Corso Istruttore di Base CANTALUPA - TORINO, 23-29/06/2013. Quaderno tecnico del corso. ISTRUTTORE di BASE. Giugno 2013 SOMMARIO

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1 CANTALUPA - TORINO, 23-29/06/2013 Quaderno tecnico del corso ISTRUTTORE di BASE Giugno 2013 SOMMARIO

2 Sommario Staff organizzativo e tecnico, elenco dei corsisti Programma corso 1 contro 1 in attacco Metodologia dell insegnamento sportivo 1 contro 1 in difesa Collaborazioni offensive Preparazione Fisica I Collaborazioni difensive Collaborazioni offensive con utilizzo di blocchi Collaborazioni difensive sui blocchi Contropiede Costruzione di un sistema difensivo Concetti per costruzione di un attacco (uomo e zona) Preparazione e gestione della gara Area medica: Anatonia, Tramatologia, Fisiologia e Pronto soccorso Area medica: nozioni antidoping legge vigente Preparazione Fisica II 1 SOMMARIO

3 STAFF ORGANIZZATIVO E TECNICO Direttore del Corso Marco LODETTI Formatore Marco Bussoli Assistente Stefano COMAZZI Formatore Nazionale Pietro CARDILE Metodologo Loretta FABIANI Arbitro Federico BRINDISI Preparatore Fisico Manuel TORBOL Medico Roberto CARLIN Presidente CRA Antonino Ferraro Presidente CR Giorgio Mapelli Segreteria Enrico Virone BAROSO CAMPANELLI D'AFFUSO DALMASSO DONGIOVANNI DURIN GABRIELE GRANIERI ITALIA LANDRA LIPPOLIS MARTINELLI MASSUCCO MATTEA MENARDI MONACO MOSSO QUERIO RIVELLA SCAGLIA VARANI VERCELLI VILOIS ZABALDANO TOMMASO LEONARDO GIUSEPPE MARCO LUCA GIANFRANCO GIANLUCA STEFANO FRANCESCO ALESSIO GOIUSEPPE STEFANO DAVIDE ALESSANDRO ANDREA MARILDO MATTEO GIANPAOLO GIANCARLO ALESSANDRO DAVIDE EDOARDO MARCO ENRICO 2 SOMMARIO

4 Prefazione Al corso di Istruttore di Base del Piemonte che si è svolto presso il CONI, Scuola Regionale dello Sport di Cantalupa (TO), hanno partecipato oltre gli allievi allenatori che hanno completato il percorso di formazione nell anno , secondo il Piano di Formazione Regionale stilato dai formatori in collaborazione con il CNA. L obiettivo era quello di svolgere il programma così stabilito: 1 giorno Domenica :00-10:30 arrivo e sistemazione 10:30-12:00 presentazione: corso staff - corsisti; formazione gruppi 12:30 pranzo 1 argomento: 1 vs 1 dinamico in attacco + 1 intervento metodologo 14,15-14:30 introduzione 14:30-15:15 interazione 15:15-16:00 progettazione 16:00-17:30 attuazione 17: proposta formatore 1 vs 1 dinamico in attacco :30 discussione + 1 intervento metodologo 20:15 cena 21:30 riunione 2 giorno Lunedì argomento: 1 vs 1 dinamico in difesa - metodologia dell'insegnamento 08:30-08:45 introduzione 08:45-09:30 interazione 09:30-10:15 progettazione 10:30-11:45 attuazione 11:45-12:30 discussione + 2 intervento metodologo 13:00 pranzo 3 argomento: metodologia dell'insegnamento 15:00-15:45 proposta formatore 1 vs 1 dinamico in difesa 15:45-17:00 attuazione argomento 1 e argomento 2 17:00-18:45 discussione + 3 intervento metodologo 19:30 cena 21:00 22,30 4 argomento: principi di preparazione fisica 3 giorno Martedì argomento: Collaborazioni in attacco 08:30-08:45 introduzione 08:45-09:30 interazione 09:30-10:15 progettazione 10:15-11:15 attuazione 11:15-12:30 discussione + 2 intervento preparatore fisico 13:00 pranzo 6 argomento: Collaborazioni in difesa 15:00-15:15 introduzione 15:15-16:00 interazione 16:00-16:45 progettazione 16:45-17:30 attuazione 17:30-18:30 proposta formatore Collaborazioni in attacco Collaborazioni in difesa 18:30-19:30 discussione + 3 intervento preparatore fisico 20:30 cena 4 giorno Mercoledì argomento: Collaborazioni in attacco con uso dei blocchi 08:30-09:30 introduzione + interazione 09:30-10:15 progettazione 10:15-11:45 attuazione 11:45-12:30 proposta formatore Collaborazioni in attacco con uso dei blocchi 13:00 pranzo 8 argomento: Collaborazioni difensive su situazioni di blocco +1 intervento istruttore CIA 15:00-16:00 introduzione + interazione 16:00-16:45 progettazione 16:45-18:15 attuazione 18:15-19:00 proposta formatore Collaborazioni difensive su situazioni di blocco 20:00 cena 21:30-23:00 9 argomento: Regolamento 2 intervento istruttore CIA sala riunioni foresteria o altro 5 giorno Giovedì sala riunioni palazzo argomento: Area medica 09:00-11:00 Intervento medico sportivo 11:00-11:15 break + spostamento in palestra 11:15-12:30 attuazione 13:00 pranzo 11 argomento: Contropiede 15:00-16:00 introduzione + interazione 16:00-17:00 progettazione 17:00-18:00 attuazione 18:00-19:00 proposta formatore contropiede 20:00 cena 21:30-23:00 6 giorno Venerdì :30-10:30 12 argomento Lezione/Proposta formatore concetti per costruzione di una difesa a uomo e/o a zona 10:30-12:00 tirocini 12:30 pranzo 14:30-16:00 13 argomento: Lezione/Proposta formatore concetti per costruzione di un attacco (contro difesa uomo e/o a zona) 16:00-17:30 tirocini 17:30-19:00 lezione tecnica: preparazione e gestione della gara 19:30 cena 21:00 22,30 Argomenti di esame sala riunioni 7 giorno Sabato :30-11:30 tirocini 11:30-12:30 discussione conclusione corso 3

5 1VS1 ATTACCO Introduzione Il basket si basa sulla collaborazione di 5 giocatori all interno del campo da gioco, l essenza del gioco è definita dalla collaborazione e autonomia di un giocatore che si gioca il suo 1 vs 1 con palla e da 4 giocatori che giocano il loro 1vs1 senza palla. L 1vs1 in attacco significa acquisire un vantaggio spazio-tempo, giocando individualmente, autonomamente, con o senza palla, e collaborando attraverso i movimenti di giocatori e palla in un contesto di 5 vs 5. Obiettivi L 1vs1 offensivo ha come obiettivo quello di battere il proprio difensore per andare a canestro: PRENDERE / MANTENERE / CONCRETIZZARE UN VANTAGGIO o Prendere un vantaggio significa andare ad occupare uno spazio vantaggioso nel minor tempo possibile, costringendo 2 difensori a marcare lo stesso attaccante. 1vs1 nella pallacanestro integrata Nell 1vs1 offensivo ritroviamo i cinque postulati fondamentali: Spazio: chi attacca deve trovare autonomamente lo spazio giusto leggendo la posizione del suo diretto avversario e dei propri compagni (spazi vantaggiosi cambiano nel tempo. ESEMPIO: lo spazio vantaggioso di un 1 vs 1 ad inizio gara [A] è differente rispetto a un 1 vs 1 giocato negli istanti finali in vantaggio di 1 pt [B].) Tempo: l attaccante deve trovare il tempo giusto per giocare e battere o anticipare l avversario, per creare una collaborazione con i suoi compagni ( tempo e spazio strettamente correlati). L attaccante deve possedere la capacità di rubare il tempo al difensore: senso dell anticipazione. 4

6 Autonomia: l atleta con la palla e quelli senza devono essere in grado di giocare il proprio 1 vs 1 autonomamente, in base alle loro caratteristiche tecniche, a quelle dell avversario che stanno fronteggiando e alla capacità di leggere la situazione del momento. Collaborazione: l attacco si basa sulla collaborazione di tutti i giocatori che giocano il proprio 1 vs 1 ( 1 con palla e 4 senza). Equilibrio: non solo equilibrio fisico del singolo giocatore, ma anche equilibrio di squadra per permettere le collaborazioni. È necessario leggere lo spazio MENTRE ricevo la palla per prendere un vantaggio sul difensore. Per conquistare un vantaggio il giocatore deve essere un atleta completo, quindi deve possedere i tre aspetti della pallacanestro integrata: Aspetti tecnico/tattici: fondamentali individuali con e senza palla (ball handling, cambi di direzione, cambi di ritmo, arresto, partenze, uso piede perno, finte, smarcamenti, conclusioni a canestro). Aspetti fisici: forza, prontezza, velocità di piedi, controllo del corpo (equilibrio/riequilibrio), capacità di anticipazione motoria. Aspetti mentali: tempo di scelta, istinto, fiducia/consapevolezza nei propri mezzi, decisione e aggressività. Ci sono diverse situazioni di 1vs1: Fronte canestro con / senza palla. Spalle a canestro con / senza palla. L 1vs1 si divide ulteriormente in: STATICO: situazione con spazio limitato (auto blocco, posizione in post basso o da palleggio aperto ma in posizione statica). Sia attaccante che difensore partono da fermi. DINAMICO: situazione in movimento, legato al concetto del mentre. Per un efficace 1vs1 il giocare deve essere a conoscenza dei punti del campo che utilizza come riferimenti: canestro, linea della palla e posizione difensore. Dopo aver ricevuto la palla il giocatore deve osservare quali spazi ho a disposizione. Gli spazi a disposizione possono essere: SPAZI CERTI o Difensore distante: tiro o Difensore vicino: partenza in palleggio SPAZI INCERTI o Utilizzo di finte e palleggio per capire quali spazi devo attaccare Proposta del formatore Esercizio 1: - mantenere un vantaggio con palleggio spinto Tipo di palleggio ( spinta alternando le mani fino alla conclusione a canestro) Variazione dello spazio (posizione/recupero difensore) tipo di conclusione 5

7 N.B. L idea dell esercizio è di attaccare il canestro leggendo il recupero difensivo. Si tratta di una progressione didattica di tipo cognitivo perché si elimina la certezza di chi attacca e di chi difende ( vedi esercizio 1b). Proposta stesso esercizio metà campo (1c). Esercizio 2: - 1vs1 agonistico da palleggio fino tiro a canestro. 6

8 A questo esercizio si arriva attraverso step precedenti: Step 1 (2 a ) : assistente statico Step 2 (2 b) : movimento assistente (cambio di mano) Step 3 (2 c) : sbilanciamento difesa Esercizio 3 : -1vs1 da partenza in palleggio Difesa passiva che obbliga l attaccante per fare una scelta. 7

9 Esercizio 4 : -1vs1 senza palla con appoggio Statico Esercizio 5 : -1vs1 senza palla con appoggio Dinamico 8

10 Esercizio 6: 1vs1 senza palla dinamico Possibili soluzioni di lettura: Soluzioni: 6 a Back door 6 c smarcamento a v 6 d taglio con presa di posizione spalle a canestro 6 e 1vs1 spalle a canestro con 2 appoggi (concetto triangolo) 9

11 Esercizio 7: - 1vs1 per giocatori interni da rimbalzo 7 rimbalzo con successivo tiro a canestro. 7 a due giocatori che lottano a rimbalzo chi subisce canestro rimane a lottare. 7 b/c due giocatori che lottano a rimbalzo, successiva apertura e si gioca 1vs1 con 2/3 appoggi per la presa di posizione ( concetto mentre, triangolo). Queste sono le proposte di alcune progressioni didattiche su situazioni di 1vs1 in attacco fatte dal formatore. Il formatore ha utilizzato un metodo induttivo nell esercizio 1, mentre negli esercizi 2, 3, 4, 5 viene adottato un metodo deduttivo. Negli ultimi due esercizi 6, 7 il formatore adotta un metodo induttivo per poi successivamente analizzare le possibili soluzioni. Conclusioni Quindi l obiettivo dell 1vs1 in attacco è quello di battere l avversario: Attaccare la spazio vantaggioso al momento giusto Ricevere il pallone in posizione vantaggiosa Rubare lo spazio leggendo la situazione prima di ricevere ( concetto del MENTRE) Riceve con un idea chiara: prendere mantenere un iniziativa nei confronti della difesa, costringere a farla reagire all iniziativa dell attacco. 10 SOMMARIO

12 METODOLOGIA DELL INSEGNAMENTO SPORTIVO Introduzione Lezione tenuta dalla dott.sa Loretta Fabiani La metodologia è la disciplina che ha come scopo individuare e suggerire strategie efficaci per l apprendimento di tecniche e tattiche sportive. Il metodo è un insieme di procedimenti intenzionali ed organizzati allo scopo di raggiungere un obiettivo. Lo stile di insegnamento è la modalità globale con la quale viene svolto. Lo stile di insegnamento è influenzato da: Obiettivi didattici Contesto Tipo di compito Caratteristiche degli atleti Lo stile usato porta all attivazione di determinate strategie didattiche, caratterizzate da: Contenuti Comunicazione del compito Organizzazione delle attività Feedback (esterni ed interni) e valutazione Il metodo utilizzato può essere: Deduttivo Induttivo Il metodo induttivo è centrato sull esperienza dell atleta (vasta gamma di stimoli, risoluzione dei problemi, scoperta guidata ed esplorazione). Il metodo deduttivo è centrato è centrato sul ruolo dell allenatore (metodo direttivo/prescrittivo o misto, assegnazione dei compiti). I principi metodologici generali di riferimento sono: Individualità Trasversalità Regia Variabilità Contestualizzazione Riconoscimento dei ruoli Globalità 11 SOMMARIO

13 Obiettivi Perché programmare? Senza programmazione non c è efficacia, in quanto l allenamento risulta fine a sé stesso, non persegue gli obiettivi, non è coerente con il modello teorico scelto e non si conforma alle capacità dei singoli atleti. La programmazione è necessaria per valutare i prerequisiti motori, incrementare qualitativamente le capacità senso-percettive, inserire gradualmente capacità coordinate e condizionali e sviluppare capacità di tipo relazionale e affettivo. La programmazione si suddivide in: Fase pre-attiva, dove si definiscono: obiettivo, attività, mezzi e metodo; Fase interattiva, dove si definiscono: presentazione del lavoro, assegnazione dei compiti, correzione degli errori e feedback; Fase valutativa, dove si definiscono: verifica, valutazione e riprogettazione Per una programmazione consapevole ed efficace è necessario: Conoscere gli atleti (soggetti e contesto) Fissare obiettivi didattici ed educativi (cosa sono in grado di fare gli atleti? In quali condizioni? Come deve essere eseguito?) Questi obiettivi devono essere: Scanditi nel tempo Individualizzanti Difficili ma raggiungibili Condivisi Giustificati Verificabili Motivanti Domande che un allenatore dovrebbe porsi: quali obiettivi generali e specifici definire? Quale stile di insegnamento adottare? Quale metodologia scegliere? Per un apprendimento significativo: Principio del carico motorio. Cioè l obiettivo del superamento della soglia di quello che gli atleti sanno, sia per qualità che per quantità. Si basa sui concetti di Polivalenza (cambiare metodologia per incidere sul carico-significatività) e Multilateralità (aspetti didattici differenti per l apprendimento del massimo numero possibile di attività motorie). Nella fase interattiva è necessaria la presentazione del compito: Assumendo una posizione sul campo; Fornendo informazioni sintetiche e chiare; Definire concetti chiari verbalmente, anche tramite modelli visivi; 12

14 Collegando immediatamente l informazione fornita all esperienza pratica; Ponendo domande e chiedendo spiegazioni; Facendo emergere la scansione temporale dell azione. Fare attenzione a: Proposta adeguata a capacità/età degli atleti Gruppi omogenei/eterogenei Difficoltà crescente Assegnazione di compiti differenziati Incoraggiare il lavoro autonomo Ricordarsi di: Predisporre materiali Presentare un compito Accogliere le domande Valutare i tempi di esecuzione Valutare il tempo negli spostamenti Sicurezza Riprendere i compiti nella fase finale Principi metodologici delle correzioni: Correggere un elemento alla volta Dare priorità agli errori principali Correzione razionale (sussidi didattici) Correzione positiva (non sottolineo l errore) Utilizzo dei rinforzi Utilizzo di un linguaggio adeguato Tempestività (tenendo conto che la M.B.T. ha durata di 1 ) Considerare gli aspetti emotivi e relazionali Apprendimento L apprendimento è l attività diretta specificatamente all acquisizione e al perfezionamento di conoscenze e capacità. Gli elementi importanti per apprendere sono: Tempo di impegno motorio Clima positivo Informazione frequente e di qualità Organizzazione del lavoro La motivazione L apprendimento motorio è costituito da processi associati all esercizio che determinano dei cambiamenti nella capacità di prestazione permanenti nel tempo. Gli indicatori di apprendimento sono: miglioramento, costanza, persistenza, adattabilità/plasticità. 13

15 La fase dell apprendimento motorio non è un processo continuo, ma dinamico, che può durare anche anni dall inizio dell attività sportiva. L apprendimento motorio è suddiviso in tre fasi: 1. Coordinazione grezza 2. Coordinazione fine 3. Coordinazione avanzata La fase della coordinazione grezza è caratterizzata da movimento cosciente, privo di istinti e automatismi, segnata da movimenti grossolani e imprecisi, con errori molto frequenti e grande fatica. È fondamentale la comprensione del compito da parte dell atleta, pertanto è necessario l uso di poche parole e più esempi pratici. La fase della coordinazione fine è caratterizzata da maggiore qualità, maggiore scelta di tempo e fluidità nei movimenti. È necessario aumentare il livello di azione dell atleta, motivare adeguatamente e lavorare sui particolari. La fase della coordinazione avanzata è una fase aperta caratterizzata da un movimento automatizzato e organizzato, i programmi motori sono adeguatamente organizzati, viene fatta un attenta analisi del contesto. è presente una maggiore resistenza esterna a fattori disturbanti, maggiore carico di lavoro e possibilità di creare situazioni ideomotorie all atleta. Ruolo dell allenatore L allenatore deve essere un educatore e un facilitatore dell apprendimento, attraverso l attivazione di strategie didattiche. L allenatore è competente e cosciente del proprio ruolo. Ogni allenatore e un insegnate che deve avere una grande efficacia didattica perché controlla costantemente le abilità dell atleta. Le competenze didattiche sono: indispensabili per escogitare soluzioni, insegnare e perfezionare varianti, ottimizzare vecchie tecniche ed accrescere la consapevolezza dell atleta. Le competenze didattico metodologiche sono: strutturare metodologie didattico-operative, programmare scegliendo situazioni di allenamento adatte, analizzare il comportamento motorio, comunicare con efficacia, dare istruzioni idonee, lavorare sulle motivazioni, correggere ed incoraggiare, valutare l efficacia dell insegnamento. Le competenze pedagogiche, fondamentali per ogni allenatore, sono: saper motivare, saper comunicare, saper programmare, saper osservare, saper valutare. L allenatore deve essere credibile: Far sapere ai suoi atleti cosa stanno facendo Evidenziare abilità e carenze Spiegare le ragioni di tecniche e strategie Non fare promesse Rispondere alle domande con competenza, sincerità e sensibilità Mai dire frasi lapidarie L allenatore competente deve: Programmare (per obiettivi) 14

16 Osservare (registrare informazioni per mezzo di un interpretazione attiva e selettiva della realtà) Analizzare l obiettivo Errore Definizione dell errore: l errore è lo scarto rispetto ad un movimento predefinito. Gli errori sono causati da insufficiente livello di preparazione coordinativa o condizionale, causati da poca esperienza, da una condizione psicologica inadeguata, da condizioni ambientali esterne o da combinazione di più fattori. Interpretazione dell errore: porta all efficacia delle correzioni. Perché le correzioni siano efficaci bisogna: conoscere il modello ideale, valutare se la discrepanza è personale e accettabile, rapportarle al livello di apprendimento, valutare le caratteristiche degli errori, conoscerli e prevenirli. La valutazione è indispensabile per valutare caratteristiche e prestazioni dell atleta per la qualità della programmazione. Buona leadership La buona leadership di un allenatore si caratterizza da: Essere diretti Essere competenti Essere coerenti e chiari Applicare disciplina Separare fatti da opinioni Essere focalizzati sugli obiettivi Essere rapidi nelle risposte Essere efficaci Enfatizzare il lavoro di squadra Valorizzare tutti Conoscere la differenza tra intensità ed emotività Motivare gli atleti Rimproverare in privato e lodare in pubblico Il punto di vista dell atleta Cause di demotivazione: Mancanza di divertimento Mancanza di successo 15

17 Stress da competizione Assenza di appoggio da parte dei genitori Incomprensione con l allenatore Noia ed incidenti sportivi Secondo un sondaggio svolto sugli atleti, le caratteristiche ideali dell allenatore devono essere: Non urlare e non arrabbiarsi durante la partita Far divertire Incoraggiare Non perdere l entusiasmo Quindi le possibili soluzioni sono: la padronanza delle emozioni, la crescita nella tecnica e nella didattica e nelle strategie motivazionali. La soddisfazione dell atleta è dovuta a tre fattori: 1. Divertimento 2. Competenza: imparare quello che non so 3. Affiliazione: stare insieme agli altri Perché ci sia divertimento è necessario variare, essere realistici, valutare e scegliere l allenamento. Perché ci sia competenza efficace è necessario porre obiettivi accettabili e condivisi dall atleta, dare riconoscimenti simbolici. Perché ci sia affiliazione è necessario ridurre l ansia, puntare al compito e non alla prestazione. È fondamentale essere consapevoli di insegnare qualcosa a qualcuno! Lavorare sull autostima, bisogni differenti, aiuto asimmetrico (mai alla pari), utilizzare i feedback. Il tutto per CREARE UNA SQUADRA. 16 SOMMARIO

18 1 VS 1 DIFENSIVO Introduzione Quando si parla di 1vs1 bisogna ricordare che esso va inserito in un concetto di gioco di squadra e quindi di 5vs5 (concetto di autonomia e di successiva collaborazione). Sinteticamente possiamo descrivere la difesa sull 1vs1 come la capacità di togliere lo spazio vantaggioso prima che questo venga occupato dall attaccante, questo va effettuato il più rapidamente possibile (concetto di spazio - tempo). Al fine di ottenere questo risultato, una buona difesa prevede la preparazione e il miglioramento di qualità fisiche, tecniche e mentali. Nel caso che l attacco riesca a prendere vantaggio, l obiettivo della difesa è quello di farglielo perdere nel minor tempo possibile. Obiettivi Occupare spazio vantaggioso prima dell attaccante Recuperare spazio/tempo vantaggioso nel caso che questo sia stato perso in precedenza Responsabilizzare il difensore sul concetto di non farsi battere dall attaccante Creare una mentalità difensiva, ovvero attribuirgli in concetto di voglia e motivazione Attaccare l attaccante, costringerlo o condizionarlo a fare il tipo di scelta voluta dal difensore Passare da scelte autonome individuali a scelte collaborative (aiuti difensivi) Cosa ci vuole: Qualità Fisiche Quando parliamo di qualità fisiche nell aspetto difensivo ci concentriamo nel dettaglio sulle capacità condizionali e quindi su forza, velocità e resistenza. Il difensore deve avere una buona reattività di piedi, una corretta padronanza della posizione fondamentale, il tutto condito da un buon equilibrio e la relativa capacità di recuperare tale situazione di equilibro qualora questa venisse persa. Qualità Mentali Si parla del concetto di prendere l iniziativa, attaccare l attaccante, insegnare fin da subito a mettere le mani sulla palla inducendo l attaccante a compiere la scelta voluta dal difensore. Si può inserire nel contesto anche una sviluppo della capacità mentale di anticipazione legata al concetto del mentre. Importante l aspetto motivazionale, trasmettendo così l orgoglio di non farsi battere. Qualità Tecniche Le tecniche di una buona difesa si differenziano se eseguite su attaccante con palla o senza palla. In entrambi i casi sono fondamentali una corretta posizione ed una buona capacità di anticipo. Quando si parla della difesa sulla palla dobbiamo specificare l uso corretto dello scivolamento e della corsa in caso di recupero. 17

19 Tecnica Posizione fondamentale Una corretta posizione fondamentale difensiva si basa sull equilibrio e il rapido recupero delle stesso qualora questo venga perso durante l azione. Partendo dal basso, l appoggio è su tutto il piede ma con il carico sugli avanpiedi ( piedi pronti ), ginocchia flesse a circa 120, baricentro al centro dell appoggio (equilibrio), distanza tra i piedi di poco maggiore alla larghezza delle spalle, schiena dritta leggermente inclinata avanti, braccia aperte e mani pronte che seguono i movimenti della palla (traccio la palla) questo collegato ad un discorso di dissociazione di arti inferiori da quelli superiori. Ovviamente la mano più in anticipo è quella corrispondente alla palla. Scivolamento In questo caso abbiamo due scelte tecniche da utilizzare: la prima prevede il primo passo lungo in direzione dello spostamento, il secondo un primo passo breve di attivazione del piede interno. In entrambi i casi si prevede un uso rapido e vicino al suolo dei piedi soprattutto sul passo di richiamo, ginocchia piegate e schiena dritta. Tutto ciò, nel caso che il difensore venga battuto, deve essere recuperato dopo una piccola corsa che possa permettere il ritorno in equilibrio nella posizione fondamentale. Nell ultimo caso di recupero lo scivolamento viene alternato alla corsa attraverso l uso di un passo incrociato, che prevede la torsione del busto. Su attaccante senza palla Un difensore deve vedere sempre palla e uomo. Questo avviene attraverso una corretta posizione sulla linea della palla (parallela alla linea di fondo). Il caso di guardia chiusa ad un passaggio di distanza, prevede che piede e mano dello stesso lato del pallone siano in anticipo sulla linea di passaggio. In caso di difesa molto aggressiva anche la spalla è sulla linea di passaggio. L avanbraccio sulle linea di passaggio è semiflesso e carico pronto all anticipo, l avambraccio opposto è flesso già a contatto con l attaccante. Nel caso di una situazione a più passaggi di distanza la posizione in guardia chiusa è la stessa ma arretrata per consentire la visione di palla e uomo ma sempre pronta al recupero in caso di taglio o di rimpiazzo. In guardia aperta si ha una posizione meno aggressiva perché non c è l anticipo del braccio più vicino alla palla. In questo caso l anticipo avviene con la mano più lontana dalla palla. Su attaccante in post basso La difesa sul pivot, o più generalmente in post basso, ha come obiettivo il rompere l allineamento pallauomo-canestro che l attacco cerca di creare per consentire il passaggio. Questo può avvenire attraverso l uso di spinte col petto oppure attraverso il corretto uso dell avambraccio a contatto con l attaccante, sempre ovviamente nel limite del regolamento ma comunque in entrambi i casi adottando una posizione del corpo a ¾. Su tagli e tagliafuori Importante in questa situazione un rapido cambio di guardia attraverso la torsione del busto, con l obiettivo di occupare lo spazio prima dell attaccante (chiudere il cancello) costringendolo così a cambiare la traiettoria del taglio. Nel tagliafuori è fondamentale prendere il contatto con l attaccante appena partito il tiro, attraverso 18

20 prima l uso dell avambraccio sul petto dell avversario per poi utilizzare un giro dorsale o frontale escludendo così l attaccante attraverso l uso del proprio corpo, togliendogli lo spazio. Durante il tagliafuori assume importanza la comunicazione (urla tiro ) per responsabilizzare i compagni. Indicazioni tattiche e strategiche Tatticamente parlando, bisogna specificare come la distanza del difensore dall avversario è determinata: 1) in base al posizionamento della palla che preannuncia le intenzioni dell attaccante (palla sopra la testa=tiro, palla bassa=partenza), oppure, in base alla scelta sulla quale si vuole invitare l attaccante (leggermente spostato a lasciare maggiore spazio nella direzione in cui si vuole mandare l attaccante). Questi concetti si riferiscono alla capacità di adeguarsi a seconda delle caratteristiche tecniche e fisiche dell avversario e alla gestione del tempo, ad esempio indirizzando la palla su un lato oppure concedendo un maggiore spazio per un tiro dalla distanza. In situazioni di strategie avanzate l atteggiamento del difensore può variare da aggressivo a contenitivo ricordando che l obiettivo rimane sempre quello di restringere lo spazio. Aspetto rilevante è dato dall importanza di guardare dove si sta muovendo la palla prevedendo così il lato forte e il lato debole. Proposta del formatore 1vs1 DIF SU PALLA Esercizio didattico, difensore sempre a un braccio di distanza, con il naso davanti alla palla e braccia che tracciano la palla. OBIETTIVO: fare muro in difesa 19

21 1vs1 DIF SU PALLA Il difensore deve impedire all'attaccante di entrare in palleggio all'interno della lunetta. Tempo max: 4 per l'attacco OBIETTIVO: fare muro in difesa Progressione su tutto il campo: il difensore deve impedire all'attaccante di entrare in palleggio nei tre cerchi (tiro libero, metà campo, tiro libero). 1 punto al difensore (o all'attaccante) per ogni vittoria 20

22 1vs1 DIF SU PALLA Il difensore deve rompere la linea di penetrazione dell'attaccante recuperando lo svantaggio in termini di spazio e tempo per impedire una facile conclusione. Tempo max: 8 per l'attacco OBIETTIVO: recuperare e fare muro in difesa 1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore deve lavorare d'anticipo per un massimo di 5 impedendo la ricezione all'attaccante. Scaduti i 5 il coach lascia la palla a terra e il primo che la prende attacca il proprio canestro (contropiede del difensore) OBIETTIVO: difesa d'anticipo 1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore deve lavorare d'anticipo per un massimo di 5 impedendo la ricezione all'attaccante. Scaduti i 5 il coach si sposta in palleggio e l'1vs1 si sposta spalle a canestro OBIETTIVO: difesa d'anticipo fronte e spalle a canestro 21

23 1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore deve inizialmente lavorare d'anticipo (palla ad un passaggio), per poi mettersi in posizione di aiuto (palla a due passaggi). OBIETTIVO: difesa a uno o più passaggi 1vs1 DIF DA RECUPERO CON/SENZA PALLA L'attaccante palleggia verso il cerchio di metà campo ed effettua un cambio di senso mentre il difensore va a toccare lo smile e sprinta per impedire una penetrazione o un tiro all'attaccante. L'attaccante ha la possibilità di utilizzare un appoggio e in tal caso il difensore deve modificare la propria posizione difensiva (saltare alla palla). OBIETTIVO: difesa su recupero 1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore adatta la propria posizione difensiva a seconda della posizione dell'appoggio (anticipo o posizione d'aiuto) OBIETTIVO: difesa sulla linea di passaggio 22

24 1vs1 DIF CON PALLA SU RECUPERO Il difensore fa rotolare la palla verso l'attaccante e corre a difendere a muro in maniera reattiva. Progressione: passaggio battuto a terra, passaggio diretto. OBIETTIVO: difesa su recupero Conclusioni Per una corretta difesa sull 1vs1 è importante sottolineare come questa sia la base di un sistema difensivo di squadra. L allenatore deve essere in grado di trasmettere ai propri giocatori il concetto motivazionale del piacere del difendere, dell orgoglio e della responsabilità individuale curando nei dettagli la posizione fondamentale del corpo nelle sua interezza al fine di ottenere la migliore risposta alle molteplici scelte e situazioni di attacco. 23 SOMMARIO

25 PREPARAZIONE FISICA Introduzione L aspetto della preparazione fisica è fondamentale nella formazione di un giocatore, allo stesso modo dell aspetto tecnico e mentale. Negli ultimi anni il concetto di preparazione fisica e le metodologie di lavoro ad essa associate hanno subito profondi cambiamenti: se prima la metodologia di allenamento era presa in prestito o copiata da altri sport e applicata alla pallacanestro, ora invece si ricercano metodologie specifiche. Non si fa più atletica, ma si fa preparazione fisica alla pallacanestro. Obiettivi L obiettivo della preparazione fisica attuale è: creare i presupposti fisici necessari per il miglioramento tecnico individuale. I punti di partenza per una preparazione fisica adeguata risultano in generale essere: - riconoscimento dell utilità del lavoro (quindi credere nel nuovo concetto di lavoro fisico); - conoscenza del gioco; - apertura mentale con occhio critico verso le nuove indicazioni; - conoscenze di base dei sistemi energetici e dei diversi tipi di metabolismo: -anaerobico: che si divide in: lattacido (attività ad intensità massimale svolta per un tempo tra i 10 e i 3, che porta all accumulo di acido lattico; per es.: 200m, 400m, 800m) alattacido (attività di grande intensità svolta per che non comporta accumulo di acido lattico; per es.: 100m, lancio del peso, lancio del giavellotto) - aerobico: che è implicato in sforzi di intensità media, prolungata nel tempo (per es.: ciclismo, maratona, sci di fondo). Da questo punto di vista la pallacanestro è un attività ad impegno aerobico/anaerobico alternato senza accumulo di acido lattico, con alta richiesta di velocità ed esplosività muscolare, associate a forza specifica; la richiesta è quindi che la preparazione fisica contribuisca a produrre giocatori: - esplosivi e reattivi; - con elevati livelli di forza specifica; - con adeguato controllo del movimento e del corpo; 24 SOMMARIO

26 - sani, nell ottica di concepire la preparazione fisica anche come metodo preventivo dagli infortuni. Inoltre i giocatori di pallacanestro devono essere flessibili, cioè possedere movimenti di grande ampiezza, determinata da articolazioni e catene muscolari. Spesso problematiche fisiche possono comportare conseguenti deficit tecnici: uno scarso controllo del busto e blocchi articolari possono portare ad una scorretta posizione fondamentale, che può essere determinata anche da una retrazione della catena posteriore. Il valgismo delle ginocchia, invece, può portare ad un errato caricamento del tiro oltre ad aumentare il rischio infortuni. Di conseguenza, migliorando l aspetto fisico può migliorare la tecnica e può diminuire la quantità e la frequenza degli infortuni. Per ogni categoria giovanile esistono obiettivi diversi da perseguire: UNDER 13: - Saper mantenere la posizione fondamentale in equilibrio -Saper mantenere la posizione di equilibrio con semplici movimenti dinamici in tutte le direzioni Allenare propriocettori e stabilizzatori statici Saper utilizzare piccoli sovraccarichi in posizione bipodalica UNDER 14- UNDER 15: saper mantenere la posizione fondamentale entro la propria soglia funzionale di equilibrio controllare il proprio corpo in situazioni dinamiche (corsa/scivolamento, accelerazione/frenata, aiuto e recupero) Allenare propriocettori e stabilizzatori statici Utilizzare correttamente i sovraccarichi artificiali in appoggio bipodalico (manubri, elastici, cavi, palle zavorrate, barre), comportando anche esercizi di coordinazione. UNDER 17: Controllo della posizione fondamentale in tutte le situazioni (anche con piccoli disturbi come spinte, trazioni di elastici, sovraccarichi) Saper utilizzare correttamente i sovraccarichi artificiali anche in appoggio monopodalico Avere un buon controllo posturale nelle esercitazioni di salti Allenare stabilizzatori funzionali ai movimenti interessati 25

27 UNDER 19: Controllo della posizione fondamentale anche contro resistenze funzionali e in appoggio monopodalico Utilizzare correttamente sovraccarichi artificiali anche in appoggio monopodalico in combinazioni (torsioni, tirate e spinte con disequilibrio, swissball ) Individualizzare il lavoro Altro concetto importante nell ambito della preparazione fisica è quello del carico fisico delle esercitazioni tecniche: cioè valutare l intensità in rapporto alla durata, tenendo conto delle fasi di recupero. Per stimolare il sistema aerobico possono essere, per esempio, proposti esercizi di fondamentali individuali con e senza palla a metà campo e a tutto campo, di collaborazioni a metà campo a 2/3/4 giocatori con e senza difesa, di continuità pari numero e sovrannumero, di tiro e di 5c5 più contropiede. Per stimolare, in alternativa, il metabolismo anaerobico alattacido, possono essere proposti esercizi: a metà campo, lavori individuali a coppie sulla difesa che prevedano una fase intensa da con spostamento a massima velocità; ad un campo e mezzo, lavori a 3/4 giocatori con difesa (a metà campo più contropiede) che prevedano una fase difensiva molto intensa seguita da contropiede (5 max). Infine per stimolare il metabolismo lattacido si possono proporre gare parziali a tutto campo (2c2 o 3c3 a tutto campo a massima intensità con recupero doppio o triplo rispetto al tempo di gioco) o difese ripetute (3c3 o 4c4 con difesa intensa per 20 ripetuta 2-3 volte consecutivamente, con recupero doppio, attivo con tiro per es.). In generale le fasi di una seduta di allenamento possono essere: Lavoro individuale Attivazione (30 ) Fase centrale/agonistica (40 ) Fase conclusiva/agonistica (40 ) Defaticamento (20 ) 26

28 Esistono anche da un punto di vista fisico due tipologie di allenamento: l allenamento lineare (attivazione, fondamentali individuali, argomento tecnico, tiro, situazioni di gioco, defaticamento); l allenamento modulare che prevede moduli ripetuti con argomenti tecnici centrali diversi (lavoro a stazioni, prima sul tiro poi sul palleggio, fondamentali individuali, situazioni di gioco, TL, acqua e ripetizione del modulo). PROPOSTA PRATICA Una corretta posizione fondamentale permette di essere in corretto equilibrio e di essere rapidi ed esplosivi nei movimenti di gioco. Sono interessati i muscoli della catena posteriore e del core. Di grande importanza sono anche l angolo della caviglia, del ginocchio, la mobilità del bacino, la tenuta del tratto lombare e la fissazione delle scapole. Per migliorare la posizione fondamentale sono stati proposti esercizi di core stability in progressione: Plunch (decupito prono) su 6 appoggi: equilibrio tra gomiti a 90 e le punte dei piedi; Plunch su 4 appoggi; Posizione di quadrupedia; Plunch (decupito supino); In tutte queste posizioni si possono variare le basi d appoggio (Per esempio sollevando un piede o un braccio in modo da aumentare l instabilità). Un altro tipo di lavoro, per migliorare il mantenimento della posizione fondamentale, può essere effettuato a coppie: un compagno cerca di mantenere la posizione 27

29 fondamentale mentre l altro crea disequilibrio con spinte (si possono utilizzare palloni, elastici, ). La posizione di lavoro può essere in bipodalico, divaricata sagittale e monopodalico. Un ulteriore tipo di lavoro può prevedere una fase di accelerazione e decelerazione (corsa avanti o corsa indietro) con arresto a un tempo o a due tempi, in cui è di grande importanza il mantenimento dell equilibrio. PROPOSTE DI ATTIVAZIONE GENERALE Giocatori divisi in quartetti, su quattro stazioni. Ogni giocatore lavora 8 e recupera durante il lavoro dei compagni. Si effettuano due serie per ogni stazione. Nella prima stazione si effettua lavoro di stepping frontale (fig, 1); Nella seconda scivolamenti laterali a 8 fra due conetti (fig.3); Nella terza stazione stepping laterale (fig.2); Nella quarta stazione corsa avanti e indietro a 8 su due conetti (fig.3); Fig.1 Fig. 2 Fig. 3 Per i lavori di accelerazione/decelerazione esercitazioni di scivolamento alternato a fasi di corsa con cambi di senso e di direzione. Esempio1: con 3 conetti posti a triangolo in un quarto di campo sprinto da 1 a 2, scivolo da 2 a 3 e corro indietro da 3 a 1. (vedi fig4) Esempio 2: sprinto da 1 a 2, sprinto da 2 a 3 uscendo in close out e scivolo da 3 a 1. (vedi fig4) Esempio 3: su tre conetti posti in linea sprinto da 1 a 2, esco come da show difensivo da 2 a 3 e recupero da 3 a 1 correndo a braccia alte. (vedi fig4) 28

30 Fig. 4 Tra i lavori di attivazione generale possiamo anche inserire: lavori in monopodalico, simili a tutti i lavori che vengono eseguiti in bipodalico in modo da aumentare il controllo del corpo (arresti, salti, etc). esercitazioni in torsione, che possono essere effettuate in posizione bipodalica, divaricata sagittale (split) e monopodalica (statiche) o in situazioni dinamiche di corsa alternata a torsioni. Anche qui per destabilizzare l equilibrio possono essere utilizzate spinte con elastici, palloni, etc. PROPOSTE DI LAVORO METABOLICO Il lavoro metabolico deve prevedere momenti ad alta intensità, bassa intensità e pause. Il rapporto tra lavoro e recupero deve essere pari a 1:1. Esempio 1: sono stati proposti lavori di corsa avanti per la durata di 20 totali (azione di gioco tipo) sulla distanza tra i 18 e i 22 m (a seconda del livello del gruppo di lavoro). Bisogna impiegare 5 per percorrere l intera distanza tra i due conetti (5 x 4 = 20 ). Esempio 2: in questa esercitazione si alternano momenti di alta intensità a momenti di bassa intensità. 5 per sprintare dal conetto 1 al 2 e ritorno, 5 da 1 a 3, 5 da 3 a 2 e ritorno, 5 da 3 a 1. Anche qui per un totale di 20. In questo tipo di esercizio c è la possibilità di usare il pallone. 29

31 PROPOSTA DI ATTIVAZIONE PRE GARA Il lavoro fisico prima di una partita dura solitamente circa 10 e può prevedere: Movimenti di mobilità articolare, da fermi o in corsa:circonduzione braccia avanti, circonduzione braccia indietro, slanci alternati, slanci laterali, movimenti del bacino, rotazione delle ginocchia, dorsi flessione della caviglia, rotazione della caviglia, torsioni con movimento del ginocchio opposto e movimenti di affondo a 360 ; Situazioni dinamiche: corsa avanti/indietro e arresti a un tempo, corsa avanti/indietro e arresti a due tempi; Situazioni dinamiche ad alta intensità: devono prevedere cambi di direzione, cambio di velocità, scivolamenti laterali e arresti Rapidità di piedi; Conclusioni In conclusione la preparazione fisica è tanto più adeguata quanto più si avvicina al modello prestativo: l obiettivo è quindi lavorare attenendosi il più possibile a quello che un giocatore fa giocando in campo dal punto di vista fisico ed atletico. Il modello prestativo di riferimento risulta essere costituito dai seguenti fattori: - accelerazioni/decelerazioni; - appoggi, principalmente monopodalici( l appoggio bipodalico è utilizzati raramente come nei casi del salto a rimbalzo e nell arresto ad un tempo); - rapidità di piedi e baricentro basso; - instabilità indotta da contatti o autoprodotta (allenare a mettere le mani addosso ai compagni in allenamento) 30

32 - torsioni (molto frequenti, che si realizzano girando una parte del corpo, tenendone un altra ferma); - posizione fondamentale, attiva e non statica (angolo del ginocchio, mai gambe tese); - alternanza di alta e bassa intensità, intervallate da pause dettate da correzioni, fischi, TL, ecc. In una partita il 70% delle azioni dura meno di 1 e il rapporto gioco:pausa è di 1:1. Inoltre la frequenza cardiaca massima per il 15% del tempo è superiore al 95%. Anche dal punto di vista fisico un buon allenatore dovrà quindi fare poche cose, ma semplici e fatte bene, proponendo: movimenti funzionali che coinvolgono più assi, più piani e più catene muscolari, evitando i movimenti analitici; esercitazioni che migliorino in modo specifico le capacità specifiche del giocatore, senza copiare esercizi visti fare in altri contesti; esercitazioni sempre ad elevata qualità, senza prolungare la durata delle singole ripetizioni al punto di farla scadere. Bisogna in definitiva allenare sempre di più quello che è utile per il giocatore di pallacanestro. 31 SOMMARIO

33 COLLABORAZIONI OFFENSIVE Introduzione Le collaborazioni offensive si basano sui principi dell' 1vs1. Il vantaggio ottenuto con l'azione di 1vs1 è mantenuto e concretizzato grazie all'aiuto dei compagni, che non devono per forza muoversi, ma anche semplicemente occupare uno spazio vantaggioso. E' fondamentale sottolineare come una collaborazione offensiva efficace sia basata sul rispetto di tutti i postulati: spazio (tra i giocatori, rispetto al canestro) tempo (scelte esatte nei tempi giusti, timing) equilibrio (di squadra e individuale) autonomia ( 1vs1, muoversi negli spazi vantaggiosi) collaborazione Obbiettivi La domanda principale che dobbiamo porci è quale obbiettivo dobbiamo perseguire con le collaborazioni offensive? L'obbiettivo è prendere un vantaggio attraverso l'1vs1 con o senza palla, in modo da portare due difensori a marcare lo stesso attaccante. Il vantaggio ottenuto si mantiene con l'utilizzo di passaggio, palleggio, tagli e spaziatura. Di fondamentale importanza è inoltre il concetto di anticipazione, che permette all attaccante di occupare uno spazio vantaggioso prima della difesa. La concretizzazione è basata sull'autonomia del giocatore utilizzando nel modo corretto gli spazi aperti per concludere con tiro o attacco al ferro. Gli strumenti tecnici utilizzati sono i fondamentali offensivi più la collaborazione con i compagni di squadra. Non è sempre solo chi ha la palla che comanda l'azione; è fondamentale infatti, mantenere il corretto equilibrio di squadra ed individuale per ottenere dei corretti spazi tra i giocatori, aspetto indispensabile per una buona azione offensiva. Il fine ultimo della collaborazione offensiva è, dunque, il raggiungimento di un tiro aperto ad alta percentuale. Come ottenere una buona collaborazione? E' fondamentale il concetto dello spazio - distanza. Gli aspetti importanti da valutare sono: distanza tra i giocatori posizionamento rispetto alle linee (linea della palla linea di passaggio linea di penetrazione) concetto del mentre visione periferica Non esistono quindi regole prestabilite: tutto dipende dallo spazio e dal tempo. Dipende dai principi sopra elencati e dalla coerenza del mio sistema offensivo di gioco. L importante è tenere sempre in considerazione le caratteristiche dei giocatori che alleno. 32

34 Quali sono le collaborazioni offensive? Le collaborazioni offensive sono caratterizzate dal gioco tra: esterno - esterno esterno - interno interno - interno Le collaborazioni offensive analizzate sono dai e vai (1c1 senza palla) e il penetra e scarica (utilizzo di palleggio e passaggio). Nel dai e vai e utilizzo del rimpiazzo, il vantaggio si ottiene con il movimento senza palla e con i tagli, mentre nel penetra e scarica si ottiene con il 1c1 con palla e si mantiene con il movimento senza palla. Proposta del formatore Esercizi in cui il possibile vantaggio generato da una collaborazione viene ottenuto grazie all utilizzo di penetrazione e scarico. 2vs2 handicap Attaccante 1 in angolo con palla marcato da X1, attaccante 2 in angolo opposto senza palla, marcato da X2, che gioca flottato in area sul lato debole. Appoggio in ala sul lato della palla. 1 passa la palla all assistente, poi corre a prenderla dalla sua mano esterna. Il difensore corre e va a toccare la mano interna dell assistente. In questa situazione, avrà quindi un vantaggio per una penetrazione sul fondo. Attaccando il canestro, se trova X2 sulla linea di penetrazione, potrà collaborare con 2 che dovrà attaccare lo spazio vantaggioso, valutando il recupero di X1. 3vs3 handicap Giocatore 1 in angolo con palla marcato da X1, X2 flottato in area, X3 sul gomito. 2 e 3 uno in fila all altro fuori dalla linea da 3 punti. Appoggio in ala sul lato della palla. 1 passa la palla all appoggio e va a riprenderla dalla sua mano esterna. X1 va a toccare la mano interna dell appoggio. 1 avrà un vantaggio per una penetrazione sul fondo. Al momento dell inizio della penetrazione di 1, 2 comanda e decide lo spazio libero da attaccare (tiro libero o angolo). 3 si muoverà di conseguenza nello spazio lasciato libero. 3vs3 handicap 33

35 Posizionamento analogo al precedente. A differenza del precedente, 1 va a prendere la palla dalla mano interna dell appoggio, X1 andrà invece a toccare la mano esterna. Questa situazione di handicap favorirà una penetrazione di 1 sul centro. 2 e 3 si muoveranno di nuovo attaccando lo spazio vantaggioso. 3vs3 1 in angolo con palla marcato da X1, 2 sotto canestro marcato da X2, 3 in angolo opposto marcato da X3. X1 permette passaggio da 1 a 2, che poi passa all appoggio posizionato in centro fuori dalla linea dei 3 punti. Una volta ricevuta la palla, 1 e 3 sprintano in ala per ricevere la palla. 2 uscirà dal lato opposto a cui l appoggio ha passato la palla. Da qui si gioca 3vs3 agonistico (attacco con tre giocatori esterni). Una variante successiva prevede che 2 rimanga invece a giocare in post sul lato della palla invece di uscire (attacco con due giocatori esterni e uno interno). 3vs3 handicap 3 giocatori esterni, 1 posizionato in ala, 2 in punta e 3 nell ala opposta, tutti marcati dai rispettivi difensori. I difensori iniziano a ruotare in senso orario, marcando a turno ogni attaccante. I difensori danno le spalle alla palla, che l appoggio, posizionato sotto canestro, deciderà di passare ad uno qualunque dei tre attaccanti in qualunque momento. Da quel momento, si gioca 3vs3 agonistico, con un possibile vantaggio per l attacco a seconda delle situazioni. 34

36 Esercizi in cui il vantaggio generato da un eventuale collaborazione tra attaccanti viene ottenuto con l utilizzo di passaggio e movimento 2vs2 handicap 1 in punta con palla marcato da X1, 2 sotto canestro, marcato da X2 che da le spalle all attaccante. 2 può scegliere di andare ad occupare qualunque spazio vantaggioso, ricevendo un passaggio da 1 con un leggero vantaggio su X2 per una possibile penetrazione. 3vs3 handicap Posizionamento analogo al precedente, con l aggiunta di 3 marcato da X3 che gli da le spalle, posizionati all altezza del tiro libero. Sarà in questo caso 3 a decidere lo spazio da andare ad occupare, 2 andrà ad occupare lo spazio lasciato libero. Da questa situazione si gioca 3vs3 agonistico. 2vs2 handicap + appoggio 1 in ala con palla ma rcato da X1, 2 nello stesso quarto di campo in angolo marcato da X2. 1 passa skip all appoggio posizionato in ala sul lato opposto. Quando l appoggio fa un palleggio a terra, X1 va a toccare uno dei due coni, lasciando una linea di taglio favorevole a 1 (davanti o back-door). Valutando il possibile aiuto di X2, 2 si muoverà rimpiazzando e occupando una spazio vantaggioso. L appoggio può decidere indifferentemente a chi passare la palla 3vs3 handicap + appoggio 35

37 Posizionamento analogo al precedente, con l aggiunta di un giocatore in punta, in questo caso chiamato 1. La palla passerà da 2 a 1 e poi all appoggio, che quando farà un palleggio darà il via a X2 che dovrà toccare uno dei due coni, provocando il taglio di 2 in uno spazio vantaggioso. 3 e 1 si comporteranno di conseguenza, andando ad occupare gli spazi lasciati liberi (come nel caso di 3 che rimpiazza) o restando fermi e permettendo una spaziatura agevole per 2 che ha un vantaggio sul suo difensore (come ad esempio può succedere a 1, che nel caso 2 non riceva può ricevere e giocare 1vs1 o ribaltare a 3). 3vs3 handicap + appoggio 1 in ala con palla marcato da X1, 2 nello stesso quarto di campo in angolo marcato da X2, 3 in posizione di post basso anticipato da X3. 1 ribalta la palla all appoggio posizionato in ala sul lato opposto. Un assistente posizionato fuori dal campo oltre la linea di fondo mostra una mano. Il giocatore più vicino all assistente (X2 o X3 a seconda della mano mostrata) andrà a toccare la mano, generando una situazione di vantaggio momentaneo per uno degli attaccanti, che dovrà trovare lo spazio vantaggioso da andare ad occupare. Una variante di questo esercizio, consiste nel posizionare un altro assistente fuori dal campo oltre la linea laterale. Se è lui a mostrare la mano, allora sarà X1 a dover toccare la mano, causando un possibile vantaggio per 1. Conclusioni Concludendo una collaborazione offensiva efficace si basa sulla corretta occupazione degli spazi, sul prendere e mantenere il vantaggio, sulla corretta lettura degli spazi (scelte della difesa, posizione dei compagni) e dei tempi ( tempo corretto per il passaggio e per il movimento) al fine di concretizzare il vantaggio. 36 SOMMARIO

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