Letteratura italiana

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Letteratura italiana Lezione di Guglielmo Barucci 2013/2014 Appunti di Margherita A. Terrasi B-NOTES blog (

2 INIZIO Letteratura Italiana [L.I.] LA POESIA SICILIANA La Letteratura Italiana è per certi versi un a letteratura di importazione ed un Unicum, una letteratura nata come scelta consapevole di creare una letteratura e nasce in un luogo assolutamente marginale da un punto di vista geografico. La SICILIA. Prima metà del XIII secolo, il padre della nostra letteratura è FEDERICO II (stupor mundi da coloro che lo apprezzavano, dagli altri l Anticristo ), figura straordinaria, per parte di padre TEDESCO e nipote del famoso FEDERICO I il BARBAROSSA e per parte di madre normanno (stanziatisi nel Sud Italia, Regno di Napoli), aveva insieme una matrice francese, con un fortissimo radicamento in Italia. Una figura eccezionale, COLTISSIMA, POLIGLOTTA e che per quanto IMPERATORE di GERMANIA e di ITALIA (monarca del tutto il SUD ITALIA, cuore a PALERMO). All epoca l ITALIA era un crogiuolo di molte culture: GERMANICA, ISLAMICA, EBRAICA (al tempo forti soprattutto nel meridione). Cultura EBRAICA e ARABA erano veicoli della grande cultura GRECA (filosofia, arte), arrivata attraverso traduzioni fatte da arabi ed ebrei. FEDERICO II si trova impegnato in un durissimo scontro con il potere PAPALE (era la cultura monastica e religiosa particolarmente forte). Si rende conto di avere bisogno di una CULTURA ALTERNATIVA : LAICA e che utilizzasse una lingua che non fosse il LATINO (strumento della religione), ma il VOLGARE (la POESIA in volgare) data di nascita nel MODELLO DELLA POESIA PROVENZALE (ossia del SUD della FRANCIA lingua al Nord d Oil e al Sud d Oc). Quello che noi chiamiamo l ITALIANO erano chiamate le LINGUE del Sì (WE). Vanta di più di 150 anni dalla nostra POESIA. La LETTERATURA nasce come POESIA e non come PROSA. Dobbiamo considerare che è più facile scrivere in poesia, perché vive di elementi formali, di forme, elementi riciclabili all interno di un nuovo testo. È molto più facile muoversi attorno a dei codici già creati. La PROSA è più difficile. RIPERCUSSIONI IMPRESSIONANTI: viviamo sempre nello stesso codice nella POESIA. Nella PROSA invece non è così, i CANONI CAMBIANO SEMPRE. La POESIA D AMORE dei PROVENZANI è quella che poi caratterizzerà la poesia ITALIANA. È molto chiaramente riconoscibile il CONTESTO SOCIALE nel quale il POETA è un professionista della poesia che si rivolge alla CASTELLANA. Il TEMA DELL INNAMORAMENTO in realtà è un TRIBUTO al SIGNORE, quasi un PEGNO DI IMPORTANZA del signore. 1

3 Proprio perché c è una distanza però questo amore è non corrisposto, non realizzato. C è una MATRICE SOCIALE perché le poesie d amore nascono IRREALIZZABILI e proprio perché l amore va alle CASTELLANE il NOME non va messo, ma viene messo un NOME, in qualche modo, EVOCATIVO ossia un SENHAL. I poeti provenzali sono dei TECNICI della POESIA (PROFESSIONISTI). Sono TESTI SCRITTI PER ESSERE RECITATI NELLA CORTE, non sono testi come noi li intendiamo INTIMI, ma TESTI DI FUNZIONE SOCIALE, MUSICATI (simili alle nostre CANZONI). FEDERICO II deve adattare questi elementi alla propria corte. Sceglie solo la POESIA D AMORE. I PROVENZALI invece scrivevano anche poesia sulla POLITICA, poesia BELLICA. Siamo qui in un REGIME ASSOLUTO. La POLITICA la fa lui. In realtà la poesia della corte di FEDERICO II ha dato all Italia un linguaggio che è preso unicamente dalla poesia d amore. I FUNZIONARI non sanno comporre testi musicali. I testi dei SICILIANI perdono la dimensione MUSICALE che c è sotto e si concentrano sulla PAROLA. Perciò la poesia diventa più CONCETTUALE. La POESIA D AMORE di DANTE e una POESIA TEOLOGICA (la BEATRICE è un allegoria della TEOLOGIA). Si perde musicalità e si insiste molto di più sulla RIMA (nuovi schemi metrici giocati molto più su questa). FEDERICO II cerca di veicolare una CULTURA LAICA mondana contrapposta ad una CULTURA RELIGIOSA. Agisce nella SICILIA nella quale cultura EBRAICA e cultura ARABA fanno da veicoli per la scienza GRECA. I testi dei siciliani presentano una dimensione filosofica e scientifica che è molto più alta della POESIA PROVENZALE. Fondò la famosa UNIVERSITÀ di NAPOLI. Viene meno ogni personalizzazione, la poesia siciliana diventa ASTRATTA, UNIVERSALE, qualcosa che vale per tutti gli uomini e proprio perché non c è più distanza sociale tra uomo e donna. La poesia siciliana delle origini si carica di una NOTA PESSIMISTICA (l impossibilità di avere l AMORE, diventa radicale), siccome l amore funzione così in un certo senso non ci si può fare niente. L ATTENZIONE è da qui in poi non più incentrata sulla DONNA, ma sull UOMO, sul soggetto portante, ossia gli EFFETTI che la DONNA fa all UOMO che se ne INNAMORA. 2

4 Viene PROGRAMMATA: i poeti, in primo luogo, non sono tutti SICILIANI (Ruggero Pugliese). Il figlio di FEDERICO II, ENZO, scrive delle bellissime poesie. Organizza la sua poesia come strumento culturale di PENETRAZIONE del Nord e Sud ITALIA. Le elite INTELLETTUALI adottano la poesia italiana come cultura. Chi riceve il testo lo adatta alla propria LIGUA: i Toscani, toscanizzano i testi Siciliani, perciò la persona che riceve il testo toscanizzato crede che i Siciliani lo abbiano scritto in quella lingua (es. DANTE crede che tutti in Sicilia cercassero una lingua sovrannazionale, ossia unitaria e anche lui cercherà di scrivere in una lingua SUPERIORE, UNITARIA). La poesia DIALETTALE resterà per sempre marcata come una poesia POPOLARESCA (DIALETTALI sesso). Nelle poesie ALTE si parla di AMORE ALTO e perciò si usa un LINGUAGGIO ALTO. Una lingua costruita a TAVOLINO su quei poeti del Trecento, una lingua che NON HA AVUTO, fino alla Prima Guerra Mondiale, un uso POPOLARE. MANZONI in realtà parlava o in MILANESE o in FRANCESE, NON in ITALIANO. La nostra POESIA nasce trattando TEMI ETEREI, in SICILIANO. Strumento culturale degli SVEVI. Quando vengono spazzati via dagli ANGIÒ, la letteratura SVEVA viene spazzata via. PULIZIA ETNICO-CULTURALE. La nostra poesia nasce da un EQUIVOCO, il pensare che i POETI scrivessero con un linguaggio ARCAICO-NAZIONALE. 3

5 LEZIONE 2 19/02/2014 [L.I.] Nel capitolo scorso UNIVERSALIZZAZIONE DELLA VISIONE AMOROSA, CHE SI RIFLETTE ANCHE NEL LINGUAGGIO, CHE DIVENTA PIÙ FILOSOFICO. IL TESTO NON È PIÙ LEGATO AD UNA MUSICA, POICHÉ I POETI SICILIANI NON SONO PIÙ PROFESSIONISTI DELLA MUSICA, MA FUNZIONARI. SONETTO Non sono mai testi abbandonati all impeto della passione, ma presi da una riflessione. [Per Leopardi la poesia deve essere una determinata cosa, perché la sue epoca percepisce la poesia in un certo modo, e lo schema metrico, perciò deve coincidere a queste concezioni (di poesia, di estetica)]. Ogni volta che un poeta introduce una apparentemente piccola variazione nello schema metrico, vuol dire che quello schema è cambiato, perciò sta succedendo qualcosa. Chi ha inventato la forma metrica? Gli schemi metrici vengono creati attraverso l adattamento, con l eccezione del SONETTO (Scuola Siciliana dei primissimi anni 30) Giacomo da Lentini, detto il notaro un burocrate della corte di Federico II. EX NOVO. [SCHEDA SU ARMIDA ] ENDECASILLABI Il sonetto canonico è costituito unicamente da endecasillabi (anche se raramente ha 11 sillabe, molto spesso si confondono sillabe e posizioni sillabiche, insomma un endecasillabo ha 11 posizioni sillabiche deriva dal decasillabo, un verso francese con 10 sillabe, il provenzale ha una altrissima densità di parole tronche [Parole piane: parole in cui l accento cade sulla penultima sillaba es. vìta, corsìvo, ecc.; tronche: in cui l accento cade sull ultima sillaba caffè; Sdrucciolo: terzultima sillaba accentata es. stupìdo; liberamene è trisdrucciolo?]. In francese la percentuale di queste è molto più alta, in provenzale la stragrande parte dei versi aveva l accento nell ultima lettera, nel decasillabo l accento cadeva sulla decima ed ultima sillaba. Spostandolo in area italiana corrisponde a quello che è il nostro endecasillabo tronco, il problema è che la stragrande parte delle parole italiane sono piane e siccome l accento cade sulla penultima, è sempre nella penultima sillaba così è un apparenza il decasillabo italiano). 4

6 ^ indica sinalefe elementi che fanno saltare il computo delle sillabe (es. Di-nan-zi^a-me: in realtà zi e a sarebbero due sillabe, in questo caso però abbiamo una posizione sillabica. Scatta la sinalefe e noi calcoliamo un unica posizione sillabica, è perciò una tronca e non ha un endecasillabo, ma se calcoliamo le sillabe non grammaticali ne abbiamo dieci). L endecasillabo è il verso imperiale della nostra letteratura. La Divina Commedia è fatta di endecasillabi, il verso nobile della nostra comunicazione. Verso più diffuso è il settenario, ossia un verso con 7 posizioni sillabiche un poco di spazio anche al novenario ( , da Dante in poi non ci saranno più, perché un verso parisillabo tende ad essere prevedibile e scatta una scansione binaria, es. la vispateresa, le filastrocche sono tutte parisillabe toh ton, suono militare e molto prevedibile). Variazioni in terne di ritmo che permettono meglio di articolare il pensiero. I 14 versi endecasillabi del sonetto sono nettamente Il sonetto si è diffuso in tutte le Letterature. Perché è BREVE, perché presenta insieme la massima GEOMETRICITA, MATEMATICITÀ e DUTTILITÀ. Un sonetto si compone sempre da: due quartine quartetti, 8 versi e due terzine terzetti, 6 versi. Le lettere sono il linguaggio fondamentale della metrica, la formula di base è utilizzare le lettere per indicare lo schema metrico, ogni lettera corrisponde ad una rima, con ogni nuova rima si introduce una nuova lettera: qualsiasi schema comincia con una A. Quando si indica con una maiuscola vuol dire che si indica un endecasillabo, se più piccolo si indica con la minuscola. I versi delle quartine rimano tra di loro e i versi delle terzine rimano tra di loro, A e B si trovano nelle quartine ed C, D ed E solo nelle terzine. Non esistono versi irrelati, che non facciano rima. Nelle quartine ci sono solo due rime (A e B): AB AB AB AB è lo schema più arcaico, poi sostituito dallo schema AB-BA; le terzine possono essere giocate su due rime o su tre rime quindi semplicemente C e D o C D E (potremmo avere CDE CDE o CDE DCE, ci deve essere un collegamento tra prima quartina deve rimare con la seconda quartina e con la prima terzina, la prima terzina deve rimare solo con la seconda terzina). JACOPO DA LENTINI Con il primo sonetto di Jacopo da Lentini avremo C D C D C D, abbiamo trovato subito all inizio un caso diverso di terzine del sonetto, le rime delle terzine rimano solo tra di loro. 5

7 Il tema del sonetto è la natura di Amore, che cos è amore e come nasce Amore. Il poeta provenzale di solito non si interrogava sull origine dell amore, il poeta siciliano sì. Esigenza di fare il punto, di darsi dei principi scientifico-ideologici, il testo nasce dalla tensione fra due poeti: discutono filosoficamente su cos è l amore e ognuno parte da una posizione filosofica diversa. NOVITÀ: la RIMA, l ASSOCIAZIONE DI UNA PAROLA IN RIMA CON UN ALTRA (sceglie parole in rima o FACILI o DIFFICILI amore e core da far rimare in un sonetto sarebbero difficilissime). Collegamento tra le quartine e le terzine mediante la parola core. La parola in rima del primo verso delle terzine, che poi ritroviamo all inizio del 4 verso della quartina, e lo ritroviamo all inizio del primo verso della quartina. Il gioco è ancora più forte, la prima parola con cui il core rima è amore (la prima parola del testo) perciò la rima scatta dentro di sé già nel primo verso. Sonetto che riguarda appunto il modo in cui l amore nasce nel cuore. Oppure sono sostantivi che rimandano all abito della fisica, della scienza: naturalmente come avviene secondo le leggi della natura, concepitore. Moltissime di queste parole sono lunghe, vuol dire che c è una ricerca del difficile. Amore è un desiderio che viene dal cuore Per abondanza del gran piacimento, e gli occhi come prima cosa generano l amore e il cuore gli dà nutrimento [ ] Uno dei testi principali di Aristotele, che da la struttura concettuale al Medioevo è Il modo in cui gli animali generano, il primo libro di zoologia, la nascita dell amore con un linguaggio che riguardano la fisiologia. Io mi innamoro se VEDO la donna. Avevano una tipologia d amore, l amor da lonh (amore da lontano): non vi ho mai veduta ma il sentimento di innamoramento che provo viene da quello che so di voi. Secondo da Lentini l amore è sottoposto sotto le leggi della fisica, perciò si deve vedere per amare. Qualche volta l uomo è amatore, ossia si innamora senza aver visto il suo innamoramento, ma quell amore vero che ha il furore, ha la sua nascita dalla vista degli occhi. 6

8 Connessione OCCHI CUORE AMORE. Dante si innamora di Beatrice perché la vede camminare. L ottica del Medioevo è che l uomo vede Dio nello specchio, che manda come dei raggi, tutto nel mondo medievale si tiene e si sistema. [ ] gli occhi presentano al cuore Un immagine del bene e del male [ ] Per i medievali dagli occhi escono degli atomi che sono l immagine materiale di ciò che viene emanato. Se guardo una donna, io interiorizzo una donna. Jacopo da Lentini dice in un altra canzone Io vi ho dipinto dentro di me, l idea del portare la donna in sé, che può essere qualcosa di bello o qualcosa di ossessivo. Lo stesso elemento fisico permette una concezione nuova delle cose nei poeti. [ ] secondo la sua forma naturale; [ ] la natura è la sostanza, il concreto, la natura è un concetto superiore, filosoficamente parlando. il cuore immagina e gli piace quella spinta naturale e questo amore regna fra la gente. DANTE Nel 1266 gli SVEVI vengono cancellati dalla storia europea, l ultimo fu Manfredi sconfitto in battaglia (poi gli Angiò e gli Aragonesi). In Toscana, in Pianura Padana e nel Veneto, c è una toscanizzazione dei testi che fa si che i toscani non si rendano conto di avere una traduzione dei testi, ma ormai quella poesia è divenuta il canone dei centri d Italia. Fenomeno siculo-toscani che sono toscani che fanno poesia alla maniera siciliana: Guittone d Arezzo, grande nemico di Dante (da lui visti come poeti troppo rozzi e plebei). Definizione DOLCE STIL NOVO: elaborata da Dante stesso, il problema è che la elabora nel purgatorio, verso la fine e fa dire ad un siculo-toscano Ah, adesso capisco cos è quel dolce stil novo che odo. Dante sta parlando di sé e di tutta un fase giovanile fiorentina. 7

9 Si crea una sorta di cerchia di giovanissimi poeti nella quale si aggiunge Dante e indica come padre di questa piccola cerchia d avanguardia Guido Guinizzelli (morto nel comune di Monselce). 8

10 LEZIONE 3 21/02/2014 [L.I.] SonettoTra gli schemi metrici delle origini è l unico che continui ad essere utilizzato nell Ottocento, dai grandi poeti. Il sonetto per la sua caratteristica: geometricità fissa, un po solitamente regolare e un po irregolare. Una forma assolutamente duttile. Guido Guinizzelli è bolognese e quindi si inserisce in quel percorso che porta la poesia siciliana al centro Italia. Dimensione filosofico, scientifica molto forte, grazie al veicolo della cultura araba e della cultura greca. Bologna è la sede della più grande università d Europa allora esistente. La cultura universitaria (laica) nasce in opposizione alla cultura religiosa che trova il suo habitat nelle scuole delle cattedrali (cultura religiosa). Compost dall uomo della cultura borghese. Di fronte alla grande CULTURA COMUNALE (il comune nasce come espressione della cultura borghese: commercianti, persone che non hanno il sangue blu e che, eppure, sono ricchissime, molto più spesso ricche della aristocrazia). I borghesi accorrono nelle città per gli affari e la grande aristocrazia vive nei castelli tutto attorno. Firenze è all epoca la capitale finanziaria d Europa e il fiorino è la valuta di riferimento, ma Firenze è circondata e quasi assediata dai castelli dell aristocrazia. C è una vera e propria guerra tra il comune e gli aristocratici esterni. Per es. l aristocratico ritiene che tutto ciò che passe per le sue terre deve essere posto sotto pedaggio (secondo la tradizione feudale), per il commerciante quell aristocratico, non è un aristocratico, ma un brigante di strada, perciò c è un confronto molto forte, perché il commerciante vuole liberarsi dal controllo del marchese. La città è oligarchica, ma non è il valore del sangue, ma l intelligenza in primo luogo (es. il Decameron è un inno all intelligenza). Abbiamo già visto in Jacopo Da Lentini il significato di amore. Questa dinamica è associata al tema della nobiltà, l amore si collega con il tema fondamentale per il medioevo ossia la libertà. Il concetto di nobiltà viene di nuovo, completamente scollegato da una nobiltà di sangue. Guido Guinizzelli elabora un principio che associa l amore ad una nobiltà che non ha nulla di aristocratico, una sorta di vero e proprio manifesto della nuova poesia. Al cor gentil (sinonimo di nobile) rempaira sempre amore 9

11 Come l ausello in selva a la verdura; [ ]. Dante parla di Dolce stil novo ( dolce è assolutamente un termine tecnico perché si contrappone ad aspro vuol dire musicale, cioè i testi di G.G. sono caratterizzati da rime musicali, che hanno suoni aspri e da una sintassi facile e da una chiarezza di pensiero). Guittone D Arezzo la scuola toscana in contrapposizione (consonanza o quasi rima). Testo molto difficile da leggere, si è parlato anche di enigmistica. Guinizzelli invece sfrutta una musicalità del testo. Una canzone ossia una testo adattato (la nostra canzone di musica leggera un termine assolutamente tecnico, anche più di sonetto, è qualcosa che non ha una struttura facilmente riconoscibile oggi la canzone tecnica è morta, ad un certo punto ha esaurito le sue potenzialità, la canzone moderna è qualcosa di profondamente libero). Dante è stato un grande poeta ed un grande teorico, ha messo gli ultimi chiodi sulla barra del medioevo, è la summa del medioevo, portando la poesia medievale ad un punto in cui è stato detto tutto e bisogna cambiare registro. Scrive il trattato De vulgari eloquentia, D. è uno spartiacque, fa una sorta di fotografia della situazione, sceglie in base ai suoi gusti e tutti quelli che verranno dopo faranno poesia sulla base dell uso di D. sulla vulgari eloquentia. Butta fuori i versi parisillabi, d ora in poi si useranno solo i settenari e i decasillabi. Un trattato di metrica e si rivolge ai poeti colti, quindi in latino e si rivolge alla scienza: nella cultura medievale ciò che è alto ha forme ed ha regole. Poi abbiamo 3 testi (canzoni, ballate e sonetti), la commedia ha 3 cantiche (Paradiso, Purgatorio ed Inferno), nel pensiero Cristiano c è la trinità. Il pensiero medievale è un pensiero simbolico, tutto è simbolo e tutto deve essere visto alla luce di questo simbolo. Tutto rientra in alcune categorie. Le forme metriche senza leggi né regole vengono espulse. Inferno, Purgatorio e Paradiso hanno diversi livelli, stilistici e anche concettuali. La canzone è il genere più alto, la ballata è il genere intermedio, il sonetto il più basso. Il sonetto è più breve, più duttile ed utilizzato per parlare di qualsiasi cosa. Di tutte le forme metriche noi riteniamo che la canzone sia più eccellente, per temi e per linguaggio. CanzoneLa canzone è un testo che esprime un pensiero cioè una dimensione concettuale. 10

12 Una forma lunga perché è costituita da un insieme di strofe che si chiamano stanze. Ci sono più strofe, cioè più stanze nella canzone di G.G. Dante fa sì che ogni canzone abbia in media 5 o 6 strofe, cioè stanze. Più sono le strofe più la canzone è alta. Più la canzone è lunga e più c è spazio per organizzare il pensiero e più è complessa e ambiziosa. Le stanze sono tutte uguali, con lo stesso schema rimico. I provenzali componevano testo e musica (perciò è ovvio che ogni istanza di canzone ha sotto la stessa musica), nella poesia volgare la musica scompare ma questo elemento metrico resta. Vedremo che sarà Leopardi a spezzare l idea che le stanze sono tutte uguali. Rompe completamente lo schema. La stanza ha sempre uno schema interno molto rigido che risponde ai movimenti della musica. Si divide sempre in due parti. FRONTE, SIRMA e CONGEDO. La fronte può dividersi, ma quasi sempre, in 2 piedi, il fatto che da Dante in poi si divida sempre è un es. di come lui abbia scritto le regole della poesia. Il giochino è che di nuovo, un po come per il sonetto, le rime della fronte non rimano con le rime della sirma, uno schema di testo si analizza mettendo le nostre lettere. Nella sirma abbiamo rime AB BA, AB BA e AB, AB BC, AB BC e altre rime. I due piedi hanno lo stesso schema AB BC, AB BC; AB BA, AB BA; ABC, ABC [la lettera maiuscola indica l endecasillabo e quella minuscola il settenario]: possono esserci nella canzone possono essere endecasillabi e settenari. Non è cosa indifferente per un poeta, perché usare un endecasillabo ed usare un settenario non è stessa cosa, la canzone è più nobile del sonetto in primo luogo perché è più lunga, ossia l endecasillabo è più nobile del settenario perché è più lungo, ossia ci stanno più parole e il pensiero si sviluppa di più. Posso sviluppare elementi più alti, più concettuali. Se una canzone è di endecasillabi le rime tra di loro sono più lontane, se è tutta di settenari le rime sono molto più vicine tra di loro, la mia canzone è più dolce perché è più musicale. Perciò prevale l aspetto musicale sull aspetto concettuale. 1 legge) Quanto più sono gli endecasillabi tanto più il testo è alto (Chiare, fresche et dolci acque Petrarca, i piedi di 4 versi); 2 legge) la sirma: da D. in poi è un monoblocco (indivisa), ma prima, dopo D. è molto raro, anche lei poteva essere divisa in due. Le due parti della sirma si chiamano volte: Le rime della fronte non le ritroviamo nella sirma; abbiamo sempre: settenario, s., s., e. ed endecasillabo e ancora s., s., s., e e., il secondo rima col secondo e il quarto rima con il quarto. 11

13 In Jacopo da Lentini le due volte sono di nuovo uguali [la lettera tra parentesi indica la rima interna]. Due versi baciati, due versi baciati. Dante crea un unico blocco e fa rimare il primo verso della sirma, con l ultimo verso della fronte (gente ha rima con altamente). L ultimo verso del piede rima con il primo verso della sirma. Cerca un modo per legare musicalmente il primo e secondo pezzo, senza musica. Ciò permette di legare la prima e la seconda unità. Chiave: perché apre e chiude la struttura. Il poeta fa un po quello che vuole. Non ci sono rime che non rimino con altri versi. Quanti sono i versi della sirma, tanto più vuol dire che la canzone è alta. La canzone si conclude con due versi baciati (ossia che rimano tra di loro). La canzone è geometrica perché rimanda all idea che il mondo è fatto geometricamente da Dio, mondo perfetto. Mondo tripartito, disegnato dall uomo medievale perfettamente geometrico. Ascrizione del mondo alle tre grandi stirpi derivate da Noè. La cultura medievale non può che creare un tipo di struttura geometrica, perciò la forma alta deve essere una forma geometrica. Per Leopardi la poesia è canto perciò non può essere inscatolata, ma deve essere più intima, più libera, perciò non ci saranno più stanze tutte uguali, sono versi liberi i suoi. Ad un certo punto la canzone non è più adatta ai tempi, e viene modificata. Congedo La canzone viene chiusa da un congedo e il poeta si rivolge alla sua canzone e la congeda, mandandola presso il lettore. Qui precipita il senso della poesia. Tendenzialmente il congedo è costruito sulla sirma: Canzon, vattene dritto a quella donna [ ] scriveva Dante. Gli ultimi versi della sirma sono baciati e rimano tra di loro, come il secondo e il terzo. Ci sono eccezioni come in Chiare, fresche et dolci acque gli ultimi due versi del congedo rimano tra di loro, il terzultimo verso rima con il penultimo verso [?]. Petrarca scrisse: [ ] Se tu avessi ornamenti quant ài voglia, potresti arditamente 12

14 uscir del boscho et gir in fra la gente.. GUINIZZELLI il tema della nobiltà, canzone sulle dinamiche dell amore e su cos è la nobiltà. Il cuore della canzone è nel verso 31: Fere lo sol lo fango tutto l giorno: vile reman, né l sol perde calore; d s omo alter (altezzoso): «Gentil (nobile) per sclatta torno (per discendenza famigliare)»; lui semblo (assimilo, lo faccio sembiante) al fango, al sol gentil valore: ché non dé dar om fé che gentilezza sia fòr di coraggio (non si deve credere che la nobiltà sia fuori dal cuore) in degnità d ere (in una degnità di erede non si eredita) sed a verture non ha gentil core, (ma è dentro al cuore) com aigua porta raggio e l ciel riten le stelle e lo splendore. Tutti sono aristocratici se sono interiormente nobili. Al cor gentil rempaira sempre amore (l amore torna sempre al cuore gentile) Come l ausello in selva a la verdura; né fe amor anti che gentil core, né gentil core anti ch amor, natura: ch adesso con fu l sole, sì tosto lo splendore fu lucente, né fu davanti l sole; 13

15 e prende amore in gentilezza loco così propriamente come calore in clarità di foco (il cuor gentile si innamora sempre). La fisica medievale dice che l amore vuole tornare al cuore nobile, e tutto il resto è un esemplificazione di questo postulato filosofico come un uccello torna al nido. La retorica non è un ornamento ma ha un effetto, qui siamo di fronte ad un chiasmo, cioè ad una X, se noi sostituiamo amore con a e gentil core con b, abbiamo AB BA. Il punto al retorico fra gentile e amore ha più senso ancora dei versi che compaiono nell incipit, una definizione scientifica. la natura non ha fatto l amore prima di gentil cuore e non il gentil cuore prima di amore (sono due cose diverse ma sono in realtà la stessa cosa) il padre e il figlio sono insieme. Il sole e il suo calore sono due cose diverse ma non sono scindibili. 14

16 LEZIONE 4 24/02/2014 [L.I.] Tutta la stanza perciò è giocata su un lessico filosofico, la pulsione al ritorno alla sua sede naturale di ogni cosa; piena integrazione tra cuore gentile e amore (il calore del sole, non è separabile dal sole) così l uccello torna al bosco. ch adesso con fu l sole, sì tosto lo splendore fu lucente, né fu davanti l sole; (la natura non fa l amore prima del cuore gentile, la natura non fa il cuor gentile prima dell amore) [ ] foco d amore in gentil cor s aprende come vertute in petra preziosa che da la stella valor no i discende anti che l sol la faccia [ ] (il sole purifica, rende gentile la pietra preziosa e a questo punto, dalla stella gli scende il valore nella cultura medievale le stelle danno un valore alle cose, nel Medioevo astronomi e astrologia non si distinguono propriamente, perciò ogni cosa del creato viene diretta da una stella rimanda alla concezione di un mondo emanato da Dio: c è tutto ogni forza, ogni virtù, ogni caratteristica; passata alle stelle, che si caricano di una virtù e questi influenzano ciò che è sulla terra). Nella 5 stanza ci spostiamo ad una dimensione cosmica. Eravamo partiti dall amore di un uomo per una donna. Poi spostati sul piano metafisico universale. Nel sistema astronomico medievale siamo di fronte ad un sistema geocentrico, la terra è al centro. Attorno alla terra ci sono delle sfere, cioè dei cieli, ogni sfera è i cielo di un pianeta (Mercurio, Giove, Marte, Urano). Una sorta di motore immobile, un sistema di cieli e di sfere concentriche. Con la relig. Cristiana, le sfere sono intelligenze angeliche : l angelo è il modo in cui queste intelligenze si manifestano agli uomini. Questi angeli sono puro intelletto, fanno muovere il mondo perché rispondono al Dio, creatore, che splende agli angeli più di quanto non faccia il sole ai nostri occhi. 15

17 gli ruota attorno e gli obbedisce così che l uomo una volta che le vede splendere sé stesso nei suoi occhi, che vorrà sempre obbedirle. La donna è il centro dell uomo. Nella 6 stanza, simile ad un congedo: si rivolge alla donna. Donna, Deo mi dirà: [ ] Essendo la mia anima davanti a lui, Dio mi dirà, Che presunzione hai avuto? Hai attraversato il cielo e sei arrivato fino a me e mi hai sostituito con un vano amore per semblanti (similitudini): per me conviene la lode alla regina del nostro regno (la Madonna perciò tutto qurllo detto da G. è sbagliato), Non è stata una colpa se l ho amata, perché sembrava un angelo del tuo regno. La donna bella, non una donna angelo. Non come la donna angelo, Beatrice, di Dante considerata un miracolo, inviato da Dio per salvare tutti gli uomini. Accentramento sul soggetto poetante: accentramento sull Io, una contrapposizione molto forte con gli altri. Io voglio del ver la mia donna laudare ed asemblarli la rosa e lo giglio (io assimilo la mia donna alla rosa ed al giglio) più che stella diana (Venere) splende e pare, e ciò ch è lassù bello a lei somiglio. Non si faceva di dire ad una donna che era bella come una rosa, questa cosa si introduce con Guinizzelli. Verde river a lei rasembro e l âre, tutti color di fior, giano e vermiglio, oro ed azzurro e ricche gioi per dare: medesimo Amor per lei rafina meglio. Il passeggio della donna e l effetto che fa all uomo 16

18 Passa per via adorna, e sì gentile Ch abassa orgoglio a cui dona salute, e fa l de nostra fé se non la crede; e no lle pò apressare om che sia vile; ancor ve dirò c ha maggior vertute: null om pò mal pensar fin che la vede Quando Francesca, nel canto di Dante vuole spiegare come mai erano lei e Paolo all Inferno, fa ammenda delle sue posizioni giovanili, perché queste poesie di G. hanno spinto Francesca a credere che fosse tutto legittimo. Guinizzelli non a caso è tra i lussuriosi nel Purgatorio, l idea del pericolo della poesia. GUIDO CAVALCANTI Non fosse stato per Dante, avrebbe avuto ben altro spazio. La sua dimensione filosofica è ancora più accentuata. È un vero e proprio poeta filosofo. Donna me prega: un vero e proprio trattato (canzone) medico e filosofico sull Amore. C. appartiene ad una scuola filosofica medievale particolare, quello chiamato aristotelismo radicale o averroismo. Aristotele è chiamato da Dante: maestro di color che sanno, perché creò il sistema filosofico intellettuale che, non solo caratterizza il mondo antico, ma anche la nostra società. è stato detto che il computer senza Aristotele non esisterebbe, nemmeno la logica Occidentale. Il Cristianesimo ad un certo punto ha bisogno di creare un proprio sistema teologico, perciò lo cristianizza. Soprattutto con Tommaso d Aquino: Aristotele è la base dell Ortodossia cattolica. Molti testi di Aristotele sono degli appunti di scuola, suoi o dei suoi studenti: molto spesso non si capisce che cosa volesse dire, come con Tommaso d Aquino e Averroè (un arabo che ha commentato Aristotele anche aristotelismo radicale: non c è una persona chiamata Dio, non c è 17

19 un anima come entità autonoma che sopravvive dopo la morte, quella che chiamiamo anima è un insieme di funzioni fisiologiche, del corpo). L immagine che si posa all interno dell animo, dell intelligenza: attenzione, può essere una cosa bella, una presenza che ti accompagna, oppure può diventare un ossessione. Qui siamo arrivati a Cavalcanti per cui l Amore è qualcosa di profondamente negativo, visto da un punto di vista medico. L immagine della donna passa attraverso gli occhi, questa immagine va a bloccare le funzioni fisiologiche, non produce un innalzamento, non gli abbassa l orgoglio, ma paradossalmente l uomo non può pensare finché vede la donna, perché quest immagine diventa un elemento inibente. Voi che per li occhi mi passaste l core E destaste la mente che dormia, guardate a l angosciosa vita mia, che sospirando la distrugge Amore. (terminologia guerresca) E vien tagliando di sì gran valore, che deboletti spiriti van via: (gli spiriti che fan funzionare il corpo umano) riman figura sol en segnoria (in mio potere resta solo l immagine esterna, non ho più il controllo) e voce alquanta, che parla dolore. (il fatto stesso di aver trasformato dolore in complemento oggetto crea molto più forte l identificazione poesia dolore) Fa rimare Amore con Dolore, un associazione strana. A, B B A, A, B B A Rivoluziona il sonetto. Con Guinizzelli: Inevitabilmente con uno schema A B, A B si bloccano i due versi. Passando a Cavalcanti, la quartina è molto più compatta rispetto Guinizzelli. 18

20 Un unico concetto, l imperativo guardate e collegato a dipende da voi. La seconda quartina ha una cesura più forte. Lo schema rimico sarà sempre AB, BA dopo Cavalcanti, il bisogno di testi più fluidi. L anima mia vilment è sbigotita De la battaglia ch ell ave dal core (il cuore produce battaglia per l uomo): che s ella sente pur un poco Amore più presso a lui che non sòle, ella more. La battaglia è passata attraverso gli occhi. L inibizione delle funzioni del corpo dell uomo è causa di morte. Tutta la prima quartina è una grande domanda, che finisce con Chi è questa che vèn, [ ]. Siamo nella scena che avevamo vista in Guinizzelli, siamo di fronte ad una donna che cammina per strada (cita il Cantico dei cantici della Bibbia). Un po più erotico di quanto appaia nella Bibbia, una sorta di canto per le nozze (imeneo). Cosa è successo quando la cultura cristiana si è ritrovata questo testo molto erotico, la donna che cerca lo sposo e vuole ricongiungersi con lo sposo, diventa l anima che vuole ricongiungersi con Dio: Chi è questa fanciulla che vien dal deserto [ ] ; virato in chiave spirituale dell anima. Gli effetti tragici della sensualità femminile. Qui si capisce che ci sono più uomini, ma non c è il concentrarsi degli sguardi. La battaglia passa attraverso gli occhi. Sapendo le teorie medico fisiche di cavalcanti, l effetto di quel passaggio, così che parlare nessun uomo può. Le due terzine cominciano con Non e Non. Finisce con un anafora: ovvero l effetto di inizio di versi successivi con la stessa parola o gruppo di parole. È tutto nel segno del Non, dell annichilimento dell uomo, dell incapacità di fare, ecc. Un parallelismo positivo. O Deo, che sembra quando li occhi gira, 19

21 dical Amor, ch i nol savria contare: cotanto d umiltà donna mi pare, ch ognaltra ver di lei i la chiami ira. Salute e vertute, famiglia rimica, come cuore e amore, due sostantivi che ricorrono in continuazione. Cavalcanti fa continuamente riferimento al sonetto di Guinizzelli. Un segnale che il lettore deve cogliere. La sua volontà di contrapporsi a quel sonetto. Passiamo dalla prima persona singolare, io, al noi a tutti gli uomini; la nostra mente, la nostra intelligenza non fu così alta, così profonda e non fu riposta tanta salute (non hanno intelligenza, né saluta). Noi siamo in grado di capire la bellezza della donna, non siamo in grado di fare nulla. RUSTICO DE FILIPPI Un poeta giocoso, che fa sonetti divertenti. Sonetto chiaramente (misogeno) costruito facendo la parodia di tutti i sonetti in cui c è la donna angelicata e dei suoi effetti sull uomo. Abbassamento a livello fisico più sgradevole. Donna vecchia e puzzolente. DANTE Un sonetto giovanile Vita nova. La donna in poesia deve morire giovane, perché tutto ciò aiuta la distanza. È il racconto dell innamoramento di Dante per Beatrice, della morte di Beatrice, il cedimento di Dante e il ritorno di Beatrice ( : Dante aveva 30 anni, riprende i testi giovanili per Beatrice e li ricompone a raccontare la storia dell Amore). Blocchi in prosa che da un lato commentano i testi e dall altro riempiono i vuoti tra i testi. Si chiama prosimetro. 20

22 LEZIONE 5 26/02/2014 [L.I.] VITA NOVA Cap1, cap 2 Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare. [ ] L età di Beatrice è calcolata con la precisione degli equinozi, conoscibile solo intellettualmente. Dante indice Beatrice nel segno di qualcosa di intellettuale, non fisico. Lo scarto della donna angelicata di Guinizzelli. Dice che aveva nove anni quando ai suoi occhi apparve per la prima volta la donna della sua mente (la signora, padrona della mia mente), fu chiamata da molti Beatrice, molti che non sapevano come si chiamasse. Dante sta dicendo che veniva chiamata Beatrice da molti che ne ignoravano il nome. Questo è il senhal, il falso nome, Beatrice è un qualche cosa che la indica, ma l importante è che cosa viene indicato. Questa fanciulla dà beatitudine, qualcosa di paradisiaco, beati è il termine tecnico di coloro che sono in paradiso. La natura di Beatrice è di essere beatrice, beatificante. Gli uomini non sanno come si chiama, ma la chiamano Beatrice, ma lei casualmente si chiamava Beatrice, il suo nome anagrafico giusto. Beatrice è per natura, per volontà divina una creatura beatificante. Testo letterario come elaborazione della vita, Dante gioca tutto sulla metafora del libro. in quella parte del libro della mia memoria, la memoria umana è un libro sul quale si scrive continuamente. Le pagine scritte tra i cinque e sei anni sono ben poche nel libro della memoria. Rubrica: una linea scritta in rosso (rubro) per essere più visibile, che serve per distinguere le parci (come dire, C è un Titolo ): Incipit Vita Nova, vuol dire comincia il libro Vita Nova, ma anche che con Beatrice comincia una nuova vita (novus: nuovo, iniziale, giovanile vita nova vuol dire perciò vita giovanile, ma anche vita rinnovata dall incontro con Beatrice). Dice che l opera che il lettore ha in mano è la copiatura di quello che si ricorda. Il congedo non è costituito dalla sirma, ma occupa un intera stanza. Una canzone dilatata alla ricerca della sua massima altezza. 21

23 Ad un certo punto Beatrice toglie il saluto a Dante, quindi segna una frattura nei modi di fare poesia delle origini, c è una rottura tra lui e quelli che hanno fatto poesia prima di lui. Dante per nascondere l amore per Beatrice, perché così vuole il Galateo, perciò si mette a guardare altre donne. Beatrice si offende e gli toglie il saluto. Donne che avete intelletto d amore : una poesia della lode, che non ha a che fare con qualsiasi tipo di restituzione da parte della donna. La mia poesia è soltanto una poesia di lode. Assolutamente intellettuale, che loda la donna come figura salvifica. Le donne sono le destinatarie. Donne che hanno una conoscenza intellettuale dell amore. Il verso finisce con un sintagma, molto straniante per la pratica poetica intelletto d amore. La lode della donna non può mai raggiungere la pienezza. Quando Dante arriva in paradiso dice in continuazione: non si può descrivere con pienezza la bellezza del Paradiso. Perciò non è possibile finire la laude. Abbiamo una scena paradisiaca, si sposta in paradiso con un angelo che parla di fronte a Dio. Il Paradiso cristiano. L angelo dice: Sire, nel mondo si vede maraviglia ne l atto che procede d un anima che nfin qua su risplende. Se Beatrice fosse tolta gli uomini cadrebbero nella disperazione, la pietà intercede presso Dio. Questa pietà è da intendere proprio come la Madonna. Il poeta contro dio e la Madonna (avvocata pietosa degli uomini). Dio: Diletti miei, or sofferite in pace che vostra spene (speranza) sia quanto me piace la vè alcun che perder lei s attende, e che dirà ne lo inferno: O mal nati, io vidi la speranza de beati Già a vent anni Dante aveva un abbozzo di Divina Commedia in mente. Molti uomini non potranno essere salvati da Beatrice andranno all Inferno, ma potranno dire, io ho visto Beatrice. Madonna (la Mia dinna, ossia Beatrice) è desiderata in Paradiso, Chi sopporterebbe di vederla diventerebbe nobile o morirebbe. Quelle che abbiamo chiamato famiglie rimiche si spostano da un testo all altro, perché possano capire gli spostamenti del testo. La salute è la salvezza per l uomo. Non può andare all inferno chi ha parlato con lei, chi parla con Beatrice è salvo, in senso cristiano, prima con Guinizzelli avevamo l idea che il contatto con Beatrice rende migliori, ma non salvifica. Dante ha una mirabile visione, nella quale io vidi cose che mi fecero scegliere di non dire più di questa Benedetta, fino a quando non potrò trattare più degnamente di lei. 22

24 E di venire a ciò io studio quanto posso, sicché Dio mi lascia in vita io spero di dire di lei ciò che non è mai stato detto di nessuna donna Dopo che avrò scritto questo allora Dio mi faccia morire, in modo che io possa venire a vedere Beatrice che mira in Dio (atto dei beati e degli angeli, che guardano intellettualmente in Dio). Tutto costellato di riferimenti cristiani. Dante raccoglie le sue rime, ma non tutte, che poi vengono messe in un blocco chiamato Rime : Guido Cavalcanti è amico di Dante, tanto che la Vita Nova è dedicata a lui. Guido, i vorrei che tu a Lapo ed io Fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio, si che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse l disio. E monna Vanna e monna Lagia poi con quella ch è sul numer de le trenta con noi ponesse il buono incantatore: e quivi ragionar sempre d amore, e ciascuna di lor fosse contenta, si come i credo che saremmo noi. il sonetto è stato lasciato fuori perché non era riciclabile per Beatrice 23

25 fa riferimento a tutti i romanzi di quel tempo (es. Mago Merlino: messi in un vasel, la barca che spesso compare nei romanzi con Mago Merlino). Tutta una dimensione allusiva che non è concepibile nella Vita Nova. Rima in ore facilissima e rime in ento (es. vento), poi io (es. rio, disio). Quanto più sono le vocali, tanto più lo stile è dolce (dolce stil novo), un sonetto di scuola, in cui ci sono i tre principali poeti latini dell epoca ed è dolce (la rima è facile, le vocali di o e io terminano in noi ). La rima si ha quando tutto il finale della parola è uguale, quindi l accento cade su e (lènto, piancimènto, tormènto, incantamènto), cambiano le consonanti interne: assonanza, quando cambiano le vocali: consonanza. Abbiamo qui una assonanza che crea una musicalità facile dalle quartine alle terzine. Dettaglio dell inizio (elenco dei nomi), alla sintesi della fine ( noi ). Ciclo delle petrose : Petrose perché la donna si chiama Petra, nome non particolarmente musicale e dolce (-tr molto duro), questa Petra è come il suo nome. Convenientia: l idea che nella poesia lo stile deve corrispondere al contenuto, la stessa ragione per cui l Inferno è più facile e il Paradiso è più difficile. L amore di Dante per Petra è molto più sensuale, canzone come una sorta di proiezione di una violenza. Così nel mio parlar voglio esser aspro Com è ne li atti questa bella petra, la quale ognora impetra maggior durezza e più natura cruda, e veste sua persona d un diaspro tal che per lui, o perch ella s arretra, non esce di faretra saetta che già mai la colga ignuda; 24

26 Idea dell ossessione: Cotanto del mio mal par che si prezzi quanto legno di mar che non lieva onda; e l peso che m affonda [ ] Il punto più violento: Così vedess io lui fender per mezzo lo core a la crudele che l mio squatra; poi non mi sarebb atra la morte, ov io per sua bellezza corro: ché tanto dà nel sol quando nel rezzo [ ] Avere gola, dimensione animalesca. La canzone termina con una canzone che rimanda alla vendetta. PETRARCA Petrarca è di una generazione dopo di Dante (il padre di Petrarca è mandato in esilio con Dante). Un mondo completamente nuovo. Rispetto a Dante ha una cultura umanistica profondissima (Dante cita nei suoi testi molte opere latine, ma la sua biblioteca è molto ristretta in tutta la sua vita fa l ambasciatore [muore di malaria a Venezia]). Petrarca ha fatto per quasi tutta la sua vita l intellettuale, il poeta. Questo gli ha anche permesso, grazie anche ad una ricchezza personale, lo stesso è il primo grande cacciatore di manoscritti latini. Ha un livello molto più sensibile. 25

27 Per Petrarca i classici latini sono dei modelli da integrare e nascondere nel proprio sistema poetico. Gioca con i classici latini pari, pari. E fare poesia è incorporare i classici latini Scrive un bellissimo Epistolario latino: lettere ad Orazio, ecc. come a degli amici con i quali dialogare. Tra poeta e il suo modello deve esserci lo stesso rapporto che c è tra padre e figlio. Devo riconosce l ombra di Orazio, non come presa da Orazio, ma come un immagine di autonomia. 26

28 LEZIONE 6 28/02/2014 [L.I.] FRANCESCO PETRARCA Petrarca è detto il primo uomo moderno. Classicità che non è più un mondo superiore, irraggiungibile, ma è qualcosa che è insieme molto più lontano, come molto più vicino. Dante scrive alcuni suoi trattati in latino, la lingua d uso, come per Petrarca. L italiano d oggi non è più quello di duecento anni fa; il latino nell Epoca Arcaica è un po diverso da quello dell Epoca d Oro. Dante non ha la percezione di questa trasformazione della lingua, percepisce il latino come quello utilizzato dai romani, si sente parte di un unico cosmo caratterizzato dalla decadenza (l idea di un peccato originale da cui la sua verità degenera, si raggiungerà l apice della decadenza con l Anti Cristo, il giudizio universale alla fine). Petrarca invece è in grado di cogliere queste differenze, ha l idea molto forte che i tempi presenti sono una cosa completamente diversa, che c è in mezzo una rottura molto più forte (allontanamento dal mondo classico, un altro mondo non la degenerazione di qualche cosa, ma un altro mondo). Un vuoto che deve essere recuperato alla pari. Quella cultura classica può essere inglobata nella propria poesia per produrre qualcosa di completamente diverso. Per entrambi il Cristianesimo è un elemento imprescindibile, ma cambia il modo di vedere questo Cristianesimo e cambia il modello, il referente: per Dante è San Tommaso d Aquino, un teologo che commenta un testo greco, che ricava un sistema concettuale che serve per interpretare organicamente il mondo. Strutturazione intellettuale molto rigida; Petrarca si rifà invece a Sant Agostino, un latino romano, autore di uno dei testi principali della cultura Occidentale, ossia Le Confessioni quelle di SA sono riflessioni che partono dai propri dubbi, dal proprio percorso di ricerca, nasce eretico e poi si converte con grandi travagli al Cattolicesimo, c è pure una parte autobiografica, un testo concentrato sulla riflessione su di sé, non la categorizzazione delle cose del mondo. Un Cristianesimo molto più intimistico incentrato sulla psicologia e sul senso di colpa. Secretum Testo in latino, Cosa segreta il titolo completo sarebbe Secretum Mearum Curarum, ossia Diario segreto dei miei affanni un testo che Petrarca scrive per sé, che dovrebbe essere privato. La cultura di Dante è fortemente pubblica, quella di Petrarca è rivolta verso sé stesso (come analisi di sé). P. costruisce un immagine di sé, l idea di un uomo senza una vera identità data, fissa, ma che questa identità viene costruita. 27

29 Petrarca anticipa la data della composizione di questo testo a un anno fondamentale per la sua biografia, nel quale dovrebbe esserci una sorta di conversione dell uomo. È una forma di diario un po strana, è un dialogo che dimostra una grandissima abilità letteraria: uno si chiama Francesco e l altro S. Agostino, siamo di fronte al Super Ego una fase psicanalitica, Agostino passa tutto il dialogo a rimproverare Francesco, lo fa passando in rassegna i sette vizi capitali. Un testo di confessione cristiana, un po confessione dell anima. Petrarca è colpevole di tutti e sette i Peccati Capitali, colpevole in tutti gli aspetti, ma sono fondamentali: la lussuria (la donna amata Laura, scatto abissale perché l amore per Laura è un amore assolutamente terreno, una donna assolutamente terrena ciò che è importante sono le ripercussioni psicologiche dell amore per L., una figura assolutamente diafana, indefinibile, priva di una sua concretezza, perché sono importanti gli effetti psicologici) e l accidia (una sorta di pigrizia, di torpore per un monaco non essere ligio agli orari di ufficio) i sette Peccati Capitali nascono pensati per i monaci, per dei religiosi, a un certo punto, intorno all XI e attorno al XII secolo, questi Capitali si laicizzano, vengono adattati al mondo. L accidia deve essere modificata subito, in un mondo laico questa diventa la depressione, si sedimenta un sistema di sentimenti molto sfumato: pessimismo, malinconia, la noia, un inerzia psicologica, l incapacità di cambiare il proprio destino, l incapacità, l humor nero, le idee cupe, la tendenza al suicidio. P. è un uomo moderno perché si concentra su di sé chiuso nella propria interiorità, nell analisi di sé stesso e non riesce ad uscirne. Agostino alla fine dice: Tu ti stai perdendo dietro ad un amore lussurioso e ad una poesia peccaminosa. Abbandona questo amore, abbandona la poesia e comincia il percorso cristiano ; Francesco gli risponde: Si hai ragione, sono colpevole, lo farò dopo. Io prima dovrò raccogliere gli sparsi frammenti dell anima. In Dante siamo di fronte ad una compattezza concettuale data dalla religione, l anima nel senso teologico, forte. Qui abbiamo un anima in frammenti, che deve essere ricostruita. Questi sparsi frammenti dell anima sono il canzoniere, ma non è il termine usato da Petrarca, ma è rerum vulgarium fragmenta (frammenti di cose volgari). Nell ottica di Petrarca ogni singolo testo è un frammento dell anima. L idea è quella di un insieme che costituisce l anima frammentata il Canzoniere. In Dante abbiamo il primo testo in cui venga raccontata una storia d amore, attraverso le sue poesie ed una prosa che permette di costituire una linearità, compattezza dell anima per lui. Nel Canzoniere non c è più linearità, non più prosa, solo e soltanto testi lirici (366 testi 365 i giorni dell anno, più un testo proemiale, si può leggere un testo al giorno, pensato per essere letto e finito nei 365 giorni dell anno, se completa l anno si completa la ciclicità, ogni anno si può ricominciare), idea di un amore analizzato nei suoi effetti psicologici e quindi sempre eterni, sempre validi, completamente estrapolati da una realtà concreta. L idea di qualche cosa da cui non si esce. Anche Laura deve morire: ci sono la parte prima della morte e dopo della morte, non c è una linearità, si può dire che in morte ci sono dei testi scritti prima della morte di Laura e in vita ci sono 28

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