L AUTOTUTELA DEL LAVORATORE: IL RIFIUTO DELLA PRESTAZIONE NON DOVUTA

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1 Avv. Stefano Chiusolo L AUTOTUTELA DEL LAVORATORE: IL RIFIUTO DELLA PRESTAZIONE NON DOVUTA 1

2 Cass. 24/1/13 n Il rifiuto del lavoratore i svolgere mansioni inferiori è legittimo e non giustifica il licenziamento in base al principio dell autotutela nel contratto a prestazioni corrispettive ex art c.c..

3 Cass. 9/3/04 n Il provvedimento del datore di lavoro di trasferimento di sede di un lavoratore che non sia adeguatamente giustificato a norma dell art c.c. determina la nullità dello stesse e integra un inadempimento parziale del contratto di lavoro, con la conseguenza che la mancata ottemperanza allo stesso provvedimento da parte del lavoratore trova giustificazione sia quale attuazione di un eccezionbe di inadempimento (art c.c.), sia sulla base del rilievo che gli atti nulli non producono effetti.

4 Cass. 28/9/06 n Nell ipotesi in cui il trasferimento sia legittimo, sussistendo comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive, il rifiuto del lavoratore di raggiungere la nuova sede si qualifica come inadempimento e può essere allegato dal datore di lavoro come giustificato motivo soggettivo di licenziamento, che implica la comunicazione dell atto di recesso nel rispetto dell ordinaria disciplina del licenziamento individuale, senza che da tale rifiuto possa conseguire automaticamente la risoluzione del rapporto.

5 Art c.c. [1] Nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria, salvo che termini diversi per l adempimento siano stati stabiliti dalle parti o risultino dalla natura del contratto. [2] Tuttavia non può rifiutarsi l esecuzione se, avuto riguardo alle circostanze, il rifiuto è contrario alla buona fede.

6 Cass. 1/3/01 n Nella controversia concernente la validità di un licenziamento intimato per insubordinazione del lavoratore consistita nel rifiuto di svolgere le nuove mansioni affidategli dal datore di lavoro, ove il dipendente deduca l illegittimo esercizio dello ius variandi il giudice adito deve procedere a una valutazione complessiva dei comportamenti di entrambe le parti, verificando in primo luogo la correttezza dell operato del datore di lavoro in relazione all eventuale illegittimità dell esercizio dello ius variandi e, tenendo conto della rispondenza a buona fede del comportamento del lavoratore, occorrendo valutare alla luce dell obbligo di correttezza ex art c.c. il rifiuto di quest ultimo (nel caso di specie è stato ritenuto che l adibizione temporanea a mansioni non strettamente equivalenti, al fine dell acquisizione di una più elevata professionalità, non è inadempimento perché non in contrasto con il requisito della buona fede).

7 Cass. 12/10/96 n L illegittimo comportamento del datore di lavoro consistente nell assegnare il dipendente a mansioni inferiori a quelle corrispondenti alla sua qualifica può giustificare il rifiuto della prestazione lavorativa, in forza dell eccezione di inadempimento di cui all art c.c., purché tale reazione risulti proporzionata e conforme a buona fede, come avviene nel caso in cui il dipendente continui a offrire le prestazioni corrispondenti alla qualifica originaria.

8 Cass. 30/12/09 n Il trasferimento illegittimo integra un inadempimento contrattuale del datore di lavoro ed è pertanto nullo, così giustificando il rifiuto del dipendente di assumere servizio nella nuova sede, e ciò sia ai sensi dell art c.c., sia in considerazione della inidoneità a produrre effetti da parte degli atti nulli.

9 Cass. 8/8/03 n L illegittimo comportamento del datore di lavoro consistente nell assegnare il dipendente a mansioni inferiori può giustificare il rifiuto della prestazione lavorativa, purché tale reazione sia proporzionata e conforme a buona fede, dovendo in tal caso il giudice adito procedere a una valutazione complessiva dei comportamenti di entrambe le parti. Tuttavia tale valutazione risulta superflua, qualora il lavoratore non si sia limitato al rifiuto della prestazione, ma abbia tenuto comportamenti autonomamente illegittimi, quali l occupazione di spazi aziendali o l uso di espressioni ingiuriose e sprezzanti nei confronti del datore di lavoro o del superiore gerarchico.

10 Cass. 7/2/98 n A seguito di una ritenuta dequalificazione, non può il lavoratore rendersi totalmente inadempiente sospendendo ogni attività lavorativa, se il datore di lavoro assolve a tutti gli altri propri obblighi (pagamento della retribuzione, copertura previdenziale e assicurativa, assicurazione del posto di lavoro), potendo una parte rendersi totalmente inadempiente e invocare l art c.c. solo se è totalmente inadempiente l altra parte.

11 Cass. 16/5/06 n E legittimo il rifiuto del lavoratore di adempiere la propria prestazione in ragione dell inadempimento del datore di lavoro che non gli assegnava mansioni corrispondenti alla qualifica e alla professionalità raggiunte (nel caso di specie è stato precisato che la violazione dell art c.c. lede anche il fondamentale diritto al lavoro, inteso soprattutto come mezzo di estrinsecazione della personalità del cittadino, nonché dell immagine e della professionalità del dipendente).

12 Cass. 10/6/04 n Una volta che l attività prevalente e assorbente del lavoratore rientri tra le mansioni corrispondenti alla qualifica di appartenenza, non viola i limiti esterni dello ius variandi l adibizione del lavoratore stesso a mansioni inferiori, accessorie rispetto alle prime. Conforme: Cass. 2/5/03 n. 6714

13 Cass. 18/5/06 n E illegittimo il licenziamento intimato a causa del rifiuto del lavoratore di continuare a svolgere mansioni che causano un pregiudizio alla salute.

14 Cass. 19/7/13 n E illegittimo il licenziamento del lavoratore che si rifiuti di svolgere mansioni superiori che esulano dalla sua qualificazione e coportano responsabilità maggiori, anche penali.

15 Trib. Monza 11/11/09 La sostituzione della titolarità del contratto in assenza di consenso del lavoratore è legittima in quanto sia riconducibile all ipotesi normativa del trasferimento d azienda ex art c.c.. Di conseguenza, qualora il trasferimento del lavoratore disposto dal datore di lavoro non sia riconducibile alla suddetta ipotesi, esso è configurabile come mera cessione del contratto, la cui legittimità è subordinata al consenso del lavoratore ceduto. In mancanza del consenso da parte del lavatore, il suo rifiuto di eseguire la prestazione di lavoro presso la nuova sede dove è stato trasferito non può essere ritenuto illegittimo, ma giustificato, in quanto attuazione dell eccezione di inadempimento ex art c.c. (sentenza pubblicata in Lavoro nella giur. 2010, 204).

16 Trib. Milano 9/7/03 E legittima la sanzione disciplinare inflitta al dipendente che si sottrae ad accertamenti sanitari stabiliti dal datore di lavoro per il controllo dell idoneità psicofisica del lavoratore alle mansioni e giustificati sia dall esigenza di servizio che da esigenze di tutela della salute del lavoratore, consentendone l applicazione a mansioni confacenti al suo stato psicofisico (sentenza pubblicata in Lav. nella Giur. 2001, 92).

17 Trib. Latina 19/9/89 E scorretto, e pertanto perseguibile sul piano disciplinare, il comportamento dell impiegato di banca che si era presentato al lavoro vestito da sceriffo del far west, con tanto di cappellone e stella sul bavero (sentenza pubblicata in Riv. It. Dir. Lav. 1990, II, 248).

18 Pret. Roma 3/12/98 Non costituisce comportamento disciplinarmente rilevante l aver disatteso un ordine del datore di lavoro, qualora le disposizione in esso contenute difettino di specificità e abbiano un carattere di mera raccomandazione non vincolante (nella specie si richiedeva di adottare un taglio di capelli possibilmente con acconciatura classica; pubblicata in D&L 1999, 356).

19 Cass. 9/4/93 n La libertà di abbigliamento può essere limitata solo da norme giuridiche o clausole pattizie e, poiché nella specie il datore di lavoro aveva invocato solo un uso aziendale in realtà non configurabile, è illegittima la sanzione inflitta al lavoratore che si presentava in servizio con i pantaloni corti.

20 Corte d appello Milano 9/4/02 Non è punibile in via disciplinare il lavoratore addetto al reparto di gastronomia di un supermercato, per l omissione della rasatura quotidiana della barba, richiesta da precise istruzioni aziendali (sentenza pubblicata in Riv. It. Dir. Lav. 2002, II, 658, con note di Ichino e di Pera).

21 Art. 8 S.L. E fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell attitudine professionale del lavoratore.

22 Pret. Milano 12/1/95 Il comportamento del dirigente che, in un contesto lavorativo caratterizzato da fastidiosi apprezzamenti dei lavoratori maschi in ordine all abbigliamento di una lavoratrice, inviti quest ultima a modificare l abbigliamento anziché invitare i lavoratori ad astenersi da comportamenti offensivi deve considerarsi illecito perché lesivo di diritti di non discriminazione per motivi di sesso ai sensi degli artt. 3 Cost., 1 L. 903/77 e 4 L. 125/91, nonché sotto il profilo della violazione della dignità e della riservatezza della lavoratrice ex art. 2 cost., con conseguente obbligo del datore di lavoro di risarcire il danno, ai sensi degli artt e 2087 c.c. (nella fattispecie, il responsabile del rapporto aveva detto alla lavoratrice di non indossare più la minigonna ed evitare vestiti troppo scollati, che turbavano gli addetti al reparto; sentenza pubblicata in D&L 1995, 349).

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