fra essi Gli strumenti fondamentali sono gli acceleratori ed i rivelatori

Dettagli

p e c = ev Å

p e c = ev Å Corso di Introduzione alla Fisica Quantistica (f) Soluzioni Esercizi: Giugno 006 * Quale la lunghezza d onda di de Broglie di un elettrone che ha energia cinetica E 1 = KeV e massa a riposo m 0 = 9.11

Dettagli

1) Definisci l energia di legame di un nucleo. 01 2) Definisci il Q-valore della reazione: 01 A + B C + D

1) Definisci l energia di legame di un nucleo. 01 2) Definisci il Q-valore della reazione: 01 A + B C + D Domande da un punto Nuclei 1 1) Definisci l energia di legame di un nucleo. 01 2) Definisci il Q-valore della reazione: 01 A + B C + D 3) Come viene definita l unità di massa atomica? 01 4) Disegna schematicamente

Dettagli

PROBLEMA A DUE CORPI: STATI DEL CONTINUO

PROBLEMA A DUE CORPI: STATI DEL CONTINUO Capitolo 10 PROBLEMA A DUE CORPI: STATI DEL CONTINUO Riprendiamo l equazione di Schrödinger per il sistema di due particelle interagenti con l intento di cercare la classe di soluzioni che descrivono stati

Dettagli

LA STRUTTURA DEL PROTONE. Vincenzo Barone Università del Piemonte Orientale!

LA STRUTTURA DEL PROTONE. Vincenzo Barone Università del Piemonte Orientale! LA STRUTTURA DEL PROTONE Vincenzo Barone Università del Piemonte Orientale! Quasi tutta la massa ordinaria (più del 99%) è concentrata nei nucleoni (protoni e neutroni). Ma Copernicanesimo estremo Composizione

Dettagli

L interazione nucleone - nucleone

L interazione nucleone - nucleone Lezione 25 L interazione nucleone - nucleone 1 Introduzione Un analisi riduzionistica della struttura nucleare considera i nuclei composti da nucleoni. A loro volta i nucleoni sono composti da quark e

Dettagli

Leptoni. Reattore 150 MW, un antineutrino ogni E=10 MeV, 1020 al secondo. A una distanza d=10m

Leptoni. Reattore 150 MW, un antineutrino ogni E=10 MeV, 1020 al secondo. A una distanza d=10m Leptoni La scoperta diretta del anti/neutrino elettronico: reazione beta inversa: 1) serve un grosso flusso di antineutrini a causa delle piccolissime sezioni d'urto 2) distinguere questa reazione da un

Dettagli

Appendice 11 Coefficienti di Clebsch-Gordan

Appendice 11 Coefficienti di Clebsch-Gordan Appendice 11 Coefficienti di Clebsch-Gordan Corso di Fisica Nucleare e SubNucleare II Professor Carlo Dionisi A.A. 2008-2009 Spin e momento angolare La terra, nel suo moto, trasporta due speci di momento

Dettagli

Corso di Fenomenologia delle Interazioni Fondamentali LM in Fisica, AA Silvia Arcelli

Corso di Fenomenologia delle Interazioni Fondamentali LM in Fisica, AA Silvia Arcelli Corso di Fenomenologia delle Interazioni Fondamentali LM in Fisica, AA 2014-15 Silvia Arcelli Verso il Modello Standard: Scoperta del charm 10 Marzo 2015 1 Scoperta del charm, del tau e del beuty Il quarto

Dettagli

Capitolo 2 La Struttura degli Adroni

Capitolo 2 La Struttura degli Adroni Capitolo La Struttura degli Adroni Corso di Fisica Nucleare e Subnucleare II Professor Carlo Dionisi Secondo Semestre A.A. 008-009 15-4-005 1 Capitolo : Diffusione elastica, inelastica e profondamente

Dettagli

I Bonus per lo scritto del corso di Fisica Nucleare e Subnucleare I ( A.A ) 11 Aprile 2012

I Bonus per lo scritto del corso di Fisica Nucleare e Subnucleare I ( A.A ) 11 Aprile 2012 Nome e Cognome: Docente: I Bonus per lo scritto del corso di Fisica Nucleare e Subnucleare I ( A.A. 2011-2012 ) 11 Aprile 2012 Al collisore Hera del laboratorio Desy di Amburgo, un fascio di elettroni

Dettagli

Evidenza delle diverse famiglie di neutrini

Evidenza delle diverse famiglie di neutrini Fenomenologia del Modello Standard Prof. A. Andreazza Lezione 2 Evidenza delle diverse famiglie di neutrini Diversi tipi di neutrini Agli inizi degli anni 60 si sapeva che il numero leptonico era conservato

Dettagli

Introduzione alla meccanica quantistica. Vincenzo Barone

Introduzione alla meccanica quantistica. Vincenzo Barone Accademia delle Scienze di Torino 9 novembre 2017 Introduzione alla meccanica quantistica Vincenzo Barone barone@to.infn.it Parte I: Le basi della meccanica quantistica (questioni didattiche) Parte II:

Dettagli

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 4. Equazione di Dirac 3 Scattering di Coulomb. Effetti polarizzatori Tecniche di tracce di matrici γ

Interazioni Elettrodeboli. Lezione n. 4. Equazione di Dirac 3 Scattering di Coulomb. Effetti polarizzatori Tecniche di tracce di matrici γ Interazioni Elettrodeboli prof. Francesco Ragusa Università di Milano Lezione n. 4 11.10.2018 Equazione di Dirac 3 Scattering di Coulomb. Effetti polarizzatori Tecniche di tracce di matrici γ anno accademico

Dettagli

L interazione nucleone - nucleone

L interazione nucleone - nucleone Capitolo 1 L interazione nucleone - nucleone 1.1 Introduzione Un analisi riduzionistica della struttura nucleare considera i nuclei composti da nucleoni. A loro volta i nucleoni sono composti da quark

Dettagli

Lecce- XI scuola estiva di fisica Mirella Rafanelli. I sistemi estesi. La dinamica oltre il punto..

Lecce- XI scuola estiva di fisica Mirella Rafanelli. I sistemi estesi. La dinamica oltre il punto.. Lecce- XI scuola estiva di fisica - 2018 Mirella Rafanelli I sistemi estesi La dinamica oltre il punto.. Lecce- XI scuola estiva di fisica - 2018 Mirella Rafanelli Nota bene: quanto segue serve come strumento

Dettagli

Metodo variazionale e applicazione all atomo di elio

Metodo variazionale e applicazione all atomo di elio Metodo variazionale e applicazione all atomo di elio Descrizione del metodo Il metodo detto variazionale è un metodo approssimato che si usa per ottenere una stima dell energia dello stato fondamentale

Dettagli

Interazioni nucleone-nucleone

Interazioni nucleone-nucleone Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza Lezione 6 Interazioni nucleone-nucleone Interazioni nucleone-nucleone (cap. 4 del Krane) Finora abbiamo descritto delle proprietà dei nuclei,

Dettagli

Sistema arciere-arco

Sistema arciere-arco Sistema arciere-arco Consideriamo un ragazzo su uno sateboard mentre cade. Oltre alla forza peso che gestisce il moto verso il basso durante la caduta, nella direzione orizzontale al terreno avremo che

Dettagli

Introduzione. Elementi di Fisica delle Particelle Elementari. Diego Bettoni Anno Accademico

Introduzione. Elementi di Fisica delle Particelle Elementari. Diego Bettoni Anno Accademico Introduzione Elementi di Fisica delle Particelle Elementari Diego Bettoni Anno Accademico 006-007 Programma del corso 1. Introduzione.. Simmetrie discrete: P, C, T. 3. Isospin, stranezza, G-parità. 4.

Dettagli

Esercizio I Sia data una particella libera in tre dimensioni descritta a t = 0 dalla funzione d onda

Esercizio I Sia data una particella libera in tre dimensioni descritta a t = 0 dalla funzione d onda Compito I di MQ. Febbraio 0 Sia data una particella libera in tre dimensioni descritta a t = 0 dalla funzione d onda ψ( x = f(r (r + ix con Hamiltoniana H = µbl y determinare la funzione d onda al tempo

Dettagli

Consideriamo un sistema composto da due particelle identiche. Due particelle sono identiche se hanno le stesse proprietà intrinseche (massa, carica,

Consideriamo un sistema composto da due particelle identiche. Due particelle sono identiche se hanno le stesse proprietà intrinseche (massa, carica, Consideriamo un sistema composto da due particelle identiche. Due particelle sono identiche se hanno le stesse proprietà intrinseche (massa, carica, spin, ). Esempi: due elettroni, due protoni, due neutroni,

Dettagli

All'inizio del '900 due grandi rivoluzioni scientifiche. Relatività Ristretta. Meccanica Quantistica (più tardi anche Relatività Generale)

All'inizio del '900 due grandi rivoluzioni scientifiche. Relatività Ristretta. Meccanica Quantistica (più tardi anche Relatività Generale) All'inizio del '900 due grandi rivoluzioni scientifiche Relatività Ristretta Meccanica Quantistica (più tardi anche Relatività Generale) Fisica delle Interazioni Fondamentali J. J. Thomson (1868-1957)

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA. REGISTRO DELLE LEZIONI (di cui all art. 39 del Regio Decreto 6 aprile 1924, n. 674)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA. REGISTRO DELLE LEZIONI (di cui all art. 39 del Regio Decreto 6 aprile 1924, n. 674) Mod. 1/147 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA Facoltà di Scienze M.F.N. REGISTRO DELLE LEZIONI (di cui all art. 39 del Regio Decreto 6 aprile 1924, n. 674) di Fisica delle particelle elementari

Dettagli

Sezione d urto classica

Sezione d urto classica Capitolo Sezione d urto classica In meccanica classica, ogni particella del fascio incidente segue una traiettoria ben definita sotto l azione del potenziale. Se V (r) è centrale, il momento angolare è

Dettagli

1. Scrivere l equazione di Schrödinger unidimensionale per una particella di massa m con energia potenziale V (x) = mω2

1. Scrivere l equazione di Schrödinger unidimensionale per una particella di massa m con energia potenziale V (x) = mω2 1 Teoria Una particella di massa m = 1 g e carica elettrica q = 1 c viene accelerata per un tratto pari a l = m da una differenza di potenziale pari av = 0 volt Determinare la lunghezza d onda di De Broglie

Dettagli

Funzione d onda dello stato fondamentale (trascurando l interazione elettrone-elettrone)

Funzione d onda dello stato fondamentale (trascurando l interazione elettrone-elettrone) -e -e +2e ATOMO DI ELIO. Considero il nucleo fisso (sistema di riferimento del centro di massa, circa coincidente col nucleo). I due elettroni vanno trattati come indistinguibili. -e -e +2e SENZA il termine

Dettagli

Fisica adronica e funzioni di struttrura. Luciano Pappalardo

Fisica adronica e funzioni di struttrura. Luciano Pappalardo Fisica adronica e funzioni di struttrura Luciano Pappalardo Incontro studenti - Ferrara 14-16 Ottobre 009 Di cosa è fatta la materia? Il Modello Standard delle particelle e delle interazioni elementari

Dettagli

L atomo di idrogeno (1) H T = p2 1 2m 1. + p2 2 2m 2. + V ( r 1 r 2 ) (2) Definiamo le nuove variabili: 1. La massa totale M M = m 1 + m 2 (3)

L atomo di idrogeno (1) H T = p2 1 2m 1. + p2 2 2m 2. + V ( r 1 r 2 ) (2) Definiamo le nuove variabili: 1. La massa totale M M = m 1 + m 2 (3) L atomo di idrogeno Il problema dell atomo di idrogeno é un problema esattamente risolubili ed i suoi risultati possono essere estesi agli atomi idrogenoidi, in cui solo c é solo un elettrone sottoposto

Dettagli

La natura ondulatoria della materia

La natura ondulatoria della materia La natura ondulatoria della materia 1. Dualismo onda-particella 2. Principio di indeterminazione di Heisemberg 3. Struttura del nucleo XV - 0 Dualismo onda-particella Come la radiazione presenta una doppia

Dettagli

Docente: Alessandro Melchiorri

Docente: Alessandro Melchiorri Astronomia Lezione 26/11/2012 Docente: Alessandro Melchiorri e.mail:alessandro.melchiorri@roma1.infn.it Sito web per slides lezioni: oberon.roma1.infn.it:/alessandro/astro2012/ Le lezioni astronomia012_*.pdf

Dettagli

Modelli atomici Modello atomico di Rutheford Per t s d u i diare la t s rutt ttura t a omica Ruth th f or (

Modelli atomici Modello atomico di Rutheford Per t s d u i diare la t s rutt ttura t a omica Ruth th f or ( Modello atomico di Rutheford Per studiare la struttura tt atomica Rutherford (1871-1937) 1937) nel 1910 bombardòb una lamina d oro con particelle a (cioè atomi di elio) Rutherford suppose che gli atomi

Dettagli

Capitolo 14 Interazione radiazione-materia: i neutroni

Capitolo 14 Interazione radiazione-materia: i neutroni Capitolo 14 Interazione radiazione-materia: i neutroni 14.1 Interazione dei neutroni con la materia Poiché il neutrone ha carica nulla esso non interagisce elettricamente con gli elettroni dell atomo,

Dettagli

FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE II

FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE II Programma del del corso di di FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE II A.A. A.A. 2005-2006 2005-2006 III III Trimestre Trimestre Carlo Carlo Dionisi Dionisi Testi Consigliati [ APP-CD] Appunti del corso di Carlo

Dettagli