PANORAMA VARIETALE DEL CARCIOFO IN SICILIA

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1 GIOVANNI MAUROMICALE - PIERGRAZIA LICANDRO ANGELA MARIA GRAZIA LONGO - ANITA IERNA - SERGIO LANTERI GIUSEPPE SANTOIEMMA - NUNZIO MORELLO PANORAMA VARIETALE DEL CARCIOFO IN SICILIA Estratto da: «L Informatore Agrario» - Verona, LX (Supplemento al n. 5),

2 Carciofo SPERIMENTAZIONE REGIONALE 3- Panorama varietale del carciofo in Sicilia Tra gli obiettivi della sperimentazione c è quello di studiare la possibilità di rendere più articolata la distribuzione territoriale e ambientale della coltura e di ampliare e meglio diversificare l attuale panorama varietale. Le prove sono state realizzate a Siracusa e Gela e hanno riguardato 8 tipi a propagazione agamica, di cui 5 autunnali e 3 primaverili, e 3 a propagazione gamica G. Mauromicale, A. Ierna, S. Lanteri, P. Licandro, A.M.G. Longo, G. Santoiemma, N. Morello Grafico 1 - Ripartizione provinciale della superficie (ha) coltivata a carciofo in Sicilia (media biennio -3) 8,5%,5%,% 1%,% 3,3% In Sicilia il carciofo ha lasciato segni tangibili. Alla fine degli Anni la Sicilia deteneva il primato delle superfici cinaricole italiane con oltre. ha e le sue produzioni erano già ben conosciute sui mercati continentali. Nell ultimo cinquantennio le superfici coltivate a carciofo si sono più che triplicate, essendo passate dai quasi. ha/anno del triennio ai 1. ha/anno del triennio 1-3, localizzati per circa il 7% nella parte sud-orientale. Caltanissetta è la provincia maggiormente interessata alla coltura con oltre. ha, seguita dalle province di Agrigento (.855 ha), Catania (1.15 ha) e Ragusa (1. ha) (grafico 1). Le aree cinaricole di maggiore rilievo sono sostanzialmente rimaste quelle classiche facenti capo a Niscemi e Gela (Caltanissetta), Menfi e Licata (Agrigento), Ramacca (Catania), Acate (Ragusa), Cerda e Buonfornello (Palermo), Rosolini (Siracusa). Negli ultimi anni, tuttavia, il carciofo ha iniziato a essere presente in alcuni nuovi distretti produttivi ricadenti nelle aree collinari interne quali Mazzarino (Caltanissetta), Piazza Armerina (Enna), Caltagirone e San Cono (Catania), che denotano la tendenza verso una maggiore diversificazione ambientale e territoriale della coltura. Il significato economico della coltura è rilevante; la plv complessiva annua che essa è in grado di assicurare è infatti stimabile in almeno 1-18 milioni di euro. Inoltre la sua particolare configurazione territoriale e la sua fisionomia produttiva fanno sì che essa, in ciascuna delle suddette aree, risulti la risorsa portante e caratterizzante dell intero sistema economico e sociale. Esisterebbero, pertanto, motivazioni valide non solo per un consolidamento delle superfici occupate, ma anche per un ulteriore sviluppo della coltura nelle nuove aree irrigue. A tal fine è necessario e opportuno disporre di nuove conoscenze e informazioni per poterne supportare adeguatamente avanzamenti e innovazioni. In questo quadro si inseriscono le attività svolte nell ambito del Progetto carciofo del Mipaf e del Programma interregionale sul carciofo della Regione Sicilia che, tra gli altri obiettivi, hanno anche quello di studiare la possibilità di rendere più articolata la distribuzione territoriale e ambientale della coltura e di ampliare e meglio diversificare l attuale panorama varietale. Infatti, fino ad alcuni anni fa tale panorama era estremamente semplificato essendo, quasi esclusivamente, basato sul Violetto di Sicilia, coltivato nel versante orientale, e sullo Spinoso di Palermo, diffuso, invece, in quello occidentale. Negli ultimissimi anni, grazie anche al lavoro svolto dagli istituti di ricerca dell Università, dal Cnr e dalle Soat della Regione Sicilia, nuovi genotipi cominciano a essere introdotti e a diffondersi in coltura. Lo scopo di questa nota è quello di portare un ulteriore contributo di conoscenze nel settore varietale alla luce anche degli ultimi anni di sperimentazione. 1,1%,3% Fonte: Istat. Caltanissetta (.85 ha) Agrigento (.855 ha) Catania (1.15 ha) Ragusa (1. ha) Siracusa (91 ha) Palermo (8 ha) Trapani (15 ha) Enna+Messina (17 ha) Particolare di un clone di Violetto di Sicilia selezionato presso l Isafom del Cnr di Catania - Violetto di Provenza S UPPLEMENTO A L INFORMATORE A GRARIO 5/ 15

3 Grafico - Produzione cumulata mensile nei tipi autunnali (*) Violetto di Sicilia Violetto di Provenza Tema Spinoso di Palermo Spinoso Sardo (*) Valori medi delle prove condotte a Siracusa e Gela (Caltanissetta). Grafico 3 - Produzione cumulata mensile nei tipi primaverili (*) Romanesco clone C3 Terom Blanc Hyèrois (*) Valori medi delle prove condotte a Siracusa e Gela (Caltanissetta). Grafico - Produzione cumulata mensile di capolini (*) Concerto Violin Opal 15-5 (*) Nei tipi a propagazione per seme coltivati a Siracusa e non trattati con acido gibberellico Tema. - Spinoso di Palermo. 3 - Romanesco clone C3. - Terom in piena produzione. 5 - Blanc Hyèrois. - Talpiot con capolini di I e II ordine. 7- Cultivar Violin. 8 - Cultivar Opal Materiali e metodi S UPPLEMENTO A L INFORMATORE A GRARIO 5/ Le prove sono state realizzate nell annata 3- in due aree rappresentative della cinaricoltura della Sicilia sud-orientale: Siracusa e Gela (Caltanissetta) su terreni a tessitura argilloso-limosa. In ciascuna località, in uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con 3 ripetizioni, sono stati studiati 8 tipi a propagazione agamica, di cui 5 autunnali (Violetto di Sicilia, Violetto di Provenza, Tema, Spinoso di Palermo e Spinoso Sardo) e 3 primaverili (Romanesco clone C3, Blanc Hyèrois e Terom), e 3 a propagazione gamica (Violin, Opal e Concerto). L impianto delle carciofaie è stato effettuato nella prima decade di agosto a mezzo di ovoli per i tipi a propa- 1 gazione agamica e durante la seconda decade di settembre a mezzo di piantine ottenute in vivaio, con semina 3 giorni prima, per i tipi a propagazione gamica. L epoca d impianto, pertanto, mentre rientra nella norma per i tipi a propagazione agamica, è risultata abbastanza tardiva per i tipi propagati per seme. L investimento è stato di 1, piante/m (1, m tra le file e,7 m sulla fila). La preparazione del terreno e le operazioni colturali (irrigazione, concimazione, lotta contro le infestanti, ecc.) sono state effettuate a norma di bisogno e con criteri di uniformità nelle due località. I rilievi, eseguiti per pianta singola, hanno riguardato il numero e le caratteristiche dei capolini (peso unitario, dimensioni, forma, compattezza, colore delle brattee esterne e interne), raccolti sempre in corrispondenza dello stadio di sviluppo «D» (bocci fiorali lunghi - mm). Risultati I tipi studiati sono stati raggruppati in funzione dell epoca di maturazione e del tipo di propagazione in: autunnali, a propagazione agamica, quelli che iniziano la produzione in autunno e la protraggono fino alla primavera; primaverili, sempre a propagazione agamica, quelli, invece, che iniziano la «maturazione» dei capolini a gennaio-marzo e la concludono 1 o mesi dopo e cultivar a propagazione gamica.

4 Tabella 1 - Principali caratteristiche di alcuni tipi di carciofo a propagazione agamica Tipi Epoca di maturazione Colorazione prevalente brattee esterne Autunnali Violetto di Sicilia novembre-aprile verde con verde-giallastra cilindro- media 1 tutti sfumature con sfumature conica Violetto di Provenza novembre-aprile viola con giallo-violacea ovoidale medio- 18 tutti sfumature elevata di verde Tema novembre-aprile viola intenso gialla con ellissoidale- media 13 tutti sfumature conica Spinoso di Palermo novembre-aprile verde con giallo- ovoidale medio- 17 aree con sfumature verdastra elevata inverni o viola con miti con sfumature sfumature di verde Spinoso Sardo ottobre-aprile verde con giallo conica media 155 aree con sfumature paglierino inverni o viola con miti con sfumature sfumature di verde Primaverili Romanesco clone C3 gennaio/ viola con giallo- sferica medio- 3 aree con febbraio-aprile sfumature verdastra con elevata inverni di verde sfumature miti Blanc Hyèrois aprile-maggio verde giallo- sferica elevata 3 aree con verdastra inverni miti Terom febbraio/ viola intenso gialla con ellissoidale- medio- 1 aree con marzo-aprile sfumature conica elevata inverni miti Decorso della produzione e resa I 5 tipi autunnali hanno avviato la «maturazione» dei capolini tra fine novembre e inizio dicembre, con 3- settimane di ritardo rispetto alle carciofaie più precoci della zona. Il ritardo nell inizio della produzione è stato determinato da una precisa scelta, in quanto si è preferito non forzare eccessivamente le piante per evitare probabili fenomeni di atrofia dei capolini, interne Capolini forma prevalente compattezza Peso fresco principale (g) Tabella - Principali caratteristiche di alcune cultivar di carciofo propagate per «seme» Cultivar Epoca di maturazione Colorazione prevalente brattee senza AG 3 con AG 3 esterne interne forma Capolini compat- prevalente tezza Talpiot ( 1 ) maggio- aprile- verde verde- sferica elevata 3 tutti giugno maggio giallastra ( 1 ) maggio- aprile- verde verde- cilindrica media 15 tutti giugno maggio giallastra Violin ( ) aprile- fine febbraio- viola verde- sferica elevata 5 tutti maggio maggio chiaro giallastra Opal ( ) aprile- fine ottobre- viola con verde- conica elevata 1 tutti maggio maggio sfumature giallastra di verde Concerto ( ) aprile- fine dicembre- viola verde- cilindrica elevata 31 tutti maggio maggio intenso giallastra AG 3 = acido gibberellico. ( 1 ) Consigliata per produzioni da destinare prevalentemente all industria di trasformazione. ( ) Consigliata per produzioni da destinare al mercato fresco e all industria di trasformazione. Areali di coltivazione consigliati Peso fresco principale (g) Areali di coltivazione consigliati i quali sono molto diffusi nelle carciofaie particolarmente precoci. Tra i tipi studiati si è distinto Tema, il quale è risultato nettamente il più precoce (1,3 e, capolini/pianta prodotti rispettivamente al 31 dicembre e 31 gennaio) ma anche il più produttivo (1, capolini/pianta). Tra i due Spinosi, quello Sardo ha mostrato sia un leggero anticipo nell avvio della «maturazione» dei capolini che un più elevato ritmo di produzione nei mesi Cultivar Concerto Carciofo invernali (grafico ). Quest ultima caratteristica ha fatto sì che esso producesse a fine ciclo anche un numero di capolini complessivi più elevato rispetto allo Spinoso di Palermo (8, contro,8 capolini/pianta). Il Violetto di Sicilia e il Violetto di Provenza hanno mostrato precocità, ritmi di produzione e rese complessive simili. I tipi primaverili presi in esame hanno evidenziato precocità, decorso della «maturazione» dei capolini e rese abbastanza differenti (grafico 3). Il Romanesco clone C3 è risultato il più precoce, avendo avviato la «maturazione» già a fine gennaio e producendo ben 1,5 capolini/pianta a fine febbraio; inoltre ha prodotto il più elevato numero di capolini a fine ciclo. Blanc Hyèrois, per contro, è risultato il più tardivo e ha prodotto un minor numero di capolini. Caratteristiche produttive intermedie ha invece mostrato Terom. Con riferimento alle 3 cultivar a propagazione gamica, per precocità produttiva si è distinto Opal, mentre per produzione complessiva i migliori risultati sono stati forniti da Concerto (grafico ). C è da dire, comunque, che la produzione di queste 3 cultivar può essere anticipata a fine autunnoinizio inverno con trapianti più precoci (tra fine luglio e inizio agosto) e trattamenti con acido gibberellico. Caratteristiche dei capolini Nelle tabelle 1 e vengono riportate alcune caratteristiche dei capolini dei tipi studiati. Da un loro esame è possibile notare un ampia variabilità in rapporto al genotipo e indipendentemente dall epoca di maturazione e dal tipo di propagazione. Nel complesso le caratteristiche dei capolini esaminati e le indicazioni raccolte in alcuni mercati ortofrutticoli all ingrosso fanno ritenere come tra i tipi autunnali gli standard qualitativi del Violetto di Provenza siano superiori a quelli di Violetto di Sicilia e Tema, così come quelli di Spinoso di Palermo risultino migliori di Spinoso Sardo. Tra i tipi primaverili il Romanesco clone C3 presenta eccellenti caratteristiche di qualità soprattutto per i mercati nazionali, mentre i capolini di S UPPLEMENTO A L INFORMATORE A GRARIO 5/ 17

5 Carciofo Tabella 3 - Punti di forza e di debolezza dei tipi di carciofo coltivati in Sicilia e di quelli di possibile introduzione e/o diffusione Punti di forza Punti di debolezza Tipi a propagazione agamica Autunnali Violetto di Sicilia Violetto di Provenza Tema Spinoso di Palermo Spinoso sardo Primaverili Romanesco clone C3 Terom Elevata precocità, ampia stagione produttiva, buona adattabilità ambientale, elevata capacità a produrre capolini da carducci idonei per l industria conserviera Elevata precocità, ampia stagione produttiva, buona capacità a produrre capolini da carducci idonei per l industria conserviera, buone caratteristiche organolettiche dei capolini Elevata precocità e ampia stagione produttiva, elevata capacità produttiva, elevata resistenza all atrofia del viola intenso Blanc Hyèrois Capolini di grosse dimensioni e compatti molto apprezzati dai mercati francesi, elevata contemporaneità di produzione Domestica Duplice produzione: capolini in primavera e carducci in autunno-inverno apprezzati dai mercati locali di Castelvetrano Tipi a propagazione gamica Elevata capacità produttiva e contemporaneità di produzione, capolini particolarmente idonei per l industria conserviera Opal Buona capacità produttiva e contemporaneità di produzione, capolini compatti e di media pezzatura apprezzati dai mercati Scarsa contemporaneità di produzione nei mesi autunnali, ridotta capacità produttiva, capolini secondari di ridotte dimensioni, capolini non molto compatti che tendono a divaricare le brattee con le alte temperature, sensibilità all atrofia del Capolini relativamente laschi, poco idonei per l industria conserviera, capolini secondari di dimensioni ridotte, meno accettati dai mercati rispetto ai due precedenti tipi, suscettibilità alla Botritys Buona precocità, ampia stagione produttiva, ottime caratteristiche organolettiche (sapore, tenerezza, elevata frazione edule del e del pedun- sensibililità alle basse e alle alte temperature Ridotta capacità produttiva, elevata suscettibilità all atrofia del, colo fiorale) Come per lo Spinoso di Palermo ma con una maggiore capacità produttiva e una minore compattezza dei capolini Eccellenti caratteristiche organolettiche dei capolini, più elevata precocità tra i tipi primaverili, buona contemporaneità di produzione; in Sicilia produce con largo anticipo (1- mesi) rispetto ai classici areali campani e laziali Buona contemporaneità di produzione e capacità produttiva, capolini principali e di I ordine di medio-grandi dimensioni con brattee esterne di un bel Scarsa contemporaneità di produzione nei mesi autunnali, minore adattabilità ambientale rispetto al Violetto di Sicilia, sensibilità all atrofia del Elevata suscettibilità all atrofia del, sensibilità alle basse e alle alte temperature Elevato costo del materiale di propagazione, forte dipendenza della precocità dall andamento termico invernale, capolini secondari poco idonei per l industria conserviera Produzione più tardiva rispetto a quella del Romanesco clone C3, capolini di II e III ordine poco richiesti dall industria conserviera Produzione tardiva (metà aprile-metà maggio) e poco apprezzata dai mercati italiani Epoca di produzione tardiva Produzione tardiva e poco idonea al mercato fresco nazionale Dipendenza dal trattamento con acido gibberellico per ottenere produzioni autunnali Blanc Hyèrois sono particolarmente idonei alle esigenze dei mercati francesi. Infine, apprezzabili sono risultate le caratteristiche di qualità dei capolini delle cultivar propagate per seme Violin, Opal e Concerto. Conclusioni S UPPLEMENTO A L INFORMATORE A GRARIO 5/ I risultati ottenuti hanno dimostrato che i tipi studiati, con la loro ampia variabilità in ordine a precocità, epoca di maturazione e ritmi di produzione, consentono di realizzare un calendario di produzione più regolare e articolato rispetto a quello attuale. Tutto ciò senza tener conto che la diversificazione ambientale e territoriale della coltura può ulteriormente contribuire ad ampliare e meglio ottimizzare il calendario di commercializzazione del carciofo come nostre recenti ricerche hanno dimostrato. Il contributo di nuovi tipi risulta, peraltro, degno di considerazione anche ai fini di una diversificazione delle caratteristiche dei capolini (forma, calibro, colore, consistenza, sapore, ecc.), indispensabile per poter predisporre un offerta più variegata e in grado di meglio intercet- 18 tare le diverse esigenze dei consumatori anche fuori dai confini nazionali. Con l intento di fornire un quadro conclusivo più esaustivo dell attuale panorama varietale e del suo auspicabile miglioramento abbiamo sintetizzato nella tabella 3 i punti di forza e di debolezza dei tipi di carciofo coltivati in Sicilia e di quelli di possibile introduzione e/o diffusione. La disponibilità di nuovi genotipi interessanti sotto il profilo bioagronomico e produttivo, unitamente alle conoscenze sulla loro adattabilità e sulle loro caratteristiche, acquisite nel corso della pluriennale sperimentazione, lasciano ragionevolmente prevedere che la configurazione varietale della cinaricoltura siciliana possa subire una sostanziale evoluzione dopo oltre un secolo di stagnazione. Il nostro auspicio è che essa possa avvenire in modo oculato e programmato sulla base dell adattabilità dei differenti tipi, delle caratteristiche microclimatiche degli areali di coltivazione e delle richieste dei mercati. Il prevedibile arricchimento della biodiversità cinaricola dell Isola, tuttavia, oltre ai suddetti vantaggi, in considerazione del tipo di moltiplicazione adottato, può determinare mescolanze di organi di moltiplicazione dei differenti tipi con conseguenze negative sulla purezza varietale, che possono risultare pericolose soprattutto per gli ecotipi siciliani. Giovanni Mauromicale Piergrazia Licandro Angela Maria Grazia Longo Dipartimento di scienze agronomiche, agrochimiche e delle produzioni animali Sezione di scienze agronomiche Università di Catania g.mauromicale@unict.it Anita Ierna Cnr - Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo Catania Sergio Lanteri Dipartimento di valorizzazione e protezione delle risorse agroforestali Sezione di genetica agraria Università di Torino Giuseppe Santoiemma Nunzio Morello Sezione operativa n. 38 di Gela Assessorato agricoltura e foreste Regione Sicilia

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