Introduzione. Jan van der Straet, e che l editore Theodor de Bry incluse nell apparato illustrativo della sua America (Oppenheim, 1619).
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- Cristiano Costantino Cara
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1 Introduzione Nel 1492 Europa ed America intrapresero un cammino comune. Com è noto, non si trattò di una scelta consensuale, e una lunga tradizione storiografica ha narrato quella vicenda in termini di violenta sopraffazione più che di incontro. Questo è tuttavia il tema di una delle tante immagini realizzate per coglierne il senso, l incisione (cfr. FIG. 1) che Philip Galle trasse da un disegno dell artista fiammingo Jan van der Straet, e che l editore Theodor de Bry incluse nell apparato illustrativo della sua America (Oppenheim, 1619). FIGURA 1 Il navigatore Vespucci incontra l india America 9
2 DAL NUOVO MONDO ALL AMERICA Più di un secolo dopo la scoperta, questa viene narrata per mezzo di un linguaggio allusivo e metaforico. L europeo è qui il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci (l uomo che diede il proprio nome alle terre d Occidente), còlto subito dopo l approdo alle coste americane. La sua identità si esprime indirettamente, attraverso alcuni oggetti, appendici della sua persona che ne dipendono e al tempo stesso la arricchiscono: si tratta della spada e dell armatura, visibili al di sotto del pesante mantello, segni di forza militare; dell astrolabio tenuto nella sinistra, e che allude, assieme alle navi sullo sfondo, al potenziale della cultura scientifica; e infine della croce impugnata nella destra, simbolo della religione cristiana e delle sue verità assolute. Tutto ciò definisce la condizione privilegiata di un europeo rivestito della sua civiltà. Di fronte a lui, il Nuovo Mondo è rappresentato nelle forme seducenti di un india ignuda. Il corpo, qui, parla in prima persona, ma più per dichiarare una netta inferiorità di condizione che per caricare eroticamente la scena. Le forme opulente dell indigena sono infatti collocate sullo sfondo di una natura rigogliosa quanto selvaggia, la cui abissale lontananza dai privilegi della civiltà è misurabile a partire dalla distanza culturale che separa gli strumenti di cui Vespucci è rivestito dalla scena di cannibalismo che si staglia sullo sfondo, proprio dietro la testa dell india... È nella logica di questa rappresentazione che ella venga rivestita di panni non suoi, educata a esprimersi nella lingua dei suoi scopritori, guidata alla fede in un Dio straniero. In tal modo entrerà a far parte (in un ruolo secondario) della storia tracciata dall Europa, e a partire dalla nuova identità che essi le costruiranno, definendola America latina 1. Oggi, alla nostra sensibilità, il racconto per immagini di Jan van der Straet appare incompleto. Infatti, se un dato generale emerge dalla riflessione su questi problemi, è la reciprocità del cambiamento: al violento sconvolgimento della vita americana fecero eco, sulle coste orientali dell Atlantico, sensibili modificazioni dell economia e della società, mentre i problemi posti dalla concreta presenza di un mondo nuovo obbligarono gli europei, dal 1492 in poi, a una salutare ginnastica mentale, in virtù della quale idee e pregiudizi, profondamente radicati nelle fondamenta stesse della cultura occidentale, dovettero essere sottoposti a revisione. Molti uomini di cultura ne erano sconcertati: «Novus orbis victus vos vicit» («Il Nuovo Mondo che avete vinto ha la meglio su di voi») constatava l umanista fiammingo Giusto Lipsio, persuaso che l influenza esercitata dall America sugli europei ne avrebbe corrotto profondamente i costumi. Allo stesso tempo, nelle sue parole è implicita la convinzione che, nel breve tempo trascor- 10
3 INTRODUZIONE so dalla scoperta, il nesso tra queste due lontane parti del mondo si fosse fatto strettissimo. Più tardi, tra Seicento e Settecento, gli intellettuali europei iniziarono a porsi la questione dell utilità o, viceversa, dello svantaggio apportato all Europa dall entrata sulla scena del Nuovo Mondo. È quanto successe nel 1792 quando, in occasione del terzo centenario della scoperta, l Académie Française indisse un concorso per stabilire quali influssi l America avesse avuto su politica, commercio e costumi europei. Questa consapevolezza costruitasi nel tempo rafforza l idea di un incontro nel corso del quale entrambi i termini della relazione vennero messi in discussione: l Europa, quindi, non meno dell America 2. Ciò è vero al livello, relativamente semplice, delle forme geografiche: la ricognizione di un mondo del tutto sconosciuto obbligò gli europei a riformulare la propria idea complessiva del globo, a registrare in modo diverso la disposizione delle sue varie parti. Ma a questo piano se ne ricollegano altri, di tanto più complessi e delicati, nella misura in cui chiamano in causa alcuni meccanismi nevralgici della mente occidentale: che cosa pensare, ad esempio, delle grandi civiltà americane e delle loro culture? Si trattava soltanto, come sosteneva qualcuno, di opere del demonio? Oppure incas e mexica, come altrove cinesi e indiani, costituivano una sfida al modello europeo di civiltà, fondato sulla preminenza esclusiva, sul valore assoluto delle radici classiche e cristiane? E se gli europei posseggono la verità, questa deve esser fatta valere ugualmente per tutti, magari con la forza e la violenza? O non è forse vero che per ogni uomo la verità risiede nei frutti migliori della propria ragione e del proprio sentimento e si tratta quindi di un valore relativo, che muta con il luogo in cui volta per volta ci troviamo? Domande come queste rinviano a due importanti questioni di metodo: la prima è che ogni storia della scoperta e della conquista del Nuovo Mondo è anche, di necessità, una riflessione sulla complessa identità europea e sulle sue trasformazioni. La seconda riguarda l aspetto composito del problema: dietro la scoperta dell America si cela una grande molteplicità di percorsi, una ricchezza di storie diverse tutte dipartitesi dal momento dell incontro, ciascuna delle quali merita di essere seguita e compresa, nella misura in cui tutti noi, oggi, siamo figli anche di quell incontro: che ha modificato in modo irreversibile l Europa della fine del Medioevo, avviando un lungo processo di rielaborazione della sua cultura. Posto in questi termini, il concetto stesso di scoperta manifesta la propria complessità. Per l opinione comune, esso è carico di un 11
4 DAL NUOVO MONDO ALL AMERICA valore competitivo che sottolinea il primato, la prestazione: sicché il merito della scoperta va attribuito a chi supera le difficoltà fisiche (in questo caso l oceano, la sofferenza e le difficoltà della navigazione ecc.) frapposte tra coste europee e americane. Se così fosse, le migliori credenziali per l attribuzione della scoperta dell America sarebbero quelle esibite non dalla spedizione colombiana, bensì dagli anonimi equipaggi vichinghi che tra X e XI secolo assunsero il controllo del settore nord-atlantico dalla penisola scandinava all Islanda, alla Groenlandia e fino alla terra che essi battezzarono Vinland, ossia terra del vino, corrispondente con ogni probabilità alla fascia di territorio americano compresa tra la foce del fiume San Lorenzo, nell attuale Canada, e il Massachusetts. Fonti archeologiche e letterarie portano considerevoli argomenti a favore di questa ipotesi. Tuttavia, le imprese degli uomini del nord, per quanto sorprendenti, non riuscirono a inserire durevolmente le terre americane nel circuito della vita economica, politica e culturale europea: «nel momento in cui la grande avventura marittima dell Europa comincia, chilometri più a sud, il ripiegamento scandinavo è già avvenuto e il ricordo stesso se ne va in fumo» 3. A stretto rigore di termini, anche le responsabilità di scopritore di Cristoforo Colombo potrebbero essere messe in discussione, se non altro per il fatto che il genovese morì convinto di esser arrivato non in una terra ignota, bensì in qualche remota plaga dell Asia: la sua scoperta nega se stessa nel momento stesso in cui si compie... Tutto sommato, il senso e la profondità dell idea di scoperta si manifestano in modo più efficace se pensiamo ad essa non come a un evento coincidente con un punto sulla linea del tempo, bensì come a un percorso mentale ricco e complesso, nel corso del quale lo scopritore giunge ad attribuire un senso alla realtà ritrovata, tale da integrarla nella sua visione complessiva del mondo: percorso che richiede un arco di tempo lungo per sistematizzare i propri risultati; nel caso dell America, quasi due secoli... Torniamo al senso comune. Nell espressione scoperta dell America, esso ravvisa una buona dose di casualità. Colombo si mette in mare per giungere ai luoghi di produzione delle preziose spezie d Oriente: incappare nelle terre d America non è che una conseguenza di questo lungimirante progetto. Ciò è vero solo in parte. Punto di partenza lo abbiamo detto di molte e complicate storie, l America è anche punto d arrivo di altre storie, molteplici e 12
5 INTRODUZIONE complicate a loro volta. Come mai Colombo è un uomo di mare europeo, e non, poniamo, cinese o arabo? Perché è l Europa a scoprire l America, e non viceversa? Una volta di più, è all Europa che dovremo guardare, alla sua storia entro il contesto del mondo, se vorremo comprendere come al suo interno si è raccolto, lentamente, il potenziale di energie materiali e intellettuali sotteso alla scoperta dell America. 13
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