BOZZA NON CORRETTA. MISSIONE IN LOMBARDIA 10 febbraio 2011 PRESIDENZA PROVISORIA DEL SENATORE GIANPIERO DE TONI. La seduta inizia alle 9.20.

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1 1/12 MISSIONE IN LOMBARDIA 10 febbraio 2011 PRESIDENZA PROVISORIA DEL SENATORE GIANPIERO DE TONI La seduta inizia alle PRESIDENTE. Diamo inizio ai lavori della nostra Commissione. Informo che l audizione si svolge in forma libera. In ogni caso, resta fermo il dovere per tutti i soggetti auditi, trattandosi di un audizione svolta dinanzi ad una Commissione parlamentare d inchiesta, di riferire con lealtà e completezza le informazioni in loro possesso, concernenti la questione di interesse della Commissione. Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico, che sarà pubblicato on line. Se lo riterrete opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale dell audizione. Pregherei i nostri ospiti, al fine di agevolare la redazione del resoconto stenografico, di pronunciare, all inizio del loro intervento, il proprio nome ed incarico. Do la parola al dottor Luigi Salardi, ex presidente della società SIEM. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Buongiorno, sono Luigi Salardi, ex presidente della società SIEM. Attualmente, sono presidente di Mantova Ambiente, che è la società che ha operato la fusione con la SIEM e la SISAM. Quindi, adesso c è una aggregazione di questi soggetti, che operano a livello provinciale nel campo dei rifiuti. La SIEM è una società pubblica che ha 69 comuni su 70 della provincia di Mantova come soci, ai quali si aggiunge l amministrazione provinciale, anch essa presente in qualità di socia della medesima azienda. Quando sono diventato presidente della SIEM, nel novembre del 2007, sono stato eletto dai sindaci dei comuni soci, con il preciso incarico di portare a termine questa fusione con gli altri soggetti che operavano nel campo dei rifiuti sul territorio provinciale. Da presidente, naturalmente insieme al consiglio d amministrazione, mi sono preoccupato anche dalla gestione stessa della società. La SIEM è nata nel 1995, sulle macerie dell ex CIME, un consorzio che svolgeva la funzione di lavorazione e trattamento dei rifiuti. Con la SIEM, i comuni hanno introdotto nello statuto anche la possibilità di trasporto e raccolta dei rifiuti. In sostanza, dunque, la SIEM ha degli

2 2/12 impianti che adesso sono di Mantova Ambiente che svolgono il trattamento e la lavorazione dei rifiuti. Per dirlo in parole semplici, la SIEM fa quello che adesso si cerca di fare con la raccolta differenziata, ovvero lavorare i rifiuti a valle. Adesso, invece, con la raccolta differenziata i rifiuti vengono appunto differenziati a monte, ovvero è il cittadino a suddividere i rifiuti al momento della raccolta. Gli impianti della SIEM svolgevano questa funzione a valle, già nel 1995, essendo stati ereditati dall ex CIME. L azienda svolgeva questo lavoro sulla base di autorizzazioni previste dalla legislazione. Ora, dalla lavorazione dei rifiuti la SIEM ricava tre tipi di materiale. Il primo, sulla base dell autorizzazione del luglio del 1984, è il compost proveniente dalla lavorazione di rifiuti da raccolta indifferenziata. DANIELA MAZZUCONI. Mi scusi se la interrompo, quell autorizzazione evidentemente non era in capo alla SIEM, ma al consorzio precedente? LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Questo non lo so. GIOVANNI FAVA. Quella del 27 luglio del 1984 era una delibera del Comitato interministeriale, non un autorizzazione. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Sulla base di questo decreto GIOVANNI FAVA. Intendo dire, non c è una delibera dell 84? LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Io sto dicendo che noi produciamo il compost da raccolta indifferenziata sulla base di questa legge, per la quale abbiamo avuto un autorizzazione da parte degli organi competenti. Quando sono diventato presidente appunto nel novembre del 2007 erano già presenti queste autorizzazioni, che sono state rilasciate nel 2006, naturalmente dall organo competente, che voi sapete essere l amministrazione provinciale in conferenza di servizi con l ARPA, l ASL e i comuni interessati, che sono sede di impianti. Quindi, il primo prodotto è il compost da raccolta indifferenziata; il secondo prodotto è il compost derivante dalla raccolta dell organico, ovvero compost di qualità, che viene ricavato dalla lavorazione dell organico e del verde.

3 3/12 L altro materiale ricavato dalla lavorazione di questi rifiuti è il CDR, cioè il combustibile da rifiuti. Come dicevo, abbiamo sempre agito sulla base di queste autorizzazioni, che sono tutt ora in essere. Nel 2009, dopo che gli organi interessati avevano rilasciato le autorizzazioni già nel 2006 notate bene che nel 2006 era già uscito il decreto legislativo n. 152 pur in presenza di questa nuova normativa, l ARPA, l amministrazione provinciale e l ASL, in conferenza di servizi, appunto, con i comuni sede di impianti, rilasciano l autorizzazione per svolgere questa attività, che la SIEM svolgeva da più di quindici anni e che prima veniva svolta dal CIME. Nel 2009, in modo difforme dalle autorizzazioni rilasciate, l ARPA comincia a fare dei sopralluoghi per controllare il materiale quello incriminato è il compost da raccolta indifferenziata, non quello da differenziata presente nei nostri impianti, sulla base della normativa del Poi, comincia a controllare i cumuli di quel materiale che, una volta ottenuto, viene distribuito nei campi, e inizia a sostenere, senza mettere in discussione le autorizzazioni, che la normativa che deve essere seguita non è quella del decreto interministeriale, ovvero la legge del 1984, ma quella del decreto legge n. 217 del Voi capite bene che questo crea una situazione di contrasto, dal punto di vista dell interpretazione della normativa stessa. Tenete in considerazione che io GIOVANNI FAVA. L ARPA lo ha fatto, da quanto ci risulta, su mandato dei NOE. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Su questo aspetto dopo magari il direttore potrà essere più preciso. GIOVANNI FAVA. Noi abbiamo una relazione dei NOE, dove dicono di aver delegato l ARPA a fare questi accertamenti. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Ci sono state sicuramente delle denunce, ma dopo il direttore chiarirà meglio la situazione. Io voglio parlare della sostanza dei fatti, poi possiamo entrare nei particolari quando e come volete. Voi capite che questa vicenda crea una situazione di contenzioso, perché non abbiamo più certezza sul da farsi. Come dicevo prima, è una vita che lavoro nelle istituzioni, ho avuto degli incarichi, prima come sindaco. La SIEM è una società pubblica, che non ha nessun interesse a creare dei problemi dal punto di vista ambientale. Quando vediamo che c è questa diversa opinione tra ARPA e

4 4/12 amministrazione provinciale, cerchiamo di incontrare i soggetti stessi per vedere come operare. Con tutto il rispetto per le istituzioni e per la mia funzione, se noi fossimo stati in presenza di un ritiro delle stesse autorizzazioni in essere, io non avrei avuto nessun problema a convocare i sindaci per dire che il compost da raccolta indifferenziata non potevamo più produrlo. Ciò avrebbe anche significato dire ai sindaci che il materiale che prima portavamo nei campi, sulla base di quelle autorizzazioni, adesso dovevamo portarlo in discarica, il che vuol dire che avrebbero dovuto aumentare le tariffe. Tuttavia, non c è stata data la possibilità di fare ciò. Lo abbiamo fatto dopo, sull onda degli interventi della magistratura. In altre parole, non abbiamo potuto procedere in quel modo, proprio perché le suddette autorizzazioni continuavano a rimanere in essere. L ARPA stessa, pur contestando l autorizzazione dell amministrazione provinciale, non ha mai posto il problema di ritirare le autorizzazioni. Come dicevo prima, abbiamo fatto diversi tentativi, abbiamo parlato con il direttore dell ARPA sia quello precedente, sia il nuovo e diverse volte con l amministrazione provinciale per togliere questa società, che è una società di comuni, senza nessun interesse di lucro, da una situazione di ambiguità imbarazzante, che sicuramente avrebbe creato problemi. L intervento dell autorità giudiziaria è venuto dopo. Quindi, io sostengo che noi siamo vittime delle diverse interpretazioni che gli enti di controllo, e quelli che hanno la competenza dell autorizzazione, hanno dato su questo tema. GIOVANNI FAVA. Mi scusi LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Vorrei terminare il mio discorso GIOVANNI FAVA. Non funziona così PRESIDENTE. Noi siamo una Commissione di inchiesta parlamentare, quindi lei deve rispondere comunque alle domande. La lascio proseguire, poi procederemo con le domande. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Scusate, vorrei solo finire il discorso. Io ritengo che la società sia vittima di questa diversa interpretazione data dagli organismi di controllo. Noi abbiamo fatto qualsiasi tentativo, non ultimo quello di parlare, quando è intervenuta l autorità giudiziaria, direttamente con la magistratura, per spiegare la situazione.

5 5/12 Sta di fatto che, di fronte a questa diversa interpretazione, poi si è inserito un intervento più complessivo dell autorità giudiziaria, la quale non si è limitata solamente alla questione del compost, ma ha avviato un indagine a 360 gradi. Quando sono diventato presidente queste autorizzazioni erano già in essere, e ho registrato la situazione che si è venuta a verificare. La mia prima preoccupazione, oltre quella di portare ad aggregazione questa società con le altre che operavano sul territorio nel campo dei rifiuti, era quella di fare in modo che il materiale che i nostri impianti producevano fosse a norma di legge. Ora, voi capite bene che se la norma è quella del 1984, allora il nostro materiale è in regola, se invece la normativa come sostiene l ARPA è quella del decreto n. 217 del 2006, chiaramente esso non è a norma di legge. Sta di fatto che l intervento dell autorità giudiziaria GIOVANNI FAVA. Non è vero, perché qui ci è stato detto che voi non rientravate nemmeno nei parametri del 27 luglio del Noi abbiamo fatto delle domande specifiche e ci hanno risposto in questo modo. Potrà leggere i verbali, quando saranno pubblicati. Ebbene, io ho chiesto espressamente: «Ammesso e non concesso che fosse giusta l interpretazione della provincia, per la quale resta valida la delibera del Comitato interministeriale del 27 luglio del 1984, questi materiali rientravano nei parametri?». Ci è stato risposto di no, ovvero che erano fuori anche da quei parametri. Questo è stato detto di fronte alla Commissione, poi se qualcuno ha detto il falso, se ne farà carico. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Noi siamo in grado di rispondere. Io dico che per quanto riguarda l aspetto normativo, mi pare che la situazione sia chiara. Se noi produciamo del materiale in base alla legge del 1984 e l interpretazione esatta è quella del decreto legge n. 217, siamo fuori legge. Questo è evidente. Poi è anche vero che da prelievi effettuati sui cumuli di compost, esso è risultato fuori dai parametri. Tuttavia, questi prelievi sono stati effettuati dato che c è anche una normativa che riguarda le modalità con cui devono essere fatti non su materiale uscito dagli impianti, ma su materiale che da sei mesi era esposto alle intemperie nei campi. Voi comprenderete che se piove, il materiale organico si perde e restano evidenti soltanto i materiali consistenti, da qui il discorso dalla plastica. Abbiamo contestato questi prelievi, proprio per questa ragione. Noi rispondiamo del materiale quando esce dai nostri impianti, perché quello non è un rifiuto. Il discorso è diverso per il CDR, perché il compost è un prodotto, e quando esce dai nostri impianti deve rientrare nei

6 6/12 parametri previsti dalla legge. Se, invece, il materiale esce oggi dagli impianti e l ARPA o l autorità giudiziaria effettuano le analisi dopo sei mesi, quando questo materiale è stato esposto all acqua ALESSANDRO BRATTI. Voi formalmente avete contestato i prelievi di ARPA. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Sì, certo. GIOVANNI FAVA. Io vorrei porre una domanda. Tra le tante cose che ci sono state dette in questi giorni, soprattutto ieri, c è stata una dichiarazione abbastanza particolare, che io da mantovano avevo già letto sui giornali. In pratica, c è stato detto che l autorità competente è stata attaccata perché le attività che hanno generato una sorta di blocco degli impianti, seppur parziale in particolare si parlava del fermo del sistema di aerazione e di LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Questo riguarda il CDR, che è una cosa diversa rispetto al compost GIOVANNI FAVA. Non c entra niente, la domanda è complessiva. Insomma, questo tipo di attività posta in essere dall autorità giudiziaria ha generato un aumento dei costi, che si sta riverberando sulle tariffe dei cittadini mantovani. Questo è un dato di fatto. Ebbene, io vorrei sapere se è vera la notizia per la quale voi state svalutando o quelli che vi hanno succeduto perdite per diversi milioni di euro, a fronte di crediti inesigibili. A quanto ammontano questi crediti e nei confronti di chi erano stati contratti? Vorrei, cioè, sapere chi erano i vostri debitori, che non vi hanno pagato. LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Questo non c entra con l argomento di oggi. GIOVANNI FAVA. Questa è una Commissione d inchiesta, noi facciamo domande e lei deve rispondere. Se non intende farlo, può semplicemente rifiutarsi, ma non deve discutere se le nostre domande siano pertinenti oppure no.

7 7/12 LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Noi abbiamo avuto, e abbiamo ancora, in sospeso, delle ditte che devono pagare per determinati servizi. Abbiamo provveduto ad avviare tutti gli atti necessari per recuperare questi crediti. GIOVANNI FAVA. A quanto ammontano complessivamente? LUIGI SALARDI, Ex Presidente della società Siem Spa. Quando mi sono insediato erano circa euro, di cui abbiamo recuperato una buona parte. L altra parte è rimasta e si è aggravata nel momento in cui l operatività della società è stata compromessa. Infatti, da quando è intervenuta l autorità giudiziaria noi non possiamo più portare il compost nei campi. Quindi, sull onda degli interventi dell autorità giudiziaria, abbiamo dovuto aumentare le tariffe, non producendo più compost. Quando poi l autorità giudiziaria, decidendo di avviare questa indagine a 360 gradi qui parliamo del CDR ha messo anche in discussione GIOVANNI FAVA. Scusi, non mi ha risposto. Le avevo chiesto anche chi sono i debitori e a quale titolo vi devono questa cifra, che mi pare abbastanza consistente, perché quasi 3 milioni di euro non sono una cifra irrilevante. Voi avete un 10 per cento di incagli ed è un numero impressionante. Poi, soprattutto, nel settore ambientale è buona norma che gli impianti si tutelino con delle garanzie (fideiussioni o altro). Perché siete rimasti esposti per cifre così consistenti senza garanzie, e a fronte di chi? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Sono Fabrizio Cristofori, ex direttore di SIEM e attuale vice direttore di Mantova Ambiente. In merito alla domanda posta dall onorevole Fava, i debitori che non hanno saldato i loro debiti nei confronti di SIEM sono quelli che portavano i loro rifiuti da fuori provincia, in modo particolare rifiuti speciali e sottovaglio, ovvero quello che ci occorreva per migliorare la qualità del compost. Questo sottovaglio proveniva soprattutto da due impianti della provincia di La Spezia, attraverso l ex municipalizzata di La Spezia, che si chiama ACAM, e l AMIA di Verona. GIOVANNI FAVA. L AMIA di Verona non ha pagato? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Da quanto mi risulta, l AMIA di Verona ha pagato la commerciale, che però non ha pagato noi.

8 8/12 GIOVANNI FAVA. Ma chi è la commerciale? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Si chiama SITEC, sempre di Verona. GIOVANNI FAVA. Quanto lavorava con voi questa SITEC? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Ad esempio, portava giù anche rifiuti che venivano da Milano, sempre sottovaglio, oppure ha portato via del CDR per una decina d anni. In altre parole, abbiamo un rapporto commerciale con loro da una decina d anni circa. GIOVANNI FAVA. Per quali volumi, più o meno? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. A memoria, non saprei dire, però è sempre stata una «commerciale» abbastanza importante. GIOVANNI FAVA. Il ruolo delle commerciali non è irrilevante in questa vicenda questo ci è stato detto anche da altri soggetti per questo vorremmo capire. Se poi addirittura non pagano FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. A livello di consiglio di amministrazione, è stato detto che se i rapporti erano con aziende pubbliche (ad esempio, ex municipalizzate) non avremmo chiesto fideiussioni. GIOVANNI FAVA. Ho capito, ma questa è una commerciale, quindi avevate un rapporto con un privato. Dunque, perché un rapporto con un privato non era garantito? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Perché nonostante i rapporti personali che ho con l AMIA di Verona quindi con il suo direttore per questioni anche loro commerciali, non siamo riusciti a togliere la commerciale di mezzo. GIOVANNI FAVA. Va bene, ma la commerciale perché non vi ha dato delle garanzie? Questa è la domanda, alla quale non date una risposta.

9 9/12 FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Non abbiamo mai chiesto garanzie finanziarie. Vorrei solo fare una precisazione in merito ad una domanda dell onorevole Fava, sul perché l ARPA si sia mobilitata. Tutto è partito dal comune di Mantova. Mentre facevamo un conferimento di compost nella zona di Corte Castiglioni, è intervenuto il comune di Mantova, su segnalazione di alcuni cittadini, e il comune a sua volta ha fatto intervenire l ARPA. Quindi, per quanto riguarda il compost, l ARPA è partita su segnalazione del comune di Mantova. Era l estate del 2009, da quanto ricordo, perché abbiamo smesso di produrre compost nel settembre del DANIELA MAZZUCONI. Ci sono alcune cose che mi sono un po oscure. Io ho ascoltato con attenzione la posizione del presidente, che appunto è diversa rispetto ad altre posizioni che abbiamo sentito ieri. Siccome, però, dal 1984 ad oggi sono intervenute delle normative nel Paese, che non era possibile non vedere anzi il Codice ambientale è stato cambiato più volte vorrei sapere se ci sono stati degli atti che la società ha prodotto per chiedere, per esempio, alle autorità superiori qual era la normativa da applicare. Ci sono, in altre parole, degli atti formali in cui voi, a fronte di un conflitto tra due normative, avete chiesto quale doveva essere applicata? La seconda questione che mi incuriosisce molto è la seguente: quale codice applicavate ai rifiuti in entrata e a quelli in uscita? Infatti, se il compost è di un tipo soggiace ad una certa normativa, se è di altro tipo ad una diversa. Siccome ogni tanto capita che anche in Parlamento si discuta dell applicazione dei codici, in particolare al compost, mi piacerebbe capire quali utilizzavate. FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Il compost da rifiuti, di cui troviamo una definizione nel decreto legislativo n. 152 del 2006, è stato abrogato proprio recentemente con il decreto legislativo n. 205 del Quindi, la parola compost da rifiuti non la troviamo più da Natale. DANIELA MAZZUCONI. Sì, ma quali codici avete usato? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Al compost da rifiuti in uscita dai nostri impianti non abbiamo mai applicato un codice CER, in quanto la DCI n. 27 del 1984 stabiliva che si trattava di un prodotto, quindi usciva con un documento di trasporto, non con un formulario.

10 10/12 DANIELA MAZZUCONI. Avete mai chiesto chiarimenti su questa situazione? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. C era un parere del Ministero dell ambiente del 2003, su richiesta della provincia, in una fase autorizzativa, in cui si chiedeva se era ancora valida la DCI n. 27 del 1984, per il discorso delle norme transitorie. Il Ministro dell ambiente aveva risposto in maniera positiva, anche se allora era vigente la legge n. 748 del Poi però lo sapete meglio di me il decreto legislativo n. 217 del 2006 subentrando alla 748, sul discorso specifico del compost da rifiuti non ha assolutamente modificato nulla. Pertanto, questo parere del Ministero dell ambiente ricalca la situazione attuale, fino all uscita del recente decreto legislativo n. 205 del DANIELA MAZZUCONI. Quindi la società come tale non si è mai attivata per risolvere la questione? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Abbiamo chiesto parere ai nostri consulenti legali. DANIELA MAZZUCONI. È importante che esistano degli atti formali, tali per cui uno almeno si senta arrogato sul fatto che nel Paese le normative sono cambiate. FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Noi avevamo come consulente il professor Maglia, quindi abbiamo chiesto a lui, e ad altre autorità. Tuttavia, quello che ci dava abbastanza tranquillità, indipendentemente dall autorizzazione della provincia, era questo parere del Ministero dell ambiente. DANIELA MAZZUCONI. Scusi, ma quando il rifiuto entrava non aveva un codice? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Sì, il codice del rifiuto urbano, ovvero , oppure quegli speciali non pericolosi che erano inseriti nell atto autorizzativo, , oppure , o ancora per gli imballaggi misti. Insomma, c erano una serie di codici che potevamo ritirare.

11 11/12 Vorrei fare una precisazione, rispetto a quanto segnalava prima l onorevole Fava. È vero che le analisi effettuate in campagna hanno sempre rilevato il fatto che i rifiuti non rispettavano neanche i limiti della DCI, ma perché il materiale era lì in campagna da diversi mesi. Le analisi fatte, per esempio, al Migliaretto, realizzate immediatamente dopo il deposito, hanno invece evidenziato che limiti della DCI erano rispettati. L ARPA, a fine 2006, ha effettuato una serie di campionamenti sui nostri impianti ed ha verificato che il compost rispettava i limiti del decreto n. 217 per il compost di qualità e della DCI n. 27 del 1984, per il compost da rifiuti. DANIELA MAZZUCONI. Per quanto riguarda l altra indagine sul CDR, risulta che questo CDR non era idoneo ad alimentare i forni verso cui andava. Quali erano i forni dove arrivava questo CDR e perché non è stato ritenuto idoneo, aprendo così questo nuovo filone di indagine? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Il filone d indagine sul CDR è stato aperto per una questione in particolare, ovvero il parametro dell umidità. In altre parole, da alcuni campionamenti è emerso che il CDR non rispettava i limiti del 25 per cento di umidità. Noi siamo consapevoli del problema dell umidità, vista anche la zona in cui viviamo, tant è vero che dal 2005, fino a quando non è intervenuta la magistratura, abbiamo sempre utilizzato degli stoccaggi cosiddetti «areati» Nelle domande autorizzative, che presentavamo in provincia, con le relative relazioni tecniche, abbiamo sempre specificato che le modalità di stoccaggio del CDR avvenivano mediante insufflazione d aria. L insufflazione serve, perché stocchiamo il CDR in capannoni che sono sì chiusi, ma comunque aperti su un lato, quindi essendo il CDR costituito prevalentemente da carta e cartone, tende indubbiamente ad assorbire l umidità presente nell atmosfera. Per evitare ciò, si faceva un insufflazione d aria, per mantenere il materiale insufflato; si tratta di una sorta di phon a freddo. L unico problema che abbiamo sempre avuto col CDR è stato questo. DANIELA MAZZUCONI. Che però non avete risolto, perché era stata riscontrata questa FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. No, con la metodologia di stoccaggio il problema era stato risolto. Poi quando ci hanno tolto questo sistema di stoccaggio, e dunque si produceva il CDR e lo si lasciava lì, questo si deteriorava. DANIELA MAZZUCONI. Perché ve lo hanno tolto?

12 12/12 FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Perché i NOE hanno ritenuto che questa attività dovesse essere considerata come attività di trattamento e come tale soggetta ad atto autorizzativo. Noi, però, nella documentazione di rito da presentare in provincia, tra i vari documenti, consegnavamo una relazione tecnica sugli stoccaggi, nella quale c era scritto chiaramente che il sistema di stoccaggio era in insufflazione d aria. Non trovando nessun diniego negli atti autorizzativi della provincia e nessuna prescrizione, io la considero valida. DANIELA MAZZUCONI. Dove avete portato questo CDR? FABRIZIO CRISTOFORI, Ex Direttore della Siem Spa. Lo abbiamo sempre conferito presso l impianto Hera di Ravenna, la Lomellina Energia in provincia di Pavia e alla BAS di Bergamo. Diversi anni fa, c erano degli impianti nel Lazio, se non sbaglio EAL e Mobile Service, se non sbaglio. Siamo andati a Scarlino e anche nel Molise, presso l impianto Energonut di Isernia, poi a Massafra in provincia di Taranto, presso la CISA. Ancora, alla Riso Scotti e alla SAMA, che era appena partita. Diciamo che gli impianti del nord Italia li avevamo tutti. PRESIDENTE. Ringrazio i nostri auditi e dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle 9.54.

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