Corso di Formazione UNPLI - Servizio Civile 2015/2016. Dott.ssa Valentina Palermo
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1 Corso di Formazione UNPLI - Servizio Civile 2015/2016 Dott.ssa Valentina Palermo
2 I beni culturali sono tutte le testimonianze, materiali e immateriali, aventi valore di civiltà. Da questa definizione si comprende che sono beni culturali non solo gli oggetti d arte, ma tutte quelle cose che hanno un valore storico, quali libri, documenti, oggetti d uso comune, vestiti, strumenti scientifici, ecc.
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4 Gioconda Leonardo Da Vinci
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6 Il Palio di Siena
7 Primo riconoscimento internazionale ufficiale di bene culturale CONVENZIONE DELL AJA 14 MAGGIO 1954 ( 40 Stati partecipanti ) Le norme sui beni culturali erano essenzialmente accordi per la salvaguardia di questi patrimoni in occasione di eventi bellici, sostenendo che gli attentati ai beni culturali di qualsiasi popolo costituivano una violenza la patrimonio dell'intera comunità internazionale.
8 Presidente del Consiglio Aldo Moro e di Giovanni Spadolini ITALIA Istituzione di un Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Il ministero venne revisionato più volte fino a giungere all'attuale denominazione di Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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12 APPROCCIO COSMOPOLITA i beni culturali appartengono all umanità e sono tutelati nell interesse globale. La loro gestione è demandata a chi li conserva meglio e nel modo più efficiente. Non esistono restrizioni alle esportazioni, purchè siano giustificate da esigenze di migliore conservazione e fruizione
13 APPROCCIO CONTESTUALISTA gestione dei beni culturali è regolata in maniera diversa secondo il contesto e le relazioni in cui sono inseriti. Le esportazioni sono proibite perché lo spostamento modifica la relazione del bene culturale con l ambiente e la società
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15 AZIONE PUBBLICA E BENI CULTURALI
16 TUTELA attività diretta a riconoscere, conservare e proteggere i beni culturali. Essa si esplica tramite l individuazione dei beni da sottoporre a tutela, l attribuzione all autorità pubblica dei poteri di controllo e di autorizzazione all uso e alle modificazioni di stato dei beni stessi e alla loro circolazione ed esportazione
17 INVENTARIO E CATALOGAZIONE attività conoscitive di controllo e monitoraggio, volte a censire, inventariare, catalogare e schedare i beni culturali, mobili e immobili, presenti sull intero territorio nazionale
18 VALORIZZAZIONE attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza, conservazione e fruizione dei beni culturali. La valorizzazione si effettua attraverso strumenti diretti (operazioni di restauro) e indiretti (esenzioni fiscali per interventi di restauro). Nella valorizzazione rientrano: l organizzazione di studi e ricerche, iniziative scientifiche, attività didattiche e divulgative, itinerari e distretti culturali la ricerca di connessioni tra i beni culturali e l ambiente le operazioni di recupero il restauro e le nuove acquisizioni
19 PROMOZIONE attività diretta a suscitare interesse verso i beni culturali e a sostenerne le relative attività culturali
20 GESTIONE attività diretta a favorire la fruizione dei beni culturali, concorrendo alle finalità di tutela e di valorizzazione. Nella gestione si inserisce un continuum di scelte strategiche riguardanti da un lato la conservazione, lo studio e la ricerca, e dall altro la divulgazione e la promozione al pubblico
21 LA PRIVATIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI
22 Il dibattito sull opportunità di privatizzare i beni culturali è una declinazione del più generale dibattito sul ruolo del settore pubblico nell economia. A livello teorico si tende a limitare la superiorità della proprietà pubblica ad alcuni casi: L innovazione tecnologica stimolata dal mercato è poco importante L incentivo alla riduzione dei costi porta a una riduzione della qualità del bene o del servizio prodotto dall impresa privata, qualità che non può essere stabilita per contratto I meccanismi reputazionali per le imprese sono di importanza limitata La competizione tra imprese è debole e i consumatori non hanno libertà di scelta
23 Un altra possibilità consiste nel mantenere la proprietà pubblica dei beni culturali, ma lasciarne al privato la gestione. Questa posizione è però soggetta a due obiezioni
24 Obiezione ideologica :alcuni sostengono che non è ammissibile far entrare nella gestione dei beni culturali gli obiettivi tipici delle imprese private (pericolosità della gestione dei beni culturali sulla base della loro redditività immediata, perché ciò privilegia i grandi spazi museali e gli eventi spettacolari a scapito della formazione e della crescita culturale della società) Obiezione pragmatica : la distinzione tra tutela, gestione e valorizzazione è artificiosa, poiché compromette l unitarietà nella visione del problema dei beni culturali, e risulta inefficiente
25 Definiti gli ambiti dell intervento pubblico nei beni culturali, si deve stabilire il suo livello territoriale di azione, in base alle scelte di accentramento o decentramento amministrativo. Il decentramento può essere sviluppato sulla scorta di 3 modelli: Il mantenimento del settore dei beni culturali al sistema statale centrale L inserimento dei beni culturali nel generale decentramento amministrativo imperniato sui livelli regionale e locale (principio di sussidiarietà) Un compromesso tra i due modelli, con forme di decentramento specifico
26 L ORGANIZZAZIONE STATALE PER I BENI CULTURALI IN ITALIA
27 LE SOPRINDENDENZE Le soprintendenze, distinte in ordinarie e speciali, sono gli organi del Ministero per i beni e le attività culturali preposti a tutela, recupero, restauro e gestione dei beni culturali demaniali su specifici ambiti territoriali. Il Ministero decide la ripartizione dei fondi e dell organico tra le soprintendenze; queste ridistribuiscono le risorse loro assegnate tra i diversi musei e monumenti di loro competenza. Il ministero ha competenza sulle questioni fondamentali di tutela e conservazione dei beni culturali e su aspetti economici quali la fissazione degli importi dei biglietti di ingresso e dei canoni d uso delle strutture. I proventi dello sfruttamento economico dei beni culturali non sono incamerati dal museo o dalla soprintendenza ma dall erario. Le soprintendenze ordinarie si distinguono in archeologiche, per i beni artistici e storici, per i beni architettonici e paesaggio, archivistiche e le soprintendenze miste. La soprintendenza regionale ha competenza gerarchica sulle unità periferiche regionali e svolge funzioni di supervisione e coordinamento.
28 LA CLASSIFICAZIONE ECONOMICA DEI BENI CULTURALI
29 I beni culturali sono difficili da analizzare con gli strumenti tipici dell economia perché sono irripetibili, cioè irriproducibilie originali, illimitati, poiché l insieme dei beni culturali non è chiuso (l economia invece si occupa di risorse limitate, riproducibili o irriproducibili).
30 Prevalgono in letteratura alcune classificazioni, interrelate: Beni culturali distinti secondo la loro collocazione (territorio o collezioni, musei, etc.) Beni culturali distinti secondo la proprietà Beni culturali distinti secondo la tipologia economica (privati o pubblici sulla base di escludibilità e rivalità)
31 BENI CULTURALI DI PROPRIETÀ PRIVATA
32 I beni culturali di proprietà privata possono essere sottoposti a limitazioni del diritto di proprietà. Si parla, infatti, di pura proprietà con restrizioni d uso del diritto di proprietà. Anche se un soggetto privato ha la proprietà piena di un bene culturale, la sua appartenenza al patrimonio storico-artistico di uno Stato è riconosciuta come motivazione sufficiente per limitare la facoltà di godimento e di disposizione del proprietario.
33 Due restrizioni di legge nell esercizio del diritto di proprietà per i beni culturali di proprietà privata: Proprietà con uso limitato (proibizione di alcuni usi) Proprietà a uso richiesto (vincoli d uso e di destinazione imposti) La ragione economica di queste limitazioni risiedono nel riconoscimento delle esternalità che si originano dai beni culturali. Le restrizioni del diritto di proprietà sono interventi coercitivi che impongono sempre un costo al proprietario in quanto lo obbligano a una spesa maggiore o gli impediscono un guadagno ottenibile tramite lo sfruttamento di alternative più remunerative. Per questo motivo possono configurarsi agevolazioni fiscali o finanziamenti pubblici a favore di tali beni culturali.
34 Il consumo del bene culturale è caratterizzato da un grado di escludibilità e rivalità basso o nullo. Per queste tipologie di beni lo Stato talvolta acquisisce la proprietà da privati. Per i beni collocati sul territorio (come Piazza S.Marco a Venezia), il problema economico principale è quello della relazione con la città e i cittadini. È sempre il settore privato, infatti, che sostiene i costi di tutela, conservazione, promozione, gestione: la questione rilevante è la distribuzione dei costi tra i consumatori nel modo più equo ed efficiente. È possibile che si originino comportamenti da freerider: tutti vogliono il bene e la sua conservazione, ma nessuno è effettivamente disposto a pagare per questo. Ciò avviene sia per l edificazione dei beni culturali pubblici sia per la conservazione dei beni culturali storici ereditati.
35 Es. I beni culturali conservati in un museo o in una biblioteca sono ancora beni di proprietà pubblica, ma hanno assunto natura economica di bene privato (la Primavera del Botticelli è fruibile soltanto tramite un atto escludibile, poiché solo chi acquista il biglietto può vedere l opera d arte).
36 BENI CULTURALI COME FATTORI DI PRODUZIONE Un bene culturale pubblico può anche essere considerato come fattore di produzione (una statua che è possibile ammirare da un albergo contribuisce ad incrementare la rendita dello stesso).
37 TIPOLOGIE DI BENI CULTURALI Il comma 4 dell art. 10 definisce in particolare le tipologie di beni culturali, tra quelle che non sempre sono conservate in pubbliche raccolte: le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civiltà le cose di interesse numismatico che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai materiali di produzione, nonché al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarità o di pregio, anche storico i manoscritti, gli autografi i carteggi, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe e le incisioni, con relative matrici, aventi carattere di rarità e di pregio le carte geografiche e gli spartiti musicali aventi carattere di rarità e di pregio;
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LA TUTELA DEI BENI CULTURALI I principi generali
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