COLLEGIO DI MILANO. Membro designato dalla Banca d'italia. (MI) GRECO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) LAPERTOSA (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) ORLANDI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) GRECO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) GIRINO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore LUCCHINI GUASTALLA EMANUELE Nella seduta del 12/02/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La società ricorrente contesta la legittimità di operazioni di giroconto effettuate dall intermediario tra due conti a questa entrambi intestati. Più precisamente, la società ricorrente era titolare di due rapporti di conto corrente aperti presso l intermediario attuale resistente: il conto n. xxxx980, aperto nel 2003 come non affidato, e il conto n. xxxx230. La ricorrente ha dichiarato che l intermediario inviava al legale rappresentante della stessa, in quanto fideiussore, una comunicazione di revoca dell affidamento relativamente al conto n. xxxx980, in cui si evidenziava un saldo negativo pari a , mentre nessuna comunicazione veniva inviata alla società. Il legale rappresentante conferiva mandato ad uno studio di professionisti al fine di gestire il rientro dell esposizione e comporre bonariamente la controversia. Lo studio domandava all intermediario copia degli estratti conto scalari e di tutta la contrattualistica riferibile alla società. L intermediario, a fronte del corrispettivo di 320,00, forniva unicamente copia degli estratti conto. Dall esame effettuato dal consulente, sugli estratti conto, emergevano alcune anomalie, ovvero: Pag. 2/6

2 - il conto n. xxxx980 aperto dal 2003 al 2009 risultava affiancato da un apertura di credito per cassa per ,00; - il conto n. xxxx230 veniva aperto nel 2006, affidato per ,00 ed estinto su richiesta dell intermediario nel 2012; - dall esame dell estratto conto al 31/03/2011, relativo al primo rapporto, emergevano 16 operazioni di storno su movimenti che venivano contabilizzati dal 16/12/2009 al 15/01/2010, per un totale di ,45. Il legale rappresentante, anche in ragione delle sue permanenze prolungate all estero, dichiarava di non essere a conoscenza di tali operazioni di storno e di non averle richieste né autorizzate La ricorrente rilevava che il conto in questione, al 31/12/2010, presentava un saldo negativo di ,34, mentre, a seguito di tali accrediti, il saldo al 31/03/2011 risultava positivo e pari a ,84. L addebito di tali operazioni veniva fatto sull altro conto corrente, il n. xxxx230. La ricorrente contestava che tali storni siano il frutto di un artificio contabile predisposto autonomamente dall intermediario. Il conto n. xxxx230 aveva al 31/12/2010 un saldo positivo di 4.150,35 e, a causa dei finti storni, veniva artificialmente portato al 31/03/2011 ad un saldo negativo di ,82. Tale conto veniva estinto su richiesta della filiale con un versamento di ,00. La ricorrente, dopo un incontro infruttuoso presso l intermediario, provvedeva a formulare un reclamo scritto, che veniva riscontrato dalla banca, la quale affermava che tali operazioni erano state effettuate su richiesta della ricorrente, avanzata per le vie brevi, e nel suo interesse. La ricorrente riteneva, invece, che tali operazioni di giroconto e storno, riguardanti pagamenti effettuati a terzi oltre a prelievi in contanti ed assegni circolari, fossero state effettuate nell esclusivo interesse dell intermediario per trarne vantaggio a livello di contabilizzazione di interessi o di budget di filiale, ovvero nel tentativo di una frettolosa chiusura di un conto tenuto in maniera poco regolare e comunque non trasparente. La ricorrente ha agito, pertanto, avanti all ABF per chiedere l accertamento del diritto del cliente in merito al comportamento dell intermediario sulla contabilizzazione dei movimenti dei due conti interessati, il sanzionamento del comportamento assolutamente non trasparente tenuto dall intermediario, l eventuale nullità del negozio causata dalla falsità delle tenute contabili, la restituzione di quanto illecitamente addebitato ed il risarcimento del danno subito, oltre alla rifusione delle spese sostenute per approfondire gli aspetti tecnici del contendere. In sede di controdeduzioni, l intermediario ha premesso innanzitutto la circostanza della regolare comunicazione alla ricorrente della revoca dell apertura di credito fruibile sul conto n. xxxx980, mediante telegramma del 30/10/2013. L intermediario ha poi affermato che, contrariamente a quanto sostenuto dalla controparte, tutta la documentazione richiesta era stata consegnata allo studio dei consulenti, che sottoscriveva il ricevimento, in data 19/12/2013, dei contratti di conto corrente e degli estratti conto e null altro veniva richiesto. Quanto alle operazioni contestate, rilevava l intermediario che, in data 20/01/2011, venivano effettuate dalla filiale presso la quale erano aperti i conti corrente intestati alla ricorrente n. 16 operazioni di accredito, in modalità storno, sul conto corrente n. xxxx980, con contestuale addebito sul conto n. xxxx230. Tali operazioni originariamente erano state addebitate sul conto xxxx980, con applicazione di tasso più sfavorevole rispetto a quello applicato al conto corrente xxxx230. Questo aveva comportato, in sede di capitalizzazione, delle lamentele da parte del cliente, il quale aveva richiesto l addebito mediante storno sul Pag. 3/6

3 conto xxxx230 con pari valuta, come rilevabile dagli estratti conto allegati, in modo da recuperare gli interessi già corrisposti. Affermava, pertanto, l intermediario che siamo in presenza di semplici giroconti per storni con valuta, su rapporti parimenti intestati, a fronte di operazioni di pagamento già in precedenza regolate e mai contestate dal Cliente che negli anni ha ricevuto i relativi estratti conto. In ragione del rapporto fiduciario e consolidato con il cliente, la richiesta veniva avanzata per le vie brevi in occasione di un incontro presso la filiale nel quale il rappresentante legale della società contestava l entità del tasso debitore applicato. Dall esame degli estratti conto relativi al primo trimestre 2011, si poteva osservare l andamento del tasso debitore applicato ai due conti in questione: - conto n. xxxx980: 8,625% - 9,375% - 9,875% - 10,375% - 9,750% - conto n. xxxx230: 2,779% - 2,714% - 2,647% - 2,722% - 2,880% - 3,023% Per effetto degli storni effettuati, sono stati ricalcolati gli interessi debitori (a credito per il cliente per 8.186,10) e la commissione di massimo scoperto (a credito per il cliente per 510,23), importi che venivano accreditati sul conto n. xxxx980. La banca evidenziava che tutte le movimentazioni in oggetto venivano dettagliatamente descritte negli estratti trimestrali che non erano mai stati contestati dalla ricorrente. Inoltre, il conto corrente n. xxxx230 veniva estinto il 17/02/2012, antecedentemente al passaggio al contenzioso, avvenuto a fine 2013, della posizione del conto xxxx980. Il conto xxxx230 veniva estinto grazie alla provvista costituita dal cliente a copertura del saldo debitore mediante i versamenti del 13/12/2011 e del 27/12/2011 di assegni su piazza per complessivi ,00. L intermediario rivendicava, infine, di aver mostrato la massima disponibilità alla definizione stragiudiziale della controversia e allega a sostegno la corrispondenza intercorsa. L intermediario ha chiesto che il ricorso venga respinto perché infondato. DIRITTO Prima di esaminare nel merito la controversia, sembra opportuno riportare alcuni aspetti essenziali ai fini della decisione. La controversia ha per oggetto 16 operazioni di addebito/accredito effettuate nel gennaio 2011 dall intermediario tra due conti entrambi intestati alla società ricorrente. La ricorrente contesta la legittimità di tali operazioni, affermando di non averle mai autorizzate, mentre l intermediario si difende affermando di aver posto in essere tali movimentazioni su richiesta della ricorrente, formulata per le vie brevi, e nel suo esclusivo interesse, in ragione del differenziale di tasso applicato ai due rapporti. L ammontare dei movimenti è di ,45. Non vengono prodotti né i contratti di apertura di credito né i contratti di conto corrente. Pertanto, non si dispone di elementi per comprendere la differente funzione dei due fidi, così diversi quanto a tasso applicato. L intermediario afferma, infatti che tali operazioni erano state effettuate, a seguito di lamentele della ricorrente, al fine di determinare, con lo spostamento dell addebito, la fruizione di interessi più vantaggiosi. E allegato, infatti, l estratto conto dal quale emerge che le operazioni di accredito venivano effettuate con la valuta relativa al momento originario di compimento delle transazioni. Con riguardo all altro conto, si osserva che le medesime poste venivano registrate tra le uscite. Pag. 4/6

4 A dimostrazione di aver agito nell interesse del cliente, l intermediario evidenzia l andamento degli interessi debitori nei due conti, dove molto più gravosi sono gli interessi relativi al conto xxxx980, sul quale, infatti, a detta dell intermediario, venivano fatti gli accrediti in modo da far gravare le uscite sull altro conto. L intermediario dichiara di aver quindi provveduto a ricalcolare sul conto xxxx980 gli interessi debitori (a credito per il cliente per 8.186,10) e la commissione di massimo scoperto (a credito per il cliente per 510,23) e di averglieli riaccreditati, producendo idonea documentazione a supporto. In base a quanto affermato dalla ricorrente, il conto xxxx980 veniva chiuso nel 2009, mentre il conto xxxx230 nel 2012, su richiesta dell intermediario. Quest ultimo, a detta dell intermediario, veniva estinto grazie alla costituzione di provvista da parte della società tramite due versamenti per complessivi ,00, come da documentazione allegata. E allegato estratto di estinzione al 17/02/2012. Relativamente all altro conto, viene prodotta comunicazione di revoca affidamenti del 30/10/2013, dalla quale emerge un credito a favore dell intermediario di ,36. E in occasione della ricezione di tale comunicazione che la ricorrente commissionava l esame della situazione alla società di consulenza e si avvedeva delle movimentazioni. Nulla viene detto dall intermediario circa l affermazione di controparte di chiusura di tale conto nel A questo proposito, si rileva che la stessa ricorrente, in sede di ricorso, affermava in un passaggio che tale conto presentava al 31/03/2011 un saldo positivo, oltre alla circostanza che tutta la controversia verte su operazioni compiute nel E allegata agli atti corrispondenza tra le parti relativa a tentativi di composizione bonaria della vertenza. La parte ricorrente allega fattura proforma relativa ad un acconto per le prestazioni dello studio di consulenti. Ciò chiarito, e venendo all esame del merito della controversia, deve rilevarsi che questa attiene ad operazioni addebito/accredito effettuate dall intermediario tra conti entrambi intestati alla ricorrente. L intermediario non ha prodotto le scritturazioni per gli storni, ma ha affermato di aver agito su indicazioni e nell interesse della ricorrente, mentre la ricorrente ha negato di aver concesso qualsiasi autorizzazione. L intermediario ha allegato gli estratti conto regolarmente inviati alla ricorrente. Ora, è evidente che le doglianze della parte ricorrente sono tardive, posto che la parte ricorrente non ha mai posto in dubbio né contestato di aver regolarmente ricevuto gli estratti conto periodici. Soccorre, in proposito, la giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass. 19 marzo 2007 n e Cass. 14 febbraio 2011 n. 3574), secondo la quale l approvazione tacita dell'estratto di conto corrente non si estende alla validità ed efficacia dei rapporti obbligatori sottostanti, ma ha la funzione di certificare la verità storica dei dati riportati nel conto, ivi compresa l'esistenza degli ordini e delle disposizioni del correntista, menzionati nel conto stesso come causali di determinate annotazioni di debito. Ne deriva che, se gli estratti conto non vengono contestati, si presumono conformi alle disposizioni impartite dal correntista, cosicché su di lui finisce per gravare l'onere di provare l'esistenza di fatti (non necessariamente negativi ma anche positivi) diversi e contrari rispetto al contenuto delle annotazioni in conto. Oltre a ciò risulta, invero, difficile a questo Collegio comprendere quale danno possa aver subito parte ricorrente, dal momento che lo spostamento di denaro effettuato per mezzo delle operazioni contestate pare aver portato un giovamento (id est: applicazioni di condizioni economiche più favorevoli) a parte ricorrente e non il contrario. Quanto appena osservato, unitamente al fatto che parte ricorrente non ha adeguatamente provato alcune proprie affermazioni (quale, ad esempio, quella della falsità delle tenute Pag. 5/6

5 contabili ) induce questo Collegio a concludere per la totale infondatezza delle doglianze espresse nel ricorso all origine del presente procedimento. PER QUESTI MOTIVI Il Collegio non accoglie il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6