La teoria della finzione di Searle

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1 Lo statuto logico del discorso di finzione La teoria della finzione di Searle Sandro Zucchi In questa lezione, discuteremo l analisi della distinzione tra opere di finzione e opere che non sono di finzione proposta da J. Searle in The Logical Status of Fictional Discourse. Per presentare la teoria di Searle, dobbiamo prima spiegare una nozione di cui questa teoria fa uso: la nozione di atto illocutivo. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 1 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 2 Aristotele Nel trattato Sull interpretazione (Πɛρὶ ɛρµηνɛίας), Aristotele scrive: Ogni enunciato ha un significato [... ], ma non ogni enunciato è un affermazione, solo quelli in cui c è verità o falsità. Non c è verità o falsità in tutti gli enunciati: una preghiera è un enunciato, ma non è né vera né falsa. L indagine presente tratta degli enunciati che fanno affermazioni; gli altri li possiamo ignorare, in quanto l indagine che li riguarda appartiene invece allo studio della retorica o della poesia. (17 a 1-5) Tipi di enunciati Nel passo precedente, Aristotele osserva che esistono tipi diversi di enunciati. Per esempio, ci sono gli enunciati dichiarativi, come (1): (1) La terra è rotonda. Inoltre, ci sono gli enunciati interrogativi, come (2): (2) È aperta la finestra? L enunciato (3) è invece un enunciato imperativo: (3) Dammi due euro! Gli enunciati dichiarativi possono essere veri o falsi, mentre degli enunciati interrogativi e imperativi pare inappropriato dire che sono veri o falsi. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 3 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 4

2 Come fare delle cose con le parole Concentriamoci, per il momento, sugli enunciati dichiarativi. Considerate l enunciato seguente: (4) Ci sono dei politici corrotti in parlamento. Proferendo l enunciato (4), i parlanti possono compiere tipi diversi di azioni. Per esempio, proferendo (4) posso semplicemente asserire l esistenza di un certo stato di cose, ovvero di politici corrotti in parlamento. Inoltre, proferendo (4) posso dare un avvertimento. Questo accade, ad esempio, nel caso in cui proferisca (4) rispondendo alla domanda se ci si può fidare delle promesse elettorali di certi politici. Se l enunciato (4) viene invece proferito nel corso di una conversazione tra boss mafiosi, con ogni probabilità chi lo proferisce dà un suggerimento. Atto illocutivo J. Austin in How to Do Things With Words chiama atto illocutivo l atto che uno compie nel proferire un certo enunciato. Per esempio, abbiamo visto che proferendo l enunciato (4) in contesti diversi, possiamo compiere atti illocutivi diversi, come asserire, avvertire, suggerire. (4) Ci sono dei politici corrotti in parlamento. Se, proferendo un enunciato, facciamo un asserzione, diciamo che l enunciato è stato emesso con forza illocutiva assertiva. Se, proferendo un enunciato, diamo un avvertimento, diciamo che l enunciato è stato emesso con forza illocutiva di avvertimento. Se, proferendo un enunciato, diamo un suggerimento, diciamo che l enunciato è stato emesso con forza illocutiva di suggerimento. E così via. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 5 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 6 Forze illocutive diverse per enunciati non dichiarativi Gli enunciati interrogativi vengono tipicamente usati per fare delle richieste, gli enunciati imperativi per dare dei comandi. Per completezza, vale la pena di notare che non sono solo gli enunciati dichiarativi che possono essere usati per compiere atti illocutivi diversi. Per esempio, supponiamo che io proferisca l enunciato (2): (2) È aperta la finestra? Proferendo (2) posso semplicemente richiedere un informazione. Tuttavia, se proferisco (2) mentre qualcuno si sta domandando come fare ad abbassare la temperatura della stanza, dò un suggerimento. L idea di Searle L idea di Searle è che la differenza tra opere di finzione e opere che non sono di finzione abbia a che fare con la forza illocutiva con cui l autore produce l opera. Producendo un opera di finzione, l autore compie un atto illocutivo particolare, diverso dall atto illocutivo che compie chi produce un opera che non è di finzione. Vediamo in cosa consiste, secondo Searle, l atto illocutivo dell autore di un opera di finzione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 7 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 8

3 Due brani a confronto Searle inizia la sua discussione mettendo due brani a confronto: Iniziamo confrontando due brani scelti a caso per illustrare la distinzione tra opere di finzione e opere non di finzione. Il primo, un testo non di finzione, è preso dal New York Times (15 Dicembre 1972), scritto da Eileen Shanahan: Washington, Dic Un gruppo di funzionari del governo federale, statale e locale ha respinto ieri l idea del Presidente Nixon che il governo federale fornisca l aiuto finanziario che permetterebbe ai governi locali di ridurre le tasse. Il secondo è preso da un romanzo di Iris Murdoch intitolato Il rosso e il verde, che inizia così: Altri dieci meravigliosi giorni senza cavalli! Questo pensava il sottotenente Andrew Chase-White promosso recentemente nel prestigioso reggimento di cavalleria King Edwards, mentre gironzolava contento in un giardino nei sobborghi di Dublino in un soleggiato pomeriggio di domenica dell Aprile millenovecentosedici.... Quali sono le differenze? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 9 Il brano del New York Times... Iniziamo considerando il brano preso dal New York Times. La signorina Shanahan sta facendo un asserzione. Un asserzione è un tipo di atto illocutivo che segue certe regole semantiche e pragmatiche assai specifiche. Queste sono: (1) La regola essenziale: colui che fa un asserzione si impegna sulla verità della proposizione espressa. (2) Le regole preparatorie: il parlante deve essere in grado di fornire delle prove o delle ragioni per la verità della proposizione espressa. (3) La proposizione espressa non deve essere ovviamente vera sia per il parlante che per l ascoltatore nel contesto di emissione. (4) La regola della sincerità: il parlante si impegna a credere alla verità della proposizione espressa. Notate che si assume che la signorina Shanahan si attenga a queste regole. Se non si attiene a qualcuna di esse, diremo che la sua asserzione è difettiva. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 10 Il brano di Iris Murdoch... Ma ora notate che nessuna di queste regole si applica al brano della signorina Murdoch. La sua emissione non la impegna sulla verità della proposizione che in un soleggiato pomeriggio di domenica dell Aprile millenovecentosedici un sottotenente di recente nomina, di nome Andrew Chase-White, in una compagnia di cavalleria intitolata a re Edward gironzolava contento nel suo giardino e pensava che avrebbe avuto altri dieci meravigliosi giorni senza cavalli. Questa proposizione può essere vera oppure no, ma la signorina Murdoch non si impegna sulla sua verità. Inoltre, dal momento che non si impegna sulla sua verità, non si impegna ad essere in grado di dare delle prove della sua verità.... Inoltre, dal momento che non si impegna sulla verità della proposizione, non è in discussione se sappiamo che è vera o no, e lei non può essere accusata di essere insincera se invece non crede neppure per un attimo che ci fosse realmente un tale personaggio che pensava ai cavalli quel giorno a Dublino. L atto illocutivo dell autore di finzione Se Iris Murdoch non sta asserendo ciò che scrive, quale atto illocutivo sta compiendo? Secondo Searle, Iris Murdoch sta fingendo, si potrebbe dire, di fare un asserzione, o agendo come se stesse facendo un asserzione, o facendo mostra di fare un asserzione, o imitando colui che fa un asserzione. La signorina Murdoch è impegnata in una pseudo-esecuzione senza fine di ingannare che consiste nel fingere di raccontarci una serie di eventi.... l autore di un opera di finzione finge di compiere degli atti illocutivi che in realtà non sta compiendo... Il senso in cui l autore sta fingendo è quello per cui fingere di... fare qualcosa è compiere un azione come se stesse facendo... quella cosa e senza alcun intento di ingannare. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 11 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 12

4 Le conclusioni di Searle Dunque, la mia prima conclusione è questa: l autore di un opera di finzione finge di eseguire una serie di atti illocutivi, normalmente di tipo rappresentativo. La nostra prima conclusione ci porta immediatamente alla nostra seconda conclusione: il criterio di identificazione per determinare se un testo è un opera di finzione oppure no deve necessariamente consistere nelle intenzioni illocutive dell autore. Non c è alcuna proprietà testuale, sintattica o semantica, che identificherà un testo come un opera di finzione. Ciò che lo rende un opera di finzione è, per così dire, l atteggiamento illocutivo che l autore assume verso di esso, e questo atteggiamento ha a che fare con le complesse intenzioni illocutive che un autore ha quando scrive o lo compone in qualche altro modo. La teoria di Searle ovvero la teoria della finta asserzione G. Currie riassume così l analisi di Searle: produrre opere di finzione ha a che fare con il tipo di azione che l autore compie nel produrre il testo. La differenza tra essere di finzione e non essere di finzione è questa: quando emetto un enunciato [dichiarativo] come parte di un discorso non di finzione lo sto asserendo, e quando lo emetto come parte di un discorso di finzione sto semplicemente fingendo di asserirlo. Secondo questa teoria, l essere di finzione deve essere spiegato non a livello del significato, ma a livello della forza. Un enunciato emesso in un contesto normale, non di finzione, sarà emesso con un certo tipo di forza; se è un enunciato all indicativo, sarà emesso con una forza assertiva -il parlante starà facendo un asserzione. Lo stesso enunciato emesso come parte della produzione di un opera di finzione non avrà quella forza; colui che lo emette starà soltanto fingendo di emetterlo con una forza assertiva. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 13 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 14 Confronto con la teoria dell intento assertivo La teoria di Searle è simile alla teoria dell intento assertivo, che abbiamo discusso in precedenza: entrambe le teorie concordano sul fatto che il testo di un opera di finzione non è asserito dall autore. Tuttavia, secondo la teoria dell intento assertivo, il fatto che un testo non sia asserito è sufficiente per qualificare il testo come testo di finzione. Invece, secondo la teoria di Searle, perché un testo sia di finzione è necessario inoltre che l autore del testo finga di asserirlo (senza intenzione di ingannare). Una conseguenza desiderabile della teoria di Searle Se proferisco gli enunciati in (5) per mostrarvi come funziona il passivo in italiano, oppure proferisco (6) per provare il microfono, non sto affatto fingendo di asserirli. (5) Leo ha baciato Lia. Lia è stata baciata da Leo. Leo ha dato un bacio a Lia. Un bacio è stato dato da Leo a Lia. (6) Uno, due, tre, uno due tre, strane dicerie contristano i Bertoloni, navi approdano al Parapagál,... Per questa ragione, la teoria di Searle predice correttamente che queste emissioni di (5) e (6) non contano come testi di finzione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 15 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 16

5 Problemi per la teoria della finzione di Searle Il problema delle famiglie infelici Nel discutere la teoria dell intento assertivo abbiamo riportato un obiezione di Walton basata sull inizio di Anna Karenina: Esamineremo ora alcuni problemi che sono stati sollevati per l analisi proposta da Searle della distinzione tra opere di finzione e opere che non sono di finzione. (7) Le famiglie felici sono tutte simili; ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. In questo passo, Tolstoj rivendica la verità della proposizione che le famiglie infelici sono simili, mentre quelle infelici sono infelici a modo loro. Se questo è vero, l autore di Anna Karenina asserisce l enunciato (7), non finge semplicemente di asserirlo. In questo caso, la teoria di Searle sembra predire erroneamente che Anna Karenina non è un opera di finzione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 17 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 18 Opera di finzione e discorso di finzione Searle è consapevole di questa potenziale obiezione alla sua tesi, basata sul fatto che le opere di finzione possono contenere delle asserzioni genuine. La via d uscita che adotta è la stessa che abbiamo proposto per la teoria dell intento assertivo. Searle distingue tra opera di finzione e discorso di finzione: un opera di finzione non consiste necessariamente, e di solito non consiste interamente, in discorsi di finzione. In altre parole, Searle ritiene che la sua teoria vada formulata così: nelle opere di finzione l autore finge di asserire almeno alcuni enunciati dichiarativi del testo, mentre nelle opere non di finzione l autore asserisce veramente tutti gli enunciati dichiarativi del testo. Questa versione della teoria di Searle ci permette di sostenere che Anna Karenina è un opera di finzione, anche se Tolstoj afferma la verità di (7): (7) Le famiglie felici sono tutte simili; ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. Un altra via di uscita Un altra mossa possibile per superare la difficoltà posta da (7) per la teoria della finta asserzione di Searle è quella di supporre che in Anna Karenina Tolstoj asserisca l enunciato (7), e nello stesso tempo finga di asserire (7): (7) Le famiglie felici sono tutte simili; ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. È plausibile questa mossa? Possiamo davvero fare una cosa e contemporaneamente fingere di farla? J. Austin in Pretending pensa di sì. Supponete che uno scassinatore si rechi ad ispezionare il contenuto di una stanza in cui vuole introdursi nottetempo camuffato da operaio che lava i vetri. Il nostro scassinatore inizia a pulire i vetri per poter osservare il contenuto della stanza a suo agio. Austin sostiene che in questo caso (8) è vero, anche se lo scassinatore sta effettivamente pulendo i vetri: (8) Lo scassinatore sta fingendo di pulire i vetri. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 19 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 20

6 Voi cosa ne pensate? I I Opere di finzione visive Se Austin ha ragione allora e possibile fare una cosa e contemporaneamente fingere di farla. Currie afferma pero che questo esempio e poco plausibile. Voi cosa ne pensate? Dal momento che esiste un altra via di uscita possibile per superare la difficolta posta da (7), lasceremo aperta la questione se sia possibile fingere di asserire una proposizione e asserirla nello stesso tempo. (7) I Walton solleva un altro problema per la teoria della finta asserzione di Searle. I Il problema principale per questa analisi della finzione, secondo Walton, e che non si applica ad alcune opere di finzione visive. Le famiglie felici sono tutte simili; ogni famiglia infelice e infelice a suo modo. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 21 Un opera di finzione pittorica S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 22 Un opera di finzione scultorea Figura : Jacques Lipchitz, Marinaio con chitarra Figura : Pierre-Auguste Renoir, Le bagnanti S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 23 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 24

7 Il problema delle bagnanti e del marinaio Secondo Walton, il problema posto da queste opere di finzione visiva per la teoria di Searle è il seguente: Il dipinto Le Bagnanti di Pierre Auguste Renoir e la scultura di Jacques Lipchitz Il suonatore di chitarra appartengono di certo alla categoria della finzione. Ma ho molti dubbi sul fatto che creandole Renoir o Lipchitz stessero fingendo di fare delle asserzioni (o di compiere un altro atto illocutorio). Pittura e scultura sono modi di asserire meno standard o ovvi che emettere degli enunciati dichiarativi. Quindi non è affatto chiaro se dipingere Le Bagnanti o scolpire Il suonatore di chitarra possa essere considerato comportarsi come se si stesse facendo un asserzione. Ed è improbabile che entrambi gli artisti si immaginassero nell atto di asserire qualcosa. Una precisazione È importante sottolineare che Walton non sta sostenendo che nella pittura o nella scultura è impossibile fare asserzioni o fingere di farle. Walton sostiene solo che con queste opere Renoir e Lipchitz non intendono fare asserzioni né fingere di farle: È innegabile che in pittura o in scultura si può fingere di fare asserzioni. Ci sono delle tradizioni in cui produrre pitture e sculture è effettivamente fare asserzioni. Le vignette delle aule di tribunale che si trovano nei giornali sono affermazioni su quello che succede nei tribunali. Forse, i ritratti tradizionali, su tela o su pietra, veicolano asserzioni sull aspetto dei modelli. Un artista potrebbe fingere di fare asserzioni imitando queste tradizioni. Ma è improbabile che i creatori delle Bagnanti e del Suonatore di chitarra pensassero di sé che imitavano il fare asserzioni, o che essi debbano essere visti così dagli estimatori delle loro opere. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 25 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 26 Una replica a Walton Non è chiaro se l obiezione di Walton basata sulle opere di finzione visive ponga davvero un problema per la teoria di Searle. Dopotutto, si potrebbe replicare a Walton nel modo seguente. Walton ammette che le vignette delle aule dei tribunali possono veicolare asserzioni su ciò che accade nei tribunali. Con una certa vignetta l autore può asserire che l imputato aveva un certo aspetto, indossava un certo abito, si era seduto in un certo punto dell aula, ecc. Dipingendo le Le Bagnanti, d altra parte, Renoir non intende asserire che gli eventi descritti nel quadro hanno realmente avuto luogo. Potremmo invece dire che con questo quadro Renoir fa finta di asserire l esistenza di questi eventi: fa finta che tre donne si siano coricate sulla riva di un fiume, che altre siano entrate in acqua, che una delle donne nell acqua abbia spruzzato le tre donne sulla riva, ecc. E Liptchitz, con il Suonatore di chitarra fa finta di asserire che c è un buffo ometto vestito da marinaio che regge una chitarra. Cosa c è di sbagliato nel sostenere questo? Se è plausibile ritenere che l autore delle Bagnanti e l autore del Suonatore di chitarra facciano finta di fare queste asserzioni, queste opere di finzione visiva non pongono alcun problema per la teoria di Searle. Il problema delle parodie Currie solleva, tuttavia, un altro problema per la teoria di Searle:... supponiamo che io compia un esecuzione verbale per illustrare una linea di ragionamento idiota, o per imitare il modo di conversare di un conoscente. Quest atto potrebbe essere correttamente descritto come un atto di finzione senza scopo di ingannare; fingo (senza scopo di ingannare) di essere qualcuno che di solito pensa o parla in quel modo. Ma le parole che emetto non contano per questo come un opera di finzione, per quanto monca e impoverita. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 27 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 28

8 Un esempio di parodia Vediamo di illustrare l obiezione di Currie facendo un esempio di parodia. Supponete che, per imitare il modo di parlare di un noto uomo politico, vi dica: (9) Mi consenta: fin dai tempi di Romolo e Remolo, la civiltà occidentale si è rivelata una civiltà superiore. Ne ha convenuto anche il mio buon amico Bush. Nel fare questa parodia, ho compiuto un atto di finzione senza scopo di ingannare: ho finto di essere quell uomo politico quando era chiaro a tutti che non lo ero, e ho finto di parlare e di pensare come lui. Parodie e opere di finzione Ora chiediamoci però: il testo che ho prodotto nel corso della parodia è un opera di finzione? Confrontiamo (9) con l inizio del romanzo di Iris Murdoch Il rosso e il verde: (9) Mi consenta: fin dai tempi di Romolo e Remolo... (10) Altri dieci meravigliosi giorni senza cavalli! Questo pensava il sottotenente Andrew Chase-White promosso recentemente... Sia io che Murdoch abbiamo finto di asserire il testo che abbiamo prodotto. Tuttavia, sostiene Currie, solo il testo di Murdoch è un opera di finzione. In un opera di finzione, l autore invita il pubblico a far finta che le cose che scrive siano vere. Murdoch ci invita a far finta che un certo giorno di aprile un certo sottotenente Chase-White di recente nomina si aggirasse in giardino, ecc. Ma, proferendo (9), non vi ho affatto invitati a far finta che le cose che ho detto siano vere, non vi ho invitati a far finta che sia vero che Roma è stata fondata da Romolo e Remolo. Ho solo fatto finta di essere un uomo politico che pensa queste cose e parla in questo modo. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 29 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 30 La conclusione di Currie Dunque, secondo Currie, fingere di asserire un testo senza intenzione di ingannare non è sufficiente a produrre un opera di finzione. Questo è ciò che mostra il caso delle parodie: l autore di una parodia finge di asserire il testo che proferisce, ma il testo proferito non è un opera di finzione. Se questo è vero, la teoria di Searle fa una predizione sbagliata: classifica i testi delle parodie come opere di finzione. Riassumendo Abbiamo presentato l analisi di Searle della distinzione tra opere di finzione e opere che non sono di finzione. Abbiamo presentato tre obiezioni che sono state sollevate per questa analisi: 1. l obiezione basata su casi di opere di finzione che contengono asserzioni (Walton); 2. l obiezione basata su casi di opere di finzione visive (Walton); 3. l obiezione basata su casi di imitazione e parodia (Currie). Abbiamo visto come è possibile rispondere alle prime due obiezioni. Non è chiaro come Searle possa rispondere alla terza obiezione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 31 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 La teoria della finzione di Searle 32

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