CONTROLLO DEL MOVIMENTO E GRANDI SINDROMI MOTORIE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CONTROLLO DEL MOVIMENTO E GRANDI SINDROMI MOTORIE"

Transcript

1 CONTROLLO DEL MOVIMENTO E GRANDI SINDROMI MOTORIE

2 Organizzazione centrale normale di movimento, postura, tono ed equilibrio ENCEFALO VIE CENTRALI FUNZIONE MOTORIA AZIONI MUSCOLARI Neoencefalo CORTECCIA CEREBRALE Area motrice primaria (Area 4) Fascio piramidale Via motrice cortico spinale diretta CERVELLETTO regolazione Movimento volontario selettivo (precisione) Piccoli ms. della mano (movimento fine) MOVIMENTO Aree motrici associative (Aree 6,5,7,21 e 22) Fasci cortico pontini NEOCEREBELLO Emisferi cerebellari e nucleo denticolato Movimento volontario globale ms. poliarticolari (ruolo balistica) catene cinetiche muscolari Paleoencefalo Nuclei grigi cerebrali centrali V.extrapiramidali pallidali e sotto ottico striate PALEOCEREBELLO Verme, globulo e flocculo Motricità automatica antigravitaria e posturale ms. monoarticolari (sostegno intersegmentario) coppie mm. antagonisti POSTURA Archiencefalo Tronco cerebrale sostanza reticolare, nucleo vestibolare V.extrapiramidali del tronco ARCHICEREBELLO Nucleo fastigiale Regolazione tonica dell equilibrio ms. assiali e cinturali TONO EQUILIBRIO

3 Via cortico reticolo spinale Organigramma del movimento volontario tronco cervello midollo A B C D Corteccia cerebrale Regolazione posturale N.Grigio centrale (striato) Neostriato (Putamen) Regolazione temporo spaziale Motricità volontaria selettiva Motricità volontaria globale Regolazione tonico posturale facilitatoria Regolazione tonico posturale inibitoria Paleostriato (Pallido) A- mesencefalo B- ponte C- midollo allungato D- cervelletto Tronco cerebrale Cervelletto Neocerebello Paleocerebello Archicerebello Equilibrio Fascio reticolo spinale laterale (nel midollo) Midollo spinale App.Vestibolare Fascio Piramidale Vie Extra-Piramidali

4 SINDROMI MOTORIE 3 tipi di motilità volontaria automatica riflessa 2 tipi di controllo del movimento segmentale (unità motoria) encefalico

5 Controllo segmentale del movimento Unità motoria. 3 CLASSI (tipi): - Classe I: fibre rosse, prevalentemente aerobie e ricche di mitocondri (slow oxidative); muscolo soleo - Classe II B: fibre bianche anaerobie, più grandi, a contrazione più veloce e sviluppanti tensione maggiore. Rapida fatica (fast fatiguing); muscoli oculari estrinseci. - Classe II A: fibre intermedie, aerobie ed anaerobie, resistenti alla fatica (fast resistant).

6 Controllo segmentale del movimento Reclutamento delle UM: Modulazione di reclutamento (sommazione spaziale) + Modulazione di frequenza (sommazione temporale). Muscoli distali: soprattutto modulazione di frequenza (9-40 Hz) Muscoli prossimali: modulazione spaziale (10-25 Hz). Iniziale reclutamento di unità piccole; successivamente le più grandi, meno resistenti alla fatica (principio dimensionale di Henneman). Tetano.

7 Controllo segmentale del movimento Tono muscolare: la sensazione di resistenza apprezzata dall esaminatore alla mobilizzazione passiva degli arti.!! ATTENZIONE alla duplice componente: elasticità intrinseca dei muscoli; riflesso di stiramento.

8 Controllo segmentale del movimento Funzione trofica: lesioni del motoneurone alfa causano riduzione di volume o trofismo del muscolo (l' atrofia da non uso arriva solo al 25-30%) per perdita dell influenza trofica dell innervazione motoria.

9 CONTROLLO ENCEFALICO Aree motorie corticali e vie discendenti. Motoneuroni spinali: localizzati nel grigio laterale o mediale. -Mediali: innervano muscoli assiali di collo e tronco -Laterali: arti, rispettivamente prossimali (sezione mediale) e distali (sezione laterale).

10 CONTROLLO ENCEFALICO Sistemi di fibre discendenti: -Laterale: comprende sistema corticospinale laterale e rubrospinale, innervante soprattutto muscoli distali e direttamente sotto controllo corticale, - Mediale: nel cordone ventro-mediale, innervante muscoli prossimali e assiali; dipende dal tronco-encefalo e controlla postura e deambulazione: fasci vestibolospinale, corticospinale ventrale, reticolo-spinale e tettospinale. Controllo corticale indiretto attraverso fasci cortico-vestibolari, cortico-reticolari e cortico-tettali.

11 CONTROLLO ENCEFALICO Sistema laterale. Fascio piramidale: I neurone di moto, origine nello strato V della corteccia

12 CONTROLLO ENCEFALICO Sistema laterale. Fascio piramidale: 1 milione di fibre, 1/3 da area 4 (motoria primaria) 1/3 area 6 (premotoria) il resto da aree 1, 2, 3 (post-centrali) e 5 (parietale posteriore).

13 CONTROLLO ENCEFALICO: sistema laterale Fascio piramidale: in realtà cortico-tronco-encefalico per i nuclei III, IV, VI, V, VII superiore, IX, X, XI: tutti a innervazione piramidale bilaterale! A livello midollare, innervante soprattutto muscoli flessori.

14 CONTROLLO ENCEFALICO: sistema laterale Fascio rubro-spinale: dal nucleo rosso discende, dopo decussazione, nel cordone laterale. Controllo soprattutto dei muscoli flessori.

15 CONTROLLO ENCEFALICO: sistema ventro -mediale Fascio piramidale diretto + vestibolospinale (dal nucleo di Deiters) ipsilaterale (influenze labirintiche), + reticolo-spinale dal ponte, tutti nel cordone ventrale. Facilitanti sul tono muscolare, con eccitazione sui muscoli estensori (ma reticolospinale laterale dal bulbo è inibitorio) Tetto-spinale dal collicolo superiore: presente soprattutto nel midollo cervicale, controlla spostamenti di capo ed occhi rispetto a stimoli uditivi e visivi.

16 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni della MOTRICITÀ VOLONTARIA Alterazioni del TONO

17 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni della MOTRICITÀ VOLONTARIA IPOSTENIE Paralisi centrale (del I neurone di moto). Paralisi periferica (del II neurone di moto) Paralisi muscolare Emiplegia ed emiparesi Monoplegia-paresi. Tetraplegia-paresi (quadriplegia-paresi) Paraplegia e paraparesi Diplegia

18 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Ipostenia: Gradi MRC di forza elementare: 0/1= assenza o traccia di movimento 2= movimento senza gravità 3= movimento contro gravità 4= movimento contro resistenza 5= forza normale Prova di Mingazzini e prova di Barrè

19 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Paralisi centrale (del I neurone di moto). -La paralisi colpisce diversi gruppi muscolari, non un singolo muscolo; -Ipertonia di tipo piramidale -Iperreflessia profonda (ROT policinetici, clono) -Riflessi superficiali diminuiti o patologici (Babinski) -Atrofia assente o ridotta. -Movimenti sincinetici.

20 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Paralisi periferica (del II neurone di moto) - Paralisi selettiva di singoli o gruppi di muscoli (pattern) - Ipotonia - Iporeflessia profonda - Ipo-atrofia muscolare - Presenti fascicolazioni e fibrillazioni.

21 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Paralisi muscolare. - Interessamento selettivo di gruppi di muscoli, specie prossimali, o distali - Riflessi profondi diminuiti in rapporto alla forza - Ipotonia - Atrofia muscolare importante - Sensibilità conservata - Fascicolazioni assenti

22 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Emiplegia ed emiparesi. Abolizione o diminuzione della motilità volontaria di una metà del corpo da lesione piramidale. Controlaterale; ipsilaterale nelle lesioni midollari. Risparmio di muscoli ad innervazione crociata (orbicolare delle palpebre, laringei, respiratorii). Dissociazione automaticovolontaria per il facciale inferiore. Postura: arto inferiore esteso, piede equino-varo, arti superiori flessi intraruotati ed addotti con pronazione della mano. Marcia falciante.

23 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Monoplegia-paresi. Di un solo arto, da lesione circoscritta corticale o plessuale o midollare. Spesso muscoli distali. Tetraplegia-paresi (quadriplegiaparesi). Ai 4 arti, da lesione del tronco (base del ponte) o midollare, o diffusa periferica. Se midollare livello C2-C4, pura; se livello C5-C8, segni motoneuronali arto superiore; C4-C5 interessamento del frenico.

24 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA) Paraplegia e paraparesi. Ai due arti inferiori, per lesione encefalica (lobulo paracentrale bilaterale) o midollare o periferica. Paraplegia in estensione: ipertono diffuso: lesione parziale midollare. Paraplegia in flessione: arti inferiori flessi: lesione totale. Diplegia. Paralisi di due parti simmetriche del corpo (lesioni bilaterali del cervello o tronco).

25 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Ipertoniche -piramidale, o spasticità - extrapiramidale o rigidità -paratonia, o gegenhalten, o negativismo motorio -rigidità da decerebrazione -rigidità da decorticazione Ipotoniche Miotoniche, crampiformi, tetaniche

26 TONO MUSCOLARE: STATO DI TENSIONE PERMANENTE DI UN MUSCOLO STRIATO CHE PERSISTE IN CONDIZIONI DI RILASCIAMENTO VOLONTARIO È il risultato di un attività riflessa midollare (sistema elementare) controllata dall attività di centri soprasegmentari che interviene nel mantenere una postura o nell eseguire un movimento (sia volontario che automatico)

27 Controllo Comparazione Coordinazione Analisi Integrazione MOTONEURONI + Unità Motoria (attivata) Cellule di Renshaw Feed-forward Inibizione anticipata Scarica fusale Attività fusale INTERNEURONI Attività Golgi Organi del Golgi ANTAGONISTI Servocontrollo del gesto volontario tensione sui tendini FUSI NM % di attività tensione/lunghezza tensione/velocità tensione sul muscolo FIBRE MUSCOLARI % di attività tensione/lunghezza tensione/velocità Facilitazione dei SINERGICI CARICO adattamento inerzia ammortizzazione Movimento articolare reazione al carico angolo all articolazione Attività dei propriocettori intra-articolari Recettori intra-articolari (velocità-pressione)

28 COLLEGAMENTO IN PARALLELO Comando centrale dei motoneuroni alfa e gamma Sotto l azione del comando centrale le fibre intra ed extrafusali si contraggono, stirano i fusi neuromuscolari provocando così un rinforzo dell attività extrafusale. Nel corso di una contrazione muscolare il fuso viene deteso. Se una resistenza si oppone all accorciamento muscolare il comando gamma provoca una contrazione intrafusale che rinforza l attività del motoneurone alfa (servo-assistenza).

29 Controllo centrale COLLEGAMENTO IN SERIE G Lo stiramento del fuso neuromuscolare (FNM) eccita la via Ia, provocando la risposta degli alfa motoneuroni (MNa). Questo controllo monosinaptico può associarsi ad un attività più tardiva e ripetitiva grazie all esistenza di collaterali multineuronali. Un azione inibitrice si ottiene per mezzo di di interneuroni inibitori (Renshaw) o grazie all attivazione della via inibitoria Ib. La maggior parte dei cicuiti sinaptici può essere modulata dal controllo centrale (l innervazione gamma risente fortemente dell attività della Formazione Reticolare)

30 Lunghezza a riposo Stiramento Contrazione extrafusale Contrazione intrafusale Fibra muscolare extrafusale Organo tendineo Fibra muscolare intrafusale Nel ms. a riposo le terminazioni dei fusi nm (fibre Ia) scaricano, mentre gli organi tendinei sono muti (fibre Ib) (la soglia degli organi del Golgi è più elevata di quella dei fusi) Lo stiramento muscolare provoca l aumento dell attività elettrica dei fusi e degli organi tendinei Durante la contrazione isotonica della ms. extrafusale i fusi non scaricano mentre sono sollecitati gli organi tendinei del Golgi Contrazione intrafusale consecutiva al comando dei motoneuroni Le fibre Ib non scaricano mentre lo stiramento dei fusi provoca un aumento della attività Ia.

31 IL SISTEMA DI RENSHAW Interneuroni inibitori IR Ib amn amn Organo del Golgi stimolato Agonista rilasciato Antagonista contratto

32 Modificazioni morfologiche del muscolo e variazioni della sua lunghezza in rapporto alla scarica gamma, Ia e Ib. Lunghezza del muscolo Scarica Ia Scarica Ib Attività g

33 I SISTEMI ELEMENTARI: RIFLESSO MIOTATICO DI ESTENSIONE (COMPONENTE TONICA) RIFLESSO MIOTATICO INVERSO RISPOSTA (REAZIONE) DI ACCORCIAMENTO I CENTRI SOPRASEGMENTARI DI CONTROLLO: CENTRI FACILITATORI CENTRI INIBITORI

34 RIFLESSO MIOTATICO DI ESTENSIONE La componente tonica si manifesta dopo la componente fasica con una contrazione muscolare persistente talvolta per tutto il tempo per cui il muscolo è mantenuto stirato COMPONENTI DELL ARCO RIFLESSO: Recettori sensoriali: terminazioni anulo spirali del fuso Vie afferenti: fibre dirette tipo II e fibre collaterali tipo IA al midollo dalla radice posteriore Area integrativa: sostanza grigia del midollo spinale (monosinaptica o pauci sinaptica) Vie efferenti: assoni dei motoneuroni a che innervano le fibre extrafusali CONTROLLORI DELL ATTIVITÀ: Sistema g modula la sensibilità del fuso neuromuscolare allo stiramento, la sua attività dipende dalle strutture sovraspinali facilitatorie od inibitorie Circuito interneuronale di Renshaw È un interneurone che inibisce l attività del corpo del motoneurone a a livello delle corna anteriori del midollo

35 RIFLESSO MIOTATICO INVERSO Bisinaptico ha un azione inibitoria sulla contrazione quando la tensione diviene eccessiva COMPONENTI DELL ARCO RIFLESSO: Recettori sensoriali: corpuscoli tendinei del Golgi sensibili all aumento di tensione e non all allungamento Vie afferenti: fibre dirette tipo IB con corpo cellulare nel ganglio spinale Area integrativa: sostanza grigia del midollo spinale un interneurone inibitorio sul motoneurone a del muscolo agonista ed un interneurone eccitatorio sul motoneurone a del muscolo antagonista Vie efferenti: inibitorie: assoni dei motoneuroni a che innervano le fibre extrafusali dei muscoli agonisti eccitatorie: assoni dei motoneuroni a che innervano le fibre extrafusali dei muscoli antagonisti

36 CENTRI SOVRASPINALI (O SUPERIORI) CENTRI INIBITORI : Regione mediana e paramediana bulbare Nucleo rosso Locus niger Nucleo ventro laterale del talamo Regione mediana e paramediana cerebellare Corteccia cerebrale CENTRI FACILITATORI : Sostanza reticolare laterale Nuclei vestibolari Nuclei della linea mediana Nuclei intralaminari del talamo Nuclei grigi della base (pallido) Emisferi cerebellari

37 CENTRI SOVRASPINALI REGOLATORI DEL TONO MUSCOLARE Aree corticali soppressorie Formazioni e segnali FACILITATORI del tono muscolare nn. della base Formazioni e segnali INIBITORI del tono muscolare F.R.facilitatrice F.R.inibitrice Vie discendenti spinali Agli inteneuroni archi riflessi Ai gamma motoneuroni Rigidità g e rigidità a E dovuta ai segnali discendenti facilitatori provenienti dalla sostanza reticolare che non raggiungono direttamente i motoneuroni a, ma quelli g che portano in contrazione le fibre intrafusali.

38 CENTRI INIBITORI : Regione mediana e paramediana bulbare Nucleo rosso Locus niger Nucleo ventro laterale del talamo Regione mediana e paramediana cerebellare Corteccia cerebrale CENTRI SOVRASPINALI INIBITORI E FACILITATORI Corteccia cerebrale Nuclei intralaminari del talamo Nucleo ventro laterale del talamo - - Nuclei grigi della base (pallido) Nuclei vestibolari Locus niger Nucleo rosso Sostanza reticolare laterale Regione mediana e paramediana bulbare Nuclei della linea mediana Emisferi cerebellari Regione mediana e paramediana cerebellare CENTRI FACILITATORI : Sostanza reticolare laterale Nuclei vestibolari Nuclei della linea mediana Nuclei intralaminari del talamo Nuclei grigi della base (pallido) Emisferi cerebellari

39 CENTRI INIBITORI : Regione mediana e paramediana bulbare Nucleo rosso Locus niger Nucleo ventro laterale del talamo Regione mediana e paramediana cerebellare Corteccia cerebrale Nuclei intralaminari del talamo CENTRI SOVRASPINALI INIBITORI E FACILITATORI - Corteccia cerebrale Nuclei grigi della base (pallido) Nucleo ventro laterale del talamo Nucleo rosso - - Locus niger + Nuclei vestibolari Nuclei della linea mediana Sostanza reticolare laterale Regione mediana e paramediana bulbare Emisferi cerebellari Regione mediana e paramediana cerebellare CENTRI FACILITATORI : Sostanza reticolare laterale Nuclei vestibolari Nuclei della linea mediana Nuclei intralaminari del talamo Nuclei grigi della base (pallido) Emisferi cerebellari

40 LOCALIZZAZIONE DEI NUCLEI TALAMICI FACILITATORI ED INIBITORI NEL TAGLIO LONGITUDINALE Nucleo ventro laterale Nucleo dorso mediale Nucleo ventro mediale

41 RAPPORTI TRA NUCLEI TALAMICI (FACILITATORI E INIBITORI) E VIE MOTORIE

42

43

44 Localizzazione delle strutture della regione bulbo cerebello pontina

45 CERVELLETTO COME CIRCUITO MODULATORE AD ALTA FREQUENZA

46 LOCALIZZAZIONE DELLA SOSTANZA RETICOLARE LATERALE (FACILITATORE DEL SISTEMA ATTIVATORE ) Sostanza reticolare laterale

47 VASCOLARIZZAZIONE CEREBRALE E CONTROLLO DEL TONO

48 PRINCIPALI VASI CONNESSI CON LE AREE DI CONTROLLO DEL TONO Poligono di Willis ( aa. cerebrali anteriori, a.comunicante anteriore, aa. comunicanti, aa.cerebrali posteriori).. arterie corticali, arterie centrali -> nuclei della base e delle capsule interna. arterie corioidee rami centrali della cerebrale anteriore -> arterie striate mediali rami centrali della cerebrale media -> arterie striate anteriori laterali (nuclei dei gangli della base: nucleo caudato, il nucleo lenticolare, parte del talamo e della capsula interna, la capsula esterna) ipercinesie tipo corea

49 Circolo posteriore L'arteria vertebrale ->l'arteria cerebellare infero posteriore, -> porzione laterale del bulbo L'arteria basilare ->l'arteria cerebellare infero-anteriore e superiore e aa. pontine, n.vestibolare e orecchio interno

50 TONO POSTURALE Deriva dall adattamento e dal controllo di reazioni posturali elementari Reazione di accorciamento di Sherrington Riflessi tonici del collo Riflessi tonici del tronco (o lombari) Riflessi tonici labirintici Reazioni di sostegno

51 Reazione di accorciamento di Sherrington (paradosso di Westphal) contrazione riflessa di origine propriocettiva (recettori periarticolari) che si manifesta quando l angolo all articolazione determinato da un accorciamento passivo del muscolo supera un certo valore. (es. tendine del Tibiale anteriore durante la dorsiflessione del piede o tendine del bicipite nella flessione passiva del gomito) Esagerato nell ipertonia extrapiramidale e nelle distonie, diminuito od abolito nell ipotonia

52 Riflessi tonici del collo o di Magnus Descritti nell animale decerebrato possono comparire nell uomo in corso di ipertonie da lesione corticale 1 la rotazione della testa provoca l estensione degli arti del lato facciale e la flessione degli arti del lato nucale 2 l estensione della testa provoca l estensione dei 4 arti 3 la flessione della testa provoca la flessione dei 4 arti Predominano negli arti superiori, hanno origine dai recettori legamentosi e non muscolari, implicano l integrità delle radici C1,C2,C3

53 Riflessi tonici del tronco (o lombari) Determinati dal cambiamento di posizione del tronco rispetto al bacino, predominano a livello degli arti inferiori 1 l estensione del rachide lombare provoca l estensione dei 4 arti 2 la flessione del rachide lombare provoca la flessione dei 4 arti 3 la rotazione od il piegamento del tronco da un lato provoca la flessione dell arto superiore e l estensione dell arto inferiore omolaterali e l estensione dell arto superiore e la flessione dell arto inferiore controlaterali

54 Riflessi tonici labirintici Difficili da valutare clinicamente nell uomo (sedia rotante), aboliti nel soggetto con lesione labirintica 1 - testa al di sopra del piano orizzontale: a. rinforzo del tono dei muscoli estensori b. diminuzione del tono dei muscoli flessori 2 - testa al di sotto del piano orizzontale: a. rinforzo del tono dei muscoli flessori b. diminuzione del tono dei muscoli estensori 3 soggetto in posizione eretta (180 ): a. facilitazione massimale dei muscoli flessori b. facilitazione minimale dei muscoli estensori 4 soggetto in posizione distesa (0 ): a. facilitazione massimale dei muscoli estensori b. facilitazione minimale dei muscoli flessori

55 Reazioni di sostegno Consistono nell adattamento del tono dei diversi gruppi muscolari in funzione della posizione del corpo. Nella stazione eretta provocano un aumento del tono dei muscoli antigravitari nel momento in cui si ha la perturbazione di una posizione di equilibrio (spinta di Foix e Thévenard)

56 ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE ESPRESSIONI CLINICHE IPERTONIE DISTONIE IPOTONIE

57 IPERTONIE IPERTONIA PIRAMIDALE (SPASTICITÀ) IPERTONIA EXTRAPIRAMIDALE RIGIDITÀ DA DECEREBRAZIONE RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE RIGIDITÀ MENINGEA IPERTONIE MIDOLLARI SINDROME DELL UOMO RIGIDO CRAMPI SD. DI ISAACS O NEUROMIOTONIA ACQUISITA CONTRATTURE RIFLESSE

58 IPERTONIA PIRAMIDALE (SPASTICITÀ)_1 CAUSA: esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO di ESTENSIONE, da iperattività delle fibre g, liberate dall inibizione corticale DEFINIZIONE CLINICA resistenza all allungamento del muscolo che si manifesta durante la mobilizzazione passiva di un segmento di un arto

59 IPERTONIA PIRAMIDALE (SPASTICITÀ)_2 CARATTERISTICHE CLINICHE: Appare solo dopo un certo angolo (variabile da soggetto a soggetto) e si accentua man mano che si flette od estende passivamente l articolazione Al termine del movimento passivo l arto ritorna alla posizione di partenza Nel caso di spasticità lieve il fenomeno appare solo se il movimento passivo ha una certa velocità Fenomeno della lama del temperino (jerk) consiste nella caduta brusca della resistenza all allungamento provocata dall innesco del riflesso miotatico inverso che inibisce i motoneuroni corrispondenti è incostante

60 IPERTONIA EXTRAPIRAMIDALE_1 CAUSA esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO di ESTENSIONE (per cui predomina nei muscoli antigravitari), da iperattività delle fibre g, liberate dall inibizione sottocorticale e da una esagerazione delle reazioni di accorciamento DEFINIZIONE CLINICA resistenza continua ed omogenea all allungamento passivo del muscolo (a tubo di piombo )

61 IPERTONIA EXTRAPIRAMIDALE_2 CARATTERISTICHE CLINICHE: Caduta a tratti della contrazione nel corso del movimento passivo (fenomeno della ruota dentata ) dovuto all innesco successivo del riflesso miotatico inverso (non sempre evidenziabile) Al termine del movimento passivo l arto rimane nella posizione raggiunta L ipertonia plastica si accentua nel corso dei movimenti controlaterali (segno del pugno chiuso o rinforzo di Froment Le reazioni di accorciamento sono esagerate con difficoltà a mantenere l equilibrio se perturbato

62 RIGIDITÀ DA DECEREBRAZIONE_1 ETIOLOGIA: traumi cranici, impegno sottotentoriale da espanso emisferico o peduncolare, meningiti (max. basali), emorragia cerebrale. È l espressione di una grave ma non irreversibile sofferenza del tronco cerebrale CAUSA: Dovuta all esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO, per ipereccitabilità delle fibre g Provocata sperimentalmente (Sherrington) mediante sezione del tronco tra i corpi quadrigemini anteriori e posteriori (sezione intercollicolare)

63 RIGIDITÀ DA DECEREBRAZIONE_2 Si manifesta soprattutto prossimalmente: arti superiori estesi con mano flessa e pronata; arti inferiori estesi addotti ed intrarotati, talvolta spasmi in opistotono

64 RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE _1 CAUSA: Dovuta all esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO, da ipereccitabilità delle fibre g ETIOLOGIA: traumi cranici importanti, emorragia cerebrale estesa. Rappresenta un segno prognostico grave

65 RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE_2 Si manifesta con: arti superiori con gomito flesso ed aderente al tronco polsi flessi e pronati; arti inferiori estesi ed intrarotati,

66 Riflessi tonici del collo o di Magnus Descritti nell animale decerebrato possono comparire nell uomo in corso di ipertonie da lesione corticale 1 la rotazione della testa provoca l estensione degli arti del lato facciale e la flessione degli arti del lato nucale 2 l estensione della testa provoca l estensione dei 4 arti 3 la flessione della testa provoca la flessione dei 4 arti Predominano negli arti superiori, hanno origine dai recettori legamentosi e non muscolari, implicano l integrità delle radici C1,C2,C3

67 RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE _3 RIFLESSI POSTURALI EVOCATI DAL MOVIMENTO DEL COLLO (TONICI DEL COLLO O DI MAGNUS)

68 RIGIDITÀ MENINGEA_1 È UNA CONTRATTURA ANTALGICA DELLA MUSCOLATURA DEL RACHIDE (il rachide tende a fissarsi per evitare lo stiramenento delle meningi) ETIOLOGIA: emorragia meningea, meningiti. NOTA BENE: la rigidità nucale compare anche quando le amigdale cerebellari si impegnano nel foro occipitale per un espanso cerebrale

69 RIGIDITÀ MENINGEA_2 Si manifesta con: Rigidità nucale, segno di Kernig o di Brudzinski, Lasègue rinforzato Rigidità globale (schiena a canna di fucile)

70 IPERTONIE DA DISTURBO NEUROMODULATORIO-1 Attribuite alla produzione anomala od inibizione di sostanze ad azione neurotrasmettitrice lungo i vari assi della neuroconduzione muscolare SINDROME DELL UOMO RIGIDO, caratterizzata dall attività continua e contemporanea dei ms. agonisti ed antagonisti, sono presenti anticorpi anti acido glutamico decarbossilasi (necessaria per la sintesi dell ac. g aminobuttirico), prob. Autoimmune NEUROMIOTONIA ACQUISITA: caratterizzata da crampi, contratture muscolari permanenti, prob. dovuta ad alterazione autoimmune dei canali K+ voltaggio dipendenti.

71 IPERTONIE DA DISTURBO NEUROMODULATORIO -2 Attribuite alla produzione anomala od inibizione di sostanze ad azione neurotrasmettitrice lungo i vari assi della neuroconduzione muscolare CRAMPI: contrazione muscolare dolorosa di intensità massimale e parossistica, può conseguire ad affaticamento od essere espressione di alterato metabolismo idrosalino (spasmofilia), in alcune neuropatie periferiche, talvolta nel m.di Parkinson CONTRATTURE RIFLESSE: di solito di origine antalgica sono mediate dall azione dei recettori cutanei, articolari o viscerali del dolore

72 IPOTONIE Diminuzione della resistenza del muscolo all allungamento passivo LESIONI RADICOLARI E TRONCULARI LESIONI MIDOLLARI IPOTONIE CEREBELLARI IPOTONIE DI ORIGINE CEREBRALE AFFEZIONI MUSCOLARI

73 IPOTONIE DA LESIONI RADICOLARI E TRONCULARI L interruzione dell arco riflesso elementare determina una paralisi con ipotonia, esagerazione dell oscillazione passiva e dell iperestensibilità IPOTONIE DA LESIONI MIDOLLARI Riconoscono diversi meccanismi: 1 - lesione delle corna anteriori: (poliomielite ant.acuta), l ipotonia è gravissime 2- sezioni midollari acute: vi è ipotonia nella fase di shock spinale 3- lesioni cordonali posteriori; quasi mai isolate, spesso radicolo cordonali (tabe, m.di Friedreich), in tal caso è difficile riconoscere la componenete da danno muscolare

74 IPOTONIE CEREBELLARI Caratterizzate da un esagerazione della resistenza al movimento passivo mentre l estensibilità è normale. È legata al ritardo nella contrazione degli antagonisti che ha come conseguenza una esagerazione nell ampiezza ei movimenti e la loro decomposizione Si può assistere ad un ritardo ed ad un rallentamento ( passività ) in tutti i tipi di movimento (riflesso, automatico e volontario) e nella realizzazione di compiti motori complessi (scrivere, parlare camminare)

75 IPOTONIE CEREBRALI Caratteristica delle emiplegie flaccide si manifesta con una esagerazione dell oscillazione e un ampliamento del movimento passivo (iperestensibilità). L iperestensibilità è un segno di emiplegia frustra e può comparire in modo paradossale nelle emiplegie spastiche. Può manifestarsi anche in caso di lesione dei nuclei grigi della base (corea ed atetosi), nell atetsosi può essere mascherata da un esagerazione della reazione di accorciamento.

76 AFFEZIONI MUSCOLARI Caratteristica delle distrofie muscolari e, soprattutto, delle miopatie congenite benigne dell infanzia (sd. della bambola di stracci) che si manifestano con una gravissima ipotonia e deficit motorio generalizzato

77 DISTONIE SONO CAUSATE DA UNA ESAGERAZIONE DELLA REAZIONE DI ACCORCIAMENTO: il muscolo le cui inserzioni si avvicinano è sede di una attività che aumenta progressivamente che persiste oltre la fine del movimento passivo fissando l arto in una posizione determinata ed ostacolando il movimento volontario in senso inverso Contrariamente alla spasticità od all ipertonia extrapiramidale lo stiramento passivo non rivela alcuna esagerazione del riflesso miotatico Si manifestano con: CONTRAZIONI MUSCOLARI PARASSITE CHE FISSANO UN ARTO, UN SEGMENTO DI ARTO, I 4 ARTI O L ASSE CORPOREO Presentano modalità di espressione motoria diverse tra loro ma sono costanti nello stesso paziente, scompaiono a riposo, sono scatenate da una reazione posturale o da un movimento di cui intralciano la realizzazione

78 SINCINESIE E SINTONIE MOVIMENTI INVOLONTARI O DI RINFORZO TONICO CHE SI DETERMINANO IN UN GRUPPO MUSCOLARE IN CORRISPONDENZA DI MOVIMENTI, GENERALMENTE VOLONTARI E COSCIENTI, DI UN ALTRA PARTE DEL CORPO Si testano a soggetto disteso SINCINESIE E SINTONIE GLOBALI SINCINESIE DI COORDINAZIONE SINCINESIE DI IMITAZIONE

79 SINCINESIE GLOBALI Si osservano in emiplegici con un certo grado di spasticità CONTRAZIONE PIÙ O MENO GENERALIZZATA DEI MUSCOLI PLEGICI IN CONCOMITANZA DI UNO SFORZO ESEGUITO CON L ARTO SANO SINTONIE GLOBALI tipiche e ripetibili in un singolo soggetto ESAGERAZIONE DELLA CONTRATTURA PREESISTENTE Accentuazione della flessione dell arto superiore e dell estensione dell arto inferiore (più raramente il contrario) Sono scatenate da un movimento dell arto plegico o da cambiamenti di posizione

80 SINCINESIE DI COORDINAZIONE Si osservano in emiplegici con un certo grado di spasticità, colpiscono uno o più arti CONTRAZIONE INVOLONTARIA DI ALCUNI GRUPPI MUSCOLARI PLEGICI IN CONCOMITANZA DELLA CONTRAZIONE DI GRUPPI MUSCOLARI SINERGICI DI UN SOLO ARTO: generalmente l inferiore, sono di tipo retrattivo. Il tentativo di flessione della gamba sulla coscia determina un movimento complesso di triplice flessione (sinergia d ensemble) DI PIÙ ARTI: sono di solito sincinesie di allungamento crociate; la (dorsi)flessione energica e contrastata del piede dal lato sano determina l estensione (flessione plantare) del piede plegico e la flessione delle dita.

81 SINCINESIE DI IMITAZIONE Tipiche della sindrome talamica e della sidrome parietale (da qualsiasi causa ascesso, tumore, trauma), delle sindromi cerebellari, della corea di Huntington e dell atetosi MOVIMENTI INVOLONTARI IN CONCOMITANZA DI MOVIMENTI VOLONTARI ESEGUITI IN UN ALTRO ARTO OMOLATERALI: interessano i due arti dello stesso lato ad es.: la flesso estensione di un piede provoca la flesso estensione della mano CONTROLATERALI : generalmente a carico dei segmenti distali; consistono in un imitazione più o meno completa dei movimenti volontari che persiste per tutta la durata del movimento volontario

82 LE ATASSIE steppage base allargata incoordinazione

83 DEFINIZIONE DISTURBO DELLA COORDINAZIONE IN ASSENZA DI DEFICIT DI FORZA MUSCOLARE CHE: COMPROMETTE LA DIREZIONE E L AMPIEZZA DEL MOVIMENTO VOLONTARIO PERTURBA LE CONTRAZIONI MUSCOLARI VOLONTARIE E RIFLESSE OSTACOLA GLI AGGIUSTAMENTI POSTURALI ED IL MANTENIMENTO DELLA STAZIONE ERETTA

84 BASI ANTOMO-FISIOLOGICHE DELLA COORDINAZIONE DEI MOVIMENTI E DELLA STATICA SISTEMA DI INFORMAZIONE POSIZIONE RISPETTO ALL AMBIENTE SISTEMA DI CONTROLLO SISTEMA DI ESECUZIONE Come funzionano i vari componenti?

85 COMPONENTI DEL: SISTEMA DI INFORMAZIONE cervelletto (sensibilità profonda incosciente) corteccia parietale (sensibilità profonda cosciente) VIE DELLA SENSIBILITÀ PROFONDA recettori propriocettivi periferici Vie ottiche Vie della sensibilità tattile

86 COMPONENTI DEL: CORTECCIA CEREBRALE SISTEMA DI ESECUZIONE È il sistema che origina le diverse attività motorie: volontarie, automatiche o riflesse VIA PIRAMIDALE (DIRETTA) VIE EXTRA PIRAMIDALI (INDIRETTE) CENTRI RIFLESSI (SISTEMA VESTIBOLARE) CORNA ANTERIORI DEL MIDOLLO EFFETTORI MUSCOLARI

87 COMPONENTI DEL: SISTEMA DI CONTROLLO CERVELLETTO ARCHI E PALEO CEREBELLO: (Vie vestibolo cerebellari Vie medullo cerebellari) Controlla e coordina la STATICA aggiustando in permanenza il TONO di sostegno e di EQUILIBRIO statico NEOCEREBELLO: (vie cortico cerebello corticali) Controlla e coordina l attività VOLONTARIA

88 QUELLO CHE NON PUÒ FARE UN ATASSICO

89 DIAGNOSI Tests CLINICI: prova indice naso, marcia in allineamento, prova di romberg Tests strumentali: POSTUROGRAFIA è l esame che permette di registrare la proiezione del centro di gravità e le oscillazioni antero-posteriori o laterali che presenta nonchè la frequenza dioscillazione

90

91 Centro di massa Il controllo della stazione eretta: modello a pendolo invertito Forza peso L equazione di sistema del pendolo invertito umano:.. Ip mgh sin( ) t a Angolo di ondeggio (sway) Coppia alla caviglia Forza di reazione al terreno F V m I p h g t a angolo di oscillazione posturale, massa del corpo momento di inerzia del corpo distanza del COM (Centro di Massa) dalla caviglia accelerazione di gravità coppia totale della caviglia. d COM F H COP COM: centro di massa; COP: centro di pressione

92 Il controllo della stazione eretta: modello a pendolo invertito - stabilometria P.C. Statochinesigramma Pedana stabilometrica GOMITOLO del COP

93 Statochinesigramma normale Statochinesigramma atassico

94 EZIOLOGIA DELLE ATASSIE

95 DA MALATTIE GENETICHE ED EREDITARIE EZIOLOGIA DELLE ATASSIE atassia teleangectasica, atassia di Friedreich, atassie spinocerebellari atassia di Charcot-Marie, atrofia cerebellare, atassia olivo-pontocerebellare, ACQUISITE Lesioni del neurone sensitivo di 1 ordine: parte periferica (neuriti post virali, metobiliche o tossiche) parte endorachidea (tabe dorsale, lesioni cordonali posteriori infettive o da radiazioni) Lesioni del neurone sensitivo di 2 ordine (o del tronco): lesioni bulbari e pontine Lesioni del neurone sensitivo di 3 ordine: lesioni talamiche, della corona raggiata della corteccia sensitiva (atassia corticale)

96 DA MALATTIE GENETICHE ED EREDITARIE atassia teleangectasica, atassia di Friedreich, atassie spinocerebellari atassia di Charcot-Marie, atrofia cerebellare, atassia olivo-pontocerebellare,

97 ACQUISITE Lesioni del neurone sensitivo di 1 ordine: parte periferica (neuriti post virali, metaboliche o tossiche) parte endorachidea (tabe dorsale, lesioni cordonali posteriori infettive o da radiazioni) Lesioni del neurone sensitivo di 2 ordine (o del tronco): lesioni bulbari e pontine Lesioni del neurone sensitivo di 3 ordine: lesioni talamiche, della corona raggiata della corteccia sensitiva (atassia corticale)

98 LE 3 PRINCIPALI FORME CLINICHE DELLE ATASSIE: PRIMARIA CEREBELLARE VESTIBOLARE

99 LE 3 FORME CLINICHE DI ATASSIA ATASSIA PRIMARIA : turbe della coordinazione per danno della sensibilità profonda ATASSIA CEREBELLARE : incoordinazione per danno cerebellare ATASSIA VESTIBOLARE : è un disequilibrio più che un incoordinazione

100 ATASSIA primaria : turbe della coordinazione per danno della sensibilità profonda CLINICA: Dalla posizione eretta IL MALATO OSCILLA, ad OCCHI CHIUSI tende a cadere (Romberg +), il cammino è TALLONANTE per eccessivo slancio anteriore del piede, le PROVE INDICE NASO E TALLONE GINOCCHIO sono incerte e richiedono diversi tentativi per raggiungere il bersaglio POSTUROGRAFIA: ALLUNGAMENTO DELL ELLISSE DI PROIEZIONE SIA SAGITTALE CHE FRONTALE (ANCHE DI 4/5 VOLTE), NOTEVOLE ACCENTUAZIONE AD OCCHI CHIUSI, PICCO LENTO DI FREQUENZA A 1,5 Hz

101 ATASSIA CEREBELLARE : CLINICA: Il pz in stazione eretta allarga la sua base di appoggio con oscillazioni che NON PEGGIORANO A OCCHI CHIUSI, marcia festinante a traettoria sinuosa POSTUROGRAFIA: ALLUNGAMENTO DELL ELLISSE DI PROIEZIONE SIA SAGITTALE CHE FRONTALE (DI 2/3 VOLTE), NOTEVOLE ACCENTUAZIONE AD OCCHI CHIUSI, PICCO LENTO DI FREQUENZA A 3 Hz

102 ATASSIA VESTIBOLARE : CLINICA: Il pz oscilla sia in stazione eretta che nel cammino con tendenza a cadere (Romberg +) A OCCHI CHIUSI PEGGIORA, si presenta con una lateropulsione sempre più marcata con lenta tendenza a cadere sempre nello stesso verso, la marcia è zig zagante con conservazione della direzione generale POSTUROGRAFIA: ALLUNGAMENTO DELL ELLISSE DI PROIEZIONE (DI 2/3 VOLTE), MARCATO SPOSTAMENTO LATERALE CHE PEGGIORA AD OCCHI CHIUSI, PICCO LENTO DI FREQUENZA A 0,5 Hz

103 DA MALATTIE GENETICHE ED EREDITARIE atassia teleangectasica, atassia di Friedreich, atassie spinocerebellari atassia di Charcot-Marie, atrofia cerebellare, atassia olivo-pontocerebellare,

104 ATASSIE DA DEFICIT DELLA SENSIBILITÀ PROFONDA (propriocettive) SUDDIVISIONE FUNZIONALE Atassia statica: non mantiene la stazione eretta (specie ad occhi chiusi) Atassia cinetica: incoordinazione ed esitazioni indice naso e tallone ginocchio Atassia locomotoria: marcia slanciata o tallonante

105 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE PRINCIPI GENERALI: SUPPLIRE LA CARENZA DI INFORMAZIONI PROPRIOCETTIVE PROFONDE UTILIZZANDO ALTRE INFORMAZIONI SENSORIALI MAX VISTA O TATTILI SVILUPPARE LE INFORMAZIONI PROPRIOCETTIVE RESIDUE (OVE ESISTANO)

106 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE PRINCIPI GENERALI PER LA RIEDUCAZIONE DEL GESTO E DEL PASSO: NEL PRIMO PERIODO PER PRENDERE COSCIENZA DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE ESERCIZI CONTRO RESISTENZA: UTILI PER INIBIRE L AZIONE DEGLI ANTAGONISTI AMPIAMENTO DELL ESCURSIONE ARTICOLARE EFFICACE ATTRAVERSO ESERCIZI DI CONTRAZIONE / DECONTRAZIONE PER ARCHI DI MOVIMENTO SEMPRE MAGGIORI (HANNO LO SCOPO DI UTILIZZARE IL RIFLESSO MIOTATICO RESTANTE ) ESERCIZI PER DIMINUIRE IL POLIGONO DI APPOGGIO DURANTE LA MARCIA E PER IL RECUPERO DELLA VELOCITÀ E DEL RITMO DI MARCIA (TRAINING DEL PASSO)

107 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE PRINCIPI SPECIFICI PER LA RIEDUCAZIONE DELL EQUILIBRIO : SCOMPOSIZIONE DELLA SEQUENZA DI RADDRIZZAMENTO: SI PARTE DALLA POSIZIONE QUADRUPEDICA, SEDUTA, IN GINOCCHIO ED INFINE IN PIEDI ESERCIZI SU PIANO STABILE: IL PZ. RESISTE ALLE SPINTE DEL TERAPISTA IN TUTTE LE DIREZIONI DELLO SPAZIO, LA PROGRESSIONE AVVIENE GIOCANDO SULL ESCURSIONE DELLA SPINTA E SULLA FREQUENZA DELLE SPINTE ESERCIZI SU PIANO OSCILLANTE: IL PAZIENTE CERCA DI MANTENERE L EQUILIBRIO CONTRASTANDO LE OSCILLAZIONI DEL PIANO ( SI PUÒ INIZIARE CON PAZIENTE SEDUTO SU PALLONE BOBATH)

108 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE PRINCIPI SPECIFICI PER LA RIEDUCAZIONE DELLA STAZIONE ERETTA: BIOFEEDBACK POSTUROGRAFICO A PEDANA FISSA O MOBILE: IL PZ. DEVE SEGUIRE I MOVIMENTI DI UN PUNTATORE SULLO SCHERMO DEL COMPUTER

109 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE PRINCIPI SPECIFICI PER LA RIEDUCAZIONE DELLA MARCIA : UTILIZZO DI REPERI VISIVI (DISEGNATI SUL PAVIMENTO CATENA CINETICA CHIUSA) OD UDITIVI (RITMO ED INTENSITÀ CATENA CINETICA APERTA) ESERCIZI DI CONTROLLO DEL TRONCO DURANTE IL CAMMINO UTILIZZANDO IL MOVIMENTO PENDOLARE DELLE BRACCIA CON SPALLE E TRONCO IN AUTORILASCIAMENTO PREVENZIONE DELLE CADUTE ANCHE CON ADATTAMENTI AMBIENTALI (CONTROLLO DELLA VISTA, DELL ILLUMINAZIONE, DELLE SUPERFICI E DEGLI OSTACOLI)

110 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE PRINCIPI SPECIFICI PER L ESERCIZIO SEGMENTARIO: COMINCIARE CON ESERCIZI A CATENA CINETICA CHIUSA CON GESTI SEMPLICI MA DI ESCUZIONE RIGOROSA, AUMENTARE LA COMPLESSITÀ DEL GESTO MAN MANO CHE IL PZ. DIMOSTRA DI SAPER CONTROLLARE L AMPIEZZA E L ARRESTO DEL MOVIMENTO (N.B.: SI RICHIEDE CHE IL PZ. NON PRESENTI DEFICIT ATTENTIVI) ESERCIZI DI NEUROFACILITAZIONE PROPRIOCETTIVA (KABAT) SI UTILIZZANO MOVIMENTI DI INVERSIONE LENTA SULLE DIAGONALI DI UN SOLO ARTO O DEI DUE ARTI CONTEMPORANEAMENTE SERVONO A MIGLIORARE LA COORDINAZIONE SEGMENTARIA

111 ACQUISITE Lesioni del neurone sensitivo di 1 ordine: parte periferica (neuriti post virali, metobiliche o tossiche) parte endorachidea (tabe dorsale, lesioni cordonali posteriori infettive o da radiazioni) Lesioni del neurone sensitivo di 2 ordine (o del tronco): lesioni bulbari e pontine Lesioni del neurone sensitivo di 3 ordine: lesioni talamiche, della corona raggiata della corteccia sensitiva (atassia corticale)

112 ATASSIE CEREBELLARI SUDDIVISIONE FUNZIONALE Atassia statica Atassia cinetica Atassia locomotoria

113 Atassia statica: si manifesta con tremori, nella stazione eretta la base di appoggio è allargata e l intero corpo oscilla lievemente ma incessantemente (senza cadute), i muscoli posturali sono in costante attività (danza dei tendini a livello del collo del piede) i disturbi posturali NON sono aggravati dalla chiusura degli occhi

114 Atassia cinetica: il movimento è disorganizzato nel tempo (discronometria) la messa in moto e l arresto sono ritardati si ha incoordinazione ed esitazioni (indice naso e tallone ginocchio) il movimento è disorganizzato nello spazio (ipermetria) il gesto oltrepassa il bersaglio (prove indice naso e tallone ginocchio) I gesti complessi appaiono decomposti ed incoordinati (asinergia) I movimenti alternati rapidi sono impossibili (adiadococinesia) prova delle marionette

115 Atassia locomotoria: la marcia ha una traiettoria sinuosa, atteggiamento del tronco verso l avanti, braccia allargate (marcia festinante o pseudo ubriaca). NON è influenzata dalla chiusura degli occhi

116 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI PRINCIPI GENERALI: facilitare l apprendimento del gesto corretto mediante ripetizione (sia per la marcia che per le ADL) diminuire l ampiezza delle oscillazioni nella stazione eretta e nel gesto sviluppando il livello di contrazione muscolare. (perciò le differenti attività vengono praticate di preferenza contro resistenza)

117 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI PRINCIPI GENERALI PER LA RIEDUCAZIONE DEL GESTO : Gli esercizi sono tesi al controllo del movimento in differenti posizioni cominciando con esecuzioni molto lente. Il rinforzo muscolare è possibile ed utile Progressiva riduzione del poligono di appoggio (da posizione anche quadrupedica sino alla monopodalica.

118 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI ESEMPIO DI PROGRAMMA RIABILITATIVO DALLA STAZIONE ERETTA: TRASFERIMENTO CONTROLLATO DEL PESO DEL CORPO AVANTI DIETRO E DIETRO AVANTI CONTROLLO DEI MOVIMENTI DEL BACINO APERTURA E CHIUSURA DELLE GINOCCHIA AVVICINAMENTO PROGRESSIVO DEI PIEDI ESERCIZI PENDOLARI DELLE BRACCIA CON MARCIA SUL POSTO.

119 RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI TECNICHE SPECIALI APPESANTIMENTO CON LIEVI CARICHI DEI POLSI O DELLE CAVIGLIE (MARCIA CON SOVRACCARICHI) ESERCIZIO IN ACQUA PER SFRUTTARE LA MAGGIOR RESISTENZA OPPOSTA DAL FLUIDO, NUOTO COORDINATO METODO DI KABAT CON INVERSIONI LENTE A FORTE CONTRASTO ED ESERCIZI DI STABILIZZIONE RITMICA (il contrasto facilita il rinforzo dei ms. sinergici, la stab. ritmica stimola l azione coordinata dei gruppi agonisti/antagonisti) METODO DI JACOBSON/MALONEY sottrazione sensoriale di un organo sensitivo (ad es.: vista) per utilizzare i canali residui

120 RIASSUNTI ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE

121 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Ipertonie: - piramidale, o spasticità: (da ridotta soglia del riflesso di stiramento, per disquilibrio tra via reticolo-spinale dorsale vs reticolo-spinale mediale+vestibolo-spinale) resistenza proporzionale alla velocità di stiramento; può cessare all'improvviso a un certo livello di stiramento (fenomeno del temperino); interessa i muscoli antigravitari, con arto superiore flesso e intraruotato, arto inferiore esteso e equino-varo. Andatura falciante.

122 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Ipertonie: - extrapiramidale o rigidità: interessa equalmente agonisti ed antagonisti; la resistenza alla mobilizzazione è sempre eguale e il muscolo stirato conserva la posizione (rigidità plastica o cerea, a tubo di piombo). Fenomeno della ruota dentata

123 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Ipertonie: - paratonia, o gegenhalten, o negativismo motorio: resistenza proporzionale alla forza di mobilizzazione impiegata e tendente a mantenere la posizione artuale iniziale. Impossibilità al rilasciamento volontario. Localizzazione aspecifica (ictus, demenze, lesioni frontali).

124 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO - rigidità da decerebrazione: rigidità tonica dei muscoli antigravitari (da iperattività vestibolare), in estensione e pronazione arti superiori ed estensione e rotazione esterna arti inferiori. Riflessi tonici del collo. Accessi tonici cerebellari (da ipertensione in fossa cranica posteriore). Lesioni del tronco dell'encefalo.

125 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO rigidità da decorticazione: in flessione degli arti superiori con adduzione, ed estensione e rotazione interna degli arti inferiori. Lesioni dei lobi frontali o talamo e gangli della base. Evocabile da stimoli nocicettivi.

126 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Crampi muscolari. Improvvisa contrazione muscolare visibile e palpabile, dolorosa, che si riduce con lo stiramento del muscolo affetto ed è indotta dal raccorciamento. Specie arti inferiori. Multifattoriale (metabolica, elettrolitica, neuropatica, famigliare)

127 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Tetania. Nell'ipocalcemia e alcalosi: spesso muscolatura distale (carpo-pedale), con segno di Trousseau (mano di ostetrico alla prova del laccio). EMG: scariche di potenziali ripetitivi di fibra (doppiette, triplette, multiplette).

128 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Miotonia. Persistenza della contrazione muscolare dopo la fine dello stimolo (volontario, da percussione meccanica o da ago elettromiografico). EMG: tipica scarica miotonica. Mioedema.

129 GRANDI SINDROMI MOTORIE Alterazioni del TONO Ipotonia. Riduzione del tono con iperestensibilità delle articolazioni. Aspecifica: da lesioni muscolari, del nervo periferico, midollari, cerebellari, ed inizialmente nelle lesioni piramidali acute.

Descrivere la struttura e la funzione di un fuso neuromuscolare. Che cosa si intende per coattivazione alfa-gamma? Differenziare fra riflesso

Descrivere la struttura e la funzione di un fuso neuromuscolare. Che cosa si intende per coattivazione alfa-gamma? Differenziare fra riflesso Descrivere la struttura e la funzione di un fuso neuromuscolare. Che cosa si intende per coattivazione alfa-gamma? Differenziare fra riflesso miotatico fasico e riflesso miotatico tonico. Inibizione dell

Dettagli

SISTEMA VESTIBOLARE. La posizione del corpo e relativamente delle sue varie parti (testa, tronco e arti) fra di loro

SISTEMA VESTIBOLARE. La posizione del corpo e relativamente delle sue varie parti (testa, tronco e arti) fra di loro SISTEMA VESTIBOLARE FUNZIONI DEL SISTEMA VESTIBOLARE Mantenimento dell'equilibrio In stazione e in movimento RIFLESSI POSTURALI La posizione del corpo e relativamente delle sue varie parti (testa, tronco

Dettagli

Il sistema nervoso. In movimento Marietti Scuola 2010 De Agostini Scuola S.p.A. Novara

Il sistema nervoso. In movimento Marietti Scuola 2010 De Agostini Scuola S.p.A. Novara Il sistema nervoso Il neurone È costituito da: Corpo cellulare (o soma) Neurite o Assone (è la fibra nervosa) Dendriti (sono brevi prolungamenti) Le fibre nervose Le fibre nervose, riunite in fasci, formano

Dettagli

Motilità volontaria, automatica e riflessa. - Controllo segmentale del movimento (unità motoria) - Controllo encefalico del movimento

Motilità volontaria, automatica e riflessa. - Controllo segmentale del movimento (unità motoria) - Controllo encefalico del movimento Sindromi motorie Motilità volontaria, automatica e riflessa. - Controllo segmentale del movimento (unità motoria) - Controllo encefalico del movimento CONTROLLO SEGMENTALE Tono muscolare Trofismo muscolare

Dettagli

5.Controllo Motorio SNC 1. Prof. Carlo Capelli Fisiologia Laurea in Scienze delle attività motorie e sportive Università di Verona

5.Controllo Motorio SNC 1. Prof. Carlo Capelli Fisiologia Laurea in Scienze delle attività motorie e sportive Università di Verona 5.Controllo Motorio SNC 1 Prof. Carlo Capelli Fisiologia Laurea in Scienze delle attività motorie e sportive Università di Verona Obiettivi Funzioni del tronco encefalico nel controllo della postura Vie

Dettagli

Sviluppo del tronco encefalico

Sviluppo del tronco encefalico Tronco encefalico Sviluppo del tronco encefalico Proencefalo mesencefalo rombencefalo mesencefalo ponte bulbo cervelletto midollo Tronco encefalico Tronco Encefalico: visione esterna VISIONE VENTRALE VISIONE

Dettagli

FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT)

FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT) FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT) MECCANISMI ALLA BASE DELLA PLASTICITÀ DEL S.N.C. 1 RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI PERDUTE O UTILIZZAZIONE DI ALTRE AREE CORTICALI (Lurija)

Dettagli

http://perception02.cineca.it/q4/perception.dll

http://perception02.cineca.it/q4/perception.dll link simulazione http://perception02.cineca.it/q4/perception.dll username: studente bisazza password: bisazza La nocicezione, risultato di una somma algebrica L intensità dell informazione nocicettiva

Dettagli

Il massaggio consiste in manipolazioni che si praticano sui tessuti molli a fini terapeutici.

Il massaggio consiste in manipolazioni che si praticano sui tessuti molli a fini terapeutici. Il massaggio consiste in manipolazioni che si praticano sui tessuti molli a fini terapeutici. Ogni seduta deve essere iniziata con particolare cautela, onde saggiare la reattività del soggetto ed evitare

Dettagli

SENSIBILITA SOMATICA. Pr. Francesco SIGNORELLI Cattedra ed U.O. Neurochirurgia Università Magna Græcia, Catanzaro

SENSIBILITA SOMATICA. Pr. Francesco SIGNORELLI Cattedra ed U.O. Neurochirurgia Università Magna Græcia, Catanzaro SENSIBILITA SOMATICA Pr. Francesco SIGNORELLI Cattedra ed U.O. Neurochirurgia Università Magna Græcia, Catanzaro SENSIBILITA SOMATICA (GENERALE) SUPERFICIALE TATTILE TERMO-DOLORIFICA PROFONDA PROPRIOCETTIVA

Dettagli

ESERCIZI PRATICI. ESERCIZI PRATICI per il benessere fisico

ESERCIZI PRATICI. ESERCIZI PRATICI per il benessere fisico La al ESERCIZI PRATICI ESERCIZI PRATICI per il benessere fisico L attività fisica è fondamentale per sentirsi bene e per mantenersi in forma. Eseguire degli esercizi di ginnastica dolce, nel postintervento,

Dettagli

ESAME NEUROLOGICO ESAME DELLA MOTILITA ESAME DELLA FORZA

ESAME NEUROLOGICO ESAME DELLA MOTILITA ESAME DELLA FORZA ESAME NEUROLOGICO ESAME DELLA MOTILITA ESAME DELLA FORZA Una modesta e diffusa riduzione della forza ha scarso significato clinico rispetto ad una condizione di deficit localizzato ad un solo distretto

Dettagli

Minzione (Svuotamento della vescica)

Minzione (Svuotamento della vescica) Minzione (Svuotamento della vescica) Il processo avviene in due fasi: 1. Riempimento graduale della vescica, accompagnato da un aumento della tensione di parete, fino ad un valore critico per l attivazione

Dettagli

ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE

ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE ARTICOLAZIONI DELLA CAVIGLIA Flessioni del piede da stazione eretta con la punta su un rialzo o contro una parete

Dettagli

Il control o motorio

Il control o motorio Il controllo motorio Movimenti oculari 2 COMPITI DEI MUSCOLI causare il movimento interazione con l ambiente, vita di relazione impedire il movimento, bloccare le articolazioni postura, mantenimento della

Dettagli

Anatomia Umana, Lezione 13

Anatomia Umana, Lezione 13 Anatomia Umana, Lezione 13 TRONCO ENCEFALICO Il tronco encefalico (TE) è costituito da bulbo o midollo allungato, dal ponte e dal mesencefalo. Rappresenta la continuazione del MS e il piano di demarcazione

Dettagli

Corso di Neurologia. Prof. Fabio Cirignotta U.O. Neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi Università di Bologna

Corso di Neurologia. Prof. Fabio Cirignotta U.O. Neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi Università di Bologna Corso di Neurologia Prof. Fabio Cirignotta U.O. Neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi Università di Bologna Corso di Neurologia Prof. Fabio Cirignotta U.O. Neurologia Policlinico S.Orsola-Malpighi Università

Dettagli

LO STRETCHING. Metodiche di stretching. Tecniche di stretching statico

LO STRETCHING. Metodiche di stretching. Tecniche di stretching statico LO STRETCHING Chi corre deve avere una buona flessibilità per esprimere al meglio il proprio potenziale e per non incorrere in continui ed invalidanti infortuni. La flessibilità è l insieme della mobilità

Dettagli

Corso di Laurea in Fisioterapia. Corso integrato di INTRODUZIONE ALLA MEDICINA RIABILITATIVA aa 2015-2016. Esame obiettivo

Corso di Laurea in Fisioterapia. Corso integrato di INTRODUZIONE ALLA MEDICINA RIABILITATIVA aa 2015-2016. Esame obiettivo Corso di Laurea in Fisioterapia Corso integrato di INTRODUZIONE ALLA MEDICINA RIABILITATIVA aa 2015-2016 prof.ssa Laura Perucca IRCCS Istituto Auxologico Italiano UO Riabilitazione Neuromotoria Milano

Dettagli

TRONCO ENCEFALICO: porzione assile dell encefalo

TRONCO ENCEFALICO: porzione assile dell encefalo TRONCO ENCEFALICO: porzione assile dell encefalo Assi e Piani di riferimento dell encefalo Terminologia MS e tronco encefalico -> formazioni assili del SNC -> direttamente collegate ai bersagli Telencefalo;

Dettagli

PROGRAMMA DI STABILIZZAZIONE VERTEBRALE FINALIZZATA ALLA PREVENZIONE E CURA DEI DISTURBI VERTEBRALI

PROGRAMMA DI STABILIZZAZIONE VERTEBRALE FINALIZZATA ALLA PREVENZIONE E CURA DEI DISTURBI VERTEBRALI Servizio di Medicina del lavoro Servizio di Recupero e Rieducazione Funzionale PROGRAMMA DI STABILIZZAZIONE VERTEBRALE FINALIZZATA ALLA PREVENZIONE E CURA DEI DISTURBI VERTEBRALI A cura di: dr Luciano

Dettagli

La forza. In movimento Marietti Scuola 2010 De Agostini Scuola S.p.A. Novara

La forza. In movimento Marietti Scuola 2010 De Agostini Scuola S.p.A. Novara La forza La definizione di forza Per forza s intende la capacità dell apparato neuro- muscolare di vincere o contrapporsi a un carico esterno con un impegno muscolare. La classificazione della forza Tipi

Dettagli

IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA

IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA Anna Vagnetti LAVORO DI EQUIPE SVOLTO DAI FISIOTERAPISTI DELL UNITA SPINALE DELL OSPEDALE S. CORONA DI PIETRA LIGURE: BERNARDIS E., DELL ANNO F., FIRPO L., MANDRACCIA S.,

Dettagli

IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: IL SISTEMA NERVOSO SOMATICO ED IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO. Sezione schematica trasversale del midollo spinale

IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: IL SISTEMA NERVOSO SOMATICO ED IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO. Sezione schematica trasversale del midollo spinale IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: IL SISTEMA NERVOSO SOMATICO ED IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO Sezione schematica trasversale del midollo spinale 1 Nervi cranici: sono 12 paia di nervi che fuoriescono dall

Dettagli

ASPETTI MECCANICI DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE. FGE aa.2015-16

ASPETTI MECCANICI DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE. FGE aa.2015-16 ASPETTI MECCANICI DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE FGE aa.2015-16 ARGOMENTI INNERVAZIONE DEL MUSCOLO SCHELETRICO PLACCA NEURO MUSCOLARE UNITÀ NEURO MOTORIE TIPI DI CONTRAZIONE SCOSSE SEMPLICI RELAZIONI TENSIONE-LUNGHEZZA

Dettagli

Le lesioni muscolari

Le lesioni muscolari Le lesioni muscolari Cenni di anatomia e fisiologia Una classificazione è utile solo se fornisce informazioni sulla natura della lesione, sul suo trattamento e sulla sua prognosi M. E. Muller TIPI DI MUSCOLI

Dettagli

DISORDINI DELLE SENSIBILITA (somato estesia)

DISORDINI DELLE SENSIBILITA (somato estesia) DISORDINI DELLE SENSIBILITA (somato estesia) Enrico Granieri Direttore delle Scuole di Specializzazione in Neurologia e Neurochirurgia Direttore della Sezione di Neurologia e del Dipartimento di Discipline

Dettagli

Indice delle illustrazioni Guida per lo studente Presentazione dell opera

Indice delle illustrazioni Guida per lo studente Presentazione dell opera xi INDICE GENERALE Indice delle illustrazioni Guida per lo studente Presentazione dell opera xiii xvii xviii SEZIONE A: ANATOMIA DESCRITTIVA 1 Visione d insieme 4 Midollo spinale 8 Tronco dell encefalo

Dettagli

Classificazione fibre muscolari

Classificazione fibre muscolari Classificazione fibre muscolari Tipo fibra II B II A I Colore bianca rosa rossa Tipo di contrazione scossa rapida scossa rapida scossa lenta Affaticabilità rapida intermedia scarsa Metabolismo glicolitico

Dettagli

ww.chirurgiarticolare.it riproduzione vietata

ww.chirurgiarticolare.it riproduzione vietata Il trattamento delle sindromi rotulee non può essere lo stesso in ogni paziente. Sarà il medico curante a prescrivere, in base alla patologia quale dei seguenti esercizi dovrà essere praticato. E' importante

Dettagli

Modello del fuso neuromuscolare

Modello del fuso neuromuscolare Modello del fuso neuromuscolare Il fuso neuromuscolare è rappresentabile attraverso un elemento in grado di ricevere input di due diversi tipi: uno di natura elettrica, che rappresenta la frequenza di

Dettagli

1fase: riempimento graduale della vescica, con aumento della tensione di parete, fino all'attivazione del riflesso della minzione

1fase: riempimento graduale della vescica, con aumento della tensione di parete, fino all'attivazione del riflesso della minzione La Minzione 1fase: riempimento graduale della vescica, con aumento della tensione di parete, fino all'attivazione del riflesso della minzione 2 fase: attivazione del riflesso della minzione che permette

Dettagli

Corso aggiornamento allenatori Comitato Provinciale di Modena

Corso aggiornamento allenatori Comitato Provinciale di Modena Corso aggiornamento allenatori Comitato Provinciale di Modena Aspetti metodologici e pratici del periodo preparatorio nella pallavolo. Organizzazione della seduta fisico tecnica. Utilizzo di attrezzi e

Dettagli

Riflessi. Riflessi. Esame della motilità. Riflessi profondi: fisiologia. riflessi e tono muscolare. profondi. superficiali.

Riflessi. Riflessi. Esame della motilità. Riflessi profondi: fisiologia. riflessi e tono muscolare. profondi. superficiali. Esame della motilità L indagine semeiologica esplora i seguenti parametri della funzione motoria: riflessi e tono muscolare, forza muscolare, riflessi e tono muscolare trofismo muscolare, coordinazione

Dettagli

ALLENAMENTO DEI MUSCOLI POSTERIORI DELLE COSCE

ALLENAMENTO DEI MUSCOLI POSTERIORI DELLE COSCE ALLENAMENTO DEI MUSCOLI POSTERIORI DELLE COSCE Testo e disegni di Stelvio Beraldo La regione posteriore delle cosce ("faccia" posteriore) è formata dai muscoli (Farina A.: Atlante di anatomia umana descrittiva

Dettagli

Prof. Massimiliano Lattanzi L ALLENAMENTO MUSCOLARE TRA AGONISTI E ANTAGONISTI

Prof. Massimiliano Lattanzi L ALLENAMENTO MUSCOLARE TRA AGONISTI E ANTAGONISTI Prof. Massimiliano Lattanzi L ALLENAMENTO MUSCOLARE TRA AGONISTI E ANTAGONISTI la corsa, come qualsiasi altro movimento del nostro corpo è una sinergia di forze e allungamento un gioco di muscoli agonisti

Dettagli

L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini

L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini Saverio Ottolini L allenamento posturale per il biker www.mtbpassione.com L allenamento posturale per il biker Per chi si allena e gareggia in Mountain

Dettagli

Scienze Motorie e Sportive

Scienze Motorie e Sportive Scienze Motorie e Sportive GLOSSARIO DEI MOVIMENTI GINNASTICI E SPORTIVI (Testo e disegni di Stelvio Beraldo) DOCENTE: prof Pieraldo Carta CLASSI: 1^A, 1^B, 2^B A.S. 2013-2014 1 Atteggiamenti POSIZIONI

Dettagli

LA CORSA CORSO ISTRUTTORI FIDAL PIEMONTE 2012

LA CORSA CORSO ISTRUTTORI FIDAL PIEMONTE 2012 LA CORSA CORSO ISTRUTTORI FIDAL PIEMONTE 2012 LA CORSA Lo scopo: la velocità media avvio accelerazione lanciato Aspetti biomeccanici: lunghezza e frequenza del passo Struttura del movimento: fase di appoggio

Dettagli

Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof.

Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof. Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof. Nino Basaglia MODULO DIPARTIMENTALE ATTIVITÀ AMBULATORIALE Responsabile: Dott. Efisio

Dettagli

Meccanica muscolare. Tensione muscolare: Forza esercitata dal muscolo / area di sezione (N/m 2 ) Carico: Forza esercitata da un peso sul muscolo

Meccanica muscolare. Tensione muscolare: Forza esercitata dal muscolo / area di sezione (N/m 2 ) Carico: Forza esercitata da un peso sul muscolo Meccanica muscolare Tensione muscolare: Forza esercitata dal muscolo / area di sezione (N/m 2 ) Carico: Forza esercitata da un peso sul muscolo Quando i muscoli si contraggono sviluppano forza (spesso

Dettagli

2. forza-potenza, con lo scopo di ottenere un incremento della forza e della potenza sviluppata dai maggiori gruppi muscolari; 3.

2. forza-potenza, con lo scopo di ottenere un incremento della forza e della potenza sviluppata dai maggiori gruppi muscolari; 3. SOMMARIO Il presente lavoro, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano e la Polisportiva Milanese, ha come obiettivo la valutazione di possibili benefici

Dettagli

CAPSULITE ADESIVA ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE

CAPSULITE ADESIVA ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE CAPSULITE ADESIVA ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE Esercizio nr. 1) Piegate il busto in avanti in modo che sia parallelo al pavimento ed appoggiatevi con il braccio sano ad uno sgabello o ad un tavolino.

Dettagli

La semplice serie di esercizi di seguito suggerita costituisce

La semplice serie di esercizi di seguito suggerita costituisce 4. Esercizi raccomandati La semplice serie di esercizi di seguito suggerita costituisce una indicazione ed un invito ad adottare un vero e proprio stile di vita sano, per tutelare l integrità e conservare

Dettagli

2.Sistemi sensoriali 2 Le vie somatosensoriali

2.Sistemi sensoriali 2 Le vie somatosensoriali 2.Sistemi sensoriali 2 Le vie somatosensoriali Prof. Carlo Capelli Fisiologia Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive Università di Verona Obiettivi Organizzazione generale delle vie

Dettagli

La movimentazione manuale dei carichi

La movimentazione manuale dei carichi ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE "EINSTEIN" Torino (TO) La movimentazione manuale dei carichi Note informative per la sicurezza e la salute sul lavoro Decreto Legislativo n. 9 aprile 2008 n. 81 Procedura

Dettagli

R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili

R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili SERVIZIO DI RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili Gli atleti che praticano sport in carrozzina sono ormai destinati a raggiungere carichi di allenamento

Dettagli

LA STABILOMETRIA (ANALISI POSTUROGRAFICA)

LA STABILOMETRIA (ANALISI POSTUROGRAFICA) Giovanni Magnani LA STABILOMETRIA (ANALISI POSTUROGRAFICA) La Stabilometria (analisi posturografica) è un esame che permette di valutare e misurare il controllo fine della postura. Il soggetto esaminato

Dettagli

Midollo spinale e nervi spinali

Midollo spinale e nervi spinali Midollo spinale e nervi spinali 33 SEGMENTI CORNA GRIGIE LATERALI CORNA GRIGIE DORSALI O POSTERIORI CORNA GRIGIE VENTRALI O ANTERIORI COLONNA BIANCA POSTERIORE TRATTI COLONNA BIANCA LATERALE COLONNA BIANCA

Dettagli

Valutazione delle condizioni mediche. Valutazione delle condizioni mediche

Valutazione delle condizioni mediche. Valutazione delle condizioni mediche Pagina 1 / 2 andare alla pagina: 1 6 Posizione del M/L Posizione del A/P Peso corporeo Determinare il peso corporeo. Prendere già in considerazione eventuali variazioni prevedibili (ad es. oscillazioni

Dettagli

LA PERLA. Difficoltà: livello 1 FIG. 1

LA PERLA. Difficoltà: livello 1 FIG. 1 Difficoltà: livello 1 LA PERLA FIG. 1 Descrizione Scopo e benefici La perla è uno degli esercizi invisibili più facili, perché non richiede una percezione delle diverse parti della muscolatura pelvica.

Dettagli

ESERCIZI PER GLI ADDOMINALI

ESERCIZI PER GLI ADDOMINALI ESERCIZI PER GLI ADDOMINALI BREVE ANATOMIA DEGLI ADDOMINALI La parete addominale è interamente rivestita da muscolatura la cui tonicità occupa importanza estetica e funzionale, garantendo la tenuta dei

Dettagli

GAIT TRAINER GT2 COD. 950-386

GAIT TRAINER GT2 COD. 950-386 GAIT TRAINER GT2 COD. 950-386 Addestramento e valutazione quantitativa del passo Velocità di scorrimento adattata ai parametri funzionali del passo Inserendo l età, il sesso e l altezza, il software propone

Dettagli

I mezzi di allenamento muscolare a confronto (articolo del M.d.S. Stelvio Beraldo)

I mezzi di allenamento muscolare a confronto (articolo del M.d.S. Stelvio Beraldo) I mezzi di allenamento muscolare a confronto (articolo del M.d.S. Stelvio Beraldo) ESERCIZI CON GLI ELASTICI Consentono di eseguire una vastissima gamma di esercizi per tutti i gruppi muscolari del corpo

Dettagli

15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA

15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA International Pbi S.p.A. Milano Copyright Pbi SETTEMBRE 1996 15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA Introduzione I muscoli e le articolazioni che danno sostegno alla nostra schiena spesso mancano

Dettagli

ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi

ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi Esercizi iniziali Contrazioni dei muscoli flessori del ginocchio

Dettagli

RUNNING. il re degli allenamenti

RUNNING. il re degli allenamenti Naturale, dimagrante, ottima per tonificare il cuore e il sistema circolatorio. E soprattutto a costo zero. La corsa è un training senza eguali e le giornate di questo periodo, tiepide e gradevoli, invitano

Dettagli

La sindrome pseudo radicolare: quando muscoli, legamenti, articolazioni imitano il dolore radicolare di Dr. Giovanni Migliaccio

La sindrome pseudo radicolare: quando muscoli, legamenti, articolazioni imitano il dolore radicolare di Dr. Giovanni Migliaccio La sindrome pseudo radicolare: quando muscoli, legamenti, articolazioni imitano il dolore radicolare di Dr. Giovanni Migliaccio La sindrome radicolare pura si esprime con un dolore irradiato nel territorio

Dettagli

GINNASTICA PER IL MAL DI SCHIENA

GINNASTICA PER IL MAL DI SCHIENA GINNASTICA PER IL MAL DI SCHIENA Introduzione: Per limitare i danni provocati alla colonna vertebrale durante l'attività sportiva e garantire una postura corretta nello sviluppo della stessa, è necessario

Dettagli

ALLIEVI. Programma MILAN LAB

ALLIEVI. Programma MILAN LAB ALLIEVI Programma MILAN LAB SEDUTA DI ALLENAMENTO ALLIEVI CAPACITÀ MOTORIE 100% CAPACITÀ COORDINATIVE 10% 90% CAPACITÀ CONDIZIONALI Rapidità/Velocità 20% Resistenza 30% Forza (didattica) 20% Flessibilità

Dettagli

EVOLUZIONE DEL LANCIO ETA -CORRELATA

EVOLUZIONE DEL LANCIO ETA -CORRELATA EVOLUZIONE DEL LANCIO ETA -CORRELATA Dott. Nicola de Gasperis Dott. Giovanni Di Giacomo Dott. Alberto Costantini Dott. Andrea De Vita Concordia Hospital for Special Surgery Rome - Italy Per gettare un

Dettagli

Regole fondamentali e posture

Regole fondamentali e posture Regole fondamentali e posture Propongo adesso sotto forma schematica una serie di input basilari, da tenere sempre presenti ogni volta che mi accingo a proporre uno stiramento: - I nostri muscoli sono

Dettagli

In forma tutto l anno! Semplice programma di ginnastica sul luogo di lavoro

In forma tutto l anno! Semplice programma di ginnastica sul luogo di lavoro In forma tutto l anno! Semplice programma di ginnastica sul luogo di lavoro Introduzione Che si lavori seduti o in piedi, la mancanza di movimento legata a una postura statica prolungata può a lungo andare

Dettagli

La forza nei giovani

La forza nei giovani La forza nei giovani Vinicio PAPINI Premessa FORZA: capacità di vincere o contrastare resistenze esterne Lo sviluppo della forza deve essere effettuato unitamente agli altri aspetti della motricità. Considerare

Dettagli

emiplegico in fase acuta

emiplegico in fase acuta Il pre-occuparsi terapeutico Il trattamento del paziente emiplegico in fase acuta Associazione RMP Elementi basilare dell approccio terapeutico Conoscenza delle varie forme di emiplegia Conoscenza per

Dettagli

CERVICALGIA ESERCIZI DI FISIOTERAPIA

CERVICALGIA ESERCIZI DI FISIOTERAPIA CERVICALGIA ESERCIZI DI FISIOTERAPIA Esercizi di fisioterapia Il tratto cervicale è la prima parte della colonna vertebrale. Quando si parla di cervicalgia si intende un dolore a livello del collo che

Dettagli

1) FIBRE ROSSE A CONTRAZIONE LENTA (Tipo I) 2) FIBRE BIANCHE INTERMEDIE (Tipo IIa) 3) FIBRE BIANCHE A CONTRAZIONE RAPIDA (Tipo IIb)

1) FIBRE ROSSE A CONTRAZIONE LENTA (Tipo I) 2) FIBRE BIANCHE INTERMEDIE (Tipo IIa) 3) FIBRE BIANCHE A CONTRAZIONE RAPIDA (Tipo IIb) LE FIBRE MUSCOLARI La fibra muscolare è considerata l' unità funzionale del muscolo scheletrico o, più semplicemente, una delle tante cellule che lo compongono. Ogni muscolo è infatti formato da un certo

Dettagli

Obiettivi della lezione scorsa

Obiettivi della lezione scorsa Obiettivi della lezione scorsa 1) Imparare il significato dei termini contrazione, tensione, carico, scossa. 2) Esaminare la differenza fra una contrazione isotonica ed isometrica. 3) Capire la differenza

Dettagli

Sistema Nervoso Vi V e i e s en e s n it i i t v i e, e, v ie i e m o m t o r t ic i i i e e con o t n r t ol o l l o l o m o m t o o t r o io i

Sistema Nervoso Vi V e i e s en e s n it i i t v i e, e, v ie i e m o m t o r t ic i i i e e con o t n r t ol o l l o l o m o m t o o t r o io i Sistema Nervoso Vie sensitive, vie motrici e controllo motorio Vie sensitive principali Sistema spinotalamico e sistema anterolaterale (sensibilità termica e dolorifica, sensibilità tattile superficiale

Dettagli

Università degli Studi di Milano. A.Caronni, 24 maggio 2006

Università degli Studi di Milano. A.Caronni, 24 maggio 2006 Università degli Studi di Milano SEGNI E SINTOMI NELLA SINDROME CEREBELLARE A.Caronni, 24 maggio 2006 SEGNI CARDINALI DELLE LESIONI CEREBELLARI 1. Ipotonia 2. Tremore 3. Atassia N.B.: la lesione del cervelletto

Dettagli

LA RIABILITAZIONE DELLA PARALISI POLIOMIELITICA E DELLA SINDROME POST POLIO

LA RIABILITAZIONE DELLA PARALISI POLIOMIELITICA E DELLA SINDROME POST POLIO CONVEGNO INTERNAZIONALE MALCESINE 2010 LA RIABILITAZIONE DELLA PARALISI POLIOMIELITICA E DELLA SINDROME POST POLIO D. M. Fisioterapista LINO FIA Il trattamento è rivolto a pazienti: in fase di stabilizzazione

Dettagli

MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO

MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO (Modulo) 10' Corsa (Borg 2-3) Inserendo anche corsa laterale 5' Stretching Dinamico 5' Andature (Skip, Corsa, Calciata, Scivolamenti laterali ecc. 3x10m) 3x Allungo

Dettagli

8) Coscia e anca: a) flessione; b) estensione; c) abduzione; d) adduzione; e) rotazione interna; f) rotazione esterna.

8) Coscia e anca: a) flessione; b) estensione; c) abduzione; d) adduzione; e) rotazione interna; f) rotazione esterna. Glossario dei movimenti ginnastici e sportivi Terminologia riferita alle posizioni e ai movimenti del corpo 1) Capo: a) flessione in avanti; b) inclinazione indietro con iperestensione del rachide cervicale;

Dettagli

SVILUPPO DEL CORPO: l esercizio fisico stimola la respirazione e la circolazione, quindi le cellule sono nutrite meglio, e le loro scorie sono più

SVILUPPO DEL CORPO: l esercizio fisico stimola la respirazione e la circolazione, quindi le cellule sono nutrite meglio, e le loro scorie sono più La motricità nello sviluppo e nel comportamento del bambino Tutti gli autori sono d accordo nel riconoscere che l esercizio fisico ha un importanza fondamentale per lo sviluppo del corpo, della mente e

Dettagli

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE Corso di Laurea in SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE (L22)

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE Corso di Laurea in SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE (L22) UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE Corso di Laurea in SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE (L22) Insegnamento di Metodi e Didattica degli SPORT DI SQUADRA MeD della PALLAVOLO

Dettagli

Indice generale. Sistema nervoso 1. Introduzione 1. Elementi costitutivi del sistema nervoso 17. Midollo spinale e nervi spinali 47

Indice generale. Sistema nervoso 1. Introduzione 1. Elementi costitutivi del sistema nervoso 17. Midollo spinale e nervi spinali 47 IX Indice generale Sistema nervoso 1 Introduzione 1 GeneralitaÁ 2 Sviluppo e organizzazione 2 Circuiti funzionali 2 Topografia del SN 4 Sviluppo e organizzazione dell'encefalo 6 Sviluppo dell'encefalo

Dettagli

LAMINE DI REXED SOSTANZA GRIGIA DEL MIDOLLO SPINALE SEGMENTO TORACICO

LAMINE DI REXED SOSTANZA GRIGIA DEL MIDOLLO SPINALE SEGMENTO TORACICO LAMINE DI REXED SOSTANZA GRIGIA DEL MIDOLLO SPINALE SEGMENTO TORACICO COLONNA POSTERIORE o CORNO POSTERIORE II I Sostanza gelatinosa di Rolando (II) Nucleo marginale (I) III IV V Nucleo toracico o colonna

Dettagli

Lo Stretching per il ciclista 17 semplici esercizi

Lo Stretching per il ciclista 17 semplici esercizi 2012 Lo Stretching per il ciclista 17 semplici esercizi Una raccolta di esercizi specifici per chi pratica ciclismo a tutti i livelli dall'agonista al semplice cicloturista De Servi Giuseppe STUDIO BIOMEC

Dettagli

POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI PROGRAMMI DI ALLENAMENTO COL CARICO NATURALE Testo e disegni di Stelvio Beraldo

POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI PROGRAMMI DI ALLENAMENTO COL CARICO NATURALE Testo e disegni di Stelvio Beraldo POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI PROGRAMMI DI ALLENAMENTO COL CARICO NATURALE Testo e disegni di Stelvio Beraldo 1- Caratteristiche del carico naturale come mezzo di allenamento 2- Schede esercizi per

Dettagli

MACROSTRUTTURA DEL MUSCOLO STRIATO SCHELETRICO

MACROSTRUTTURA DEL MUSCOLO STRIATO SCHELETRICO FUNZIONE DEL MUSCOLO SCHELETRICO Ultrastruttura della cellula muscolare. Miofilamenti. Meccanismo della contrazione. Trasmissione neuromuscolare. Scossa semplice e tetano muscolare. Unità motoria. PROPRIETA

Dettagli

Il linguaggio dell insegnante. Scienze Motorie Prof.ssa Marta Pippo

Il linguaggio dell insegnante. Scienze Motorie Prof.ssa Marta Pippo Il linguaggio dell insegnante Scienze Motorie Prof.ssa Marta Pippo A Assi e piani Asse longitudinale: è la linea immaginaria che ti attraversa dall alto (vertice della testa) in basso (in mezzo ai talloni).

Dettagli

ESAME OBIETTIVO NEUROLOGICO. Dr. Alberto Gajofatto Dipartimento di Scienze Neurologiche e del Movimento Sezione di Neurologia

ESAME OBIETTIVO NEUROLOGICO. Dr. Alberto Gajofatto Dipartimento di Scienze Neurologiche e del Movimento Sezione di Neurologia ESAME OBIETTIVO NEUROLOGICO Dr. Alberto Gajofatto Dipartimento di Scienze Neurologiche e del Movimento Sezione di Neurologia Consiste nella ricerca di segni di alterazione del normale funzionamento del

Dettagli

AREE MOTORIE. Piero Paolo Battaglini

AREE MOTORIE. Piero Paolo Battaglini Corso di Neurofisiologia avanzato AREE MOTORIE Piero Paolo Battaglini Centro per le Neuroscienze BRAIN (Basic Research And Integrative Neuroscience) Dipartimento di Scienze della Vita Università di Trieste

Dettagli

BASI delle ATTIVITA MOTORIE

BASI delle ATTIVITA MOTORIE BASI delle ATTIVITA MOTORIE Maria Chiara Gallotta Stanza 59 1 piano palazzo IUSM Tel 06 36733211 mariachiara.gallotta@iusm.it Ricevimento Martedì 10:00-12:00 Rapidità La capacità di eseguire azioni motorie

Dettagli

Gaze disorders in cerebral palsy (anomalie dello sguardo nelle paralisi cerebrali infantili)

Gaze disorders in cerebral palsy (anomalie dello sguardo nelle paralisi cerebrali infantili) Riccardo Frosini Gaze disorders in cerebral palsy (anomalie dello sguardo nelle paralisi cerebrali infantili) XXII INCONTRO DI STRABOLOGIA E NEUROFTALMOLOGIA Bosisio Parini 2015 Paralisi cerebrali infantili

Dettagli

Movimento e benessere per la nostra schiena

Movimento e benessere per la nostra schiena Movimento e benessere per la nostra schiena Siamo fatti così... Corso di ginnastica posturale correttiva Sciolze 2011 La colonna vertebrale rappresenta la struttura portante del nostro corpo ed è capace

Dettagli

Implicazioni Propriocettive nella Riabilitazione

Implicazioni Propriocettive nella Riabilitazione Implicazioni Propriocettive nella Riabilitazione La Capsula Articolare Rigidità Vs Patolassità Roma 23 Febbraio 2008 M. Bertoni,, M.D. Sport Clinic Center Università di Firenze Propriocettiva 1 Hall of

Dettagli

PROGRAMMA DI ATTIVITÀ FISICA ADATTATA PER SINDROMI ALGICHE DA IPOMOBILITÀ

PROGRAMMA DI ATTIVITÀ FISICA ADATTATA PER SINDROMI ALGICHE DA IPOMOBILITÀ PROGRAMMA DI ATTIVITÀ FISICA ADATTATA PER SINDROMI ALGICHE DA IPOMOBILITÀ Sono definite Sindromi algiche da ipomobilità le condizioni di artrosi con disturbo algofunzionale e di altre artropatie non specificate

Dettagli

SISTEMA NERVOSO. Il sistema nervoso controlla e regola tutte le funzioni dell organismo.

SISTEMA NERVOSO. Il sistema nervoso controlla e regola tutte le funzioni dell organismo. SISTEMA NERVOSO In tutti gli animali, il sistema nervoso è la rete di coordinamento e controllo che riceve tutte le informazioni, le interpreta e risponde ad esse in vari modi. Il sistema nervoso controlla

Dettagli

RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE ESERCIZI DI FISIOTERAPIA

RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE ESERCIZI DI FISIOTERAPIA RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE ESERCIZI DI FISIOTERAPIA Esercizi di fisioterapia Una corretta attività fisica svolge un azione molto favorevole sull apparato cardiovascolare, riduce tutti i principali

Dettagli

I segnali elettrici generati nei neuroni sono modificazioni del potenziale di riposo determinate dall apertura o chiusura di canali ionici:

I segnali elettrici generati nei neuroni sono modificazioni del potenziale di riposo determinate dall apertura o chiusura di canali ionici: I segnali elettrici generati nei neuroni sono modificazioni del potenziale di riposo determinate dall apertura o chiusura di canali ionici: Potenziali graduati (risposte passive): modulabili in ampiezza,

Dettagli

Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni

Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni Associazione Italiana Arbitri - AIA Settore Tecnico: Modulo Preparazione Atletica Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni AIA CAN-D Stagione Agonistica 2010-2011 Prevenzione Infortuni Introduzione

Dettagli

Principi di Riabilitazione e Fisioterapia 2 10/11/2015. Corso di Laurea in Fisioterapia

Principi di Riabilitazione e Fisioterapia 2 10/11/2015. Corso di Laurea in Fisioterapia Corso di Laurea in Fisioterapia Corso integrato di INTRODUZIONE ALLA MEDICINA RIABILITATIVA aa 2015-2016 Prof.ssa Laura Perucca IRCCS Istituto Auxologico Italiano UO Riabilitazione Neuromotoria Milano

Dettagli

SINTOMI PRINCIPALE:DOLORE AI MOVIMENTI DELLA SPALLA

SINTOMI PRINCIPALE:DOLORE AI MOVIMENTI DELLA SPALLA 1- NELLA SPALLA I TENDINI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI TRANSITANO FRA DUE ZONE OSSEE PRIMA DI INSERIRSI SULL OMERO 2- FREQUENTI MOVIMENTI DEL BRACCIO PROVOCANO RIPETUTE COMPRESSIONI SUI TENDINI PROVOCANDONE

Dettagli

AL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO

AL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO APPROCCIO FISIOTERAPICO AL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO RIEDUCAZIONE MOTORIA RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA Il trattamento riabilitativo motorio e respiratorio va iniziato precocemente a distanza di pochi giorni

Dettagli

La colonna. Colonna vertebrale, corpo. Posizione in rapporto alla regione. Contenitore e protezione di porzioni del sistema nervoso

La colonna. Colonna vertebrale, corpo. Posizione in rapporto alla regione. Contenitore e protezione di porzioni del sistema nervoso La colonna Colonna vertebrale, pilastro vertebrale centrale del corpo. Posizione in rapporto alla regione. Contenitore e protezione di porzioni del sistema nervoso La colonna La colonna vertebrale concilia

Dettagli

L'ALLENAMENTO, IL RISCALDAMENTO, LO STRETCHING

L'ALLENAMENTO, IL RISCALDAMENTO, LO STRETCHING L'ALLENAMENTO, IL RISCALDAMENTO, LO STRETCHING 1 - ALLENAMENTO FISICO O TRAINING L ALLENAMENTO consente di raggiungere e mantenere l organismo e/o le varie prestazioni a ben definiti livelli ottimali di

Dettagli

DURATA: 30 torsioni in totale.

DURATA: 30 torsioni in totale. Il warm up è la fase di riscaldamento generale a secco indispensabile prima di entrare in acqua. La funzione è quella di preparare il corpo allo sforzo, prevenire gli infortuni e migliorare la performance

Dettagli

PREVENIRE LA PATOLOGIA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI DELLA SPALLA Testo e disegni di Stelvio Beraldo

PREVENIRE LA PATOLOGIA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI DELLA SPALLA Testo e disegni di Stelvio Beraldo PREVENIRE LA PATOLOGIA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI DELLA SPALLA Testo e disegni di Stelvio Beraldo L'articolazione scapolo-omerale si caratterizza per la capacità di permettere in maniera molto ampia i movimenti

Dettagli

FITNESS E WELLNESS GEROMOTRICITÀ

FITNESS E WELLNESS GEROMOTRICITÀ FITNESS E WELLNESS GEROMOTRICITÀ Dottoressa Loredana D Alessandro Primo semestre primo anno UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ENNA KORE loredana.dale@gmail.com 1 GEROMOTRICITÀ Possibile presenza di deficit cognitivi,

Dettagli