IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA

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1 IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA Nota congiunturale trimestrale Dicembre 214 In breve Nel corso del 214 i timidi segnali di recupero dell economia registrati nel 213 si sono attenuati soprattutto per via del marcato ridimensionamento della domanda estera. L occupazione si è stabilizzata, sebbene con notevoli differenze in termini di genere, età e settori. La maggiore partecipazione al mercato del lavoro ha portato però ad un aumento del tasso di disoccupazione, con i disoccupati di lunga durata in continua crescita (+ 24,6%). E probabile che il tasso di disoccupazione rimarrà relativamente elevato anche quando l economia ripartirà, per effetto dell elevata incidenza del part-time involontario e della Cassa Integrazione che rischia di rallentare la creazione di lavoro aggiuntivo, e l attivazione degli scoraggiati che ingrosseranno la crescita dell offerta di lavoro. Nel I trimestre 214 il tasso di occupazione (15-64 anni) si attesta al 65,1%, sostanzialmente stabile su base annua, ma inferiore di ben 2,3pp rispetto al I trimestre 28. La tenuta dell occupazione è dovuta esclusivamente alla componente femminile, mentre diminuisce ancora l occupazione maschile che ha perso rispetto ai livelli pre-crisi oltre 126 mila unità (-4,9%), di cui 13 mila nel I trimestre 214 (-,6%), portando il tasso di occupazione maschile al 72,4%, in contrazione di,4pp su base annua e di 5pp considerando i livelli pre-crisi. L occupazione femminile cresce invece del 3,5% rispetto al I trimestre 28 e conta nel 214 oltre 64 mila occupate in più; rispetto ai trimestri precedenti, si registra però nel I trimestre 214 un rallentamento del ritmo di crescita dell occupazione delle donne (+,2%), e un tasso di occupazione pari al 57,7%. Le dinamiche di genere riflettono gli andamenti settoriali: torna a contrarsi l occupazione nell industria in senso stretto (-1,1% a/a, corrispondenti a 6,5 mila occupati in meno); si conferma la riduzione occupazionale nelle costruzioni (-3,1%, -8,7 mila occupati) e la tenuta dei servizi (+,2%, +5,5 mila occupati), sebbene a ritmi meno sostenuti che in passato. Si conferma anche la ricomposizione per età dell occupazione con il trend negativo dell occupazione più giovane e il parallelo aumento di quella più anziana; le criticità tra i giovani riguardano anche gli elevatissimi livelli di disoccupazione (28,9%, +3 pp su base annua) e inattività (7,1%, +2,4pp), con i NEET che rappresentano il 18% dei giovani, rispetto al 17% del 213 e l,7% pre-crisi. Continua a crescere il lavoro a termine full-time (+1,6% a/a) e si conferma la tenuta del lavoro a tempo indeterminato full-time (+,3%); il lavoro autonomo rimane sostanzialmente stabile, ma con dinamiche di genere contrapposte (+9,5% per le donne e -4,5% per gli uomini). Per il secondo trimestre consecutivo, si riduce il lavoro part-time (-2,6%), ma non in riferimento alla componente involontaria che continua a crescere (+1,7%), soprattutto tra gli uomini (+18,1%). Nel I trimestre 214 il tasso di disoccupazione sale al 7,7%. L aumento tendenziale del tasso di disoccupazione riguarda in egual misura (,3pp) sia gli uomini che le donne, i cui valori si attestano rispettivamente al 7,2% e all 8,3%. I disoccupati lombardi sono 358 mila; se da un lato l aumento della disoccupazione femminile può essere ricondotto ad un aumento del tasso di attività al 62,9%, per gli uomini il tasso di attività scende al 78,1% per un effetto di scoraggiamento. I dati di flusso riferiti alle COB e all indagine congiunturale confermano le criticità del mercato del lavoro con un marcato peggioramento del saldo in tutti i settori. Nel I trimestre 214 le ore autorizzate di CIG sono pari a 56,3 milioni e per la prima volta da metà 2 registrano una significativa riduzione tendenziale (-21,8%). Tuttavia dal 212 è in atto una ricomposizione della cassa per tipo di intervento con un peso sempre maggiore degli interventi a carattere straordinario (7%) corrispondenti a quasi 4 milioni di ore autorizzate (+6% su base annua); si sgonfia invece la CIGO (13,3 milioni, - 45,8%). La crescita delle crisi strutturali si conferma anche in riferimento alla mobilità, con un numero di lavoratori approvati pari a 743, in aumento del 37% su base annua. Il quadro fortemente critico del mercato del lavoro e il recente rallentamento dell economia mantengono elevata la sfiducia degli imprenditori circa le aspettative occupazionali, con il saldo tra prospettive di aumento e diminuzione dell occupazione negativo, sebbene in miglioramento in tutti i comparti.

2 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 1.1 Le dinamiche di medio periodo Ancora stabile l occupazione, grazie alla componente femminile, elevata la disoccupazione e nuove ombre nel mercato del lavoro lombardo I lievi segnali di recupero registrati nella prima metà del 214, vanno attenuandosi. Il rallentamento del ciclo economico, che riguarda principalmente l eurozona, ha portato ad un ridimensionamento della domanda estera, driver del recupero lombardo degli ultimi trimestri, evidenziando nuove ombre sulla possibilità di ripresa futura per il mercato del lavoro regionale già molto indebolito dai pesanti anni di recessione e caratterizzato da un elevato numero di disoccupati, sottooccupati e inattivi scoraggiati da riassorbire. I dati della rilevazione ISTAT delle Forze di Lavoro riferiti al I trimestre 214, confermano il trend degli ultimi trimestri con la stabilizzazione dell occupazione e livelli di disoccupazione molto elevati e ancora in crescita. Nel I trimestre 214 il tasso di occupazione anni si attesta al 65,1%, sostanzialmente stabile su base annua ma inferiore di ben 2,3pp rispetto al I trimestre 28 (Figura 1); il numero di occupati in Lombardia è pari a circa 4 milioni e 32 mila unità, in contrazione dello,2% su base annua. Figura 1 Evoluzione del tasso di occupazione in Lombardia (15-64 anni) serie ricostruite I VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat La stabilità dell occupazione nasconde ampie differenze per genere, settore, età e cittadinanza. La tenuta dell occupazione è dovuta esclusivamente alla componente femminile, mentre diminuisce ancora l occupazione per gli uomini. La base occupazionale maschile si è ridotta rispetto ai livelli pre-crisi di oltre 126 mila unità (-4,9%), di cui 13 mila nel I trimestre 214 (-,6%), portando il tasso di occupazione maschile al 72,4%, in contrazione di,4pp su base annua e di 5pp considerando i livelli pre-crisi (Figure 2 e 3). L occupazione femminile cresce invece del 3,5% rispetto al I trimestre 28 e conta nel 214 oltre 64 mila occupate in più. Rispetto ai trimestri precedenti, si registra però nel I trimestre 214 un rallentamento del ritmo di crescita dell occupazione delle donne (+,2%), e un tasso di occupazione pari al 57,7%. Le dinamiche occupazionali di genere ricalcano quelle settoriali: la crisi ha colpito principalmente l industria e le costruzioni mentre le donne sotto state fino ad ora protette dalla tenuta dei servizi (Figura 4), nonostante i primi segnali di contrazione occupazionale nella pubblica amministrazione. Nel I trimestre 214 torna a contrarsi l occupazione nell industria in senso stretto (-1,1%, corrispondenti a 6,5 mila occupati in meno), dopo il recupero registrato nel trimestre; si conferma invece la riduzione occupazionale nelle costruzioni (-3,1%, -8,7 mila occupati) e la tenuta dei servizi (+,2%, +5,5 mila occupati), sebbene a ritmi meno sostenuti che in passato. Da inizio crisi sono ben 16 mila i posti di lavoro persi nel comparto industriale (-1,5%), di cui 72 mila nell industria in senso stretto (-6%) e 9mila nelle costruzioni (-26,7%), che continuano a scontare le difficoltà del mercato immobiliare. E cresciuta invece del 4% l occupazione nei servizi (+ 18 mila occupati). Figura 2 Evoluzione del tasso di occupazione per genere in Lombardia (15-64 anni) serie ricostruite Maschi Femmine I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat 57.7 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 2

3 Figura 3 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per sesso Femmine Maschi Totale I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Figura 4 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per settore I 9 Agricoltura Industria in s.s. Costruzioni Servizi Totale I I 1 I I I I 12 I I 13 Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat I I 14 Oltre alle differenti dinamiche di genere, si conferma la ricomposizione per età dell occupazione, con il trend negativo dell occupazione più giovane e l aumento di quella più anziana. L ingresso dei giovani lavoratori nell occupazione è frenato dal ridimensionamento della domanda sostitutiva di lavoro per via della tendenza a ritardare l uscita verso il pensionamento dei lavoratori più anziani oltre che dall allungamento degli orari di lavoro dei sotto-occupati (cassa integrati e part-time involontari). Le coorti più giovani rimangono così ai margini del mercato del lavoro: qualcuno rimane disoccupato, altri si scoraggiano e rinunciano a cercare opportunità lavorative e in alcuni emigrano all estero 1. Il mancato ingresso nel mercato del 1 Sono recentissimi i dati Istat sulle migrazioni internazionali e interne della popolazione residente in Italia nel 213 che evidenziano come il numero di emigrati italiani non sia mai stati così elevato negli ultimi 1 anni. Il numero di emigrati italiani è pari a 82 mila unità, in aumento del 2,7% rispetto al 212. Tale incremento, insieme alla contrazione degli ingressi ha prodotto nel 213 un saldo migratorio negativo per gli italiani pari a -54 mila, quasi il 4% in più di quello del 212. Il rapporto evidenzia inoltre come le emigrazioni riguardino le età comprese tra il ciclo conclusivo della formazione scolastica e le età lavorative adulte (2-45 anni). I lavoro oltre ad incidere sulle prospettive individuali in termini di qualità del lavoro, reddito, formazione, prospettive di carriera e protezione sociale nel ciclo di vita, si rifletterà negativamente anche sul potenziale competitivo delle imprese, perché una struttura occupazionale che invecchia impatta anche sulla produttività, frenando il cambiamento tecnologico e l innovazione 2. Gli ultimi dati disponibili per fascia di età relativi al trimestre mostrano una ulteriore contrazione dell occupazione giovanile (15-24 anni), pari al 3,3% su base annua, con il tasso di occupazione che si conferma tra i minimi dell ultimo decennio (21,3%), ben 12,5pp in meno rispetto ai livelli pre-crisi. La base occupazionale giovanile, scesa sotto le 2 mila unità, si è ridotta del 33,8% da inizio 28, corrispondente a quasi 1 mila giovani occupati in meno. Continua invece l aumento dell occupazione nella fascia di età anni, con una espansione del numero di occupati del 6,1% su base annua, per l effetto congiunto delle tutele e delle riforme previdenziali di allungamento dell età pensionabile, mentre è ancora in calo (-,6%) l occupazione nella fascia adulta (25-54 anni), più tutelata grazie al maggior accesso agli ammortizzatori sociali. Figura 5 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per età Over 55 Totale I I I I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Il sopra citato Comunicato Istat sulle migrazioni internazionali e interne, oltre alla fuga degli italiani 2 Rapporto Cnel sul mercato del lavoro to 3 Al momento della redazione del documento non sono disponibili i microdati ISTAT sulla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro per il I trimestre 214; non è stato quindi possibile aggiornare alcune delle analisi di dettaglio che si riferiscono solo al trimestre 214. Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 3

4 all estero, evidenzia la minor attrattività dell Italia per gli stranieri. Questo aspetto rappresenta un ulteriore campanello di allarme per il mercato del lavoro regionale, dato che da inizio crisi la componente straniera, soprattutto quella femminile molto impiegata nei servizi di cura, è la sola a crescere. L occupazione straniera in Lombardia è in crescita dello o,4% su base annua, mentre quella italiana è sostanzialmente stabile, ma a livelli ben inferiori rispetto a quelli di inizio 28 (-4,2%). Figura 6 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per cittadinanza I 6 Italiani Stranieri Totale I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat La riduzione degli orari di lavoro, attraverso il lavoro parttime o la cassa integrazione, ha giocato un ruolo cruciale nel fronteggiare le incertezze legate alla crisi, consentendo alle imprese di far fronte alle variazioni dei livelli produttivi mantenendo il numero di occupati. Negli ultimi due trimestri ci sono però segnali di inversione di tendenza, con una diminuzione del lavoro part-time e della CIG ordinaria. I dati più recenti mostrano un significativo aumento del lavoro a termine (tempo determinato e collaborazioni a progetto) full-time (+1,6% a/a) e la tenuta del lavoro a tempo indeterminato full-time registrata negli ultimi trimestri (+,3% su base annua). Il lavoro autonomo rimane sostanzialmente stabile, ma con dinamiche di genere contrapposte: aumenta infatti il lavoro autonomo femminile (+9,5%) mentre si riduce quello maschile (-4,5%). Diminuisce invece il ricorso al part-time così come evidenziato lo scorso trimestre: il lavoro part-time si è contratto su base annua del 2,6%, frutto di un aumento del 5% tra gli uomini e di una riduzione del 4,8% tra le donne. Figura 7 Numero di occupati Variazioni % a/a e contributi alla variazione per tipologie contrattuale PT Flessibili FT* Indeterminato FT Altro Totale I I I I I I I I I I I I I I I I I * Sono considerati Flessibili i lavoratori con contratto a tempo determinato e i collaboratori (a progetto o i prestatori di opera occasionali). Non è più possibile conteggiare i professionisti non regolamentati perché dal I trimestre 21, Istat non diffonde più il dato sull iscrizione all albo. Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat L aumento del part-time tra gli uomini è di tipo involontario (+18,1%), accettato dai lavoratori solo in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno, che incide per il 73% del totale del lavoro a tempo parziale maschile. Per le donne invece la componente involontaria, il cui peso è comunque rilevante (52%), è pressoché stabile. La Figura 8 riporta il tasso di occupazione espresso in equivalenti a tempo pieno, corretto rispetto al tasso ufficiale contando gli occupati in maniera proporzionale all orario medio di lavoro effettivo nella settimana di riferimento 4. A fronte di una contrazione del tasso ufficiale di occupazione basato sulle teste di 2,1pp rispetto ai livelli pre-crisi, il tasso di occupazione espresso in equivalenti a tempo pieno si riduce di 2,8pp attestandosi al 59,8% e confermando una perdita di lavoro effettivo superiore a quella registrata dalle statistiche ufficiali. La riduzione tendenziale del part-time poco sopra evidenziata inizia a ripercuotersi anche sul valore del tasso in equivalenti a tempo pieno che cresce su base annua di,2pp. 4 Si veda la nota metodologica. Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 4

5 Figura 8 - Tasso di occupazione in Lombardia: un confronto tra il valore ufficiale basato sulle teste e quelle espresso in equivalenti a tempo pieno Tasso occupazione FTE I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat 59.8 Nel I trimestre 214 il tasso di disoccupazione cresce ulteriormente (Figura 9), raggiungendo il 7,7%, in aumento di,3pp rispetto al 213. L aumento tendenziale del tasso di disoccupazione riguarda in egual misura (,3pp) sia gli uomini che le donne, i cui valori si attestano rispettivamente al 7,2% e all 8,3%. Il volume di persone in cerca di occupazione nel I trimestre 214 è pari a circa 358 mila unità, in aumento tendenziale del 3,6% (2,7% per gli uomini e 4,5% per le donne). Sono 215 mila i disoccupati in più rispetto al periodo pre-crisi, di cui 123 mila uomini e 92 mila donne. Si conferma la crescita dell incidenza della disoccupazione di lunga durata, più difficile da riassorbire, pari al 58% del totale dei disoccupati e in aumento su base annua del 24,6%. Il tasso di disoccupazione di lunga durata è pari al 4,7%, più che triplicato rispetto ai livelli di inizio 28. Considerando anche le forze di lavoro potenziali (gli inattivi che non cercano lavoro ma disponibili a lavorare), nel I trimestre 214, il tasso di mancata partecipazione al lavoro 5 raggiunge il 13,5% (+,,7 pp a/a). Se da un lato l aumento della disoccupazione femminile può essere ricondotto ad un aumento del tasso di attività al 62,9% (+,4pp su base annua e +3,3pp da inizio crisi) per gli uomini invece il tasso di disoccupazione potrebbe essere maggiore se non si fosse verificato un effetto di scoraggiamento con il tasso di attività che scende al 78,1% (-,3pp su base annua e -1,3pp rispetto i livelli pre-crisi). Figura 9 - Andamento del tasso di disoccupazione per genere in Lombardia serie ricostruite Maschi Femmine Totale I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Oltre che per gli uomini i dati recenti confermano evidenti criticità per la fascia più giovane della popolazione. Dopo la contrazione dello scorso trimestre, il tasso di disoccupazione giovanile torna ad aumentare (+3pp su base annua) attestandosi al 28,9%, con circa 9 mila giovani disoccupati in più rispetto al 213. L aumento della disoccupazione tra i giovani è inoltre accompagnato da un aumento dell inattività, (2,4pp), presumibilmente per via dello scoraggiamento legato alle difficoltà a trovare un impiego (il numero di studenti inattivi è infatti sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno). Continua infatti l aumento dei NEET (i giovani anni non occupati e non impegnati in percorsi di istruzione e/o formazione) che rappresentano il 18% dei giovani lombardi in quella fascia di età (255 mila giovani), in aumento di 1pp rispetto al 213 e di quasi 6pp rispetto all,7% pre-crisi. Figura 1 Evoluzione del tasso di disoccupazione e di inattività giovanile (15-24 anni) in Lombardia Tasso di disoccupazione (scala sx) Tasso di inattività (scala dx) I I I I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Si veda la nota metodologica. Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 5

6 1.2 I flussi e le dinamiche congiunturali Si contraggono i saldi in tutti i comparti Nel I trimestre 214, i dati sulle Comunicazioni Obbligatorie mostrano ancora un peggioramento delle dinamiche del mercato del lavoro lombardo. I dati di flusso mostrano un saldo trimestrale negativo (-1 mila unità) tra gli avviamenti (pari a circa 328 mila unità) e le cessazioni (pari a circa 338 mila unità). Su base annua, si evidenzia un netto peggioramento del saldo rispetto al I trimestre 213, quando il valore era sostanzialmente nullo, per via di un aumento delle cessazioni (19,7%) molto più marcato di quello degli avviamenti (16,5%). Gli avviamenti crescono per tutte le forme contrattuali, ma è particolarmente marcato per la somministrazione (37%) e l apprendistato (21,4%). La quota di assunzioni con forme flessibili (tempo determinato, lavoro a progetto e somministrazione) è costante rispetto al I trimestre 213, pari a circa il 74% del totale delle assunzioni, con il 5,7% degli avviamenti che avvengono con contratto a tempo determinato (vs 53,2% del 213), il 16% in somministrazione (vs 13,6% del 213) e il 7,6% con contratti a progetto. Figura Composizione percentuale degli avviamenti per tipologia contrattuale e variazioni tendenziali (I trimestre 214) Regione Lombardia Quota % Variazione % a/a incrementi nel commercio e servizi (13,9%) e nelle costruzioni (7.6%). L aumento generalizzato degli avviamenti si ripercuote anche sui tassi di avviamento (Tabella 1), pari al rapporto tra il numero di avviamenti e il numero degli occupati per settore, che cresce dal 6,5% al 7,6%. Figura 12 Composizione percentuale degli Avviamenti per settore e variazioni tendenziali (I trimestre 214) Regione Lombardia Quota % Agricoltura Commercio e Servizi Costruzioni Industria Fonte: ARIFL Regione Lombardia Variazione % a/a Tabella 1 Tassi di Avviamento per settore confronto (I trimestre) Regione Lombardia - % 26.2 I trim. 213 I trim. 214 Agricoltura Commercio e Serv izi Costruzioni Industria Totale Fonte: ARIFL Regione Lombardia e Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro Se da un lato crescono gli avviamenti, dall altro si registra un contestuale e più marcato aumento delle cessazioni che portano ad un peggioramento del saldo rispetto al I trimestre 213 per tutti i comparti, sebbene positivo di 2 mila unità nel commercio e servizi (vs 6 mila del 213) e di oltre mille movimenti nell agricoltura. Particolarmente negativo e in peggioramento il saldo nell industria (- mila movimenti rispetto ai -6 mila del 213).. Determinato Indeterminato Progetto Somministrazione Apprendistato Fonte: ARIFL Regione Lombardia Anche guardando ai settori, l aumento degli avviamenti è generalizzato e risulta particolarmente marcato per agricoltura (41,1%) e l industria (26,2%). Più contenuti gli Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 6

7 gen-2 apr-2 lug-2 ott-2 gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- Figura 13 Saldi tra avviamenti e cessazioni per settore confronto (I trimestre) Regione Lombardia 25, 2, 15, 1, 5, Agricoltura Avviamenti (scala sx) Saldo 214(scala dx) Commercio e servizi Fonte: ARIFL Regione Lombardia Cessazioni (scala sx) I Saldo 213(scala dx) I Costruzioni Industria 8, 6, 4, 2, -2, -4, -6, -8, -1, -12, Anche l indagine condotta da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria nel I trimestre 214 presso un campione di imprese dell industria e dei servizi conferma la contrazione dei saldi occupazionali in tutti i comparti. Il comparto industriale registra una contrazione grezza dell occupazione dello,6%, soprattutto per l aumento molto marcato del tasso di uscita (2% vs 1,2% del trimestre precedente) a fronte della stabilità degli ingressi all 1,4%, contrazione confermata anche dal dato destagionalizzato. (Figure 14 e 15). Figura 15 La dinamica occupazionale dell industria I 27 I 28 I 29 I 21 I 2 I 212 I 213 gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- I Saldo Tasso di ingresso Tasso di Uscita Dopo due trimestri di stabilità, torna a contrarsi anche l occupazione delle imprese artigiane (-,4%) (Figura 16), per via di una diminuzione delle assunzioni (il tasso di ingresso scende all 1,6% rispetto al 2% dello scorso trimestre) e di un leggero aumento delle cessazioni (dall 1,9% al 2%) (Figura 17). In peggioramento anche il dato destagionalizzato. Negativi i saldi anche nel commercio (-,3%) e nei servizi (-,1%). Figura 16 Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Artigianato 1. variazione (scala sx) media mobile di 4 termini (scala sx) Indice Destag. (scala dx) 214 Figura 14 Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Industria variazione (scala sx) media mobile di 4 termini (scala sx) Indice Destag. (scala dx) Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 7

8 I I I I I gen-7 apr-7 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- I I I I I Figura 17 La dinamica occupazionale dell artigianato Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita Figura 18 Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Servizi variazione 21 2 media mobile di 4 termini autorizzate di CIG sono pari a 56,3 milioni e per la prima volta da metà 2 registrano una significativa riduzione tendenziale (-21,8%). Tuttavia dal 212 è in atto una ricomposizione della cassa per tipo di intervento con un peso sempre maggiore degli interventi a carattere straordinario che nel 214 hanno raggiunto i massimi storici: sono quasi 4 milioni le ore autorizzate di CIGS (il 7% del totale delle ore di CIG autorizzate nel I trimestre 214), 13,3 milioni di CIGO (23,6%) e circa 3 milioni di CIGD (5,5%) 6 (Figure 2 e 21). Le ore di CIG straordinaria crescono su base annua quasi del 6% mentre di sgonfia la CIGO (-45,8%). Figura 2 Cassa Integrazione Guadagni Ore Autorizzate ,, 1,, 8,, 6,, Ore di CIG autorizzate - Valori assoluti Ordinaria Straordinaria Deroga 4,, Figura 19 Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Commercio variazione media mobile di 4 termini 2,, I I I I I I I I I I I I I I Ore di CIG autorizzate - Composizione percentuale Ordinaria Straordinaria Deroga 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% % I I I I I I I I I I I I I I Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS Diminuisce la CIGO, ma crescono le crisi strutturali e il ricorso a CIGS e mobilità Lo strumento maggiormente utilizzato per fronteggiare la crisi attenuando i suoi effetti sull occupazione è stata la cassa integrazione. Nel I trimestre 214 le ore 6 Il dato sulle ore di Cassa in Deroga risente presumibilmente delle questioni amministrative relative al blocco e ai ritardi delle autorizzazione. Guardando infatti al dato più recente riferito al mese di ottobre 214 sono oltre 1 milioni le ore di CIG in deroga autorizzate. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 8

9 Figura 21 Cassa Integrazione Guadagni Ore Autorizzate Regione Lombardia Ordinaria Straordinaria Deroga Figura 22 I lavoratori approvati nelle liste di mobilità Regione Lombardia Valori assoluti (I trimestre ) 25,, 2,, 15,, 1,, Media mobile centrata di 3 termini ,, /91 236/93 Totale Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS Guardando alla variazione nel ricorso alla CIG su base annua nei diversi settori di attività, si registra nel I trimestre 214 un aumento sostenuto nell installazione degli impianti per l edilizia, con un numero di autorizzazioni più che triplicato e che arrivano a rappresentare quasi il 1% dei provvedimenti autorizzati nel trimestre; diminuiscono invece le ore autorizzate nei settori che più ricorrono alla CIG quali il meccanico (-14%), il chimico (-22%), il tessile (-27%) e il metallurgico (-31%). Anche l indagine congiunturale Unioncamere Lombardia evidenzia il ridimensionamento della CIG sia per le imprese industriali che per gli artigiani. La quota di aziende industriali che hanno effettivamente utilizzato la CIG scende al 17,9% (vs 21,6% dello stesso trimestre dell anno precedente), così come anche la quota di ore effettivamente utilizzate sul monte ore lavorato (1,8% vs 2,7%). Sono il 6,1% delle piccole artigiane a ricorrere alla CIG, la metà rispetto al I trimestre 213, con la quota sul monte ore che si dimezza all 1,1%. Se da un lato si contrae la CIG, dall altro continua ad aumentare il numero di lavoratori approvati nelle liste di mobilità 7 che nel I trimestre 214 sale a 7.43 unità (Figura 22), in aumento su base annua del 37%. Fonte: ARIFL Regione Lombardia Le difficoltà per le imprese a sopravvivere ad una così lunga crisi economica trovano riscontro anche nei dati del Registro Imprese sulle procedure concorsuali che mostrano, nel I trimestre 214, 652 procedure fallimentari (+19,4% a/a) e 15 nuovi concordati (Figura 23). Figura 23 Procedure concorsuali in Lombardia: i fallimenti e i concordati ( ) I I I I I I Fonte: Registro delle imprese Fallimento Concordato I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (CIG totale 8 + Mobilità) in Lombardia pesano per il 2,7% sull occupazione dipendente, in leggero aumento rispetto all anno precedente (,3pp). Tale aumento è principalmente ascrivibile al maggior ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria. (Figura 24). Le province dove è maggiore il coinvolgimento dei lavoratori in situazioni di crisi si riconfermano, in ordine 7 In riferimento ai dati sui lavoratori approvati alle liste di mobilità da parte della Sottocommissione Mobilità/Ammortizzatori sociali in deroga (Regione Lombardia), va specificato che essi non si basano né sulla data dell effettivo licenziamento né sulla data della comunicazione alle Province da parte delle imprese. Fra tali eventi può infatti intercorrere un arco temporale variabile che rende necessario leggere con cautela i dati riferiti ad un arco temporale ristretto. 8 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione. Si veda la Nota metodologica. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 9

10 Lombardia 2,7% di incidenza, Varese, Lecco, Brescia, Mantova e Bergamo, sebbene sia Milano la provincia con il maggior numero in termini assoluti di lavoratori potenzialmente coinvolti in situazioni di crisi (Figura 25). Figura 24 I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente Regione Lombardia (Gennaio- Settembre 214) Mobilità CIGO CIGS CIGD Totale Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati) Figura 25 Lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente (Gennaio- Settembre 214) Milano Brescia Varese Bergamo Como Mantova Lecco Pavia Cremona Lodi Sondrio Varese Lecco Brescia Mantova Bergamo Como Cremona Lodi Pavia a) Stima lavoratori Mobilità b) Incidenza % sull occupazione provinciale CIG Milano 2. Sondrio Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 1

11 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- 1.3 Migliorano le prospettive occupazionali, ma il nuovo rallentamento mantiene elevata la sfiducia degli imprenditori Nel corso del 214 i segnali di recupero dell economia registrati nel 213 si sono attenuati soprattutto per via del marcato ridimensionamento della domanda estera, che aveva sostenuto il recupero passato. Le prospettive occupazionali degli imprenditori rimangono negative sebbene in miglioramento in tutti i comparti. L occupazione si è stabilizzata ma la maggiore partecipazione al mercato del lavoro ha portato ad un aumento del tasso di disoccupazione, con i disoccupati di lunga durata, il cui re-inserimento sarà più difficile, in continua crescita. Come evidenziato nei numeri scorsi, quando l economia ripartirà l allungamento degli orari di lavoro per chi ha un part-time involontario e il ripristino degli orario di lavoro per i Cassa Integrati rallenteranno la creazione di lavoro aggiuntivo mentre il ritorno alla ricerca attiva degli scoraggiati accrescerà l offerta di lavoro rallentando la discesa del tasso di disoccupazione. Figura 27 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Artigianato saldo media mobile 4 termini Figura 28 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Commercio saldo media mobile 4 termini Figura 26 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Industria saldo media mobile 4 termini Figura 29 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Servizi saldo media mobile 4 termini Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali

12 La presente Nota Congiunturale è realizzata, sulla base dei dati disponibili all /12/214, dal gruppo di lavoro IRS diretto da Manuela Samek Lodovici e composto da Federico Iacaruso e Monica Patrizio.

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