Fanghi di depurazione: Una strategia di gestione a medio termine e orientamenti futuri. Giuseppe Mininni Cnr Istituto di Ricerca Sulle Acque
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1 Fanghi di depurazione: Una strategia di gestione a medio termine e orientamenti futuri Giuseppe Mininni Cnr Istituto di Ricerca Sulle Acque Seminario Fanghi di depurazione: quali strategie di medio termine Milano, 27 Novembre 2013
2 Inquadramento normativo D. Lgs. 99/92 (Utilizzazione dei fanghi in agricoltura) D.M. 5 febbraio 1998 (procedure semplificate per il recupero di rifiuti non pericolosi) D. Lgs. 75/2010 (disciplina in materia di fertilizzanti) D. Lgs. 36/03 (Scarico controllato) D.M. 27 settembre 2010 D. Lgs. 133/06 (Incenerimento e coincenerimento)
3 Utilizzazione dei fanghi in agricoltura Fanghi: i residui derivanti dai processi di depurazione: 1) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili come definiti dalla lettera b), art. 1 quater, legge 8 ottobre 1976, n. 690 (3); 2) delle acque reflue provenienti da insediamenti civili e produttivi: tali fanghi devono possedere caratteristiche sostanzialmente non diverse da quelle possedute dai fanghi di cui al punto 1); 3) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti produttivi, come definiti dalla legge 319/76 e successive modificazioni ed integrazioni; tali fanghi devono essere assimilabili per qualità a quelli di cui al punto 1) sulla base di quanto disposto nel successivo articolo 3.1.
4 Condizioni per l utilizzazione I fanghi devono essere stati sottoposti a trattamento Si intende per trattamento un processo biologico, chimico o termico, un deposito a lungo termine ovvero altro opportuno procedimento, in modo da ridurre in maniera rilevante il potere fermentiscibile e gli inconvenienti sanitari della loro utilizzazione I fanghi devono essere idonei a produrre un effetto concimante e/o ammendante e correttivo del terreno I fanghi non devono contenere sostanze tossiche, nocive e/o persistenti e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l uomo e per l ambiente in generale. Possono essere utilizzati i fanghi qualora: la concentrazione dei metalli nel suolo non superi i valori limite riportati nell allegato I A quando i fanghi al momento dell impiego siano conformi ai limiti fissati per i metalli pesanti e gli altri parametri fissati nell allegato I B Il quantitativo massimo utilizzabile non deve essere superiore a 15 t/ha nel triennio
5 Disciplina della regione Lombardia D.G.R /1996 (attuazione della L.R. 37/93) carico massimo applicabile non superiore a 170 o 340 kg di N/ha per aree vulnerabili o non vulnerabili, rispettivamente. Art. 22 comma 5 della L.R. 12 dicembre 2003, n. 26 (la Regione favorisce il recupero energetico delle frazioni secche residue tra cui i fanghi di depurazione) D.G.R. 30 dicembre 2003, n. 7/15944 È vietato l uso agronomico dei fanghi su terreni: su terreni che ricevono effluenti da allevamenti; a meno di 5 e 10 m dalle sponde di acque superficiali individuati rispettivamente come non significativi o significativi; a meno di 25 m dalle sponde lacuali; su superfici non interessate da attività agricola; nei boschi; su terreni gelati, innevati, con falda acquifera affiorante, con frane in atto e su terreni saturi d acqua; nei giorni di pioggia e in quelli immediatamente successivi; in golena entro argine; Test di cessione e rispetto dei limiti su idrocarburi totali (10 mg/l), solventi organici aromatici (0,4 mg/l), solventi organici azotati (0,2 mg/l), solventi clorurati (2 mg/l), tensioattivi (4 mg/l), pesticidi totali (0,05 mg/l), pesticidi fosforati (0,1 mg/l). limiti per i parametri igienico sanitari: coliformi fecali ( MPN/g di secco), uova di elminti vitali (assenti), salmonelle (100 MPN/g di secco); metalli pesanti: stessi limiti del D. Lgs. 22/97 con aggiunta di Cr III (750 mg/kg secco), Cr VI (10 mg/kg secco), As (10 mg/kg secco). D.G.R. 5868/2007 Modificazione del programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati. Divieto di uso dei fanghi nel periodo 1 novembre - 28 febbraio. L.R. 12 luglio 2007, n. 12 Integrazione della D.G.R /2003 Deliberazione VIII/9953 seduta del 29 luglio 2009 (annullata dal TAR Lombardia) L uso dei fanghi urbani in agricoltura non sarà più consentito dopo 2 anni dall entrata in vigore della delibera (aree vulnerabili) e dopo 4 anni (tutte le altre aree) Comunicato regionale 26 ottobre 2011, n. 120 Le amministrazioni provinciali possono rilasciare nuove autorizzazioni all utilizzazione dei fanghi in agricoltura
6 Stato di revisione della direttiva 86/278 La Commissione Europea aveva affidato uno studio al pool di società Milieu, WRc e RPA. A febbraio 2010 è stato pubblicato il rapporto «Environmental, economic and social impacts of the use of sewage sludge on land» facilmente scaricabile dalla rete. Questo studio aveva consentito alla Commissione Europea di elaborare un proprio documento «Working document on sludge and biowaste» che rappresenta la più recente base di discussione sul tema. Le conclusioni di questo documento sono state le seguenti: Non esistono evidenze di rischi significativi per l ambiente e la salute dovuti all utilizzazione dei fanghi in agricoltura. Non risulta, tuttavia, chiaro se questa evidenza deriva dalla sufficiente cautela con cui era impostata la Direttiva 86/278 o se è invece il risultato dell adozione di norme più stringenti da parte di alcuni paesi membri. Nella successiva Tabella sono confrontati alcuni limiti di inquinanti in funzione della tipologia di colture e di materiale/rifiuto da utilizzare.
7 Contaminate Tabella di confronto concentrazioni di inquinanti Compost da rifiuti domestici da RD destinato a produzione biologica (Regolamento 2092/91) Marchio di qualità substrati coltivazione (Decisione 2007/64) Documento bozza fine qualifica rifiuto 2 Proposta per fanghi urbani Proposta per rifiuto organico stabilizzato Direttiva 86/278/EEC Cd (mg/kg secco) 0,7 1 1, to 40 Cr (totale) (mg/kg 70 (totale) secco) 0 (Cr VI) Cu (mg/kg secco) Hg (mg/kg secco) 0, Ni (mg/kg secco) Pb (mg/kg secco) Zn (mg/kg secco) IPA (o benzo-a-pirene) - - 0,4-0,8 0,4-0,8 (mg/kg secco) 1 Impurità 2 mm 0,50% 0,5 2% 1 valori limite e altri contaminanti organici (ad esempio PCB) soggetti a verifiche da parte del JRC (FATE) 2 valori risultanti dallo studio JRC IPTS. I valori sono dati a scopo illustrativo dato che il tema sulla fine della qualifica di rifiuto per rifiuti organici sarà sottoposto a dibattito separato
8 Situazione per la produzione di ammendante compostato misto (end-of-waste) Attualmente la materia è regolata con il D. Lgs. 75/2010, dove l uso dei fanghi conformi al D. Lgs. 99/92 è consentito, in misura non superiore al 35% sul secco, della carica iniziale per la produzione di ammendante compostato misto (allegato 2). Il compost prodotto deve soddisfare numerosi criteri fra i quali, salmonelle (assenza in 25 g di campione t.q.), Escherichia coli (su 5 campioni è ammesso un solo campione con concentrazione compresa nell intervallo CFU/g, tutti gli altri 4 devono avere concentrazione inferiore a CFU/g), indice di germinazione (a diluizione del 30% germinazione 60%).
9 Confronto concentrazione metalli e altre caratteristiche agronomiche Metallo (mg/kg secco) Fanghi urbani Ammendanti Rapporto (D. Lgs. 99/92) (D. Lgs. 75/10) concentrazioni Piombo totale ,4 Cadmio totale 20 1,5 13,3 Nichel totale ,0 Zinco totale ,0 Rame totale ,3 Mercurio totale 10 1,5 6,7 Cromo esavalente totale 0,5 Altri parametri (sul secco se non altrimenti specificato) Fanghi urbani (D. Lgs. 99/92) Ammendanti (D. Lgs. 75/10) Umidità sul t.q. < 50% Carbonio organico >20% >20% Fosforo totale >0,4% Azoto totale >1,5% N org.>80% N totale Salmonelle <10³ MPN/g assenti Carbonio umico e fulvico >7% C/N <25
10 I «rumors» provenienti dalla commissione europea relativi ai lavori preparatori della nuova direttiva bio-waste sembrano escludere dalla produzione di compost verde l apporto dei fanghi che potrebbe essere riammesso dalla disciplina nazionale.
11 Alternative di medio termine all uso diretto in agricoltura Produzione di ammendanti compostati misti Essiccamento termico on-site e successivo smaltimento/recupero Produzione di CSS Incenerimento off-site in forni di smaltimento rifiuti Co-incenerimento off-site in forni di recupero d energia, in centrali di potenza o in cementifici Incenerimento on-site in forni dedicati (D10) Processi integrati di essiccamento-incenerimento in forni a letto fluido di fango digerito o non digerito Processi di ossidazione a umido Processi di pirolisi (?) Processi di gassificazione (?) Recupero di energia on-site in forni dedicati (R1)
12 Produzione di ammendanti compostati misti L opzione rimane valida e fattibile fino a quando sarà confermata la qualifica di fine rifiuto. In caso di aggiornamento della disciplina comunitaria con esclusione del compost da fanghi dagli ammendanti l opzione rimane sempre fattibile ma l utilizzo potrebbe essere consentito solo a seguito di autorizzazione nominale. È possibile che la disciplina comunitaria lasci ai paesi membri la facoltà di decisione autonome per il compost da fanghi. In questo caso la decisione finale dipenderà dalla capacità di dimostrare che il compost da fanghi possiede le medesime caratteristiche, se non migliori, del compost da altri rifiuti organici. In ogni caso le caratteristiche oggi previste per gli ammendanti dovranno comunque essere rispettate in termini di caratteristiche igienico-sanitarie, N organico, C/N, metalli, umidità, carbonio organico Da osservare anche le prescrizioni relative al processo per la produzione di ammendanti Il processo di compostaggio accelerato, con controllo dei parametri di processo, deve normalmente avvenire con tempo di permanenza di circa 28 giorni. Esso deve essere seguito da una maturazione in cumuli di 90 giorni; Nel caso di adozione di procedure semplificate (punto 16 Allegato 1 D.M. 5/2/1998 e s.m.i) la durata del processo non deve essere inferiore a 90 giorni comprendente una fase di bio-ossidazione accelerata durante la quale viene assicurato un apporto di ossigeno alla massa mediante rivoltamento e/o aerazione, seguito da una fase di maturazione in cumulo. La temperatura deve essere mantenuta per almeno tre giorni oltre i 55 C.
13 Essiccamento termico on-site L essiccamento termico rende flessibili gli impianti in quanto il fango essiccato si presta a molteplici usi. Le tecnologie sul mercato sono affidabili. È opportuno che i bandi di gara prevedano garanzie specifiche sulla durabilità dei materiali. In alcuni casi l erosione in alcune sezioni dell apparecchiatura può determinare problemi inattesi. Nel caso di essiccamento a contatto indiretto la necessità di riciclo dei fanghi essiccati in alimentazione rende complesso il processo. Questo può essere necessario quando i fanghi debbano essere prodotti a concentrazione elevate (intorno al 90% di secco) e in questi casi il fango è soggetto a transitare in una zona dove la concentrazione (50-60%) è tale da determinare uno stato gelatinoso che rende il fango non più movimentabile. Attenzione deve essere posta alla presenza di una camicia esterna riscaldante negli essiccatori a contatto indiretto. Questo può rendere assai complesse le operazioni di manutenzione straordinaria. La sezione d essiccamento comprende numerose unità (produzione di calore, movimentazione e stoccaggio del polverino essiccato, controllo di processo, standard di sicurezza ATEX, depurazione delle fumane, recupero del calore e riciclo di parte degli incondensabili) e si configura perciò come un vero e proprio impianto la cui conduzione richiede personale bene addestrato. Il consumo di combustibile ausiliario per far fronte ai fabbisogni termici dell essiccamento (circa 700 kcal/kg di acqua evaporata) costituisce una voce di spesa significativa.
14 Può essere classificato come CSS Parametro un fango essiccato? D.M. 14 febbraio 2013, n. 22 Misura statistica Unità di misura Valori limite per classe PCI Media MJ/kg t.q Cl Media % SS 0,2 0,6 1,0 Hg Norma UNI EN Mediana mg/mj t.q. 0,02 0,03 0,08 80 percentile mg/mj t.q. 0,04 0,06 0,16 Valori massimi mediane Parametro (mg/kg secco) Cd 4 Tl 5 As 5 Co 18 Cr 100 Cu 500 Mn 250 Ni 30 Pb 240 Sb 50 V 10 Il potere calorifico inferiore di un fango al 90% di secco e al 70% di SV rispetto ai totali può essere stimato in circa 13 MJ/kg di t.q. Con una concentrazione di Hg nei fanghi pari a 2 mg/kg di secco la corrispondente concentrazione risulterebbe pari a 0,154 mg/mj, non conforme perciò al limite fissato. La concentrazione di Ni nei fanghi urbani si colloca prevalentemente nell intervallo mg/kg di secco. Anche per questo parametro non vi è conformità
15 Incenerimento off-site in forni d incenerimento di rifiuti urbani Vi possono essere due tipici modi di alimentare fanghi di depurazione in un forno dedicato all incenerimento dei rifiuti urbani (draft guide 13 del CEN TC 308 WG 2) Fango disidratato con concentrazione < 35% di secco; Fango pre-essiccato con concentrazione > 65% di secco Il fango disidratato può essere premiscelato con i rifiuti prima dell alimentazione mediante la tipica benna attraverso la tramoggia. Il fango può anche essere alimentato indipendentemente dagli altri rifiuti con tubazione (a tubo pieno sotto forma di cake o anche polverizzato in gocce fini in caso di fango liquido) in diversi punti della camera di combustione o perfino nella camera di postcombustione, se esistente. Il fango può essere anche alimentato sotto forma di bricchette (sottili fettine). Il fango pre-essiccato può essere alimentato direttamente nella tramoggia attraverso mediante trasporto pneumatico, redler o trasportatore a tazze. Esistono differenti tipologie di forni d incenerimento di rifiuti urbani con griglia a gradini, a rulli, dotati di meccanismi di moto differenziati. La disciplina da osservare è quella del D. Lgs. 133/05.
16 Limiti alle emissioni (mg/nm 3 ) (valori riferiti all 11 % in volume di O 2 ) Parametro Media giornaliera Media semi-oraria Limite massimo 97 percentile 1 Polveri totali TOC HCl HF SO CO NO x espressi come NO Campionamento 1 h 8 Cd + Tl 0,05 10 Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V 0,5 Campionamento 8 h 11 PCDD + PCDF (TE) 0,1 ng/m 3 12 IPA 0,01
17 Coincenerimento off-site in centrali di potenza o cementifici Definizione di impianto di coincenerimento: qualsiasi impianto, fisso o mobile, la cui funzione principale consiste nella produzione di energia o di materiali e che utilizza rifiuti come combustibile normale o accessorio o in cui i rifiuti sono sottoposti a trattamento termico ai fini dello smaltimento. L impianto di co-incenerimento deve essere autorizzato alla combustione dei fanghi e deve rispettare i limiti alle emissioni prescritti per il coincenerimento.
18 Formula di miscelazione per gli impianti di coincenerimento C = V rifiuti C + V rifiuti processo V + V rifiuti processo C processo
19 Osservazioni sull applicazione della formula di miscelazione La formula di miscelazione deve essere applicata solo per i parametri 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7. Non deve essere applicata per i metalli pesanti e i microinquinanti organici. Per questi parametri valgono i limiti di Tabella 1. La formula di miscelazione non deve essere applicata quando l apporto di calore derivante dall incenerimento di rifiuti pericolosi è superiore al 40 % del calore totale sviluppato nella combustione. Quando il calore sviluppato dai rifiuti alimentati non supera il 10 % del calore totale il calcolo di V rifiuti va fatto considerando un alimentazione di rifiuti che sviluppi almeno la suddetta aliquota di calore. Il calcolo di V rifiuti va fatto considerando il potere calorifico più basso fra quelli dei rifiuti alimentati 19
20 Tabella limiti C processo TOC 10 HCl 10 HF 1 Combustibili solidi Biomasse Combustibili liquidi 75 ( 3 MW) non si applica per potenza termica 50 (< 100 MW) nominale 015 MW 15 (3-100 MW) 30 (> 100 MW) 30 (> 100 MW) 850 ( MW) 850 ( MW) ( ( SO (> 3 MW) MW) MW) 200 (> 300 MW) 200 (> 300 MW) Ossidi di azoto espressi come 800 NO 2 per gli impianti esistenti Ossidi di azoto (NO 2 ) espressi come Forni per cemento Polveri totali Impianti di combustione 400 ( MW) 450 (3-20 MW) 400 ( MW) 300 ( MW) 300 (> 20 MW) 300 ( MW) 200 (> 300 MW) 200 (> 300 MW)
21 Incenerimento on-site in forni dedicati BAT suggerite per l incenerimento di fanghi di depurazione (EU Commission, 2006): impiegare preferibilmente la tecnica a letto fluido a causa della maggiore efficienza di combustione e alla minore produzione di fumi rispetto ad altri sistemi; essiccamento del fango di depurazione preferibile effettuarlo con il calore recuperato dall inceneritore In America, l EPA ha condotto uno studio nel 2011 sull incenerimento di fanghi e sono risultati attivi 144 impianti a piani multipli e 60 a letto fluido.
22 Situazione in Europa In Europa invece la situazione è descritta in tabella con 57 impianti esistenti dedicati all incenerimento dei fanghi di depurazione (Umweltbundesamt, Draft of a German report for the creation of a BREF-document on waste incineration, 2001; TWG comments on draft1 on waste incineration BREF, 2003), contro i 467 dedicati all incenerimento di rifiuti solidi urbani
23 Forni d incenerimento fanghi in Europa Pesi europei Numero di impianti di Capacità incenerimento fanghi (t di secco/anno) Austria 1 Belgio Danimarca Germania Paesi bassi Regno unito Svizzera Totale Media 80 t/d di secco (circa 320 t/d di fango disidrato al 25%)
24 Processo THERMYLIS (Degremont) Thermylis: recupero energetico dai fanghi di depurazione - casi di studio
25 Schema recupero energetico H 21 m 12.8 m 25 m impianto Le Havre Thermylis Le Havre (FR) Portata 1.2 t / h di secco 4,1 t /h t.q. Concentrazione 25% 30% Thermylis Personale Energia disponibile 1,3 MW th Funzionamento 5 / 7 d Ciclone Fango disidratato 25 30% C 650 C Preriscaldamento aria combustione Recuperatore calore Filtro maniche Soff_Fluid Soff_Raff Recupero acqua calda Thermylis: recupero energetico dai fanghi di depurazione - casi di studio
26 Tecnologia Sun Sand FMI Process S.A. Impianto di Saint Chamond (Lione) A.E.
27 Sezione del forno
28 Schema trattamento fumi Abbattimento polveri grossolane con ciclone Abbattimento polveri fini con filtro a maniche Iniezione di carbonato di sodio e carbone attivo in polvere Abbattimento polveri chimiche con II filtro a maniche DeNOx catalitico (per fanghi non digeriti potrebbe non essere richiesta aggiunta di reattivo per riduzione NO x ) Attenzione al nuovo limite su NH 3 di 10 mg/nm 3 che potrebbe essere introdotto con la revisione della Direttiva 2000/76 sull incenerimento e coincenerimento
29 Costi M per un impianto da A.E. (37-50 /A.E.)
30 Ossidazione a umido L ossidazione a umido (WO) è un processo di trattamento che prevede l ossidazione chimica degli inquinanti in fase liquida a temperatura ( C) e pressioni (fino a 200 bar), utilizzando ossigeno.
31 Schema processo CONCENTRAZIONI SS IN INGRESSO 3-6% FANGO PRIMARIO, SECONDARIO, MISTO ISPESSITORE WO
32 Flussi della WO Fango Gas reazione Lavaggio e riciclo alla WO come comburente O 2 Additivi WO Effluente Liquido Biologico Energia (kw) Gas Residuo a matrice inorganica Recupero o smaltimento
33 Prestazioni del processo Abbattimento complessivo del COD (> 70%) Effluente liquido generato costituito dai prodotti intermedi dell ossidazione chimica: molecole a basso peso molecolare quali acidi carbossilici, acetaldeidi e alcoli di buona biodegradabilità (BOD 5 /COD >0,6) Il riciclo in linea acque comporta: incremento della temperatura nelle acque dell impianto biologico con conseguente miglioramento della cinetica di nitrificazione e di ossidazione del COD; Incremento di carico all impianto biologico del 15-20%. Possibilità di trattamento anaerobico Residuo solido con concentrazione residua di SV del 10-15% sul secco
34 Pirolisi Un processo di pirolisi, sviluppato dalla Eisenmann Corporation, è stato applicato sull'impianto gestito da ARA Pusteral a S. Lorenzo di Sebato nei pressi di Brunico. L'impianto opera dal Il Pyrobustor è il cuore del processo si tratta di un combustore a tamburo rotante, dove in una prima sezione si opera la pirolisi del fango in totale assenza di aria per evitare la produzione di microinquinanti ossidati come PCDD/F. nella seconda sezione i residui solidi e liquidi sono totalmente ossidati in eccesso d'aria. Il gas di pirolisi è inviato in una camera dedicata di postcombustione e il calore è recuperato per il preessiccamento del fango con essiccatore a nastro.
35 Schema del processo Eisennmann Corporation con pyrobustor (ARA Pusteral AG)
36 Conclusioni 1 L uso agricolo dei fanghi è certamente l opzione più economica. Le interpretazioni della normativa in senso restrittivo possono portare alla sospensione delle attività. Per essere utilizzabile in agricoltura il fango deve essere trattato, cioè deve essere stabilizzato biologicamente. Attenzione deve essere posta agli aspetti igienico-sanitari. Da non trascurare la presenza di microinquinanti organici. Non vi sono in vista adeguamenti della disciplina comunitaria. I problemi possono derivare principalmente dalla pianificazione a livello regionale.
37 Conclusioni 2 Il compostaggio con produzione di ammendante compostato misto è certamente un alternativa che consente di ottenere un trattamento «più efficace» dei fanghi. Possibili restrizioni normative possono prospettarsi qualora la prossima direttiva «Biowaste» escludesse il compost da fanghi dall «end-of-waste». La gestione del compost da fanghi nella disciplina sui rifiuti risulterebbe molto penalizzante.
38 Conclusioni 3 L essiccamento termico on-site rende l impianto flessibile per numerose soluzioni finali. L impianto di essiccamento costituisce un appendice dell impianto di trattamento acque di una certa complessità. Aspetti sulla sicurezza e sulla durabilità delle apparecchiature appaiono importanti. Il combustibile ausiliario per l evaporazione dell acqua costituisce una voce di costo significativa (circa 700 kcal/kg di H 2 O evaporata)
39 Conclusioni 4 Le soluzioni di incenerimento off-site o di coincenerimento sono legate prevalentemente alla caratteristiche richieste dall impianto di destinazione finale del fango. Qualora l impianto finale accettasse fanghi disidratati invece che essiccati tale alternativa è certamente molto interessante. Il fango essiccato quasi certamente non potrà essere classificato come CSS. Purtroppo i fanghi non godono di una buona fama a livello europeo
40 Conclusioni 5 Le soluzioni finali che rendono autonomo l impianto dalle condizioni di mercato e dall evoluzione normativa devono essere considerate con grande attenzione soprattutto nel caso di impianti di grande potenzialità ma anche per quelli di media potenzialità. La soluzione standard che si è affermata livello europeo e senza dubbio l incenerimento con forno a letto fluido accoppiato all essiccamento termico che utilizza il calore sensibile dei fumi per il preessiccamento. Altre soluzioni sono fattibili (incenerimento con forno a piani multipli, ossidazione a umido, pirolisi) e la scelta dipende da situazioni locali (ivi compresi gli aspetti autorizzativi) e dalla valutazione complessiva dell ulteriore trattamento che può essere richiesto per i residui finali. Molta attenzione nelle scelte finali va posta per la minimizzazione dei residui che possono essere classificati come rifiuti pericolosi.
41 Conclusione 6 Il gestore dell impianto di depurazione si sta rapidamente trasformando da gestore dell acqua a gestore dei rifiuti!
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