L INTERPRETAZIONE DEI SOGNI

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1 SIGMUND FREUD E IL BISOGNO DI NUTRIMENTO PROF. FRANCESCO PAOLO ROMEO

2 Indice 1 FREUD MESSO A FUOCO L INTERPRETAZIONE DEI SOGNI IL SENO E LA BOCCA COME CENTRO DEL MONDO BIBLIOGRAFIA di 15

3 1 Freud messo a fuoco Siamo a Freiberg, una tranquilla cittadina del Sud-est della Moravia, vicino alle rive della Slesia, oggi ribattezzata Příbor per la sua origine ceca; allora era una comunità di meno di cinquemila anime situato non lontano da Ostrav, a circa 250 chilometri da Vienna 1. Nel maggio del 1856 qui nasce Sigmund Freud il fondatore della psicoanalisi, e non solo. Figura centrale del dibattito scientifico del XX secolo, è stato l uomo che per primo ha esplorato le profondità dell inconscio umano, tanto da spingere il poeta inglese W.H. Auden a dire che più che una persona Freud era un clima d opinione. Figlio di Kallamon Jacob Freud, un commerciante di stoffe che non ebbe grande fortuna, e di Amalia Malka Nathanson, la sua terza moglie, Sigismund Schlomo (Salomone, in ebraico significa il «saggio»), primogenito di otto, poi da maggiorenne per sempre abbreviato in Sigmund, si trasferisce con i genitori a Vienna all età di quattro anni a causa degli sconvolgimenti economici e politici in atto in Europa in quel periodo. A diciasette anni Sigmund, appena diplomato, rimase molto colpito dai discorsi, dalla perseveranza e dalle spedizioni dell archeologo tedesco Heinrich Schliemann. Schliemann, ritiratosi dagli affari in quanto imprenditore di professione, intraprese un lungo viaggio con l intento di scoprire le mura di Troia, la città di Priamo, fino a quel momento ritenuta dagli studiosi una città frutto solo della fantasia. In un territorio che oggi coincide con la Turchia, più precisamente con un sito ubicato sulla sponda asiatica dello Stretto del Dardanelli, l archeologo tedesco inizia, prima clandestinamente e poi grazie alla concessione di permessi regolari, gli scavi, fermando la propria attenzione sull altura 1 Cfr. R. SPEZIALE-BAGLIACCA, Freud messo a fuoco. Passando dai padri alle madri, Bollati Boringhieri, Torino, 2002, p di 15

4 di Hissarlik, una collina posta in posizione favorevole per una ipotetica roccaforte dalla quale si sarebbe potuto dominare tutta la piana circostante. A trasmettergli l amore per le civiltà antiche fu il padre Ernst, tanto che i ricordi delle letture fatte con lui sulle gesta degli eroi troiani suggestionò così tanto il giovane Heinrich che già a sette anni espresse il forte desiderio di ritrovare quelle mura illustrate nei testi come in fiamme e in rovina. Acquistando un esemplare del libro Troia di Schliemann, Sigmund fu felice di apprendere che l autore aveva nutrito fin dall infanzia la speranza di trovare la città sepolta. Ne trarrà, dunque, un grande insegnamento per se stesso e per la psicoanalisi: «C è felicità solo quando si appaga un desiderio infantile» 2. Proprio seguendo, diremmo noi oggi serendipitosamente, le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici, nell agosto del 1872 Schliemann rinvenne sull altura scelta per i suoi scavi del vasellame, alcuni oggetti domestici, delle armi e soprattutto le mura e le fondamenta della città del re Priamo e di altre otto città costruite l una sulle rovine dell altra. I suoi desideri di bambino si erano finalmente tramutati in realtà. Sigmund, dal canto suo, sebbene avesse intrapreso un percorso di studi in medicina e condotto, dopo la laurea, importanti ricerche nel campo della neuro-fisiologia che di certo gli avrebbero assicurato, vista la sua grande ambizione, una carriera brillante nel settore, lascia il laboratorio di fisiologia diretto da Ernst Wilhelm Brücke e si dedica alla pratica clinica lavorando presso l Ospedale Generale di Vienna con pazienti affetti da turbe neurologiche. Nell Ospedale Generale di Vienna, gli psicotici sono i suoi principali pazienti, specie gli isterici, ma nel frattempo, ad andamento carsico nella sua mente, le gesta compiute qualche anno 2 Ibidem, p di 15

5 prima da Schliemann in Turchia gli risuonano ancora come uno sprono a esplorare sempre con più cura e metodo la memoria delle persone. Da quel momento in poi, Sigmund, annesse alla sua storia di vita e professionale la metafora dello scavo archeologico suggeritagli involontariamente dal famoso scavatore, facendola propria e provando così a scavare nei segreti suoi e di chi gli chiedeva aiuto privatamente. Dobbiamo però qui fare un inciso. In quegli anni separare le malattie mentali tra loro e distinguerle dai disturbi di natura fisica, cioè individuare come oggi è consuetudine fare una etichetta nosografica in base ad uno specifico quadro sindromico, non era né facile, né una capacità comune. Erano i tempi in cui un medico appena laureato, ignaro di cosa fosse una nevrosi, poteva confondere facilmente, come commenterà Sigmund più in là negli anni, un mal di testa cronico con un caso di meningite 3. Nel suo primo saggio psicanalitico, La comunicazione preliminare, Sigmund e lo psichiatra Josef Breuer estesero all isteria in generale il concetto di isteria traumatica introdotto qualche tempo prima dal neurolgo Jean-Martin Charcot. Per gli studiosi i sintomi isterici, come per esempio la suggestionabilià, la teatralità, l esibizionismo e, sul piano organico, le paralisi localizzate, gli spasmi muscolari, i tremori e i disturbi della parola 4, sono connessi, talvolta chiaramente, talvolta simbolicamente, ad un determinato trauma psichico 5. 3 Cfr. S. FREUD, Autobiografia, in Opere, vol. x, Bollati Boringhieri, Torino, Oggi molto rare e meno clamoreose le sue manifestazioni, a quel tempo le crisi isteriche erano tra le manifestazioni psiconevrotiche più diffuse. Già dalle prime osservazioni sui pazienti isterici, i clinici osservarono come l angoscia venisse da loro neutralizzata grazie ad un mascheramento corporeo reso possibile da un meccanismo difensivo detto di spostamento che poi ha contribuito a definire questo particolare corteo sintomatologico con il nome di nevrosi di conversione. L isterico, con una personalità psicoplastica caratterizzata da una iperespressività somatica, non può essere considerato un portatore passivo del sintomo, poiché in un certo senso egli lo costruisce e manifesta per proteggere, come una sorta di armatura, il suo Io debole difronte l angoscia provata interiormente. 5 Cfr. H.F. ELLENBERGER, La scoperta dell inconscio. Storia della psichiatria dinamica, Bollati Boringhieri, Torino, di 15

6 Per Sigmund, nello specifico, il contenuto affettivo perturbante del trauma è la causa dei ricordi bloccati, ricordi angoscianti inaccettabili per il resto dei sentimenti e dei pensieri della persona. Il conflitto nascosto nella psiche dell isterico, sotterrato al suo interno, lo induce a ipotizzare che questo tipo di paziente ha, probabilmente, una vita mnemonica ricca di segreti che, a causa di qualche esperienza spaesante, traumatica - che in greco significa «ferita» -, erano stati rimossi. A quel tempo, sul finire dell Ottocento, l isteria era ancora molto trattata attraverso la tecnica dell ipnosi, che pure Sigmund aveva appreso da Charcot, ma in realtà con risultati assai deludenti. 6 di 15

7 2 L interpretazione dei sogni Il quarantenne Sigmund, a quel punto, diresse la sua attenzione scientifica al mondo onirico, i sogni, e al metodo catartico, con riferimento alla «catarsi» che nella Grecia classica era il rito magico della purificazione, che proprio della relazione con il paziente, e non soltanto del suo stato ipnoide, si sostanziava. Mentre con l ipnosi era infatti possibile aggirare le resistenze dei pazienti soltanto durante lo stato di trance, i sogni e il loro contenuto narrativo gli avrebbero permesso di lavorare su un materiale assai più attendibile e, questa volta, con un paziente sveglio. Così, l ipnosi viene definitivamente abbandonata da Sigmund, a loro volta Charcot e Breuer, che pure avevano osservato la purificazione sotto ipnosi di cattive reminiscenze nel famoso caso di Anna O. 6 e fatto nascere il trattamento della «cura parlata» - espressione diventata famosa nella traduzione inglese della talking cure 7 -, abbandonano il giovane studioso perché convinti dell inefficacia dell applicazione su più ampia scala del metodo catartico da lui proposto, e inizia il lungo e avventuroso cammino, giunto fino al nostro tempo, della psicoanalisi. Sigmund ben presto osservò che i sogni a lui raccontati dai pazienti e i ricordi rimossi che man mano riemergevano, o per rimanere fedeli alla metafora dello scavo archeologico di 6 Breuer racconta di una sua paziente che, in estate, pur soffrendo parecchio la sete, non riusciva ad indicare il motivo per il quale il bere le era diventato tutto d un tratto un gesto impossibile. Questa condizione, che durava oramai da circa due mesi, subisce un repentino cambiamento quando la paziente, sotto ipnosi, riferisce che la dama di compagnia inglese, nei confronti della quale non nutriva alcun tipo di sentimento, una volta aveva permesso al suo cagnolino di bere da un bicchiere dell acqua. La paziente, in quella occasione, non disse nulla poiché non voleva essere scortese. Nonostante per lungo tempo non appena avvicinava un bicchiere alle labbra le sue reazioni erano simili a quelle di un soggetto idrofobo, la paziente, una volta sfogata la rabbia che le era rimasta intrappolata dentro durante lo stato di trance, chiese al suo risvelgio molti bicchieri d acqua, facendo altresì scomparire il suo disturbo. [Cfr. S. FREUD, Studi sull isteria ( ), in Opere, vol. I, Bollati Boringhieri, Torino, 1967]. 7 Già al tempo si osservò che il semplice parlare non avrebbe portato a nessun giovamento se non incontrando qualcuno in grado, capace, di accogliere la parola attraverso grandi doti di ascolto. 7 di 15

8 Schliemann si dissotterravano, avevano una natura sessuale e che, con grande precisione, potevano essere collocati nella vita infantile dei suoi pazienti. Per questo Sigmund ipotizzò che tutti i sintomi di un disturbo potevano essere fatti risalire a esperienze traumatiche avvenute in un periodo specifico dell infanzia che lui individuava con precisione collocandolo all interno di una finestra temporale che andava dalla nascita fino ai sei anni di vita. Come era stato per il suo inconsapevole maestro Schliemann, è proprio all interno di quella finestra temporale che dovevano concentrarsi gli scavi psichici di Sigmund e, ancora di più, dei suoi pazienti. Sigmund notò che anche il contenuto onirico dei suoi sogni lo spingeva a rileggere quelle esperienze di acerba sessualità come il tentativo di eliminare, in qualche modo, il padre per il forte desiderio, al tempo delle sue riflessioni lo credeva un istinto sessuale, provato nei confronti della madre. Ma Sigmund, in parte, si sbagliava. Per fare un sunto sulla sua Teoria della sessualità infantile, Sigmund nel 1897 scrive una bellissima lettera 8 all amico chirurgo Wilhelm Fliess, di due anni più giovane di lui, nella quale, oltre a testimoniargli ovviamente la stima e l amicizia 9, che però dopo quindici anni di scambi epistolari e più di 284 lettere scritte si interrompe definitivamente poiché questi accusò Sigmund di aver condiviso senza autorizzazione parte delle sue scoperte - tra le quali il concetto di «latenza» 8 Cfr. S. FREUD, Lettere a Wilhelm Fliess ( ), Bollati Boringhieri, Torino, Va detto che Fliess spronò più volte Freud a nobilitare, da un punto di vista scientifico, i motti di spirito, dietro i quali secondo lui si nascondevano sempre bricioli di verità. La psicoanalisi, che negli anni della sua nascita ragiona attorno al tema dell indizio, dell inezia, dei rimasugli, dei motti di spirito, delle dimenticanze, dei lapsus, delle gaffe e delle sbadataggini, inaugura così un processo di ricerca di tipo indiziario che per arrivare al centro, alla risoluzione del problema, partirà sempre dai bordi. [Cfr. S. FREUD, Introduzione alla psicoanalisi ( ), in Opere, vol. VIII, Bollati Boringhieri, Torino, 1976; Cfr. S. FREUD, Il motto di spirito e la sua relazione con l inconscio, in Opere , vol. V, Bollati Boringhieri, Torino, 1972; Cfr. S. FREUD, Psicopatologia della vita quotidiana, in Opere, vol. IV, Bollati Boringhieri, Torino, 1970]. 8 di 15

9 che allude a un periodo di relativa quiescienza della sessualità durante lo sviluppo e più nello specifico tra i cinque-sei anni e l età pubere, ritornò su quanto prima aveva ipotizzato. Riferì, infatti, all amico otorinolaringoiatra interessato alla biologia generale che quelli che pensava fossero ricordi di esperienze sessuali erano in realtà ricordi di desideri. Nel 1905 Sigmund scrive le sue opinioni sul ruolo della sessualità nella eziopatogenesi delle nevrosi 10 e i suoi famosi tre saggi sulla sessualità 11 nei quali, allontanandosi dall idea che fosse un essere innocente, pensa il fanciullo come capace di esperire comunque una sessualità, anche se sterile, profondamente conflittuale e semmai finalizzata al piacere autoerotico. Queste pulsioni sessuali, così le chiama, dovranno poi, cedendo all educazione e alle norme morali, trasformarsi in una genitalità più adulta. Sigmund considera queste pulsioni, per lui un concetto posizionato al limite tra lo psichico e il corporeo, dato che richiedono sia una sorta di spinta biologica sia un lavoro mentale, come l energia attraverso la quale si esprimerebbe l istinto sessuale, da lui chiamata anche libido. Questa energia istintuale necessita sempre di una fonte dalla quale provenire, ovvero di particolari zone erogene del corpo, ricchissime di terminazioni nervose, che possano in qualche modo originarla. A secondo dei momenti dello sviluppo infantile, una particolare zona erogena domina rispetto alle altre, diventando così il centro attorno al quale ruota la vita affettiva, in maturazione, del bambino. La libido per Sigmund si sposta posizionandosi, per fasi, su tre fonti erogene specifiche più un transito attraverso un periodo di latenza. La prima fase è detta fase orale e va dalla nascita al primo anno di vita. 10 Cfr. S. FREUD, Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nell etiologia delle nevrosi (1905), in Opere, vol. V, Bollati Boringhieri, Torino, Cfr. S. FREUD, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bur Rizzoli, Milano, di 15

10 La seconda fase è detta fase anale e comprende un periodo che va dal primo al terzo anno di vita. La terza fase è detta fase fallica e comprende un periodo che va dal terzo al quinto anno di vita. La quarta fase è detta di latenza e comprende un periodo che va dal quinto anno fino all inizio della pubertà. Infine, Sigmund formalizza anche una fase genitale, la quinta, che va dall adolescenza in poi. Per ogni fase di sviluppo psicosessuale, secondo Sigmund, la zona erogena interessata dalla libido diventa di fatto l elemento del piacere e, al contempo, del dispiacere. Utilizzando un altra metafora, questa volta quella della popolazione nomade, Sigmund è convinto che la psicopatologia può essere determinata da una fissazione o da una regressione ad una di queste fasi pre-edipiche 12 che impedisce di fatto alla libido, per l appunto nomade, di raggiungere 12 Dopo la fase orale e anale, nelle quali il centro dell universo infantile sono prima le labbra e la bocca e dopo l orefizio anale, verso i tre anni di vita, nonostante l immaturità organica, sorge nel bambino una richiesta pulsionale a livello genitale. Nella fase fallica i genitali per i bambini e l assenza di questi per le bambine diventano il centro dell interesse infantile. Richiamando il mito di Sofocle, in cui Edipo uccide il padre Laio e sposa la madre Giocastra, in questa fase dello sviluppo il bambino si innamora in modo incestuoso della madre, ma non appena si accorge che questa non ha il pene ritiene possibile che il padre, per vendetta, possa castrarlo. La paura, naturalmente, aumenterà ogni qual volta il bambino è sgridato o trovato a masturbarsi. A quel punto, per superare l impasse, il bambino rimuoverà sia il desiderio incestuoso sentito per la madre, sia le ostilità provate per il padre, identificandosi il più possibile con lui. Le bambine, secondo il Complesso di Elettra definito da Carl Gustav Jung, ritenendo di essere state castrate da una madre che le ha messe al mondo così poco equipaggiate, proveranno invece invidia per il pene del padre e per questo si identificheranno con lui. Freud arriva a queste conclusioni sulla scorta del desiderio per la madre provato dal piccolo Hans che riferiva al genitore il timore che un cavallo potesse investirlo rovesciando il contenuto del carro, evidentemente legato alla preoccupazione che la madre partorisse ancora. Infatti, supervisionando le osservazioni fatte dal padre di Hans, Max Graf, Freud arrivò a ipotizzare che il cavallo era, in base ad un processo di identificazione, il padre castratore e che il cinquenne pensava che la madre preferisse questi a lui. Così, un pomeriggio, Freud andò a trovare il piccolo Hans nella sua casa e subito il piccolo non perse tempo a riferirgli di essere spaventato dalle macchie nere che i cavalli avevano davanti agli occhi e alla bocca. A quel punto, rivolgendosi a lui scherzosamente, Freud gli chiese se anche i suoi cavalli avevano gli occhiali o i baffi come il papà, ma nonostante la sua lettura fosse giusta, Hans, però questa volta sorridendo, disse di no. Il Complesso di Edipo, e di Elettra, è superato quando il bambino nella fase di latenza, che precede la fase genitale di maturazione fisica e psichica nella quale gli impulsi sessuali rimossi precedentemente ricompaiono, ma questa volta orientati verso l altro piuttosto che in modo autoerotico verso se stesso, è in grado di attenuare l angoscia attraverso i meccanismi difensivi della formazione reattiva e della sublimazione. Nel primo, l Io maschera nel suo contrario i sentimenti inaccettabili, per esempio quando un bambino si dice innamorato della sorellina appena nata pur odiandola, nel secondo, il bambino incanala le pulsioni sessuali in attività utili e socialmente accettate, come per esempio il disegno infantile e la creazione artistica in generale. Una regressus ad 10 di 15

11 il primato genitale, rimanendo al contrario ancorata a modalità primitive e parziali di soddisfacimento. Se la nomade libido smarrisce la strada verso la maturità emotivo-affettiva, il complesso edipico non è superato e il bambino, non transitando in una fase di latenza, non riesce a trovare il modo per intendersi con gli altri uomini, cioè non prende coscienza di appartenere, culturalmente, al gruppo dei maschi 13. puerum può, per concludere, riportare l individuo in età evolutiva o durante l adolescenza e la vita adulta a richiedere quelle cure, mancate o troppo fornite, tipiche dello stato diadico vissuto nella prima infanzia. Quanto detto, da un punto di vista didattico, deve spingere gli insegnanti, specie quelli della scuola dell infanzia e della scuola primaria, ma anche della scuola secondaria di primo e secondo grado, a riflettere sulla loro importante funzione di regolatori delle regressioni pre-edipiche dei loro studenti, che si presentano tra i banchi sotto forma di eccessivi bisogni di dipendenza, quando la cura è mancata, o di indipendenza dalle figure genitoriali, quando la cura è eccedente, che possono entrambi impedire una sana strutturazione della loro personalità. Per gli studenti, gli insegnanti diventano dunque fattore di maturazione esistenziale e svincolo dalle regressioni di livello triadico/edipico o, peggio, diadico. [Cfr. S. FREUD, Psicoanalisi infantile. Istruzione sessuale dei bambini e loro teorie sessuali. I casi del piccolo Hans e dell uomo dei lupi. Ediz. integrale, Bollati Boringhieri, Torino, 2016; Cfr. M. LANCINI, Ascolto a scuola. La consultazione con l adolescente, Franco Angeli, Milano, 2003]. 13 Ricordo che siamo in un periodo storico in cui l attività masturbatoria cronica delle donna veniva curata attraverso la clitoridectomia e l asportazione delle ovaie. Stessa sorte capitava agli uomini, poiché si pensava che la masturbazione provocasse effetti negativi sull intero corpo e fosse la causa principale dello sviluppo della malattia mentale. Già a partire dal Settecento, le credenze mediche sulla masturbazione divennero una specie di delirio, di ossessione culturale, dunque l onanista veniva ricovertato in clinica per essere curato attraverso pratiche chirurgiche che andavano dalla circoncisione ai tagli sul prepuzio. A questo proposito, anche la madre del piccolo Hans minacciava di evirarlo, in linea con i tempi che non davano ancora spazio per esempio al senso di colpa - soprattutto quello persecutorio - che può esercitare la sua influenza sull inconscio così originando le malattie somatiche, scoperte successivamente, perché si toccava frequentemente il pene. Da sintomo da debellare, con Freud la masturbazione diventa il segno di un conflitto inconscio da smascherare psicologicamente, tanto che quando compare per la prima volta, sia in ambito accademico, sia in ambito clinico, il riferimento al suo complesso edipico si avvertono forti resistenze culturali, ma anche spinte rivoluzionarie. In effetti, possiamo sicuramente affermare che Freud, da medico - e dopo circa un secolo ci dispiace oggi ascoltare quelle cronache che ci parlano ancora di medici incuranti della sfera psicologica del paziente di cui si occupano -, fu l antesignano di una medicina narrativa che si opponeva ai bisturi semplicemente affermando che ogni bambino maschio attraversa una fase di grande conflitto con i suoi genitori tendendo a rivaleggiare con il padre per il possesso esclusivo della madre. Dal mio punto di vista, la scoperta del complesso edipico sconvolge di fatto la storia della medicina moderna. 11 di 15

12 3 Il seno e la bocca come centro del mondo Per Sigmund le labbra e la bocca, come fonte, e il seno come oggetto della soddisfazione del bisogno di nutrimento e sete, hanno un importanza fondamentale per il sano sviluppo del bambino. Succhiare, ingerire, mordere e masticare il capezzolo del seno materno gratificano sessualmente il neonato, ovvero placano le sue pulsioni, ma quando il sostegno ai suoi processi vitali viene meno le tensioni possono diventare frustranti. Pensiamo per esempio ad una donna che non vuole più allattare il figlio, perché magari è in lotta con se stessa nel rappresentarsi come madre, o era precedentemente indecisa nel metterlo al mondo poiché a sua volta indecisa anche della relazione stretta con il padre, e che già nei sui primi mesi di vita spinge il neonato alla suzione del latte artificiale dal biberon 14. Dunque, per Sigmund la sessualità infantile è legata più al soddisfacimento della fame, al bisogno di nutrimento e al bisogno di sete appunto, poiché soltanto quando il neonato è assetato e sazio passerebbe a succhiarsi il dito in nome di un piacere autoerotico 15. Queste esperienze infantili, secondo le sue idee, influenzeranno fortemente la personalità del bambino, tanto che così come un eccesso di gratificazione bloccherà comunque la maturazione 14 Possiamo dire che l attesa, la gravidanza, è per ogni madre un periodo insieme di fantasie e fantasmi, per cui il bambino si nutre sia del corpo materno, attraverso il suo sangue, sia del suo inconscio, attraverso i suoi pensieri e le sue paure. Affinché si possa ospitare la vita, che già nel grembo spinge fortemente verso la differenziazione e l autonomia, è necessario però che sia presente nella madre il desiderio incondizionato dell ospitalità. Una madre schizofrenica, per esempio, che per tutto il periodo della gravidanza intende il figlio come un corpo morto da espellere e non vivo da rendere autonomo, può minare sin dai primi momenti del parto la sua vita che viene al mondo già sprovvista di gioia, senso e desiderio. Viceversa, la scelta di un nome, la preparazione di una stanzetta a lui dedicata, la scelta dei mobili, del loro colore, del vestiatio e le notti passate a immaginare il bambino e il suo futuro, ci parlano di madri e padri che, attingendo energie dalla fonte del desiderio, saranno in grado di accogliere, integrare e poi rendere cittadino del mondo l estraneo custodito nel ventre materno. 15 Compreso che l autoerotismo è una componente importante della vita sessuale infantile, dobbiamo anche dire che in realtà il piacere della suzione per se stesso, generalmente successiva alla soddisfazione del bisogno di sete e nutrimento, può presentarsi anche sotto forma patologica, ovvero di soddisfacimento allucinatorio, ogni qual volta il neonato mette il dito in bocca nel tentativo di dilazionare nel tempo la tensione accumulata causata da una madre non in grado di rispondere adeguatamente a tali bisogni. Una dilazione della tensione troppo prolungata, costringerà il neonato all anarchia delle singole pulsioni parziali che favoriranno così un piacere scoordinato, autonomo e una cattiva organizzazione del rapporto affettivo con la madre e in seguito con il mondo. 12 di 15

13 dell individuo, anche la scarsa gratificazione causerà angoscia e favorirà la ricerca continua di un qualche soddisfacimento orale negli anni successivi, vissuti sempre con estremo pessimismo e, nelle richieste di soddisfazione dei bisogni, con un atteggiamento oscillante tra l aggressività e la timidezza 16. Già questa prima organizzazione psichica orale rappresenterebbe per Sigmund un modello base per l identificazione con gli altri, tanto che se l assunzione del latte dal seno materno avverrà in maniera equilibrata e piacevole, poiché è la madre a riconoscersi nel nuovo e impegnativo ruolo, durante la crescita e fino alla vita adulta il bambino sarà in grado di conoscere e poi identificarsi, ovvero ri-conoscersi, con altri modelli significativi di adulto. Sigmund arriva anche ad ipotizzare che se il bambino durante l allattamento resta troppo tempo attaccato al seno potrebbe diventare un adulto determinato e ostinato, se lo morde con insistenza invece diventerà cinico, distruttivo o dominante, se sputa il latte tenderà al rifiuto, se chiude la bocca sarà, infine, un adulto tendente all introversione. La madre è per Sigmund in entrambi i sessi il prototipo di tutte le future relazioni affettive, il bambino, per lungo tempo incapace di nutrirsi da solo, percepisce tra capezzolo e bocca un unione indifferenziata e, per concludere, la relazione tra questo e il mondo è prima di tutto un legame esclusivamente di tipo nutritivo. 16 A partire dalle osservazioni freudiane, in seguito alcuni psicoanalisti individueranno nella passività, nella dipendenza, nel bisogno di assistenza e nell egocentrismo spiccato, causati tutti da una ferita narcisistica infantile, i tratti distintivi, nevrotici o psicotici, di una personalità definita a carattere orale, che durante la vita adulta subirà, dunque, una regressione o una fissazione ad una fase orale dello sviluppo psicosessuale. Queste personalità non riconoscono gli altri come separati da se stessi poiché, quasi fossero un nutrimento, sono considerati esclusivamente per i bisogni che riescono a soddisfare. [Cfr. V. LINGIARDI, F. GAZZILLO, La personalità e i suoi disturbi. Valutazione clinica e diagnosi al servizio del trattamento, Raffaello Cortina, Milano, 2014]. 13 di 15

14 Bibliografia Ellenberger H.F., La scoperta dell inconscio. Storia della psichiatria dinamica, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Autobiografia, in Opere, vol. x, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Il motto di spirito e la sua relazione con l inconscio, in Opere , vol. V, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Introduzione alla psicoanalisi ( ), in Opere, vol. VIII, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nell etiologia delle nevrosi (1905), in Opere, vol. V, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Lettere a Wilhelm Fliess ( ), Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Psicoanalisi infantile. Istruzione sessuale dei bambini e loro teorie sessuali. I casi del piccolo Hans e dell uomo dei lupi. Ediz. integrale, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Psicopatologia della vita quotidiana, in Opere, vol. IV, Bollati Boringhieri, Torino, Freud S., Tre saggi sulla teoria sessuale, Bur Rizzoli, Milano, Freud S., Studi sull isteria ( ), in Opere, vol. I, Bollati Boringhieri, Torino, Lancini M., Ascolto a scuola. La consultazione con l adolescente, Franco Angeli, Milano, Lingiardi V., Gazzillo F., La personalità e i suoi disturbi. Valutazione clinica e diagnosi al servizio del trattamento, Raffaello Cortina, Milano, di 15

15 Speziale-Bagliacca R., Freud messo a fuoco. Passando dai padri alle madri, Bollati Boringhieri, Torino, di 15

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