"Sportello Autismo: buone e comuni prassi"
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1 Buone prassi per una scuola alternativa a favore dell Autismo Lo Sportello Autismo in Regione Veneto "Sportello Autismo: buone e comuni prassi" Padova 7 aprile 2017 SPORTELLO AUTISMO Territoriale Vicenza Autismo: la classe come risorsa, una risorsa per la classe Marialuisa Tonietto 1
2 SPORTELLO AUTISMO Territoriale Vicenza Tra le scelte dello Sportello Territoriale Autismo di Vicenza c è quella di sostenere il modello peer to peer Nel sistema organizzativo di supporto, lo Sportello adotta l approccio peer teaching e la tecnica peer tutoring valorizzando l insegnamento apprendimento tra pari 2
3 Tutto questo in sintonia con la normativa scolastica e le indicazioni specifiche per la disabilità e l autismo «la presenza dei coetanei [ ] rende l ambiente scolastico il palcoscenico naturale, in cui il soggetto può [ ] acquisire competenze». Ministero della Salute (2011), Sistema Nazionale per le linee guida. "Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti". Linea guida 21. È da tempo documenta l efficacia degli interventi mediati dai coetanei (PMI), erogati attivamente da pari (peer) formati con l obiettivo di supportare la comunicazione sociale e l interazione dei bambini o degli adolescenti con disturbo dello spettro autistico. Linea guida: Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti (ISS 2011) 3
4 La dimensione inclusiva della scuola passa attraverso: un clima di classe non competitivo, collaborativo e cooperativo il senso di appartenenza alla classe relazioni socio-affettive positive situazioni di tutoring come strategia e metodologia favorente Linee guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità-miur 2009 Classe e autismo sono un binomio possibile ed auspicabile, sono risorse reciproche per una maturazione personale e sociale di tutti verso l età adulta. 4
5 Il coinvolgimento dei pari deve tenere in considerazione i seguenti aspetti: 1. l ordine scolastico di appartenenza perché ad ogni età e ad ogni contesto corrispondono relazioni estremamente diverse. 2. Conoscere le caratteristiche personali dell alunno : dal punto di vista delle sue peculiarità individuali, con i suoi punti di forza e i suoi punti deboli e con la sua unicità di soggetto con autismo (parliamo di autismi). 5
6 Per attivare azioni di tutoring è importante formare e facilitare Sono gli adulti di riferimento che devono facilitare e sostenere le azioni dei compagni, formandoli e accompagnandoli nel loro ruolo di compagni guida o tutor. È importante spiegare agli adulti e ai pari che il tutoring è una modalità, una tecnica educativa articolata e organizzata con l obiettivo di: avvicinare tra loro i pari 6
7 attivare relazioni positive e gratuite tra coetanei condividere esperienze di apprendimento durante le quali ci possa essere un passaggio di conoscenze e da un tutor (soggetto che aiuta) ad un tutee (soggetto aiutato), verso l autonomia L attivazione del tutoring comporta alcune azioni da parte della scuola, prima fra tutte la formazione 7
8 Formare per preparare il contesto accogliente L ambiente nel quale entrerà, si muoverà, lavorerà (spazi, tempi, materiali, attività ). Le persone che incontrerà (formazione del personale docente e non docente, dei compagni di classe e alunni della scuola e le loro famiglie). FORMARE LA CLASSE INCLUSIVA Foto 8
9 FORMARE LA CLASSE INCLUSIVA Dare le informazioni e soprattutto gli strumenti per interagire nel modo migliore Per i docenti attivare l esperienza del tutoring significa Definire gli obiettivi foto foto foto Organizzare spazi e tempi foto foto foto Visualizzare i turni foto foto foto 9
10 Si possono visualizzare i compiti assegnati ai tutor attraverso foto Esempio con foto Visualizzare attraverso parole e nomi. 10
11 È fondamentale un continuo monitoraggio quotidiano dell adulto sulla classe e sull alunno con ASD. TUTORING: SOLO ALCUNI ESEMPI Esempi con foto e video 11
12 TUTOR PER IMPARARE INSIEME SCIENZE MOTORIE-PERCORSO SCIENZE MOTORIE-CERCHI IL TUTORING : Tutoring di affiancamento verso l autonomia Tutoring di laboratorio 12
13 Tutor in entrata Tutor in uscita 13
14 Tutor nei laboratori Tutor nella preparazione delle feste e nei momenti di relax 14
15 Tutor in palestra e nelle attività ginniche Tutor durante le uscite didattiche 15
16 Tutor nel gioco e nella relazione Tutoring: il laboratorio musicale F. E LA MUSICA COME STIMOLAZIONE SONORA POI SCOPRIAMO LA MUSICA COME PUNTO DI FORZA DI F. 1 OBIETTIVO: SUONARE PER SE E PER GLI ALTRI OBIETTIVO : SUONARE INSIEME-TUTOR OBIETTIVO : SUONARE INSIEME- NATALE OBIETTIVO : IMPARO E MI PREPARO NEL TEMPO LIBERO 16
17 IL TUTORING: per il tutee Scambio relazionale Socializzazione Intersoggettività Prossimità Imitazione Autonomia Comunicazione IL TUTORING: per i tutor I tutor imparano gli approcci e le strategie migliori. I tutor sviluppano nel tempo abilità e competenze prosociali. Il tutoring aiuta a mantenere un generale clima collaborativo nella classe. 17
18 Autismo: la classe come risorsa.una risorsa per la classe. Grazie a tutti e buon lavoro! 18
SPORTELLO AUTISMO SPORTELLO AUTISMO. Una proposta organizzativa di supporto alle scuole del Veneto: Sportello Autismo 18/04/2017
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