LA MADONNA DEL CARDELLINO DI RAFFAELLO: IL RESTAURO ( )

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1 LA MADONNA DEL CARDELLINO DI RAFFAELLO: IL RESTAURO ( )

2 Titolo: MADONNA DEL CARDELLINO Autore: RAFFAELLO SANZIO Data: 1506 Misure: 197x77 cm Tecnica: pittura ad olio su tavola (uso di leganti vari fra cui tempera grassa, e tracce di vetro nei pigmenti) Supporto: 2 tavole di pioppo Committente: Lorenzo Nasi Collocazione: Firenze, Gallerie degli Uffizi

3 VICENDE STORICHE E RESTAURI Nel 1547 il crollo di Palazzo Nasi per uno smottamento del terreno ridusse la tavola in numerosi frammenti, che come dice Vasari furono da Batista, figliuolo di esso Lorenzo, amorevolissimo dell arte, fatti rimettere insieme in quel miglior modo che si potette. Il restauratore è stato identificato dalla critica in Ridolfo del Ghirlandaio, già amico di Raffaello e vicino alla sua maniera. Più tardi l opera entra a far parte della collezione dei Medici, dove nel corso del tempo subisce numerosi interventi di restauro, che hanno contribuito a produrre una patina marrone che nascondeva la policromia dell opera.

4 PROGETTO DI CONSERVAZIONE E RESTAURO (OPIFICIO DELLE PIETRE DURE)

5 SPETTRO ELETTROMAGNETICO 1. Come la materia interagisce con i diversi tipi di radiazioni? 2. Che informazioni si possono ricavare? E=hν λ= lunghezza d onda ν= frequenza

6 INDAGINI DIAGNOSTICHE: ANALISI MULTISPETTRALI Rappresentazione schematica delle principali tecniche di analisi per imaging Fotografia UV VIS: immagine della superficie Riflettografia IR: immagine del disegno sulla preparazione Radiografia X: immagine dell intensità della radiazione X determinata dalla trasparenza dello strato di colore, dello strato di preparazione e del supporto.

7 prima fase: ricerca Riflettografia infrarossa (IR) Tecnica che consente di acquisire informazioni sugli strati più interni del dipinto grazie alla parziale trasparenza alla radiazione IR dei materiali che lo compongono (immagine digitale ad alta risoluzione). sotto il rosso" (dal latino infra, "sotto") λ= 700 nm e 1 mm INFO Tecnica esecutiva in particolar modo delle sue fasi preparatorie (disegno/underdrawing) «Pentimenti», l'estensione di interventi di restauro, ridipinture effettuati con pigmenti moderni Stato di conservazione

8 Riflettografiainfrarossa Per Raffaello il disegno costituiva una fase molto importante Utilizzava la tecnica dello spolvero Effettuava cambiamenti in ogni fase del lavoro anche durante la stesura del colore Nella ciotola, nella pelle del Battista e nella scollatura della Vergine, lo spolvero è stato ripassato a pennello

9 Underdrawing I tratti del disegno sono ben visibili in alcune zone, come sul petto del Bambino, dove lo strato del colore è particolarmente sottile, o nel san Giovannino dove l orecchio era situato più in basso e nella scollatura della Vergine che era più arrotondata Particolare del Bambino: sono visibili attraverso le stesure di colore alcuni tratti del disegno sottostante

10 prima fase: ricerca Analisi in fluorescenza X (XRF: X-ray fluorescence) Tecnica che rivela la presenza di alcuni elementi chimici da cui spesso è possibile risalire ai materiali pittorici. λ= 10 nm nm LafluorescenzadiraggiXèunfenomenofisico. Quando un atomo è irradiato con radiazione elettromagnetica, di energia tipicamente dell ordine del KeV, è in grado di assorbire un fotone incidente e di espellere un elettrone dalle shell più interne(fotoelettrone). Il riarrangiamento dei rimanenti elettroni tra i vari livelli dell atomo comporta l emissione di un fotone X la cui energia è caratteristica dell atomo emettitore. Analisi XRF su circa 160 punti del dipinto

11 prima fase: ricerca Analisi in fluorescenza X (XRF: X-ray fluorescence) Tecnica che rivela la presenza di alcuni elementi chimici da cui spesso è possibile risalire ai materiali pittorici. ESEMPIO DI SPETTRO DI FOTONI DI FLUORESCENZA

12 Fluorescenza X-infrarosso falso colore La fluorescenza X evidenzia la composizione dei colori: Il manto azzurro della Vergine è stato ottenuto da Raffaello attraverso una prima stesura di bianco di piombo ed azzurrite ed una successiva a base di oltremare naturale, che si ritrova anche nel cielo (sempre su una base di azzurrite) e sui paesaggi. Gli incarnati sono realizzati attraverso stesure di bianco di piombo, ocre e terre e cinabro (mercurio), mentre il giallo è presente solo nell imprimitura Il verde è composto da biacca, malachite e resinato di rame. L oro è limitato alle tre aureole

13 prima fase: ricerca Radiografia (Raggi X) Radiografia: immagine monocromatica ottenuta su una pellicola che viene impressionata da raggi X prodotti da un opportuna sorgente e che hanno attrversato l oggetto da esaminare λ= 10 nm nm L'immagine che appare sulla lastra radiografica è determinata dal minore o maggiore assorbimentodi raggi X da parte dell'oggetto in esame e soprattutto dalla maggiore opacitàai raggi X di certi pigmenti. Infatti i pigmenti con elevato peso atomico, come quelli che contengono piombo o mercurio (biacca, minio, litargirio e cinabro), assorbono maggiormente i raggi X per cui, sulla lastra, risultano più chiari mentre i pigmenti organici e certi pigmenti minerali (di basso peso atomico) appaiono scuri. RADIOPACITÀ Spessore Densità Z N atomico (Z) Nome elemento Simbolo Z= 79 Z=80 Z= 82

14 prima fase: ricerca Radiografia (Raggi X) INFORMAZIONI OTTENUTE DALL INDAGINE RADIOGRAFICA Tecnica originale di costruzione del supporto ligneo I danneggiamenti dovuti al crollo cinquecentesco del Palazzo dei Nasi Metodo di ricostruzione Struttura e morfologia del legno Preparazione sugli strati pittorici

15 L immagine radiografica mostra le integrazioni del supporto: sono visibili tre tasselli di legno e numerose fratture longitudinali, in vari punti non più solidali fra loro, come si evince dalla fotografia a luce radente. Radiografia

16 prima fase: ricerca Fluorescenza UV Fotografia della fluorescenza indotta dalla radiazione UV "oltre il violetto" (dal latino ultra, "oltre") λ= 100 nm-400 nm Tecnica che consente di individuare lo stato di conservazione e discriminare le vernicie i pigmenti in un dipinto originali o provenienti da passati interventi di restauro Fase diagnostica Fase di pulitura

17 prima fase: ricerca Fluorescenza UV materiali organici che possono dare risposte diverse (fluorescenze colorate) secondo la loro natura chimica "oltre il violetto" (dal latino ultra, "oltre") λ= nm Fluorescenzeaumentano d intensità con il procedere dell invecchiamentodelle sostanze stesse (resine e oli) In base allo stato di ossidazione dei materiali, spessore, età vengono prodotti toni dal giallo-verde al grigio-giallastro Dipinto omogeneo nella sua tonoalità = 1 o + strati di vernici omogenei lampade di Wood

18 prima fase: ricerca CAMPIONATURA : ANALISI STRATIGRAFICA Obiettivo: Formulare nuove ipotesi o sostenere i risultati acquisiti con le indagini non invasive Tecnica Indagine microinvasiva Prelievo di campioni in punti cruciali del dipinto Fine dell analisi stratifìgrafica 1. Comprendere tecnica pittorica 2. Caratterizzazione strati superficiali aggiunti 3. Individuazione tipologia di legante

19 prima fase: ricerca CAMPIONATURA : ANALISI STRATIGRAFICA

20 prima fase: risultati La pittura di Raffaello appariva in buone condizioni di conservazione: le parti rifatte nel Cinquecento in sostituzione di ciò che era andato perduto, quali l angolo inferiore sinistro e l inserto verticale sulla gamba sinistra del Bambino potevano essere mantenute. La pesante ridipintura del cielo e del manto blu, potevano essere rimossi, senza che ciò comportasse la perdita di significativi documenti storici, ma anzi recuperando ampi brani della pittura raffaellesca. Si stabilì dunque per un intervento di restauro e non di semplice manutenzione, allo scopo di RESTITUIRE LA MAGGIORE LEGGIBILITA AL DIPINTO DI RAFFAELLO MANTENENDO IN LARGA MISURA LE PARTI DI INTEGRAZIONE CINQUECENTESCHE

21 Seconda fase: pulitura Operazione delicatissima perché irreversibile che consiste nella rimozione delle ridipinture e di tutti i materiali sovrapposti e alterati dal tempo e nella liberazione del colore di Raffaello. La superficie recava ancora ampie tracce della vernice stesa da Raffaello, a significare che l opera non aveva mai subito puliture, tanto che ancora recava la patina del tempo. Tecnica: Si è dovuto intervenire su materiali pittorici non originali, molto diversi fra loro quanto a invecchiamento, composizione chimica e distribuzione sulla superficie del dipinto. Si trattava di trovare solventi selettivi, sicuri per il colore originale, che potessero solubilizzare gradualmente i diversi materiali: la vernice alterata dell Ottocento presente su tutto il dipinto, composta da resine naturali e da giallo di piombo e stagno; le ridipinture, anch esse in parte Ottocentesche, eseguite probabilmente con colori ad olio; le estese ridipinture cinquecentesche. Pulitura meccanica tramite bisturi e uso del microscopio. Sono stati utilizzati i solventi solo raramente, per es. sul volto della Vergine dove si trattava solo di alleggerire gli stati di vernice ottocentesca. Si è preferito invece mantenere alcune ridipinture come nel caso delle lettere del primo rigo del libro che tiene in mano la vergine perché andate perdute quelle originali

22 Seconda fase: pulitura Indagine di spettroscopia in riflettanza a fibre ottiche (FORS) Tecnica per la caratterizzazione dei pigmenti negli stessi punti analizzati in XRF Si basa sull analisi di spettri di riflettanza in cui l intensità della radiazione retrodiffusa dalla superficie investigata è riportata in funzione della lunghezza d onda della radiazione inviata sulla zona di misura. Il valore dell intensità, riportato come percentuale di luce diffusa (riflessa) dalla superficie investigata, è rapportato a un bianco di riferimento, che si assume diffondente luce al 100% su tutto l intervallo spettrale considerato. L identificazione dei pigmenti avviene per comparazione con spettri di stesure pittoriche di riferimento.

23 Seconda fase: pulitura Indagine di spettroscopia in riflettanza a fibre ottiche (FORS) Determinare i pigmenti originali presenti allo scopo di guidare l intervento di pulitura La vernice può far virare la risposta/riflettanza alle fibre ottiche

24 Seconda fase: pulitura Indagine di spettroscopia in riflettanza a fibre ottiche (FORS)

25 seconda fase: risultati Dopo l opera di pulitura appare, insieme alla policromia raffaellesca, ancora più marcato l influsso di Leonardo nella straordinaria morbidezza delle carni, per es. nel volto della Vergine e nel paesaggio, in particolare a sinistra dove accanto al ponte è ora riemerso dai ritocchi alterati anche il fiume, delicatamente segnato dalla schiuma propria del movimento delle acque, secondo i contemporanei studi naturalistici e pittorici del maestro vinciano.

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27 terza fase: intervento sul supporto ligneo L intervento sul supporto ligneo è stato finalizzato a ridargli equilibrio e continuità: Si è intervenuti solo sulle fratture non più solidali Sono stati estratti chiodi risalenti all intervento cinquecentesco, incollate le fessure con resina e inseriti piccoli listelli di pioppo per limitare l uso di colle E stata mantenuta la traversatura originale perché ancora in grado di svolgere la sua funzione Infine è stata eseguita la stuccatura

28 quarta fase: stuccatura, restauro pittorico e verniciatura Il dipinto presentava un andamento della superficie estremamente diversificato, perché ogni campitura del colore è stata realizzata da Raffaello con spessori e ductus molto diversi; in alcuni casi la superficie pittorica si presentava particolarmente accidentata per il cattivo stato di conservazione. I dislivelli fra i margini del colore originale e la presenza di numerose lacune, hanno indotto ad elaborare una stuccatura, per facilitare l operazione successiva del ritocco e dare continuità alla materia pittorica. Il ritocco è stato eseguito ad acquerello secondo il principio della selezione cromatica, completando l operazione, dopo la verniciatura, con colori a vernice. A ritocco ultimato è stato applicato un ulteriore strato di vernice a spruzzo per proteggere e rendere più omogenea la superficie.

29 Dopo la pulitura, l antica integrazione della gamba e del piede del Bambino non era più in equilibrio con il resto del dipinto, a causa della materia pittorica più scura rispetto all originale. Si è deciso di stendere sul rifacimento una base bianca sulla quale sono stati ricostruiti il piede e la gamba tramite selezione cromatica. Lastessatecnicaèstataadottataperilmantobluinbassoe sulla sezione più chiara della roccia in primo piano.

30 L integrazione pittorica per non essere imitativa, competitiva o falsificante, deve differenziarsi dall originale. L identità cromatica di effetto è raggiungibile, per mezzo della selezione cromatica. 'Potremo fare uso della selezione solo laddove la lacuna è ricostruibile nella sua realtà cromatica e figurale, senza che detta ricostruzione porti con sé dubbi, arbitrarietà interpretative, plurime soluzioni formali o cromatiche (U. Baldini, Teoria del Restauro). Si esegue accostando tra loro stesure successive di colore puro, applicate a piccoli tratti per mezzo di un pennello a punta fine. I colori utilizzati, ad acquarello e a vernice, non vanno sovrapposti; l occhio ne percepisce la mescolanza per effetto della vibrazione provocata dall'accostamento dei colori allo stato puro. In tal modo si pervenire a una identità di effetto con il colore originale, senza volgere a un atto di imitazione, competizione o falsificazione. selezione cromatica

31 conclusioni Il restauro ultimato restituisce al pubblico un dipinto oggetto di una pulitura critica che ha salvato stesure differenziate di patina sulle campiture di colore, ed ha salvato le integrazioni cinquecentesche. Il ritocco finale ha avuto come scopo quello di restituire unitarietà all opera per permetterne una migliore leggibilità complessiva.

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