LO SVILUPPO COGNITIVO L APPROCCIO DELLA ELABORAZIONE DELL INFORMAZIONE
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- Battista Marchetti
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1 L APPROCCIO DELLA ELABORAZIONE DELL INFORMAZIONE
2 HIP Human Information Processing elaborazione delle informazioni nell uomo Metafora l uomo può essere paragonato ad un computer che interagisce con l ambiente seguendo le istruzioni di diversi programmi Computer: macchina che elabora informazioni producendo, a partire da un insieme di dati in ingresso (input), un secondo insieme di dati in uscita (output) Programma: descrizione delle operazioni da svolgere per effettuare un elaborazione; è composto da un numero variabile di istruzioni che risultano comprensibili direttamente o attraverso un procedimento intermedio di traduzione Istruzione: insieme finito di operazioni elementari eseguibili, sui dati, dai circuiti che costituiscono la parte attiva dell elaboratore
3 HIP Human Information Processing Informazione: qualsiasi stimolo che può essere percepito 1 OBIETTIVO individuare i programmi, le strategie (attuati consapevolmente o eseguiti automaticamente) grazie ai quali le stimolazioni che arrivano agli organi di senso vengono trasformate in oggetti percepiti, memorizzati ed eventualmente rievocati tutte le attività umane possono essere considerate come l applicazione di programmi, sequenze di istruzioni ogni istruzione comporta l esecuzione di sottoprogrammi fino al punto in cui si individuano delle azioni non ulteriormente scomponibili operazioni elementari
4 HIP Human Information Processing 2 OBIETTIVO delineare le caratteristiche generali dei sistemi entro cui avvengono le elaborazioni (trasformazioni delle informazioni) viene ipotizzata l esistenza di diversi magazzini in cui le informazioni vengono conservate per brevi periodi di tempo (mentre vengono eseguiti vari tipi di trasformazioni) o a tempo indeterminato mente umana come organizzazione composta da diversi magazzini nei quali fluiscono le informazioni subendo via via vari tipi di trasformazioni
5 HIP Human Information Processing MODELLO DI ATKINSON & SHIFFRIN
6 HIP Human Information Processing Registri sensoriali associati agli organi di senso, a diretto contatto con l ambiente viene conservata per qualche frazione di sec. (1/4) un immagine fedele agli stimoli vengono eseguite operazioni quali l estrazione di alcuni tratti caratteristici e il loro confronto con le informazioni conservate nel magazzino a lungo termine (MLT) riconoscimento dello stimolo conservazione del prodotto dell elaborazione nel magazzino a breve termine (MBT)
7 HIP Human Information Processing Magazzino a Breve Termine (fonologico, visuo-spaziale, esecutivo centrale) può conservare le informazioni per tempi più lunghi rispetto al registro sensoriale (qualche decina di sec.) ha la funzione di conservare le informazioni provenienti dall ambiente esterno e quelle provenienti dall interno del sistema stesso le quali devono essere combinate con le prime per effettuare diversi tipi di operazioni MBT come memoria di lavoro (working memory) es. calcolo aritmetico può contenere solo un numero limitato di unità (5-9), ossia qualsiasi insieme di elementi che costituiscono un unico complesso (chunks)
8 HIP Human Information Processing Magazzino a Lungo Termine può essere considerato come un archivio, di capienza illimitata, in cui conserviamo tutte le conoscenze acquisite nel corso della nostra vita, oltre a quelle trasmesse ereditariamente, sviluppatesi nel corso dell evoluzione della specie quando un informazione entra nella MBT, una traccia di essa comincia a formarsi nella MLT; se la traccia ha il tempo di formarsi compiutamente, continua a esistere per periodi illimitati di tempo, anche dopo che il suo corrispettivo nella MBT è scomparso
9 HIP Human Information Processing Magazzino a Lungo Termine Classificazione delle conoscenze distinzione tra processi (programmi) e rappresentazioni (dati) conoscenze procedurali vs. conoscenze dichiarative
10 HIP Human Information Processing Magazzino a Lungo Termine Conoscenze procedurali riguardano il come fare qualcosa programmi che guidano l esecuzione delle più svariate attività motorie (semplici e complesse) e intellettuali alcune conoscenze procedurali sono accessibili alla coscienza (memoria esplicita), altre sono inaccessibili (memoria implicita)
11 HIP Human Information Processing Magazzino a Lungo Termine Conoscenze dichiarative hanno carattere descrittivo, sono accessibili alla coscienza, possono essere descritte verbalmente Memoria episodica (autobiografica) Memoria semantica Andare al cinema SCRIPT Capitale d Italia H 2 O CONCETTI
12 Lo sviluppo secondo l HIP: la memoria -prima infanzia- Metodi di studio: ricerche indirette (i neonati reagiscono alla lingua materna in modo diverso rispetto a una lingua straniera mai sentita prima) abituazione e disabituazione (i neonati riconoscono una parola 24 ore dopo averla udita; un evento di breve durata vissuto a sei mesi può essere ricordato per più di due anni esperimento localizzazione uditiva con sonaglio) condizionamento operante (esperimento dei ninnoli legati con uno spago ad una caviglia del b. per verificare la durata del ricordo e il modo in cui è codificato anche dopo 24 ore i b. manifestano immediatamente il comportamento rinforzato a patto che vengano posti nella stessa identica situazione stimolo)
13 Lo sviluppo secondo l HIP: la memoria -prima infanzia- Questi dati testimoniano: Presenza precoce della memoria implicita (che si manifesta solo nel comportamento o nel sentimento di familiarità, senza che il suo contenuto sia accessibile alla coscienza) Più difficile stabilire se nei bambini piccoli è presente la memoria esplicita, perché gli studi comportano prove di rievocazione (ossia riproduzione di uno stimolo mediante denominazione, descrizione, disegno)
14 Lo sviluppo secondo l HIP Cambiamenti nei magazzini di memoria Registri sensoriali Poche ricerche sul funzionamento nei bambini piccoli MA almeno a partire dai 5 anni, le prestazioni sono del tutto simili a quelle degli adulti
15 Lo sviluppo secondo l HIP Cambiamenti nei magazzini di memoria Magazzino a breve termine Lo span di memoria immediata aumenta con l età (stimoli verbali e figure) 4 stimoli a 5 anni 5 stimoli a 9 anni 7 stimoli a 12 anni 8 stimoli nell età adulta È la scarsa capacità del MBT (memoria di lavoro) nei b. più piccoli e non l assenza di operazioni mentali che impedisce di risolvere problemi che richiedono l attivazione contemporanea di più dati o operazioni (prospettiva neopiagetiana)
16 Lo sviluppo secondo l HIP Cambiamenti nei magazzini di memoria Magazzino a breve termine capacità strutturale miglioramenti con l età capacità funzionale maturazione SNC mielinizzazione strategie più efficaci item e operazioni più familiari aumento e integrazione di conoscenze in blocchi (chunks) esperienza (es. scacchi)
17 Lo sviluppo secondo l HIP Cambiamenti nelle strategie mnemoniche A 2-3 anni i bambini si propongono di ricordare e mettono in atto azioni efficaci di tipo concreto (contatto con lo stimolo più che conservazione di una sua rappresentazione nel MBT/MLT) esperimento cagnolino nascosto Strategie per conservare informazioni nella MBT reiterazione organizzazione (in categorie o insiemi) elaborazione (in una struttura significativa, racconto o immagine; collegamenti con altre conoscenze) 5 anni: non utilizzata 7 anni: uso spontaneo 10 anni: reiterazione cumulativa 13 anni: reiterazione + organizzazione in categorie
18 Lo sviluppo secondo l HIP Cambiamenti nelle strategie mnemoniche Strategia non disponibile Carenza di produzione Strategie mature Abilità di base assenti - scarse discrete - buone buone - eccellenti Uso spontaneo assente assente presente Uso provocato non riesce efficace non necessario Effetti dell uso --- positivi positivi Flavell, Miller e Miller; LIVELLI Non è sufficiente possedere una strategia Occorre anche sapere di possederla e in quale circostanze usarla
19 Lo sviluppo secondo l HIP Metamemoria Conoscenza che i bambini hanno sul funzionamento della memoria Due componenti principali (Flavell et al., 1975): Distinguere la memoria e le situazioni connesse da altre attività mentali (2-3 anni) - comprensione e uso di termini quali ricordo, memoria ; - ricorso a strategie mnemoniche Conoscere i fattori della persona (generali e individuali) del compito del materiale che rendono un compito più o meno difficile
20 Lo sviluppo secondo l HIP Metamemoria Con l età diviene più accurata la conoscenza dei limiti della propria memoria (vedi fig.) 4 anni: ampio divario tra span previsto ed effettivo 9 anni: previsione realistica MA anche i b. di 5 anni fanno previsioni più realistiche se messi nella condizione di poter confrontare previsioni e prestazioni reali A 6 anni i bambini differenziano la difficoltà tra compiti diversi (es. riconoscere o rievocare) Dai 9 anni si rendono conto del grado di difficoltà del materiale da ricordare (organizzato vs. sequenze casuali)
21 Lo sviluppo secondo l HIP Metamemoria
22 Lo sviluppo secondo l HIP Metamemoria e uso di strategie Ricerche anni 70: le prestazioni inadeguate dei bambini possono dipendere da idee errate sulle proprie abilità, sul compito o sulle condizioni in cui si svolge metamemoria Ricerche recenti: correlazione positiva, ma non elevata, tra metacognizione e prestazione; influenza di altri fattori, tra cui rilevante è la motivazione L insegnamento di conoscenze metacognitive risulta efficace soprattutto per bambini con ritardo mentale o con specifici disturbi di apprendimento
23 Lo sviluppo secondo l HIP: la categorizzazione La memoria contiene soprattutto informazioni su categorie a cui si riferiscono la maggior parte dei concetti unità base di immagazzinamento e manipolazione delle informazioni Le categorie sono organizzate in gerarchie o tassonomie: le più generali includono le più specifiche; questo ci permette di ricondurre a categorie note entità individuali nuove I concetti lessicali forniscono il significato a parole singole: questo ha indotto a far coincidere l acquisizione dei concetti con lo sviluppo del linguaggio a partire dal secondo anno di vita
24 Lo sviluppo secondo l HIP: la categorizzazione STUDI RECENTI La capacità di categorizzare compare molto presto (a 3 m. distinguono immagini di animali diversi in prove basate sul tempo di osservazione; a 9-12 m. rappresentano categorie di oggetti animati e inanimati ) apparato cognitivo simile a quello dell adulto, predisposto a strutturare l esperienza allo stesso modo Le informazioni su cui si basano i b. sono sia di tipo statico, sia dinamico (anche un unico particolare, ad es. il muso per identificare un animale a 4 zampe come gatto) Sono presenti precocemente sia categorie fondamentali (cane) che sovraordinate (animale)
25 Lo sviluppo secondo l HIP: la categorizzazione STUDI RECENTI Non si sa se queste categorie nei bambini piccoli siano di natura concettuale e, quindi, in continuità con i concetti più maturi rilevati nei bambini più grandi e negli adulti 1. Secondo alcuni studiosi i concetti nascono dalle prime categorie percettive che si formano quando i bambini distinguono due tipi di entità sulla base di alcune qualità percettive vengono arricchite con l aggiunta di altre informazioni si costruiscono, così, sia le categorie intermedie che quelle più generali, a seconda degli attributi su cui i b. si basano (generali o specifici)
26 Lo sviluppo secondo l HIP: la categorizzazione STUDI RECENTI 2. Secondo altri le categorie di livello intermedio derivano da una schematizzazione percettiva che permette di stabilire a cosa assomiglia una certa cosa ma non di sapere che tipo di cosa essa sia no significato quelle globali deriverebbero da processi di astrazione concettuali riguardano la natura delle cose hanno un significato 2 processi diversi che operano contemporaneamente
27 Lo sviluppo secondo l HIP: gli script 3 caratteristiche fondamentali 1. contiene determinate attività obbligatorie, ordinate in sequenza 2. prevede spazi per eventi opzionali 3. attribuisce ruoli specifici ai diversi attori Importanza di ordine: COGNITIVO base per attività cognitive più complesse ed astratte (ad es. comprensione di storie) SOCIALE strumento per la condivisione delle conoscenze sul mondo
28 Lo sviluppo secondo l HIP: gli script Metodo del resoconto spontaneo 3-4 anni - contengono azioni, ruoli e oggetti principali - sequenze di azioni ordinate spazio temporalmente - presentano relazioni causali tra una scena e l altra 6 anni - più ricchi in termini di scene costitutive - più astratti e meno legati alle esperienze personali - distinzione tra scene essenziali e azioni opzionali - meno rigidi e stereotipici (realtà inattesa) - accanto alle azioni compaiono obiettivi e sentimenti degli attori
29 La teoria della mente Comprendere gli stati mentali significa essere in grado di attribuire, a se stessi e agli altri, degli stati interni che non sono osservabili direttamente e che ci consentono di prevedere e spiegare il comportamento umano Come il bambino costruisce la propria conoscenza del mondo psicologico (e non solo fisico)? Come arriva a comprendere se stesso e gli altri?
30 La teoria della mente Motivazioni Capire Desideri Intenzioni Credenze Teoria su come funzionano gli esseri umani in quanto diversi dagli oggetti inanimati Distinzione tra stati mentali e fisici; comprensione della relazione tra stati mentali e comportamenti osservabili; rispondenza/adeguatezza delle azioni rispetto agli stati mentali che esprimono o su cui si basano
31 Il ragionamento desiderio-credenza Percezione Sensazioni vedere, udire odorare, toccare Credenza credere, supporre sapere, anticipare dubitare, sospettare Azione colpire afferrare cercare seguire con attenzione Emozioni primarie Stati fisiologici amore, odio, paura fame, sete dolore, eccitazione Desiderio volere, desiderare augurare, sperare potrebbe dovrebbe Reazione felicità tristezza rabbia sorpresa sconcerto
32 Il ragionamento desiderio-credenza Gli stati mentali chiave sono i desideri e le credenze; essi causano sia le azioni che le reazioni emotive congruenti con i risultati di tali azioni Il desiderio è uno stato mentale più semplice della credenza Desiderio: attribuire all altra persona uno stato interno diretto verso un oggetto esterno Credenza: attribuire uno stato interno che incorpora la rappresentazione di un oggetto metarappresentazione
33 Il ragionamento desiderio-credenza
34 I bambini di 2 anni possiedono una psicologia del desiderio interpreta le azioni sulla base dei desideri e spiega le reazioni emotive congruentemente al fatto che i desideri siano stati o meno soddisfatti (esp. scatole cioccolatini di diverse dimensioni) Verso i 3 anni i bambini padroneggiano una psicologia della credenza-desiderio sono in grado di prevedere che le azioni saranno guidate non solo dai desideri della persona ma anche dalle sue credenze (che possono essere vere e false) in un primo momento vengono considerate solo le credenze vere, cioè quelle che rispecchiano l effettivo stato di cose della realtà
35 Il compito della falsa credenza (Wimmer e Perner, 1983) importante cambiamento 4 anni comprensione della falsa credenza i comportamenti altrui possono essere determinati da credenze erronee, diverse dalle nostre e/o dai dati di realtà effettiva capacità di rappresentare mentalmente le rappresentazioni altrui
36 Precursori della teoria della mente Camaioni Intenzione comunicativa dichiarativa Capacità di influenzare lo stato mentale dell altro relativamente a qualche evento esterno (provare interesse, condividere) Alla fine del 1 anno di vita Leslie Gioco simbolico Capacità di rappresentare una realtà diversa da quella percepita (ogg. sostituto, assente) Nel 2 anno di vita
37 Sviluppo della teoria della mente innata/appresa L ipotesi di Leslie riprende la concezione modularistica di Fodor (1983) L architettura della mente umana è composta da sistemi cognitivi specializzati nella eleborazione delle informazioni: MODULI unità deputate a elaborare le informazioni: si attualizzano in momenti specifici dello sviluppo a seguito della maturazione del sistema nervoso ogni modulo è dominio-specifico: elabora solo un certo numero di informazioni e di rappresentazioni relative a uno specifico dominio della conoscenza
38 Sviluppo della teoria della mente Baron-Cohen (1995) prevede 4 MODULI: 1. EDD, Eye-Direction Detector: deputato all elaborazione della direzione dello sguardo 2. ID, Intentionality Detector: specializzato nel cogliere l intenzionalità e nel rappresentare gli stati volitivi 3. SAM, Shared Attention Mechanism: idoneo a permettere l interazione triadica necessaria per condividere con altre persone l attenzione sul medesimo oggetto 4. ToMM, Theory of Mind Mechanism: consente metarappresentazioni, vale a dire le elaborazioni di dati particolari sulla rappresentazione di un altra persona
39 Sviluppo della teoria della mente Concezione interazionista Sottolinea l importanza dell interazione e della conversazione come mediatori della teoria della mente (ipotesi vygotskiana) integrazione di processi cognitivi e sociali costruzione sociale piuttosto che basi biologiche e substrati neurologici numero di fratelli vantaggio di circa un anno funzione tutoriale, mediante la cooperazione durante il gioco simbolico
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