INDICE. Impianto eolico "Serra Palazzo" Stigliano (MT) RELAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA 1. INTRODUZIONE 2 2. ANALISI IDROLOGICA 3

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2 Impianto eolico "Serra Palazzo" Stigliano (MT) RELAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA INDICE 1. INTRODUZIONE 2 2. ANALISI IDROLOGICA CURVE DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA ANALISI REGIONALE STIMA DEL VALOR MEDIO: LEGGI DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICHE 6 3. ANALISI IDRAULICA CALCOLO DELLA PORTATA DI MASSIMA PIENA TEMPO DI CORRIVAZIONE COEFFICIENTE DI DEFLUSSO METODO CN CONCLUSIONI ALLEGATO 16 PD PROGETTO DEFINITIVO DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO Protocollo TEKNE R0 Gennaio 2011 M. Pizzolorusso G. Pertoso R. Pertuso TK622 R1 Novembre 2012 M. Pizzolorusso G. Pertoso R. Pertuso Filename: TK622-PD-A.3

3 1. INTRODUZIONE Con il presente studio sono state analizzate le caratteristiche idrauliche e le eventuali criticità connesse con la località "Serra Palazzo" situata all'interno dei limiti del comune di Stigliano (MT), ad est rispetto al centro abitato. In tale zona si prevede di realizzare un impianto eolico composto da 8 aerogeneratori così come individuato nella immagine seguente. Figura 1: Area di ubicazione del parco eolico (cerchiata in rosso) situata in località Serra Palazzo. Il fiume Agri nasce non lontano dalla sorgente del Basento, scorre nel settore occidentale della Basilicata, dalla catena appenninica alla costa ionica, attraversando la valle più fertile e con maggior insediamento antropico; è lungo 136 km ed ha un bacino a forma trapezia di 1770 kmq (di 2

4 cui 15 in territorio campano); la parte montana è posta nelle province di Potenza e Matera, ed è orientata da nord-ovest a sud-est e confina con i bacini idrografici dei fiumi Basento e Cavone a nord, Sele ad ovest, Sinni e Noce a sud. Figura 2: Bacino Idrografico del fiume Agri. Per l analisi idrologica-idraulica si è proceduto mediante applicazione dell analisi regionale alla determinazione dei coefficienti delle curve di probabilità pluviometrica. I dati pluviometrici analizzati in tale studio sono desunti dalle pubblicazioni del Servizio Idrografico Italiano (oggi SIMN) relative ai Compartimenti di Catanzaro, Bari e Napoli. 2. ANALISI IDROLOGICA 2.1. Curve di possibilità pluviometrica Sono stati oggetto di studio le criticità idrauliche che potrebbero manifestarsi in occasione di precipitazioni di forte intensità e per periodi di riferimento fino a 500 anni. Infatti il rischio idraulico associato a fenomeni di esondazione attiene alle portate di piena che possono formarsi in occasione di eventi meteorici di particolare intensità, persistenza ed estensione territoriale. Le situazioni di rischio sono pertanto riferite ad un concetto di probabilità di accadimento, normalmente misurata in termini di tempo di ritorno, definito come il numero medio di anni per il quale la variabile considerata è statisticamente uguagliata o superata almeno una volta. Ai fini dello studio idrologico, le stime effettuate su tali precipitazioni sono relative ad un periodo di ritorno massimo cinquecentennale e fanno riferimento ai risultati ottenuti nell ambito del Progetto 3

5 VAPI (VAlutazione delle PIene) Basilicata, redatto a cura del GNDCI (Gruppo Nazionale di Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche). Nel progetto VAPI viene proposto l'utilizzo della legge del valore estremo doppia componente (TCEV), che permette di ottenere una stima più accurata del valore delle grandezze idrologiche estreme. La TCEV presenta quattro parametri che possono essere stimati con analisi regionale qualora si individuino caratteristiche di omogeneità di un dato territorio. Il valore corrispondente al periodo di ritorno T di una grandezza idrologica X può essere scritto come: X ( T ) KT ( X ) con K T coefficiente di crescita e (X) media campionaria della grandezza X. Il coefficiente di crescita può essere determinato per tentativi mediante la relazione oppure mediante la relazione semplificata T Dove: K T : fattore di crescita probabilistico; a ed n : parametri relativi alle curve di probabilità pluviometriche medie areali. In pratica, la dipendenza dal periodo di ritorno è assegnata mediante la distribuzione di K T, mentre i coefficienti della legge intensità-durata sono caratteristici della specifica zona in cui si trova il bacino. La distribuzione del fattore di crescita è alla base della metodologia adottata nel progetto VAPI, che fa riferimento ad un approccio di tipo probabilistico per la valutazione dei massimi annuali delle piogge e delle portate al colmo. Facendo riferimento all informazione idrologica disponibile sul territorio, in termini di densità spaziale di stazioni di misura e di numerosità campionaria delle serie storiche, le altezze di precipitazione giornaliere, rilevate alle stazioni pluviometriche, il VAPI ha individuato due sottozone: una sottozona Nord composta da 70 (Sottostazione A) stazioni e ed una sottozona Sud-Ovest comprendente le rimanenti 8 (Sottostazione B). 4 1 KT 1 / * KT /, * 1 exp( 1e * 1 e ) * ln * ln 1 ln(t ) * K T. I parametri della relazione vengono stimati con analisi regionale. Le curve di probabilità pluviometrica sono una famiglia di curve che descrivono la relazione tra l altezza di pioggia e la durata, parametrizzate rispetto a T periodo di ritorno pertanto essa è definita mediante la seguente espressione: h( T, d) K T ad n

6 Figura 3: Sottozone omogenee del fattore di crescita. I parametri regionali stimati al primo ed al secondo livello sono quelli riportati nella Tabella seguente: Parametri regionali Sottozona L* q* L1 h A B Parametri della distribuzione di probabilità dei massimi annuali delle piogge in Basilicata Fissati i parametri di forma e di scala della distribuzione di probabilità cumulata (DPC) all'interno della SZO pluviometrica omogenea previamente identificata, le elaborazioni del VAPI Basilicata hanno consentito di attribuire, per assegnato tempo di ritorno, a ciascuna sottozona valori costanti del fattore di crescita K T : T (anni) KT (SZOA) KT (SZOB)

7 Il bacino idrografico di interesse ricade nella sottozona A, per cui, utilizzando il VAPI Basilicata, il coefficiente di crescita K T (funzione del periodo di ritorno) è stato così valutato: K 30 = 1.90, K 200 = 2.91 e K 500 = Analisi regionale L insieme delle procedure, adatte a trasferire l informazione idrologica proveniente dai dati registrati in un qualunque sito ad un altro, va sotto il nome di analisi regionale; ad essa si deve ricorrere quando la valutazione è richiesta in un sito non attrezzato oppure dove l informazione disponibile è insufficiente in confronto con gli obiettivi dell analisi stessa. I dati pluviometrici analizzati in tale studio sono desunti dalle pubblicazioni del Servizio Idrografico Italiano (oggi SIMN) relative ai Compartimenti di Catanzaro, Bari e Napoli. L'archivio dei dati pluviografici, basato sulle citate pubblicazioni, è aggiornato al Per alcune stazioni è stato tuttavia possibile, grazie alla collaborazione fra il SIMN di Catanzaro ed il C.N.R.-I.R.P.I. di Rende (CS), utilizzare i dati, non ancora pubblicati, aggiornati al I dati utilizzati sono relativi a 55 stazioni pluviografiche con almeno 15 anni di funzionamento. Alcune stazioni sono situate all'esterno dei limiti di bacino allo scopo di migliorare le stime dei parametri areali relativi ai bacini idrografici Stima del valor medio: leggi di possibilità pluviometriche Obiettivo del terzo livello di regionalizzazione dei massimi annuali delle piogge brevi è la definizione di relazioni utili alla valutazione del valor medio della distribuzione del massimo annuale della grandezza di interesse in un generico sito o come valore caratteristico di un'area. Data l'elevata variabilità spaziale di tale parametro di posizione, in presenza di dati la stima migliore risulta dal calcolo diretto. Nei siti sprovvisti di stazioni di misura o i cui dati siano giudicati inaffidabili, la stima del parametro di posizione è solitamente affidata a relazioni, che vengono istituite per aree omogenee, tra il valor medio della distribuzione del massimo annuale dell altezza di precipitazione in durata d, m[h(d)], e parametri come quota, distanza dal mare, esposizione etc. L'individuazione delle aree omogenee al terzo livello avviene solitamente con riferimento alle medie m(hg) delle piogge giornaliere, sempre per ragioni legate alla maggiore disponibilità di stazioni e dati/stazione. Tuttavia, per la regione in indagine, precedenti analisi sulla variabilità spaziale di m(hg) [Dell'Aera, 1991; Gabriele e Iiritano, 1994] non hanno consentito di individuare aree nelle quali fossero evidenti legami quali quelli sopra accennati. In assenza delle indicazioni su eventuali aree omogenee al III livello, l'analisi delle medie delle piogge brevi è consistita nell'identificazione delle isoiete di m[h(d)], per le diverse durate, 6

8 utilizzando un metodo geostatistico, il kriging. Tale metodo, a differenza di altri, consente di interpolare tenendo conto della relazione fra la varianza campionaria e la varianza spaziale dei dati, secondo un approccio di tipo stocastico. Utilizzando tale tecnica, conoscendo i dati relativi alle 55 stazioni pluviografiche considerate nella regione in esame, sono stati calcolati i valori della stima di m[h(d)] in corrispondenza dei nodi di una griglia regolare. Tramite questi valori si sono tracciate le isolinee di m[h(d)], per le durate d = 1, 3, 6, 12 e 24 ore. Figura 4: Isolinee del coefficiente a della curva di probabilità pluviometrica. 7

9 Figura 5: Isolinee dell esponente n della curva di probabilità pluviometrica. Per quanto riguarda i valori dei parametri a ed n relativi alle curve di probabilità pluviometriche medie areali, quelli stimati per la zona di Stigliano sono i seguenti: a = 21,18 n = 0,359. Utilizzando tali valori e dall analisi delle piogge orarie è possibile determinare la curva di possibilità pluviometrica corrispondenti a diversi valori di T compreso tra 30, 200 e 500 anni. 8

10 Figura 6. Curva di possibilità climatica relativa al Comune di Stigliano calcolata per tre valori caratteristici del periodo di ritorno. 3. ANALISI IDRAULICA L area del parco è sopraelevata rispetto alle circostanti aree e gli aerogeneratori sono disposti lungo i displuvi (o nelle vicinanze di questi) di piccoli bacini idrografici e pertanto in posizione rilevata rispetto agli assi drenanti, pertanto l opera di progetto non ricade in aree depresse o alluvionabili, essa è soggetta a fenomeni di ruscellamento areale, a rivoli e scorrimento incanalato delle acque meteoriche. Tuttavia oltre all installazione degli aerogeneratori l opera oggetto dell intervento prevede la realizzazione di vie di comunicazione necessarie per l installazione e la manutenzione degli stessi, tali infrastrutture generano interferenze con il reticolo idrografico esistente nella zona che se non opportunamente gestite potrebbero indurre allagamenti delle strade realizzate con relativo deperimento delle stesse. Al fine di evitare tali inconvenienti verranno installati canali circolari o a sezione rettangolare in cls nelle zone in cui il reticolo idrografico interferisce o lambisce la viabilità stradale realizzata Calcolo della portata di massima piena Dal punto di vista strettamente idraulico la verifica è stata effettuata attraverso l applicazione di un modello afflussi-deflussi basato sulla teoria tempo-area e con l ausilio di un modello idraulico per la soluzione delle equazioni del moto a pelo libero in condizioni di moto permanente. Sulla scorta 9

11 delle risultanze derivanti dall applicazione della metodologia VAPI, sono stati determinati i valori di portata al colmo di piena per tempo di ritorno TR = 30, 200 e 500 anni lungo i tratti fluviali oggetto di indagine. Ai fini della verifica idraulica sono state calcolate solo le portate di pioggia e, accettando l ipotesi di isofrequenza tra afflussi e deflussi, la portata con periodo di ritorno assegnato è stata calcolata attraverso la nota formula razionale: dove: Q C = portata al colmo (mc/s) I C = altezza di pioggia netta (mm/h) A = superficie del bacino (kmq) C CN = coefficiente di deflusso (-) t = tempo di pioggia T R = tempo di ritorno (anni) Il divisore correttivo 3.6 serve a convertire le unità di misura. In particolare, la formula razionale, nel modo in cui è scritta, fornisce la portata in mc/s, esprimendo l area del bacino in kmq e l intensità di pioggia in mm/h. Il metodo considera il bacino idrografico come una singola unità e stima il valore al colmo della portata con le seguenti assunzioni: la precipitazione è uniformemente distribuita sul bacino. la portata stimata ha lo stesso tempo di ritorno T R di quello dell intensità di pioggia critica I C. la pioggia ha una durata t pari a quella del tempo di corrivazione t C. Dove il tempo di corrivazione rappresenta l intervallo di tempo, dall inizio della precipitazione, oltre il quale tutto il bacino contribuisce al deflusso nella sezione terminale. Con t C si è indicata, quindi, la durata critica rispetto alla quale calcolare il massimo annuale di pioggia areale 1. 1 Vale la pena far notare come, per bacini piccoli il coefficiente di riduzione areale sia, di fatto, pari a 1. Considerato anche il fatto che tale fattore è sempre 1, nella verifica in esame lo si è posto paria a 1, commettendo un errore (in eccesso, e quindi conservativo) di minima entità. 10

12 3.2. Tempo di corrivazione Per la valutazione dell intensità di precipitazione che determina la massima portata di piena (intensità critica) è stato utilizzato l approccio proposto da Giandotti, secondo cui la portata di massima piena generata dalle piogge si ottiene per precipitazioni di durata pari al tempo di corrivazione. Il tempo di corrivazione dipende dalle caratteristiche morfologiche del bacino e dalla sezione oggetto di studio. La formula proposta da Giandotti per il calcolo del tempo di corrivazione del bacino t C [ore] è la seguente: Dove: A b = area bacino [kmq] L a = lunghezza dell asta principale del bacino [km] Z m = quota media del bacino [m.s.l.m.] Z 0 = quota della sezione di chiusura del bacino [m.s.l.m.] 3.3. Coefficiente di deflusso METODO CN Il coefficiente di deflusso esprime la capacità di infiltrazione del bacino, per cui dipende dalle caratteristiche del suolo, dalle condizioni di umidità precedenti all'inizio dell'evento di pioggia, nonché dalle caratteristiche fisiche del bacino (copertura, estensione, permeabilità eccetera). Il metodo impiegato nel presente studio è quello del Curve Number CN, del Soil Conservation Service [SCS, 1972]. Tale metodo determina l infiltrazione cumulata riferita all intero fenomeno di piena attraverso l applicazione della nota equazione di bilancio: Peff = Q = P Ploss, in cui Peff, Ploss e P rappresentano rispettivamente i volumi di pioggia netta, persa e totale per l evento in esame, e Q il deflusso superficiale corrispondente. In funzione dell analisi idrologica sono stati, pertanto, individuati alcuni elementi caratteristici del bacino, quali il tempo di corrivazione e il coefficiente di afflusso, che definiscono la risposta del bacino ad un determinato evento di pioggia, ed i parametri della curva di possibilità pluviometrica, che individuano il regime delle piogge dell area cui si riferisce e permettono di correlare, per il tempo di ritorno prescelto, la durata della pioggia alla sua intensità. Sulla base di tale metodo, considerando un suolo con scarsa capacità di infiltrazione a saturazione (tipo C) è stata desunta per ciascuna porizone di bacino oggetto di studio la corrispondente capacità di infiltrazione. 11

13 Con l ausilio del metodo del CN (Curve Number), si è visto che il rapporto tra il volume affluito e il volume perduto per infiltrazione è mediamente compreso tra 0,2 e 0,50. A favore di sicurezza, si sono assunte condizioni di suolo umide prima dell evento (Antecedent moisture condition - AMC classe 2) che, tuttavia, sono tipiche dei periodi invernali durante i quali sono più frequenti le precipitazioni di carattere eccezionale. Sulla scorta di tali considerazioni, si sono ottenuti i valori precedentemente tabellati. 4. CONCLUSIONI L area oggetto di intervento non è soggetta né a vincolo per pericolosità idraulica, né a vincolo per pericolosità geomorfologica, come si desume dalla cartografia del piano di bacino, stralcio assetto idrogeologico (PAI), approvato dall autorità di bacino della Regione Basilicata (AdB). Figura 7 - Area a rischio per pericolosità idraulica (AdB Basilicata) 12

14 Figura 8 - Area a rischio frane (AdB Basilicata) Per quanto riguarda la pericolosità idraulica, la portata di massima piena con assegnato tempo di ritorno è stata assunta come parametro rappresentativo, pertanto la probabilità annua di superamento di tale portata individua la pericolosità stessa. Dalle procedure di calcolo sopra citate sono stati ottenuti le superfici relative ai manufatti da installare al fine di consentire la corretta gestione delle acque meteoriche ricadenti nella zona in oggetto. Per ciascuno di essi si allegano i risultati ottenuti con relativo elaborato grafico, inoltre per i manufatti da installare e per quelli pre-esistenti si raccomanda di effettuare una manutenzione periodica al fine di rimuovere la vegetazione e i detriti presenti negli attraversamenti al fine di mantenerli efficienti. Si precisa che il calcolo della superficie utile degli attraversamenti è stato effettuato mediante l applicazione della formula di Chezy. 13

15 Sottobacino P.to Tipologia t Sup. bacino [kmq] Coeff. Deflusso Lunghezza asta princ. [km] Quota media bacino m.s.l.m Quota chiusura bacino m.s.l.m Tempo corrivazione tc [h] Kt Portata massima piena [mc/s] C3 6 Attraversamento C4 7 Attraversamento C8 3 Attraversamento C8 4 Attraversamento C8 5 Attraversamento C9 1 Attraversamento C9 2 Attraversamento 30 0,011 0,5 0,11 648,2 646,4 0,55 1,9 0, ,011 0,5 0,11 648,2 646,4 0,55 2,91 0, ,011 0,5 0,11 648,2 646,4 0,55 3,5 0, ,064 0,5 0, ,05 616,1 0,50 1,9 0, ,064 0,5 0, ,05 616,1 0,50 2,91 0, ,064 0,5 0, ,05 616,1 0,50 3,5 1, ,182 0,5 0, , ,53 1,9 1, ,182 0,5 0, , ,53 2,91 2, ,182 0,5 0, , ,53 3,5 2, ,182 0,5 0, , ,53 1,9 1, ,182 0,5 0, , ,53 2,91 2, ,182 0,5 0, , ,53 3,5 2, ,182 0,5 0, , ,53 1,9 1, ,182 0,5 0, , ,53 2,91 2, ,182 0,5 0, , ,53 3,5 2, ,135 0,5 0, , ,63 1,9 1, ,135 0,5 0, , ,63 2,91 1, ,135 0,5 0, , ,63 3,5 1, ,135 0,5 0, , ,63 1,9 1, ,135 0,5 0, , ,63 2,91 1, ,135 0,5 0, , ,63 3,5 1,88 Per il dimensionamento delle nuove opere in c.a. e per la verifica di quelle esistenti si sono utilizzate le portate di piena calcolate con t=200 anni, di seguito si allega la tabella con la verifica puntuale degli attraversamenti sopra citati. 14

16 Sottobacino P.to t Portata massima piena [mc/s] Sup. opera calcolata [mq] Diam. esistente [m] Sup. opera esistente [mq] Intervento C3 C4 C8 C8 C8 C9 C , ,14 0,16 nuova opera 500 0, , ,86 0,50 nuova opera 500 1, , ,33 0,95 nuova opera 500 2, , ,33 0,95 nuova opera 500 2, , ,33 0,95 nuova opera 500 2, , ,56 0,71 0,6 0,28 opera esistente da adeguare 500 1, , ,56 0,71 nuova opera 500 1,88 Il Tecnico Dott. Ing. Domenico Bruno 15

17 5. ALLEGATO TK622-PD-A.3. All.1-Individuazione bacini idrografici-r0 16

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