SCHEMA D INTEGRAZIONE
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- Marco Casati
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1 SCHEMA D INTEGRAZIONE MODELLO 231 REATI AMBIENTALI SISTEMA DIGESTIONE AMBIENTALE UNI EN ISO A CURA DI DOTT. ANDREA BERNI AODV Laboratorio 231
2 Premessa La presente relazione di sintesi intende evidenziare gli elementi di corrispondenza, le possibili simmetrie e le integrazioni tra i Sistemi di Gestione Ambientale, ( con particolare rifermante al Sistema di Gestione Ambientale conforme alla Norma ISO 14001) ed i Modello di prevenzione organizzazione e gestione ai sensi del d.lgs. 231/01. Tale proposta prende spunto dalle indicazioni emerse ed evidenziate dalle Osservazioni di Confindustria del
3 Sintesi Integrazione Sistemi di Gestione Ambientale Modello ex. Dlgs 231/01 Campo di applicazione Analisi Ambientale Iniziale Politica Ambientale e obiettivi Conformità Legislativa Programmi Ambientali / Riesame della Direzione Controllo Operativo e prevenzione emergenze Comunicazione Formazione Monitoraggio delle performance ambientali ed efficacia dei controlli /Audit Ambientali Attività sensibili Mappatura Aree di Rischio-Reato e Valutazione (Gap Analysis) Codice Etico Reati Ambientali art. 25-undecies D.lgs 231/01 Gestione del Rischio (Action Plan) Protocolli e Controlli di linea Flussi Informativi e Segnalazioni Formazione Vigilanza O.d.V.
4 Politica Codice Etico Politica Ambientale e obiettivi La politica ambientale è il documento tramite il quale vengono definiti gli obiettivi e i traguardi ambientali. La direzione dell organizzazione deve definire la propria politica ambientale in modo che possieda le seguenti caratteristiche: Adeguatezza alla natura, alla dimensione e agli impatti della sua attività Impegno alla prevenzione dell inquinamento e al miglioramento continuo Rispetto della normativa ambientale vigente Riferire ad obiettivi e traguardi misurabili Documentare attuazione e diffusione a tutti i livelli organizzativi e agli stakeholder Codice Etico L applicazione del Modello ex D.lgs 23101, presuppone l adozione di un Codice di comportamento ambientale, con il quale l azienda sancisce il proprio impegno nel rispetto dell ambiente e delle leggi in materia di protezione ambientali applicabili alla propria realtà. Nel codice Etico dovranno essere riassunti i principi di gestione degli aspetti legati all ambiente. Se si e` già provveduto a predisporre un Codice Etico esso dovrà essere integrato inserendo una sezione dedicata all ambiente.
5 Conformità legislativa Reati Ambientali Conformità Legislativa Coerentemente con il proprio impegno al rispetto delle prescrizioni, ivi incluse le prescrizioni legali, sancito nella Politica Ambientale, l organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure per la valutazione periodica del rispetto delle prescrizioni legali applicabili. L organizzazione deve conservare le registrazioni dei risultati delle valutazioni periodiche e valutare il rispetto delle altre prescrizioni che essa sottoscrive. L organizzazione deve conservare le registrazioni dei risultati delle valutazioni periodiche. Reati Ambientali art. 25-undecies D.lgs 231/01 Tutte le fattispecie di reato contemplate nell art. 25-undecies dovranno essere prese in considerazione, tra gli altri, dal danneggiamento dell habitat, passando per la falsificazione dei certificati, fino all inquinamento colposo. Tale analisi dovrà rilevare il grado di conformità legislativa rispetto alle aree sensibili ex art. 25-undecies D.lgs 231/01
6 Conformità legislativa Reati Ambientali AREE DI ATTENZIONE CONFORMITA LEGISLATIVA Autorizzazioni - installazione o esercizio di uno stabilimento in assenza della prescritta autorizzazione ovvero continuazione dell'esercizio con l'autorizzazione scaduta, decaduta, sospesa o revocata Tag List: p.to ISO Analisi Ambientale Iniziale Valutazione degli aspetti ambientali significativi Evidenza di compliance normativa e elenco autorizzazioni e stato di conformità( aggiornata) EventualePianodiAdeguamento percpi(vedirt09accredia)
7 Programma Action Plan Programmi Ambientali / Riesame della Direzione Nella fase di pianificazione, l organizzazione elabora in piano per la realizzazione della propria politica ambientale, individuando i propri aspetti ambientali significativi. In questa fase si considerano oltre alle condizioni operative normali, anche quelle eccezionali e di emergenza, o che possono essere conseguenze di attività pregresse e future Il riesame della direzione è l operazione che chiude il processo gestionale, dove vengono appunto riesaminati tutti i risultati della gestione ambientale di un dato periodo, e vengono poi formulati gli obiettivi ambientali e la politica per il periodo successivo, garantendo così un efficace miglioramento continuo del sistema di gestione ambientale. Gestione del Rischio (Action Plan) La mappatura delle attività a rischio di reato (Risk Assessment 231) dovrà considerare anche le nuove fattispecie di reato previste. Per quel che concerne la gap analysis, come esprime il termine stesso, si tratta di cogliere per ogni processo ritenuto sensibile i gap, le "carenze", che possono portare al compimento di reati. Dalla mappatura del rischio si passa ad individuare le azioni di miglioramento del Sistema di Controllo Interno e dei requisiti organizzativi essenziali per la definizione di un Modello specifico d'organizzazione, gestione e monitoraggio.
8 Controllo Operativo -Protocolli Controllo Operativo e prevenzione emergenze Protocolli e Controlli di linea L applicazione di requisiti del controllo In funzione delle evidenze emerse, sia in operativo viene formalizzata da procedure che termini di aree di rischio significative, che in descrivono le modalità di gestione e termini di presidio dei requisiti gestionali in monitoraggio degli aspetti ambientali materia ambientale, l azienda dovrà dotarsi di significativi. Poiché essi riguardano le aree più una parte speciale del Modello Organizzativo, disparate, sarà certamente opportuno scrivere una o più procedure/istruzioni operative per ciascuna degli aspetti ambientali considerati,consentendo una omogeneità gestionale ed evitando sovrapposizioni documentali. Elemento focale consisterà quindi nell identificare quali aree di controllo operativo sono effettivamente applicabili all organizzazione. Ciò risulterà dall analisi iniziale, caratterizzata in protocolli e controlli di linea: Tali protocolli dovranno prevedere programmi per il monitoraggio e la misurazione delle prestazioni ambientali. Tali programmi di monitoraggio e misurazione dovranno riscontrarsi sia ai limiti di legge, sia ai requisiti gestionali cogenti, finalizzati alla prevenzione dei reati ambientali.
9 Controllo Operativo -Protocolli AREE DI ATTENZIONE CONTROLLO OPERATIVO Scarichi - effettuazione di nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure o mantenimento di detti scarichi dopo che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata; - violazione delle prescrizioni concernenti l'installazione e la gestione dei controlli in automatico o dell'obbligo di conservazione dei risultati degli stessi; - superamento dei valori-limite previsti per gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane; - impedimento dell'accesso agli insediamenti da parte del soggetto incaricato del controllo; - non osservanza delle prescrizioni regionali dirette ad assicurare il raggiungimento o il ripristino degli obiettivi di qualità delle acque. Tag List: p.to p.to ISO Evidenza di compliance normativa e elenco autorizzazioni e stato di conformità Evidenza controllo operativo scarichi idrici: Piani di campionamento Rapporti di controllo Analisi di laboratorio Taratura strumenti di misurazione Verifica Conformità
10 Controllo Operativo -Protocolli Rifiuti - traffico illecito di rifiuti - violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari: Tag List: p.to p.to ISO Evidenza di compliance normativa, elenco autorizzazioni ditte e stato di conformità Per rifiuti speciali: Albo gestori rifiuti Autorizzazioni al trasporto rifiuti Registri rifiuti Formulario rifiuti Iscrizione SISTRI?? Evidenza controllo operativo gestione rifiuti: Catasto rifiuti Gestione stoccaggio intermedio Evidenze monitoraggio quantitativo rifiuti per tipologia pericolosa e non pericolosa
11 Controllo Operativo -Protocolli Suolo, sottosuolo e falda - effettuazione di versamenti causa di inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle concentrazioni soglia di rischio Tag List: p.to p.to ISO Evidenza di compliance normativa e stato di conformità Autorizzazioni pozzi; Campionamenti periodici. Evidenza controllo operativo gestione suolo, sottosuolo e falda: Gestione acque di prima pioggia; Piani di monitoraggio acque emunte Analisi di laboratorio Taratura strumenti di misurazione Eventuali Piani di bonifica Eventuali carotaggi
12 Controllo Operativo -Protocolli Emissioni - violazione dei valori limite di emissione o le prescrizioni stabiliti dall'autorizzazione nell'esercizio di uno stabilimento - mancanza di comunicazione all'autorità competente dei dati relativi alle emissioni - superamento dei valori limite di emissione che determini anche il superamento dei valori limite di qualità dell'aria previsti dalla vigente normativa - mancanza di adozione di tutte le misure necessarie ad evitare un aumento anche temporaneo delle emissioni Tag List: p.to p.to ISO Evidenza di compliance normativa e stato di conformità Autorizzazioni emissioni in atmosfera Emissioni poco significative Evidenza controllo operativo: Piani di monitoraggio Analisi di laboratorio Taratura strumenti di misurazione
13 Comunicazione- Flussi Informativi Comunicazione Per quanto attiene la comunicazione interna, la norma ISO prescrive, nel paragrafo , di assicurare la comunicazione interna fra i differenti livelli e le diverse funzioni dell organizzazione : una definizione molto ampia, che copre comunicazioni in tutte le direzioni all interno dell organizzazione. Flussi Informativi e Segnalazioni La gestione delle comunicazioni interne ed esterne si caratterizza come elemento di oggettiva evidenza dell efficacia del Modello Organizzativo adottato. Per quanto attiene la comunicazione interna, risulta necessario prevedere protocolli per la gestione e la documentazione della stessa, sia con attinenza all attività di monitoraggio e reporting ordinario, sia rispetto alle condizioni eccezionali e di emergenza ambientale.
14 Comunicazione- Flussi Informativi Comunicazione Per quanto riguarda le comunicazioni esterne, la ISO prescrive di ricevere, documentare e rispondere alle richieste pertinenti provenienti dalle parti interessate esterne ; per il resto la direzione può adottare le scelte che ritiene più opportune, a condizione che siano frutto di un processo decisionale esplicito e documentato Infine, una prescrizione specifica che riguarda sia l interno sia l esterno si trova nella clausola 4.2 ( Politica ambientale ) che prescrive che la politica ambientalesia comunicata a tutte le persone che lavorano per l organizzazione o per conto di essa e sia disponibile al pubblico. Flussi Informativi e Segnalazioni Per quanto riguarda La gestione delle comunicazioni con l esterno, soprattutto con le Autorità di vigilanza in materia ambientale,parrebbe opportuno formalizzare: sia i flussi di comunicazione esternointerno-con particolare riferimento a prescrizioni o verbalizzazioni di ente terzo; sia gli scadenzari e agli obblighi di comunicazione verso enti e soggetti terzi istruttori.
15 Formazione Formazione Tutti i dipendenti devono venir addestrati sia sui principi-guida dell azienda che sui requisiti operativi legati alle loro mansioni specifiche. Partendo dall analisi dei fabbisogni formativi alla luce degli aspetti ambientali significativi correlati alle mansioni e` possibile pianificare al meglio la formazione da erogare per colmare eventuali carenze riscontrate. Accanto ad una pianificazione delle attività formative e` inoltre necessario prevedere strumenti per valutare l efficacia della formazione erogata sia attraverso strumenti di valutazione delle conoscenze, che attraverso valutazioni in termini di ricaduta on the job di quanto appreso. Formazione I requisiti di analisi del fabbisogno formativo, pianificazione della formazione, effettuazione e verifica dell efficacia formativa, sono elementi pregiudiziali all efficacia anche rispetto all applicazione del Modello di organizzazione e gestione 231.
16 Audit Vigilanza O.d.V. Monitoraggio delle performance ambientali ed efficacia dei controlli /AuditAmbientali La fase di controllo consiste in una serie di interventi tramite i quali l organizzazione valuta le principali caratteristiche delle attività che possono avere un impatto significativo sull ambiente. Gli strumenti interni che vengono utilizzati dall organizzazione per monitorare i propri risultati ambientali sono delle verifiche ispettive dette audit periodici tramite i quali, si può valutare se il sistema è conforme a quanto pianificato. Le azioni correttive vengono fatte quando si registrano delle non conformità, al fine di evitare il ripetersi degli eventi verificatisi. Vigilanza OdV Pregiudiziale un Organismo di Vigilanza dotato di adeguati poteri e risorse, funzionali ai potenziali rischi reato rilevati. Tale elemento, mette in luce ed evidenzia la necessità: di costruire un raccordo tra i referenti ambientali aziendali, le attività di audit( di prima, seconda e terza parte) già programmate e le evidenze di tali verifiche. di consentire all OdVstesso di eseguire o di delegare verifiche sull efficienza del modello nella prevenzione di reati ambientali.
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