COLLEGIO DI MILANO. Membro designato dalla Banca d'italia. (MI) SPENNACCHIO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) ORLANDI (MI) SANGIOVANNI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) SPENNACCHIO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) TINA Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) LUCCHINI GUASTALLA Nella seduta del 09/05/2013 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La controversia attiene alla asserita illegittimità di una segnalazione a sofferenza a seguito di accordo transattivo. Con mail del 28/04/2012 e del 10/08/2012, il cliente contestava la segnalazione del proprio nominativo a sofferenza in relazione a un mutuo, per il quale a suo tempo si erano registrati degli insoluti, ma vi sarebbe poi stato un accordo transattivo volto a riportare la posizione in bonis a seguito del pagamento di una somma. Con il ricorso, parte attrice ha fatto presente più nel dettaglio quanto segue. Nel 2006, il cliente stipulava un contratto di mutuo per l acquisto della casa. A causa della perdita del lavoro, per un certo periodo di tempo non poteva onorare le rate del mutuo e quindi la banca inizia[va] la procedura di recupero del credito. Dopo aver conseguito un nuovo posto di lavoro, il cliente provvedeva, a settembre 2010, a saldare le rate scadute per una prima somma di Euro ,00, e a settembre 2011 per una seconda somma di Euro 7.000,00. Pag. 2/6

2 In base a un accordo verbale con un funzionario della Direzione recupero crediti della resistente, al pagamento integrale delle rate scadute e non saldate, e spese accessorie (saldo legali, perizie tribunale di Verona) la [su]a posizione sarebbe tornata in bonis. Il 27/01/2012, il cliente inoltrava una prima mail al citato funzionario, chiedendo spiegazioni sulla prosecuzione della segnalazione a sofferenza. La banca rispondeva che la segnalazione era riconducibile alla circostanza che il Tribunale di Verona non aveva ancora provveduto a estinguere la posizione in parola. Il cliente produceva documentazione che, a suo dire, attestava che la sua posizione era in realtà estinta. Quindi, il 28/04/2012, il cliente inviava una nuova mail, precisando che il mutuo era ancora segnalato a sofferenza, e chiedeva la domiciliazione del pagamento delle rate del mutuo presso altro intermediario. Nell occasione, precisava che le rate in scadenza del mutuo era tornate regolari. Il Direttore della filiale presso cui era domiciliato il rapporto precisava che il mutuo era ancora a sofferenza per la somma di Euro 5.159,00; il Direttore chiamava la Direzione recupero Crediti che precisava che la somma era puramente fittizia. Il successivo 07/06/2012, la banca chiedeva informazioni in merito all esposizione di Euro ,00 nei confronti di altro intermediario, ma non forniva spiegazioni in merito alla somma di Euro 5.159,00. Il cliente provvedeva a inviare una seconda mail il 10/08/2012, nella quale chiedeva nuovamente spiegazioni in merito alla segnalazione a sofferenza. Tale richiesta veniva riscontrata il successivo 13/08/2012, con una mail dal contenuto ritenuto contraddittorio rispetto alla precedente del 07/06/2012; in particolare, mentre il 07/06/2012 la banca riconosceva che il mutuo stava procedendo regolarmente, in quella di agosto 2012 la banca affermava che la posizione era in sofferenza. Il ricorrente provvedeva, quindi, a recarsi presso una Filiale della Banca d Italia per chiedere il prospetto delle segnalazioni CR a suo nome, dal quale risultava che la banca non aveva riportato in bonis la posizione, ma aveva segnalato la somma di Euro 5.159,00 a perdita. Il cliente provvedeva poi a fare articolate considerazioni giuridiche in merito ad asserite violazioni sia della disciplina specifica della Centrale Rischi, sia della normativa in materia di privacy. Il ricorrente ha chiesto che l ABF dichiari l illegittimità della segnalazione alla Centrale Rischi presso la Banca d Italia e altre Centrali dove il [su]o nominativo è stato apposto, in mancanza di una reale situazione di insolvenza, ordinando la relativa cancellazione dello status sofferente. Con successiva integrazione pervenuta il 01/12/2012, il ricorrente ha fatto tenere copia degli assegni con i quali aveva versato la somma complessiva di Euro ,00. La Banca ha prodotto controdeduzioni tardive in data 20/12/2012. In sede di controdeduzioni, la convenuta ha precisato nel merito quanto segue. Il ricorrente era stato appostato a sofferenza e, in seguito ad accordi transattivi intercorsi, provvedeva, ad ottobre 2011, a versare l ultima tranche di un piano di rientro a suo tempo concordato. Con tale pagamento, il cliente ripianava integralmente l arretrato maturato e saldava come da intese, una quota parte delle spese legali sostenute dalla banca per l intervento nell esecuzione immobiliare, promossa da un terzo creditore ; quindi la convenuta, in adempimento agli accordi, provvedeva a rinunciare alla predetta esecuzione. All udienza del 14/12/2011, il giudice dichiarava estinta la procedura per mancata comparizione delle parti, e poneva il pagamento delle spese a carico del creditore procedente. Pag. 3/6

3 Quindi la banca provvedeva a chiedere al proprio legale l emissione della parcella, che veniva addebitata sulla partita contabile a carico del ricorrente, per poi provvedere, in esito all intervenuta transazione, a disporne il tempestivo stralcio. Quindi, il 12/06/2012, la banca contabilizzava la rinuncia al credito di Euro 5.158,50 relativa alle spese legali sostenute. Con nota del 07/06/2012, la banca chiedeva informazioni al cliente in merito a una segnalazione a sofferenza da parte di un terzo soggetto, ma il cliente non forniva riscontro in merito. In relazione alle contestazioni sulle segnalazioni alla Centrale Rischi, la banca ha poi riferito quanto segue. La segnalazione a sofferenza scaturiva dall esistenza di rate impagate ed era coerente con il quadro normativo vigente e in particolare con la Circolare della Banca d Italia 139/91. Quindi la banca riteneva che le doglianze del ricorrente potessero essere prese in considerazione solamente per il periodo successivo al perfezionamento dell accordo transattivo. Tuttavia, tenuto conto della definizione di insolvenza delle citate disposizioni, che deve essere riferita alla complessiva situazione del soggetto, nel caso di specie proprio la presenza di una segnalazione a sofferenza effettuata da un altro intermediario, non consente di ritenere cessato lo stato d'insolvenza. Proprio per cercare di assecondare le istanze del ricorrente, la banca chiedeva informazioni sulla natura della segnalazione, ma il comportamento omissivo del ricorrente non consentiva di appurare la natura della segnalazione in Centrale Rischi. Inoltre, l opposizione al decreto ingiuntivo che il ricorrente ha allegato al ricorso e che non risulta sia mai stata trasmessa alla resistente, non consente di ritenere definita la vertenza che potrebbe evolversi in una nuova esecuzione immobiliare nella quale la banca sarebbe nuovamente costretta ad intervenire. L unico credito che può ritenersi estinto è quello relativo alle spese legali per Euro 5.158,50, mentre il mutuo in linea capitale resta in essere. La convenuta, nel dichiararsi disponibile a cancellare la somma di Euro 5.158,50 relativa alle spese legali, ha quindi precisato che non ha mai contestato la regolarizzazione dell esposizione debitoria del ricorrente che conferma essere ad oggi in regola con i pagamenti del mutuo. La banca ha chiesto, in via principale, di dichiarare l inaccoglibilità del ricorso e in via subordinata, che l ABF la autorizzi alla cancellazione della segnalazione relativa al solo importo di Euro 5.158,50. DIRITTO La questione centrale che questo Collegio deve affrontare per la soluzione del caso in esame riguarda l asserita illegittimità della segnalazione a sofferenza del ricorrente. Prima di esaminare nel merito la controversia sembra, tuttavia, opportuno riportare alcuni aspetti essenziali ai fini della decisione. È pacifico tra le parti che fossero intervenuti accordi transattivi, che la segnalazione a sofferenza è rimasta anche dopo il perfezionamento dei citati accordi transattivi e che, attualmente, il cliente sta versando regolarmente le rate del finanziamento in essere. In particolare, in base al prospetto accluso dal ricorrente, il soggetto è sempre stato segnalato a sofferenza presso la Centrale Rischi nel periodo intercorrente tra il 31/01/2011 ed il 30/06/2012. Pag. 4/6

4 La banca ha giustificato il mantenimento della segnalazione a sofferenza in base all esistenza di analoga segnalazione effettuata da altro intermediario, e all assenza di riscontro in merito alle richieste di informazione su detta segnalazione inviate dalla banca stessa. Il ricorrente, per provare di non versare in stato di insolvenza, ha anche accluso la propria busta paga di novembre In base alla documentazione prodotta dal ricorrente, il 13/04/2012, ha depositato un atto di opposizione a un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di altro intermediario, che segnala il nominativo del ricorrente a sofferenza per la somma di Euro ,00. I motivi di contestazione nei confronti di questo intermediario sono molteplici, tra i quali l ammontare del debito e la asserita mancata messa in mora del ricorrente. Ciò chiarito in fatto e venendo all esame del merito della vertenza, deve essere richiamata, per la soluzione del caso che ne occupa quanto disposto dalla Circolare n. 139 dell 11 febbraio 1991 della Banca d Italia (Centrale dei rischi. Istruzioni per gli intermediari creditizi) Testo integrale (aggiornato al 29 aprile aggiornamento), ovvero che: La comunicazione della posizione di rischio di ciascun cliente è mensile; la C.R. rileva informazioni relative al passaggio dei crediti a sofferenza, ma anche la regolarizzazione di posizioni in precedenza segnalate a sofferenza. In particolare, l estinzione da parte del cliente o di terzi del credito appostato a sofferenza va segnalato entro tre giorni (Cap. I, Sez. II, par.4 e 5). La segnalazione a sofferenza non è più dovuta quando il credito viene rimborsato dal debitore o da terzi, anche a seguito di accordo transattivo.il pagamento del debito e/o la cessazione dello stato di insolvenza non comportano la cancellazione delle segnalazioni a sofferenza relative alle rilevazioni pregresse. (Cap. II, Sez. II, par. 1,5). Devono essere segnalati nella categoria di censimento sofferenze - crediti passati a perdita i crediti in sofferenza che l'intermediario, con specifica delibera, ha considerato non recuperabili o per i quali non ha ritenuto conveniente intraprendere i relativi atti di recupero. Confluiscono nella categoria anche le frazioni non recuperate dei crediti che hanno formato oggetto di accordi transattivi con la clientela, di concordato preventivo o di concordato fallimentare remissorio, i crediti prescritti e quelli oggetto di esdebitazione. La segnalazione non è più dovuta dalla rilevazione successiva a quella in cui il credito è stato interamente passato a perdita ovvero è stata rimborsata la parte non passata a perdita (Cap. II, Sez. II, par. 5,5). Da quanto appena esposto senza che possa avere alcun rilievo la segnalazione fatta da altro intermediario deriva l illegittimità della permanenza della segnalazione a sofferenza così come lamentata dal ricorrente, la cui istanza risulta conseguentemente degna di accoglimento Pag. 5/6

5 PER QUESTI MOTIVI Il Collegio accoglie il ricorso e dispone che l intermediario provveda quanto prima alla cancellazione della segnalazione in Centrale Rischi. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e al ricorrente la somma di 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6