UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA IN LETTERE MODERNE N.O. Parco dei Nebrodi: sviluppo sostenibile, cooperazione e turismo integrato Tesi di laurea di: Luigi Catania Matricola Relatore Chiar.mo Prof. Girolamo Cusimano A.A. 2009/2010
2 INTRODUZIONE Nella prima metà del XIX secolo furono istituiti negli Stati Uniti d America i primi parchi naturali, contestualmente alla nascita e alla rapida crescita di importanti città americane. Si avvertì allora l esigenza di acquisire alcune aree di pregio naturalistico-ambientale per proteggerle dalle conseguenze di una rapida e convulsa urbanizzazione. In tal senso il parco fu proposto come strumento di salvaguardia, nel senso che i governi cittadini avevano l urgenza di acquisire certi luoghi per preservarli dagli effetti diretti dei nuovi assetti geografici. La salvaguardia come parco pubblico ha comunque sempre implicato una trasformazione e tutelare il paesaggio non è mai stato un atto passivo [ ] Salvaguardia e valorizzazione erano quindi una singola impresa (Carr, 2000, pp ). Perciò fin dalla loro nascita, secondo Ethan Carr, autorevole esponente del National Park Service 1, i parchi americani compresero in una stessa idea di paesaggio la tutela di un luogo ed il suo uso pubblico. A livello europeo solo agli inizi degli anni 70 del secolo scorso si è cominciato ad occuparsi in maniera organica e sistematica di tutela ambientale, con i primi programmi di azione in questa materia da parte della Comunità Europea. Nello stesso periodo in Italia vennero istituiti i primi parchi regionali 2, inizialmente concepiti come strumenti di mera protezione paesaggistica, delle sorte di musei della natura. Tale visione limitata sarà poi superata sul finire degli anni 70 dalle nuove legislazioni in materia di aree protette, che cominciarono a guardare al parco come ad un possibile modello di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia dell ambiente. Questa concezione del parco come strumento capace di coniugare in maniera armonica la tutela della natura con la pianificazione dello sviluppo di economie locali, è stata sposata in pieno dal parco regionale siciliano che sarà l oggetto di analisi di questo lavoro: il Parco dei Nebrodi. In particolare si prenderà in esame l attività di programmazione e di gestione dell Ente Parco dei Nebrodi, indirizzata verso uno sviluppo del territorio di tipo integrato e la valorizzazione delle risorse endogene. La creazione e la 1 Il National Park Service (Servizio dei Parchi Nazionali) è l agenzia federale statunitense incaricata della gestione dei Parchi Nazionali. 2 I primi parchi regionali istituiti in Italia furono quelli della Valle del Ticino (1974) in Lombardia e quello della Maremma (1975) in Toscana. Mentre i primi parchi nazionali italiani videro la luce negli anni 20 del secolo scorso, il Parco Nazionale del Gran Paradiso (1922) in Valle d Aosta e il Parco Nazionale dell Abruzzo (1923). 2
3 promozione di un turismo eco-compatibile che utilizzi razionalmente le importanti risorse naturali, umane e storico-culturali della zona dei Nebrodi,rappresenta, oggi più che mai, una sfida di primaria importanza per un territorio caratterizzato da una rilevante marginalità socio-economica. Il Parco dei Nebrodi comprende porzioni di tre province siciliane: Enna, Catania ma soprattutto Messina. Come ben documentato dagli studiosi Cangialosi e Vassiliadis, si tratta di un territorio caratterizzato da un alto tasso di spopolamento, una scarsa densità abitativa (indice legato alla capacità di attrazione del territorio), un alto tasso migratorio (soprattutto giovanile), un alto tasso di invecchiamento della popolazione (che comporta la mancanza di ricambio generazionale), una imprenditorialità poco sviluppata (Cangialosi e Vassiliadis, 2004, pp ). La mancanza di un adeguata pianificazione territoriale e di una programmazione negoziata con la partecipazione dei soggetti locali (imprese, associazioni, enti), hanno pesato parecchio nel mancato sviluppo di un area che tuttavia presenta delle grandi potenzialità. In tal senso il Parco dei Nebrodi, oltre al primario compito di conservazione ambientale, ha svolto, dal ad oggi, un ruolo importante di governance, intesa come la capacità di mettere insieme e conciliare gi interessi, gli attori, le organizzazioni che operano in un determinato contesto territoriale (Talia, 2004, p. 99). Si è cercato di mettere da parte rivalità e campanilismi da parte di comuni, enti, attori sociali ed economici per agire in modo sinergico. In poche parole il Parco ha promosso la cooperazione, ha provato a fare sistema. Tra non poche difficoltà, ostacoli e scetticismi iniziali, sono stati raggiunti alcuni importanti obiettivi, sono state poste delle basi, si è avvertita una nuova animazione territoriale. Tuttavia è forte la consapevolezza in tutti, che si è soltanto agli inizi di un lungo e difficile cammino, che c è ancora moltissimo da fare, da programmare, da valorizzare, da promuovere. E insensato e illusorio pensare ad un ente parco come alla panacea e alla soluzione di tutti i problemi. Il parco può rappresentare un opportunità in più, un ottimo strumento nel miglioramento del processo di concertazione dal basso, che ispira ormai lo sviluppo economico di molte realtà locali in Italia e nel mondo. 3 Anno dell istituzione del Parco. 3
4 Riuscire ad integrare l offerta turistica dei Nebrodi, affiancando alle numerose risorse e attrattive turistiche come mare, arte, storia e cultura, una rete territoriale costituita dalle aree naturali, dai prodotti tipici, dall enogastronomia e dall ospitalità rurale, diventa una scelta strategica in un momento di mercato non certo propizio a livello locale, nazionale e mondiale. 4
5 CAPITOLO 1 - Tra conservazione della natura e sviluppo locale: il Parco dei Nebrodi. 1.1 Uno sguardo sui Monti Nebrodi. Il Parco dei Nebrodi deve la sua denominazione all elemento paesaggistico principale che ne costituisce il cuore e la profonda ragion d essere: i Monti Nebrodi. Questa catena montuosa, situata nella parte nord-orientale della Sicilia e che si affaccia a settentrione direttamente sul Mar Tirreno, costituisce, assieme alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad est, il cosiddetto Appennino Siculo. Il limite meridionale è invece segnato dall Etna, dal fiume Alcantara e dall alto corso del Simeto. Numerosi sono i rilievi che superano i 1500 metri di quota (Monte Soro, Serra del Re, Serra di Trearie, Monte Pelato, Monte Pomiere, Monte Sambughetti, Monte Castelli). In contrasto con l immagine comune di una Sicilia arida e arsa dal sole, il paesaggio naturale dei Nebrodi è caratterizzato da una ricchissima vegetazione, ampi boschi e ambienti umidi. Non a caso essi rappresentano gran parte di quel territorio che gli Arabi chiamavano Valdemone (vallis nemorum) cioè «terra di boschi» (Giaimi, 1994, p. 9). L aspetto principale di questi monti è proprio la presenza di estese formazioni boschive, che nell insieme coprono circa ettari, pari al 25% dell intero patrimonio forestale della Sicilia. E in una regione come questa, che come già accennato prima è generalmente nota per la siccità e la mancanza di verde, può destare meraviglia la persistenza di un manto forestale così vasto e continuo, in cui l escursionista può camminare per giorni sempre restando all ombra di querce, sughere, cerri, aceri, faggi, tassi: specie vegetali spesso insospettate, giunte fin qui da paesi lontani nel corso delle passate ere geologiche (Giaimi, 1994, p. 9). L idrografia dell intera area è di notevole consistenza, caratterizzata da numerosi corsi d acqua a carattere spiccatamente torrentizio (Zappulla, Flascio, Mazzarrà, Rosmarino, Caronia, Naso, Inganno). I corsi d acqua hanno sempre percorsi relativamente brevi, con pendenze elevate nel tratto iniziale e via via decrescenti nel tratto medio inferiore. Inoltre sono presenti diversi stagni, sorgenti, zone umide e laghi d alta quota (Biviere di Cesarò, Maulazzo, Trearie, 5
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