IL COLLEGIO DI ROMA. Fatto

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale... Presidente Avv. Alessandro Leproux Avv. Bruno De Carolis.. Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Saverio Ruperto. Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un consumatore [Estensore] Dott.ssa Daniela Primicerio. Membro designato dal C.N.C.U. per le controversie in cui sia parte un consumatore nella seduta del 11/02/2011 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Con ricorso del 17 giugno 2010, il ricorrente lamenta la variazione in senso sfavorevole da parte della banca del tasso creditorio. Espone di essersi recato, nel corso del mese di dicembre 2009, «presso la propria filiale al fine di effettuare alcune domiciliazioni bancarie e durante una conversazione informale con un proprio amico, incontrato in loco, apprendeva che attualmente il tasso creditorio praticato era pari allo 0,01%». Detta circostanza veniva confermata dal personale addetto della filiale evidenziando che «ciò era stato possibile in forza di una proposta di modifica unilaterale del contratto di conto corrente inviata in data 16/12/2008», una copia della quale era consegnata a mani del cliente in quel momento, «non avendo mai il [ricorrente] ricevuto detta missiva». Evidenzia inoltre il ricorrente di avere ricevuto il 2 gennaio 2009 «il documento di sintesi relativo al proprio rapporto contrattuale con la [ ] Banca dal quale si evinceva che il tasso effettivo creditorio annuo relativo al proprio conto corrente era pari al 1,75%». Pag. 2/6

2 A fronte di quanto precede, egli contestava l operato dell intermediario «in ordine all incongruenza tra le informazioni contenute nelle due missive successive». La banca, pertanto, riconosceva al ricorrente «un tasso dello 0,50% sulle somme dal medesimo depositate sul proprio conto fino alla data del 31/12/2009 e quindi [ ] accreditava sul conto corrente n. [ ] l importo di Euro 396,00». Tale importo veniva trattenuto dal cliente «in acconto sul maggior avere lui spettante». Seguiva la presentazione del reclamo all intermediario con lettera del 24 febbraio 2010, a firma di un legale, per contestare l operato della banca «sia sotto il profilo della trasparenza che quello della correttezza e buona fede contrattuale». Rilevava che «l art. 10 della Legge 248/06, così come esplicitato anche nella circolare ABI 23/2006, è chiaro nell affermare che la modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata espressamente al cliente con un preavviso di 30 giorni senza che siano consentite comunicazioni impersonali [ ]. Detta comunicazione al mio assistito non è mai pervenuta». Evidenziava che il cliente «ha continuato a mantenere sul proprio conto corrente [ ] una giacenza media ampiamente superiore ai ,00 Euro con picchi superiori anche a ,00 Euro, solo perché convinto del fatto che il tasso a lui applicato, in quanto ex dipendente, fosse pari all 1,75% così come comunicatogli in data 2 gennaio Non appena venuto a conoscenza di un tale ribasso, infatti, quest ultimo ha provveduto a prelevare le somme giacenti sul proprio conto per reinvestirle più redditiziamente». Sottolineava, infine, che «quand anche il [suo, n.d.r.] assistito avesse ricevuto la comunicazione del 16/12/2008 contenente la riduzione del tasso d interesse, legittimamente lo stesso avrebbe potuto continuare a credere che il tasso a lui praticato fosse pari all 1,75% stante la comunicazione successiva datata 2 gennaio 2009, che riportava detta informazione, e che, nell ambito giuridico come in quello bancario, per prassi sostituisce le precedenti trasmissioni». Per queste ragioni, domandava il riconoscimento da parte della banca dell «ulteriore tasso del 1,25% sugli importi dal medesimo detenuti sul proprio conto corrente fino alla data del 31/12/2009». L intermediario forniva riscontro con nota del 10 marzo 2010, precisando come «la suddetta variazione sia stata comunicata alla clientela attraverso l invio delle previste comunicazioni periodiche. In particolare, la proposta di modifica unilaterale (datata 16 dicembre 2008) indica la decorrenza della variazione a far Pag. 3/6

3 tempo dal successivo 16 gennaio 2009 e il documento di sintesi (datato 2 gennaio 2009) indica le condizioni applicate alla data del documento stesso». Non riteneva, pertanto, di potere accogliere l istanza di rimborso formulata dal cliente. A mezzo del ricorso introduttivo del presente giudizio, il ricorrente insiste nel contestare la condotta tenuta dalla banca sul piano della trasparenza e della correttezza. Rileva, altresì, che «Il documento di sintesi datato 2 gennaio 2009 [ ] recita espressamente Il documento di sintesi riepiloga altresì per maggiore chiarezza le eventuali condizioni variate successivamente all ultima comunicazione periodica, con riferimento sia a quelle già oggetto di specifica comunicazione a Voi effettuata, sia ad eventuali variazioni generalizzate». Conclude, quindi, chiedendo che «codesto Arbitro Bancario Finanziario voglia ordinare alla banca di riconoscergli il tasso dell 1,25% sugli importi dal medesimo detenuti sul conto corrente n. [ ] per l intero anno 2009 ad integrazione dello 0,50% già riconosciuto». Replica l istituto di credito con controdeduzioni del 27 settembre 2010, sottoponendo «alla considerazione di codesto Collegio, perché possa tenerne conto nella valutazione della presumibile fondatezza delle rispettive dichiarazioni delle parti di questo procedimento, come il [cliente] dichiarasse e di fatto ancora dichiari la mancata ricezione di un unico documento fra i numerosi tempo per tempo inviatigli dalla Banca; e di come tale documento asseritamente non ricevuto fosse con a lui confacente casualità proprio il documento che gli comunicava la variazione di tasso che successivamente avrebbe inteso contestare». Evidenzia, inoltre, di avere correttamente predisposto e inviato la comunicazione del 16 dicembre 2008, a fronte della quale il ricorrente non ha ritenuto di esercitare il diritto di recesso, «accettando quindi la variazione che così gli si anticipava ai richiamati effetti contrattuali». Non contrasterebbe con tale ricostruzione il documento di sintesi del 2 gennaio 2009, che «altrettanto correttamente esponeva, ai sensi dell art. 119 del predetto Testo Unico Bancario, le condizioni applicate alla data di emissione del documento stesso [ ] evidentemente precedente alla decorrenza della variazione di cui sopra». Conclude, pertanto, per il rigetto del ricorso, e, in via subordinata, «nella denegata ipotesi che si ravvisi la fondatezza degli asseriti presupposti delle sue contestazioni, che si riconosca come già intervenuta la cessazione della materia del contendere, quale Pag. 4/6

4 conseguente all accettazione da parte del ricorrente del conguaglio in linea interessi già riconosciutogli dalla Banca a titolo conciliativo». Diritto L oggetto della presente controversia investe l efficacia nei confronti del cliente della modifica unilaterale del tasso di interesse creditorio sulle giacenze di conto corrente, atteso che il ricorrente contesta di avere ricevuto la proposta scritta di modifica unilaterale delle condizioni, prevista dalle leggi vigenti. Giova prendere le mosse dalla disposizione di cui all art. 118 del d.lgs. 1 settembre 1993, n. 385, recante il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB). Esso prevede che la banca provveda alla comunicazione espressa al cliente delle proposte di variazione delle condizioni dei contratti di durata. È, pertanto, da ritenere che si tratti di una comunicazione recettizia, i cui effetti dipendono dalla effettiva conoscenza che il destinatario ne abbia. Rileva, sul punto, l esame dell art cod. civ., secondo cui «La proposta, l accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute nel momento in cui giungono all indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell impossibilità di averne notizia». La norma prevede una presunzione di conoscenza delle dichiarazioni dirette a un soggetto, nel momento in cui esse sono recapitate all indirizzo di quest ultimo. Ne deriva che l esercizio dello ius variandi da parte dell intermediario può ritenersi efficace nei confronti del cliente, nella misura in cui quest ultimo ne sia venuto a conoscenza ovvero sia stato messo nella concreta possibilità di conoscerne. Avendo il ricorrente eccepito di non avere mai ricevuto detta comunicazione, si deve ritenere che gravi sul dichiarante, id est l intermediario, l onere della prova che la proposta di modifica sia giunta all indirizzo del cliente. Nel caso in esame, tuttavia, la banca resistente non ha fornito alcuna evidenza né della ricezione della proposta, né dell invio di essa. Si impone, pertanto, l applicazione del terzo comma del predetto art. 118 TUB, che sanziona l inosservanza da parte dell intermediario delle prescrizioni dettate in tema di comunicazione delle proposte di modifica con la conseguenza della Pag. 5/6

5 inefficacia nei confronti del cliente delle variazioni a quest ultimo sfavorevoli. La diminuzione del tasso creditorio, applicata nel corso del 2009 sulla scorta della proposta di modifica del 16 dicembre 2008, è inefficace rispetto al ricorrente, il quale pertanto aveva diritto all applicazione delle condizioni originariamente previste, ossia del tasso dell 1,75%. Le doglianze espresse dal ricorrente sono, pertanto, fondate. Si impone, infine, l esame della domanda di cessazione della materia del contendere, formulata dalla resistente in via subordinata, stante l «accettazione da parte del ricorrente del conguaglio in linea di interessi già riconosciutogli dalla Banca a titolo conciliativo», applicando il tasso dello 0,50%. L eccezione è priva di pregio. In primo luogo, la banca ha adempiuto solo parzialmente all obbligo posto a suo carico. D altro canto, la condotta tenuta dal ricorrente non autorizza a ritenere che le parti abbiano raggiunto un accordo di natura transattiva. La banca, invero, accreditava la somma di euro 396,00 in data 8 febbraio Il ricorrente, col reclamo del 24 febbraio successivo, formalizzava di accettare tale somma a titolo di «acconto sul maggior avere». Per le ragioni che precedono, il Collegio accoglie il ricorso e, per l effetto, dichiara la banca tenuta a riconoscere al cliente interessi creditori al tasso dell 1,25% sulle giacenze dell anno 2009, per le quali il medesimo intermediario aveva applicato la riduzione. P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6