Esercitazione 3. Esercizio 1 (smoothing spline)
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- Annunziata Mancuso
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1 Esercitazione 3 Esercizio 1 (smoothing spline) Il comando MatLab csaps restituisce una spline cubica liscia dato un insieme di dati x e y (doc csaps) eseguendo uno smoothing al variare di un parametro p che pesa, mediante combinazione convessa, lo scostamento dai dati e la curvatura (derivata seconda) della funzione. Questo comando trova applicazione quando si desidera ricostruire una funzione a partire da una serie di dati affetti da rumore. L esercizio consiste nel partire da una funzione del tipo f(x) = sin(t) nell intervallo [0, 4π], aggiungere un rumore gaussiano a media nulla e varianza nota (ad esempio 0.1), ed approssimare la funzione con il comando csaps al variare di p. Per generare un rumore gaussiano si utilizzi il comando MatLab randn. 1
2 Risultati Figura 1: Approssimazione al variare di p. 2
3 Richiami di Teoria Curve di Bèzier I polinomi di Bernstein di grado n sono definiti da: ( ) n Bi n (t) = t i (1 t) n i, i = 0,... n. i Ci sono n + 1 polinomi di Bernstein di grado n. Per convenienza matematica, si usa porre B n i = 0, se si verifica che i < 0 o i > n. Nei casi semplici otteniamo: ˆ il polinomio di Bernstein di grado 0 è: ˆ i polinomi di Bernstein di grado 1 sono: B 0 0 = 1 B 1 0 = 1 t B 1 1 = t ˆ i polinomi di Bernstein di grado 2 sono: ˆ i polinomi di Bernstein di grado 3 sono: B 2 0 = (1 t) 2 B 2 1 = 2t(1 t) B 2 2 = t 2 B 3 0 = (1 t) 3 B 3 1 = 3t(1 t) 2 B 3 2 = 3t 2 (1 t) B 3 3 = t 3 I polinomi di Bernstein di grado n, possono essere definiti dalla fusione di due polinomi di Bernstein di grado n 1, cioè il k-esimo polinomio di Bernstein di grado n può essere scritto come: B n k = (1 t)b n 1 k Alcune proprietà dei polinomi di Bernstein: ˆ Non negatività; ˆ formano una partizione dell unità. Algoritmo di De Casteljau + tb n 1 k 1 Trattiamo inizialmente le parabole. Consideriamo quindi tre punti b 0, b 1, b 2, appartenenti a E 3 ed un parametro t R. Costruiamo quindi: b 0 b 1 b 1 0(t) = (1 t)b 0 + tb 1 b 2 b 1 1(t) = (1 t)b 1 + tb 2 b 2 0(t) = (1 t)b tb 1 1 3
4 Osserviamo che inserendo le prime due equazioni (colonna 2) nella terza (colonna 3), otteniamo: 2 b 2 0(t) = (1 t) 2 b 0 + 2t(1 t)b 1 + t 2 b 2 = Bk(t)b 2 k Questa è una espressione quadratica in t, quindi b 2 0(t) traccia una parabola con t che varia da a +. Per t tra 0 e 1, b 2 0(t) è all interno del triangolo formato da b 0, b 1 e b 2 ; dove in particolare abbiamo, b 2 0(0) = b 0 e b 2 0(1) = b 2 Possiamo generalizzare la precedente costruzione della parabola generando una curva polinomiale di grado arbitrario n: dati b 0, b 1,... b n e t [0, 1] fissiamo: b r i (t) = (1 t)b r 1 i k=0 (t) + tb r 1 (t) r = 1,..., n, i = 0,..., n r i+1 e b 0 i = b i. Quindi b n 0(t) è il punto che come parametro usa t nella curva di Bézier b n. Il poligono P formato da b 0,..., b n è chiamato poligono di Bézier o poligono di controllo della curva b n. In modo simile, i vertici del poligono b i, sono chiamati punti di controllo o punti di Bézier. I coefficienti b r i possono essere scritti in forma matriciale b 0 = b 0 0 b 1 = b 0 1 b 1 0 b 2 = b 0 2 b 1 1 b 2 0 b 3 = b 0 3 b 1 2 b 2 1 b 3 0 = b 3 dove il calcolo dei vari coefficienti avviene per colonna e deve essere ripetuta al variare di t. Quindi, dati n + 1 punti definiti punti di controllo b 0, b 1,..., b n, la curva di Bézier di grado n è definita come: n q(t) = Bk n (t)b k, t [0, 1] k=0 dove i Bk n sono i polinomi di Bernstein di grado n. Ad esempio, prendendo i punti di controllo b 0 (1, 2) e b 1 (3, 4), i polinomi di Bernstein diventano 1 t e t e quindi la curva di Bézier diventa ( ) ( ) ( ) x 1 3 = (1 t)b y 0 + tb 1 = (1 t) + t 2 4 che sviluppata x = 1(1 t) + 3t = 1 + 2t y = 2(1 t) + 4t = 2 + 2t porta alle due equazioni parametriche di un segmento di linea su un piano per t [0, 1]. Esempio di codifica ed utilizzo è ripotato nelle seguenti function. 4
5 function val = decasteljau(puntibezier,t) % Algoritmo di De Casterljau % schema algoritmo % b 0ˆ0, b 1ˆ0, b 2ˆ0,..., b nˆ0 % b 0ˆ1, b 1ˆ1,..., b {n 1}ˆ1 % b 0ˆ2, b 1ˆ2,... %... bt = puntibezier; [dim,numpunti] = size(bt); for r = 2:numpunti, for i=1:numpunti r+1, % b iˆ{r} = (1 t)b {i}ˆ{r 1} + t b {i+1}ˆ{r 1} bt(:,i) = (1 t)*bt(:,i) + t*bt(:,i+1); end end val = bt(:,1); % ESEMPIO DI CURVA DI BEZIER % clear all close all clc puntibezier = [ /2; ; /2]; % punti in uno spazio 3D np = size(puntibezier,2); % numero di punti del poligono di controllo dim = size(puntibezier,1); % dimensione sudd = 100; % suddivisioni di [0,1] t = linspace(0,1,sudd); % t curvabezier = zeros(dim,sudd); % succ. dei punti della curva di Bezier % valutazione della curva di Bezier per ogni istante del parametro for i=1:sudd, % valutazione del punto bt = decasteljau(puntibezier,t(i)); % salvataggio del punto curvabezier(:,i) = bt; end % disegno della curva come spezzata e del poligono di controllo xbezier = curvabezier(1,:); ybezier = curvabezier(2,:); zbezier = curvabezier(3,:); plot3(xbezier,ybezier,zbezier,'k'); 5
6 hold on plot3(puntibezier(1,:),puntibezier(2,:),puntibezier(3,:),'ro'); hold off grid on xlabel('x') ylabel('y') zlabel('z') Figura 2: Curva di Bézier. Una proprietà molto importante delle curve di Bézier è l invarianza affine, ovvero se viene applicata una trasformazione affine Φ(x) = Ax + c il risultato è dato dalle immagini affini dei suoi punti di controllo ( n ) n Φ(q(t)) = Φ Bk n (t)b k = Φ(b k )Bk n (t) k=0 riducendone notevolmente la complessità nell applicazione di queste trasformazioni. Esempio di queste trasformazioni sono la rotazione, la traslazione, la scalatura,.... k=0 6
7 Esercizio 2 Applicare la rotazione alla curva di Bézier definita dai seguenti punti di controllo (0, 0), (0, 1), (1, 1), (1, 0), (1/2, 0),(1/2, 1/2). Nello spazio, la rotazione attorno all asse z è della forma cos(θ) sin(θ) 0 sin(θ) cos(θ) Ripete l esercizio con un altra trasformazione affine a scelta dello studente (es. traslazione, scalatura,...). Nello spazio, la scalatura attorno è una matrice del tipo s x s y s z. 7
8 Figura 3: Curva di Bézier e sua rotazione di 90. 8
9 Richiami di teoria Con il termine Degree elevation si indica il processo in cui presa una curva di Bézier con k punti di controllo si ottiene la stessa curva di Bézier ma espressa con k + 1 punti di controllo e quindi con una curva di grado maggiore. Ossia, data una curva di Bézier q(t) di grado k, definita nei punti di controllo b i con i = 0,..., k, vogliamo definire dei nuovi punti di controllo ˆbi, con i = 0,..., k + 1, in modo che la curva di Bézier ˆq(t) di grado k + 1 sia uguale alla curva di Bézier q(t) di grado k, ovvero ˆq(t) = q(t) per tutti i valori assegnati di t. Per capire meglio il problema, si può analizzare il caso della curva quadratica in cui k = 2 e con i punti di controllo b 0, b 1, b 2. Poichè in questa curva q(0) = b 0 e q(1) = b 2, per la curva trasformata dovranno valere le seguenti uguaglianze: ˆp 0 = b 0 e ˆp 2 = b 2 (in questo modo la curva cubica ha gli estremi coincidenti a quella quadratica). Oltre a questo, anche le derivate all inizio e alla fine della curva devono essere uguali a: q (0) = 2(b 1 b 0 ) e q (1) = 2(b 2 b 1 ). Infine, per la derivata della curva cubica devono valere le relazioni: ˆb1 = ˆb q (0) = 1 3 b b 1, ˆb2 = ˆb q (0) = 2 3 b b 2. Nel caso generale, supponiamo di avere una curva q(t) di grado k, con punti di controllo b 0,..., b k. Per ottenere i k + 1 punti di controllo ˆb 0,..., ˆb k+1 che definiscono la curva ˆq(t) identica a q(t), devono valere le seguenti relazioni: Esercizio 3 ˆbi = ˆb0 = b 0, ˆbk+1 = b k i k + 1 b i 1 + k i + 1 k + 1 b i. Con riferimento ai dati dell esercizio 2 eseguire il degree elevation. 9
10 Figura 4: Curva di Bézier originale e esempi di degree elevation. 10
11 Figura 5: Esempi di degree elevation. 11
12 Figura 6: Esempi di degree elevation. 12
B 1 0 = 1 t B 1 1 = t
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