IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore]

Transcript

1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale... Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio.. Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Dario Casa. Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un consumatore Dott.ssa Daniela Primicerio. Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del , rettificata nella seduta del 07/02/2011, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il ricorrente agisce insieme ai fratelli (cointestatari del presente ricorso) in qualità di coerede della madre, deceduta il 9/01/2004, vedova ed erede universale, a sua volta, del dante causa, deceduto il 31/01/1998. Il ricorrente riferisce che dopo la morte del primo testatore, in veste di procuratore generale della madre richiedeva lo svincolo dei cespiti relitti dal defunto stesso presso l allora Banca Nazionale dell Agricoltura (BNA). I fratelli del de cuius, tuttavia, dando un interpretazione diversa su taluni punti del suo testamento olografo, ritenevano di aver diritto anch essi alle somme depositate nei c/c intestati al de cuius e/o cointestati con la moglie e promuovevano, nel maggio 1999, un azione legale nei confronti di quest ultima. Pag. 2/8

2 Dopo l inizio della causa, in ogni caso, e precisamente il 27 luglio 2000, la banca procedeva al pagamento in favore della predetta erede del 50% del saldo del conto cointestato con il de cuius (per un importo di lire , pari a euro ,85) e dei relativi interessi per gli anni 98/99 (per un importo di lire , pari a euro 1933,55), come risulta dalle contabili prodotte dal ricorrente. Il ricorrente riferisce che in precedenza, il 23 luglio 1998, la BNA, di sua esclusiva iniziativa, aveva comunque estinto i conti intestati al de cuius, appostando i relativi saldi su conti interni infruttiferi. La controversia giudiziaria terminava nel settembre 2007, a totale vantaggio degli odierni ricorrenti, successori della erede sopra detta. Pertanto, il 17 marzo 2008 il ricorrente chiedeva all intermediario il rimborso dei residui cespiti relitti in linea capitale più gli interessi legali a decorrere dal 24/07/1998, giorno successivo a quello di estinzione dei rapporti di c/c. La banca procedeva al versamento richiesto il 5/09/2008, ma soltanto per la linea capitale (complessivamente ,46 euro). Il ricorrente, dunque, dal 29 maggio 2009 al 9 marzo 2010 inviava alla banca diversi reclami per chiedere il pagamento degli interessi, che non dovevano né potevano ritenersi prescritti, poiché la banca avrebbe dovuto mantenere attivi i rapporti di c/c del de cuius, di modo che tali rapporti potessero seguitare a produrre automaticamente gli interessi ai tassi dei vari periodi fino alla loro estinzione. In particolare, il ricorrente faceva presente: 1- che i conti erano stati chiusi per autonoma iniziativa della banca, che aveva ritenuto di dover collocare i saldi su conto infruttifero; 2- che i relativi importi avrebbero comunque dovuto produrre interessi; Pag. 3/8

3 3- che non poteva ritenersi intervenuta alcuna prescrizione quinquennale in quanto vi era stata l obiettiva impossibilità per gli aventi diritto di riscuotere gli importi stessi, come alla banca era ben noto. La banca rispondeva al ricorrente di essere disponibile al pagamento degli interessi solo dal 17 marzo 2003 (per un importo di euro), dato che, per il periodo precedente il diritto agli interessi stessi si sarebbe estinto per prescrizione, ai sensi dell art. 2948, n. 4), c.c. Il ricorrente, tuttavia, rifiutava la proposta della banca e il 22 aprile 2010 proponeva ricorso all Ombudsman-Giurì Bancario, che con nota del 5 maggio 2010 lo informava della «sopravvenuta» incompetenza per materia e della conseguente necessità di rivolgersi all ABF. Con il presente ricorso e per gli evidenziati motivi, quindi, il ricorrente e i cointestatari chiedono che l ABF condanni la banca al pagamento in loro favore degli interessi su ,46 euro al tasso legale o a quello riconosciuto al personale dipendente della banca (quale era il de cuius) dal 24 marzo 1998 sino all effettivo soddisfo. Nelle controdeduzioni, la banca resistente fornisce la sua ricostruzione dei fatti. Nel luglio 1998, a seguito della scomparsa del de cuius, i rapporti a lui intestati furono estinti e fu aperta la pratica di successione per liquidare le relative sussistenze ai legittimi eredi. A seguito di disaccordi fra gli eredi, sfociati in una causa fra gli stessi, le somme rimasero poi bloccate. Solo il 17 marzo 2008 il ricorrente rendeva nota alla banca la conclusione della causa e richiedeva lo svincolo delle somme a favore dei legittimi eredi, cosa che accadeva il 5 settembre In seguito, il 29 maggio 2009, il ricorrente proponeva formale reclamo, lamentando l estinzione dei rapporti dal 24/7/1998 su iniziativa della banca, il che aveva comportato la mancata maturazione degli interessi da quella data. Pag. 4/8

4 Date queste premesse di fatto, la banca precisa poi che le attività del de cuius furono accantonate su un conto infruttifero, affinché non venissero gravate da costi di gestione, ma, in considerazione dell importanza che il Gruppo bancario di cui la convenuta fa parte attribuisce alla customer satisfaction, con comunicazioni del 22/12/2009 e 18/3/2010, la banca si rendeva comunque disponibile, senza esito, a riconoscere agli eredi la somma di 7.745,00 corrispondente agli interessi calcolati dal 17 marzo 2003 (senza tuttavia indicare il momento finale), tenuto conto che l art del codice civile prevede comunque, al punto n. 4, la prescrizione in cinque anni del diritto agli interessi. Quanto sopra premesso, la banca rileva che la vicenda per cui è causa trae origine prima dell 1 gennaio 2007, poiché i rapporti intestati al de cuius furono estinti nel In conclusione, la banca convenuta chiede: 1) che l ABF voglia dichiarare inammissibile il ricorso per quanto concerne la parte riguardante il riconoscimento degli interessi antecedentemente al 1 gennaio 2007; 2) che l ABF rigetti il ricorso stesso. La banca non ha allegato documentazione. Dopo avere ricevuto le controdeduzioni, con nota del 1 ottobre 2010 il ricorrente ha inteso fornire le seguenti precisazioni: 1) la conclusione della causa con i fratelli del de cuius è stata da lui segnalata alla banca soltanto il 17 marzo 2008, perché è entrato in possesso della sentenza a settembre 2007, pur essendo stata la sentenza stessa depositata in cancelleria il 29 maggio 2007 (gli appellanti non hanno proposto ricorso per Cassazione); 2) al de cuius erano riservate le condizioni del personale dipendente, essendo stato un dipendente (ed ex dirigente) della Banca Nazionale dell Agricoltura, sicché i suoi rapporti di c/c erano esenti da tutte le spese, fatta Pag. 5/8

5 salva l imposta di bollo, spese che, dunque, sarebbero state notevolmente inferiori agli interessi che avrebbe potuto maturare un capitale di ,46; 3) è stato possibile ricostruire ed istruire la pratica, giungendo alla liquidazione delle spettanze il 5/9/2008, solo grazie alla documentazione da lui prodotta, visto che la banca, nonostante le ricerche effettuate, non è stata in grado di rintracciare il dossier. La banca, cui tale nota è stata trasmessa il 7 ottobre 2010, non ha replicato. Diritto 1. In via preliminare, si esamina l eccezione sollevata dalla resistente relativa alla incompetenza di questo Collegio sulla vertenza trattandosi di fatti anteriori al 1 gennaio L eccezione è infondata e va pertanto affermata la competenza del Collegio a decidere sulla controversia. Infatti benché la norma di cui alle disposizioni applicative emanate dalla Banca d Italia in data 18 giugno 2009 secondo cui «non possono essere sottoposte all ABF controversie relative ad operazioni e comportamenti anteriori al 1 gennaio 2007» va interpretata nel senso che la competenza dell ABF deve considerarsi esclusa solo ove si verta su operazioni poste in essere e concluse in epoca antecedente alla data suddetta e comunque di comportamenti che, posti in essere anteriormente a quella data, abbiano altresì anteriormente ad essa esaurito i propri effetti. Nella fattispecie, benché il rapporto risalga a periodo anteriore alla suddetta data, tuttavia lo stesso è da considerarsi persistente, nei limiti della prescrizione dei diritti fatti valere (in tal senso, v. le decisioni di questo Collegio n.901 e 882 del 6/9/2010). 2. Nel merito, si rileva che la vertenza trova origine nella controversia insorta tra coeredi sulla divisione dei beni ed in particolare dei saldi relativi ai depositi bancari di cui era titolare il testatore, per cui si è reso necessario attenderne la conclusione per poter procedere alle restituzioni dei saldi agli aventi diritto. La banca, nel frattempo, in data 23 luglio 1998, di sua iniziativa aveva proceduto alla chiusura dei conti, versando il complessivo ammontare dei saldi su di un conto infruttifero, in attesa che si chiarisse giudizialmente la qualificazione dei rispettivi diritti. Terminata la causa civile, il ricorrente, anche a nome dei Pag. 6/8

6 coeredi interessati, chiedeva alla banca il rilascio delle somme depositate, unitamente agli interessi maturati per il decorso del tempo. La banca provvedeva, in data 5 settembre 2008 (come da quietanza agli atti), alla restituzione del complessivo ammontare dei residui cespiti, ma solo in linea capitale. Quanto agli interessi, pure reclamati dagli aventi causa, ne ha offerto la corresponsione al saggio legale, ma partire dal 17 marzo 2003, affermando che quelli relativi al periodo anteriore, cioè dal 24 luglio 1998 come richiesto dal ricorrente, sarebbero ormai prescritti ai sensi dell art.2948, n.4 c.c. per decorso del quinquennio. Pertanto, l oggetto della vertenza in esame si può circoscrivere alla richiesta di restituzione degli interessi relativi al periodo contestato, nella misura legale ovvero convenzionale se si considera la qualificazione di ex dipendente di banca del de cuius con diritto ad un trattamento particolare; richiesta cui la banca oppone la prescrizione quinquennale richiamandosi alla citata norma del c.c. L eccezione di prescrizione sollevata dalla banca deve ritenersi infondata. Infatti, è necessario attenersi al principio ermeneutico secondo cui in tema di prescrizione, il termine quinquennale previsto dall'art n. 4 cod. civ. per tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi, si riferisce alle obbligazioni periodiche o di durata, caratterizzate dal fatto che la prestazione è suscettibile di adempimento solo con il decorso del tempo, onde anche gli interessi previsti dalla stessa disposizione devono rivestire il connotato della periodicità (Cass , n ; conforme, n /2006). Ciò posto, va considerato che, nella fattispecie in esame, la banca, come sopra indicato, ha estinto i conti originari, trasferendo il complessivo ammontare dei rispettivi saldi su un conto infruttifero, per cui la corresponsione degli interessi maturati durante lo svolgimento della causa civile non può concretare la figura dell obbligazione periodica o di durata cui si riferisce la su richiamata norma del c.c.; infatti, deve ritenersi che vi sia identità della causa debendi tra obbligazione accessoria (quella relativa agli interessi) e quella principale (cioè, relativa al saldo in linea capitale), con la conseguenza che il termine di prescrizione viene ad identificarsi anche per gli interessi con quello ordinario decennale proprio dell obbligazione principale (argom. ex Cass. n del ). In altri termini, gli interessi nel caso in esame sono dovuti in considerazione del tempo complessivo trascorso prima della restituzione del capitale ai legittimi aventi causa e non possono Pag. 7/8

7 considerarsi equivalenti a quelli maturati nell ambito di un rapporto di corresponsione periodica, propria del contratto di c/c; pertanto la banca è tenuta a corrispondere l ammontare degli interessi nei limiti della prescrizione ordinaria, calcolandoli fino alla data di restituzione del capitale stesso. Tale circostanza esclude tuttavia che gli interessi siano dovuti in misura superiore a quella legale, non potendo trovare applicazione speciali convenzioni personali legate a rapporti di conto corrente non più attivi. Pertanto, in accoglimento parziale del ricorso, il Collegio dispone che la banca convenuta corrisponda ai ricorrenti gli interessi al tasso legale maturati sul saldo complessivo nel periodo di tempo che decorre dal 24 luglio 1998 e fino al 5 settembre 2008, data dell incasso da parte degli aventi diritto delle somme giacenti sui conti in linea capitale; sul relativo ammontare, vanno altresì calcolati gli interessi al tasso legale con decorrenza 5 settembre 2008, fino alla data di effettivo pagamento. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 8/8