LA RESPONSABILITA DEL PRODUTTORE ASPETTI LEGALI. Avv. Giorgia Andreis Studio Avvocato Andreis e Associati Torino Milano - Bruxelles
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1 LA RESPONSABILITA DEL PRODUTTORE ASPETTI LEGALI Avv. Giorgia Andreis Studio Avvocato Andreis e Associati Torino Milano - Bruxelles 1
2 PRINCIPI LEGISLAZIONE ALIMENTARE Art. 17 par. 1 Reg.CE 178/02: Spetta agli operatori del settore alimentare e dei mangimi garantire che nelle imprese da essi controllate gli alimenti o i mangimi soddisfino le disposizioni della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione e verificare che tali disposizioni siano soddisfatte 2
3 Reg. CE 1169/11 Correlazione con i principi della legislazione alimentare Considerando 21: Per evitare la frammentazione delle norme relative alla responsabilità degli operatori del settore alimentare in relazione alle informazioni sugli alimenti, è opportuno CHIARIRE le responsabilità di tali operatori in questo ambito. Tale chiarimento dovrebbe essere conforme agli obblighi nei confronti del consumatore di cui all articolo 17 del regolamento (CE) n. 178/2002 3
4 Reg. CE 1169/11 Art. 8, par. 5: Fatti salvi i paragrafi da 2 a 4, gli operatori del settore alimentare, nell ambito delle imprese che controllano, assicurano e verificano la conformità ai requisiti previsti dalla normativa in materia di informazioni sugli alimenti e dalle pertinenti disposizioni nazionali attinenti alle loro attività. 4
5 Più chiaramente di prima, la responsabilità per le informazioni rese al consumatore non è riferita solo al fabbricante del prodotto. Gli altri operatori della filiera sono direttamente ed esplicitamente coinvolti. Peraltro, ciò era già stato chiarito nella sentenza Lidl (p. 41). 5
6 Il produttore è responsabile per quanto riguarda il contenuto del prodotto. Con la nuova normativa la posizione del produttore nella sostanza non cambia. Possibile corresponsabilità 6
7 Art. 7 Pratiche leali di informazione Si applica - alle informazioni sugli alimenti, - alla pubblicità, - alla presentazione degli alimenti (v. ad esempio, forma e posizionamento o disposizione nella loro esposizione) 7
8 Oggetto dell inganno: pluralità di elementi relativi al prodotto (come natura, identità, proprietà, composizione, quantità, durata di conservazione, etc ) o all impresa, suscettibili di influenzare le scelte del consumatore. Ingannevolezza: principio generale di vecchia data che trova applicazione anche nel Codice del Consumo e nel Codice Penale. 8
9 Ambito amministrativo L ingannevolezza può provocare l applicazione di: -sanzioni amministrative sull etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti (intervento autorità amministrative) -Codice del Consumo Le pratiche commerciali sleali (intervento AGCM) 9
10 Sovrapposizione tra l art. 7 Reg. CE 1169/11 e l art. 21, lett. a) e b) Codice del Consumo? Art. 21 CdC È considerata ingannevole una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero o, seppure di fatto corretta, in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, induce o è idonea ad indurre in errore il consumatore medio riguardo ad uno o più dei seguenti elementi e, in ogni caso, lo induce o è idonea a indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso: a) l esistenza o la natura del prodotto; b) le caratteristiche principali del prodotto, quali la sua disponibilità, i vantaggi, i rischi, l esecuzione, la composizione, gli accessori, l assistenza post-vendita al consumatore e il trattamento dei reclami, il metodo e la data di fabbricazione o della prestazione, la consegna, l idoneità allo scopo, gli usi, la quantità, la descrizione, l origine geografica o commerciale o i risultati che si possono attendere dal suo uso, o i risultati e le caratteristiche fondamentali di prove e controlli effettuati sul prodotto. 10
11 Si ritiene che ci sarà coesistenza tra le due norme: Il Reg. CE 1169/11 tutela la salute del consumatore. Il CdC tutela gli interessi economici del consumatore. Il primo si pone in rapporto di complementarietà, e non di alternatività, con il CdC, in ragione della diversità degli interessi pubblici sottostanti. Il quadro di tutela offerto dal CdC si aggiunge non solo ai normali strumenti di tutela contrattuale, ma anche a quelli derivanti dall esistenza di specifiche discipline in settori oggetto di regolazione. v. da ultimi, TAR, sent. 1811/2011 e sent. 2409/
12 Tra i più recenti: AGCM provv del 2011 Valutazione della idoneità del complesso dei termini e delle indicazioni utilizzate sulle etichette del prodotto e sul sito [ ] ad indurre in errore i consumatori circa l effettiva origine del miele, attraverso continui ed insistenti richiami alla Sicilia. L effetto grafico complessivo è quindi suscettibile di veicolare al consumatore un informazione decettiva in merito all effettiva origine del prodotto e di ingenerare l erroneo convincimento che si tratti di miele tipico siciliano, nonostante l origine dello stesso sia in realtà spagnola. L indicazione d origine del miele [ ] è riportata con inadeguata evidenza grafica per la defilata posizione assunta sulla confezione e l evidente sproporzione dei caratteri utilizzati, in modo non idoneo a veicolare al consumatore l effettiva provenienza del prodotto, non bilanciando i numerosi e maggiormente evidenti riferimenti all area geografica siciliana. 12
13 Ambito penale Art. 515 c.p. Frode nell esercizio del commercio Chiunque, nell esercizio di un attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all acquirente una cosa mobile per un altra, ovvero una cosa mobile per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punto, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due settimana o con la multa fino a euro
14 Casi ex art. 515 c.p. Imputazione per frode in commercio al produttore e al venditore di una varietà di riso non corrispondente a quella dichiarata in etichetta. Integra il tentativo di frode in commercio la detenzione, presso il magazzino di prodotti finiti dell impresa di produzione, di prodotti alimentari con false indicazioni di provenienza, destinati non al consumatore finale ma ad utilizzatori commerciali intermedi (Cass. pen. Sez. III, , n ). 14
15 Cass. pen. Sez. III Sent., , n In tema di frode nell esercizio del commercio, nella nozione di dichiarazione di cui all art. 515 cod. pen. rientrano anche le dichiarazioni circa l origine, provenienza, qualità o quantità della merce contenute nell eventuale messaggio pubblicitario che abbia preceduto la materiale offerta in vendita della stessa, essendo tale pubblicità idonea a trarre in inganno l acquirente che riceve l aliud pro alio (Fattispecie di vendita di carni che, in messaggi pubblicitari su un quotidiano a tiratura nazionale, si affermavano provenire tutte, contrariamente al vero, da bovini allevati in Italia). 15
16 Casi di assoluzione per il 515 c.p. e di contestazione di illecito amministrativo. Parte della giurisprudenza ritiene che il D. Lgs. 109/92 sia norma speciale rispetto all art. 515 c.p. (così, tra le ultime, Trib. Saluzzo, sent. 295 del ). Responsabilità ipotizzabile a titolo di colpa, in ordine alla diligenza e ai controlli apprestati onde evitare la messa in commercio di un prodotto non conforme. 16
17 Art. 513 c.p., Turbata libertà dell industria o del commercio. Chiunque adopera violenza sulle cose ovvero mezzi fraudolenti per impedire o turbare l esercizio di un industria o di un commercio è punito, a querela della persona offesa, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a due anni e con la multa da euro 103 a euro
18 Art. 516 c.p., Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in commercio come genuine sostanze alimentari non genuine è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro
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