I QUADERNI DI AGRINNOVAZIONE SICILIA INNOVAZIONI NELLA FILIERA FRUTTICOLA

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1 6 I QUADERNI DI AGRINNOVAZIONE SICILIA INNOVAZIONI NELLA FILIERA FRUTTICOLA

2 2015 REGIONE SICILIANA Assessorato Regione dell Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea Coordinamento editoriale Paolo Inglese È Professore ordinario di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree presso la Facoltà di Agraria dell Università degli Studi di Palermo. È stato organizzatore e direttore di corsi nazionali e internazionali, di Alto Perfezionamento e post graduate. La sua attività scientifica fa riferimento a vari aspetti della fisiologia applicata alle piante arboree da frutto e ai sistemi colturali. Negli ultimi anni ha sviluppato ricerche sul bilancio del carbonio in frutteti, in particolare su agrumi e ficod india e ha affrontato il tema della produzione di frutti di quarta gamma, applicandola al germoplasma autoctono siciliano di pesco. Hanno collaborato Alessio Allegra, Beatrice Del Signore, Vittorio Farina, Alessandra Gallotta, Carlo Gambino, Giorgia Liguori, Pietro Scafidi, Giuseppe Sortino e Francesco Sottile Progetto grafico Anna Macrì Edagricole - Edizioni Agricole di New Business Media srl - Piazza G. Galilei, Bologna Realizzazione e impianti Gian Marco Cenni Stampa EURGRAF SAS Via Magellano 4/ Cesano Boscone (Mi) Finito di stampare nell ottobre 2015 La realizzazione di questo volume è stata finanziata nell ambito della misura 111 del PSR Sicilia 2007/2013 EDIZIONE FUORI COMMERCIO VIETATA LA VENDITA

3 Presentazione La frutticoltura siciliana è fortemente caratterizzata da alcuni aspetti che ne sottolineano la storia, l estrema variabilità ambientale, quindi la diversa vocazionalità, la presenza, ancora vivissima, di un copioso germoplasma locale e, infine, la rilevante vocazione a produrre frutti di alta qualità. In Sicilia, non volendo considerare agrumi e olivo, sono presenti tutte le filiere frutticole, da quelle tipiche delle zone temperato-continentali, melo e pero, alla frutta secca, mandorlo, nocciolo e pistacchio, a quelle delle aree più temperate o mediterranee, pesco, susino, ciliegio e albicocco e uva da tavola, e, infine le specie subtropicali o tropicali, ficodindia, mango e litchee. Questo mosaico di per sé complesso, lo è ancora di più in termini di distribuzione territoriale. Coesistono, infatti, areali fortemente specializzati, tanto da godere di certificazioni IGP o DOP, come quelli dell uva da tavola (Canicattì e Mazzarrone), del ficodindia (S. Cono, bacino Etneo, S. Margherita Belice e Roccapalumba), e, in misura diversa del pesco (areali di Leonforte, Bivona, ma anche Alcantara, Riesi e, in genere colline interne) e areali a vocazione mista, come quelli destinati al mandorlo, diffuso in diverse aree del territorio regionale. Difficile, quindi, trarre delle considerazioni di carattere generale. Una fra tutte, però emerge, ed è la carenza di infrastrutture di servizio, in particolare legate alle porzioni apicali della filiera, il vivaismo da un lato e le centrali ortofrutticole per la lavorazione e conservazione dei frutti dall altra. Un moltitudine di operatori commerciali e di OP non aiuta la caratterizzazione dell offerta e non ha, fino ad oggi, favorito l omogeneizzazione dei modelli produttivi, della qualità del prodotto, oltre che lo sviluppo di un assistenza tecnica specializzata. Ciononostante, si raggiungono in alcuni casi livelli di assoluta eccellenza: è il caso dell uva da tavola, ma anche delle produzioni tropicali e subtropicali. Chiudiamo con un esortazione: nessuna innovazione ha senso se non è accompagnata, se non preceduta, da una forte spinta alla cooperazione degli imprenditori agricoli che devono comprendere la necessità di costruire, d intesa con il mondo della formazione anche universitaria, una classe di tecnici capace di supportare ogni ulteriore ipotesi di sviluppo. L Assessore all Agricoltura della Regione Siciliana

4 Sommario

5 Sommario Albicocco (Prunus armeniaca L.) di Alessandra Gallotta 7 Introduzione - La scelta varietale 8 La scelta del portinnesto 8 Il materiale di propagazione - La forma di allevamento 10 La gestione colturale 11 La scelta dell epoca di raccolta - La determinazione della qualità dei frutti 12 La gestione post-raccolta 13 Ficodindia (Opuntia ficus-indica (L.) Mill.) 15 Introduzione - La scelta varietale 15 Il materiale di propagazione 16 La forma di allevamento - La gestione colturale - Irrigazione 17 Concimazione - La scelta dell epoca di raccolta 18 La determinazione della qualità dei frutti 18 La gestione post-raccolta - Bibliografia 19 Mandorlo (Prunus amygdalus L.) 21 Introduzione 21 Varietà coltivate - Portinnesti 22 Propagazione - Forma di allevamento - Potatura 23 Lavorazioni - Concimazione 24 Irrigazione - Raccolta - Post raccolta 25 La coltivazione del Mango in Sicilia: stato attuale e potenzialità 27 Origine e diffusione 27 L albero - La scelta varietale - Propagazione 28 Piantagione e gestione colturale 30 La scelta dell epoca di raccolta 31 La determinazione della qualità dei frutti - La gestione post-raccolta 32 Riferimenti bibliografici 33 Pesco (Prunus persica Batsch) 35 Introduzione - La scelta varietale 35 La scelta del portinnesto 37 Il materiale di propagazione - La forma di allevamento - La gestione colturale 38 Irrigazione 39 Concimazione di produzione e fertirrigazione - La scelta dell epoca di raccolta 40 La gestione post-raccolta - Pesche e nettarine in IV gamma 41 Uva da tavola 43 Introduzione - Scelta varietale - Gestione colturale 43

6 PAOLO INGLESE, GIORGIA LIGUORI Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali Università degli Studi di Palermo Ficodindia (Opuntia ficus-indica (L.) Mill.)

7 Ficodindia (Opuntia ficus-indica (L.) Mill.) Introduzione La filiera produttiva del ficodindia, a livello europeo, è esclusiva della Sicilia che detiene il monopolio del mercato italiano ed oltre il 90% del mercato europeo, con circa ha di coltura specializzata e con produzioni di circa tonnellate di frutti all anno. L areale siciliano più importante per superficie e grado di specializzazione degli impianti è l areale di San Cono (CT) che copre il 60% dell intera superficie regionale coltivata a ficodindia, seguito da una vasta area caratterizzata dalla DOP Ficodindia dell Etna, dall areale di Santa Margherita Belice (AG) e da una piccola area in forte espansione nel territorio di Roccapalumba (PA). La scelta varietale Le principali cultivar di ficodindia utilizzate in Sicilia per la produzione frutticola si differenziano per il colore della polpa che va dal rosso-porpora della cv Rossa, al giallo-arancio della cv Gialla e al bianco-crema della cv Bianca (Foto 1). A queste cultivar si aggiungono le Trunzare (a polpa gialla, rossa e bianca), utilizzate prevalentemente nella Sicilia orientale. Nel ficodindia la scelta varietale è influenzata principalmente dall efficienza produttiva, dalla rusticità della cultivar e dalla disponibilità del materiale di propagazione. La cv Gialla è la cultivar più utilizzata, tanto da rappresentare l 80-90% degli esemplari che compongono i ficodindieti specializzati, essendo la più produttiva, avendo eccellenti caratteristiche organolettiche e buona resistenza ai trasporti e alle manipolazioni. L epicarpo dei frutti maturi si presenta di colore giallo-aranciato e la polpa mostra una colorazione gialla meno intensa. La cv Rossa rappresenta circa il 10% degli impianti specializzati, ciò è dovuto ad una bassa produttività e ad una maggiore sensibilità alla spaccatura dei frutti, tra le 3 varietà coltivate è la più tardiva. I frutti maturi presentano un colore dell epicarpo rosso-violetto, con tonalità più intense nella parte più esposta al sole e, a volte con colorazioni verdastre ai poli, la polpa è di colore rosso-porpora-carminio. La cv

8 16 Innovazioni nella filiera frutticola Bianca è poco diffusa, 2% degli impianti specializzati, questo è dovuto ad una scarsa resistenza ai trasporti e alle manipolazioni, ciò è probabilmente dovuto al minor spessore della buccia (2 mm), rispetto a quello rilevato nelle altre due varietà. Le cv Trunzare, nonostante i frutti posseggano caratteristiche qualitative di pregio, sono poco diffuse a causa di una bassa efficienza produttiva, di una minore lucentezza dell epicarpo e dalla presenza di semi più grossi rispetto alle altre 3 cultivar. Nella scelta varietale, occorre riflettere sul fatto che i frutti a polpa rossa sono i più graditi al nuovo consumatore e che, quindi, l assortimento varietale deve prevedere in ogni caso la coltivazione delle tre tipologie, distinte in base al mercato di possibile riferimento. Il materiale di propagazione Il ficodindia viene propagato mediante talee di cladodi singoli o multipli. I cladodi singoli utilizzati per gli impianti possono avere 1 o 2 anni di età ed avere una superficie minima di 500 cm 2 per permettere una buona radicazione e di conseguenza un buon accrescimento della futura pianta. Le talee di cladodi multipli sono invece costituite da un cladodio di 2 anni e da 2 cladodi di un anno di età. L utilizzo delle talee di cladodi multipli porta ad una più rapida formazione della struttura della nuova pianta, che si traduce in una fruttificazione più precoce. Considerato che, in ogni caso, il frutticoltore non può che comprare i cladodi per l impianto da altri produttori, occorre avere l accortezza di verificare la provenienza degli stessi, anche come parziale risultato di una selezione massale che privilegi, come piante madri, quelle più produttive, esenti da attacchi di funghi o micoplasmi e, possibilmente, derivanti da impianti specializzati ubicati nell areale di piantumazione. - prima dell impianto i cladodi, singoli o multipli, devono essere posti Impianto di ficodindia in Sicilia

9 in un ambiente ombreggiato ad essiccare, ed è consigliabile trattare la superficie del taglio con poltiglia bordolese o rame; - i cladodi devono essere impiantati su filari orientati Nord-Sud per ottimizzare l intercettazione luminosa (PAR); - i cladodi devono essere impiantati in primavera, ad una profondità di 50 cm, al termine dell impianto il foro va ricoperto con letame o con 30 g di N/pianta; - i cladodi devono essere piantati in posizione verticale con l estremità tagliata disposta sotto terra, si raccomanda di disporre metà cladodio nel sottosuolo; - i cladodi devono essere irrigati subito dopo l impianto. La forma di allevamento La forma di allevamento è quella a globo, costituita da 3-4 branche principali e da un elevato numero di cladodi fertili (Foto 2). Le densità di impianto sono variabili, da 416 piante/ha con sesti di impianto di 4 x 6 m, a 290 piante/ettaro con sesti di impianto di 5 x 7 m. L intensificazione del numero di piante per ettaro è una scelta possibile ma bisogna considerare con la necessità di contenere la dimensione delle piante, evitando che eccessivi tagli di potatura spostino l attività della pianta sulla fase vegetativa piuttosto che su quella riproduttiva. La gestione colturale Il successo commerciale del ficodindia in Sicilia è stato favorito dalla capacità di rifiorenza di tale specie, infatti l adozione della tecnica della scozzolatura (Foto 3), ovvero l asportazione di tutti i frutti e cladodi emessi nel flusso primaverile, stimola la pianta ad emettere un nuovo flusso, dal quale è possibile ottenere una produzione autunnale. I frutti provenienti da questo nuovo flusso, detti scozzolati maturano nel periodo autunnale ed hanno caratteristiche qualitative superiori rispetto ai frutti agostani provenienti dalla produzione naturale del ficodindia. L asportazione dei fiori e cladodi del primo flusso vegetativo (primaverile), deve avvenire prima della piena antesi, tra la terza decade di Maggio e la prima decade di Giugno. Se applicata scalarmente, può consentire di distribuire la produzione su due tre mesi se non oltre, ricorrendo alla doppia scozzolatura (rimozione sia del primo sia del secondo flusso di fiori). Occorre rimuovere tutti i giovani cladodi, pena una riduzione del tasso di rifiorenza che è in genere pari a È opportuno far seguire la scozzolatura da un intervento irriguo e da una blanda concimazione azotata (20-25 kg/ha), che favoriscono la rifiorenza. Fondamentale è il diradamento dei frutti. Il numero di frutti per cladodio non deve superare i 6 frutti e la rimozione dei frutti in eccesso deve essere fatta prima della sclerificazione dei semi, 2-4 settimane dopo l antesi. Irrigazione Negli impianti di ficodindia del Sud Italia, per ottenere una buona efficienza produttiva, sia in termini qualitativi che quantitativi, è necessario utilizzare l irrigazione. Gli impianti di irrigazione a goccia soddisfano 17 Ficodindia (Opuntia ficus-indica (L) Mill)

10 18 Innovazioni nella filiera frutticola appieno le esigenze irrigue del ficodindia che è dotato di un apparato radicale superficiale (Foto 4). In Sicilia mediamente, si applicano volumi irrigui stagionali di mm. Il suo Kc è pari a e il periodo critico di irrigazione coincide con la scozzolatura, favorita anche da un apporto di N, pari a Kg ha -1 e il periodo che precede la sclerificazione dei tegumenti seminali (30-40 gg dopo l allegagione). I frutti che maturano in ottobre, non richiedono interventi irrigui in quel periodo, se non in caso di forte carenza. Concimazione In Sicilia si consiglia di applicare kg N/ettaro, 60% in primavera e 40% in estate, mediante fertirrigazione, dopo la rimozione del flusso primaverile (scozzolatura). La scelta dell epoca di raccolta L epoca ottimale di raccolta dei frutti di ficodindia viene individuata al viraggio del colore dell epicarpo, da verde a giallo-arancio, arancio-rosso o giallo-bianco (Foto 5). Il contenuto in solidi solubili, minimo consigliato dei frutti alla raccolta, deve essere di 13-14% Brix. La determinazione della qualità dei frutti La qualità dei frutto di ficodindia viene determinata dalla pezzatura, dal contenuto in solidi solubili, dalla consistenza, dalla percentuale della polpa, dal numero di semi fertili e dallo spessore della buccia. In Italia i frutti di ficodindia vengono classificati in base a: a) cultivar (Gialla, Rossa e Bianca); b) categoria (EXTRA e I); c ) Peso (classe B, peso tra 105 e 140 g, classe C, peso tra 140 e 190 g, classe D, peso tra 190 e 270 g), in accordo con il Codex Alimentarius. A seconda della zona di produzione, la frutta per il mercato fresco deve pesare non meno di 4) Irrigazione

11 g, con un contenuto in solidi solubili non inferiore al 13-14% Brix e con una consistenza della polpa non inferiore a 5 kg/cm 2. La gestione post-raccolta La presenza di spine e glochidi sull epicarpo dei frutti è uno dei principali fattori che limitano il consumo e la diffusione del ficodindia nel mondo. Per tale ragione la prima operazione effettuata nel post-raccolta prima della commercializzazione, è la despinatura, che viene effettuata con macchine dotate di spazzole rotanti che consentono di rimuovere le spine dai frutti. I frutti di ficodindia non tollerano le basse temperature. Per questa ragione, se la commercializzazione non avviene subito dopo la raccolta, vanno conservati in celle frigorifere ad una temperatura di 6-8 C (95% umidità relativa). I frutti non possono essere conservati se non per 5-6 settimane. Tra le innovazioni più importanti c è la produzione dei frutti di IV gamma, che possono ben resistere per 5-6 giorni in vaschette microperforate, senza perdere di qualità in modo significativo. Bibliografia - Barbera G., Carimi F., Inglese P., 1991, The reflowering of prickly pear Opuntia ficus-indica (L.) Mill.: influence of removal time and cladode load on yield and fruit ripening. Advances in Horticulture Science 2: 77-80; - Barbera G., Inglese P., 1993, La coltura del Ficodindia, Edagricole pp.188; - Basile F., Foti V.T., 1997, Economic features of cactus pear production in Italy. Acta Horticulturae 438: ; - Cantwell, M Post-harvest management of fruits and vegetable stems. In G. Barbera, P. Inglese, and E. Pimienta-Barrios (Eds.), Agro-ecology, cultivation and uses of cactus pear (pp ). Rome: Food and Agriculture Organization of the United Nations. - Chessa, I., and Barbera, G Indagine sulla frigoconservazione dei frutti della cv Gialla di ficodindia. Frutticoltura 46: Damigella P., 1957, Contributo alla conoscenza della biologia fiorale e di fruttificazione del fico d india. Tecnica Agricola 5: Ficodindia (Opuntia ficus-indica (L) Mill)

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