TEMI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA A.A Corso di laurea in Scienze Filosofiche
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- Berta Bertolini
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1 1 TEMI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA A.A Corso di laurea in Scienze Filosofiche
2 2 Mart , aula 6; Giov , aula 6 Testi: R. Audi: Epistemologia, Quodlibet (spec. parti 2 e 3) A. Coliva: Scetticismo, Laterza altro? Controllare sito (+sito C.d.L.?) matteo.morganti@uniroma3.it Ricevimento: martedì15-17
3 Obiettivo del corso: 3 Introduzione all epistemologia: la natura e i problemi della conoscenza Due parti: Prima parte: temi di epistemologia Seconda parte: il problema scettico N.B.: Possibile (e raccomandabile) lavoro individuale integrativo: tesine e/o presentazioni orali!
4 4 Parte I - Epistemologia: L epistemologia riguarda la natura della conoscenza Più in particolare, credenza, giustificazione e conoscenza Le fonti I tipi I processi La natura ontologica I limiti
5 5 Audi Parte I, cap. I Una prima ovvia fonte di conoscenza è la percezione Elementi: soggetto, oggetto, relazione e esperienza Tre forme: percezione semplice, percezione di qualcosa come, percezione che Percezione proposizionale (de dicto) e oggettuale (de re) Credenza proposizionale e oggettuale
6 6 Le percezioni come entità cognitive e fattive La percezione fonda almeno un credere (quindi un conoscere) potenziale Informazione grezza giustificazione situazionale o credenza (giustificata) vera e propria Gerarchia percettiva: P. semplice generalmente conduce a p. oggettuale P. oggettuale generalmente conduce a p. proposizionale (Distinzione percezione di aspetti e attraverso aspetti)
7 7 La percezione è rappresentazionale Il suo contenuto può essere doxastico o complessivo Percepire offre giustificazioni prima facie (prevalenti a meno di invalidazione) per credere certe cose Principio della giustificazione visiva e Principio dell esperienza visiva (p. 57) Se un esperienza apparentemente normale conduce a credenza, l esperienza è di norma genuina e la credenza è di norma giustificata
8 8 Audi - cap. II Qual è lo status filosofico della percezione? Realismo ingenuo La percezione consiste in informazioni che i sensi ci danno su oggetti esterni reali L oggetto e la causa della percezione è il mondo esterno (realismo diretto) Ma:
9 9 Sembra difficile rendere conto di: Illusioni percettive (percezioni erronee/distorte) Allucinazioni (percezioni senza oggetto ) La teoria dell apparire ha problemi analoghi Sostiene che la percezione corrisponde al modo in cui oggetti appaiono a soggetti Ma l elemento relazionale non elimina il problema, specialmente nel caso dell allucinazione
10 10 Alternativa 1: Realismo rappresentativo Forma di realismo indiretto L oggetto (diretto) della percezione è una rappresentazione interna di qualcosa di esterno Teoria dei dati di senso La percezione è causalmente e oggettualmente indiretta
11 11 Rimane però il problema dell allucinazione Rappresentazione strana di che cosa? Qual è l origine dei dati di senso in questione? Teoria avverbiale della percezione S percepisce x come P=x produce in S una xpesperienza Si può percepire x è P -mente anche senza x come oggetto esterno
12 12 L avverbialista può anche dire che l esperienza allucinatoria non è percettiva In ogni caso non deve postulare un oggetto, né percepito direttamente, né come causa dei nostri dati di senso (come rappresentazioni di esso) Un altra strada è quella che conduce al fenomenismo Essenzialmente, una teoria dei dati di senso senza oggetto esterno (almeno come prioritario rispetto a ciò che è percepito)
13 13 Cfr. Berkeley e l idea che esse est percipi Se conosco qualcosa solo tramite ciò che mi appare di essa, allora forse essa è ciò che mi appare Si tratta di una forma di irrealismo diretto Se ne dà anche una variante avverbiale Problema 1: cosa dire sulla continuità delle cose quando non percepite?
14 14 Berkeley: Dio come garante Mill: gli oggetti esistono solo come possibilità permanenti della sensazione Si può anche semplicemente accettare l idea che l esistenza sia discontinua Problema 2: cosa garantisce la correttezza della percezione, e l intersoggettività?
15 15 Come posizione irrealista, il fenomenismo non sembra rendere conto come necessario della dipendenza funzionale fra esperienza e oggetto In conclusione: La percezione è una sorgente fondamentale di informazioni, quindi credenze e conoscenze (potenziali) Se ne danno vari resoconti filosofici, ognuno con dei limiti Plausibilità (forse) maggiore della teoria avverbialista
16 16 Audi - cap. III Altra fonte di credenza e conoscenza è la memoria Basata sulla percezione (più in generale, esperienza) Fornisce credenze sul passato (N.B.: non tutte le credenze sul passato sono di memoria, alcune possono essere frutto di inferenze) Solo le credenze vere adeguatamente fondate costituiscono un ricordare (che x è P) (p. 98)
17 17 Le credenze mnestiche, in particolare riguardano eventi del passato che sono in relazione diretta con esse Causale, o anche non causale, come nel caso degli oggetti astratti (per es., quando si ricorda un teorema che si è appreso) Occorre distinguere fra: 1) Memoria come facoltà 2) Atto del ricordare eventi, cose o altro Memoria come stato attivo/attuale o passivo/disposizionale 3) Richiamare alla mente (legame col visualizzare)
18 18 Anche nel caso della memoria, come della percezione, si può essere: Realisti diretti Teorici della rappresentazione Fenomenisti Teorici avverbiali La possibilità del ricordare erroneo sembra di nuovo suggerire l ultima opzione
19 19 La memoria è centrale perché conserva e richiama alla mente credenze, che possono fungere da premesse per il ragionamento (e quindi condurre ad altre credenze) Essa non è fonte di base di conoscenza, ma è fonte fondamentale di giustificazione (credenze sul passato) La memoria sembra implicare conoscenza Al tempo stesso, la credenza mnestica appare fattiva, ma non è necessariamente accompagnata da giustificazione
20 20 Quindi, o si nega che la memoria implichi conoscenza nel caso in cui non c è giustificazione Oppure, si può insistere sul fatto che 1) memoria implica conoscenza e quindi, dato che 2) memoria non implica giustificazione, allora 3) conoscenza non implica giustificazione (Audi pp , in particolare p. 114) In generale, comunque, sembra che le credenze mnestiche chiare e convinte siano prima facie giustificate
21 21 Audi - cap. IV Altra fonte di credenza è l esperienza interna Proprietà mentali Attuali (di processo e di stato) Disposizionali Introspezione come visione interiore Essa riguarda ed è fondata su entità interne che ne sono gli oggetti
22 22 Come nel caso della percezione, c è un legame causale fra oggetto e soggetto dell introspezione Possibile una lettura Realista diretta Basata sui dati di senso (con immagini di secondo ordine ) Avverbialista Hume-Descartes: dottrina forte dell accesso privilegiato agli eventi mentali (p. 134)
23 23 In particolare, essa presuppone 1) Infallibilità: non posso sbagliarmi a proposito degli oggetti di introspezione 2) Onniscienza: Non ci sono processi mentali di cui non posso essere a conoscenza Secondo alcuni è una tesi non convincente, almeno nei casi di introspezione non attenta Forse anche nel caso dell introspezione attenta (Esempio dell ottagono, p. 136)
24 24 Anche in questo caso, dunque, ci sono fonti di dubbio Rimane però plausibile il principio per cui Credenze introspettive formate con attenzione riguardo ciò che sta accadendo ora in noi normalmente sono vere e costituiscono conoscenza (p ) La giustificazione introspettiva è molto forte, anche se non assoluta e intoccabile
25 25 Introspezione come fonte di base di credenza, giustificazione e conoscenza Attiva (e non solo ricettiva) Non limitata a ricevere input dagli specifici oggetti disponibili, ma libera di cercare i dati Indipendente dall esterno Non modificata dall ambiente circostante (e quindi ovviamente meno fondamentale per la sopravvivenza)
26 26 Audi - cap. V Credenza, giustificazione e conoscenza hanno anche a che vedere con ragione e ragionamento Elaborazione delle credenze Inferenza (cap. VIII) Ragione come fonte di credenza Credenze auto-evidenti: L adeguata comprensione basta per giustificarle, e porta a conoscenza
27 27 Le credenze auto-evidenti Sono immediate sia temporalmente che nel senso che non richiedono passaggi ulteriori Sono di concetto, di oggetto o proposizionali Non sono infallibili Cosa dire però delle verità di ragione? Per es.: Se x è più alto di y, allora y è più basso di x Queste sembrano necessariamente vere
28 28 Kant: Quando una predicazione è contenuta nel concetto, allora la falsità è impossibile perché genererebbe contraddizione Per es., Lo scapolo x è sposato Proposizioni analitiche necessariamente vere L inferenza può eventualmente servire per mostrare la verità, ma quest ultima è colta in modo immediato e incontrovertibile
29 29 Ipotesi: Analiticità e necessità della verità corrispondono Implicherebbe che l impossibilità di errore si dia solo per le verità di ragione, che non necessitano dell esperienza Cosa dire però di proposizioni come Niente è sia rosso sia verde in ogni suo punto allo stesso tempo? Non analitiche, in quanto il concetto (poniamo, R) non contiene la negazione dell altro (non-v) Non contingenti, perché non sembra possibile che le cose stiano altrimenti da come enunciato
30 30 In questo caso, ciò che è importante non è il modo in cui una proposizione è vera, ma come è conosciuta L analitico si oppone al sintetico per quanto riguarda il primo elemento Per quanto riguarda il secondo, si oppongono invece l a priori e l a posteriori Nell esempio, si ha una verità a priori, ma non analitica Quindi, sintetico a priori necessario (Kant)
31 31 Si tende ad identificare analitico e a priori sulla base della necessità Ma sono elementi distinti (uno concettuale, un altro epistemologico) e si danno casi ibridi Sintetico a priori Necessario a posteriori (Kripke e acqua=h 2 O) A priori contingente (Kripke e il metro campione di Parigi) Le verità di ragione sono a priori Auto-evidenti; derivanti da proposizioni auto-evidenti; oppure dimostrabili attraverso passaggi auto-evidenti
32 32 I razionalisti affermano che tutte le verità sono in ultima analisi di ragione Gli empiristi (Mill) affermano che ci sono solo verità empiriche Le credenze genuinamente empiriche contraddicono i razionalisti Ma le credenze aritmetiche e matematiche sembrano contraddire gli empiristi Genesi empirica, ma impossibilità di test empirici
33 33 Audi cap. VI Il filosofo empirista (in senso lato) potrebbe allora optare per il convenzionalismo Le verità di ragione come dipendenti da convenzioni relative al significato delle parole Dato che queste sono stabilite in modo contingente da esseri concreti, si riafferma l empirismo Obiezione 1: le verità sono legate ai concetti in sé, non alle nostre convenzioni Obiezione 2: anche solo la formulazione del convenzionalismo presuppone la sua negazione
34 34 Al più, il convenzionalismo mostra come arriviamo ad afferrare i concetti Sembra quindi plausibile una prospettiva classica rivista, per cui si danno verità necessarie sia sintetiche che analitiche, e anche l esperienza è importante (sintetico a posteriori) Le verità necessarie si possono distinguere in verità In tutti i mondi possibili (per es., verità matematiche) Nei mondi possibili in cui le entità rilevanti esistono (verità essenziali: acqua=h 2 O, x ha genitori y e z etc.)
35 Principio di giustificazione della credenza a priori: Se il soggetto razionale S crede una proposizione su una base strettamente a priori, allora la credenza di S è prima facie giustificata 35 Principio della conoscenza delle credenze a priori: Se il soggetto razionale S crede nella modalità di cui sopra, allora quella credenza costituisce conoscenza per S (p. 190)
36 N.B.: Avere giustificazione a priori per P e credere un P che è a priori sono cose distinte Non tutta la giustificazione a priori (anche forte) va considerata invalidabile (cfr. scetticismo sulle verità logiche o matematiche); e non tutta quella invalidabile è a priori (cfr. Io esisto ) 36
37 37 PROPOSIZIONE: a priori in senso stretto e in senso ampio (indirettamente) GIUSTIFICAZIONE: a priori in senso forte (basata su una adeguata comprensione di una proposizione a priori) e in senso debole (basata su una comprensione della proposizione) CONOSCENZA: a priori in senso forte (proposizione a priori + giustificazione a priori in senso forte) e in senso debole (proposizione indirettamente a priori + comprensione dei passaggi della dimostrazione ) CREDENZA: a priori in senso stretto (basata su comprensione anche inadeguata di una proposizione a priori) e in senso ampio (proposizione empirica) (Schema a p. 195)
38 38 Audi - cap. VII Percezione, memoria, coscienza e ragione come fonte individuali di credenza e giustificazione Testimonianza come fonte sociale Modalità del dire volta ad attestare, comunicare una corretta informazione a qualcuno Si può concepire la testimonianza in termini di inferenza dal testimone ai fatti non-testimoniali che egli riporta
39 39 Ma si può anche ritenere (Audi) che, posti dei filtri generali relativi a credibilità e affidabilità, si creda nella testimonianza in modo diretto I filtri determinano il grado di fiducia (dialettica credulità/scetticismo) In quest ottica, la testimonianza è una fonte diretta e può fornire credenze di base Non è però una fonte di base
40 40 N.B.: B può testimoniare ad A generando giustificazione in A senza avere egli stesso giustificazione Ma B non può generare in A conoscenza se non conosce egli stesso (Perché?) Audi: il carattere fortuito della credenza (anche vera) di B impedisce che la credenza (anche giustificata) di A diventi conoscenza La giustificazione si genera, la conoscenza si trasmette
41 Come la memoria, la testimonianza richiede un legame continuo con l origine della credenza In generale, una credenza basata su testimonianza non invalidata è giustificata (o costituisce conoscenza) se il testimone è giustificatamente ritenuto credibile e non c è motivo di mettere in dubbio la proposizione (e il testimone conosce la proposizione) (pp ) 41 Le basi testimoniali sono indispensabili per la conoscenza (cfr. apprendimento infantile e possibilità di apprendimento non-proposizionale e conoscenza senza giustificazione)
42 La testimonianza, però, non è una fonte di base Nel caso della conoscenza, il testimone deve avere conoscenza su basi ultimativamente non testimoniali Nel caso della giustificazione, il destinatario deve avere giustificazione su basi indipendenti, ultimativamente non testimoniali 42 Questo suggerisce una risposta alla questione focale della giustificazione, relativa a specifiche credenze La questione globale, relativa alla giustificazione dell insieme delle credenze basate su testimonianza, appare molto più difficile e senza risposta positiva
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